SlideShare uma empresa Scribd logo
1 de 46
Baixar para ler offline
I n d i c e
7 Introduzione all’edizione italiana
(Cesare Cornoldi)
9 Introduzione
11 CAP. 1 Cos’è la sindrome non verbale?
PRIMA PARTE Per i genitori
23 Prefazione alla prima parte
27 CAP. 2 Primi segnali di allarme
33 CAP. 3 Il ruolo dei genitori
43 CAP. 4 Cura di sé
55 CAP. 5 Motricità fine
63 CAP. 6 Coordinazione, motricità e sport
73 CAP. 7 Gestire l’ambiente
85 CAP. 8 Organizzazione
95 CAP. 9 Abilità cognitive
105 CAP. 10 Comunicazione
119 CAP. 11 Abilità sociali
131 CAP. 12 Autonomia
143 CAP. 13 Fronteggiare i cambiamenti
151 CAP. 14 Questioni di sicurezza
157 Postfazione
SECONDA PARTE Per gli insegnanti
161 Prefazione alla seconda parte
163 CAP. 15 Il profilo dello studente con SNV
175 CAP. 16 L’ambiente scolastico
181 CAP. 17 Strategie didattiche
191 CAP. 18 Funzionamento sociale ed emozionale
205 CAP. 19 Difficoltà spaziali e psicomotorie
215 CAP. 20 Aritmetica e matematica
229 CAP. 21 Lettura, ortografia e lessico
241 CAP. 22 Scrittura e produzione del testo
255 CAP. 23 Organizzazione, abilità di studio e compiti a casa
267 CAP. 24 Prove e valutazione dell’apprendimento
281 Postfazione
285 Bibliografia
INTRODUZIONE ALL’EDIZIONE ITALIANA 7
1
Introduzione
all’edizione italiana
Il volume costituisce la sintesi di due testi scritti dalla madre di una bambina
con sindrome non verbale («sindrome non verbale» è una categoria diagnostica
introdotta circa 30 anni or sono dal neuropsicologo canadese Byron Rourke)
per fornire consigli rispettivamente alla famiglia e alla scuola su come intervenire
in casi del genere. Trattandosi di una mamma con diretta esperienza personale,
passione profonda e sincero impegno, i consigli forniti sono di sicura rilevanza,
anche se indubbiamente di carattere pratico più che di riflessione psicopedagogica
vera e propria. Poiché, tuttavia, in lingua italiana, a quanto mi risulta, nulla di
sistematico è stato pubblicato su problematiche di questo tipo (ad eccezione del
nostro testo, sempre pubblicato da Erickson, dal titolo Abilità visuospaziali), il
presente volume costituisce una novità e una preziosa miniera di suggerimenti
utili che altrimenti sarebbe difficile reperire.
Il lettore deve comunque tenere presente che, nel campo dei cosiddetti
disturbi non verbali, sono rinvenibili problematiche anche molto diverse, ac-
comunate tuttavia da alcune caratteristiche di base (Rourke ha proposto dei
dettagliati criteri diagnostici) e in particolare da una discrepanza fra competenze
linguistiche (buone) e competenze non verbali (deboli). A tale profilo si associano
di solito problemi scolastici in matematica e nelle attività visuospaziali e talora
problemi prassici, sociali ed emotivi. La discrepanza che delinea il profilo non
verbale costituisce comunque un tratto ampiamente diffuso in età evolutiva, che
acquisisce rilevanza clinica nel caso non solo dei disturbi specifici dell’apprendi-
mento, ma anche di una vasta gamma di disturbi altrimenti diagnosticati (dalla
sindrome di Asperger a varie sindromi genetiche). A questo proposito, possiamo
8 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE
domandarci quale fosse la diagnosi completa della bambina della Tanguay da cui
è nata l’esperienza del libro.
Molti dei consigli operativi forniti nel libro si riferiscono a difficoltà piutto-
sto gravi che, per esempio, normalmente non si ritrovano nei disturbi specifici
dell’apprendimento. È quindi opportuno sottolineare nuovamente al lettore la
necessità di distinguere fra un profilo generale non verbale (cui si può associare
l’espressione «sindrome non verbale») e un disturbo specifico di apprendimento
non verbale. La sindrome non verbale è presente con una certa frequenza in
una serie di importanti disturbi evolutivi (e il testo fa riferimento a queste casi-
stiche, come per esempio la sindrome di Asperger o alcune sindromi genetiche
identificate) e può assumere una cospicua gravità. Invece, lo specifico «disturbo
non verbale dell’apprendimento» (da noi chiamato anche «disturbo visuospaziale
dell’apprendimento», e da altri ancora denominato «disturbo dell’apprendimento
da emisfero destro») condivide aspetti della sindrome, ma rispetta anche i criteri
diagnostici internazionali per la diagnosi di disturbo specifico (learning disa-
bility), cioè presenta un livello intellettivo buono e assenza di disturbi organici
riconosciuti.
Cesare Cornoldi
Università di Padova
INTRODUZIONE 9
1
Introduzione
La sindrome non verbale (SNV) non è un vero e proprio disturbo dell’ap-
prendimento: è una condizione neurologica generalmente considerata come un
disturbo evolutivo. È molto pervasiva e influisce praticamente su ogni aspetto
della vita della persona. Sebbene sia stata identificata oltre trent’anni fa, non è
ancora pienamente riconosciuta, anche perché ha una scarsa incidenza nella
popolazione scolastica. Come altri disturbi evolutivi, tra i quali l’autismo, sta
tuttavia ricevendo una crescente attenzione.
Un bambino può presentare la sindrome non verbale da sola oppure in
combinazione con altre condizioni. Byron P. Rourke, dell’Università di Windsor
e di Yale, che è il più importante studioso al mondo nel campo della sindrome
non verbale, ha individuato una serie di condizioni che hanno in comune il profilo
neuropsicologico della sindrome non verbale. In una sua pubblicazione del 1995
— Syndrome of nonverbal learning disabilities: Neurodevelopmental mani-
festations — questo autore, insieme a un gruppo di collaboratori, ha identificato
praticamente tutte le caratteristiche del profilo non verbale nelle seguenti condizioni:
sindrome di Asperger; agenesia callosa (senza ulteriori complicazioni); sindrome
velocardiofacciale; sindromi di Williams, di de Lange e di Turner; idrocefalismo;
danno o disfunzione significativi dell’emisfero cerebrale destro. Sebbene ognuna
di queste condizioni, presa singolarmente, sia poco diffusa, una volta accomunate
dal profilo non verbale è evidente come il numero di casi cresca.
La sindrome non verbale consiste in un insieme di risorse e deficit. Sebbene
la componente neurofisiologica sia presente in ogni persona, la combinazione di
punti di forza e debolezza è presente in modo unico e irripetibile in ogni bambino.
10 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE
Alcuni possono essere particolarmente goffi, altri possono avere scarse abilità
sociali, altri ancora possono avere significative difficoltà in tutte le aree critiche della
sindrome. Un’altra variabile è l’età del bambino; ad esempio, alla scuola primaria
può sembrare più capace di quanto apparirà una volta raggiunta l’adolescenza.
Infine, un bambino con un QI (quoziente d’intelligenza) particolarmente alto può
essere in grado di compensare meglio le sue difficoltà rispetto a un bambino con
un’intelligenza nella norma. Senza dubbio la SNV non è un disturbo che rimane
immutato, nelle sue manifestazioni, dall’infanzia all’età adulta, né che si presenta
nello stesso modo in tutte le persone.
L’obiettivo principale di questo libro è descrivere le difficoltà che i bambini
con SNV incontrano quotidianamente — che ovviamente sono nell’ambito non
verbale — in modo da suggerire strategie per aiutarli a gestire le varie situazioni
e a crescere. A questo scopo per ogni area vengono descritti deficit rilevanti,
anche se, di fatto, questo sarà vero per alcuni bambini e per altri no. Questo libro
riguarda in modo particolare i bambini dall’età prescolare fino all’adolescenza. I
suoi contenuti, tuttavia, potranno essere utili anche per i più grandi.
È importante sottolineare che questo libro non intende essere un manuale per
«curare» la SNV: intende descrivere in modo semplice le difficoltà che essa pone,
mostrare come si presentino nelle attività quotidiane e suggerire delle strategie
che possono essere di aiuto. Per i genitori, spero che possa essere una base per
sviluppare un programma d’intervento specifico per i bisogni del bambino e della
famiglia; per gli insegnanti, spero che sia un arricchimento del loro repertorio
di strategie didattiche e educative. Probabilmente alcune le conosceranno già, e
le useranno con altri studenti, ma mi preme sottolineare che, se queste strategie
sono utili agli altri studenti, per quelli con SNV sono essenziali.
Dato che ogni giorno convivo con la SNV e vedo mia figlia lottare con
le tante difficoltà che questo disturbo comporta, ho messo il mio cuore in ogni
pagina. Spero che vi piaccia, ma soprattutto che lo troviate utile.
Pamela B. Tanguay
COS’È LA SINDROME NON VERBALE? 11
1
Cos’è la sindrome non verbale?
Il termine «sindrome non verbale» può trarre in inganno. Di primo acchito,
si può pensare che le persone con questo disturbo non parlino, mentre in realtà
è esattamente il contrario: possono parlare fino a sfinirti. «Sindrome non verbale»
significa che le principali aree di deficit sono nel dominio non verbale e si parla
di sindrome perché implica un insieme di deficit che influiscono praticamente su
ogni aspetto della vita della persona.
Di conseguenza, la SNV è un disturbo serio e talvolta grave. Va conside-
rata come un disturbo dello sviluppo, non dell’apprendimento. La definizione
di «disturbo dello sviluppo» è abbastanza univoca e presuppone una disabilità
grave e cronica che si manifesta prima che l’individuo raggiunga i 21 anni di età.
Comporta inoltre sostanziali limitazioni nelle aree della cura di sé, del linguaggio
ricettivo ed espressivo, dell’apprendimento, della mobilità e anche della capacità
di essere indipendente ed economicamente autosufficiente. Questa definizione è
certamente più vicina alle caratteristiche della SNV di quanto lo sia quella di disturbo
dell’apprendimento. Il disturbo dell’apprendimento, infatti, è specifico (come ad
esempio la dislessia) e compromette soprattutto l’apprendimento scolastico. La
SNV, invece, compromette le abilità sia scolastiche che di vita.
Per fornire interventi appropriati nei casi di SNV è importante capirne la
natura complessa e pervasiva. Sebbene gli aspetti della sindrome connessi agli
apprendimenti scolastici siano responsabilità della scuola, ci sono anche altre
limitazioni funzionali da affrontare. Quali di queste potranno essere risolte con
l’aiuto del personale scolastico dipenderà dai bisogni di ciascun individuo e da
12 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE
quanto la scuola è disposta a collaborare. Comunque, anche con il miglior sup-
porto scolastico, ci sono molte aree di intervento che rimangono di pertinenza
dei genitori.
La maggior parte della letteratura esistente sulla SNV è tecnica e può es-
sere difficile da comprendere per genitori e insegnanti, anche perché utilizza un
gergo specifico; in questo libro si cercherà, per quanto possibile, di usare parole
semplici.
Punti di forza e punti di debolezza
I principali punti di forza dei bambini con SNV sono le abilità uditive e
verbali. La maggior parte di essi sviluppa un vocabolario sofisticato prima dell’in-
gresso a scuola, spesso molto superiore rispetto a quello dei pari. Normalmente
hanno un’ottima attenzione e memoria per quello che ascoltano, se la materia
non è complessa. Questi punti di forza possono non essere visibili nel bambino
più piccolo, ma si manifestano quando cresce e, raggiunta la scuola secondaria
inferiore, appare evidente che impara ascoltando.
Benché ognuno di essi sia unico, i bambini con SNV presentano difficoltà,
di entità diversa, nelle seguenti aree.
Tatto, attenzione visiva e percezione
Il bambino può essere incapace di elaborare correttamente quello che tocca
o vede, prestando poca attenzione a entrambi gli aspetti. Per esempio, può non
essere in grado di identificare qualcosa di familiare toccandolo o tenendolo in
mano, o di riconoscere la propria casa vedendola da lontano.
Coordinazione psicomotoria (goffaggine fisica)
Il bambino può avere difficoltà a far fare al suo corpo quello che vuole,
quando lo vuole e come lo vuole. Per esempio saltare, afferrare o lanciare una
palla, andare in bicicletta sono tutte attività di coordinazione psicomotoria che
possono porre difficoltà al bambino con SNV.
Adattabilità
Molto spesso ha forti difficoltà a adattarsi ai cambiamenti nella sua routine
quotidiana: non è capace di «improvvisare» e le novità gli creano ansia. Per
COS’È LA SINDROME NON VERBALE? 13
esempio, se il bambino è a casa della baby-sitter e i genitori vanno a prenderlo
più tardi del solito, possono essere tentati di chiedere alla baby-sitter di mettergli
il pigiama così che sia pronto per andare a letto quando arrivano a prenderlo.
Questo cambiamento nelle abitudini crea un’enorme confusione al bambino
con SNV, perché di solito si mette il pigiama nella sua camera da letto prima di
andare a dormire. A scuola, l’arrivo di un supplente, anziché dell’insegnante che
conosce, un cambiamento nella routine quotidiana o un’assemblea imprevista
lo mettono in difficoltà.
Orientamento nello spazio
Potrebbe avere difficoltà notevoli a sapere dove si trova o dove sono gli
oggetti nello spazio. Per esempio, può calcolare male lo spazio tra se stesso e
una lampada e inavvertitamente urtarla oppure valutare l’apertura di una porta
in modo non corretto e andare a sbattere contro lo stipite; a scuola, ha difficoltà
a orientarsi nei corridoi.
Flessibilità mentale
Il bambino apprende e pensa in termini molto concreti ed elabora le in-
formazioni in «bianco o nero», senza comprendere le varie sfumature di grigio.
Pensa concretamente e in termini logici. I concetti astratti sono spesso al di
sopra delle sue capacità. Con tutta probabilità tollera difficilmente le domande
aperte.
Per esempio, se gli si chiede: «Come è andata la tua giornata?» o, a scuo-
la, «Come sono andate le vacanze?», potrebbe non riuscire a rispondere. La
domanda implica troppe variabili e fino a che non riesce a comprendere cosa
si vuole sapere da lui, non risponde. Al contrario, se si pone la domanda in
modo concreto e specifico, come «Hai avuto compiti di italiano oggi?» o «Hai
restituito il libro che avevi preso in biblioteca?», risponde, perché ha chiaro in
mente cosa è stato chiesto.
Funzioni di regolazione e di organizzazione
Il bambino con sindrome non verbale può avere difficoltà a dare una priorità
e a organizzare sia i propri pensieri che il proprio lavoro. Per esempio, se a scuola
gli viene dato un compito complesso, potrebbe non essere capace di dividerlo
nelle sue fasi e di determinare la sequenza del lavoro identificando quale parte
deve essere completata prima di poter affrontare quella successiva.
14 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE
Pragmatica del linguaggio
La pragmatica è l’uso funzionale del linguaggio. Questi bambini non sono
capaci di «leggere tra le righe» o di interpretare altri messaggi non verbali. Sebbene
possano avere un vocabolario molto sviluppato, spesso con loro ci sono notevoli
difficoltà di comunicazione perché il loro linguaggio espressivo e ricettivo è basato
unicamente sulle parole. Per esempio, se si dice: «Devo correre in farmacia», un
bambino generalmente sa che «correre» in questo caso ha un significato figurato.
Il bambino con SNV, invece, rimane confuso e può chiedere: «Ma perché non
prendi la macchina?».
Generalizzazione delle informazioni
Il bambino con SNV è incapace di applicare le conoscenze che acquisisce
in una situazione a una situazione simile che incontra in seguito. Per esempio,
studiando i presidenti degli Stati Uniti d’America il bambino con SNV memo-
rizzerà l’informazione che George Washington è stato il primo presidente. Se
però una domanda di un test gli chiedesse «Chi fu nominato presidente quando,
nel 1789, nacquero gli Stati Uniti d’America?» il bambino potrebbe avere un
vuoto mentale, anche se per la maggior parte dei suoi compagni la domanda è
facile. Se l’informazione che il bambino ha immagazzinato è diversa dal modo
in cui viene chiesta nel test, non riesce a collegare i due fatti o a riorganizzare e
generalizzare l’informazione.
Abilità sociali
Ledifficoltàconlapragmaticadellinguaggio,ladeduzioneelageneralizzazione
creano problemi notevoli sul piano sociale. Il bambino non comprende la cultura
condivisa o le regole sociali che stabiliscono i comportamenti appropriati. Per
esempio, a un compleanno o a una festa a scuola, può sembrare che il bambino
con SNV si comporti in modo disturbante o molto immaturo. Ad esempio, se c’è
un gruppo di bambini che sta giocando e gli chiedete: «Vai a giocare con loro?»,
può rispondervi: «No», perché di fatto non intende andarci. Non capisce che la
vostra non era una domanda ma un invito a unirsi agli altri.
Stabilità emozionale
A causa dell’incapacità di dare ordine al suo mondo, adattarsi alle nuove
situazioni e comprendere i messaggi non verbali come l’inflessione della voce, il
COS’È LA SINDROME NON VERBALE? 15
linguaggio del corpo e così via, il bambino con SNV può essere afflitto dall’ansia;
questa poi può aumentare con l’età, man mano che si trova a vivere in ambienti
via via più complessi. Per esempio, spesso il bambino con SNV piange quando
è a scuola o appare confuso. L’adolescente tende invece a ritirarsi e a sentirsi
depresso quando le richieste scolastiche e sociali aumentano.
Le cause della sindrome non verbale
Il dottor Byron P. Rourke dell’Università di Windsor in Canada e di Yale nel
Connecticut è il più importante ricercatore nel campo dei disturbi dell’appren-
dimento di tipo non verbale. Dopo decenni di ricerche il dottor Rourke e i suoi
colleghi hanno stabilito che tali disturbi sono causati da un danneggiamento della
materia bianca nel cervello (Rourke, 1989; 1995).
La materia bianca, per dare una definizione molto semplicistica, è quel
tessuto fatto di cellule nervose che collegano le varie parti del cervello tra di loro.
È chiamata materia bianca perché le fibre nervose sono rivestite dalla mielina,
una sostanza grassa di colore chiaro che agisce da isolante. In sostanza, è l’im-
pianto elettrico del cervello. Il rivestimento di mielina può essere paragonato
al rivestimento plastico che troviamo sui fili elettrici e permette la rapida e
accurata trasmissione di informazioni all’interno del cervello. Se il rivestimento
di mielina è danneggiato (come Rourke sostiene potrebbe essere la causa della
SNV), la velocità di elaborazione del bambino è ridotta e i segnali potrebbero
non essere inviati in modo corretto o potrebbero non arrivare correttamente
a destinazione. Perciò, sebbene i centri di informazioni all’interno del cervello
siano intatti, la trasmissione dei segnali non funziona come dovrebbe. In altre
parole, c’è un corto circuito in qualche parte del cervello del bambino. Secondo
gli studi, nell’emisfero destro c’è una quantità di materia bianca nettamente
superiore rispetto a quella presente nel sinistro. Per questa ragione il disturbo
è a volte chiamato «sindrome dell’emisfero destro», che significa che l’emisfero
destro non funziona in modo adeguato a causa di un danneggiamento della
materia bianca.
Per contro, la funzionalità dell’emisfero sinistro risulta integra. Quindi il lin-
guaggio, il pensiero sequenziale e le altre funzioni elaborate dall’emisfero sinistro
sono intatte. È compromesso il funzionamento dell’emisfero destro, che si occupa
degli aspetti non verbali: spaziali, astratti e intuitivi. Perciò, dal momento che i
comportamenti e i pensieri complessi richiedono l’uso di entrambi gli emisferi per
integrare informazioni complicate, il cervello è in difficoltà perché un emisfero
non lavora correttamente.
28 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE
Perché un genitore dovrebbe preoccuparsi se il suo bambino ha il singhiozzo,
non dorme bene, fa un sacco di storie e non è il terrore del vicinato? Di fatto
non dovrebbe, anche se queste sono alcune delle cose che potreste notare in un
bambino con SNV. Ma c’è di più.
Indizi mancati
A 6-9 mesi, il bambino «normale»1
è affascinato da nuovi posti, cose e perso-
ne. Per lui andare al supermercato è un’eccitante avventura. Afferra le confezioni
colorate, sorride ai passanti e si agita quando qualcuno cerca di attirare la sua
attenzione. Non è così per il bambino con SNV, che quando entra in un negozio
può spaventarsi e spalancare gli occhi terrorizzato. Sebbene di primo acchito
possa sembrare incuriosito da quello che gli sta attorno, osservando meglio può
essere paura quella che si legge nei suoi occhi.
Quando il pediatra finalmente dice che si può cominciare a svezzarlo, cor-
rete al supermercato e caricate il carrello con un sacco di cose: carne, verdura,
frutta e così via.
Quando è l’ora della prima pappa, vi sedete di fronte a lui per il grande
momento. «Gnam, gnam, ti piaceranno i piselli!» Il vostro piccolo apre la bocca
come un uccellino, prende il primo boccone e lo sputa subito. Va bene, proviamo
a dargli mela grattugiata e a vedere come va. Successo: gli piace! Comunque il
ciclo continua: mangia un po’ di frutta, poca verdura, niente carne e voi pensate
di avere un bambino dai gusti difficili.
Siete contenti che voglia avere le mani sempre pulite. Se mangia con le
mani, tra un boccone e l’altro ve le porge perché gliele puliate. Siete orgogliosi
di avere un bambino così pulito. Quando cominciate a insegnargli a usare il cuc-
chiaio, sembra che non capisca; voi insistete e lui continua a mangiare con le
mani e a farsele pulire dopo ogni boccone. Le salviettine sono sempre presenti,
sia sul tavolo della cucina che sul fasciatoio.
Quando sta per arrivare il primo compleanno, voi e la vostra famiglia preparate
la festa perfetta. Ci sono tutti i parenti — nonni, zie, cugini — così come gli amici
cari. La casa è decorata e avete fatto o comperato quella torta speciale per celebrare
l’occasione. Arriva il gran giorno e mettete al bambino un bellissimo abitino nuovo.
Immediatamente lui comincia a dimenarsi nel vestito e a fare un sacco di storie, ma
nella confusione generale voi non cogliete il segnale. Il campanello suona e gli ospiti
1 Per ragioni di praticità si è preferito utilizzare il termine «normale» per indicare i bambini e
le persone che non hanno la sindrome non verbale. (ndt)
PRIMI SEGNALI DI ALLARME 29
arrivano, ovunque le macchine fotografiche scattano e tutti si stanno divertendo
tranne l’ospite d’onore, che è disorientato. A un certo punto — tra l’arrivo del
primo ospite, l’apertura dei regali e la torta con la relativa canzone Tanti auguri a
te! — il bambino crolla. Quella che era partita come agitazione diventa un pianto
dirotto. I parenti dicono: «Oh povero, deve essere stanco, affamato o da cambiare»
e non si rendono conto che il bambino ha bisogno di essere tolto dal caos.
Questi esempi potrebbero non descrivere esattamente l’esperienza con
il vostro bambino, ma potrebbero ricordarvene altri. I genitori si adattano alle
caratteristiche individuali dei loro figli e, se sono poco evidenti, le considerano
parte della personalità del bambino. Tuttavia, man mano che il bambino cresce,
le sue differenze cominciano a manifestarsi più chiaramente.
Ulteriori segnali d’allarme
Cominciate a notare che la varietà di espressioni del viso o di modalità di
interazione del bambino non corrisponde a quella che vi aspettereste da lui. Ma-
gari avete accettato che vostro figlio sia calmo e timido, ma ora sembra esserci
qualcosa di diverso. Mentre i suoi coetanei fanno versi e gorgoglii per attirare
l’attenzione di chiunque, il bambino con SNV è abbastanza passivo.
E poi ci sono anche questi altri piccoli segnali.
– Il bambino sembra non capire il meccanismo di causa ed effetto; per esempio,
il fatto che se si arrampica su qualcosa, c’è la possibilità che cada e si faccia
male. Anche quando cade e si fa male sembra non imparare dall’esperienza,
ma ripete l’azione cascando e facendosi male di nuovo.
– Può avere paure eccessive: della lavatrice, dell’aspirapolvere, della lavastoviglie,
degli animali e del buio.
– I suoi primi tentativi di camminare sono traballanti. Anche se tutti i bambini
sembrano instabili all’inizio, i bambini con SNV sono più goffi e lo sono per un
periodo di tempo più lungo. Spesso i genitori non colgono questa differenza
tra il bambino con SNV e quelli «normali», soprattutto se è il primo figlio.
– Nel salire e scendere le scale, il bambino spesso continua a fare un gradino
alla volta per lungo tempo, oppure preferisce muoversi seduto.
– Con tutta probabilità il bambino odia le sorprese e si spaventa facilmente. Non
si diverte se saltate fuori facendo «Buh!». Mentre generalmente i bambini ridono
contenti, quelli con SNV urlano per la paura.
– Questi bambini reagiscono male ai cambiamenti nella loro routine. Le stesse
cose, sempre le stesse cose non li annoiano. Al bambino con SNV la costanza
dà sicurezza.
CURA DI SÉ 49
Gli abiti
Vestirsi sembra così semplice… sì, forse per noi. Questa è un’altra abilità
di vita che impariamo quasi istintivamente attraverso l’osservazione. Ma l’osser-
vazione non rientra nello stile di apprendimento del bambino con SNV e, come
in altre aree, anche in questo caso dobbiamo insegnargli verbalmente le varie
operazioni passo dopo passo. Vediamo come il tutto può apparire complesso
agli occhi del bambino.
Innanzitutto, non sa con quale ordine infilarsi i vestiti. E comunque, anche
se lo sa, il compito rimane misterioso. Prende le mutandine e le guarda; poi,
stando in piedi, cerca di infilare un piede nel buco della gamba, e subito perde
l’equilibrio.
Avendo scarse abilità di osservazione e di problem solving non verbale,
non si rende conto che il tutto sarebbe più facile se stesse seduto. Dopo prova a
infilarsi la maglietta e non sa proprio da dove incominciare. Frustrato, butta per
terra la maglietta, ha una crisi di nervi e urla: «Non sono capace!». E la giornata
è appena incominciata.
Vestirsi
Dato che questi bambini hanno bisogno di spiegazioni verbali, è bene inse-
gnare loro come vestirsi in maniera molto diretta e sistematica.
Prima di tutto mettete i vestiti sul letto nell’ordine in cui devono essere
indossati. In cima alla pila ci saranno le mutandine, seguite da una maglietta,
quindi i pantaloni, la camicia e le calze. Parleremo delle scarpe dopo. Dite al
bambino di sedersi sul bordo del letto: «Va bene, amore, è ora di vestirsi. Per
primo ci metteremo le mutandine. Siediti sul bordo del letto e metti i piedi nelle
aperture per le gambe delle tue mutandine; vedrai che non perderai l’equilibrio
e non cadrai». Fategli vedere che la parte dietro delle mutandine è più larga di
quella davanti e in questa maniera potrà capire qual è il davanti e quale il dietro.
«Bene, fai passare la gamba destra attraverso il buco a destra e la gamba sinistra
attraverso quello a sinistra. Adesso, prima di tirarti su le mutandine, devi scivolare
giù dal letto in modo che ti possano salire sopra il sederino». Occorre spiegargli
ogni passo con un linguaggio semplice ma molto specifico.
Si passa quindi alla maglietta: «La prossima cosa da fare è metterci la
maglietta. Questa ha quattro buchi. La testa e le braccia devono prima entrare
nel più grande e poi uscire dai più piccoli. Il buco centrale è per la testa mentre
quelli laterali sono per le braccia». Fategli vedere i buchi mentre gli parlate: «Va
bene, adesso mettiamo la maglietta sopra la tua testa, che passa prima attraverso
50 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE
il buco grande e poi esce dal buco centrale. Adesso un braccio uscirà dal buco
laterale e poi anche l’altro farà lo stesso».
Abbiamo fatto solo le mutandine e la maglietta e probabilmente il tutto suona
molto noioso. Tuttavia, suddividere ogni compito in passi semplici e descriverlo
verbalmente nel modo più dettagliato possibile è necessario perché il bambino con
SNV possa imparare. Lo stesso andrà fatto con pantaloni e camicie, descrivendo
verbalmente ogni passo nell’indossare ogni indumento.
Le calze sono un po’ più difficili. La maniera più efficace di insegnare al
bambino come indossarle è mettersi dietro la gamba del bambino, facendoselo
sedere sulle ginocchia oppure accanto a sé e mettendosi una delle sue gambe
sulle proprie, e spiegargli verbalmente cosa si sta facendo.
Scarpe e stringhe
Oh, le scarpe! Anche se in realtà il problema non sono loro: il vero incubo
sono i lacci. Quando il bambino è piccolo è meglio evitare scarpe con le stringhe,
preferendo quelle con il velcro. Fortunatamente questo tipo di scarpe è facile
da trovare anche per bambini più grandi. Un’altra alternativa alle scarpe con
le stringhe sono i sandali: perfetti per l’estate e utilizzabili con le calze anche
nella stagione fredda, potrebbero essere un’ottima soluzione per il bambino
con SNV. Insegnargli a vestirsi sarebbe già abbastanza difficile anche senza
inserire la complicazione di farsi i nodi alle scarpe, ma prima o poi occorrerà
insegnargli anche questo. Per la maggioranza di questi bambini si tratta di
semplice ripetizione: ancora una volta si verbalizza ogni fase, dall’indossare la
scarpa a verificare che il tallone sia entrato bene fino a stringere le stringhe e
annodarle.
Bottoni e cerniere
Maneggiare bottoni e cerniere è estremamente difficile per i bambini con
SNV, per cui cercate il più possibile di evitarle, preferendo pantaloni con l’elastico
in vita, giacche con la chiusura in velcro o comunque degli indumenti che evitino
una complicazione ulteriore al processo di vestirsi. È anche importante ricordare
che l’obiettivo è quello che il bambino cresca sicuro di sé e indipendente, e quanto
più facile gli si rende il percorso verso l’autonomia, tanto meglio si fa il proprio
compito di genitori.
Per il bambino imparare a infilare un bottone in un’asola o a chiudere una
cerniera è più facile se può provare quando non indossa l’indumento. È meglio
dargli dei vestiti su cui possa esercitarsi e insegnargli in questa maniera prima
CURA DI SÉ 51
di chiedergli di provare con i vestiti indosso. I bottoni più grandi sono più facili,
perciò nei limiti del possibile sono da preferire. Per quanto riguarda le cerniere,
può essere utile attaccare una cordicella al tiretto del cursore.
Il momento migliore per insegnare al vostro bambino a vestirsi sono i caldi
mesi estivi in cui si indossano meno capi. Comunque, anche prima di questi, ini-
ziate a verbalizzargli il processo mentre lo state ancora vestendo voi. Per quanto
possa sembrarvi insignificante, non saltate nessun passo, altrimenti il bambino,
quando proverà da solo, si bloccherà proprio in quel punto e non riuscirà ad
andare oltre.
Non sorprendetevi se il bambino non riuscirà a vestirsi da solo prima dei 7-8
anni. E anche allora potrebbe avere bisogno che gli prepariate i vestiti. Lasciategli
inoltre sempre molto tempo per vestirsi: se gli fate fretta andrà in confusione e
probabilmente non riuscirà a portare a termine il compito.
Comprare vestiti simili a quelli dei coetanei
Quando scegliete i vestiti per vostro figlio guardate cosa indossano i suoi
coetanei: anche questo è utile per aiutarlo a essere accettato dai compagni e
non isolato socialmente per il suo aspetto. Inoltre, fra la terza e la quinta classe
primaria, invitatelo a osservare cosa portano gli altri bambini. Indossano un
tipo particolare di scarpe? Sono di moda i jeans a vita bassa o quelli molto
larghi?
Naturalmente è fondamentale che manteniate un certo livello di controllo in
modo da assicurarvi che il bambino sia vestito bene anche secondo i suoi standard.
L’importante, però, è renderlo consapevole di cosa sia accettato dai coetanei e di
cosa venga considerato «fuori moda». Se il bambino non riesce ad acquisire questa
consapevolezza semplicemente osservando i suoi coetanei, proponetegli degli
esempi che lo aiutino a capire. Per quanto possa suonare meschino, può essere
utile indicargli un bambino che a scuola è isolato per il suo aspetto, spiegandogli
che cosa rende quel bambino non accettato. Se possibile, gli si può presentare
l’esempio di qualche personaggio della TV che si veste in maniera non appropriata
e spiegargli che i ragazzini a scuola tendono a essere esclusi per il loro aspetto.
Insegnate a vostro figlio come non avere un aspetto «strano».
La difficoltà e la lentezza dei bambini con SNV nel vestirsi possono creare
ulteriori disagi se a scuola c’è la consuetudine che gli alunni si cambino per fare
ginnastica. In questo caso, chiedete alla scuola di mettere l’ora di ginnastica alla
fine della giornata, così che il bambino non debba passare la giornata scolastica
in vestiti sudati e magari sporchi; se non fosse possibile, considerate l’idea di
richiedere l’esonero.
56 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE
Usare le attività artistiche e i giochi per migliorare le abilità fino-motorie
è una soluzione che permette al bambino di apprendere divertendosi, e questo
è importante non solo perché si esercita senza accorgersi che è un lavoro ma
anche perché, divertendosi, farà più velocemente dei progressi. Evitate di forzarlo
a svolgere attività che sembrano divertenti a voi: devono esserlo per lui, e solo
lui sa quali lo sono.
Per migliorare le abilità fino-motorie, occorre lavorare anche sui principali
gruppi muscolari, potenziando quindi le spalle e i muscoli delle braccia, che a
loro volta aiutano il polso e i movimenti della mano. Per avere movimenti ben
coordinati tutto deve lavorare insieme in modo che nessuna parte del corpo sia
forzata a compensarne un’altra.
Le seguenti sono alcune idee di attività che vostro figlio può fare divertendosi
e migliorando le proprie abilità fino-motorie.
– Appendete dei grandi fogli di carta alla parete di una stanza da lavoro, del garage
o dovunque abbiate spazio e non vi importi del disordine. Date al bambino un
grande pennello, preferibilmente con un manico grosso. Mettete i colori dentro
barattoli che non si possano rovesciare e lasciatelo giocare, incoraggiandolo
a usare l’intero braccio e a fare grandi pennellate.
– Se vostro figlio è piccolo, comprategli i libri che si dipingono con l’acqua:
questi libri sono realizzati con una carta che cambia colore quando viene ba-
gnata, il che permette al bambino di realizzare delle belle immagini senza la
frustrazione di non riuscire a stare dentro i contorni. I contorni degli oggetti,
infatti, sono marcati molto chiaramente, e il bambino può essere incoraggiato
a esercitarsi a stare dentro di essi. È un’ottima attività per promuovere la
sicurezza di sé nei bambini piccoli che, frustrati dalla difficoltà, hanno scoppi
di rabbia.
– Per i bambini che hanno già imparato a stare all’interno dei contorni, il gioco
di colorare gli spazi numerati è perfetto. Il bambino non deve disegnare le
sagome né decidere quale colore usare: i margini sono già tracciati e i colori
da utilizzare indicati dai numeri — lui deve solo colorare gli spazi secondo le
indicazioni. Ci sono diversi livelli di difficoltà così che il bambino crescendo
possa comunque continuare a divertirsi.
– Gli stencil sono un’altra possibilità: in commercio esistono mascherine con
ogni tipo di disegno e forma, con le quali il bambino può tracciare i contorni
e poi riempirli. Potete disegnargli uno sfondo — una stanza o una fattoria
— al quale lui può poi aggiungere le persone, gli animali, i fiori, il sole, ecc.
per completare il disegno.
– Incoraggiate ogni tipo di attività manuale, per le quali sono disponibili, nei
negozi di materiale didattico e giochi educativi, vari kit.
MOTRICITÀ FINE 57
– Proponete esperimenti con vari tipi di materiali da modellare: creta, plastilina,
Das, pasta al sale, ecc. Questi materiali sono disponibili in una varietà di colori
e consistenze diverse e alcune potrebbero divertirlo più di altre. Può fare figure,
sfere o qualsiasi piccolo oggetto. A volte il prodotto finale è molto grazioso.
– I puzzle sono una risorsa formidabile per insegnare la relazione delle parti con
il tutto ed esercitare la motricità fine. Per i bambini molto piccoli, le forme
semplici sono le migliori. Ci sono puzzle per diversi gradi di abilità, dal formato
più elementare a quello molto più complesso, quindi appropriati per una vasta
gamma di età. I bambini più grandi possono realizzare puzzle con molti pezzi e
piuttosto complessi; dovendo scegliere dove mettere ciascun pezzo, sviluppano
anche le abilità di problem solving.
– I pastelli possono essere il materiale meno gradito ai bambini piccoli con SNV,
perché si rompono facilmente, sono sottili e difficili da impugnare e gli errori
non possono essere corretti. Se questo è il caso di vostro figlio, optate per
delle matite colorate che si possano cancellare. Se ama i pastelli ma ha diffi-
coltà a tenerli in mano, ora se ne trovano in commercio alcuni fatti a forma
di goccia, comodi da tenere nel palmo della mano del bambino, più facili da
usare e incredibilmente robusti.
– Il modellismo è un ottimo esercizio per i bambini con SNV. I kit indicano
solitamente il grado di abilità richiesta per assemblarli. I modelli più facili non
richiedono l’uso di colla né implicano la necessità di dipingerli una volta co-
struiti: hanno pezzi grandi e precolorati che si incastrano facilmente. Quelli più
complessi comportano l’uso della colla e una volta completati vanno dipinti;
i pezzi sono più piccoli e in numero maggiore. Se volete che vostro figlio si
cimenti con un modellino complesso, scegliete un soggetto che gli piaccia in
modo particolare. Per esempio, se è un appassionato del Titanic, comprargli
un modello di questa nave potrebbe incoraggiarlo ad affrontare quello che
normalmente gli sembrerebbe troppo difficile.
– Se il bambino ha difficoltà grafo-motorie, potete proporgli di usare un vassoio
di sabbia. Questo materiale è facile da realizzare: basta versare della sabbia
pulita in un teglia da forno con i bordi bassi. Il bambino può far pratica a scri-
vere il suo nome tracciando le lettere nella sabbia. Se sbaglia, può facilmente
cancellare e riprovare.
– Le lettere magnetiche sono un altro ottimo materiale per imparare a leggere
e scrivere. Generalmente gli insegnanti suggeriscono di usare lettere sia maiu-
scole che minuscole, ma voi informatevi presso quelli di vostro figlio riguardo
a cosa stanno facendo in classe, in modo da procedere in parallelo. Anche in
questo caso potete usare una teglia da forno, sulla quale il bambino scriverà
attaccando i magneti; se sbaglia, potrà correggere facilmente spostandoli.
74 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE
Parenti e amici solitamente stentano a comprendere la grande difficoltà che
il bambino con SNV ha a capire l’ambiente, gestire gli stimoli esterni e passare
da un compito all’altro. Creare il giusto ambiente per il vostro bambino non
significa essere iperprotettivi e, anche se questa accusa potrebbe esservi mossa,
per il bambino è fondamentale che lo facciate.
Il bisogno di prevedibilità
Abbiamo già detto che il bambino con SNV odia le sorprese e sta bene
nella routine. Quello che noi consideriamo noioso — ad esempio fare le stesse
cose, nella stessa maniera, tutti i giorni — per lui è rassicurante. Comprendere
il mondo gli è estremamente difficile, e quindi è anche stancante. Ha bisogno di
molta prevedibilità per non arrivare a sera esausto.
Molti di noi conoscono bene gli sbalzi di umore, gli scatti di collera o le crisi
di pianto che i nostri bambini possono avere; quello che forse non sappiamo è
che queste crisi sono direttamente collegate alle nostre aspettative non realistiche
o alla complessità dell’ambiente. Anche se forse un bambino più grande riesce
a gestire l’ambiente per un periodo di tempo più lungo, presto o tardi diventa
troppo anche per lui.
È essenziale ricordare che il bambino con SNV non ha «filtri» per escludere
gli stimoli estranei, per cui tutto gli arriva con la stessa intensità — rumore, luci,
immagini, persone — e si ritrova bombardato di informazioni che non è in grado
di selezionare, scartando quelle irrilevanti e utilizzando quelle utili. Occorre quindi
farlo al posto suo, creando un contesto nel quale riesca effettivamente a funzio-
nare, contesto che può essere molto diverso da quello che vorremmo noi o che
vorrebbero altre persone. Una mia cara amica, Liane Willey, ha trovato una frase
perfetta: «È come se il loro cervello avesse bisogno degli occhiali da sole».
È difficile immaginare come il mondo appaia al bambino con SNV. Poiché
uno degli ambienti più complicati è la scuola, cercheremo di capire che tipo di
esperienza ne fa lui. Prima di tutto, a scuola ci va con l’autobus, dove ci sono
tutti quei posti, nessuna indicazione su quale scegliere e nessun amico a cui stare
vicino. Durante il tragitto ci sono i rumori dell’automezzo e il vociare di decine
di bambini. Bisogna preoccuparsi dei rumori? Sono normali? Di cosa stanno
parlando i bambini? Come mai parlano così forte e si tirano degli oggetti? Quali
sono le regole?
Poi, quando l’autobus arriva a scuola, ancora più caos e centinaia di bambini
che scendono da bus diversi, chiacchierando, urlando e tutti dando l’impressione
di sapere dove andare. Mentre cerca di trovare la strada nella folla di bambini e nel
GESTIRE L’AMBIENTE 75
labirinto di corridoi, l’ansia sale. Finalmente, trovata la sua classe, ripone le sue
cose e si siede al banco. Mentre gli altri bambini entrano e si sistemano, parlando,
gridando e trascinando le sedie sul pavimento, luci e rumore sono fortissimi.
La giornata è appena incominciata ma per il bambino con SNV solo ar-
rivare in classe è stato sfiancante. Quello ipersensibile al rumore sta soffrendo
mentre quello ipersensibile alla luce vorrebbe chiudere gli occhi. Le regole sono
un mistero: così tanti bambini che si comportano male sull’autobus e in classe;
sembrano un branco di animali selvaggi. Poi, quando il rumore scompare di
colpo, lui non capisce che è entrata l’insegnante e che bisogna comportarsi in
maniera diversa.
Il bambino con SNV, esausto, appoggia la testa sul banco e se la copre con
le braccia. L’insegnante pensa che non dorma abbastanza, che non abbia fatto
colazione o che si stia comportando male. Il fatto è che lui è già stanchissimo e
sa che passeranno ancora molte ore prima di poter tornare a casa.
Come se i problemi ambientali e sensoriali non fossero abbastanza, il bam-
bino con SNV non riesce a prevedere quello che succederà. Molti di noi sanno
essere flessibili, perché hanno sviluppato la consapevolezza che «se succede que-
sto, allora si fa quello», che ci permette di gestire i cambiamenti. Generalmente
sappiamo cosa è probabile che accada se si verificano determinate circostanze.
Riusciamo a farlo anche perché ci basiamo sulle nostre esperienze precedenti. I
bambini con SNV hanno difficoltà a generalizzare ciò che apprendono e quindi
non riescono ad applicare le precedenti esperienze alle situazioni nuove che si
presentano. Per loro, quindi, quasi tutte le situazioni sono nuove e non sanno
come affrontarle.
Pensiamo per un momento alle situazioni alle quali ci adattiamo con molta
fatica: la morte di una persona cara, un divorzio, un nuovo lavoro o un trasloco.
Queste situazioni sono traumatiche per noi perché non abbiamo sufficiente espe-
rienza per sviluppare una strategia riguardo a come gestirle. La nostra reazione
potrà essere di vario tipo: ansia, panico, rifiuto o depressione.
Ora torniamo al bambino con SNV:
– non capisce che la situazione che deve affrontare può essere simile a un’espe-
rienza passata;
– non riconoscendo le situazioni simili, non riesce a costruire un repertorio di
esperienze da usare al momento opportuno;
– non riesce a prevedere cosa succederà quando si presenta una nuova situa-
zione.
Visti dunque lo stress creato dall’ambiente e l’incapacità del bambino di
generalizzare e di fare previsioni, non c’è da meravigliarsi che sia costantemente
76 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE
stanco e stressato. Riuscireste a gestire l’equivalente di un divorzio o della morte
di una persona cara ogni giorno? Questo è quello che capita al bambino con SNV
e questo è il motivo per cui dobbiamo dargli più prevedibilità possibile.
È fondamentale da parte nostra semplificare e strutturare l’ambiente in
modo che riesca a trascorrere la giornata senza sfiancarsi. Solo successivamente
potremo insegnargli a identificare le situazioni per lui difficili e delle strategie per
ridurre lo stress. Prima o poi, dovrà vivere da solo ed essere in grado di crearsi
un ambiente adeguato rispetto ai suoi bisogni.
Gestire ambienti multipli
Creare un ambiente appropriato per il bambino con SNV è ancora più
complicato se entrambi i genitori lavorano, perché il bambino, che già ha difficoltà
a gestire ambienti singoli, si ritrova a doverne gestire più di uno. Ciò produce
ulteriore stress sia per lui e che per l’intera famiglia. Un bambino in età prescolare
con entrambi i genitori che lavorano deve gestire due ambienti: la casa e il luogo
dove trascorre le giornate (probabilmente la scuola dell’infanzia). Per un bambino
in età scolare gli ambienti da gestire saranno almeno tre: la scuola, il luogo dove
sta prima e dopo la scuola e casa sua. Se partecipa ad attività nel doposcuola, il
problema è ancora più complesso.
Se siete costretti ad avvalervi di una persona che si prenda cura dei vostri
bambini mentre siete al lavoro, è molto meglio se riuscite a organizzarvi in modo
che questa persona stia con loro in casa; che sia la vostra o quella della baby-sitter
è indifferente. Nella scelta della baby-sitter, scegliete una persona compatibile con
i bisogni del bambino: stesse regole, stesse routine, stesse aspettative, ecc., perché
questo rende più probabile che riesca a gestire il bambino senza troppo stress.
Purtroppo il problema degli ambienti multipli non viene meno con l’età; al
contrario, si complica e si fa più stressante, perché le aspettative aumentano,
l’ambiente diventa più complesso e le capacità del bambino sono sempre più
inadeguate. È per questo motivo che spesso i bambini con SNV hanno grandi
difficoltà nel passaggio alla scuola media: cambiano i compagni e le discipline di
studio, aumenta il numero di insegnanti, ecc. In realtà si tratta di un passaggio
difficile per tutti i bambini, ma per quelli con SNV lo è troppo. Tuttavia, dal
momento che un insegnante o una scuola privata non sono alla portata di tutti,
è necessario aiutarlo a gestire questo tipo di ambiente e limitare, o se possibile
eliminare, la necessità di gestirne altri al di fuori di casa e scuola.
Come insegnare al bambino a conoscere i propri bisogni, a comprendere
cosa lo stanca e a gestire un ambiente complesso come la scuola media? L’ideale
ORGANIZZAZIONE 85
8
Organizzazione
Scoprirete rapidamente che l’ordine è un bisogno prioritario per i bambini
con SNV, mentre la confusione è un problema. Ricordate che, a causa delle sue
difficoltà spaziali, tenderà a inciampare negli oggetti lasciati in giro e a cadere;
inoltre, dato che ha problemi di elaborazione delle immagini visive, è probabile
che non riesca a trovare quello che sta cercando se il suo campo visivo è occu-
pato dal caos.
Organizzazione a casa
I problemi di percezione visiva del bambino gli causano più problemi di quello
che possiamo immaginare. Forse quella descritta di seguito è una situazione che
vi è capitata spesso. Mandate il bambino in camera a prendere le scarpe. Lui
obbedisce ma quando arriva in camera si è già dimenticato cosa deve prendere.
Vi chiama e vi richiede cosa deve fare. Ritorna in camera, dove c’è confusione
di vestiti, giocattoli, ecc. e non riesce a «vedere» le scarpe sul pavimento con
tutto quel caos. Torna indietro senza scarpe, dicendovi che non le ha trovate.
Voi sapete che ci sono, perché le avete viste cinque minuti prima. Adesso andate
insieme in camera a cercare le scarpe. Sono lì dove le avevate viste poco prima.
Vi arrabbiate e gli urlate: «Eccole là, guarda dove sono!». Nel bambino aumenta
l’ansia perché avete alzato la voce. Ancora non le vede e replica: «Dove?». Pur-
troppo la vostra pazienza può essere al limite e rispondete urlando ancora più
forte: «Là, in mezzo alla stanza. Sei cieco?». Il punto è che in questa situazione
86 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE
è come se lui fosse realmente cieco. Non riesce proprio a mettere a fuoco le
scarpe nella confusione che regna sul pavimento.
Ci sono alcune alternative che dovrebbero rivelarsi meno stressanti per
entrambi. Potreste accompagnare il bambino a cercare le scarpe, ma questo
presuppone che stiate con lui: «Fai due passi avanti, fermati, chinati, sposta la
mano verso il letto ed ecco le scarpe». La cosa migliore, però, sarebbe che lui
riuscisse a trovare le scarpe da solo senza aiuti. Condurlo all’autonomia richiede
una grande organizzazione, sia in camera da letto che in tutta la casa. Sicuramente
una buona cosa, ma se generalmente siete disordinati odierete questo capitolo.
Organizzando opportunamente la casa per vostro figlio, ridurrete la fre-
quenza delle sue crisi e lo aiuterete a sviluppare quelle abilità organizzative che
gli serviranno per essere autosufficiente in futuro. La casa rappresenta un mi-
crocosmo e in casa si trovano molti esempi delle difficoltà che il bambino deve
affrontare nel mondo esterno. Fornirgli delle strategie per «funzionare» bene in
casa è importante per aiutarlo ad affrontare il mondo esterno.
Si inizia con l’organizzazione, molta organizzazione, fin da quando il bambino
è piccolo, perché presto non accetterà più cambiamenti. Come abbiamo visto,
questi bambini trovano grande sicurezza nella ripetitività. Quindi iniziate subito
e coinvolgetelo nell’organizzazione della sua camera da letto. Questo capitolo
propone delle idee potenzialmente utili: applicate quelle che fanno al caso vostro
e lasciate perdere le altre.
Riporre le cose
Per questi bambini non è adatto l’uso del cesto per i giocattoli. È molto
comodo per i genitori, perché possono buttarci dentro tutto rapidamente, ma
per il bambino è poi un incubo trovare un gioco. È normale: se non riesce a
trovare le scarpe sul pavimento della camera da letto, come può trovare un gioco
nella confusione del cesto? Dovrà tirare fuori un gioco alla volta fino a quando
troverà quello che sta cercando. È vero che lo fanno tutti i bambini, ma per quelli
con SNV è l’unica maniera di trovare quello che stanno cercando se è insieme
a tanti altri oggetti.
Invece che un unico cesto provate a usare tanti contenitori più piccoli metten-
do insieme le cose simili. Potrebbe essere utile etichettare i contenitori in qualche
maniera: con delle parole o con dei colori in modo che il bambino sappia come
trovare quello che sta cercando. Dei contenitori di plastica trasparente possono
essere molto utili a questo proposito. Mentre organizzate i giocattoli del bambino
fatevi aiutare da lui, chiedendogli di mettere le cose simili nello stesso contenitore.
Ai più piccoli questo è utile anche per iniziare a sviluppare le capacità di identificare
ORGANIZZAZIONE 87
categorie e somiglianze, concetti importanti da sviluppare nei bambini con SNV,
dato che non tendono a pensare spontaneamente per insiemi. Cercate di farlo
divertire mentre dividete i giocattoli. Ricordate che ha scarse abilità organizzative,
quindi siate pazienti mentre impara, altrimenti è probabile che si stufi e rinunci.
Va guidato e aiutato, ma deve fare da solo quello di cui è capace.
Collezioni
La maggior parte dei bambini con SNV, se non tutti, tendono a essere
dei collezionisti naturali. Questo tipo di hobby va incoraggiato, quale che sia la
cosa che il bambino vuole collezionare. Sarà molto ricettivo nell’organizzare i
suoi «tesori» e questo sarà utile perché lo aiuterà a sviluppare le prime abilità
organizzative. Aiutatelo e dategli qualche idea su come procedere. Per esem-
pio, se raccoglie figurine, potete organizzarle in raccoglitori, album o qualsiasi
cosa lo diverta. Spiegategli i vantaggi delle diverse alternative e poi lasciatelo
scegliere. Una volta scelto il tipo di raccoglitore da usare, aiutatelo a organiz-
zare la collezione magari etichettando le diverse cose. Ricordatevi che questo
è un compito difficile per lui, e potrebbe stancarsi in fretta, ma probabilmente
accoglierà di buon grado l’ordine, la struttura e il vostro aiuto. Insegnare subito
degli schemi organizzativi renderà poi più facile al bambino applicarli quando
andrà a scuola.
Scaffali e scatole
La cosa migliore per la camera del bambino è evitare i cassetti e usare scaffali
e scatole. Per qualche capo di abbigliamento, come calze e mutande, probabil-
mente vorrete usare dei cassetti, e va bene, ma per il resto preferite scaffali e
scatole, perché permettono al bambino di vedere quello che sta cercando senza
doversi ricordare in quale cassetto è. Anche se il bambino è piccolo, iniziate
gradatamente a spiegargli dove sono le cose e che ogni cosa ha un posto. Nei
limiti del possibile, evitate le grucce: se proprio occorre appendere qualcosa,
come l’accappatoio, preferite un grosso gancio. Ricordate di mettere sempre le
cose nello stesso posto, altrimenti il bambino difficilmente imparerà a trovarle e
a diventare indipendente.
Organizzare i vestiti
Organizzate i vestiti del bambino nell’ottica che, presto o tardi, sarà lui a
scegliere cosa mettersi. Valutate se sia meglio mettere in un posto tutte le cami-
COMUNICAZIONE 115
informato. Non pensa che siate dei chiaroveggenti, è che semplicemente dà
per scontato che pensiate la stessa cosa. Quindi bisogna insegnargli che le
altre persone, inclusi i genitori, non sanno quello che lui pensa: i suoi pensieri
restano un mistero per gli altri finché lui non ne parla.
Le conseguenze della comunicazione inefficace
Le difficoltà di comunicazione dei bambini con SNV spesso vengono inter-
pretate come scatti di collera, ma in realtà questi bambini non sono «capricciosi»:
hanno un disturbo e «vanno in tilt» quando non ce la fanno più. Vediamo cosa
potrebbe innescare uno scatto d’ira nel doposcuola.
Ogni giorno il bambino va a scuola e capisce poco di cosa dice l’insegnante,
delle regole di comportamento non scritte, delle conversazioni; pranzo e ricreazione
sono un incubo, e non ha amici che possano aiutarlo. Alla fine della giornata,
dopo essere stato preso di mira da alcuni bulli sullo scuolabus, arriva a casa e la
mamma gli chiede: «Come è andata oggi?». La rabbia esplode e il bambino urla
alla madre. Si sente completamente solo e spaventato. Se la madre gli volesse
davvero bene, non lo manderebbe tutti i giorni a soffrire in quella terribile scuola.
La rabbia del bambino aumenta e inizia a gridare alla madre che la odia e che
vorrebbe che fosse morta. Temo che questi episodi, che spesso chiamiamo «crisi»,
vi siano ben noti. Il bambino è stressato da una giornata piena di incomprensioni
e presunte offese, e una domanda apparentemente innocente è la goccia che
fa traboccare il vaso.
Cercare di trovare un significato nel caos
Che fare allora? Prima di tutto occorre capire che questo non è un classi-
co scatto di collera. Poi fate un profondo respiro: non fatevi coinvolgere dalla
rabbia del bambino e non cercate di farlo smettere troppo presto. Anche se ci
sono dei limiti da non superare — non deve dare botte o danneggiare gli oggetti
— lasciategli sfogare la rabbia. Quando si sta calmando, ripercorrete gli eventi
della giornata con lui cercando di capire cosa gli ha dato più fastidio. Dato
che deve continuamente affrontare delle difficoltà sul piano personale, rabbia
e frustrazione saranno purtroppo una compagnia costante. È importante che
vostro figlio sappia cosa gli provoca rabbia, e che voi lo aiutiate a capirlo, per-
ché probabilmente non sarà in grado di fare il collegamento da solo. Se esiste
una soluzione che il bambino realisticamente può gestire da solo, spiegategliela
in modo che la prossima volta possa affrontare meglio il problema. Se invece
116 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE
pensate che non sia in grado di gestire il problema da solo, fatelo voi. Cercate
di non concentrarvi solo sulle cose negative, ma ripercorrete insieme anche le
parti positive della giornata. Un sorriso da un insegnante, o il solo fatto di non
avere avuto problemi particolari, può essere un aspetto piacevole da ricordare.
Usando questo approccio per migliorare le abilità comunicative di vostro figlio,
lo aiutate anche a migliorare le sue abilità di risoluzione dei problemi e, conside-
rando insieme sia le cose positive che quelle negative, lo aiutate a sviluppare una
prospettiva equilibrata che difficilmente svilupperebbe da solo. Per questi bambini
è incredibilmente difficile gestire un ambiente stressante come quello scolastico
per un’intera giornata. La conseguenza è che basta poco per mandarli in crisi.
Una battutina sullo scuolabus può rovinare l’intera giornata. Andare alla radice del
problema e trovare una soluzione con il bambino è molto importante, altrimenti
rischia di non farcela mai. Fategli capire che avete il controllo della situazione,
anche se a lui manca. Il bambino con SNV ha bisogno di continue rassicurazioni
sul fatto che lo capite e lo proteggete.
Indagare
Se il bambino ha spesso crisi quando torna da scuola, dovete investigare un
po’. Più è stressato e frustrato a scuola, più farà fatica con il programma scola-
stico. Dovete capire perché torna sempre a casa stanco e arrabbiato. Ricordate
quello che abbiamo detto all’inizio del capitolo 7: «La cosa più importante che
potete fare per il vostro bambino è creargli l’ambiente giusto». Se questo è vero
per quanto riguarda il contesto di casa, lo è ancor di più per la scuola, perché lì
voi non ci siete e lui è da solo. Sempre nel capitolo settimo abbiamo detto che
esiste una relazione diretta tra le crisi del bambino e le aspettative esagerate che
si hanno su di lui o la complessità dell’ambiente in cui vive. Continue crisi dopo
la scuola possono significare che gli insegnanti o l’ambiente scolastico non vanno
incontro ai bisogni del bambino. Quindi fate gli investigatori e cercate di capire
cosa a scuola non va bene per lui e cercate di farlo modificare.
Riepilogo
Più del 65% della comunicazione si svolge sul piano non verbale ed è
composta dal linguaggio del corpo, dalle espressioni del volto, dai toni di voce
e dall’integrazione di queste componenti con le parole. Oltre ad avere difficoltà
con gli aspetti non verbali della comunicazione, il bambino con SNV ha bisogno
di imparare i molteplici significati delle parole, a capire se una persona si sta
126 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE
il linguaggio deve essere semplice: «Con la mamma e il papà puoi sederti sulle
ginocchia, ma quando abbiamo visite non puoi sederti sulle gambe degli ospiti:
devi sederti su una sedia». Il bambino piccolo può anche esagerare con abbracci
e baci agli amici, e per questo occorre insegnargli la necessità di dare agli amici
il giusto spazio. Potreste usare la regola del braccio: non deve avvicinarsi a più
di un braccio a chi non è un componente della famiglia.
I gruppi di abilità sociali guidati da un educatore/insegnante sono un’ottima
risorsa per i bambini con SNV di tutte le età. Al riguardo potete informarvi a
scuola per vedere se questo tipo di attività è disponibile.
Le regole dell’etichetta
Nei bambini più grandi, le difficoltà a regolare le distanze possono riguar-
dare, oltre al piano fisico, anche altre aree. Vediamo cosa potrebbe succedere.
Vostro figlio telefona a un amico che non può venire all’apparecchio. La madre
del suo amico gli dice che lo farà richiamare poco dopo. Passano cinque o dieci
minuti e, non ricevendo la chiamata, ritelefona lui. A questa potrebbero seguire
altre telefonate finché la madre dell’amico perde la pazienza o l’amico viene al
telefono. Il bambino con SNV ha dato fastidio al suo amico e a sua madre con
le sue continue chiamate, senza rendersene conto, perché non sa che c’è una
regola non scritta secondo cui deve aspettare che l’amico ritelefoni ed è antipa-
tico insistere richiamando continuamente. Occorre quindi insegnargli le regole
dell’etichetta; per quanto riguarda il telefono, queste potrebbero essere:
– non telefonare prima delle 9 del mattino;
– non telefonare tra le 7 e le 9 di sera (quando le famiglie mangiano);
– non richiamare se non sono passate almeno tre ore dal tentativo precedente;
– non telefonare dopo le 9.30 di sera;
– non fare chiamate interurbane senza permesso.
Le regole del telefono, come tutte le altre, dovrebbero essere adeguate
all’età e allo stile di vita. In ogni caso, quali che siano, il bambino deve esserne
informato, così come deve essere informato delle conseguenze del violarle.
Molti bambini sembrano apprendere le regole dell’etichetta senza specifiche
istruzioni, ma ciò non accade a quelli con SNV. Potrebbe essere utile comprare
un libro sul «galateo» e usarlo tutte le volte che una situazione richiede di capire
le norme sociali opportune. Per esempio, quando è appropriato fare un regalo
e qual è una maniera educata di ricevere un regalo, specialmente uno che non
piace? Il bambino deve capire perché è carino portare un ricordino ai suoi amici
quando torna da un viaggio.
ABILITÀ SOCIALI 127
Utilizzare un libro sulle buone maniere ha anche un altro vantaggio. Poiché
i bambini con SNV tendono a credere a tutto quello che leggono, questo può
giocare a vostro favore. Vostro figlio potrebbe pensare che è molto divertente
infilarsi una cannuccia nel naso mentre siete al ristorante, ma se gli fate leggere
cosa ne dice il galateo e ne parlate con lui potreste avere dei buoni risultati. Per
questo libro, preferite un’opera che presenti l’etichetta in una maniera divertente
sia per i bambini che per gli adolescenti.
Il buonsenso sociale
Il bambino SNV avrà bisogno di istruzioni specifiche sulle regole sociali che
governano varie relazioni: ad esempio, quello che può dire a casa potrebbe non
essere appropriato da dire a persone al di fuori del nucleo familiare. Deve anche
acquisire il buonsenso sociale connesso alle diverse situazioni; ad esempio, un’inte-
razione con un amico è diversa da quella con un insegnante, perché ci si aspetta che
i bambini trattino gli insegnanti con rispetto. Non sarebbe corretto per il bambino
con SNV dare una pacca sulla spalla all’insegnante come ha visto fare tra due suoi
amici poco prima. Un’azione di questo tipo potrebbe procurargli una punizione.
Cercate di evitare il più possibile questi equivoci dando a vostro figlio delle linee
guida o delle regole esplicite da seguire quando interagisce con persone diverse.
L’abito fa il monaco
Una volta raggiunta l’adolescenza, il bambino con SNV deve conoscere
cosa esprimono le persone attraverso il loro aspetto. Come tutto il resto, anche
questo richiederà un insegnamento specifico. Fategli notare cosa indossano i
suoi amici e l’immagine che presentano. Informatevi sui vari gruppi che ci sono
nella scuola di vostro figlio e vedete qual è la loro «uniforme». Assicuratevi che
comprenda che, giusto o sbagliato, i suoi coetanei e i suoi insegnanti lo giudiche-
ranno, almeno all’inizio, anche in base al suo aspetto e spiegategli il significato
di «prima impressione».
Nel capitolo precedente abbiamo visto come guardare la gente sia una stra-
tegia efficace per insegnare le espressioni del volto e il linguaggio del corpo; lo è
anche per insegnare come l’aspetto esteriore parli di noi. Insegnate al bambino
qual è un aspetto socialmente accettabile e aiutatelo a scegliere un guardaroba
che non rischi di isolarlo.
Vogliamo che i nostri bambini raggiungano un buon livello di competenza
sociale e di accettazione. Le abilità sociali sono comportamenti specifici e da
impararsi singolarmente. Tuttavia, la competenza sociale è la fluida e sequenziale
FRONTEGGIARE I CAMBIAMENTI 147
Vacanze
Per la maggior parte delle persone le vacanze sono un momento di diver-
timento e di svago, ma per il bambino con SNV può non essere così. Ricordate
che le vacanze spesso implicano cambiamenti nelle routine e nuove esperienze.
Per quanto riguarda le vacanze, due delle esperienze più stressanti sono i viaggi
di famiglia e le colonie estive.
Riguardo ai primi, mantenete per quanto possibile una continuità. Ad
esempio, se vi piace il lago o il mare, cercate di affittare tutti gli anni la stessa
casa. Questo darà un senso di sicurezza al bambino con SNV, che ritornando
spesso nello stesso luogo potrà acquisire familiarità con esso e avrà una discreta
conoscenza di quello che può aspettarsi. Portate con voi oggetti di casa come la
sua coperta, il cuscino o qualsiasi altra cosa che gli dia conforto.
Se preferite cambiare meta ogni volta, considerate la possibilità di soggior-
nare sempre in alberghi della stessa catena; in questo modo vostro figlio si sentirà
comunque un po’ rassicurato nel trovare alcuni particolari uguali.
Un altro vantaggio di stare nella stessa casa o nella stessa catena di alberghi
da un anno all’altro è che vostro figlio riuscirà a essere più autonomo. Se siete in
albergo e vostro figlio è grande abbastanza, dategli la chiave e semplici compiti
come prendervi un gelato o una bibita. Queste piccole cose gli daranno un senso
di indipendenza e di autorealizzazione.
Se state valutando la possibilità di mandarlo in colonia, assicuratevi che
possa essere per lui un’esperienza utile e gioiosa. Noi genitori tendiamo a pen-
sare che la colonia estiva sia una grande avventura per i nostri bambini e che si
divertiranno, ma questo non sempre è vero, specie per i bambini con SNV. Anche
se generalmente nelle colonie le attività giornaliere sono strutturate e supervisio-
nate, ci sono anche molti momenti liberi e caotici, nei quali le richieste sul piano
sociale e la confusione potrebbero essere opprimenti per vostro figlio. Visitate
la colonia con molto anticipo, parlate dei bisogni di vostro figlio con il direttore
e assicuratevi che siano in grado di aiutarlo. Accompagnate il bambino a visitare
la colonia prima che inizi, in modo che cominci ad acquisire familiarità con il
luogo e il personale. Quando è là, rassicuratelo garantendogli che, se dovesse
avere delle difficoltà, può chiamarvi e lo andrete a prendere.
Una scelta migliore può essere quella di optare per una colonia estiva
aperta a bambini con disturbi dello sviluppo; generalmente, queste offrono
una maggiore strutturazione delle attività e un maggior numero di operatori (in
genere un adulto ogni 2-3 bambini), peraltro preparati: spesso sono insegnanti
con esperienza o studenti universitari che si stanno specializzando in questo
tipo di problemi.
148 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE
Un’ultima considerazione riguardo alle vacanze è quella di riflettere sul fatto
che il bambino può aver bisogno di quel tempo per ricaricare le batterie, perciò è
possibile che insista affinché, durante le vacanze, non si faccia niente; potrebbe
avere ragione. La scuola è incredibilmente stressante per lui e una settimana
tranquilla durante le vacanze, o anche un’intera estate senza pretese, può essere
esattamente ciò di cui ha bisogno. Spesso siamo convinti che i nostri bambini
debbano fare qualcosa di speciale nel loro tempo, ma per il bambino con SNV
«speciale» può voler dire semplicemente riposo.
Traslochi e trasferimenti
Il cambiamento probabilmente più difficile da fronteggiare per un bambino
in età scolare è quello di casa o, ancora peggio, di città. Se dovete annunciargli
un trasloco/trasferimento, aspettatevi i fuochi d’artificio, perché stanno per
arrivare: probabilmente continuerà a urlare, sbraitare e accusarvi dal momento
dell’annuncio fino a ben dopo che vi sarete sistemati nella nuova casa. Molti
bambini fanno fatica a adattarsi ai trasferimenti, ma un bambino con SNV
probabilmente reagirà in modo estremo. Considerando le sue enormi difficoltà
a comprendere il mondo che lo circonda, non c’è da meravigliarsi: la sua sicu-
rezza, probabilmente l’unico posto in cui si sente sicuro, gli sta venendo meno.
Se il trasloco è assolutamente necessario, programmatelo per i mesi estivi in cui
non va a scuola. È impensabile che riesca a gestire le richieste della scuola e un
trasloco allo stesso tempo. Anche se non avete altra scelta, cercate di capire le
difficoltà del bambino e le sue reazioni.
Se il solo trasloco in un’altra casa sarà difficile, il trasferimento in un’altra
città sarà traumatico. Pensiamo anche soltanto ad alcune delle novità alle quali
si dovrà adattare:
– nuova casa;
– nuove abitudini;
– nuovi vicini;
– nuovo medico di famiglia;
– nuovo dentista;
– nuova scuola;
– nuovi insegnanti;
– nuovo autista dell’autobus;
– nuovi bambini.
Date le sue forti difficoltà a gestire i cambiamenti, è evidente perché la sua
reazione a un trasferimento possa essere così drammatica. Dovrete investire
IL PROFILO DELLO STUDENTE CON SNV 163
15
Il profilo dello studente con SNV
In questo capitolo viene descritto il profilo dell’alunno con SNV in tre
diverse fasce d’età: scuola dell’infanzia e primi anni di quella primaria, ultimi
anni di scuola primaria, scuola secondaria di primo grado. Se un bambino
non ha ancora ricevuto la diagnosi, questo profilo può aiutare gli insegnanti a
capire se sia il caso di sottoporlo a una valutazione specifica. Se la diagnosi è
stata posta, sarà utile a genitori e insegnanti per comprendere gli effetti che
il disturbo ha sul bambino nel contesto scolastico in ciascuno dei tre periodi
evolutivi indicati sopra.
L’ideale sarebbe che la SNV venisse riconosciuta quando il bambino è molto
piccolo. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, la diagnosi viene posta più tardi,
quando ha già iniziato la scuola, verso gli 8 anni o oltre. Vi sono tuttavia alcuni
segnali che potrebbero denotare precocemente la presenza di questo disturbo.
Spesso genitori e insegnanti notano le difficoltà del bambino, ma confidano che
si risolveranno col tempo. È fondamentale che gli insegnanti conoscano il profilo
dell’alunno con SNV, al fine di poterlo individuare e valutare specificamente.
Prima viene posta la diagnosi e prima si potrà intervenire, migliori saranno gli
esiti a lungo termine per il bambino.
Scuola dell’infanzia e primi anni della primaria
A volte, gli insegnanti di questi bambini, per quanto li conoscano ormai da
anni, non possiedono le informazioni necessarie per comprendere i sintomi che
164 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE
manifestano. Di seguito vengono descritte alcune caratteristiche generalmente
presenti negli alunni con SNV di età compresa fra i 5 e gli 8 anni.
Bisogno di strutturazione, prevedibilità e guida
Questi bambini hanno un forte bisogno di regole e possono perciò preoccu-
parsi particolarmente a questo riguardo, domandando continuamente chiarimenti
o dicendo che non le capiscono.
Accade spesso che non sappiano cosa fare, perciò osservano i compagni o
guardano il loro quaderno per capire come procedere. L’alunno con SNV tende a
non chiedere informazioni direttamente all’insegnante, preferendo generalmente
rivolgersi a un compagno; se non ottiene i chiarimenti di cui ha bisogno, è facile
che vada in ansia.
Si trova in difficoltà nelle situazioni poco strutturate: non è in grado di in-
tuire cosa ci si aspetta da lui e in generale gestisce male l’incertezza, diventando
ansioso o manifestando comportamenti immaturi e/o inappropriati.
La mensa può essere un luogo particolarmente difficile da affrontare: spesso
ha bisogno di aiuto per prendere il cibo e le bevande, soprattutto se deve utiliz-
zare il denaro, se ci sono più alternative tra cui scegliere o se deve fare la fila. Si
noterà che il bambino mangia sempre le stesse cose: le persone con SNV amano
la monotonia. Stare a tavola con i compagni è difficile per lui, perché richiede
di interagire socialmente.
Ha scarse abilità di autonomia e, rispetto ai compagni, ha un maggiore
bisogno di aiuto — nell’immediato e nel tempo — nel togliere e mettere la giacca
o la maglia, nell’abbottonarsi o tirare su/giù le cerniere, nell’allacciarsi le scarpe;
riguardo a quest’ultima abilità, in particolare, è probabile che non la acquisisca
pienamente prima della quarta/quinta classe della scuola primaria.
Abilità motorie
Quasi sempre l’alunno con SNV ha difficoltà nelle attività artistiche: a restare
dentro i contorni quando colora, a maneggiare i pennelli, a usare le forbici, a infi-
lare perline. Avendo problemi a livello sensoriale, potrebbe rifiutarsi di dipingere
con le dita. In ogni caso, una volta completati, i suoi lavori sembrano prodotti
da un bambino più piccolo.
Evidenzia inoltre difficoltà in altre attività che richiedono una buona compe-
tenza fino-motoria, come impugnare correttamente gli strumenti di scrittura ed
esercitare la pressione corretta, scrivere sulle righe e dentro i margini, per cui la
sua grafia appare immatura. Similmente, tende a schiacciare troppo sia quando
IL PROFILO DELLO STUDENTE CON SNV 165
scrive che quando cancella, spesso strappando il foglio. Date queste difficoltà, è
probabile che sviluppi un’avversione per la scrittura manuale.
Inoltre, l’alunno con SNV è generalmente goffo, cosa che si evidenzia
soprattutto durante le lezioni di educazione motoria. Può avere un’andatura
insolita, che gli impedisce di correre con grazia, e difficoltà a saltare, saltellare
e arrampicarsi. Incapace di comprendere le regole, può sentirsi completamente
perso negli sport di squadra.
Abilità comunicative e sociali
Le abilità verbali del bambino con SNV appaiono immediatamente evidenti
agli adulti: ha un vocabolario ricco e spesso parla come un piccolo adulto.
Poiché questo suo modo di parlare può infastidire i compagni, è possibile che
il bambino preferisca interagire con gli insegnanti anziché con i pari, perché
si sente più a suo agio e perché gli adulti sono solitamente più prevedibili dei
bambini.
L’alunno con SNV fraintende sistematicamente quanto gli viene detto: le
istruzioni dell’insegnante come le parole dei compagni. Ad esempio, può dire
che un bambino gli ha detto cose cattive, quando magari il compagno intendeva
tutt’altro. È probabile che questi equivoci costituiscano un problema cronico.
Il bambino con SNV è goffo nelle situazioni sociali, ma non per questo evita
sempre di interagire con gli altri. Quando i suoi compagni entrano in classe al
mattino, chiacchierando mentre sistemano le loro cose, sembra che quello con
SNV non se ne accorga: entra, va al suo posto, tira fuori le sue cose e aspetta
in silenzio che inizi la lezione. Se decide di interagire con uno o più compagni,
generalmente i suoi approcci sono inappropriati, immaturi o intempestivi.
Spesso la ricreazione è un momento particolamente difficile, perché le ri-
chieste sociali possono essere opprimenti per lui. La sua incapacità di mantenere
una reciprocità sociale diventa evidente: non cede l’altalena quando è finito il
suo turno, non restituisce la palla con cui stanno giocando i suoi compagni. Nel
corso del tempo, i pari possono rifiutarlo, per cui il bambino con SNV rimane in
disparte, da solo, e a volte si rifiuta di fare la ricreazione.
Comportamento
Il bambino con SNV ha generalmente una voglia di imparare che lo distingue
dagli altri alunni, prende molto sul serio le attività scolastiche e di fatto può essere
un perfezionista. A volte preferisce stare tutto il tempo in classe anziché partecipare
alle attività sociali, come la ricreazione, che sono troppo difficili per lui.
166 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE
Quando va in ansia, non è facile rassicurarlo e farlo calmare. Molte volte
deve essere condotto fuori dalla classe in modo che possa riprendersi in un luogo
tranquillo, con l’aiuto di un adulto.
L’alunno con SNV dà il meglio di sé nei contesti strutturati, come le lezioni
alla scuola primaria, mentre si trova in difficoltà in quelli meno strutturati, come
i laboratori. Talvolta, se gli insegnanti che tengono le lezioni tradizionali e quelli
che conducono i laboratori sono diversi, possono sorgere dei fraintendimenti,
poiché i primi spesso non rilevano problemi comportamentali, dato che l’am-
biente è adeguato alle caratteristiche dell’alunno con SNV (anzi, a loro il suo
comportamento può apparire molto migliore di quello dei compagni), mentre i
secondi ne riscontrano molti, dato che il bambino ha difficoltà ad affrontare le
situazioni non strutturate.
Abilità visuospaziali e organizzative
L’alunno con SNV può avere notevoli difficoltà a copiare dalla lavagna o
da un libro e fare errori che possono sembrare di distrazione, ma che in realtà
sono dovuti ai suoi deficit di elaborazione visiva.
Nella maggior parte dei casi, ha problemi spaziali significativi e si perde
facilmente. Ha difficoltà a spostarsi all’interno della scuola, a ricordare il percorso
per raggiungere la propria classe, l’uscita, le toilette, ed è meglio evitare di asse-
gnargli l’incarico di capofila. Durante le gite di istruzione, è importante tenerlo
d’occhio affinché non si allontani troppo dal gruppo.
Spesso ha difficoltà a comprendere i concetti temporali, come l’ora, i giorni
della settimana, e il numero di giorni in ogni mese, di mesi nell’anno, di giorni
nell’anno, ecc.
Generalmente le sue abilità organizzative sono molto scarse e il suo banco
può essere il più disordinato della classe. Dimentica di consegnare i compiti alla
scadenza fissata e tende a perdere le cose.
Altre abilità
Sebbene il bambino con SNV possa essere intelligente, generalmente impiega
molto tempo a completare i compiti e a rispettare i tempi dati.
I deficit nelle aree visiva e tattile possono indurre alla conclusione erronea che
abbia un disturbo da deficit dell’attenzione con o senza iperattività, e questo perché
nei primi anni di scuola buona parte dell’insegnamento e dell’apprendimento si
basa sui canali visivo e tattile e il bambino con SNV fatica a seguire le attività a
causa delle sue incapacità in una — o entrambe — di queste modalità.
STRATEGIE DIDATTICHE 181
17
Strategie didattiche
ChiunqueabbialavoratoastrettocontattoconunbambinoconSNVavrànotato
che è spesso confuso, disorientato, ansioso. Ha enormi difficoltà a comprendere
il mondo che lo circonda e, per quanto desideri fortemente essere all’altezza delle
aspettative degli altri, non riesce a comprendere quali sono queste aspettative, e
cosa fare per soddisfarle. L’alunno con SNV è spesso un perfezionista, general-
mente perché non coglie le sfumature. A differenze di molti altri bambini, che fanno
il minimo sufficiente, questo si impegna al 100% in ogni compito. Considerato
quanto gli costa, è straziante vedere come si sforzi, come ce la metta tutta e non
riesca ugualmente a dare il meglio. Merita perciò un tipo di insegnamento che gli
permetta di apprendere, dimostrare le sue capacità e avere successo.
In questo capitolo sono descritte le strategie didattiche adatte agli studenti
con SNV di ogni età.
Stile di apprendimento
Avendo uno stile di apprendimento generalmente concreto e letterale, lo
studente con SNV ha bisogno di indicazioni molto precise per funzionare in
maniera adeguata nell’ambiente scolastico. Il suo successo dipende dalla qua-
lità delle informazioni e delle istruzioni che riceve. Quando si lavora con lui, è
fondamentale esprimersi in maniera precisa ed esplicita. Per quanto riguarda
le aspettative rispetto ai compiti, due strumenti molto utili per chiarirle senza
possibilità di equivoco sono le griglie e i modelli.
182 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE
Le griglie di autovalutazione
La griglia è uno strumento di autovalutazione che elenca i criteri da rispettare
nello svolgimento di un compito, cioè le cose importanti da fare. È molto utile per
gli studenti con SNV e andrebbe utilizzato il prima possibile e successivamente
usato sistematicamente. Una griglia di autovalutazione di una composizione scritta,
ad esempio, potrebbe indicare che il compito verrà valutato in base all’efficacia
del testo rispetto agli obiettivi che si propone, all’organizzazione del testo, ai
dettagli inseriti e alle meccaniche di scrittura. Di norma, inoltre, tale strumento
contiene anche una scala di punteggi corrispondenti ai diversi livelli di qualità
dei vari aspetti del compito; ad esempio, per quanto riguarda le meccaniche di
scrittura, tali criteri potrebbero definire il livello minimo di prestazione (molti
errori di grammatica, punteggiatura e ortografia) e quello massimo (uso sempre
accurato della grammatica, della punteggiatura e dell’ortografia). Le griglie di
autovalutazione tolgono l’alone di mistero che avvolge, agli occhi dello studente
con SNV, le aspettative dell’insegnante ed è per questo che sono tanto utili per
questi alunni che hanno bisogno di istruzioni molto specifiche. Naturalmente,
sarà necessario insegnare come utilizzarle.
I modelli
Un modello è semplicemente un esempio di compito svolto ed è utile per
mostrare allo studente con SNV come deve essere, alla fine, una composizione
scritta, una ricerca, ecc. È opportuno fornire più modelli per ogni compito, in
modo che lo studente comprenda bene la differenza tra un compito svolto male,
discretamente o in modo eccellente. I modelli sono efficaci soprattutto se vengono
utilizzati insieme alle griglie di autovalutazione. Riprendendo l’esempio della com-
posizione scritta proposto sopra, si potrebbero fornire allo studente con SNV dei
modelli che gli mostrino i diversi gradi di qualità di svolgimento del compito.
Insegnamento unimodale
Essendo incapace di elaborare informazioni recepite simultaneamente at-
traverso canali diversi, lo studente con SNV apprende generalmente in maniera
unimodale: mentre gli altri traggono vantaggio da un insegnamento multimodale
— in cui, ad esempio, si forniscono contemporaneamente istruzioni verbali e
dimostrazioni pratiche — è molto probabile che esso non agevoli lo studente con
SNV, che non riuscirà a elaborare le informazioni verbali o quelle visive. Questo
è vero soprattutto nel caso dei bambini. È molto più opportuno fornire prima
STRATEGIE DIDATTICHE 183
la spiegazione verbale e fare poi la dimostrazione, ricordando sempre che le
strategie visive e tattili solitamente non si addicono allo stile cognitivo di questi
alunni e che è quindi preferibile privilegiare la modalità verbale.
Oltre che confuso, lo studente con SNV può apparire distratto o trasognato;
questo accade perché, per concentrarsi, ha bisogno di evitare il contatto ocula-
re. Tale comportamento si rileva più frequentemente nella scuola secondaria di
primo e secondo grado, quando lo studente con SNV è ormai consapevole di
non riuscire ad ascoltare e osservare contemporaneamente, perciò, per ascoltare
l’insegnante ed elaborare quanto sta dicendo, ha bisogno di guardare fuori dalla
finestra o tenere gli occhi abbassati sul banco.
Purtroppo per l’insegnante, lo studente con SNV generalmente non dà i se-
gnali tipici di partecipazione alla lezione, come tenere lo sguardo fisso sul docente,
sorridere quando si stabilisce il contatto oculare, annuire per esprimere che ha
capito o che è d’accordo con quanto si sta dicendo. Tuttavia, l’assenza di questi
segnali, benché possa essere frustrante per il docente, non significa che l’alunno
con SNV non stia imparando. Essendo una diretta conseguenza del disturbo del
ragazzo, non ha senso tentare di modificare questi aspetti; piuttosto, è meglio che
l’insegnante utilizzi altre modalità per stabilire se lo studente con SNV è attento e
sta imparando, possibilmente concordandole con lui. Trovare insieme un segnale
per comunicare è molto utile anche perché generalmente lo studente con SNV
non ama attirare l’attenzione e ha difficoltà a organizzare i propri pensieri, per
cui evita di alzare la mano quando non ha capito o ha bisogno di aiuto. Il segnale
concordato lo aiuterà a esprimere i suoi bisogni senza creargli disagio.
È importante evitare tutto ciò che può ostacolare l’ascolto della lezione da
parte dello studente con SNV; ad esempio, non gli va mai richiesto di scrivere o
fare qualcos’altro mentre l’insegnante spiega. Ciò significa che lo studente con
SNV non è in grado di prendere appunti; è meglio fornirgli una sintesi della le-
zione prima di iniziare la spiegazione, così che il ragazzo sia in grado di seguire
e di evidenziare le informazioni che il docente sottolinea come importanti senza
che ciò influisca negativamente sulla sua attenzione uditiva. L’unica eccezione
a questa regola generale la si può fare nel caso di uno studente con SNV della
scuola secondaria superiore che dimostri chiaramente di essere in grado di
prendere appunti senza che questo comprometta l’ascolto dell’insegnante e la
comprensione.
Apprendimento meccanico e apprendimento significativo
Lo studente con SNV ha notevoli abilità di memoria meccanica, soprattutto
per il materiale presentato verbalmente. Di conseguenza, memorizza piuttosto
ARITMETICA E MATEMATICA 215
20
Aritmetica e matematica
Nella maggior parte dei casi, lo studente con SNV ha difficoltà con almeno
alcuni aspetti dell’aritmetica e della matematica, difficoltà che dipendono da
varie cause connesse alla SNV: le scarse abilità fino-motorie gli impediscono
di tracciare agevolmente i numeri e allinearli/incolonnarli; i deficit nelle capa-
cità di elaborazione e di organizzazione visiva gli rendono difficile riconoscere
i simboli matematici delle diverse operazioni e identificare i numeri sui quali
operare nei vari momenti; la necessità di applicare alternativamente differenti
abilità di base nell’esecuzione di compiti come la moltiplicazione e la divisione
complica ulteriormente l’attività. Andando avanti negli anni di scuola, via via
che la matematica diventa più astratta, lo studente con SNV non riesce più a
compensare i suoi deficit.
Molti alunni con SNV imparano i fatti aritmetici e le abilità matematiche di
base senza particolari problemi, perché hanno ottime abilità di memoria mecca-
nica. Tuttavia, quando le richieste si fanno più complesse — generalmente negli
ultimi anni di scuola primaria — e i concetti matematici proposti implicano l’uso
di abilità visuospaziali, che sono proprio quelle in cui lo studente con SNV ha i
maggiori deficit, si rendono necessari interventi specifici, un insegnamento uno
a uno e strategie individualizzate.
Il più delle volte lo studente con SNV apprende attraverso un unico canale,
il che significa che, a differenza di altri studenti, non è avvantaggiato da una
presentazione del materiale che si avvalga contemporaneamente delle modalità
uditiva e visiva. Nel suo caso, è importante prima spiegare verbalmente, e nel
dettaglio, il concetto e poi illustrarlo alla lavagna.
216 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE
I libri di testo di matematica sono quasi sempre un ostacolo anziché un
aiuto, perché la maggior parte di quelli odierni si basano ampiamente sul canale
visivo e quindi risultano distraenti per lo studente con SNV. Per lui, i testi più
indicati sono quelli in bianco e nero, preferibilmente con schede sulle quali possa
scrivere direttamente.
Lo studente con SNV non dovrebbe mai essere invitato a indovinare quale
può essere la risposta. Sebbene questa sia un’abitudine piuttosto diffusa nell’inse-
gnamento dell’aritmetica e della matematica, presuppone che l’alunno consideri
tutte le variabili in gioco e dia poi una risposta realistica. Il bambino con SNV, se
viene invitato a indovinare la risposta, non capisce perché debba farlo e, data la
situazione, con ogni probabilità darà una risposta del tutto improbabile. E a questo
punto molte volte viene rimproverato, nella convinzione che abbia voluto fare il
pagliaccio, mentre invece ha fatto esattamente quello che gli è stato richiesto,
cioè tirare a indovinare.
L’alunno con SNV ha enormi difficoltà ad apprendere i concetti temporali
e, di conseguenza, anche a risolvere i problemi matematici che li coinvolgono.
Presto o tardi impara a leggere l’orologio con le lancette, ma per molto tempo
avrà bisogno di quelli digitali. Quando arriva a comprendere il tempo (solitamente
più tardi rispetto ai compagni) è utile insegnargli concetti come quelli di tempo
trascorso, attraverso esercizi semplici ed espliciti.
Gli arrotondamenti, le stime e il valore posizionale delle cifre sono molto
complessi per lui ed è necessario insegnarli con un approccio individualizzato.
In questo capitolo ci occuperemo principalmente di strategie didattiche
specifiche per l’insegnamento delle abilità aritmetiche di base, la moltiplicazione,
la divisione e i problemi verbali, oltreché l’algebra, la geometria e la matematica
avanzata.
Abilità aritmetiche di base
Il primo problema da affrontare è l’incapacità del bambino con SNV di trac-
ciare i numeri in modo chiaro e corretto. Bisogna evitare di chiedergli di copiare
dalla lavagna o dal libro, perché copiare richiede forti abilità di organizzazione e
discriminazione visiva, che l’alunno non ha, per cui è molto probabile che com-
metta degli errori. Data questa sua difficoltà, è meglio fornirgli i problemi su un
foglio con spazio sufficiente al loro svolgimento.
Per aiutarlo ad allineare e incolonnare, i problemi andrebbero presentati e
svolti su carta millimetrata, perlomeno inizialmente, perché i normali quadretti
possono non essere sufficienti per lui. Man mano che le sue abilità grafomotorie,
ARITMETICA E MATEMATICA 217
di discriminazione visiva e di scrittura migliorano — se migliorano —, si può
passare ai quadretti. L’uso della carta millimetrata evita che questi suoi deficit
gli impediscano di concentrarsi sull’attività vera e propria, che è il lavoro sulle
abilità matematiche.
Al bambino piccolo, le operazioni vanno presentate una per volta, su fogli
diversi. Successivamente, si può aumentare il numero di operazioni su ogni foglio,
ma è sempre opportuno che siano tutte dello stesso tipo al fine di compensare la
sua difficoltà nell’identificare i simboli matematici: su un foglio le addizioni, su un
altro le divisioni, ecc. In ogni caso, sul foglio non si dovrebbero mai presentare più
di 8-10 operazioni; le schede di ripasso che ne contengono di più (in alcuni libri
ce ne sono anche 50-100 per pagina) sono assolutamente inadatte per questo
studente. Un esempio di presentazione inappropriata di un compito è presentato
nella figura 20.1; nella 20.2 si mostra invece una presentazione adeguata.
2 + 2 = 3 + 9 = 6 + 9 = 3 + 8 =
3 + 5 = 4 + 7 = 5 + 1 = 6 + 7 =
7 + 2 = 3 + 4 = 6 + 7 = 4 + 8 =
6 + 6 = 4 + 5 = 5 + 8 = 7 + 4 =
9 + 1 = 8 + 7 = 8 + 1 = 1 + 5 =
7 + 1 = 8 + 5 = 5 + 5 = 3 + 4 =
9 + 5 = 5 + 5 = 6 + 3 = 4 + 9 =
5 + 3 = 7 + 7 = 4 + 2 = 5 + 4 =
7 + 5 = 6 + 4 = 5 + 7 = 3 + 9 =
8 + 6 = 8 + 2 = 2 + 9 = 7 + 8 =
3 + 3 = 2 + 8 = 7 + 9 = 8 + 8 =
6 + 5 = 5 + 9 = 6 + 5 = 6 + 8 =
4 + 9 = 4 + 1 = 6 + 1 = 7 + 8 =
4 + 4 = 8 + 9 = 5 + 2 = 3 + 6 =
8 + 3 = 6 + 2 = 3 + 7 = 4 + 8 =
2 + 2 = 3 + 9 = 7 + 2 = 3 + 4 = 9 + 1 =
8 + 7 = 8 + 3 = 5 + 5 = 5 + 3 = 6 + 4 =
Fig. 20.1 Presentazione inadeguata: 60 operazioni per pagina.
Fig. 20.2 Presentazione adeguata: 10 operazioni per pagina.
SCRITTURA E PRODUZIONE DEL TESTO 241
22
Scrittura e produzione del testo
Gli alunni con SNV hanno generalmente difficoltà con la maggior parte degli
aspetti coinvolti nella scrittura, dalla grafia alla grammatica e alla punteggiatura,
dall’organizzazione dei loro pensieri e idee alla costruzione di un testo coeso e
chiaro. Tuttavia, è possibile attuare interventi efficaci per migliorare questa loro
competenza ed esistono strumenti tecnologici che possono compensare le loro
aree di deficit.
Abilità grafo-motorie
L’alunno ha difficoltà con gli aspetti fisico-motori della scrittura: impugnare
correttamente la penna/matita, restare sulle righe, valutare quanto spazio occorre
per tracciare le lettere e quanto bisogna lasciarne tra una parola e l’altra, ricordare
come si scrivono le diverse lettere; tutto ciò può rendergli il compito quasi impos-
sibile. Quando si lavora con alunni con SNV, è importante ricordare sempre che la
scrittura è un processo molto complesso; al bambino con SNV occorre insegnarne
ogni passo singolarmente prima che sia in grado di compierlo interamente.
Prescrittura
È molto utile insegnare al bambino con SNV le abilità fino-motorie che sono
prerequisito alla scrittura: come tracciare le forme e le dimensioni che dovrà uti-
lizzare, come impugnare lo strumento di scrittura, quanta pressione esercitare.
242 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE
È importante fornire un tipo di matita che sia comodo da impugnare
per il bambino; provatene diverse, facendo attenzione che abbiano una forma
ergonomica (eventualmente usando i gommini per facilitare l’impugnatura) e
insegnategli come tenerla e quale pressione esercitare mentre scrive, in modo
che non si affatichi inutilmente.1
All’alunno con SNV si dovrà permettere di usare
la matita più a lungo rispetto ai compagni, posticipando il passaggio alla penna
a quando sarà pronto per farlo. Questo è necessario per due ragioni: primo,
cambiare strumento di scrittura sarà impegnativo, per lui; secondo, dal momento
che con ogni probabilità farà molti errori, è utile che possa cancellare più volte
senza rovinare la pagina.
Tradizionalmente, la scrittura viene insegnata mostrando un modello delle
lettere dell’alfabeto e chiedendo ai bambini di riprodurlo; nel caso dell’alunno con
SNV, questo approccio non è appropriato, a causa dei suoi deficit visivi, tattili e
psicomotori. A lui è meglio spiegare verbalmente come tracciare prima le diverse
forme (nella fase di prescrittura) e poi ogni singola lettera e numero.
Carta
I normali quaderni sono spesso realizzati con carta sottile che si strappa
facilmente. Per l’alunno con SNV ai primi passi con la scrittura, è più opportuno
utilizzare carta pesante o una lavagnetta bianca; dato che è più semplice fare
movimenti ampi, creando forme grandi, che non piccoli, inizialmente occorre
permettergli di farli. Una volta che è in grado di tracciare le forme, gli si insegne-
rà a ridurne le dimensioni fino alla grandezza opportuna per la scrittura. Solo a
questo punto, quando padroneggia sia le forme che le loro dimensioni, si può
passare a insegnargli lettere e numeri.
All’inizio può essere utile fornirgli carta a quadretti o millimetrata per scrivere
parole e frasi, in modo che possa misurare facilmente lo spazio necessario tra
lettere, parole e frasi. Il concetto di distanza appropriata andrà spiegato anche
verbalmente: se le lettere sono troppo vicine, sarà difficile leggerle e similmente,
se le lettere/frasi sono troppo attaccate, non si riuscirà a capire dove finisce una
e inizia l’altra. Insegnategli a lasciare un quadretto tra una parola e l’altra e due
tra una frase e quella successiva.
1 Indicazioni utili sull’insegnamento della scrittura sono forniti nei due volumi di L. Blason et
al. (2004), Il corsivo dalla A alla Z: Un metodo per insegnare i movimenti della scrittura
(Trento, Erickson). Il primo volume, La teoria, contiene suggerimenti su postura, prensione,
pressione, ecc. Il secondo, La pratica, propone schede con attività di prescrittura e scrittura.
(ndt)
SCRITTURA E PRODUZIONE DEL TESTO 243
Per l’alunno con SNV sono indicati anche i quaderni con carta speciale che
evidenzia chiaramente righe e margini.2
Leggibilità e funzionalità
Con il tempo e la pratica, l’alunno con SNV impara a scrivere lettere e numeri
leggibili e di dimensioni adeguate; possono esserci però due problemi: il primo
è che il bambino scrive magari benissimo in stampatello ma impiega così tanto
tempo e fatica che la scrittura non è funzionale; il secondo è che, dopo essersi
impegnato tanto per imparare lo stampato maiuscolo, si ritrova daccapo con il
corsivo. A volte, ma non sempre, il corsivo risulta più facile, per questi alunni, che
non lo stampato. Occorre ricordare che l’obiettivo finale è insegnare al bambino
un’abilità funzionale, affinché possa prendere appunti, comunicare per iscritto,
ecc. Se si trova costretto a «disegnare» le lettere, non riuscirà mai a scrivere con
la rapidità necessaria a un uso funzionale della scrittura. Considerato che nella
nostra epoca la necessità di scrittura manuale si è ridotta sensibilmente rispetto
al passato, dato che ovunque si utilizza il computer, è il caso di valutare se per il
bambino sia più semplice lo stampato maiuscolo o il corsivo e, una volta appurato
questo, insegnargli solo la modalità che gli è più comoda, non entrambe.
L’alunno con SNV non andrebbe valutato per le sue abilità di grafia, perché
ha una disabilità che gli impedisce di padroneggiarle pienamente. È inoltre im-
portante assegnargli compiti meno lunghi rispetto ai compagni e, quando questo
non è possibile (ad esempio quando deve svolgere una ricerca, una relazione su
un libro letto, ecc.), permettergli di dettare a qualcun altro che scriva al posto
suo. Nel lungo termine, l’obiettivo è quello che impari a scrivere sulla tastiera del
computer e che svolga con esso la maggior parte dei suoi compiti. Per stabilire
a quale età sia meglio avviarlo all’uso della videoscrittura, oltreché quale sia il
metodo più efficace per farlo, si può consultare un terapista occupazionale.
Scrittura
Con il passaggio dalle singole lettere e parole alle frasi e ai testi, i compiti di
scrittura si fanno più complessi: oltre a tracciare correttamente lettere e parole, il
bambino dovrà anche saper usare la grammatica e la punteggiatura, recuperare
dalla memoria le conoscenze che ha su un dato argomento e rifletterci, organizzare
2 In Italia sono disponibili i quaderni speciali per la disgrafia, distribuiti dal Centro Studi Erickson.
(ndt)
Products libro 978-88-7946-900-5_s27_difficolta-visuospaziali-e-psicomotorie_pdf_sfo_978-88-7946-900-5_difficolta-visuospaziali-e-psicomotorie
Products libro 978-88-7946-900-5_s27_difficolta-visuospaziali-e-psicomotorie_pdf_sfo_978-88-7946-900-5_difficolta-visuospaziali-e-psicomotorie
Products libro 978-88-7946-900-5_s27_difficolta-visuospaziali-e-psicomotorie_pdf_sfo_978-88-7946-900-5_difficolta-visuospaziali-e-psicomotorie

Mais conteúdo relacionado

Mais de imartini

osservazione fattoei di rischio dsa
osservazione fattoei  di rischio dsaosservazione fattoei  di rischio dsa
osservazione fattoei di rischio dsaimartini
 
Prerequisiti
Prerequisiti Prerequisiti
Prerequisiti imartini
 
Per sito-prerequisiti-letto-scrittura
Per sito-prerequisiti-letto-scrittura Per sito-prerequisiti-letto-scrittura
Per sito-prerequisiti-letto-scrittura imartini
 
Dispensa dsa
Dispensa  dsaDispensa  dsa
Dispensa dsaimartini
 
Dentro ai dsa n
Dentro ai dsa nDentro ai dsa n
Dentro ai dsa nimartini
 
stili di apprendimento
stili di apprendimentostili di apprendimento
stili di apprendimentoimartini
 
Dsa fasce eta
Dsa  fasce etaDsa  fasce eta
Dsa fasce etaimartini
 
Sviluppo percettivomotorio
Sviluppo percettivomotorio Sviluppo percettivomotorio
Sviluppo percettivomotorio imartini
 
prerequisiti della scrittura
prerequisiti della scritturaprerequisiti della scrittura
prerequisiti della scritturaimartini
 
Slide musica-cervello
Slide musica-cervelloSlide musica-cervello
Slide musica-cervelloimartini
 
Presentazione dal gesto alla scrit
Presentazione dal gesto alla scritPresentazione dal gesto alla scrit
Presentazione dal gesto alla scritimartini
 
Linguaggio n
Linguaggio nLinguaggio n
Linguaggio nimartini
 
Lez.scrittura
Lez.scritturaLez.scrittura
Lez.scritturaimartini
 
motricità fine
motricità finemotricità fine
motricità fineimartini
 
Disturbi e patologie
Disturbi e patologieDisturbi e patologie
Disturbi e patologieimartini
 
valutazione in età prscolare
valutazione in età prscolarevalutazione in età prscolare
valutazione in età prscolareimartini
 

Mais de imartini (20)

DSA
DSADSA
DSA
 
osservazione fattoei di rischio dsa
osservazione fattoei  di rischio dsaosservazione fattoei  di rischio dsa
osservazione fattoei di rischio dsa
 
Prerequisiti
Prerequisiti Prerequisiti
Prerequisiti
 
Per sito-prerequisiti-letto-scrittura
Per sito-prerequisiti-letto-scrittura Per sito-prerequisiti-letto-scrittura
Per sito-prerequisiti-letto-scrittura
 
scrittura
scritturascrittura
scrittura
 
Dispensa dsa
Dispensa  dsaDispensa  dsa
Dispensa dsa
 
Dentro ai dsa n
Dentro ai dsa nDentro ai dsa n
Dentro ai dsa n
 
dislessia
dislessiadislessia
dislessia
 
stili di apprendimento
stili di apprendimentostili di apprendimento
stili di apprendimento
 
DSA
DSADSA
DSA
 
Dsa fasce eta
Dsa  fasce etaDsa  fasce eta
Dsa fasce eta
 
Sviluppo percettivomotorio
Sviluppo percettivomotorio Sviluppo percettivomotorio
Sviluppo percettivomotorio
 
prerequisiti della scrittura
prerequisiti della scritturaprerequisiti della scrittura
prerequisiti della scrittura
 
Slide musica-cervello
Slide musica-cervelloSlide musica-cervello
Slide musica-cervello
 
Presentazione dal gesto alla scrit
Presentazione dal gesto alla scritPresentazione dal gesto alla scrit
Presentazione dal gesto alla scrit
 
Linguaggio n
Linguaggio nLinguaggio n
Linguaggio n
 
Lez.scrittura
Lez.scritturaLez.scrittura
Lez.scrittura
 
motricità fine
motricità finemotricità fine
motricità fine
 
Disturbi e patologie
Disturbi e patologieDisturbi e patologie
Disturbi e patologie
 
valutazione in età prscolare
valutazione in età prscolarevalutazione in età prscolare
valutazione in età prscolare
 

Products libro 978-88-7946-900-5_s27_difficolta-visuospaziali-e-psicomotorie_pdf_sfo_978-88-7946-900-5_difficolta-visuospaziali-e-psicomotorie

  • 1. I n d i c e 7 Introduzione all’edizione italiana (Cesare Cornoldi) 9 Introduzione 11 CAP. 1 Cos’è la sindrome non verbale? PRIMA PARTE Per i genitori 23 Prefazione alla prima parte 27 CAP. 2 Primi segnali di allarme 33 CAP. 3 Il ruolo dei genitori 43 CAP. 4 Cura di sé 55 CAP. 5 Motricità fine 63 CAP. 6 Coordinazione, motricità e sport 73 CAP. 7 Gestire l’ambiente 85 CAP. 8 Organizzazione 95 CAP. 9 Abilità cognitive 105 CAP. 10 Comunicazione 119 CAP. 11 Abilità sociali 131 CAP. 12 Autonomia 143 CAP. 13 Fronteggiare i cambiamenti 151 CAP. 14 Questioni di sicurezza 157 Postfazione SECONDA PARTE Per gli insegnanti 161 Prefazione alla seconda parte 163 CAP. 15 Il profilo dello studente con SNV 175 CAP. 16 L’ambiente scolastico
  • 2. 181 CAP. 17 Strategie didattiche 191 CAP. 18 Funzionamento sociale ed emozionale 205 CAP. 19 Difficoltà spaziali e psicomotorie 215 CAP. 20 Aritmetica e matematica 229 CAP. 21 Lettura, ortografia e lessico 241 CAP. 22 Scrittura e produzione del testo 255 CAP. 23 Organizzazione, abilità di studio e compiti a casa 267 CAP. 24 Prove e valutazione dell’apprendimento 281 Postfazione 285 Bibliografia
  • 3. INTRODUZIONE ALL’EDIZIONE ITALIANA 7 1 Introduzione all’edizione italiana Il volume costituisce la sintesi di due testi scritti dalla madre di una bambina con sindrome non verbale («sindrome non verbale» è una categoria diagnostica introdotta circa 30 anni or sono dal neuropsicologo canadese Byron Rourke) per fornire consigli rispettivamente alla famiglia e alla scuola su come intervenire in casi del genere. Trattandosi di una mamma con diretta esperienza personale, passione profonda e sincero impegno, i consigli forniti sono di sicura rilevanza, anche se indubbiamente di carattere pratico più che di riflessione psicopedagogica vera e propria. Poiché, tuttavia, in lingua italiana, a quanto mi risulta, nulla di sistematico è stato pubblicato su problematiche di questo tipo (ad eccezione del nostro testo, sempre pubblicato da Erickson, dal titolo Abilità visuospaziali), il presente volume costituisce una novità e una preziosa miniera di suggerimenti utili che altrimenti sarebbe difficile reperire. Il lettore deve comunque tenere presente che, nel campo dei cosiddetti disturbi non verbali, sono rinvenibili problematiche anche molto diverse, ac- comunate tuttavia da alcune caratteristiche di base (Rourke ha proposto dei dettagliati criteri diagnostici) e in particolare da una discrepanza fra competenze linguistiche (buone) e competenze non verbali (deboli). A tale profilo si associano di solito problemi scolastici in matematica e nelle attività visuospaziali e talora problemi prassici, sociali ed emotivi. La discrepanza che delinea il profilo non verbale costituisce comunque un tratto ampiamente diffuso in età evolutiva, che acquisisce rilevanza clinica nel caso non solo dei disturbi specifici dell’apprendi- mento, ma anche di una vasta gamma di disturbi altrimenti diagnosticati (dalla sindrome di Asperger a varie sindromi genetiche). A questo proposito, possiamo
  • 4. 8 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE domandarci quale fosse la diagnosi completa della bambina della Tanguay da cui è nata l’esperienza del libro. Molti dei consigli operativi forniti nel libro si riferiscono a difficoltà piutto- sto gravi che, per esempio, normalmente non si ritrovano nei disturbi specifici dell’apprendimento. È quindi opportuno sottolineare nuovamente al lettore la necessità di distinguere fra un profilo generale non verbale (cui si può associare l’espressione «sindrome non verbale») e un disturbo specifico di apprendimento non verbale. La sindrome non verbale è presente con una certa frequenza in una serie di importanti disturbi evolutivi (e il testo fa riferimento a queste casi- stiche, come per esempio la sindrome di Asperger o alcune sindromi genetiche identificate) e può assumere una cospicua gravità. Invece, lo specifico «disturbo non verbale dell’apprendimento» (da noi chiamato anche «disturbo visuospaziale dell’apprendimento», e da altri ancora denominato «disturbo dell’apprendimento da emisfero destro») condivide aspetti della sindrome, ma rispetta anche i criteri diagnostici internazionali per la diagnosi di disturbo specifico (learning disa- bility), cioè presenta un livello intellettivo buono e assenza di disturbi organici riconosciuti. Cesare Cornoldi Università di Padova
  • 5. INTRODUZIONE 9 1 Introduzione La sindrome non verbale (SNV) non è un vero e proprio disturbo dell’ap- prendimento: è una condizione neurologica generalmente considerata come un disturbo evolutivo. È molto pervasiva e influisce praticamente su ogni aspetto della vita della persona. Sebbene sia stata identificata oltre trent’anni fa, non è ancora pienamente riconosciuta, anche perché ha una scarsa incidenza nella popolazione scolastica. Come altri disturbi evolutivi, tra i quali l’autismo, sta tuttavia ricevendo una crescente attenzione. Un bambino può presentare la sindrome non verbale da sola oppure in combinazione con altre condizioni. Byron P. Rourke, dell’Università di Windsor e di Yale, che è il più importante studioso al mondo nel campo della sindrome non verbale, ha individuato una serie di condizioni che hanno in comune il profilo neuropsicologico della sindrome non verbale. In una sua pubblicazione del 1995 — Syndrome of nonverbal learning disabilities: Neurodevelopmental mani- festations — questo autore, insieme a un gruppo di collaboratori, ha identificato praticamente tutte le caratteristiche del profilo non verbale nelle seguenti condizioni: sindrome di Asperger; agenesia callosa (senza ulteriori complicazioni); sindrome velocardiofacciale; sindromi di Williams, di de Lange e di Turner; idrocefalismo; danno o disfunzione significativi dell’emisfero cerebrale destro. Sebbene ognuna di queste condizioni, presa singolarmente, sia poco diffusa, una volta accomunate dal profilo non verbale è evidente come il numero di casi cresca. La sindrome non verbale consiste in un insieme di risorse e deficit. Sebbene la componente neurofisiologica sia presente in ogni persona, la combinazione di punti di forza e debolezza è presente in modo unico e irripetibile in ogni bambino.
  • 6. 10 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE Alcuni possono essere particolarmente goffi, altri possono avere scarse abilità sociali, altri ancora possono avere significative difficoltà in tutte le aree critiche della sindrome. Un’altra variabile è l’età del bambino; ad esempio, alla scuola primaria può sembrare più capace di quanto apparirà una volta raggiunta l’adolescenza. Infine, un bambino con un QI (quoziente d’intelligenza) particolarmente alto può essere in grado di compensare meglio le sue difficoltà rispetto a un bambino con un’intelligenza nella norma. Senza dubbio la SNV non è un disturbo che rimane immutato, nelle sue manifestazioni, dall’infanzia all’età adulta, né che si presenta nello stesso modo in tutte le persone. L’obiettivo principale di questo libro è descrivere le difficoltà che i bambini con SNV incontrano quotidianamente — che ovviamente sono nell’ambito non verbale — in modo da suggerire strategie per aiutarli a gestire le varie situazioni e a crescere. A questo scopo per ogni area vengono descritti deficit rilevanti, anche se, di fatto, questo sarà vero per alcuni bambini e per altri no. Questo libro riguarda in modo particolare i bambini dall’età prescolare fino all’adolescenza. I suoi contenuti, tuttavia, potranno essere utili anche per i più grandi. È importante sottolineare che questo libro non intende essere un manuale per «curare» la SNV: intende descrivere in modo semplice le difficoltà che essa pone, mostrare come si presentino nelle attività quotidiane e suggerire delle strategie che possono essere di aiuto. Per i genitori, spero che possa essere una base per sviluppare un programma d’intervento specifico per i bisogni del bambino e della famiglia; per gli insegnanti, spero che sia un arricchimento del loro repertorio di strategie didattiche e educative. Probabilmente alcune le conosceranno già, e le useranno con altri studenti, ma mi preme sottolineare che, se queste strategie sono utili agli altri studenti, per quelli con SNV sono essenziali. Dato che ogni giorno convivo con la SNV e vedo mia figlia lottare con le tante difficoltà che questo disturbo comporta, ho messo il mio cuore in ogni pagina. Spero che vi piaccia, ma soprattutto che lo troviate utile. Pamela B. Tanguay
  • 7. COS’È LA SINDROME NON VERBALE? 11 1 Cos’è la sindrome non verbale? Il termine «sindrome non verbale» può trarre in inganno. Di primo acchito, si può pensare che le persone con questo disturbo non parlino, mentre in realtà è esattamente il contrario: possono parlare fino a sfinirti. «Sindrome non verbale» significa che le principali aree di deficit sono nel dominio non verbale e si parla di sindrome perché implica un insieme di deficit che influiscono praticamente su ogni aspetto della vita della persona. Di conseguenza, la SNV è un disturbo serio e talvolta grave. Va conside- rata come un disturbo dello sviluppo, non dell’apprendimento. La definizione di «disturbo dello sviluppo» è abbastanza univoca e presuppone una disabilità grave e cronica che si manifesta prima che l’individuo raggiunga i 21 anni di età. Comporta inoltre sostanziali limitazioni nelle aree della cura di sé, del linguaggio ricettivo ed espressivo, dell’apprendimento, della mobilità e anche della capacità di essere indipendente ed economicamente autosufficiente. Questa definizione è certamente più vicina alle caratteristiche della SNV di quanto lo sia quella di disturbo dell’apprendimento. Il disturbo dell’apprendimento, infatti, è specifico (come ad esempio la dislessia) e compromette soprattutto l’apprendimento scolastico. La SNV, invece, compromette le abilità sia scolastiche che di vita. Per fornire interventi appropriati nei casi di SNV è importante capirne la natura complessa e pervasiva. Sebbene gli aspetti della sindrome connessi agli apprendimenti scolastici siano responsabilità della scuola, ci sono anche altre limitazioni funzionali da affrontare. Quali di queste potranno essere risolte con l’aiuto del personale scolastico dipenderà dai bisogni di ciascun individuo e da
  • 8. 12 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE quanto la scuola è disposta a collaborare. Comunque, anche con il miglior sup- porto scolastico, ci sono molte aree di intervento che rimangono di pertinenza dei genitori. La maggior parte della letteratura esistente sulla SNV è tecnica e può es- sere difficile da comprendere per genitori e insegnanti, anche perché utilizza un gergo specifico; in questo libro si cercherà, per quanto possibile, di usare parole semplici. Punti di forza e punti di debolezza I principali punti di forza dei bambini con SNV sono le abilità uditive e verbali. La maggior parte di essi sviluppa un vocabolario sofisticato prima dell’in- gresso a scuola, spesso molto superiore rispetto a quello dei pari. Normalmente hanno un’ottima attenzione e memoria per quello che ascoltano, se la materia non è complessa. Questi punti di forza possono non essere visibili nel bambino più piccolo, ma si manifestano quando cresce e, raggiunta la scuola secondaria inferiore, appare evidente che impara ascoltando. Benché ognuno di essi sia unico, i bambini con SNV presentano difficoltà, di entità diversa, nelle seguenti aree. Tatto, attenzione visiva e percezione Il bambino può essere incapace di elaborare correttamente quello che tocca o vede, prestando poca attenzione a entrambi gli aspetti. Per esempio, può non essere in grado di identificare qualcosa di familiare toccandolo o tenendolo in mano, o di riconoscere la propria casa vedendola da lontano. Coordinazione psicomotoria (goffaggine fisica) Il bambino può avere difficoltà a far fare al suo corpo quello che vuole, quando lo vuole e come lo vuole. Per esempio saltare, afferrare o lanciare una palla, andare in bicicletta sono tutte attività di coordinazione psicomotoria che possono porre difficoltà al bambino con SNV. Adattabilità Molto spesso ha forti difficoltà a adattarsi ai cambiamenti nella sua routine quotidiana: non è capace di «improvvisare» e le novità gli creano ansia. Per
  • 9. COS’È LA SINDROME NON VERBALE? 13 esempio, se il bambino è a casa della baby-sitter e i genitori vanno a prenderlo più tardi del solito, possono essere tentati di chiedere alla baby-sitter di mettergli il pigiama così che sia pronto per andare a letto quando arrivano a prenderlo. Questo cambiamento nelle abitudini crea un’enorme confusione al bambino con SNV, perché di solito si mette il pigiama nella sua camera da letto prima di andare a dormire. A scuola, l’arrivo di un supplente, anziché dell’insegnante che conosce, un cambiamento nella routine quotidiana o un’assemblea imprevista lo mettono in difficoltà. Orientamento nello spazio Potrebbe avere difficoltà notevoli a sapere dove si trova o dove sono gli oggetti nello spazio. Per esempio, può calcolare male lo spazio tra se stesso e una lampada e inavvertitamente urtarla oppure valutare l’apertura di una porta in modo non corretto e andare a sbattere contro lo stipite; a scuola, ha difficoltà a orientarsi nei corridoi. Flessibilità mentale Il bambino apprende e pensa in termini molto concreti ed elabora le in- formazioni in «bianco o nero», senza comprendere le varie sfumature di grigio. Pensa concretamente e in termini logici. I concetti astratti sono spesso al di sopra delle sue capacità. Con tutta probabilità tollera difficilmente le domande aperte. Per esempio, se gli si chiede: «Come è andata la tua giornata?» o, a scuo- la, «Come sono andate le vacanze?», potrebbe non riuscire a rispondere. La domanda implica troppe variabili e fino a che non riesce a comprendere cosa si vuole sapere da lui, non risponde. Al contrario, se si pone la domanda in modo concreto e specifico, come «Hai avuto compiti di italiano oggi?» o «Hai restituito il libro che avevi preso in biblioteca?», risponde, perché ha chiaro in mente cosa è stato chiesto. Funzioni di regolazione e di organizzazione Il bambino con sindrome non verbale può avere difficoltà a dare una priorità e a organizzare sia i propri pensieri che il proprio lavoro. Per esempio, se a scuola gli viene dato un compito complesso, potrebbe non essere capace di dividerlo nelle sue fasi e di determinare la sequenza del lavoro identificando quale parte deve essere completata prima di poter affrontare quella successiva.
  • 10. 14 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE Pragmatica del linguaggio La pragmatica è l’uso funzionale del linguaggio. Questi bambini non sono capaci di «leggere tra le righe» o di interpretare altri messaggi non verbali. Sebbene possano avere un vocabolario molto sviluppato, spesso con loro ci sono notevoli difficoltà di comunicazione perché il loro linguaggio espressivo e ricettivo è basato unicamente sulle parole. Per esempio, se si dice: «Devo correre in farmacia», un bambino generalmente sa che «correre» in questo caso ha un significato figurato. Il bambino con SNV, invece, rimane confuso e può chiedere: «Ma perché non prendi la macchina?». Generalizzazione delle informazioni Il bambino con SNV è incapace di applicare le conoscenze che acquisisce in una situazione a una situazione simile che incontra in seguito. Per esempio, studiando i presidenti degli Stati Uniti d’America il bambino con SNV memo- rizzerà l’informazione che George Washington è stato il primo presidente. Se però una domanda di un test gli chiedesse «Chi fu nominato presidente quando, nel 1789, nacquero gli Stati Uniti d’America?» il bambino potrebbe avere un vuoto mentale, anche se per la maggior parte dei suoi compagni la domanda è facile. Se l’informazione che il bambino ha immagazzinato è diversa dal modo in cui viene chiesta nel test, non riesce a collegare i due fatti o a riorganizzare e generalizzare l’informazione. Abilità sociali Ledifficoltàconlapragmaticadellinguaggio,ladeduzioneelageneralizzazione creano problemi notevoli sul piano sociale. Il bambino non comprende la cultura condivisa o le regole sociali che stabiliscono i comportamenti appropriati. Per esempio, a un compleanno o a una festa a scuola, può sembrare che il bambino con SNV si comporti in modo disturbante o molto immaturo. Ad esempio, se c’è un gruppo di bambini che sta giocando e gli chiedete: «Vai a giocare con loro?», può rispondervi: «No», perché di fatto non intende andarci. Non capisce che la vostra non era una domanda ma un invito a unirsi agli altri. Stabilità emozionale A causa dell’incapacità di dare ordine al suo mondo, adattarsi alle nuove situazioni e comprendere i messaggi non verbali come l’inflessione della voce, il
  • 11. COS’È LA SINDROME NON VERBALE? 15 linguaggio del corpo e così via, il bambino con SNV può essere afflitto dall’ansia; questa poi può aumentare con l’età, man mano che si trova a vivere in ambienti via via più complessi. Per esempio, spesso il bambino con SNV piange quando è a scuola o appare confuso. L’adolescente tende invece a ritirarsi e a sentirsi depresso quando le richieste scolastiche e sociali aumentano. Le cause della sindrome non verbale Il dottor Byron P. Rourke dell’Università di Windsor in Canada e di Yale nel Connecticut è il più importante ricercatore nel campo dei disturbi dell’appren- dimento di tipo non verbale. Dopo decenni di ricerche il dottor Rourke e i suoi colleghi hanno stabilito che tali disturbi sono causati da un danneggiamento della materia bianca nel cervello (Rourke, 1989; 1995). La materia bianca, per dare una definizione molto semplicistica, è quel tessuto fatto di cellule nervose che collegano le varie parti del cervello tra di loro. È chiamata materia bianca perché le fibre nervose sono rivestite dalla mielina, una sostanza grassa di colore chiaro che agisce da isolante. In sostanza, è l’im- pianto elettrico del cervello. Il rivestimento di mielina può essere paragonato al rivestimento plastico che troviamo sui fili elettrici e permette la rapida e accurata trasmissione di informazioni all’interno del cervello. Se il rivestimento di mielina è danneggiato (come Rourke sostiene potrebbe essere la causa della SNV), la velocità di elaborazione del bambino è ridotta e i segnali potrebbero non essere inviati in modo corretto o potrebbero non arrivare correttamente a destinazione. Perciò, sebbene i centri di informazioni all’interno del cervello siano intatti, la trasmissione dei segnali non funziona come dovrebbe. In altre parole, c’è un corto circuito in qualche parte del cervello del bambino. Secondo gli studi, nell’emisfero destro c’è una quantità di materia bianca nettamente superiore rispetto a quella presente nel sinistro. Per questa ragione il disturbo è a volte chiamato «sindrome dell’emisfero destro», che significa che l’emisfero destro non funziona in modo adeguato a causa di un danneggiamento della materia bianca. Per contro, la funzionalità dell’emisfero sinistro risulta integra. Quindi il lin- guaggio, il pensiero sequenziale e le altre funzioni elaborate dall’emisfero sinistro sono intatte. È compromesso il funzionamento dell’emisfero destro, che si occupa degli aspetti non verbali: spaziali, astratti e intuitivi. Perciò, dal momento che i comportamenti e i pensieri complessi richiedono l’uso di entrambi gli emisferi per integrare informazioni complicate, il cervello è in difficoltà perché un emisfero non lavora correttamente.
  • 12. 28 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE Perché un genitore dovrebbe preoccuparsi se il suo bambino ha il singhiozzo, non dorme bene, fa un sacco di storie e non è il terrore del vicinato? Di fatto non dovrebbe, anche se queste sono alcune delle cose che potreste notare in un bambino con SNV. Ma c’è di più. Indizi mancati A 6-9 mesi, il bambino «normale»1 è affascinato da nuovi posti, cose e perso- ne. Per lui andare al supermercato è un’eccitante avventura. Afferra le confezioni colorate, sorride ai passanti e si agita quando qualcuno cerca di attirare la sua attenzione. Non è così per il bambino con SNV, che quando entra in un negozio può spaventarsi e spalancare gli occhi terrorizzato. Sebbene di primo acchito possa sembrare incuriosito da quello che gli sta attorno, osservando meglio può essere paura quella che si legge nei suoi occhi. Quando il pediatra finalmente dice che si può cominciare a svezzarlo, cor- rete al supermercato e caricate il carrello con un sacco di cose: carne, verdura, frutta e così via. Quando è l’ora della prima pappa, vi sedete di fronte a lui per il grande momento. «Gnam, gnam, ti piaceranno i piselli!» Il vostro piccolo apre la bocca come un uccellino, prende il primo boccone e lo sputa subito. Va bene, proviamo a dargli mela grattugiata e a vedere come va. Successo: gli piace! Comunque il ciclo continua: mangia un po’ di frutta, poca verdura, niente carne e voi pensate di avere un bambino dai gusti difficili. Siete contenti che voglia avere le mani sempre pulite. Se mangia con le mani, tra un boccone e l’altro ve le porge perché gliele puliate. Siete orgogliosi di avere un bambino così pulito. Quando cominciate a insegnargli a usare il cuc- chiaio, sembra che non capisca; voi insistete e lui continua a mangiare con le mani e a farsele pulire dopo ogni boccone. Le salviettine sono sempre presenti, sia sul tavolo della cucina che sul fasciatoio. Quando sta per arrivare il primo compleanno, voi e la vostra famiglia preparate la festa perfetta. Ci sono tutti i parenti — nonni, zie, cugini — così come gli amici cari. La casa è decorata e avete fatto o comperato quella torta speciale per celebrare l’occasione. Arriva il gran giorno e mettete al bambino un bellissimo abitino nuovo. Immediatamente lui comincia a dimenarsi nel vestito e a fare un sacco di storie, ma nella confusione generale voi non cogliete il segnale. Il campanello suona e gli ospiti 1 Per ragioni di praticità si è preferito utilizzare il termine «normale» per indicare i bambini e le persone che non hanno la sindrome non verbale. (ndt)
  • 13. PRIMI SEGNALI DI ALLARME 29 arrivano, ovunque le macchine fotografiche scattano e tutti si stanno divertendo tranne l’ospite d’onore, che è disorientato. A un certo punto — tra l’arrivo del primo ospite, l’apertura dei regali e la torta con la relativa canzone Tanti auguri a te! — il bambino crolla. Quella che era partita come agitazione diventa un pianto dirotto. I parenti dicono: «Oh povero, deve essere stanco, affamato o da cambiare» e non si rendono conto che il bambino ha bisogno di essere tolto dal caos. Questi esempi potrebbero non descrivere esattamente l’esperienza con il vostro bambino, ma potrebbero ricordarvene altri. I genitori si adattano alle caratteristiche individuali dei loro figli e, se sono poco evidenti, le considerano parte della personalità del bambino. Tuttavia, man mano che il bambino cresce, le sue differenze cominciano a manifestarsi più chiaramente. Ulteriori segnali d’allarme Cominciate a notare che la varietà di espressioni del viso o di modalità di interazione del bambino non corrisponde a quella che vi aspettereste da lui. Ma- gari avete accettato che vostro figlio sia calmo e timido, ma ora sembra esserci qualcosa di diverso. Mentre i suoi coetanei fanno versi e gorgoglii per attirare l’attenzione di chiunque, il bambino con SNV è abbastanza passivo. E poi ci sono anche questi altri piccoli segnali. – Il bambino sembra non capire il meccanismo di causa ed effetto; per esempio, il fatto che se si arrampica su qualcosa, c’è la possibilità che cada e si faccia male. Anche quando cade e si fa male sembra non imparare dall’esperienza, ma ripete l’azione cascando e facendosi male di nuovo. – Può avere paure eccessive: della lavatrice, dell’aspirapolvere, della lavastoviglie, degli animali e del buio. – I suoi primi tentativi di camminare sono traballanti. Anche se tutti i bambini sembrano instabili all’inizio, i bambini con SNV sono più goffi e lo sono per un periodo di tempo più lungo. Spesso i genitori non colgono questa differenza tra il bambino con SNV e quelli «normali», soprattutto se è il primo figlio. – Nel salire e scendere le scale, il bambino spesso continua a fare un gradino alla volta per lungo tempo, oppure preferisce muoversi seduto. – Con tutta probabilità il bambino odia le sorprese e si spaventa facilmente. Non si diverte se saltate fuori facendo «Buh!». Mentre generalmente i bambini ridono contenti, quelli con SNV urlano per la paura. – Questi bambini reagiscono male ai cambiamenti nella loro routine. Le stesse cose, sempre le stesse cose non li annoiano. Al bambino con SNV la costanza dà sicurezza.
  • 14. CURA DI SÉ 49 Gli abiti Vestirsi sembra così semplice… sì, forse per noi. Questa è un’altra abilità di vita che impariamo quasi istintivamente attraverso l’osservazione. Ma l’osser- vazione non rientra nello stile di apprendimento del bambino con SNV e, come in altre aree, anche in questo caso dobbiamo insegnargli verbalmente le varie operazioni passo dopo passo. Vediamo come il tutto può apparire complesso agli occhi del bambino. Innanzitutto, non sa con quale ordine infilarsi i vestiti. E comunque, anche se lo sa, il compito rimane misterioso. Prende le mutandine e le guarda; poi, stando in piedi, cerca di infilare un piede nel buco della gamba, e subito perde l’equilibrio. Avendo scarse abilità di osservazione e di problem solving non verbale, non si rende conto che il tutto sarebbe più facile se stesse seduto. Dopo prova a infilarsi la maglietta e non sa proprio da dove incominciare. Frustrato, butta per terra la maglietta, ha una crisi di nervi e urla: «Non sono capace!». E la giornata è appena incominciata. Vestirsi Dato che questi bambini hanno bisogno di spiegazioni verbali, è bene inse- gnare loro come vestirsi in maniera molto diretta e sistematica. Prima di tutto mettete i vestiti sul letto nell’ordine in cui devono essere indossati. In cima alla pila ci saranno le mutandine, seguite da una maglietta, quindi i pantaloni, la camicia e le calze. Parleremo delle scarpe dopo. Dite al bambino di sedersi sul bordo del letto: «Va bene, amore, è ora di vestirsi. Per primo ci metteremo le mutandine. Siediti sul bordo del letto e metti i piedi nelle aperture per le gambe delle tue mutandine; vedrai che non perderai l’equilibrio e non cadrai». Fategli vedere che la parte dietro delle mutandine è più larga di quella davanti e in questa maniera potrà capire qual è il davanti e quale il dietro. «Bene, fai passare la gamba destra attraverso il buco a destra e la gamba sinistra attraverso quello a sinistra. Adesso, prima di tirarti su le mutandine, devi scivolare giù dal letto in modo che ti possano salire sopra il sederino». Occorre spiegargli ogni passo con un linguaggio semplice ma molto specifico. Si passa quindi alla maglietta: «La prossima cosa da fare è metterci la maglietta. Questa ha quattro buchi. La testa e le braccia devono prima entrare nel più grande e poi uscire dai più piccoli. Il buco centrale è per la testa mentre quelli laterali sono per le braccia». Fategli vedere i buchi mentre gli parlate: «Va bene, adesso mettiamo la maglietta sopra la tua testa, che passa prima attraverso
  • 15. 50 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE il buco grande e poi esce dal buco centrale. Adesso un braccio uscirà dal buco laterale e poi anche l’altro farà lo stesso». Abbiamo fatto solo le mutandine e la maglietta e probabilmente il tutto suona molto noioso. Tuttavia, suddividere ogni compito in passi semplici e descriverlo verbalmente nel modo più dettagliato possibile è necessario perché il bambino con SNV possa imparare. Lo stesso andrà fatto con pantaloni e camicie, descrivendo verbalmente ogni passo nell’indossare ogni indumento. Le calze sono un po’ più difficili. La maniera più efficace di insegnare al bambino come indossarle è mettersi dietro la gamba del bambino, facendoselo sedere sulle ginocchia oppure accanto a sé e mettendosi una delle sue gambe sulle proprie, e spiegargli verbalmente cosa si sta facendo. Scarpe e stringhe Oh, le scarpe! Anche se in realtà il problema non sono loro: il vero incubo sono i lacci. Quando il bambino è piccolo è meglio evitare scarpe con le stringhe, preferendo quelle con il velcro. Fortunatamente questo tipo di scarpe è facile da trovare anche per bambini più grandi. Un’altra alternativa alle scarpe con le stringhe sono i sandali: perfetti per l’estate e utilizzabili con le calze anche nella stagione fredda, potrebbero essere un’ottima soluzione per il bambino con SNV. Insegnargli a vestirsi sarebbe già abbastanza difficile anche senza inserire la complicazione di farsi i nodi alle scarpe, ma prima o poi occorrerà insegnargli anche questo. Per la maggioranza di questi bambini si tratta di semplice ripetizione: ancora una volta si verbalizza ogni fase, dall’indossare la scarpa a verificare che il tallone sia entrato bene fino a stringere le stringhe e annodarle. Bottoni e cerniere Maneggiare bottoni e cerniere è estremamente difficile per i bambini con SNV, per cui cercate il più possibile di evitarle, preferendo pantaloni con l’elastico in vita, giacche con la chiusura in velcro o comunque degli indumenti che evitino una complicazione ulteriore al processo di vestirsi. È anche importante ricordare che l’obiettivo è quello che il bambino cresca sicuro di sé e indipendente, e quanto più facile gli si rende il percorso verso l’autonomia, tanto meglio si fa il proprio compito di genitori. Per il bambino imparare a infilare un bottone in un’asola o a chiudere una cerniera è più facile se può provare quando non indossa l’indumento. È meglio dargli dei vestiti su cui possa esercitarsi e insegnargli in questa maniera prima
  • 16. CURA DI SÉ 51 di chiedergli di provare con i vestiti indosso. I bottoni più grandi sono più facili, perciò nei limiti del possibile sono da preferire. Per quanto riguarda le cerniere, può essere utile attaccare una cordicella al tiretto del cursore. Il momento migliore per insegnare al vostro bambino a vestirsi sono i caldi mesi estivi in cui si indossano meno capi. Comunque, anche prima di questi, ini- ziate a verbalizzargli il processo mentre lo state ancora vestendo voi. Per quanto possa sembrarvi insignificante, non saltate nessun passo, altrimenti il bambino, quando proverà da solo, si bloccherà proprio in quel punto e non riuscirà ad andare oltre. Non sorprendetevi se il bambino non riuscirà a vestirsi da solo prima dei 7-8 anni. E anche allora potrebbe avere bisogno che gli prepariate i vestiti. Lasciategli inoltre sempre molto tempo per vestirsi: se gli fate fretta andrà in confusione e probabilmente non riuscirà a portare a termine il compito. Comprare vestiti simili a quelli dei coetanei Quando scegliete i vestiti per vostro figlio guardate cosa indossano i suoi coetanei: anche questo è utile per aiutarlo a essere accettato dai compagni e non isolato socialmente per il suo aspetto. Inoltre, fra la terza e la quinta classe primaria, invitatelo a osservare cosa portano gli altri bambini. Indossano un tipo particolare di scarpe? Sono di moda i jeans a vita bassa o quelli molto larghi? Naturalmente è fondamentale che manteniate un certo livello di controllo in modo da assicurarvi che il bambino sia vestito bene anche secondo i suoi standard. L’importante, però, è renderlo consapevole di cosa sia accettato dai coetanei e di cosa venga considerato «fuori moda». Se il bambino non riesce ad acquisire questa consapevolezza semplicemente osservando i suoi coetanei, proponetegli degli esempi che lo aiutino a capire. Per quanto possa suonare meschino, può essere utile indicargli un bambino che a scuola è isolato per il suo aspetto, spiegandogli che cosa rende quel bambino non accettato. Se possibile, gli si può presentare l’esempio di qualche personaggio della TV che si veste in maniera non appropriata e spiegargli che i ragazzini a scuola tendono a essere esclusi per il loro aspetto. Insegnate a vostro figlio come non avere un aspetto «strano». La difficoltà e la lentezza dei bambini con SNV nel vestirsi possono creare ulteriori disagi se a scuola c’è la consuetudine che gli alunni si cambino per fare ginnastica. In questo caso, chiedete alla scuola di mettere l’ora di ginnastica alla fine della giornata, così che il bambino non debba passare la giornata scolastica in vestiti sudati e magari sporchi; se non fosse possibile, considerate l’idea di richiedere l’esonero.
  • 17. 56 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE Usare le attività artistiche e i giochi per migliorare le abilità fino-motorie è una soluzione che permette al bambino di apprendere divertendosi, e questo è importante non solo perché si esercita senza accorgersi che è un lavoro ma anche perché, divertendosi, farà più velocemente dei progressi. Evitate di forzarlo a svolgere attività che sembrano divertenti a voi: devono esserlo per lui, e solo lui sa quali lo sono. Per migliorare le abilità fino-motorie, occorre lavorare anche sui principali gruppi muscolari, potenziando quindi le spalle e i muscoli delle braccia, che a loro volta aiutano il polso e i movimenti della mano. Per avere movimenti ben coordinati tutto deve lavorare insieme in modo che nessuna parte del corpo sia forzata a compensarne un’altra. Le seguenti sono alcune idee di attività che vostro figlio può fare divertendosi e migliorando le proprie abilità fino-motorie. – Appendete dei grandi fogli di carta alla parete di una stanza da lavoro, del garage o dovunque abbiate spazio e non vi importi del disordine. Date al bambino un grande pennello, preferibilmente con un manico grosso. Mettete i colori dentro barattoli che non si possano rovesciare e lasciatelo giocare, incoraggiandolo a usare l’intero braccio e a fare grandi pennellate. – Se vostro figlio è piccolo, comprategli i libri che si dipingono con l’acqua: questi libri sono realizzati con una carta che cambia colore quando viene ba- gnata, il che permette al bambino di realizzare delle belle immagini senza la frustrazione di non riuscire a stare dentro i contorni. I contorni degli oggetti, infatti, sono marcati molto chiaramente, e il bambino può essere incoraggiato a esercitarsi a stare dentro di essi. È un’ottima attività per promuovere la sicurezza di sé nei bambini piccoli che, frustrati dalla difficoltà, hanno scoppi di rabbia. – Per i bambini che hanno già imparato a stare all’interno dei contorni, il gioco di colorare gli spazi numerati è perfetto. Il bambino non deve disegnare le sagome né decidere quale colore usare: i margini sono già tracciati e i colori da utilizzare indicati dai numeri — lui deve solo colorare gli spazi secondo le indicazioni. Ci sono diversi livelli di difficoltà così che il bambino crescendo possa comunque continuare a divertirsi. – Gli stencil sono un’altra possibilità: in commercio esistono mascherine con ogni tipo di disegno e forma, con le quali il bambino può tracciare i contorni e poi riempirli. Potete disegnargli uno sfondo — una stanza o una fattoria — al quale lui può poi aggiungere le persone, gli animali, i fiori, il sole, ecc. per completare il disegno. – Incoraggiate ogni tipo di attività manuale, per le quali sono disponibili, nei negozi di materiale didattico e giochi educativi, vari kit.
  • 18. MOTRICITÀ FINE 57 – Proponete esperimenti con vari tipi di materiali da modellare: creta, plastilina, Das, pasta al sale, ecc. Questi materiali sono disponibili in una varietà di colori e consistenze diverse e alcune potrebbero divertirlo più di altre. Può fare figure, sfere o qualsiasi piccolo oggetto. A volte il prodotto finale è molto grazioso. – I puzzle sono una risorsa formidabile per insegnare la relazione delle parti con il tutto ed esercitare la motricità fine. Per i bambini molto piccoli, le forme semplici sono le migliori. Ci sono puzzle per diversi gradi di abilità, dal formato più elementare a quello molto più complesso, quindi appropriati per una vasta gamma di età. I bambini più grandi possono realizzare puzzle con molti pezzi e piuttosto complessi; dovendo scegliere dove mettere ciascun pezzo, sviluppano anche le abilità di problem solving. – I pastelli possono essere il materiale meno gradito ai bambini piccoli con SNV, perché si rompono facilmente, sono sottili e difficili da impugnare e gli errori non possono essere corretti. Se questo è il caso di vostro figlio, optate per delle matite colorate che si possano cancellare. Se ama i pastelli ma ha diffi- coltà a tenerli in mano, ora se ne trovano in commercio alcuni fatti a forma di goccia, comodi da tenere nel palmo della mano del bambino, più facili da usare e incredibilmente robusti. – Il modellismo è un ottimo esercizio per i bambini con SNV. I kit indicano solitamente il grado di abilità richiesta per assemblarli. I modelli più facili non richiedono l’uso di colla né implicano la necessità di dipingerli una volta co- struiti: hanno pezzi grandi e precolorati che si incastrano facilmente. Quelli più complessi comportano l’uso della colla e una volta completati vanno dipinti; i pezzi sono più piccoli e in numero maggiore. Se volete che vostro figlio si cimenti con un modellino complesso, scegliete un soggetto che gli piaccia in modo particolare. Per esempio, se è un appassionato del Titanic, comprargli un modello di questa nave potrebbe incoraggiarlo ad affrontare quello che normalmente gli sembrerebbe troppo difficile. – Se il bambino ha difficoltà grafo-motorie, potete proporgli di usare un vassoio di sabbia. Questo materiale è facile da realizzare: basta versare della sabbia pulita in un teglia da forno con i bordi bassi. Il bambino può far pratica a scri- vere il suo nome tracciando le lettere nella sabbia. Se sbaglia, può facilmente cancellare e riprovare. – Le lettere magnetiche sono un altro ottimo materiale per imparare a leggere e scrivere. Generalmente gli insegnanti suggeriscono di usare lettere sia maiu- scole che minuscole, ma voi informatevi presso quelli di vostro figlio riguardo a cosa stanno facendo in classe, in modo da procedere in parallelo. Anche in questo caso potete usare una teglia da forno, sulla quale il bambino scriverà attaccando i magneti; se sbaglia, potrà correggere facilmente spostandoli.
  • 19. 74 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE Parenti e amici solitamente stentano a comprendere la grande difficoltà che il bambino con SNV ha a capire l’ambiente, gestire gli stimoli esterni e passare da un compito all’altro. Creare il giusto ambiente per il vostro bambino non significa essere iperprotettivi e, anche se questa accusa potrebbe esservi mossa, per il bambino è fondamentale che lo facciate. Il bisogno di prevedibilità Abbiamo già detto che il bambino con SNV odia le sorprese e sta bene nella routine. Quello che noi consideriamo noioso — ad esempio fare le stesse cose, nella stessa maniera, tutti i giorni — per lui è rassicurante. Comprendere il mondo gli è estremamente difficile, e quindi è anche stancante. Ha bisogno di molta prevedibilità per non arrivare a sera esausto. Molti di noi conoscono bene gli sbalzi di umore, gli scatti di collera o le crisi di pianto che i nostri bambini possono avere; quello che forse non sappiamo è che queste crisi sono direttamente collegate alle nostre aspettative non realistiche o alla complessità dell’ambiente. Anche se forse un bambino più grande riesce a gestire l’ambiente per un periodo di tempo più lungo, presto o tardi diventa troppo anche per lui. È essenziale ricordare che il bambino con SNV non ha «filtri» per escludere gli stimoli estranei, per cui tutto gli arriva con la stessa intensità — rumore, luci, immagini, persone — e si ritrova bombardato di informazioni che non è in grado di selezionare, scartando quelle irrilevanti e utilizzando quelle utili. Occorre quindi farlo al posto suo, creando un contesto nel quale riesca effettivamente a funzio- nare, contesto che può essere molto diverso da quello che vorremmo noi o che vorrebbero altre persone. Una mia cara amica, Liane Willey, ha trovato una frase perfetta: «È come se il loro cervello avesse bisogno degli occhiali da sole». È difficile immaginare come il mondo appaia al bambino con SNV. Poiché uno degli ambienti più complicati è la scuola, cercheremo di capire che tipo di esperienza ne fa lui. Prima di tutto, a scuola ci va con l’autobus, dove ci sono tutti quei posti, nessuna indicazione su quale scegliere e nessun amico a cui stare vicino. Durante il tragitto ci sono i rumori dell’automezzo e il vociare di decine di bambini. Bisogna preoccuparsi dei rumori? Sono normali? Di cosa stanno parlando i bambini? Come mai parlano così forte e si tirano degli oggetti? Quali sono le regole? Poi, quando l’autobus arriva a scuola, ancora più caos e centinaia di bambini che scendono da bus diversi, chiacchierando, urlando e tutti dando l’impressione di sapere dove andare. Mentre cerca di trovare la strada nella folla di bambini e nel
  • 20. GESTIRE L’AMBIENTE 75 labirinto di corridoi, l’ansia sale. Finalmente, trovata la sua classe, ripone le sue cose e si siede al banco. Mentre gli altri bambini entrano e si sistemano, parlando, gridando e trascinando le sedie sul pavimento, luci e rumore sono fortissimi. La giornata è appena incominciata ma per il bambino con SNV solo ar- rivare in classe è stato sfiancante. Quello ipersensibile al rumore sta soffrendo mentre quello ipersensibile alla luce vorrebbe chiudere gli occhi. Le regole sono un mistero: così tanti bambini che si comportano male sull’autobus e in classe; sembrano un branco di animali selvaggi. Poi, quando il rumore scompare di colpo, lui non capisce che è entrata l’insegnante e che bisogna comportarsi in maniera diversa. Il bambino con SNV, esausto, appoggia la testa sul banco e se la copre con le braccia. L’insegnante pensa che non dorma abbastanza, che non abbia fatto colazione o che si stia comportando male. Il fatto è che lui è già stanchissimo e sa che passeranno ancora molte ore prima di poter tornare a casa. Come se i problemi ambientali e sensoriali non fossero abbastanza, il bam- bino con SNV non riesce a prevedere quello che succederà. Molti di noi sanno essere flessibili, perché hanno sviluppato la consapevolezza che «se succede que- sto, allora si fa quello», che ci permette di gestire i cambiamenti. Generalmente sappiamo cosa è probabile che accada se si verificano determinate circostanze. Riusciamo a farlo anche perché ci basiamo sulle nostre esperienze precedenti. I bambini con SNV hanno difficoltà a generalizzare ciò che apprendono e quindi non riescono ad applicare le precedenti esperienze alle situazioni nuove che si presentano. Per loro, quindi, quasi tutte le situazioni sono nuove e non sanno come affrontarle. Pensiamo per un momento alle situazioni alle quali ci adattiamo con molta fatica: la morte di una persona cara, un divorzio, un nuovo lavoro o un trasloco. Queste situazioni sono traumatiche per noi perché non abbiamo sufficiente espe- rienza per sviluppare una strategia riguardo a come gestirle. La nostra reazione potrà essere di vario tipo: ansia, panico, rifiuto o depressione. Ora torniamo al bambino con SNV: – non capisce che la situazione che deve affrontare può essere simile a un’espe- rienza passata; – non riconoscendo le situazioni simili, non riesce a costruire un repertorio di esperienze da usare al momento opportuno; – non riesce a prevedere cosa succederà quando si presenta una nuova situa- zione. Visti dunque lo stress creato dall’ambiente e l’incapacità del bambino di generalizzare e di fare previsioni, non c’è da meravigliarsi che sia costantemente
  • 21. 76 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE stanco e stressato. Riuscireste a gestire l’equivalente di un divorzio o della morte di una persona cara ogni giorno? Questo è quello che capita al bambino con SNV e questo è il motivo per cui dobbiamo dargli più prevedibilità possibile. È fondamentale da parte nostra semplificare e strutturare l’ambiente in modo che riesca a trascorrere la giornata senza sfiancarsi. Solo successivamente potremo insegnargli a identificare le situazioni per lui difficili e delle strategie per ridurre lo stress. Prima o poi, dovrà vivere da solo ed essere in grado di crearsi un ambiente adeguato rispetto ai suoi bisogni. Gestire ambienti multipli Creare un ambiente appropriato per il bambino con SNV è ancora più complicato se entrambi i genitori lavorano, perché il bambino, che già ha difficoltà a gestire ambienti singoli, si ritrova a doverne gestire più di uno. Ciò produce ulteriore stress sia per lui e che per l’intera famiglia. Un bambino in età prescolare con entrambi i genitori che lavorano deve gestire due ambienti: la casa e il luogo dove trascorre le giornate (probabilmente la scuola dell’infanzia). Per un bambino in età scolare gli ambienti da gestire saranno almeno tre: la scuola, il luogo dove sta prima e dopo la scuola e casa sua. Se partecipa ad attività nel doposcuola, il problema è ancora più complesso. Se siete costretti ad avvalervi di una persona che si prenda cura dei vostri bambini mentre siete al lavoro, è molto meglio se riuscite a organizzarvi in modo che questa persona stia con loro in casa; che sia la vostra o quella della baby-sitter è indifferente. Nella scelta della baby-sitter, scegliete una persona compatibile con i bisogni del bambino: stesse regole, stesse routine, stesse aspettative, ecc., perché questo rende più probabile che riesca a gestire il bambino senza troppo stress. Purtroppo il problema degli ambienti multipli non viene meno con l’età; al contrario, si complica e si fa più stressante, perché le aspettative aumentano, l’ambiente diventa più complesso e le capacità del bambino sono sempre più inadeguate. È per questo motivo che spesso i bambini con SNV hanno grandi difficoltà nel passaggio alla scuola media: cambiano i compagni e le discipline di studio, aumenta il numero di insegnanti, ecc. In realtà si tratta di un passaggio difficile per tutti i bambini, ma per quelli con SNV lo è troppo. Tuttavia, dal momento che un insegnante o una scuola privata non sono alla portata di tutti, è necessario aiutarlo a gestire questo tipo di ambiente e limitare, o se possibile eliminare, la necessità di gestirne altri al di fuori di casa e scuola. Come insegnare al bambino a conoscere i propri bisogni, a comprendere cosa lo stanca e a gestire un ambiente complesso come la scuola media? L’ideale
  • 22. ORGANIZZAZIONE 85 8 Organizzazione Scoprirete rapidamente che l’ordine è un bisogno prioritario per i bambini con SNV, mentre la confusione è un problema. Ricordate che, a causa delle sue difficoltà spaziali, tenderà a inciampare negli oggetti lasciati in giro e a cadere; inoltre, dato che ha problemi di elaborazione delle immagini visive, è probabile che non riesca a trovare quello che sta cercando se il suo campo visivo è occu- pato dal caos. Organizzazione a casa I problemi di percezione visiva del bambino gli causano più problemi di quello che possiamo immaginare. Forse quella descritta di seguito è una situazione che vi è capitata spesso. Mandate il bambino in camera a prendere le scarpe. Lui obbedisce ma quando arriva in camera si è già dimenticato cosa deve prendere. Vi chiama e vi richiede cosa deve fare. Ritorna in camera, dove c’è confusione di vestiti, giocattoli, ecc. e non riesce a «vedere» le scarpe sul pavimento con tutto quel caos. Torna indietro senza scarpe, dicendovi che non le ha trovate. Voi sapete che ci sono, perché le avete viste cinque minuti prima. Adesso andate insieme in camera a cercare le scarpe. Sono lì dove le avevate viste poco prima. Vi arrabbiate e gli urlate: «Eccole là, guarda dove sono!». Nel bambino aumenta l’ansia perché avete alzato la voce. Ancora non le vede e replica: «Dove?». Pur- troppo la vostra pazienza può essere al limite e rispondete urlando ancora più forte: «Là, in mezzo alla stanza. Sei cieco?». Il punto è che in questa situazione
  • 23. 86 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE è come se lui fosse realmente cieco. Non riesce proprio a mettere a fuoco le scarpe nella confusione che regna sul pavimento. Ci sono alcune alternative che dovrebbero rivelarsi meno stressanti per entrambi. Potreste accompagnare il bambino a cercare le scarpe, ma questo presuppone che stiate con lui: «Fai due passi avanti, fermati, chinati, sposta la mano verso il letto ed ecco le scarpe». La cosa migliore, però, sarebbe che lui riuscisse a trovare le scarpe da solo senza aiuti. Condurlo all’autonomia richiede una grande organizzazione, sia in camera da letto che in tutta la casa. Sicuramente una buona cosa, ma se generalmente siete disordinati odierete questo capitolo. Organizzando opportunamente la casa per vostro figlio, ridurrete la fre- quenza delle sue crisi e lo aiuterete a sviluppare quelle abilità organizzative che gli serviranno per essere autosufficiente in futuro. La casa rappresenta un mi- crocosmo e in casa si trovano molti esempi delle difficoltà che il bambino deve affrontare nel mondo esterno. Fornirgli delle strategie per «funzionare» bene in casa è importante per aiutarlo ad affrontare il mondo esterno. Si inizia con l’organizzazione, molta organizzazione, fin da quando il bambino è piccolo, perché presto non accetterà più cambiamenti. Come abbiamo visto, questi bambini trovano grande sicurezza nella ripetitività. Quindi iniziate subito e coinvolgetelo nell’organizzazione della sua camera da letto. Questo capitolo propone delle idee potenzialmente utili: applicate quelle che fanno al caso vostro e lasciate perdere le altre. Riporre le cose Per questi bambini non è adatto l’uso del cesto per i giocattoli. È molto comodo per i genitori, perché possono buttarci dentro tutto rapidamente, ma per il bambino è poi un incubo trovare un gioco. È normale: se non riesce a trovare le scarpe sul pavimento della camera da letto, come può trovare un gioco nella confusione del cesto? Dovrà tirare fuori un gioco alla volta fino a quando troverà quello che sta cercando. È vero che lo fanno tutti i bambini, ma per quelli con SNV è l’unica maniera di trovare quello che stanno cercando se è insieme a tanti altri oggetti. Invece che un unico cesto provate a usare tanti contenitori più piccoli metten- do insieme le cose simili. Potrebbe essere utile etichettare i contenitori in qualche maniera: con delle parole o con dei colori in modo che il bambino sappia come trovare quello che sta cercando. Dei contenitori di plastica trasparente possono essere molto utili a questo proposito. Mentre organizzate i giocattoli del bambino fatevi aiutare da lui, chiedendogli di mettere le cose simili nello stesso contenitore. Ai più piccoli questo è utile anche per iniziare a sviluppare le capacità di identificare
  • 24. ORGANIZZAZIONE 87 categorie e somiglianze, concetti importanti da sviluppare nei bambini con SNV, dato che non tendono a pensare spontaneamente per insiemi. Cercate di farlo divertire mentre dividete i giocattoli. Ricordate che ha scarse abilità organizzative, quindi siate pazienti mentre impara, altrimenti è probabile che si stufi e rinunci. Va guidato e aiutato, ma deve fare da solo quello di cui è capace. Collezioni La maggior parte dei bambini con SNV, se non tutti, tendono a essere dei collezionisti naturali. Questo tipo di hobby va incoraggiato, quale che sia la cosa che il bambino vuole collezionare. Sarà molto ricettivo nell’organizzare i suoi «tesori» e questo sarà utile perché lo aiuterà a sviluppare le prime abilità organizzative. Aiutatelo e dategli qualche idea su come procedere. Per esem- pio, se raccoglie figurine, potete organizzarle in raccoglitori, album o qualsiasi cosa lo diverta. Spiegategli i vantaggi delle diverse alternative e poi lasciatelo scegliere. Una volta scelto il tipo di raccoglitore da usare, aiutatelo a organiz- zare la collezione magari etichettando le diverse cose. Ricordatevi che questo è un compito difficile per lui, e potrebbe stancarsi in fretta, ma probabilmente accoglierà di buon grado l’ordine, la struttura e il vostro aiuto. Insegnare subito degli schemi organizzativi renderà poi più facile al bambino applicarli quando andrà a scuola. Scaffali e scatole La cosa migliore per la camera del bambino è evitare i cassetti e usare scaffali e scatole. Per qualche capo di abbigliamento, come calze e mutande, probabil- mente vorrete usare dei cassetti, e va bene, ma per il resto preferite scaffali e scatole, perché permettono al bambino di vedere quello che sta cercando senza doversi ricordare in quale cassetto è. Anche se il bambino è piccolo, iniziate gradatamente a spiegargli dove sono le cose e che ogni cosa ha un posto. Nei limiti del possibile, evitate le grucce: se proprio occorre appendere qualcosa, come l’accappatoio, preferite un grosso gancio. Ricordate di mettere sempre le cose nello stesso posto, altrimenti il bambino difficilmente imparerà a trovarle e a diventare indipendente. Organizzare i vestiti Organizzate i vestiti del bambino nell’ottica che, presto o tardi, sarà lui a scegliere cosa mettersi. Valutate se sia meglio mettere in un posto tutte le cami-
  • 25. COMUNICAZIONE 115 informato. Non pensa che siate dei chiaroveggenti, è che semplicemente dà per scontato che pensiate la stessa cosa. Quindi bisogna insegnargli che le altre persone, inclusi i genitori, non sanno quello che lui pensa: i suoi pensieri restano un mistero per gli altri finché lui non ne parla. Le conseguenze della comunicazione inefficace Le difficoltà di comunicazione dei bambini con SNV spesso vengono inter- pretate come scatti di collera, ma in realtà questi bambini non sono «capricciosi»: hanno un disturbo e «vanno in tilt» quando non ce la fanno più. Vediamo cosa potrebbe innescare uno scatto d’ira nel doposcuola. Ogni giorno il bambino va a scuola e capisce poco di cosa dice l’insegnante, delle regole di comportamento non scritte, delle conversazioni; pranzo e ricreazione sono un incubo, e non ha amici che possano aiutarlo. Alla fine della giornata, dopo essere stato preso di mira da alcuni bulli sullo scuolabus, arriva a casa e la mamma gli chiede: «Come è andata oggi?». La rabbia esplode e il bambino urla alla madre. Si sente completamente solo e spaventato. Se la madre gli volesse davvero bene, non lo manderebbe tutti i giorni a soffrire in quella terribile scuola. La rabbia del bambino aumenta e inizia a gridare alla madre che la odia e che vorrebbe che fosse morta. Temo che questi episodi, che spesso chiamiamo «crisi», vi siano ben noti. Il bambino è stressato da una giornata piena di incomprensioni e presunte offese, e una domanda apparentemente innocente è la goccia che fa traboccare il vaso. Cercare di trovare un significato nel caos Che fare allora? Prima di tutto occorre capire che questo non è un classi- co scatto di collera. Poi fate un profondo respiro: non fatevi coinvolgere dalla rabbia del bambino e non cercate di farlo smettere troppo presto. Anche se ci sono dei limiti da non superare — non deve dare botte o danneggiare gli oggetti — lasciategli sfogare la rabbia. Quando si sta calmando, ripercorrete gli eventi della giornata con lui cercando di capire cosa gli ha dato più fastidio. Dato che deve continuamente affrontare delle difficoltà sul piano personale, rabbia e frustrazione saranno purtroppo una compagnia costante. È importante che vostro figlio sappia cosa gli provoca rabbia, e che voi lo aiutiate a capirlo, per- ché probabilmente non sarà in grado di fare il collegamento da solo. Se esiste una soluzione che il bambino realisticamente può gestire da solo, spiegategliela in modo che la prossima volta possa affrontare meglio il problema. Se invece
  • 26. 116 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE pensate che non sia in grado di gestire il problema da solo, fatelo voi. Cercate di non concentrarvi solo sulle cose negative, ma ripercorrete insieme anche le parti positive della giornata. Un sorriso da un insegnante, o il solo fatto di non avere avuto problemi particolari, può essere un aspetto piacevole da ricordare. Usando questo approccio per migliorare le abilità comunicative di vostro figlio, lo aiutate anche a migliorare le sue abilità di risoluzione dei problemi e, conside- rando insieme sia le cose positive che quelle negative, lo aiutate a sviluppare una prospettiva equilibrata che difficilmente svilupperebbe da solo. Per questi bambini è incredibilmente difficile gestire un ambiente stressante come quello scolastico per un’intera giornata. La conseguenza è che basta poco per mandarli in crisi. Una battutina sullo scuolabus può rovinare l’intera giornata. Andare alla radice del problema e trovare una soluzione con il bambino è molto importante, altrimenti rischia di non farcela mai. Fategli capire che avete il controllo della situazione, anche se a lui manca. Il bambino con SNV ha bisogno di continue rassicurazioni sul fatto che lo capite e lo proteggete. Indagare Se il bambino ha spesso crisi quando torna da scuola, dovete investigare un po’. Più è stressato e frustrato a scuola, più farà fatica con il programma scola- stico. Dovete capire perché torna sempre a casa stanco e arrabbiato. Ricordate quello che abbiamo detto all’inizio del capitolo 7: «La cosa più importante che potete fare per il vostro bambino è creargli l’ambiente giusto». Se questo è vero per quanto riguarda il contesto di casa, lo è ancor di più per la scuola, perché lì voi non ci siete e lui è da solo. Sempre nel capitolo settimo abbiamo detto che esiste una relazione diretta tra le crisi del bambino e le aspettative esagerate che si hanno su di lui o la complessità dell’ambiente in cui vive. Continue crisi dopo la scuola possono significare che gli insegnanti o l’ambiente scolastico non vanno incontro ai bisogni del bambino. Quindi fate gli investigatori e cercate di capire cosa a scuola non va bene per lui e cercate di farlo modificare. Riepilogo Più del 65% della comunicazione si svolge sul piano non verbale ed è composta dal linguaggio del corpo, dalle espressioni del volto, dai toni di voce e dall’integrazione di queste componenti con le parole. Oltre ad avere difficoltà con gli aspetti non verbali della comunicazione, il bambino con SNV ha bisogno di imparare i molteplici significati delle parole, a capire se una persona si sta
  • 27. 126 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE il linguaggio deve essere semplice: «Con la mamma e il papà puoi sederti sulle ginocchia, ma quando abbiamo visite non puoi sederti sulle gambe degli ospiti: devi sederti su una sedia». Il bambino piccolo può anche esagerare con abbracci e baci agli amici, e per questo occorre insegnargli la necessità di dare agli amici il giusto spazio. Potreste usare la regola del braccio: non deve avvicinarsi a più di un braccio a chi non è un componente della famiglia. I gruppi di abilità sociali guidati da un educatore/insegnante sono un’ottima risorsa per i bambini con SNV di tutte le età. Al riguardo potete informarvi a scuola per vedere se questo tipo di attività è disponibile. Le regole dell’etichetta Nei bambini più grandi, le difficoltà a regolare le distanze possono riguar- dare, oltre al piano fisico, anche altre aree. Vediamo cosa potrebbe succedere. Vostro figlio telefona a un amico che non può venire all’apparecchio. La madre del suo amico gli dice che lo farà richiamare poco dopo. Passano cinque o dieci minuti e, non ricevendo la chiamata, ritelefona lui. A questa potrebbero seguire altre telefonate finché la madre dell’amico perde la pazienza o l’amico viene al telefono. Il bambino con SNV ha dato fastidio al suo amico e a sua madre con le sue continue chiamate, senza rendersene conto, perché non sa che c’è una regola non scritta secondo cui deve aspettare che l’amico ritelefoni ed è antipa- tico insistere richiamando continuamente. Occorre quindi insegnargli le regole dell’etichetta; per quanto riguarda il telefono, queste potrebbero essere: – non telefonare prima delle 9 del mattino; – non telefonare tra le 7 e le 9 di sera (quando le famiglie mangiano); – non richiamare se non sono passate almeno tre ore dal tentativo precedente; – non telefonare dopo le 9.30 di sera; – non fare chiamate interurbane senza permesso. Le regole del telefono, come tutte le altre, dovrebbero essere adeguate all’età e allo stile di vita. In ogni caso, quali che siano, il bambino deve esserne informato, così come deve essere informato delle conseguenze del violarle. Molti bambini sembrano apprendere le regole dell’etichetta senza specifiche istruzioni, ma ciò non accade a quelli con SNV. Potrebbe essere utile comprare un libro sul «galateo» e usarlo tutte le volte che una situazione richiede di capire le norme sociali opportune. Per esempio, quando è appropriato fare un regalo e qual è una maniera educata di ricevere un regalo, specialmente uno che non piace? Il bambino deve capire perché è carino portare un ricordino ai suoi amici quando torna da un viaggio.
  • 28. ABILITÀ SOCIALI 127 Utilizzare un libro sulle buone maniere ha anche un altro vantaggio. Poiché i bambini con SNV tendono a credere a tutto quello che leggono, questo può giocare a vostro favore. Vostro figlio potrebbe pensare che è molto divertente infilarsi una cannuccia nel naso mentre siete al ristorante, ma se gli fate leggere cosa ne dice il galateo e ne parlate con lui potreste avere dei buoni risultati. Per questo libro, preferite un’opera che presenti l’etichetta in una maniera divertente sia per i bambini che per gli adolescenti. Il buonsenso sociale Il bambino SNV avrà bisogno di istruzioni specifiche sulle regole sociali che governano varie relazioni: ad esempio, quello che può dire a casa potrebbe non essere appropriato da dire a persone al di fuori del nucleo familiare. Deve anche acquisire il buonsenso sociale connesso alle diverse situazioni; ad esempio, un’inte- razione con un amico è diversa da quella con un insegnante, perché ci si aspetta che i bambini trattino gli insegnanti con rispetto. Non sarebbe corretto per il bambino con SNV dare una pacca sulla spalla all’insegnante come ha visto fare tra due suoi amici poco prima. Un’azione di questo tipo potrebbe procurargli una punizione. Cercate di evitare il più possibile questi equivoci dando a vostro figlio delle linee guida o delle regole esplicite da seguire quando interagisce con persone diverse. L’abito fa il monaco Una volta raggiunta l’adolescenza, il bambino con SNV deve conoscere cosa esprimono le persone attraverso il loro aspetto. Come tutto il resto, anche questo richiederà un insegnamento specifico. Fategli notare cosa indossano i suoi amici e l’immagine che presentano. Informatevi sui vari gruppi che ci sono nella scuola di vostro figlio e vedete qual è la loro «uniforme». Assicuratevi che comprenda che, giusto o sbagliato, i suoi coetanei e i suoi insegnanti lo giudiche- ranno, almeno all’inizio, anche in base al suo aspetto e spiegategli il significato di «prima impressione». Nel capitolo precedente abbiamo visto come guardare la gente sia una stra- tegia efficace per insegnare le espressioni del volto e il linguaggio del corpo; lo è anche per insegnare come l’aspetto esteriore parli di noi. Insegnate al bambino qual è un aspetto socialmente accettabile e aiutatelo a scegliere un guardaroba che non rischi di isolarlo. Vogliamo che i nostri bambini raggiungano un buon livello di competenza sociale e di accettazione. Le abilità sociali sono comportamenti specifici e da impararsi singolarmente. Tuttavia, la competenza sociale è la fluida e sequenziale
  • 29. FRONTEGGIARE I CAMBIAMENTI 147 Vacanze Per la maggior parte delle persone le vacanze sono un momento di diver- timento e di svago, ma per il bambino con SNV può non essere così. Ricordate che le vacanze spesso implicano cambiamenti nelle routine e nuove esperienze. Per quanto riguarda le vacanze, due delle esperienze più stressanti sono i viaggi di famiglia e le colonie estive. Riguardo ai primi, mantenete per quanto possibile una continuità. Ad esempio, se vi piace il lago o il mare, cercate di affittare tutti gli anni la stessa casa. Questo darà un senso di sicurezza al bambino con SNV, che ritornando spesso nello stesso luogo potrà acquisire familiarità con esso e avrà una discreta conoscenza di quello che può aspettarsi. Portate con voi oggetti di casa come la sua coperta, il cuscino o qualsiasi altra cosa che gli dia conforto. Se preferite cambiare meta ogni volta, considerate la possibilità di soggior- nare sempre in alberghi della stessa catena; in questo modo vostro figlio si sentirà comunque un po’ rassicurato nel trovare alcuni particolari uguali. Un altro vantaggio di stare nella stessa casa o nella stessa catena di alberghi da un anno all’altro è che vostro figlio riuscirà a essere più autonomo. Se siete in albergo e vostro figlio è grande abbastanza, dategli la chiave e semplici compiti come prendervi un gelato o una bibita. Queste piccole cose gli daranno un senso di indipendenza e di autorealizzazione. Se state valutando la possibilità di mandarlo in colonia, assicuratevi che possa essere per lui un’esperienza utile e gioiosa. Noi genitori tendiamo a pen- sare che la colonia estiva sia una grande avventura per i nostri bambini e che si divertiranno, ma questo non sempre è vero, specie per i bambini con SNV. Anche se generalmente nelle colonie le attività giornaliere sono strutturate e supervisio- nate, ci sono anche molti momenti liberi e caotici, nei quali le richieste sul piano sociale e la confusione potrebbero essere opprimenti per vostro figlio. Visitate la colonia con molto anticipo, parlate dei bisogni di vostro figlio con il direttore e assicuratevi che siano in grado di aiutarlo. Accompagnate il bambino a visitare la colonia prima che inizi, in modo che cominci ad acquisire familiarità con il luogo e il personale. Quando è là, rassicuratelo garantendogli che, se dovesse avere delle difficoltà, può chiamarvi e lo andrete a prendere. Una scelta migliore può essere quella di optare per una colonia estiva aperta a bambini con disturbi dello sviluppo; generalmente, queste offrono una maggiore strutturazione delle attività e un maggior numero di operatori (in genere un adulto ogni 2-3 bambini), peraltro preparati: spesso sono insegnanti con esperienza o studenti universitari che si stanno specializzando in questo tipo di problemi.
  • 30. 148 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE Un’ultima considerazione riguardo alle vacanze è quella di riflettere sul fatto che il bambino può aver bisogno di quel tempo per ricaricare le batterie, perciò è possibile che insista affinché, durante le vacanze, non si faccia niente; potrebbe avere ragione. La scuola è incredibilmente stressante per lui e una settimana tranquilla durante le vacanze, o anche un’intera estate senza pretese, può essere esattamente ciò di cui ha bisogno. Spesso siamo convinti che i nostri bambini debbano fare qualcosa di speciale nel loro tempo, ma per il bambino con SNV «speciale» può voler dire semplicemente riposo. Traslochi e trasferimenti Il cambiamento probabilmente più difficile da fronteggiare per un bambino in età scolare è quello di casa o, ancora peggio, di città. Se dovete annunciargli un trasloco/trasferimento, aspettatevi i fuochi d’artificio, perché stanno per arrivare: probabilmente continuerà a urlare, sbraitare e accusarvi dal momento dell’annuncio fino a ben dopo che vi sarete sistemati nella nuova casa. Molti bambini fanno fatica a adattarsi ai trasferimenti, ma un bambino con SNV probabilmente reagirà in modo estremo. Considerando le sue enormi difficoltà a comprendere il mondo che lo circonda, non c’è da meravigliarsi: la sua sicu- rezza, probabilmente l’unico posto in cui si sente sicuro, gli sta venendo meno. Se il trasloco è assolutamente necessario, programmatelo per i mesi estivi in cui non va a scuola. È impensabile che riesca a gestire le richieste della scuola e un trasloco allo stesso tempo. Anche se non avete altra scelta, cercate di capire le difficoltà del bambino e le sue reazioni. Se il solo trasloco in un’altra casa sarà difficile, il trasferimento in un’altra città sarà traumatico. Pensiamo anche soltanto ad alcune delle novità alle quali si dovrà adattare: – nuova casa; – nuove abitudini; – nuovi vicini; – nuovo medico di famiglia; – nuovo dentista; – nuova scuola; – nuovi insegnanti; – nuovo autista dell’autobus; – nuovi bambini. Date le sue forti difficoltà a gestire i cambiamenti, è evidente perché la sua reazione a un trasferimento possa essere così drammatica. Dovrete investire
  • 31. IL PROFILO DELLO STUDENTE CON SNV 163 15 Il profilo dello studente con SNV In questo capitolo viene descritto il profilo dell’alunno con SNV in tre diverse fasce d’età: scuola dell’infanzia e primi anni di quella primaria, ultimi anni di scuola primaria, scuola secondaria di primo grado. Se un bambino non ha ancora ricevuto la diagnosi, questo profilo può aiutare gli insegnanti a capire se sia il caso di sottoporlo a una valutazione specifica. Se la diagnosi è stata posta, sarà utile a genitori e insegnanti per comprendere gli effetti che il disturbo ha sul bambino nel contesto scolastico in ciascuno dei tre periodi evolutivi indicati sopra. L’ideale sarebbe che la SNV venisse riconosciuta quando il bambino è molto piccolo. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, la diagnosi viene posta più tardi, quando ha già iniziato la scuola, verso gli 8 anni o oltre. Vi sono tuttavia alcuni segnali che potrebbero denotare precocemente la presenza di questo disturbo. Spesso genitori e insegnanti notano le difficoltà del bambino, ma confidano che si risolveranno col tempo. È fondamentale che gli insegnanti conoscano il profilo dell’alunno con SNV, al fine di poterlo individuare e valutare specificamente. Prima viene posta la diagnosi e prima si potrà intervenire, migliori saranno gli esiti a lungo termine per il bambino. Scuola dell’infanzia e primi anni della primaria A volte, gli insegnanti di questi bambini, per quanto li conoscano ormai da anni, non possiedono le informazioni necessarie per comprendere i sintomi che
  • 32. 164 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE manifestano. Di seguito vengono descritte alcune caratteristiche generalmente presenti negli alunni con SNV di età compresa fra i 5 e gli 8 anni. Bisogno di strutturazione, prevedibilità e guida Questi bambini hanno un forte bisogno di regole e possono perciò preoccu- parsi particolarmente a questo riguardo, domandando continuamente chiarimenti o dicendo che non le capiscono. Accade spesso che non sappiano cosa fare, perciò osservano i compagni o guardano il loro quaderno per capire come procedere. L’alunno con SNV tende a non chiedere informazioni direttamente all’insegnante, preferendo generalmente rivolgersi a un compagno; se non ottiene i chiarimenti di cui ha bisogno, è facile che vada in ansia. Si trova in difficoltà nelle situazioni poco strutturate: non è in grado di in- tuire cosa ci si aspetta da lui e in generale gestisce male l’incertezza, diventando ansioso o manifestando comportamenti immaturi e/o inappropriati. La mensa può essere un luogo particolarmente difficile da affrontare: spesso ha bisogno di aiuto per prendere il cibo e le bevande, soprattutto se deve utiliz- zare il denaro, se ci sono più alternative tra cui scegliere o se deve fare la fila. Si noterà che il bambino mangia sempre le stesse cose: le persone con SNV amano la monotonia. Stare a tavola con i compagni è difficile per lui, perché richiede di interagire socialmente. Ha scarse abilità di autonomia e, rispetto ai compagni, ha un maggiore bisogno di aiuto — nell’immediato e nel tempo — nel togliere e mettere la giacca o la maglia, nell’abbottonarsi o tirare su/giù le cerniere, nell’allacciarsi le scarpe; riguardo a quest’ultima abilità, in particolare, è probabile che non la acquisisca pienamente prima della quarta/quinta classe della scuola primaria. Abilità motorie Quasi sempre l’alunno con SNV ha difficoltà nelle attività artistiche: a restare dentro i contorni quando colora, a maneggiare i pennelli, a usare le forbici, a infi- lare perline. Avendo problemi a livello sensoriale, potrebbe rifiutarsi di dipingere con le dita. In ogni caso, una volta completati, i suoi lavori sembrano prodotti da un bambino più piccolo. Evidenzia inoltre difficoltà in altre attività che richiedono una buona compe- tenza fino-motoria, come impugnare correttamente gli strumenti di scrittura ed esercitare la pressione corretta, scrivere sulle righe e dentro i margini, per cui la sua grafia appare immatura. Similmente, tende a schiacciare troppo sia quando
  • 33. IL PROFILO DELLO STUDENTE CON SNV 165 scrive che quando cancella, spesso strappando il foglio. Date queste difficoltà, è probabile che sviluppi un’avversione per la scrittura manuale. Inoltre, l’alunno con SNV è generalmente goffo, cosa che si evidenzia soprattutto durante le lezioni di educazione motoria. Può avere un’andatura insolita, che gli impedisce di correre con grazia, e difficoltà a saltare, saltellare e arrampicarsi. Incapace di comprendere le regole, può sentirsi completamente perso negli sport di squadra. Abilità comunicative e sociali Le abilità verbali del bambino con SNV appaiono immediatamente evidenti agli adulti: ha un vocabolario ricco e spesso parla come un piccolo adulto. Poiché questo suo modo di parlare può infastidire i compagni, è possibile che il bambino preferisca interagire con gli insegnanti anziché con i pari, perché si sente più a suo agio e perché gli adulti sono solitamente più prevedibili dei bambini. L’alunno con SNV fraintende sistematicamente quanto gli viene detto: le istruzioni dell’insegnante come le parole dei compagni. Ad esempio, può dire che un bambino gli ha detto cose cattive, quando magari il compagno intendeva tutt’altro. È probabile che questi equivoci costituiscano un problema cronico. Il bambino con SNV è goffo nelle situazioni sociali, ma non per questo evita sempre di interagire con gli altri. Quando i suoi compagni entrano in classe al mattino, chiacchierando mentre sistemano le loro cose, sembra che quello con SNV non se ne accorga: entra, va al suo posto, tira fuori le sue cose e aspetta in silenzio che inizi la lezione. Se decide di interagire con uno o più compagni, generalmente i suoi approcci sono inappropriati, immaturi o intempestivi. Spesso la ricreazione è un momento particolamente difficile, perché le ri- chieste sociali possono essere opprimenti per lui. La sua incapacità di mantenere una reciprocità sociale diventa evidente: non cede l’altalena quando è finito il suo turno, non restituisce la palla con cui stanno giocando i suoi compagni. Nel corso del tempo, i pari possono rifiutarlo, per cui il bambino con SNV rimane in disparte, da solo, e a volte si rifiuta di fare la ricreazione. Comportamento Il bambino con SNV ha generalmente una voglia di imparare che lo distingue dagli altri alunni, prende molto sul serio le attività scolastiche e di fatto può essere un perfezionista. A volte preferisce stare tutto il tempo in classe anziché partecipare alle attività sociali, come la ricreazione, che sono troppo difficili per lui.
  • 34. 166 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE Quando va in ansia, non è facile rassicurarlo e farlo calmare. Molte volte deve essere condotto fuori dalla classe in modo che possa riprendersi in un luogo tranquillo, con l’aiuto di un adulto. L’alunno con SNV dà il meglio di sé nei contesti strutturati, come le lezioni alla scuola primaria, mentre si trova in difficoltà in quelli meno strutturati, come i laboratori. Talvolta, se gli insegnanti che tengono le lezioni tradizionali e quelli che conducono i laboratori sono diversi, possono sorgere dei fraintendimenti, poiché i primi spesso non rilevano problemi comportamentali, dato che l’am- biente è adeguato alle caratteristiche dell’alunno con SNV (anzi, a loro il suo comportamento può apparire molto migliore di quello dei compagni), mentre i secondi ne riscontrano molti, dato che il bambino ha difficoltà ad affrontare le situazioni non strutturate. Abilità visuospaziali e organizzative L’alunno con SNV può avere notevoli difficoltà a copiare dalla lavagna o da un libro e fare errori che possono sembrare di distrazione, ma che in realtà sono dovuti ai suoi deficit di elaborazione visiva. Nella maggior parte dei casi, ha problemi spaziali significativi e si perde facilmente. Ha difficoltà a spostarsi all’interno della scuola, a ricordare il percorso per raggiungere la propria classe, l’uscita, le toilette, ed è meglio evitare di asse- gnargli l’incarico di capofila. Durante le gite di istruzione, è importante tenerlo d’occhio affinché non si allontani troppo dal gruppo. Spesso ha difficoltà a comprendere i concetti temporali, come l’ora, i giorni della settimana, e il numero di giorni in ogni mese, di mesi nell’anno, di giorni nell’anno, ecc. Generalmente le sue abilità organizzative sono molto scarse e il suo banco può essere il più disordinato della classe. Dimentica di consegnare i compiti alla scadenza fissata e tende a perdere le cose. Altre abilità Sebbene il bambino con SNV possa essere intelligente, generalmente impiega molto tempo a completare i compiti e a rispettare i tempi dati. I deficit nelle aree visiva e tattile possono indurre alla conclusione erronea che abbia un disturbo da deficit dell’attenzione con o senza iperattività, e questo perché nei primi anni di scuola buona parte dell’insegnamento e dell’apprendimento si basa sui canali visivo e tattile e il bambino con SNV fatica a seguire le attività a causa delle sue incapacità in una — o entrambe — di queste modalità.
  • 35. STRATEGIE DIDATTICHE 181 17 Strategie didattiche ChiunqueabbialavoratoastrettocontattoconunbambinoconSNVavrànotato che è spesso confuso, disorientato, ansioso. Ha enormi difficoltà a comprendere il mondo che lo circonda e, per quanto desideri fortemente essere all’altezza delle aspettative degli altri, non riesce a comprendere quali sono queste aspettative, e cosa fare per soddisfarle. L’alunno con SNV è spesso un perfezionista, general- mente perché non coglie le sfumature. A differenze di molti altri bambini, che fanno il minimo sufficiente, questo si impegna al 100% in ogni compito. Considerato quanto gli costa, è straziante vedere come si sforzi, come ce la metta tutta e non riesca ugualmente a dare il meglio. Merita perciò un tipo di insegnamento che gli permetta di apprendere, dimostrare le sue capacità e avere successo. In questo capitolo sono descritte le strategie didattiche adatte agli studenti con SNV di ogni età. Stile di apprendimento Avendo uno stile di apprendimento generalmente concreto e letterale, lo studente con SNV ha bisogno di indicazioni molto precise per funzionare in maniera adeguata nell’ambiente scolastico. Il suo successo dipende dalla qua- lità delle informazioni e delle istruzioni che riceve. Quando si lavora con lui, è fondamentale esprimersi in maniera precisa ed esplicita. Per quanto riguarda le aspettative rispetto ai compiti, due strumenti molto utili per chiarirle senza possibilità di equivoco sono le griglie e i modelli.
  • 36. 182 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE Le griglie di autovalutazione La griglia è uno strumento di autovalutazione che elenca i criteri da rispettare nello svolgimento di un compito, cioè le cose importanti da fare. È molto utile per gli studenti con SNV e andrebbe utilizzato il prima possibile e successivamente usato sistematicamente. Una griglia di autovalutazione di una composizione scritta, ad esempio, potrebbe indicare che il compito verrà valutato in base all’efficacia del testo rispetto agli obiettivi che si propone, all’organizzazione del testo, ai dettagli inseriti e alle meccaniche di scrittura. Di norma, inoltre, tale strumento contiene anche una scala di punteggi corrispondenti ai diversi livelli di qualità dei vari aspetti del compito; ad esempio, per quanto riguarda le meccaniche di scrittura, tali criteri potrebbero definire il livello minimo di prestazione (molti errori di grammatica, punteggiatura e ortografia) e quello massimo (uso sempre accurato della grammatica, della punteggiatura e dell’ortografia). Le griglie di autovalutazione tolgono l’alone di mistero che avvolge, agli occhi dello studente con SNV, le aspettative dell’insegnante ed è per questo che sono tanto utili per questi alunni che hanno bisogno di istruzioni molto specifiche. Naturalmente, sarà necessario insegnare come utilizzarle. I modelli Un modello è semplicemente un esempio di compito svolto ed è utile per mostrare allo studente con SNV come deve essere, alla fine, una composizione scritta, una ricerca, ecc. È opportuno fornire più modelli per ogni compito, in modo che lo studente comprenda bene la differenza tra un compito svolto male, discretamente o in modo eccellente. I modelli sono efficaci soprattutto se vengono utilizzati insieme alle griglie di autovalutazione. Riprendendo l’esempio della com- posizione scritta proposto sopra, si potrebbero fornire allo studente con SNV dei modelli che gli mostrino i diversi gradi di qualità di svolgimento del compito. Insegnamento unimodale Essendo incapace di elaborare informazioni recepite simultaneamente at- traverso canali diversi, lo studente con SNV apprende generalmente in maniera unimodale: mentre gli altri traggono vantaggio da un insegnamento multimodale — in cui, ad esempio, si forniscono contemporaneamente istruzioni verbali e dimostrazioni pratiche — è molto probabile che esso non agevoli lo studente con SNV, che non riuscirà a elaborare le informazioni verbali o quelle visive. Questo è vero soprattutto nel caso dei bambini. È molto più opportuno fornire prima
  • 37. STRATEGIE DIDATTICHE 183 la spiegazione verbale e fare poi la dimostrazione, ricordando sempre che le strategie visive e tattili solitamente non si addicono allo stile cognitivo di questi alunni e che è quindi preferibile privilegiare la modalità verbale. Oltre che confuso, lo studente con SNV può apparire distratto o trasognato; questo accade perché, per concentrarsi, ha bisogno di evitare il contatto ocula- re. Tale comportamento si rileva più frequentemente nella scuola secondaria di primo e secondo grado, quando lo studente con SNV è ormai consapevole di non riuscire ad ascoltare e osservare contemporaneamente, perciò, per ascoltare l’insegnante ed elaborare quanto sta dicendo, ha bisogno di guardare fuori dalla finestra o tenere gli occhi abbassati sul banco. Purtroppo per l’insegnante, lo studente con SNV generalmente non dà i se- gnali tipici di partecipazione alla lezione, come tenere lo sguardo fisso sul docente, sorridere quando si stabilisce il contatto oculare, annuire per esprimere che ha capito o che è d’accordo con quanto si sta dicendo. Tuttavia, l’assenza di questi segnali, benché possa essere frustrante per il docente, non significa che l’alunno con SNV non stia imparando. Essendo una diretta conseguenza del disturbo del ragazzo, non ha senso tentare di modificare questi aspetti; piuttosto, è meglio che l’insegnante utilizzi altre modalità per stabilire se lo studente con SNV è attento e sta imparando, possibilmente concordandole con lui. Trovare insieme un segnale per comunicare è molto utile anche perché generalmente lo studente con SNV non ama attirare l’attenzione e ha difficoltà a organizzare i propri pensieri, per cui evita di alzare la mano quando non ha capito o ha bisogno di aiuto. Il segnale concordato lo aiuterà a esprimere i suoi bisogni senza creargli disagio. È importante evitare tutto ciò che può ostacolare l’ascolto della lezione da parte dello studente con SNV; ad esempio, non gli va mai richiesto di scrivere o fare qualcos’altro mentre l’insegnante spiega. Ciò significa che lo studente con SNV non è in grado di prendere appunti; è meglio fornirgli una sintesi della le- zione prima di iniziare la spiegazione, così che il ragazzo sia in grado di seguire e di evidenziare le informazioni che il docente sottolinea come importanti senza che ciò influisca negativamente sulla sua attenzione uditiva. L’unica eccezione a questa regola generale la si può fare nel caso di uno studente con SNV della scuola secondaria superiore che dimostri chiaramente di essere in grado di prendere appunti senza che questo comprometta l’ascolto dell’insegnante e la comprensione. Apprendimento meccanico e apprendimento significativo Lo studente con SNV ha notevoli abilità di memoria meccanica, soprattutto per il materiale presentato verbalmente. Di conseguenza, memorizza piuttosto
  • 38. ARITMETICA E MATEMATICA 215 20 Aritmetica e matematica Nella maggior parte dei casi, lo studente con SNV ha difficoltà con almeno alcuni aspetti dell’aritmetica e della matematica, difficoltà che dipendono da varie cause connesse alla SNV: le scarse abilità fino-motorie gli impediscono di tracciare agevolmente i numeri e allinearli/incolonnarli; i deficit nelle capa- cità di elaborazione e di organizzazione visiva gli rendono difficile riconoscere i simboli matematici delle diverse operazioni e identificare i numeri sui quali operare nei vari momenti; la necessità di applicare alternativamente differenti abilità di base nell’esecuzione di compiti come la moltiplicazione e la divisione complica ulteriormente l’attività. Andando avanti negli anni di scuola, via via che la matematica diventa più astratta, lo studente con SNV non riesce più a compensare i suoi deficit. Molti alunni con SNV imparano i fatti aritmetici e le abilità matematiche di base senza particolari problemi, perché hanno ottime abilità di memoria mecca- nica. Tuttavia, quando le richieste si fanno più complesse — generalmente negli ultimi anni di scuola primaria — e i concetti matematici proposti implicano l’uso di abilità visuospaziali, che sono proprio quelle in cui lo studente con SNV ha i maggiori deficit, si rendono necessari interventi specifici, un insegnamento uno a uno e strategie individualizzate. Il più delle volte lo studente con SNV apprende attraverso un unico canale, il che significa che, a differenza di altri studenti, non è avvantaggiato da una presentazione del materiale che si avvalga contemporaneamente delle modalità uditiva e visiva. Nel suo caso, è importante prima spiegare verbalmente, e nel dettaglio, il concetto e poi illustrarlo alla lavagna.
  • 39. 216 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE I libri di testo di matematica sono quasi sempre un ostacolo anziché un aiuto, perché la maggior parte di quelli odierni si basano ampiamente sul canale visivo e quindi risultano distraenti per lo studente con SNV. Per lui, i testi più indicati sono quelli in bianco e nero, preferibilmente con schede sulle quali possa scrivere direttamente. Lo studente con SNV non dovrebbe mai essere invitato a indovinare quale può essere la risposta. Sebbene questa sia un’abitudine piuttosto diffusa nell’inse- gnamento dell’aritmetica e della matematica, presuppone che l’alunno consideri tutte le variabili in gioco e dia poi una risposta realistica. Il bambino con SNV, se viene invitato a indovinare la risposta, non capisce perché debba farlo e, data la situazione, con ogni probabilità darà una risposta del tutto improbabile. E a questo punto molte volte viene rimproverato, nella convinzione che abbia voluto fare il pagliaccio, mentre invece ha fatto esattamente quello che gli è stato richiesto, cioè tirare a indovinare. L’alunno con SNV ha enormi difficoltà ad apprendere i concetti temporali e, di conseguenza, anche a risolvere i problemi matematici che li coinvolgono. Presto o tardi impara a leggere l’orologio con le lancette, ma per molto tempo avrà bisogno di quelli digitali. Quando arriva a comprendere il tempo (solitamente più tardi rispetto ai compagni) è utile insegnargli concetti come quelli di tempo trascorso, attraverso esercizi semplici ed espliciti. Gli arrotondamenti, le stime e il valore posizionale delle cifre sono molto complessi per lui ed è necessario insegnarli con un approccio individualizzato. In questo capitolo ci occuperemo principalmente di strategie didattiche specifiche per l’insegnamento delle abilità aritmetiche di base, la moltiplicazione, la divisione e i problemi verbali, oltreché l’algebra, la geometria e la matematica avanzata. Abilità aritmetiche di base Il primo problema da affrontare è l’incapacità del bambino con SNV di trac- ciare i numeri in modo chiaro e corretto. Bisogna evitare di chiedergli di copiare dalla lavagna o dal libro, perché copiare richiede forti abilità di organizzazione e discriminazione visiva, che l’alunno non ha, per cui è molto probabile che com- metta degli errori. Data questa sua difficoltà, è meglio fornirgli i problemi su un foglio con spazio sufficiente al loro svolgimento. Per aiutarlo ad allineare e incolonnare, i problemi andrebbero presentati e svolti su carta millimetrata, perlomeno inizialmente, perché i normali quadretti possono non essere sufficienti per lui. Man mano che le sue abilità grafomotorie,
  • 40. ARITMETICA E MATEMATICA 217 di discriminazione visiva e di scrittura migliorano — se migliorano —, si può passare ai quadretti. L’uso della carta millimetrata evita che questi suoi deficit gli impediscano di concentrarsi sull’attività vera e propria, che è il lavoro sulle abilità matematiche. Al bambino piccolo, le operazioni vanno presentate una per volta, su fogli diversi. Successivamente, si può aumentare il numero di operazioni su ogni foglio, ma è sempre opportuno che siano tutte dello stesso tipo al fine di compensare la sua difficoltà nell’identificare i simboli matematici: su un foglio le addizioni, su un altro le divisioni, ecc. In ogni caso, sul foglio non si dovrebbero mai presentare più di 8-10 operazioni; le schede di ripasso che ne contengono di più (in alcuni libri ce ne sono anche 50-100 per pagina) sono assolutamente inadatte per questo studente. Un esempio di presentazione inappropriata di un compito è presentato nella figura 20.1; nella 20.2 si mostra invece una presentazione adeguata. 2 + 2 = 3 + 9 = 6 + 9 = 3 + 8 = 3 + 5 = 4 + 7 = 5 + 1 = 6 + 7 = 7 + 2 = 3 + 4 = 6 + 7 = 4 + 8 = 6 + 6 = 4 + 5 = 5 + 8 = 7 + 4 = 9 + 1 = 8 + 7 = 8 + 1 = 1 + 5 = 7 + 1 = 8 + 5 = 5 + 5 = 3 + 4 = 9 + 5 = 5 + 5 = 6 + 3 = 4 + 9 = 5 + 3 = 7 + 7 = 4 + 2 = 5 + 4 = 7 + 5 = 6 + 4 = 5 + 7 = 3 + 9 = 8 + 6 = 8 + 2 = 2 + 9 = 7 + 8 = 3 + 3 = 2 + 8 = 7 + 9 = 8 + 8 = 6 + 5 = 5 + 9 = 6 + 5 = 6 + 8 = 4 + 9 = 4 + 1 = 6 + 1 = 7 + 8 = 4 + 4 = 8 + 9 = 5 + 2 = 3 + 6 = 8 + 3 = 6 + 2 = 3 + 7 = 4 + 8 = 2 + 2 = 3 + 9 = 7 + 2 = 3 + 4 = 9 + 1 = 8 + 7 = 8 + 3 = 5 + 5 = 5 + 3 = 6 + 4 = Fig. 20.1 Presentazione inadeguata: 60 operazioni per pagina. Fig. 20.2 Presentazione adeguata: 10 operazioni per pagina.
  • 41. SCRITTURA E PRODUZIONE DEL TESTO 241 22 Scrittura e produzione del testo Gli alunni con SNV hanno generalmente difficoltà con la maggior parte degli aspetti coinvolti nella scrittura, dalla grafia alla grammatica e alla punteggiatura, dall’organizzazione dei loro pensieri e idee alla costruzione di un testo coeso e chiaro. Tuttavia, è possibile attuare interventi efficaci per migliorare questa loro competenza ed esistono strumenti tecnologici che possono compensare le loro aree di deficit. Abilità grafo-motorie L’alunno ha difficoltà con gli aspetti fisico-motori della scrittura: impugnare correttamente la penna/matita, restare sulle righe, valutare quanto spazio occorre per tracciare le lettere e quanto bisogna lasciarne tra una parola e l’altra, ricordare come si scrivono le diverse lettere; tutto ciò può rendergli il compito quasi impos- sibile. Quando si lavora con alunni con SNV, è importante ricordare sempre che la scrittura è un processo molto complesso; al bambino con SNV occorre insegnarne ogni passo singolarmente prima che sia in grado di compierlo interamente. Prescrittura È molto utile insegnare al bambino con SNV le abilità fino-motorie che sono prerequisito alla scrittura: come tracciare le forme e le dimensioni che dovrà uti- lizzare, come impugnare lo strumento di scrittura, quanta pressione esercitare.
  • 42. 242 DIFFICOLTÀ VISUOSPAZIALI E PSICOMOTORIE È importante fornire un tipo di matita che sia comodo da impugnare per il bambino; provatene diverse, facendo attenzione che abbiano una forma ergonomica (eventualmente usando i gommini per facilitare l’impugnatura) e insegnategli come tenerla e quale pressione esercitare mentre scrive, in modo che non si affatichi inutilmente.1 All’alunno con SNV si dovrà permettere di usare la matita più a lungo rispetto ai compagni, posticipando il passaggio alla penna a quando sarà pronto per farlo. Questo è necessario per due ragioni: primo, cambiare strumento di scrittura sarà impegnativo, per lui; secondo, dal momento che con ogni probabilità farà molti errori, è utile che possa cancellare più volte senza rovinare la pagina. Tradizionalmente, la scrittura viene insegnata mostrando un modello delle lettere dell’alfabeto e chiedendo ai bambini di riprodurlo; nel caso dell’alunno con SNV, questo approccio non è appropriato, a causa dei suoi deficit visivi, tattili e psicomotori. A lui è meglio spiegare verbalmente come tracciare prima le diverse forme (nella fase di prescrittura) e poi ogni singola lettera e numero. Carta I normali quaderni sono spesso realizzati con carta sottile che si strappa facilmente. Per l’alunno con SNV ai primi passi con la scrittura, è più opportuno utilizzare carta pesante o una lavagnetta bianca; dato che è più semplice fare movimenti ampi, creando forme grandi, che non piccoli, inizialmente occorre permettergli di farli. Una volta che è in grado di tracciare le forme, gli si insegne- rà a ridurne le dimensioni fino alla grandezza opportuna per la scrittura. Solo a questo punto, quando padroneggia sia le forme che le loro dimensioni, si può passare a insegnargli lettere e numeri. All’inizio può essere utile fornirgli carta a quadretti o millimetrata per scrivere parole e frasi, in modo che possa misurare facilmente lo spazio necessario tra lettere, parole e frasi. Il concetto di distanza appropriata andrà spiegato anche verbalmente: se le lettere sono troppo vicine, sarà difficile leggerle e similmente, se le lettere/frasi sono troppo attaccate, non si riuscirà a capire dove finisce una e inizia l’altra. Insegnategli a lasciare un quadretto tra una parola e l’altra e due tra una frase e quella successiva. 1 Indicazioni utili sull’insegnamento della scrittura sono forniti nei due volumi di L. Blason et al. (2004), Il corsivo dalla A alla Z: Un metodo per insegnare i movimenti della scrittura (Trento, Erickson). Il primo volume, La teoria, contiene suggerimenti su postura, prensione, pressione, ecc. Il secondo, La pratica, propone schede con attività di prescrittura e scrittura. (ndt)
  • 43. SCRITTURA E PRODUZIONE DEL TESTO 243 Per l’alunno con SNV sono indicati anche i quaderni con carta speciale che evidenzia chiaramente righe e margini.2 Leggibilità e funzionalità Con il tempo e la pratica, l’alunno con SNV impara a scrivere lettere e numeri leggibili e di dimensioni adeguate; possono esserci però due problemi: il primo è che il bambino scrive magari benissimo in stampatello ma impiega così tanto tempo e fatica che la scrittura non è funzionale; il secondo è che, dopo essersi impegnato tanto per imparare lo stampato maiuscolo, si ritrova daccapo con il corsivo. A volte, ma non sempre, il corsivo risulta più facile, per questi alunni, che non lo stampato. Occorre ricordare che l’obiettivo finale è insegnare al bambino un’abilità funzionale, affinché possa prendere appunti, comunicare per iscritto, ecc. Se si trova costretto a «disegnare» le lettere, non riuscirà mai a scrivere con la rapidità necessaria a un uso funzionale della scrittura. Considerato che nella nostra epoca la necessità di scrittura manuale si è ridotta sensibilmente rispetto al passato, dato che ovunque si utilizza il computer, è il caso di valutare se per il bambino sia più semplice lo stampato maiuscolo o il corsivo e, una volta appurato questo, insegnargli solo la modalità che gli è più comoda, non entrambe. L’alunno con SNV non andrebbe valutato per le sue abilità di grafia, perché ha una disabilità che gli impedisce di padroneggiarle pienamente. È inoltre im- portante assegnargli compiti meno lunghi rispetto ai compagni e, quando questo non è possibile (ad esempio quando deve svolgere una ricerca, una relazione su un libro letto, ecc.), permettergli di dettare a qualcun altro che scriva al posto suo. Nel lungo termine, l’obiettivo è quello che impari a scrivere sulla tastiera del computer e che svolga con esso la maggior parte dei suoi compiti. Per stabilire a quale età sia meglio avviarlo all’uso della videoscrittura, oltreché quale sia il metodo più efficace per farlo, si può consultare un terapista occupazionale. Scrittura Con il passaggio dalle singole lettere e parole alle frasi e ai testi, i compiti di scrittura si fanno più complessi: oltre a tracciare correttamente lettere e parole, il bambino dovrà anche saper usare la grammatica e la punteggiatura, recuperare dalla memoria le conoscenze che ha su un dato argomento e rifletterci, organizzare 2 In Italia sono disponibili i quaderni speciali per la disgrafia, distribuiti dal Centro Studi Erickson. (ndt)