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Alice Giuliano, matr 548008
Marina Miscioscia, matr 548602

I GIOCHI PSICOTICI
NELLA FAMIGLIA
M. Selvini Palazzoli
S. Cirillo
M. Selvini
A.M. Sorrentino
Ed. Cortina, 1988
Premessa:
L’APPROCCIO SISTEMICO
Si ispira alle teorie di Bateson sui sistemi e sulla comunicazione:
La patologia del singolo è espressione di un disagio dell’intero
sistema familiare

Paziente designato o capro espiatorio
La patologia è funzionale ai giochi del sistema, che di
conseguenza si opporrà,in modo mascherato, alla rimozione
del sintomo (tutti i sistemi tendono all’omeostasi)
Nel sistema si verifica una comunicazione paradossale, nella
quale il livello analogico è incompatibile con quello logico
(DOPPIO LEGAME); è impossibile metacomunicare o
abbandonare la comunicazione
LA TECNICA:
Per evitare smentite e squalifiche dalla
famiglia, i terapisti giungono a
prescrivere e connotare positivamente il
sintomo (paradosso)
In seguito il trattamento viene
ampliato:alla connotazione positiva si
aggiunge il “rituale familiare”, che deve
essere rispettato dall’intero sistema
L’autocritica rispetto ai metodi
precedenti
Dalla fine degli anni ’70 la rilevazione di
ricadute in seguito all’uso dei metodi
paradossali
Autocritica :
Interesse orientato esclusivamente su aspetti pragmatici (visti
come indicatori di presunti bisogni del sistema)
Arbitrarietà, genericità e stereotipia degli interventi paradossali
(in realtà il paradosso aveva effetti positivi solo se altamente
specifico per quel sistema)
Necessità di una richiesta d’aiuto fortemente investita
Rischio di alimentare il vittimismo del paziente designato
Necessità di evitare le stereotipie anche linguistiche
Il caso Marsi
Tre figlie, la maggiore (Maria) è anoressica e ha tentato il
suicidio
Prime tre sedute: caotiche perché le tre figlie si intromettono in
modo aggressivo nei problemi dei genitori
Alle fine della terza seduta si decide di invitare solo i genitori
per quella successiva
Prescrizione:
Segreto su quanto avviene in seduta
Sparizioni senza preavviso né giustificazione
Quadernetto personale su cui registrare le reazioni delle figlie
Dopo un mese Maria aveva abbandonato il sintomo; risultato
stabile verificato dal follow-up dopo un anno.
A partire da questo caso e dai
sorprendenti risultati ottenuti, si decise
di consegnare a tutte le famiglie la
stessa sequenza prescrittiva, detta
PRESCRIZIONE INVARIABILE
L’ipotesi che sta alla base del nuovo
metodo è che I FIGLI SI
INTROMETTANO NEI PROBLEMI DEI
GENITORI E TENDANO A METTERLI
L’UNO CONTRO L’ALTRO
COME AVVIENE LA
CONSULTAZIONE
SEGNALAZIONE:raccolta in un giorno preciso (lunedì
mattina dalle 9.00 alle 11.00) da un terapista, che
cerca di avere informazioni sui rapporti tra conviventi
e tra persone non conviventi ma comunque importanti
nel sistema
PRIMA SEDUTA:
Se manca uno dei conviventi
La seduta viene rimandata

Se manca uno dei non conviventi
La seduta viene effettuata comunque

In ogni caso l’assenza di uno dei membri costituisce
un’informazione molto importante
In chiusura della prima seduta : vengono
congedati i membri che non fanno parte
della famiglia nucleare
Due effetti:
1. Effetto terapeutico: la famiglia sperimenta i propri confini
2. Effetto informativo: dalle retroazioni di ognuno dei presenti
SECONDA SEDUTA: si comunica che per
la seduta successiva verranno convocati
i soli genitori,i figli dovranno rimanere a
casa

Osservare le reazioni di tutti i membri;
Ha un effetto bomba perché è del tutto imprevista
Molto importante attenersi al rituale
TERZA SEDUTA: si chiede ai genitori
quali reazioni hanno osservato nei figli
A,B,C
“Qual è stata la sua reazione”
“Ne avete parlato tra voi due?”

Raccogliere informazioni specifiche sulle reazioni di
ciascun membro
Dopo la discussione di équipe, il terapista dà la
prescrizione
Terapista si comporta come se ci fosse la necessità terapeutica di dare,
suo malgrado, una prescrizione

1.

Segreto su quanto avviene in seduta
Marca il contesto

2. Sparizioni, senza preavviso,lasciando solo un
biglietto
3. Ad eventuali domande rispondere “sono cose
che riguardano noi due”

I genitori diventano una coppia;
Retroazioni degli esclusi sono diverse rispetto al segreto
Il segreto appare come prescritto dal terapista
Le sparizioni appaiono come opera dei genitori

Reazioni di
accettazione e
rispetto
Reazioni di curiosità
Proteste, indignazione,
sarcasmi
4. Scrivere su un quadernetto ciascuno le
reazioni di ogni membro; il quadernetto
deve poi esser nascosto in un luogo
sicuro

Rinforza la marcatura del contesto: i genitori devono lavorare per il
terapista;
distoglie l’attenzione dal significato che possono avere le uscite in coppia
perchè sono viste come provocazioni per stimolare delle reazioni
Il terapista non viene squalificato perché lui stesso le presenta come un
sacrificio
Si possono avere tre tipi di reazioni:
1. La coppia esegue fedelmente la
prescrizione Seduta dedicata alla lettura dei quadernetti;
in chiusura: rincaro della prescrizione:
le sparizioni nei week end

2. La coppia ha eseguito solo parzialmente
la prescrizionecoinvolgimento intergenerazionale
Il
è più forte; terapista deve raccogliere
il massimo di informazioni

3. La coppia non ha eseguito la
prescrizione e lo riferisce con tono
provocatorio la prescrizione; proporre di sospendere fino a che
Non rincarare
non avranno una motivazione più forte alla collaborazione
Le famiglie schizofreniche
In particolare:
Sono famiglie che disprezzano e squalificano
l’incompetenza;
Solo attraverso la prescrizione sveleranno
aspetti nascosti dei giochi familiari;
Mettono il terapista davanti a decisioni
opposte dei genitori rispetto alla prescrizione;
in questi casi è opportuno decidere di
sospendere il trattamento.
IL DOPPIO POTERE DELLA
PRESCRIZIONE INVARIABILE
IL POTERE TERAPEUTICO:
Primato della coppia coniugale
Gerarchizzazione dei sottosistemi (la coppia
marca l’asimmetria rispetto ai figli)
Contratto di collaborazione con la coppia
genitoriale: vengono nominati “coterapisti”
Viraggio della definizione della coppia:
trattata alternamente come genitoriale e
coniugale
IL POTERE INFORMATIVO:
Dare la stessa prescrizione a tutte le
famiglie
Contesto ripetibile che ci permette di apprendere
I fenomeni ripetitivi più salienti sono:
La coppia osserva la prescrizione
Paziente designato subito migliora, come se la prescrizione
rompesse un certo gioco

Non è il paziente designato a presentare
le reazioni più drammatiche
Spesso esce un personaggio a sorpresa
UNA MODIFICA ALLA
PRESCRIZIONE
La prescrizione del segreto viene separata
da quella delle sparizioni serali

Si enfatizza la forza della prescrizione del
segreto;
Gli effetti informativi si duplicano
COME SI SVOLGE IL
TRATTAMENTO
PRIMA SEDUTA:
Presenti uno o più membri della famiglia estesa
(appartenenti al clan materno oppure paterno);
con loro vengono indagati i rapporti
intergenerazionali; alla fine vengono congedati
coloro che non appartengono alla famiglia
nucleare
SECONDA SEDUTA:
Indagine strutturata sulle reazioni dei parenti
esclusi; vengono congedati anche i figli
TERZA SEDUTA:
Prescrizione del segreto, che attribuisce al
contesto un carattere diverso: dall’inchiesta
verbale a una proposta fattiva di
collaborazione;
A volte i genitori sono riluttanti a dichiarare il
segreto a un membro della famiglia
Informazioni importanti sul gioco che sostiene
il sintomo del paziente designato
La seduta si conclude con la richiesta di
riportare le reazioni su un quadernetto
QUARTA SEDUTA:
Si continua il lavoro con i genitori

Vengono nominati COTERAPISTI

Si rafforza e responsabilizza la coppia genitoriale
Se il segreto viene infranto: il rapporto viene chiuso
È importante insistere perché venga dichiarato il
segreto perché coinvolge spesso persone con cui il
coniuge ha un rapporto privilegiato; inoltre permette
una ridefinizione della coppia: da genitoriale a
coniugale
LA PRESCRIZIONE DELLE
SPARIZIONI SERALI
Prescritte alla fine della quarta seduta;
non sono semplici uscite, implicano l’allontanarsi da
casa senza preavviso né giustificazione, avendo cura di
non essere visti;
È necessario che:
Non sia sempre lo stesso genitore ad allontanarsi per
raggiungere l’altro (per evitare che venga individuato
come il responsabile);
Si lasci un biglietto per evitare allarmismi; deve
essere scritto alternamente dall’uno e dall’altro
genitore;
Alle domande si risponda “sono cose nostre”: deve
apparire un’iniziativa della coppia e non del terapista
Si annotino sul quadernetto le reazioni verbali e non
verbali di tutti i componenti
IL DUPLICE EFFETTO DELLE
SPARIZIONI
EFFICACIA TERAPEUTICA:
I genitori escono di casa come due
adolescenti (comportamento nuovo,
ridefinisce la coppia come coniugale)
Se il segreto non è stato efficace in
questo, vengono recisi i legami di ciascun
coniuge che interferiscono col rapporto
coniugale
Spesso questo determina forti reazioni non nel
paziente designato ma nel parente che godeva
di una posizione di privilegio
Il paziente designato viene messo sullo
stesso piano degli altri
Si alimenta la complicità fraterna
In situazioni di altissimo controllo
reciproco, si sperimenta la possibilità di
un allentamento
EFFICACIA INFORMATIVA:
Si ha soprattutto quando i genitori
decidono di non metterla in atto
Cercare di capire quale strategia verrebbe
sventata dall’esecuzione della prescrizione

Quando è riluttante solo uno dei due, si
può cercare di lavorare con quello più
collaborativo, anche se talvolta poi si
scopre che è solo una disponibilità
apparente, basata sulla certezza del
rifiuto da parte dell’altro
LA CONTRATTAZIONE DEL
RISCHIO
A volte il terapista può notare che l’esitazione
della coppia non è del tutto pretestuosa, ma
che ci sono rischi reali per l’incolumità del
paziente designato;
In tali casi la decisione spetta unicamente ai
genitori, che devono valutare anche il rischio
opposto: la cronicizzazione del paziente
designato
Spesso decidono di correre consapevolmente il
rischio ed accettare la prescrizione
QUINTA SEDUTA:
Spesso i genitori hanno sperimentato una
prima vittoria: possono sottrarsi al
controllo del figlio e possono a loro volta
allentare il controllo su di lui;
Alla conclusione della seduta si può
rincarare la prescrizione, stabilendo
sparizioni più lunghe, durante i week end
Questo avviene dopo la discussione
d’équipe, per differenziare i consigli
dati in seduta dalla prescrizione che ha
carattere di obbligatorietà
FAMIGLIE CON PECULIARI
CARATTERISTICHE
STRUTTURALI
GENITORE VEDOVO: riceve e mantiene da solo il
segreto, viene nominato coterapista del figlio, può
eseguire da solo le sparizioni; la prescrizione può colpire
aspetti nodali del gioco
GENITORI SEPARATI: consultazione congiunta; poi si
decide di lavorare con quello che convive con il paziente
designato
FAMIGLIE RICOSTITUITE: difficoltà di imporre le
sparizioni anche a chi non è genitore
FAMIGLIE ADOTTIVE: raro che accettino la
responsabilizzazione implicata dal metodo; spesso
possono ritenere che la patologia sia ascrivibile ai
cromosomi dei genitori naturali
I QUADERNETTI
Hanno un posto d’onore nelle sedute,
Vengono letti ad alta voce davanti all’altro
coniuge
Valutare come sono stati scritti: se sono
troppo telegrafici e sciatti possono far
pensare a scarsa collaborazione
Vengono poi inclusi dai terapisti nei verbali
della sedute

Spesso emergono aspetti nuovi, determinanti,
che non erano stati letti in seduta
L’IMBROGLIO
Ipotizzato a partire da due osservazioni
ricorrenti:
Alla sparizione dei genitori
Indignazione non del paziente designato ma di un altro membro:
Se non ha avvisato me, deve essere successo qualcosa!

È questo il vero privilegiato!

Paziente designato è descritto come quello
con un rapporto privilegiato con uno dei due
genitori, ma in seduta ha un comportamento
più simile a quello di un “amante tradito”
Ipotesi di un tradimento che il paziente ha subito dal genitore del
cuore
LA DINAMICA
DELL’IMBROGLIO
È un processo interattivo complesso, in
cui un genitore ostenta come privilegiata
una relazione diadica intergenerazionale,
ma in realtà questo privilegio non esiste!
si tratta di uno pseudo-privilegio,
strumento di una strategia contro l’altro
genitore
Quando il figlio si rende conto
dell’inganno
La situazione diventa insostenibile!
Questo avviene perché il genitore veicola il
messaggio di pseudo-privilegio solo a livello
analogico
Si tratta del livello più rilevante ma anche più facile da smentire

Perciò la denuncia dell’imbroglio è impedita da
diversi aspetti:
Convinzione di illeicità (perché ai danni
dell’altro genitore)
Consapevolezza della connivenza
Sfiducia nella lealtà dell’ex alleato (essendo un
legame illecito, l’alleato è di per sé infido)
Cosa dovrebbe saper fare chi
soccombe in un imbroglio
familiare:
Cogliere e tradurre in parole il gioco
interattivo che si attua su un livello analogico
Avere il coraggio di confessare l’intesa illecita
con un genitore a sfavore dell’altro
Ammettere gli atti di connivenza
Denunciare il tradimento senza paura delle
smentite
L’IMBROGLIO NELLA
SCHIZOFRENIA
“GIOCHI SPORCHI”: i genitori fanno
ricorso a mezzi sleali come sottili
raggiri, manipolazioni, promesse
ambigue, vendette camuffate
Ipotesi che il comportamento
psicotico del paziente designato
sia in connessione diretta
con un gioco sporco
IL CASO DELLA FAMIGLIA
CACCIA
5 membri: i genitori e tre figli:
Ilaria,primogenita
Filippo, il paziente designato
Marta, la sorella più piccola
I genitori sono in lotta: il padre venera il
focolare domestico, dove però non sta
mai per motivi di lavoro, la madre odia la
fabbrica del marito anche se le
permette di vivere nel benessere
Filippo è stato un bambino cagionevole di
salute, e questo fa di lui il bimbo coccolato
dalla mamma
Quando Ilaria si butta nella contestazione
studentesca, il padre inizia ad aspettarla
sveglio per farle scenate passionali, mentre la
madre la appoggia anche nei comportamenti
più autolesionisti, eleggendola a baluardo
dell’emancipazione femminile
Quando anche Filippo segue Ilaria nella
contestazione, le reazioni dei genitori sono
però molto tiepide: il padre non si arrabbia e
la madre addirittura lo tradisce, manifestando
il suo attaccamento per Marta
Nel frattempo Ilaria cambia città per
l’università;
Filippo inizia uno sciopero della fame che
lo porta al ricovero in ospedale
I genitori ipotizzano che lo faccia per il
troppo amore per Ilaria; perciò il padre
cerca di convincerlo tutte le sere a
telefonare alla sorella maggiore, ma
poichè Filippo non lo fa, è lui a parlarle
Filippo ha diverse crisi dissociative; la
diagnosi è di schizofrenico cronico
L’interpretazione
Il trattamento ha rivelato che:
La madre esibiva un legame preferenziale con Filippo;
L’alleanza della madre con Ilaria e le scenate di gelosia del padre
hanno creato confusione nelle dinamiche familiari
La madre mostrava un legame preferenziale con Filippo all’inizio,
poi con Ilaria, ma intimamente preferiva Marta
Il padre mostrava di preferire Marta ma in realtà era
segretamente “innamorato” di Ilaria, tanto da attribuire a Filippo
il bisogno di telefonarle
Filippo si era sentito tradito dalla madre, che lo aveva illuso di
avere con lui un legame pseudo-preferenziale.
IMBROGLIO E GENITORE UNICO
Generalmente l’anoressia nervosa o la psicosi sono
conseguenti alla morte di un genitore.
È più raro che seguano ad un divorzio
VEDOVANZA:
È di per sé un evento traumatico, che però non scatena
anoressia o psicosi se il genitore rimasto si comporta
in modo chiaro; al contrario, la patologia emerge se si
comporta in modo tale da scatenare una “guerra di
successione”, attraverso strategie, più o meno
coperte, di distribuire ai figli allettamenti e
frustrazioni allusive
Spesso nel gioco d provocazioni reciproche, quando il
coniuge era ancora in vita, avevano cercato di
coalizzarsi con un figlio contro il partner; con la
vedovanza, il genitore rimasto è il principale attore di
una serie di mosse confondenti che lo mantengono al
centro dell’interesse dei figli
Esempio: Andrea Sarto
Orfano di padre quando era ancora bambino
La madre si appoggia alla sorella maggiore, Mariella
Andrea accetta che la madre si appoggi alla sorella,
convinto che quando lei andrà via per studiare, lui la
sostituirà nel ruolo di appoggio per la madre
In realtà, dopo la partenza di Mariella, la madre si
appoggia prima ad uno zio, poi al fidanzato della figlia,
infine alla vecchia madre, da sempre ritenuta una
squilibrata
Andrea non regge a questo ultimo affronto, e nel giro
di pochi mesi perde 36 kg
DIVORZIO:
Si può scatenare anche qui una ”guerra di
successione”;
Si possono verificare due situazioni:
1. Coppia disintegrata: i due ex coniugi
mantengono immutati i contrasti e
coinvolgono anche i figli negli imbrogli
relazionali; a volte il paziente designato era
stato irretito prima del divorzio in un
rapporto pseudo-privilegiato con uno dei
genitori con vaghe promesse (“quando
saremo solo noi due…”); il divorzio svela poi
l’inganno
2. Famiglie ricostituite: possono essere messi in atto
diversi giochi: ad esempio se non è stato risolto il
rapporto con l’ex coniuge,si può attirare il nuovo
compagno/a in un gioco di alleanze, particolarmente
dannoso perché spesso comporta la
strumentalizzazione dei figli; spesso questi giochi
coinvolgono anche la famiglia estesa;
Altre volte il figlio può esser oggetto di lusinghe,
adescamento o vera e propria seduzione da parte del
nuovo compagno/a
In questi casi bisogna cercare di capire quale sia il vero scopo di
questa mossa: potrebbe essere una minaccia, un tentativo di
farsi un alleato, o una vendetta per essersi sentito post-posto ai
figli. Si tratta in ogni caso di una mossa strategica in cui il
minore viene strumentalizzato
L’istigazione
All’interno di alcune famiglie sembra esserci un
eccessivo accanimento da parte del paziente
designato soprattutto nei confronti di uno dei genitori
Ipotesi: che il paziente designato si sia fatto portatore
a un genitore di comunicazioni scottanti che l’altro
genitore non manifesta personalmente.
Processo interattivo a livello almeno triadico
Si realizza a livello non verbale, analogico
Ricerca dell’istigatore:
 Nelle famiglie estese tra non consanguinei ma è un
fenomeno culturalmente notorio, per cui non
confondente
 Nelle famiglie estese fra consanguinei
 Nella coppia genitoriale

Non esiste differenza tra istigatore e istigato:
l’istigatore è anche istigato e viceversa l’istigazione
non è soltanto un atto, o una serie di atti, ma un
processo interattivo in divenire.
L’istigazione nelle psicosi
La famiglia Galli

Giorgio, 9 anni, vive con i genitori e la nonna materna
A partire dalla terza elementare, rifiuta di fare i
compiti
Alla fine dell’anno la madre lo manda in un campeggio
estivo, dove manifesta sintomi psicotici acuti di tipo
persecutorio
Sviluppa gradualmente blocchi nei comportamenti
anche più elementari, costringendo i genitori ad
assisterlo per ore
Alla settima seduta, pur presentando miglioramenti
rispetto ad alcuni sintomi, Giorgio mostra ancora
comportamenti di natura provocatoria
L’inchiesta

Giorgio prova più gusto a mettere in croce CHI? La
madre
Giorgio si fa interprete di una stizza del padre o della
nonna verso sua madre?
Emerge il gioco istigatorio:
La madre di Giorgio provoca da sempre il
marito,anteponendo il lavoro a lui, ostinandosi a
rimanere alzata fino a tardi la sera il marito
dissimula la propria rabbiala moglie continua la sua
provocazioneGiorgio con i suoi comportamenti cerca,
al posto del padre, di riportare a casa la madre
L’istigazione nelle famiglie
estese
Nel caso di famiglie che appaiono a rischio, l’equipe ha elaborato una
sintetica traccia per indagare:
Se il successo professionale del marito fosse stato notevole, o
comunque tale da metterlo in posizione di superiorità rispetto ai
parenti
Se il marito avesse fatto pesare la sua superiorità
Se i parenti fossero diventati invidiosi del suo successo
Se l’invidia avesse generato critiche nei suoi riguardi
Se il marito avesse rifiutato ai parenti aiuti economici in caso di
bisogno
Se la moglie fosse stata contagiata dalle critiche al proprio
marito
Se il figlio fosse stato presente alle discussioni o coinvolto in
tutto questo
L’istigazione nell’istituzione
Il caso di Lina
Paziente cronica settantenne, ricoverata in un ospizio
per anziani
Frequenti crisi di agitazione acuta richiedevano alcuni
giorni di ospedalizzazione
Gli operatori erano convinti che fossero le visite della
sorella minore Anna a sconvolgere Lina
Anna era la sola che visitava regolarmente la sorella:
si recava in ospizio ogni domenica e metteva in ordine
Lina, facendo intendere che le infermiere
trascuravano i ricoverati
Lo stile delle visite di Anna aveva esercitato
sul personale dell’ospedale psichiatrico, e poi
dell’ospizio, un effetto provocatorio
L’effetto pragmatico dei comportamenti di
Anna era che il personale senza rendersene
conto istigava Lina contro Anna, esattamente
come facevano le altre sorelle
La vittima come attore
Il caso di Nando
Nando è un bambino di 10 anni, autistico, rimasto
orfano di padre a 3 anni, poco dopo la diagnosi di
autismo
Dal lunedì al venerdì Nando rimane in un istituto di
riabilitazione
In istituto si comporta bene, mostra progressi e
partecipa alla terapia di gruppo
Nel week end, quando ritorna a casa, si comporta in
maniera aggressiva, rendendo la madre vittima dei
suoi attacchi, con morsi e calci
Nando doveva aver sedotto gli operatori allo scopo di
aizzarli contro la madre: si mostrava infatti
volenteroso e compiva graduali progressi facendo
capire di farlo perché erano buoni con lui, mentre la
madre non lo poteva sopportare
Gli operatori ri-istigavano Nando contro la madre e la
madre contro Nando
Per chiudere gli archi sequenziali dell’istigazione
bisogna ritornare al paziente designato  la
seduzionegamma vastissima di comportamenti
articolati aventi in comune la manovra di
gratificazione dell’uno al fine di aizzarlo contro l’altro
MODELLIZZAZIONE
DEI
PROCESSI
PSICOTICI
Alla ricerca di un modello
generale
L’utilizzo della serie invariabile di prescrizioni
ha consentito di portare alla luce fenomeni
sotterranei e di riscoprire l’individuo e le sue
strategie
Sullo sfondo di un riferimento costante dato
dalla serie invariabile di prescrizioni risultano
evidenti le ridondanze reperibili passando da
una famiglia psicotica alla successiva, così
come le differenze tra ciascuna e le altre
LA METAFORA DEL GIOCO
Metafora usata in maniera intuitiva con l’obiettivo di
definire i tipi di processi che portano un soggetto
ad agire psicoticamente  tentativo di costruire dei
modelli dei processi psicotici della famiglia
Gioco: serie di scambi di comportamenti concreti tra
persone
Implica una dimensione cooperativa e una dimensione
conflittuale indissolubilmente intrecciate
È sempre il prodotto degli interventi alterni
dei singoli giocatori che , motivati a vincere,
come singoli o come gruppo, all’interno di
regole esplicite consensualmente accettate,
eseguono di volta in volta la loro mossa

Il processo interattivo intrafamiliare è
costituito dalla collusione, in sequenza
temporale, delle varie strategie dei singoli
soggetti la circolarità è nella storia e non
nell’hic et nunc
Il coinvolgimento di ciascun paziente designato nel gioco
specifico dei genitori può essere di diversi tipi:
difende il territorio del nucleo familiare
dall’intrusività di un membro della famiglia estesa
tenta di pareggiare il bilancio economico all’interno
della famiglia ove uno o più membri abbiano subito un
torto
è coinvolto in un gioco che ha alla base componenti
erotiche:
un genitore nomina il figlio come rivale erotico
contrapposto al partnerla promessa è discontinua ed
allusivaangoscia e confusioneil figlio esige un
chiarimento
Si ipotizzano giochi di coppia che includano
giochi sessuali ogniqualvolta compaiono tra i
comportamenti inaccettabili del paziente
designato:
Denudamenti
Gestualità erotiche
Migrazioni da letto a letto
LA COSTRUZIONE DEI
MODELLI DIACRONICI
Schema di un processo a sei stadi:
1. Lo stallo nella coppia coniugale
2. L’invischiamento del figlio nel gioco della
coppia
3. Il comportamento inusitato del figlio
4. Il voltafaccia del presunto alleato
5. L’esplosione della psicosi
6. Le strategie basate sul sintomo
1. Lo stallo nella coppia
genitoriale
Per generare una psicosi non basta un qualsiasi tipo di
disturbo coniugale, né una distribuzione rigida di ruoli
Il disturbo con esito maligno è sempre e solo il gioco
di stalloi due avversari sembrano destinati a
fronteggiarsi in eterno in una situazione senza uscita
Ciascuno dei partner reagisce alla mossa dell’altro con
una contromossa annullandone l’eventuale
vantaggiolo scopo sembra evitare lo scisma
Ruoli: il provocatore attivo e il provocatore passivo
2. L’invischiamento del
figlio nel gioco della coppia
Il figlio sintomatico appare maggiormente coinvolto
nei problemi dei genitori
Il paziente è incline a modificare il comportamento
del provocatore attivo in maniera unilaterale, spinto
dai comportamenti di quest’ultimo o dalle seduzioni del
provocatore passivo
L’ambigua promessa del provocatore passivo viene
ambiguamente negata
Viene falsificato il presupposto di fondo
su cui il paziente designato ha costruito
il proprio universi affettivo e
cognitivo il centro dell’interesse del
provocatore passivo resta il coniuge, non
il figlio
3. Il comportamento inusitato del

figlio

Il paziente designato inaugura un comportamento
nuovo , che costituisce una stranezza, ma senza
caratteri di patologia
Obiettivi: sfidare l’arroganza del provocatore attivo;
mostrare al provocatore passivo come dovrebbe
ribellarsi
Può anche essere un comportamento perfettamente
fisiologico
Percepito come preteso segno di autonomizzazione
4.

Il voltafaccia del presunto
alleato

Il figlio ha clamorosamente fallito il suo duplice
obiettivo: il genitore vincente continua nelle proprie
provocazioni e l’altro non smentisce il ruolo di
incassatore
Anzi, il genitore perdente, con un voltafaccia, si
schiera con il vincente contro il ragazzo
5.L’esplosione della psicosi
Il figlio si sente solo e abbandonato da
tuttidepressione per il tradimento subito + rabbia
La confusione psicotica è riconducibile a questa
sensazione che le carte in tavola siano state
manomesse (prevale la componente depressiva)
La sintomatologia come arma per colpire il genitore
vincente (prevale la componente aggressiva)
In tutti i casi, il figlio, cresciuto in un contesto
dominato dal gioco di stallo, non concepisce la
possibilità di dichiararsi sconfittola sintomatologia
psicotica è l’arma che gli consente di prevalere
6. Le strategie basate sul
sintomo
Dal momento in cui la psicosi esplode, la
famiglia può mettere in atto degli interventi
per il cambiamento:
1. La protesta psicotica ottiene un effetto di
trasformazione e si attenua fino a
scomparire
2. La famiglia mette in atto una trasformazione
mediata da terzi esterni
3. Il comportamento psicotico va incontro a
cronicizzazione
La cronicizzazione della
psicosi
La famiglia organizza la propria strategia attorno al
sintomo del figlio
Il genitore perdente ricava vantaggio dagli aspetti
della sintomatologia diretti contro l’altro
genitoreostacola ogni tentativo di abbandonare il
sintomo
Anche l’altro genitore ha elaborato una strategia
fondata sul presupposto che il sintomo persisterà, e si
comporta in modo da mantenerlo
Spesso il genitore vincente mira a tener legato un
importante alleato attraverso la malattia del figlio
può essere riluttante a lasciare il certo per l’incerto
Il processo anoressico nella
famiglia
“L’anoressia nervosa è vista come una sindrome della società affluente sulla base
del rilevamento, in tale cultura, di quegli aspetti la cui presenza appare
indispensabile all’emergere del comportamento anoressico.” (Selvini Palazzoli,
1985)
Il sintomo anoressico, in quanto sciopero della fame, può emergere soltanto al
punto di confluenza di diversi fattori:
Fattori specifici della cultura occidentale;
Modalità organizzativo-evolutiva (processo) delle interazioni nella famiglia.

Due fattori che caratterizzano la sottocultura sociofamigliare:
Lo spostamento dei figli da una posizione periferica ad una di assoluta
centralità;
Il crescente prolungamento della fase di dipendenza dei figli dai genitori, con il
conseguente dilazionamento della responsabilità di questi ultimi.
Dal processo interattivo famigliare al
comportamento anoressico.
Un processo e sei stadi
1. Gioco della coppia genitoriale (quasi senza eccezione vengono coinvolti anche
membri della famiglia estesa);
2. La figlia, precocemente inserita
comportamento anoressico:

nel

gioco

dei

genitori,

svilupperà

il

Nell’infanzia e adolescenza: gruppo a: la figlia è assoggettata alla madre, ella le
racconta delle sofferenze a cui è sottoposta dal marito e talvolta dalla famiglia
estesa. Così facendo la madre rende partecipe la figlia dei suoi problemi
coniugali. Quest’ultima sviluppa compassione nei suoi confronti e comincia ad
accrescere la sensazione di godere di un certo privilegio nel rapporto con la
madre che le permette di imporsi ed essere inattaccabile.
Gruppo b: la figlia che diventerà anoressica è sempre stata la preferita del
padre, che la ritiene simile a lui e ne ostenta le qualità. Da parte sua la figlia
ammira il padre e lo ritiene superiore alla madre e non comprende certi
trattamenti che quest’ultima gli infligge.
In questa fase il futuro paziente designato mantiene una posizione di equilibrio tra
un genitore e l’altro.
3. Con l’avanzare dell’adolescenza si verificano degli avvenimenti decisivi che
spingono la futura paziente designata verso il padre, anche modificando la
percezione che aveva di lui:
gruppo a: la figlia drammaticamente scopre, o realizza piano piano che il cuore
della madre batte più forte per un fratello o una sorella con cui magari
litiga più spesso e con più passione. Delusa la ragazza si avvicina al padre
con speranza. Tutto questo periodo è caratterizzato da segreti rapporti
seduttivi tra padre e figlia. Ella sente il padre solo e abbandonato come lei,
vittima della moglie. La ragazza vorrebbe vedere il padre reagire con
fermezza a certi comportamenti della madre. Il padre, da parte sua, non
manca di segnalare alla figlia quanto sia frustrante il rapporto con la
moglie, anche nei rapporti intimi.
ISTIGAZIONE
RECIPROCA CONTRO LA MADRE.
Gruppo b: il legame seduttivo tra padre e figlia, già in atto nell’infanzia e
preadolescenza, si intensifica a volte a livelli imbarazzanti.
Conseguentemente si intensifica anche il processo di istigazione reciproca.
Sia in un gruppo che nell’altro la futura paziente designata sente di essere
accomunata a lui come conseguenza del sentirsi vittima come lui di una
donna insincera e meschina.
4. In questo momento di forte disagio relazionale ha luogo l’evento dieta.
Gruppo a: abbandonata dalla madre e istigata dal padre la futura paziente designata
sente l’ esigenza di differenziarsi dalla madre, provando addirittura orrore
all’idea di assomigliarle. Essa prende la prima decisione per se stessa
(COMPORTAMENTO INUSITATO), adeguandosi alla moda proposta
nel
tentativo ancora confuso di autonomizzarsi e sentirsi meglio socialmente.
Gruppo b: la dieta è decisa come sfida alla madre. È una protesta. È stato
considerato che questo sia il caso in cui l’amenorrea si verifica prima del forte
dimagrimento.
In entrambi i gruppi le figlie considerano la propria decisione come un scintilla per il
cambiamento, ma contrariamente alle loro aspettative, la riduzione alimentare
inserisce nella triade madre-padre-figlia una spirale che rinforza il gioco
genitoriale, e conseguentemente l’invischiamento della figlia.
L’avvio dello sciopero della fame è attivato dal padre , che la ragazza vede sempre
più debole, incapace di imporre una sua leadership sulla moglie. La figlia
percepisce che il padre le ha mentito, non comprende che egli non vuole
ulteriormente compromettere il rapporto con la moglie.
5. Il quinto stadio è all’insegna del voltafaccia paterno.
La figlia si sente tradita, comincia a provare per il padre un rancore fortissimo e a
volte disperazione e disprezzo. Continua a diminuire la sua alimentazione a livelli
impossibili. “Solo così potrà mettere in ginocchio la madre e far vedere a quel
codardo del padre che cosa lei, sua figlia, è capace di fare …” (Selvini Palazzoli,
1988)
6. Il gioco famigliare continua sulle STRATEGIE BASATE SUL SINTOMO.
La paziente ha scoperto l’incredibile potere conferitole dal sintomo, che le
permette di ritornare in quella situazione illusoria di privilegio di cui aveva
goduto nell’infanzia e nella preadolescenza. Essa, spesso incatena a se la madre
tramite un legame pseudosimbiotico che maschera ostilità e controllo.
Con il passare del tempo, ogni membro della famiglia può escogitare strategie pro
domo sua, fondate sul presupposto che il sintomo persisterà.
Se la paziente designata tentasse di abbandonare il sintomo potrebbe incappare in
qualche ostruzionista accanito (anche se dissimulato).
IL PROCESSO PSICOTICO:
Il bambino come soggetto strategico

QUESITO

Intenzionalità attiva
dell’arresto di sviluppo del
piccolo paziente come
“mossa di entrata” nel
gioco della coppia
coniugale.
La letteratura relazionale ha definito il sintomo psicotico come un attacco
coperto del figlio contro i genitori.
Nella quasi totalità dei casi, però, le madri si mostravano più colpite e
angosciate dei padri, che al contrario mostravano un atteggiamento più
rassegnato. Infatti molti di loro attribuivano i sintomi a cause organiche e
per questo mostravano resistenza alle terapie psicologiche.
A dispetto della letteratura relazionale, quindi, l’attacco del paziente
designato colpiva prevalentemente la madre.

La maggior parte di queste donne erano personalità attive, competitive sul
piano professionale, dominanti nel rapporto con il partner e che spesso non
avevano desiderato la gravidanza, alla luce della malattia del figlio non
riuscivano più a sottrarsi alla sua angosciosa pressione.
Queste donne per i loro bambini disinvestivano la carriera e si donavano a
loro come non avevano mai concesso a nessuno, neanche al loro coniuge.

Attraverso un sapiente ricatto patologico questi bambini
estorcevano alle loro madri ciò che il marito non aveva
saputo prendersi.
Nella psicosi infantile il processo patologico parte da uno stadio
diadico per giungere a un successivo stadio triadico.
Inizialmente egli reagirebbe semplicemente ad un esperienza
frustrante di insoddisfazione del rapporto con la madre, incapace di
rispondere al compito di nutrice. Il bambino ignora anche di avere un
padre alleato nella propria ribellione. Il paziente designato esprime una
reazione al suo soggettivo disagio, sarà il feedback a questa reazione
iniziale che darà il via al processo psicotico.
Riportiamo l’esempio di un caso:

Clelia, mamma di Andrea, un bambino psicotico, aveva attraversato un
lungo periodo di depressione suicidaria durante la gravidanza. Il padre
di Clelia, morendo dopo una lunga malattia, durante la quale essa si era
presa amorevolmente cura di lui, aveva lasciato al primogenito gran
parte dell’eredità inclusa la casa dove per 10 anni aveva convissuto con
lei e la sua famiglia. Così facendo l’aveva letteralmente gettata sul
lastrico. Il “tradimento”aveva portato Clelia nell’apatia più profonda.
Il marito la scherniva per i sacrifici fatti e non gratificati
(probabilmente vendicandosi dei soprusi infertigli dalla moglie in nome
del proprio anziano genitore). Appena nato Andrea, Clelia non aveva la
forza di occuparsene, per ben tre volte aveva cercato di suicidarsi
finendo all’ospedale. Andrea giacque dimenticato in casa per i primi
mesi, senza per altro dare alcun fastidio. Quando la madre decise di
reagire buttandosi nel lavoro e nella cura di Andrea sorsero i primi
problemi: il bambino piangeva sempre e vomitava.
COS’ERA SUCCESSO?

È probabile che la condizione di povertà affettiva del
periodo di quasi abbandono fosse stata bruscamente
sostituita alla presenza ansiosa della madre. Il piccolo
aveva iniziato a far sentire la propria presenza utilizzando
“mosse” disturbanti, amplificate dall’ansia della madre. La
continua escalation tra madre sempre più ansiosa e figlio
sempre più oppositivo si sarebbe conclusa nel momento in
cui la madre avrebbe imparato a rispondere
coerentemente alle richieste del piccolo.
Se ci fermiamo alla diade madre-bambino, non possiamo spiegarci l’andamento
psicotico. I dati clinici sembrano dimostrare come la polarità del terzo
giocatore diventi fondamentale per comprendere come si sviluppi l’andamento
relazionale psicotico.

Il padre di Andrea deluso dal lavoro, dove aveva visto sfumare prospettive di
carriera, era rientrato desideroso di ricevere dalla moglie conforto e sostegno
soprattutto adesso che con la morte del padre non c’erano più estranei in
famiglia. Ma Clelia delusa dal proprio padre, lo incolpava di essersi disinteressato
ai problemi patrimoniali e di non guadagnare abbastanza. Per reperire altre
fonti di guadagno si era gettata a capofitto nel lavoro e così facendo aggravava
l’umiliazione del marito.
Frustrato dalla moglie nel suo bisogno di affetto il padre di Andrea era
particolarmente predisposto a notare le mancanze materne verso il bambino. Egli
infatti sottolineava le carenze di Clelia verso il bambino, invece che recriminarle
per se. Così facendo il gioco di coppia era istaurato, più Andrea diventava
problematico più sua madre si sentiva esposto alla critiche del marito.
Il padre acquista una posizione centrale nel processo
patologico del figlio, rinforzando il sintomo con la
propria tolleranza permissiva
Per effetto di una FALSA COSCIENZA questi padri non
ammettono il sabotaggio che il loro comportamento
determina sui tentativi della madre di educare i figli.
Il punto essenziale della terapia è quello di rinunciare
a utilizzare il paziente come “veicolo delle proprie
richieste coniugali”.

Bisogna restaurare l’immagine relazionale della
coppia coniugale, e il bambino è pronto a coglierla
In generale …

È più difficile che sia la madre a ricoprire il ruolo di istigatore nel
gioco di coppia.

Anche se la madre vittima istiga il figlio contro il
padre ella non è abbastanza forte per sostenerlo
nella propria ribellione contro il padre. Per anni la
madre aveva fatto credere al figlio che non vedeva
l’ora di allontanarsi dal marito ma quando se ne
presenta l’occasione le viene a mancare il coraggio. Il
ragazzo deluso mette in atto dei comportamenti
marcatamente

antisociali

tossicodipendenza ecc.,

come

furto,

in quanto il fatto di non

essere sostenuto da lei lo porterà sempre di più a
farla pagare al padre anche in nome della debole
madre.
Quando un figlio viene messo al mondo
da un coniuge come una mossa nel gioco
di coppia.
Si tratta di casi in cui un coniuge, all’interno del suo rapporto con l’altro è giunto
a ritenersi intollerabilmente umiliato.

L’umiliazione possiede caratteri di intollerabilità per il coniuge vittima
soprattutto nei casi in cui costui ha una bassa opinione del
prevaricatore. La vittima non si ritiene capace di far comprendere il
proprio disagio e negoziare conseguentemente un cambiamento,  è
costretto a inventare una strategia che lo salvi. In logica con i
meccanismi di FALSA COSCIENZA il desiderio di mettere al mondo un
figlio è probabilmente sentito come autentico. Se il partner
acconsente, il figlio viene messo al mondo e da quel momento il genitore
“procreatore” avrà una strategia solidissima, basata sull’amore e sul
dovere di soddisfacimento del figlio.
Durante la prima infanzia del piccolo il genitore procreatore utilizza
due tattiche in nome delle necessità del bambino:
Negare al coniuge certe prestazioni, che non avrebbe potuto negargli da solo;
Estorcere al coniuge certe concessioni, che da solo non avrebbe osato
chiedere.
Tutto ciò è fatto senza modificare la relazione esistente.

Durante la seconda infanzia e l’adolescenza le “tattiche” messe in atto dal
genitore procreatore si fanno più complicate. Esse riguarderanno le
modalità patologiche che diventeranno proprie del paziente designato.
Il genitore procreatore si presenterà come l’opposto del
coniuge, tollerante quanto l’altro è duro, disponibile
quanto l’altro è sbrigativo ecc. questo genitore farà di
tutto per creare l’antitesi del partner potenziando
certe qualità che si ritiene che il patner non possegga o
che le possegga limitatamente.
Come reagisce il genitore “non procreatore”?

Il genitore non comunicherà sentimenti di rabbia e gelosiasi atterrà in
maniera precisa al ruolo di genitore ma svilupperà  ostilità per il figlio e
inoltre non rinuncerà a comunicare al figlio la poca stima che nutre nei
confronti dell’altro genitore.
Il comportamento del genitore procreatore non è sufficiente a mettere in
moto meccanismi patologici nel paziente designato, si deve accostare il
comportamento polimorfo del genitore non procreatore che induca il figlio a
sperare di poterlo di conquistare. Per far ciò rinuncerà a quelle qualità o a
quei successi che gratificano il genitore procreatore. Ma questa rinuncia non
basta, anzi il figlio si trova ad essere ugualmente disprezzato. Si ritrova solo.
Il genitore strumentalizzante continua a rimanere attaccato al figlio che ha
tanto voluto.
Regole del setting terapeutico (Viario e Leonardi,1983):
1. Il primo contatto con la famiglia è telefonico; salvo rare eccezioni è richiesta la
presenza dell’intero nucleo famigliare.
2. Il terapista fissando la data del primo appuntamento precisa che la prima seduta
ha il solo scopo di confermare l’indicazione della terapia famigliare; stipulazione
del contratto terapeutico.
3. Le sedute sono condotte da un solo terapista. La stanza è collegata mediante
uno specchio unidirezionale e un impianto acustico, a una stanza contigua in cui si
trovano uno o più terapisti in ruolo di supervisori. La seduta può essere
interrotta in qualsiasi momento sia dal primo che dai secondi per permettere di
discutere del caso in assenza della famiglia. Le sedute sono video registrate.
L’équipe dedica circa tre ore a ogni seduta.
La preseduta ha la durata di circa mezz’ora e consiste nella lettura della cartella
telefonica.
Il corso della seduta viene suddiviso in tre o quattro parti in cui l’équipe si
riunisce.
Tutti i membri dell’équipe ruotano nei ruoli di supervisori e terapista diretto
Regole della direttività (i diritti esclusivi del
terapista come conversatore):
Il terapista ha il diritto esclusivo di decidere ciò di cui si deve parlare;
Il terapista ha il diritto esclusivo di decidere chi deve parlare in un certo
momento e di decidere la successione;
Il terapista ha il diritto esclusivo di togliere la parola, anche interrompendo chi
sta parlando in quel momento;
Il terapista ha il diritto esclusivo di sospendere la conversazione e di stabilirne il
termine;
Il terapista ha il diritto esclusivo di fare domande e di riassumere quanto altri
hanno detto in precedenza; inoltre il terapista ha il diritto esclusivo di effettuare
interventi;
Il terapista può derogare e concedere deroghe alle regole della direttività.
Il terapista non può enunciare regole generali, commentare né comunicare in alcun
modo su di esse.
Se si lascia il controllo alla famiglia è possibile che anche all’interno della terapia
metta in atto gli schemi interattivi che gli sono propri e che hanno permesso lo
svilupparsi del sintomo nel paziente designato .
Terapia prescrittiva
Basata sulla sperimentazione della PRESCRIZIONE INVARIABILE
TECNICHE DI CONDUZIONE:
Durante la preseduta l’équipe rileva eventuali lacune nelle informazioni di base
che nella prima seduta si cerca di colmare.
Può risultare importante parlare sia con il paziente che alla presenza del paziente
del variare del sintomo nel tempo; ciò sollecita immediate connessioni con altri
avvenimenti che hanno interessato la famiglia.
Stile di conduzione inteso a sviluppare un clima di elevata intensità emotiva.
Viene utilizzato il metodo circolare di interrogare terzi, in veste di osservatori
del rapporto diadico che si sta prendendo in considerazione.
Attenzione a: reazione a eventi importanti; evoluzione dei rapporti con le famiglie
estese; il coinvolgimento di ogni genitore con le rispettive famiglie di origine ;
problematiche relative al rapporto di coppia con i genitori; effetto pragmatico del
sintomo.
Tattica di DIVERSIONE  il terapista introduce un tema nuovo che a prima vista
non è connesso con il precedente per affrontare un discorso che era stato
trascurato.
La fase iniziale solitamente dura al massimo fino alla metà della seconda
seduta.
La fase ulteriore di approfondimento delle informazioni vede
un’interpretazione
più o meno completa del sintomo del paziente
(APERTURE); il terapista introduce il suo punto di vista di esperto non
appena, nel corso dell’intervista,
abbia reperito alcuni
segnali
corrispondenti a una delle ipotesi.
ES. “Se lei, Caterina, ha stretto i denti al punto di perdere così tanti chili
in pochi mesi, doveva essere presa da una gran rabbia contro qualcuno. Chi
dei suoi genitori le aveva fatto le corna?” (APERTURA SULL’IMBROGLIO
E SUL VOLTAFACCIA).

INTERVENTI PIU’ ARTICOLATI E COMPLESSI POSSONO
ASSUMERE LA FORMA DELLA SCHIETTA AFFERMAZIONE
L’INSIEME DELLE CARATTERISTICHE DEL LAVORO DEL TERAPISTA E’
DESCRIVIBILE COME UNA FORMA DI “RIVELAZIONE” ALLA FAMIGLIA
DELLE VERE CAUSE DELLA MALATTIA.

LA REAZIONE, IL PIU’ DELLE VOLTE, CONSISTEVA IN SORPRESA
SEGUITA DA UNA FASE DI CONTESA, CIOE’ DAL TENTATIVO DI
RESPINGERE IL PUNTO DI VISTA DEL TERAPISTA.

LA TIPOLOGIA DI REAZIONE PERMETTE AL TERAPISTA DI
ANALIZZARE LE STRATEGIE DEI SINGOLI E INDICANO COME
PROSEGUIRE IL TRATTAMENTO

Per ricostruire il processo interattivo che ha portato alla formazione
del sintomo nel paziente designato dobbiamo comprendere le
sequenze temporali, le datazioni del primo esplodere, del successivo
attenuarsi e stabilizzarsi ecc.
Il processo terapeutico parte dall’induzione di crisi innescata dallo svelamento
del gioco, nelle prime tre-quattro sedute, per avanzare sul piano prescrittivo. Il
terapista ha in mano due aree di elementi:
Dati di fatto sullo stallo di coppia;

Dati di fatto sull’invischiamento del figlio.

Il processo terapeutico deve continuare a basarsi sulle svelamento del gioco.
questo è un processo che passa per momenti discontinui di “illuminazione”, ma
anche di verifica della collaborazione équipe-genitori.
AL
TERMINE
DELLA
SECONDA-TERZA
L’INTERVENTO MIRA AD UN DUPLICE SCOPO:

SEDUTA

Palesare e scoraggiare l’intromissione del paziente designato nei
problemi dei genitori;
Fondare l’alleanza terapeutica con i genitori.
Nelle famiglie che richiedono aiuto per i figli bambini o adolescenti
risulta più efficace la terapia con i soli genitori. Prima di congedare il
paziente designato però si rende manifesta la parte attiva sostenuta
dal paziente designato
nel gioco disfunzionale della famiglia,
mettendo a fuoco la coalizione con un genitore.
Con alcune famiglie la regole del congedo viene rinviata, sono quei
casi che vedono come paziente un ragazzo di oltre 20anni
designato come cronico. Tale regola diviene necessaria nei casi in cui i
genitori non sono del tutto motivati alla terapia famigliare.
È importante ricordare che la messa in crisi del paziente designato
deve sempre venire dopo la responsabilizzazione dei genitori.
Modelli diacronici

Modelli sincronici

Schemi generali
progressivamente più dettagliati
corrispondenti alla scansione
storica del processo evolutivo del
gioco di famiglia.

“Foto

istantanea del gioco di
coppia” che serve a mostrare al
terapista cosa sta avvenendo nel
rapporto con lui e la coppia
nell’immediato
della
seduta
terapeutica. Tale necessità di
creare modelli sincronici è emersa
da
situazioni
particolarmente
difficoltose
nel
corso
di
trattamenti terapeutici.
I vantaggi originati dal disporre di modelli sincronici del gioco in atto in
seduta sono i seguenti:
prevedere il destino che il gioco di coppia assegna al terapista (se
non se ne accorge e interviene al più presto);
constatare che tali giochi non sono infiniti. In essi ogni coniuge
sembra salvaguardare la propria sopravvivenza a misura della propria
dissimulata opposizione simmetrica dell’altro. Il terapista è inserito
nel loro gioco, tanto più uno lo accoglie tanto l’altro lo rifiuta.

Tale incompatibilità azzera
l’effetto terapeutico.
La coppia diviene coterapista: dalla
responsabilità patogena alla responsabilità
terapeutica.
Il prescrivere una terapia
famigliare per il recupero di un
del paziente designato implica
necessariamente un’accusa nei
confronti dei genitori.

Montalvo e Haley, nel 1973,
sottolineavano l’importanza di
non far sentire sotto accusa i
genitori.

della
CONNOTAZIONE
POSITIVA che consisteva non solo nel
non criticare i genitori ma anche nel
rilevare il lato apprezzabile dei
comportamenti di tutti i componenti
della famiglia
Tattica

La lode esplicita non bastava a
coprire un’accusa implicita. I
genitori avevano intuito che se
il figlio abbandonava il sintomo
e la loro situazione relazionale
rimaneva la stessa la
connessione
tra
la
loro
conflittualità e il sintomo
veniva smentiva.
Grazie alla sperimentazione con la PRESCRIZIONE
INVARIABILE è stato possibile trovare una serie di
strategie che riuscissero a controbilanciare l’inevitabile
colpevolizzazione dei genitori.

I genitori infatti vengono valorizzati e
recuperati nell’attività collaborazione a un
processo di cambiamento. I due aspetti di
colpevolizzazione e di valorizzazione vengono
bilanciati per tutta la durata della terapia.
Mosse terapeutiche meta-gioco
Consistono nel fatto che il terapista assume un atteggiamento di base che
contrasta con una fondamentale credenza della famiglia: quella che il figlio,
paziente designato, sia un ammalato.
Il terapista rimane
coerente con il PRINCIPIO DI COMPETENZA che consiste nel rifiuto di
considerare il sintomo come espressione di malattia. Egli infatti vede tale
sintomo sotto il profilo interattivo sulla base della conoscenza del contesto in
cui si è prodotto.

Il terapista evita di farsi assorbire nel gioco famigliare e di contribuire così a
rafforzare il gioco di coppia disfunzionale. Egli utilizza la propria influenza per
cercare di far giocare un gioco diverso attraverso delle prescrizioni.
Svelamento del gioco
I protagonisti dello stallo di coppia possono presentarsi come una coppia
perfetta o anche scontrarsi crudelmente, ma in tutti i casi non esplicitano
(forse neanche a loro stessi) le vere ragioni della loro sofferenza.
Ciascuno è preoccupato di salvare se stesso e pensa di potersi salvare
utilizzando delle tecniche indirette.

Con lo svelamento delle carte si crea una modificazione della relazione di
coppia, uno smantellamento di negoziazioni, nascondimenti e spostamenti che
possono portare ad un graduale miglioramento del sintomo del paziente
designato.
L’acquisizione del pensiero multidimensionale (oltre il modello
sistemico).
PROBLEMATICA: rendere intelligibile i processi interattivi
“psicotici” della famiglia.
Uso di artifici: METAFORA DEL GIOCO
SOMMINISTRAZIONE DI UNA PRESCRIZIONE INVARIABILE
Tale schema poteva diventare intelligibile soltanto se
veniva inquadrato all’interno del caso stesso. Operazione che poteva
confermare o invalidare lo schema generale.
NON SI PUO’ SCINDERE L’INDIVIDUO DALLA FAMIGLIA E LA FAMIGLIA
DAGL’INDIVIDUI CHE LA COMPONGONO.
RELAZIONI =
INDIVIDUALI

REGOLATORI

AUTORGANIZZAZIONE
DELLA FAMIGLIA

=

DELLE

DEFINIZIONE

STRUTTURE
DEI

INTRAPSICHICHE

COMPITI

ALL’INTERNO
ERRORE DEL TERAPISTA
VIA ALLA CONOSCENZA

COMPRENDERE
SFONDO E LINGUAGGIO
DEL GIOCO

PENSARE PER
ANDIRIVIENI = ITER
ESPLORATIVO PER
SCOPRIRE I GIOCHI
FAMIGLIARI

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I giochi psicotici nella famiglia di selvini palazzoli

  • 1. Elena Ollosu, matr 548618 Alice Giuliano, matr 548008 Marina Miscioscia, matr 548602 I GIOCHI PSICOTICI NELLA FAMIGLIA M. Selvini Palazzoli S. Cirillo M. Selvini A.M. Sorrentino Ed. Cortina, 1988
  • 2. Premessa: L’APPROCCIO SISTEMICO Si ispira alle teorie di Bateson sui sistemi e sulla comunicazione: La patologia del singolo è espressione di un disagio dell’intero sistema familiare Paziente designato o capro espiatorio La patologia è funzionale ai giochi del sistema, che di conseguenza si opporrà,in modo mascherato, alla rimozione del sintomo (tutti i sistemi tendono all’omeostasi) Nel sistema si verifica una comunicazione paradossale, nella quale il livello analogico è incompatibile con quello logico (DOPPIO LEGAME); è impossibile metacomunicare o abbandonare la comunicazione
  • 3. LA TECNICA: Per evitare smentite e squalifiche dalla famiglia, i terapisti giungono a prescrivere e connotare positivamente il sintomo (paradosso) In seguito il trattamento viene ampliato:alla connotazione positiva si aggiunge il “rituale familiare”, che deve essere rispettato dall’intero sistema
  • 4. L’autocritica rispetto ai metodi precedenti Dalla fine degli anni ’70 la rilevazione di ricadute in seguito all’uso dei metodi paradossali Autocritica : Interesse orientato esclusivamente su aspetti pragmatici (visti come indicatori di presunti bisogni del sistema) Arbitrarietà, genericità e stereotipia degli interventi paradossali (in realtà il paradosso aveva effetti positivi solo se altamente specifico per quel sistema) Necessità di una richiesta d’aiuto fortemente investita Rischio di alimentare il vittimismo del paziente designato Necessità di evitare le stereotipie anche linguistiche
  • 5. Il caso Marsi Tre figlie, la maggiore (Maria) è anoressica e ha tentato il suicidio Prime tre sedute: caotiche perché le tre figlie si intromettono in modo aggressivo nei problemi dei genitori Alle fine della terza seduta si decide di invitare solo i genitori per quella successiva Prescrizione: Segreto su quanto avviene in seduta Sparizioni senza preavviso né giustificazione Quadernetto personale su cui registrare le reazioni delle figlie Dopo un mese Maria aveva abbandonato il sintomo; risultato stabile verificato dal follow-up dopo un anno.
  • 6. A partire da questo caso e dai sorprendenti risultati ottenuti, si decise di consegnare a tutte le famiglie la stessa sequenza prescrittiva, detta PRESCRIZIONE INVARIABILE L’ipotesi che sta alla base del nuovo metodo è che I FIGLI SI INTROMETTANO NEI PROBLEMI DEI GENITORI E TENDANO A METTERLI L’UNO CONTRO L’ALTRO
  • 7. COME AVVIENE LA CONSULTAZIONE SEGNALAZIONE:raccolta in un giorno preciso (lunedì mattina dalle 9.00 alle 11.00) da un terapista, che cerca di avere informazioni sui rapporti tra conviventi e tra persone non conviventi ma comunque importanti nel sistema PRIMA SEDUTA: Se manca uno dei conviventi La seduta viene rimandata Se manca uno dei non conviventi La seduta viene effettuata comunque In ogni caso l’assenza di uno dei membri costituisce un’informazione molto importante
  • 8. In chiusura della prima seduta : vengono congedati i membri che non fanno parte della famiglia nucleare Due effetti: 1. Effetto terapeutico: la famiglia sperimenta i propri confini 2. Effetto informativo: dalle retroazioni di ognuno dei presenti
  • 9. SECONDA SEDUTA: si comunica che per la seduta successiva verranno convocati i soli genitori,i figli dovranno rimanere a casa Osservare le reazioni di tutti i membri; Ha un effetto bomba perché è del tutto imprevista Molto importante attenersi al rituale
  • 10. TERZA SEDUTA: si chiede ai genitori quali reazioni hanno osservato nei figli A,B,C “Qual è stata la sua reazione” “Ne avete parlato tra voi due?” Raccogliere informazioni specifiche sulle reazioni di ciascun membro
  • 11. Dopo la discussione di équipe, il terapista dà la prescrizione Terapista si comporta come se ci fosse la necessità terapeutica di dare, suo malgrado, una prescrizione 1. Segreto su quanto avviene in seduta Marca il contesto 2. Sparizioni, senza preavviso,lasciando solo un biglietto 3. Ad eventuali domande rispondere “sono cose che riguardano noi due” I genitori diventano una coppia; Retroazioni degli esclusi sono diverse rispetto al segreto Il segreto appare come prescritto dal terapista Le sparizioni appaiono come opera dei genitori Reazioni di accettazione e rispetto Reazioni di curiosità Proteste, indignazione, sarcasmi
  • 12. 4. Scrivere su un quadernetto ciascuno le reazioni di ogni membro; il quadernetto deve poi esser nascosto in un luogo sicuro Rinforza la marcatura del contesto: i genitori devono lavorare per il terapista; distoglie l’attenzione dal significato che possono avere le uscite in coppia perchè sono viste come provocazioni per stimolare delle reazioni Il terapista non viene squalificato perché lui stesso le presenta come un sacrificio
  • 13. Si possono avere tre tipi di reazioni: 1. La coppia esegue fedelmente la prescrizione Seduta dedicata alla lettura dei quadernetti; in chiusura: rincaro della prescrizione: le sparizioni nei week end 2. La coppia ha eseguito solo parzialmente la prescrizionecoinvolgimento intergenerazionale Il è più forte; terapista deve raccogliere il massimo di informazioni 3. La coppia non ha eseguito la prescrizione e lo riferisce con tono provocatorio la prescrizione; proporre di sospendere fino a che Non rincarare non avranno una motivazione più forte alla collaborazione
  • 14. Le famiglie schizofreniche In particolare: Sono famiglie che disprezzano e squalificano l’incompetenza; Solo attraverso la prescrizione sveleranno aspetti nascosti dei giochi familiari; Mettono il terapista davanti a decisioni opposte dei genitori rispetto alla prescrizione; in questi casi è opportuno decidere di sospendere il trattamento.
  • 15. IL DOPPIO POTERE DELLA PRESCRIZIONE INVARIABILE IL POTERE TERAPEUTICO: Primato della coppia coniugale Gerarchizzazione dei sottosistemi (la coppia marca l’asimmetria rispetto ai figli) Contratto di collaborazione con la coppia genitoriale: vengono nominati “coterapisti” Viraggio della definizione della coppia: trattata alternamente come genitoriale e coniugale
  • 16. IL POTERE INFORMATIVO: Dare la stessa prescrizione a tutte le famiglie Contesto ripetibile che ci permette di apprendere I fenomeni ripetitivi più salienti sono: La coppia osserva la prescrizione Paziente designato subito migliora, come se la prescrizione rompesse un certo gioco Non è il paziente designato a presentare le reazioni più drammatiche Spesso esce un personaggio a sorpresa
  • 17. UNA MODIFICA ALLA PRESCRIZIONE La prescrizione del segreto viene separata da quella delle sparizioni serali Si enfatizza la forza della prescrizione del segreto; Gli effetti informativi si duplicano
  • 18. COME SI SVOLGE IL TRATTAMENTO PRIMA SEDUTA: Presenti uno o più membri della famiglia estesa (appartenenti al clan materno oppure paterno); con loro vengono indagati i rapporti intergenerazionali; alla fine vengono congedati coloro che non appartengono alla famiglia nucleare SECONDA SEDUTA: Indagine strutturata sulle reazioni dei parenti esclusi; vengono congedati anche i figli
  • 19. TERZA SEDUTA: Prescrizione del segreto, che attribuisce al contesto un carattere diverso: dall’inchiesta verbale a una proposta fattiva di collaborazione; A volte i genitori sono riluttanti a dichiarare il segreto a un membro della famiglia Informazioni importanti sul gioco che sostiene il sintomo del paziente designato La seduta si conclude con la richiesta di riportare le reazioni su un quadernetto
  • 20. QUARTA SEDUTA: Si continua il lavoro con i genitori Vengono nominati COTERAPISTI Si rafforza e responsabilizza la coppia genitoriale Se il segreto viene infranto: il rapporto viene chiuso È importante insistere perché venga dichiarato il segreto perché coinvolge spesso persone con cui il coniuge ha un rapporto privilegiato; inoltre permette una ridefinizione della coppia: da genitoriale a coniugale
  • 21. LA PRESCRIZIONE DELLE SPARIZIONI SERALI Prescritte alla fine della quarta seduta; non sono semplici uscite, implicano l’allontanarsi da casa senza preavviso né giustificazione, avendo cura di non essere visti; È necessario che: Non sia sempre lo stesso genitore ad allontanarsi per raggiungere l’altro (per evitare che venga individuato come il responsabile); Si lasci un biglietto per evitare allarmismi; deve essere scritto alternamente dall’uno e dall’altro genitore; Alle domande si risponda “sono cose nostre”: deve apparire un’iniziativa della coppia e non del terapista Si annotino sul quadernetto le reazioni verbali e non verbali di tutti i componenti
  • 22. IL DUPLICE EFFETTO DELLE SPARIZIONI EFFICACIA TERAPEUTICA: I genitori escono di casa come due adolescenti (comportamento nuovo, ridefinisce la coppia come coniugale) Se il segreto non è stato efficace in questo, vengono recisi i legami di ciascun coniuge che interferiscono col rapporto coniugale Spesso questo determina forti reazioni non nel paziente designato ma nel parente che godeva di una posizione di privilegio
  • 23. Il paziente designato viene messo sullo stesso piano degli altri Si alimenta la complicità fraterna In situazioni di altissimo controllo reciproco, si sperimenta la possibilità di un allentamento
  • 24. EFFICACIA INFORMATIVA: Si ha soprattutto quando i genitori decidono di non metterla in atto Cercare di capire quale strategia verrebbe sventata dall’esecuzione della prescrizione Quando è riluttante solo uno dei due, si può cercare di lavorare con quello più collaborativo, anche se talvolta poi si scopre che è solo una disponibilità apparente, basata sulla certezza del rifiuto da parte dell’altro
  • 25. LA CONTRATTAZIONE DEL RISCHIO A volte il terapista può notare che l’esitazione della coppia non è del tutto pretestuosa, ma che ci sono rischi reali per l’incolumità del paziente designato; In tali casi la decisione spetta unicamente ai genitori, che devono valutare anche il rischio opposto: la cronicizzazione del paziente designato Spesso decidono di correre consapevolmente il rischio ed accettare la prescrizione
  • 26. QUINTA SEDUTA: Spesso i genitori hanno sperimentato una prima vittoria: possono sottrarsi al controllo del figlio e possono a loro volta allentare il controllo su di lui; Alla conclusione della seduta si può rincarare la prescrizione, stabilendo sparizioni più lunghe, durante i week end Questo avviene dopo la discussione d’équipe, per differenziare i consigli dati in seduta dalla prescrizione che ha carattere di obbligatorietà
  • 27. FAMIGLIE CON PECULIARI CARATTERISTICHE STRUTTURALI GENITORE VEDOVO: riceve e mantiene da solo il segreto, viene nominato coterapista del figlio, può eseguire da solo le sparizioni; la prescrizione può colpire aspetti nodali del gioco GENITORI SEPARATI: consultazione congiunta; poi si decide di lavorare con quello che convive con il paziente designato FAMIGLIE RICOSTITUITE: difficoltà di imporre le sparizioni anche a chi non è genitore FAMIGLIE ADOTTIVE: raro che accettino la responsabilizzazione implicata dal metodo; spesso possono ritenere che la patologia sia ascrivibile ai cromosomi dei genitori naturali
  • 28. I QUADERNETTI Hanno un posto d’onore nelle sedute, Vengono letti ad alta voce davanti all’altro coniuge Valutare come sono stati scritti: se sono troppo telegrafici e sciatti possono far pensare a scarsa collaborazione Vengono poi inclusi dai terapisti nei verbali della sedute Spesso emergono aspetti nuovi, determinanti, che non erano stati letti in seduta
  • 29. L’IMBROGLIO Ipotizzato a partire da due osservazioni ricorrenti: Alla sparizione dei genitori Indignazione non del paziente designato ma di un altro membro: Se non ha avvisato me, deve essere successo qualcosa! È questo il vero privilegiato! Paziente designato è descritto come quello con un rapporto privilegiato con uno dei due genitori, ma in seduta ha un comportamento più simile a quello di un “amante tradito” Ipotesi di un tradimento che il paziente ha subito dal genitore del cuore
  • 30. LA DINAMICA DELL’IMBROGLIO È un processo interattivo complesso, in cui un genitore ostenta come privilegiata una relazione diadica intergenerazionale, ma in realtà questo privilegio non esiste! si tratta di uno pseudo-privilegio, strumento di una strategia contro l’altro genitore Quando il figlio si rende conto dell’inganno La situazione diventa insostenibile!
  • 31. Questo avviene perché il genitore veicola il messaggio di pseudo-privilegio solo a livello analogico Si tratta del livello più rilevante ma anche più facile da smentire Perciò la denuncia dell’imbroglio è impedita da diversi aspetti: Convinzione di illeicità (perché ai danni dell’altro genitore) Consapevolezza della connivenza Sfiducia nella lealtà dell’ex alleato (essendo un legame illecito, l’alleato è di per sé infido)
  • 32. Cosa dovrebbe saper fare chi soccombe in un imbroglio familiare: Cogliere e tradurre in parole il gioco interattivo che si attua su un livello analogico Avere il coraggio di confessare l’intesa illecita con un genitore a sfavore dell’altro Ammettere gli atti di connivenza Denunciare il tradimento senza paura delle smentite
  • 33. L’IMBROGLIO NELLA SCHIZOFRENIA “GIOCHI SPORCHI”: i genitori fanno ricorso a mezzi sleali come sottili raggiri, manipolazioni, promesse ambigue, vendette camuffate Ipotesi che il comportamento psicotico del paziente designato sia in connessione diretta con un gioco sporco
  • 34. IL CASO DELLA FAMIGLIA CACCIA 5 membri: i genitori e tre figli: Ilaria,primogenita Filippo, il paziente designato Marta, la sorella più piccola I genitori sono in lotta: il padre venera il focolare domestico, dove però non sta mai per motivi di lavoro, la madre odia la fabbrica del marito anche se le permette di vivere nel benessere
  • 35. Filippo è stato un bambino cagionevole di salute, e questo fa di lui il bimbo coccolato dalla mamma Quando Ilaria si butta nella contestazione studentesca, il padre inizia ad aspettarla sveglio per farle scenate passionali, mentre la madre la appoggia anche nei comportamenti più autolesionisti, eleggendola a baluardo dell’emancipazione femminile Quando anche Filippo segue Ilaria nella contestazione, le reazioni dei genitori sono però molto tiepide: il padre non si arrabbia e la madre addirittura lo tradisce, manifestando il suo attaccamento per Marta
  • 36. Nel frattempo Ilaria cambia città per l’università; Filippo inizia uno sciopero della fame che lo porta al ricovero in ospedale I genitori ipotizzano che lo faccia per il troppo amore per Ilaria; perciò il padre cerca di convincerlo tutte le sere a telefonare alla sorella maggiore, ma poichè Filippo non lo fa, è lui a parlarle Filippo ha diverse crisi dissociative; la diagnosi è di schizofrenico cronico
  • 37. L’interpretazione Il trattamento ha rivelato che: La madre esibiva un legame preferenziale con Filippo; L’alleanza della madre con Ilaria e le scenate di gelosia del padre hanno creato confusione nelle dinamiche familiari La madre mostrava un legame preferenziale con Filippo all’inizio, poi con Ilaria, ma intimamente preferiva Marta Il padre mostrava di preferire Marta ma in realtà era segretamente “innamorato” di Ilaria, tanto da attribuire a Filippo il bisogno di telefonarle Filippo si era sentito tradito dalla madre, che lo aveva illuso di avere con lui un legame pseudo-preferenziale.
  • 38. IMBROGLIO E GENITORE UNICO Generalmente l’anoressia nervosa o la psicosi sono conseguenti alla morte di un genitore. È più raro che seguano ad un divorzio VEDOVANZA: È di per sé un evento traumatico, che però non scatena anoressia o psicosi se il genitore rimasto si comporta in modo chiaro; al contrario, la patologia emerge se si comporta in modo tale da scatenare una “guerra di successione”, attraverso strategie, più o meno coperte, di distribuire ai figli allettamenti e frustrazioni allusive Spesso nel gioco d provocazioni reciproche, quando il coniuge era ancora in vita, avevano cercato di coalizzarsi con un figlio contro il partner; con la vedovanza, il genitore rimasto è il principale attore di una serie di mosse confondenti che lo mantengono al centro dell’interesse dei figli
  • 39. Esempio: Andrea Sarto Orfano di padre quando era ancora bambino La madre si appoggia alla sorella maggiore, Mariella Andrea accetta che la madre si appoggi alla sorella, convinto che quando lei andrà via per studiare, lui la sostituirà nel ruolo di appoggio per la madre In realtà, dopo la partenza di Mariella, la madre si appoggia prima ad uno zio, poi al fidanzato della figlia, infine alla vecchia madre, da sempre ritenuta una squilibrata Andrea non regge a questo ultimo affronto, e nel giro di pochi mesi perde 36 kg
  • 40. DIVORZIO: Si può scatenare anche qui una ”guerra di successione”; Si possono verificare due situazioni: 1. Coppia disintegrata: i due ex coniugi mantengono immutati i contrasti e coinvolgono anche i figli negli imbrogli relazionali; a volte il paziente designato era stato irretito prima del divorzio in un rapporto pseudo-privilegiato con uno dei genitori con vaghe promesse (“quando saremo solo noi due…”); il divorzio svela poi l’inganno
  • 41. 2. Famiglie ricostituite: possono essere messi in atto diversi giochi: ad esempio se non è stato risolto il rapporto con l’ex coniuge,si può attirare il nuovo compagno/a in un gioco di alleanze, particolarmente dannoso perché spesso comporta la strumentalizzazione dei figli; spesso questi giochi coinvolgono anche la famiglia estesa; Altre volte il figlio può esser oggetto di lusinghe, adescamento o vera e propria seduzione da parte del nuovo compagno/a In questi casi bisogna cercare di capire quale sia il vero scopo di questa mossa: potrebbe essere una minaccia, un tentativo di farsi un alleato, o una vendetta per essersi sentito post-posto ai figli. Si tratta in ogni caso di una mossa strategica in cui il minore viene strumentalizzato
  • 42. L’istigazione All’interno di alcune famiglie sembra esserci un eccessivo accanimento da parte del paziente designato soprattutto nei confronti di uno dei genitori Ipotesi: che il paziente designato si sia fatto portatore a un genitore di comunicazioni scottanti che l’altro genitore non manifesta personalmente. Processo interattivo a livello almeno triadico Si realizza a livello non verbale, analogico
  • 43. Ricerca dell’istigatore:  Nelle famiglie estese tra non consanguinei ma è un fenomeno culturalmente notorio, per cui non confondente  Nelle famiglie estese fra consanguinei  Nella coppia genitoriale Non esiste differenza tra istigatore e istigato: l’istigatore è anche istigato e viceversa l’istigazione non è soltanto un atto, o una serie di atti, ma un processo interattivo in divenire.
  • 44. L’istigazione nelle psicosi La famiglia Galli Giorgio, 9 anni, vive con i genitori e la nonna materna A partire dalla terza elementare, rifiuta di fare i compiti Alla fine dell’anno la madre lo manda in un campeggio estivo, dove manifesta sintomi psicotici acuti di tipo persecutorio Sviluppa gradualmente blocchi nei comportamenti anche più elementari, costringendo i genitori ad assisterlo per ore Alla settima seduta, pur presentando miglioramenti rispetto ad alcuni sintomi, Giorgio mostra ancora comportamenti di natura provocatoria
  • 45. L’inchiesta Giorgio prova più gusto a mettere in croce CHI? La madre Giorgio si fa interprete di una stizza del padre o della nonna verso sua madre? Emerge il gioco istigatorio: La madre di Giorgio provoca da sempre il marito,anteponendo il lavoro a lui, ostinandosi a rimanere alzata fino a tardi la sera il marito dissimula la propria rabbiala moglie continua la sua provocazioneGiorgio con i suoi comportamenti cerca, al posto del padre, di riportare a casa la madre
  • 46. L’istigazione nelle famiglie estese Nel caso di famiglie che appaiono a rischio, l’equipe ha elaborato una sintetica traccia per indagare: Se il successo professionale del marito fosse stato notevole, o comunque tale da metterlo in posizione di superiorità rispetto ai parenti Se il marito avesse fatto pesare la sua superiorità Se i parenti fossero diventati invidiosi del suo successo Se l’invidia avesse generato critiche nei suoi riguardi Se il marito avesse rifiutato ai parenti aiuti economici in caso di bisogno Se la moglie fosse stata contagiata dalle critiche al proprio marito Se il figlio fosse stato presente alle discussioni o coinvolto in tutto questo
  • 47. L’istigazione nell’istituzione Il caso di Lina Paziente cronica settantenne, ricoverata in un ospizio per anziani Frequenti crisi di agitazione acuta richiedevano alcuni giorni di ospedalizzazione Gli operatori erano convinti che fossero le visite della sorella minore Anna a sconvolgere Lina Anna era la sola che visitava regolarmente la sorella: si recava in ospizio ogni domenica e metteva in ordine Lina, facendo intendere che le infermiere trascuravano i ricoverati
  • 48. Lo stile delle visite di Anna aveva esercitato sul personale dell’ospedale psichiatrico, e poi dell’ospizio, un effetto provocatorio L’effetto pragmatico dei comportamenti di Anna era che il personale senza rendersene conto istigava Lina contro Anna, esattamente come facevano le altre sorelle
  • 49. La vittima come attore Il caso di Nando Nando è un bambino di 10 anni, autistico, rimasto orfano di padre a 3 anni, poco dopo la diagnosi di autismo Dal lunedì al venerdì Nando rimane in un istituto di riabilitazione In istituto si comporta bene, mostra progressi e partecipa alla terapia di gruppo Nel week end, quando ritorna a casa, si comporta in maniera aggressiva, rendendo la madre vittima dei suoi attacchi, con morsi e calci
  • 50. Nando doveva aver sedotto gli operatori allo scopo di aizzarli contro la madre: si mostrava infatti volenteroso e compiva graduali progressi facendo capire di farlo perché erano buoni con lui, mentre la madre non lo poteva sopportare Gli operatori ri-istigavano Nando contro la madre e la madre contro Nando Per chiudere gli archi sequenziali dell’istigazione bisogna ritornare al paziente designato  la seduzionegamma vastissima di comportamenti articolati aventi in comune la manovra di gratificazione dell’uno al fine di aizzarlo contro l’altro
  • 52. Alla ricerca di un modello generale L’utilizzo della serie invariabile di prescrizioni ha consentito di portare alla luce fenomeni sotterranei e di riscoprire l’individuo e le sue strategie Sullo sfondo di un riferimento costante dato dalla serie invariabile di prescrizioni risultano evidenti le ridondanze reperibili passando da una famiglia psicotica alla successiva, così come le differenze tra ciascuna e le altre
  • 53. LA METAFORA DEL GIOCO Metafora usata in maniera intuitiva con l’obiettivo di definire i tipi di processi che portano un soggetto ad agire psicoticamente  tentativo di costruire dei modelli dei processi psicotici della famiglia Gioco: serie di scambi di comportamenti concreti tra persone Implica una dimensione cooperativa e una dimensione conflittuale indissolubilmente intrecciate
  • 54. È sempre il prodotto degli interventi alterni dei singoli giocatori che , motivati a vincere, come singoli o come gruppo, all’interno di regole esplicite consensualmente accettate, eseguono di volta in volta la loro mossa Il processo interattivo intrafamiliare è costituito dalla collusione, in sequenza temporale, delle varie strategie dei singoli soggetti la circolarità è nella storia e non nell’hic et nunc
  • 55. Il coinvolgimento di ciascun paziente designato nel gioco specifico dei genitori può essere di diversi tipi: difende il territorio del nucleo familiare dall’intrusività di un membro della famiglia estesa tenta di pareggiare il bilancio economico all’interno della famiglia ove uno o più membri abbiano subito un torto è coinvolto in un gioco che ha alla base componenti erotiche: un genitore nomina il figlio come rivale erotico contrapposto al partnerla promessa è discontinua ed allusivaangoscia e confusioneil figlio esige un chiarimento
  • 56. Si ipotizzano giochi di coppia che includano giochi sessuali ogniqualvolta compaiono tra i comportamenti inaccettabili del paziente designato: Denudamenti Gestualità erotiche Migrazioni da letto a letto
  • 57. LA COSTRUZIONE DEI MODELLI DIACRONICI Schema di un processo a sei stadi: 1. Lo stallo nella coppia coniugale 2. L’invischiamento del figlio nel gioco della coppia 3. Il comportamento inusitato del figlio 4. Il voltafaccia del presunto alleato 5. L’esplosione della psicosi 6. Le strategie basate sul sintomo
  • 58. 1. Lo stallo nella coppia genitoriale Per generare una psicosi non basta un qualsiasi tipo di disturbo coniugale, né una distribuzione rigida di ruoli Il disturbo con esito maligno è sempre e solo il gioco di stalloi due avversari sembrano destinati a fronteggiarsi in eterno in una situazione senza uscita Ciascuno dei partner reagisce alla mossa dell’altro con una contromossa annullandone l’eventuale vantaggiolo scopo sembra evitare lo scisma Ruoli: il provocatore attivo e il provocatore passivo
  • 59. 2. L’invischiamento del figlio nel gioco della coppia Il figlio sintomatico appare maggiormente coinvolto nei problemi dei genitori Il paziente è incline a modificare il comportamento del provocatore attivo in maniera unilaterale, spinto dai comportamenti di quest’ultimo o dalle seduzioni del provocatore passivo L’ambigua promessa del provocatore passivo viene ambiguamente negata
  • 60. Viene falsificato il presupposto di fondo su cui il paziente designato ha costruito il proprio universi affettivo e cognitivo il centro dell’interesse del provocatore passivo resta il coniuge, non il figlio
  • 61. 3. Il comportamento inusitato del figlio Il paziente designato inaugura un comportamento nuovo , che costituisce una stranezza, ma senza caratteri di patologia Obiettivi: sfidare l’arroganza del provocatore attivo; mostrare al provocatore passivo come dovrebbe ribellarsi Può anche essere un comportamento perfettamente fisiologico Percepito come preteso segno di autonomizzazione
  • 62. 4. Il voltafaccia del presunto alleato Il figlio ha clamorosamente fallito il suo duplice obiettivo: il genitore vincente continua nelle proprie provocazioni e l’altro non smentisce il ruolo di incassatore Anzi, il genitore perdente, con un voltafaccia, si schiera con il vincente contro il ragazzo
  • 63. 5.L’esplosione della psicosi Il figlio si sente solo e abbandonato da tuttidepressione per il tradimento subito + rabbia La confusione psicotica è riconducibile a questa sensazione che le carte in tavola siano state manomesse (prevale la componente depressiva) La sintomatologia come arma per colpire il genitore vincente (prevale la componente aggressiva) In tutti i casi, il figlio, cresciuto in un contesto dominato dal gioco di stallo, non concepisce la possibilità di dichiararsi sconfittola sintomatologia psicotica è l’arma che gli consente di prevalere
  • 64. 6. Le strategie basate sul sintomo Dal momento in cui la psicosi esplode, la famiglia può mettere in atto degli interventi per il cambiamento: 1. La protesta psicotica ottiene un effetto di trasformazione e si attenua fino a scomparire 2. La famiglia mette in atto una trasformazione mediata da terzi esterni 3. Il comportamento psicotico va incontro a cronicizzazione
  • 65. La cronicizzazione della psicosi La famiglia organizza la propria strategia attorno al sintomo del figlio Il genitore perdente ricava vantaggio dagli aspetti della sintomatologia diretti contro l’altro genitoreostacola ogni tentativo di abbandonare il sintomo Anche l’altro genitore ha elaborato una strategia fondata sul presupposto che il sintomo persisterà, e si comporta in modo da mantenerlo Spesso il genitore vincente mira a tener legato un importante alleato attraverso la malattia del figlio può essere riluttante a lasciare il certo per l’incerto
  • 66. Il processo anoressico nella famiglia “L’anoressia nervosa è vista come una sindrome della società affluente sulla base del rilevamento, in tale cultura, di quegli aspetti la cui presenza appare indispensabile all’emergere del comportamento anoressico.” (Selvini Palazzoli, 1985) Il sintomo anoressico, in quanto sciopero della fame, può emergere soltanto al punto di confluenza di diversi fattori: Fattori specifici della cultura occidentale; Modalità organizzativo-evolutiva (processo) delle interazioni nella famiglia. Due fattori che caratterizzano la sottocultura sociofamigliare: Lo spostamento dei figli da una posizione periferica ad una di assoluta centralità; Il crescente prolungamento della fase di dipendenza dei figli dai genitori, con il conseguente dilazionamento della responsabilità di questi ultimi.
  • 67. Dal processo interattivo famigliare al comportamento anoressico. Un processo e sei stadi 1. Gioco della coppia genitoriale (quasi senza eccezione vengono coinvolti anche membri della famiglia estesa); 2. La figlia, precocemente inserita comportamento anoressico: nel gioco dei genitori, svilupperà il Nell’infanzia e adolescenza: gruppo a: la figlia è assoggettata alla madre, ella le racconta delle sofferenze a cui è sottoposta dal marito e talvolta dalla famiglia estesa. Così facendo la madre rende partecipe la figlia dei suoi problemi coniugali. Quest’ultima sviluppa compassione nei suoi confronti e comincia ad accrescere la sensazione di godere di un certo privilegio nel rapporto con la madre che le permette di imporsi ed essere inattaccabile. Gruppo b: la figlia che diventerà anoressica è sempre stata la preferita del padre, che la ritiene simile a lui e ne ostenta le qualità. Da parte sua la figlia ammira il padre e lo ritiene superiore alla madre e non comprende certi trattamenti che quest’ultima gli infligge. In questa fase il futuro paziente designato mantiene una posizione di equilibrio tra un genitore e l’altro.
  • 68. 3. Con l’avanzare dell’adolescenza si verificano degli avvenimenti decisivi che spingono la futura paziente designata verso il padre, anche modificando la percezione che aveva di lui: gruppo a: la figlia drammaticamente scopre, o realizza piano piano che il cuore della madre batte più forte per un fratello o una sorella con cui magari litiga più spesso e con più passione. Delusa la ragazza si avvicina al padre con speranza. Tutto questo periodo è caratterizzato da segreti rapporti seduttivi tra padre e figlia. Ella sente il padre solo e abbandonato come lei, vittima della moglie. La ragazza vorrebbe vedere il padre reagire con fermezza a certi comportamenti della madre. Il padre, da parte sua, non manca di segnalare alla figlia quanto sia frustrante il rapporto con la moglie, anche nei rapporti intimi. ISTIGAZIONE RECIPROCA CONTRO LA MADRE. Gruppo b: il legame seduttivo tra padre e figlia, già in atto nell’infanzia e preadolescenza, si intensifica a volte a livelli imbarazzanti. Conseguentemente si intensifica anche il processo di istigazione reciproca. Sia in un gruppo che nell’altro la futura paziente designata sente di essere accomunata a lui come conseguenza del sentirsi vittima come lui di una donna insincera e meschina.
  • 69. 4. In questo momento di forte disagio relazionale ha luogo l’evento dieta. Gruppo a: abbandonata dalla madre e istigata dal padre la futura paziente designata sente l’ esigenza di differenziarsi dalla madre, provando addirittura orrore all’idea di assomigliarle. Essa prende la prima decisione per se stessa (COMPORTAMENTO INUSITATO), adeguandosi alla moda proposta nel tentativo ancora confuso di autonomizzarsi e sentirsi meglio socialmente. Gruppo b: la dieta è decisa come sfida alla madre. È una protesta. È stato considerato che questo sia il caso in cui l’amenorrea si verifica prima del forte dimagrimento. In entrambi i gruppi le figlie considerano la propria decisione come un scintilla per il cambiamento, ma contrariamente alle loro aspettative, la riduzione alimentare inserisce nella triade madre-padre-figlia una spirale che rinforza il gioco genitoriale, e conseguentemente l’invischiamento della figlia. L’avvio dello sciopero della fame è attivato dal padre , che la ragazza vede sempre più debole, incapace di imporre una sua leadership sulla moglie. La figlia percepisce che il padre le ha mentito, non comprende che egli non vuole ulteriormente compromettere il rapporto con la moglie.
  • 70. 5. Il quinto stadio è all’insegna del voltafaccia paterno. La figlia si sente tradita, comincia a provare per il padre un rancore fortissimo e a volte disperazione e disprezzo. Continua a diminuire la sua alimentazione a livelli impossibili. “Solo così potrà mettere in ginocchio la madre e far vedere a quel codardo del padre che cosa lei, sua figlia, è capace di fare …” (Selvini Palazzoli, 1988) 6. Il gioco famigliare continua sulle STRATEGIE BASATE SUL SINTOMO. La paziente ha scoperto l’incredibile potere conferitole dal sintomo, che le permette di ritornare in quella situazione illusoria di privilegio di cui aveva goduto nell’infanzia e nella preadolescenza. Essa, spesso incatena a se la madre tramite un legame pseudosimbiotico che maschera ostilità e controllo. Con il passare del tempo, ogni membro della famiglia può escogitare strategie pro domo sua, fondate sul presupposto che il sintomo persisterà. Se la paziente designata tentasse di abbandonare il sintomo potrebbe incappare in qualche ostruzionista accanito (anche se dissimulato).
  • 71. IL PROCESSO PSICOTICO: Il bambino come soggetto strategico QUESITO Intenzionalità attiva dell’arresto di sviluppo del piccolo paziente come “mossa di entrata” nel gioco della coppia coniugale.
  • 72. La letteratura relazionale ha definito il sintomo psicotico come un attacco coperto del figlio contro i genitori. Nella quasi totalità dei casi, però, le madri si mostravano più colpite e angosciate dei padri, che al contrario mostravano un atteggiamento più rassegnato. Infatti molti di loro attribuivano i sintomi a cause organiche e per questo mostravano resistenza alle terapie psicologiche. A dispetto della letteratura relazionale, quindi, l’attacco del paziente designato colpiva prevalentemente la madre. La maggior parte di queste donne erano personalità attive, competitive sul piano professionale, dominanti nel rapporto con il partner e che spesso non avevano desiderato la gravidanza, alla luce della malattia del figlio non riuscivano più a sottrarsi alla sua angosciosa pressione.
  • 73. Queste donne per i loro bambini disinvestivano la carriera e si donavano a loro come non avevano mai concesso a nessuno, neanche al loro coniuge. Attraverso un sapiente ricatto patologico questi bambini estorcevano alle loro madri ciò che il marito non aveva saputo prendersi. Nella psicosi infantile il processo patologico parte da uno stadio diadico per giungere a un successivo stadio triadico. Inizialmente egli reagirebbe semplicemente ad un esperienza frustrante di insoddisfazione del rapporto con la madre, incapace di rispondere al compito di nutrice. Il bambino ignora anche di avere un padre alleato nella propria ribellione. Il paziente designato esprime una reazione al suo soggettivo disagio, sarà il feedback a questa reazione iniziale che darà il via al processo psicotico.
  • 74. Riportiamo l’esempio di un caso: Clelia, mamma di Andrea, un bambino psicotico, aveva attraversato un lungo periodo di depressione suicidaria durante la gravidanza. Il padre di Clelia, morendo dopo una lunga malattia, durante la quale essa si era presa amorevolmente cura di lui, aveva lasciato al primogenito gran parte dell’eredità inclusa la casa dove per 10 anni aveva convissuto con lei e la sua famiglia. Così facendo l’aveva letteralmente gettata sul lastrico. Il “tradimento”aveva portato Clelia nell’apatia più profonda. Il marito la scherniva per i sacrifici fatti e non gratificati (probabilmente vendicandosi dei soprusi infertigli dalla moglie in nome del proprio anziano genitore). Appena nato Andrea, Clelia non aveva la forza di occuparsene, per ben tre volte aveva cercato di suicidarsi finendo all’ospedale. Andrea giacque dimenticato in casa per i primi mesi, senza per altro dare alcun fastidio. Quando la madre decise di reagire buttandosi nel lavoro e nella cura di Andrea sorsero i primi problemi: il bambino piangeva sempre e vomitava.
  • 75. COS’ERA SUCCESSO? È probabile che la condizione di povertà affettiva del periodo di quasi abbandono fosse stata bruscamente sostituita alla presenza ansiosa della madre. Il piccolo aveva iniziato a far sentire la propria presenza utilizzando “mosse” disturbanti, amplificate dall’ansia della madre. La continua escalation tra madre sempre più ansiosa e figlio sempre più oppositivo si sarebbe conclusa nel momento in cui la madre avrebbe imparato a rispondere coerentemente alle richieste del piccolo.
  • 76. Se ci fermiamo alla diade madre-bambino, non possiamo spiegarci l’andamento psicotico. I dati clinici sembrano dimostrare come la polarità del terzo giocatore diventi fondamentale per comprendere come si sviluppi l’andamento relazionale psicotico. Il padre di Andrea deluso dal lavoro, dove aveva visto sfumare prospettive di carriera, era rientrato desideroso di ricevere dalla moglie conforto e sostegno soprattutto adesso che con la morte del padre non c’erano più estranei in famiglia. Ma Clelia delusa dal proprio padre, lo incolpava di essersi disinteressato ai problemi patrimoniali e di non guadagnare abbastanza. Per reperire altre fonti di guadagno si era gettata a capofitto nel lavoro e così facendo aggravava l’umiliazione del marito. Frustrato dalla moglie nel suo bisogno di affetto il padre di Andrea era particolarmente predisposto a notare le mancanze materne verso il bambino. Egli infatti sottolineava le carenze di Clelia verso il bambino, invece che recriminarle per se. Così facendo il gioco di coppia era istaurato, più Andrea diventava problematico più sua madre si sentiva esposto alla critiche del marito. Il padre acquista una posizione centrale nel processo patologico del figlio, rinforzando il sintomo con la propria tolleranza permissiva
  • 77. Per effetto di una FALSA COSCIENZA questi padri non ammettono il sabotaggio che il loro comportamento determina sui tentativi della madre di educare i figli. Il punto essenziale della terapia è quello di rinunciare a utilizzare il paziente come “veicolo delle proprie richieste coniugali”. Bisogna restaurare l’immagine relazionale della coppia coniugale, e il bambino è pronto a coglierla
  • 78. In generale … È più difficile che sia la madre a ricoprire il ruolo di istigatore nel gioco di coppia. Anche se la madre vittima istiga il figlio contro il padre ella non è abbastanza forte per sostenerlo nella propria ribellione contro il padre. Per anni la madre aveva fatto credere al figlio che non vedeva l’ora di allontanarsi dal marito ma quando se ne presenta l’occasione le viene a mancare il coraggio. Il ragazzo deluso mette in atto dei comportamenti marcatamente antisociali tossicodipendenza ecc., come furto, in quanto il fatto di non essere sostenuto da lei lo porterà sempre di più a farla pagare al padre anche in nome della debole madre.
  • 79. Quando un figlio viene messo al mondo da un coniuge come una mossa nel gioco di coppia. Si tratta di casi in cui un coniuge, all’interno del suo rapporto con l’altro è giunto a ritenersi intollerabilmente umiliato. L’umiliazione possiede caratteri di intollerabilità per il coniuge vittima soprattutto nei casi in cui costui ha una bassa opinione del prevaricatore. La vittima non si ritiene capace di far comprendere il proprio disagio e negoziare conseguentemente un cambiamento,  è costretto a inventare una strategia che lo salvi. In logica con i meccanismi di FALSA COSCIENZA il desiderio di mettere al mondo un figlio è probabilmente sentito come autentico. Se il partner acconsente, il figlio viene messo al mondo e da quel momento il genitore “procreatore” avrà una strategia solidissima, basata sull’amore e sul dovere di soddisfacimento del figlio.
  • 80. Durante la prima infanzia del piccolo il genitore procreatore utilizza due tattiche in nome delle necessità del bambino: Negare al coniuge certe prestazioni, che non avrebbe potuto negargli da solo; Estorcere al coniuge certe concessioni, che da solo non avrebbe osato chiedere. Tutto ciò è fatto senza modificare la relazione esistente. Durante la seconda infanzia e l’adolescenza le “tattiche” messe in atto dal genitore procreatore si fanno più complicate. Esse riguarderanno le modalità patologiche che diventeranno proprie del paziente designato. Il genitore procreatore si presenterà come l’opposto del coniuge, tollerante quanto l’altro è duro, disponibile quanto l’altro è sbrigativo ecc. questo genitore farà di tutto per creare l’antitesi del partner potenziando certe qualità che si ritiene che il patner non possegga o che le possegga limitatamente.
  • 81. Come reagisce il genitore “non procreatore”? Il genitore non comunicherà sentimenti di rabbia e gelosiasi atterrà in maniera precisa al ruolo di genitore ma svilupperà  ostilità per il figlio e inoltre non rinuncerà a comunicare al figlio la poca stima che nutre nei confronti dell’altro genitore. Il comportamento del genitore procreatore non è sufficiente a mettere in moto meccanismi patologici nel paziente designato, si deve accostare il comportamento polimorfo del genitore non procreatore che induca il figlio a sperare di poterlo di conquistare. Per far ciò rinuncerà a quelle qualità o a quei successi che gratificano il genitore procreatore. Ma questa rinuncia non basta, anzi il figlio si trova ad essere ugualmente disprezzato. Si ritrova solo. Il genitore strumentalizzante continua a rimanere attaccato al figlio che ha tanto voluto.
  • 82. Regole del setting terapeutico (Viario e Leonardi,1983): 1. Il primo contatto con la famiglia è telefonico; salvo rare eccezioni è richiesta la presenza dell’intero nucleo famigliare. 2. Il terapista fissando la data del primo appuntamento precisa che la prima seduta ha il solo scopo di confermare l’indicazione della terapia famigliare; stipulazione del contratto terapeutico. 3. Le sedute sono condotte da un solo terapista. La stanza è collegata mediante uno specchio unidirezionale e un impianto acustico, a una stanza contigua in cui si trovano uno o più terapisti in ruolo di supervisori. La seduta può essere interrotta in qualsiasi momento sia dal primo che dai secondi per permettere di discutere del caso in assenza della famiglia. Le sedute sono video registrate. L’équipe dedica circa tre ore a ogni seduta. La preseduta ha la durata di circa mezz’ora e consiste nella lettura della cartella telefonica. Il corso della seduta viene suddiviso in tre o quattro parti in cui l’équipe si riunisce. Tutti i membri dell’équipe ruotano nei ruoli di supervisori e terapista diretto
  • 83. Regole della direttività (i diritti esclusivi del terapista come conversatore): Il terapista ha il diritto esclusivo di decidere ciò di cui si deve parlare; Il terapista ha il diritto esclusivo di decidere chi deve parlare in un certo momento e di decidere la successione; Il terapista ha il diritto esclusivo di togliere la parola, anche interrompendo chi sta parlando in quel momento; Il terapista ha il diritto esclusivo di sospendere la conversazione e di stabilirne il termine; Il terapista ha il diritto esclusivo di fare domande e di riassumere quanto altri hanno detto in precedenza; inoltre il terapista ha il diritto esclusivo di effettuare interventi; Il terapista può derogare e concedere deroghe alle regole della direttività. Il terapista non può enunciare regole generali, commentare né comunicare in alcun modo su di esse. Se si lascia il controllo alla famiglia è possibile che anche all’interno della terapia metta in atto gli schemi interattivi che gli sono propri e che hanno permesso lo svilupparsi del sintomo nel paziente designato .
  • 84. Terapia prescrittiva Basata sulla sperimentazione della PRESCRIZIONE INVARIABILE TECNICHE DI CONDUZIONE: Durante la preseduta l’équipe rileva eventuali lacune nelle informazioni di base che nella prima seduta si cerca di colmare. Può risultare importante parlare sia con il paziente che alla presenza del paziente del variare del sintomo nel tempo; ciò sollecita immediate connessioni con altri avvenimenti che hanno interessato la famiglia. Stile di conduzione inteso a sviluppare un clima di elevata intensità emotiva. Viene utilizzato il metodo circolare di interrogare terzi, in veste di osservatori del rapporto diadico che si sta prendendo in considerazione. Attenzione a: reazione a eventi importanti; evoluzione dei rapporti con le famiglie estese; il coinvolgimento di ogni genitore con le rispettive famiglie di origine ; problematiche relative al rapporto di coppia con i genitori; effetto pragmatico del sintomo. Tattica di DIVERSIONE  il terapista introduce un tema nuovo che a prima vista non è connesso con il precedente per affrontare un discorso che era stato trascurato.
  • 85. La fase iniziale solitamente dura al massimo fino alla metà della seconda seduta. La fase ulteriore di approfondimento delle informazioni vede un’interpretazione più o meno completa del sintomo del paziente (APERTURE); il terapista introduce il suo punto di vista di esperto non appena, nel corso dell’intervista, abbia reperito alcuni segnali corrispondenti a una delle ipotesi. ES. “Se lei, Caterina, ha stretto i denti al punto di perdere così tanti chili in pochi mesi, doveva essere presa da una gran rabbia contro qualcuno. Chi dei suoi genitori le aveva fatto le corna?” (APERTURA SULL’IMBROGLIO E SUL VOLTAFACCIA). INTERVENTI PIU’ ARTICOLATI E COMPLESSI POSSONO ASSUMERE LA FORMA DELLA SCHIETTA AFFERMAZIONE
  • 86. L’INSIEME DELLE CARATTERISTICHE DEL LAVORO DEL TERAPISTA E’ DESCRIVIBILE COME UNA FORMA DI “RIVELAZIONE” ALLA FAMIGLIA DELLE VERE CAUSE DELLA MALATTIA. LA REAZIONE, IL PIU’ DELLE VOLTE, CONSISTEVA IN SORPRESA SEGUITA DA UNA FASE DI CONTESA, CIOE’ DAL TENTATIVO DI RESPINGERE IL PUNTO DI VISTA DEL TERAPISTA. LA TIPOLOGIA DI REAZIONE PERMETTE AL TERAPISTA DI ANALIZZARE LE STRATEGIE DEI SINGOLI E INDICANO COME PROSEGUIRE IL TRATTAMENTO Per ricostruire il processo interattivo che ha portato alla formazione del sintomo nel paziente designato dobbiamo comprendere le sequenze temporali, le datazioni del primo esplodere, del successivo attenuarsi e stabilizzarsi ecc.
  • 87. Il processo terapeutico parte dall’induzione di crisi innescata dallo svelamento del gioco, nelle prime tre-quattro sedute, per avanzare sul piano prescrittivo. Il terapista ha in mano due aree di elementi: Dati di fatto sullo stallo di coppia; Dati di fatto sull’invischiamento del figlio. Il processo terapeutico deve continuare a basarsi sulle svelamento del gioco. questo è un processo che passa per momenti discontinui di “illuminazione”, ma anche di verifica della collaborazione équipe-genitori.
  • 88. AL TERMINE DELLA SECONDA-TERZA L’INTERVENTO MIRA AD UN DUPLICE SCOPO: SEDUTA Palesare e scoraggiare l’intromissione del paziente designato nei problemi dei genitori; Fondare l’alleanza terapeutica con i genitori. Nelle famiglie che richiedono aiuto per i figli bambini o adolescenti risulta più efficace la terapia con i soli genitori. Prima di congedare il paziente designato però si rende manifesta la parte attiva sostenuta dal paziente designato nel gioco disfunzionale della famiglia, mettendo a fuoco la coalizione con un genitore. Con alcune famiglie la regole del congedo viene rinviata, sono quei casi che vedono come paziente un ragazzo di oltre 20anni designato come cronico. Tale regola diviene necessaria nei casi in cui i genitori non sono del tutto motivati alla terapia famigliare. È importante ricordare che la messa in crisi del paziente designato deve sempre venire dopo la responsabilizzazione dei genitori.
  • 89. Modelli diacronici Modelli sincronici Schemi generali progressivamente più dettagliati corrispondenti alla scansione storica del processo evolutivo del gioco di famiglia. “Foto istantanea del gioco di coppia” che serve a mostrare al terapista cosa sta avvenendo nel rapporto con lui e la coppia nell’immediato della seduta terapeutica. Tale necessità di creare modelli sincronici è emersa da situazioni particolarmente difficoltose nel corso di trattamenti terapeutici.
  • 90. I vantaggi originati dal disporre di modelli sincronici del gioco in atto in seduta sono i seguenti: prevedere il destino che il gioco di coppia assegna al terapista (se non se ne accorge e interviene al più presto); constatare che tali giochi non sono infiniti. In essi ogni coniuge sembra salvaguardare la propria sopravvivenza a misura della propria dissimulata opposizione simmetrica dell’altro. Il terapista è inserito nel loro gioco, tanto più uno lo accoglie tanto l’altro lo rifiuta. Tale incompatibilità azzera l’effetto terapeutico.
  • 91. La coppia diviene coterapista: dalla responsabilità patogena alla responsabilità terapeutica. Il prescrivere una terapia famigliare per il recupero di un del paziente designato implica necessariamente un’accusa nei confronti dei genitori. Montalvo e Haley, nel 1973, sottolineavano l’importanza di non far sentire sotto accusa i genitori. della CONNOTAZIONE POSITIVA che consisteva non solo nel non criticare i genitori ma anche nel rilevare il lato apprezzabile dei comportamenti di tutti i componenti della famiglia Tattica La lode esplicita non bastava a coprire un’accusa implicita. I genitori avevano intuito che se il figlio abbandonava il sintomo e la loro situazione relazionale rimaneva la stessa la connessione tra la loro conflittualità e il sintomo veniva smentiva.
  • 92. Grazie alla sperimentazione con la PRESCRIZIONE INVARIABILE è stato possibile trovare una serie di strategie che riuscissero a controbilanciare l’inevitabile colpevolizzazione dei genitori. I genitori infatti vengono valorizzati e recuperati nell’attività collaborazione a un processo di cambiamento. I due aspetti di colpevolizzazione e di valorizzazione vengono bilanciati per tutta la durata della terapia.
  • 93. Mosse terapeutiche meta-gioco Consistono nel fatto che il terapista assume un atteggiamento di base che contrasta con una fondamentale credenza della famiglia: quella che il figlio, paziente designato, sia un ammalato. Il terapista rimane coerente con il PRINCIPIO DI COMPETENZA che consiste nel rifiuto di considerare il sintomo come espressione di malattia. Egli infatti vede tale sintomo sotto il profilo interattivo sulla base della conoscenza del contesto in cui si è prodotto. Il terapista evita di farsi assorbire nel gioco famigliare e di contribuire così a rafforzare il gioco di coppia disfunzionale. Egli utilizza la propria influenza per cercare di far giocare un gioco diverso attraverso delle prescrizioni.
  • 94. Svelamento del gioco I protagonisti dello stallo di coppia possono presentarsi come una coppia perfetta o anche scontrarsi crudelmente, ma in tutti i casi non esplicitano (forse neanche a loro stessi) le vere ragioni della loro sofferenza. Ciascuno è preoccupato di salvare se stesso e pensa di potersi salvare utilizzando delle tecniche indirette. Con lo svelamento delle carte si crea una modificazione della relazione di coppia, uno smantellamento di negoziazioni, nascondimenti e spostamenti che possono portare ad un graduale miglioramento del sintomo del paziente designato.
  • 95. L’acquisizione del pensiero multidimensionale (oltre il modello sistemico). PROBLEMATICA: rendere intelligibile i processi interattivi “psicotici” della famiglia. Uso di artifici: METAFORA DEL GIOCO SOMMINISTRAZIONE DI UNA PRESCRIZIONE INVARIABILE Tale schema poteva diventare intelligibile soltanto se veniva inquadrato all’interno del caso stesso. Operazione che poteva confermare o invalidare lo schema generale. NON SI PUO’ SCINDERE L’INDIVIDUO DALLA FAMIGLIA E LA FAMIGLIA DAGL’INDIVIDUI CHE LA COMPONGONO. RELAZIONI = INDIVIDUALI REGOLATORI AUTORGANIZZAZIONE DELLA FAMIGLIA = DELLE DEFINIZIONE STRUTTURE DEI INTRAPSICHICHE COMPITI ALL’INTERNO
  • 96. ERRORE DEL TERAPISTA VIA ALLA CONOSCENZA COMPRENDERE SFONDO E LINGUAGGIO DEL GIOCO PENSARE PER ANDIRIVIENI = ITER ESPLORATIVO PER SCOPRIRE I GIOCHI FAMIGLIARI