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L P NDIM NT SE
’AP RE
E O NZA E
RRORI
PROMPTING
La guida fisica: consiste nel dirigere completamente l’alunno.
L’aiuto verbale è un suggerimento ed è quello più usato nella
pratica didattica quotidiana.
MODELING
L’indicazione
eseguire;

gestuale : consiste nel

mostrare

l’azione

da

Altri suggerimenti forniti direttamente dall’insegnante:
La semplificazione della situazione stimolo : ovvero un alunno
può essere messo nelle condizioni di sbagliare raramente.
CON UN ALUNNO IN DIFFICOLTA’ UNO DEI PRIMI OBIETTIVI
DA TENER PRESENTE E’ QUELLO DI FARLO SBAGLIARE IL
MENO POSSIBILE E CERCARE DI ENFATIZZARE LA PARTE
BUONA DELLA RISPOSTA EMESSA DELL’ALUNNO.
L P NDIM NT SE
’AP RE
E O NZA E
RRORI
Uso dei materiali-stimolo facilitati e facilitanti: gli aiuti
possono essere inseriti nella situazione stimolo modificando
il materiale di insegnamento.
Una regola nella costruzione di materiali stimolo facilitati è
utilizzare aiuti simili a quelli che il ragazzo troverà poi nel
mondo reale.
APPRENDIMENTO SENZA ERRORI: se gli aiuti sono scelti
bene e sono sufficientemente forti impediscono all’alunno di
sbagliare.
IMPORTANTE E’ L’ATTENUAZIONE DEGLI AIUTI: questi
dovranno essere gradualmente attenuati in modo tale che
l’alunno acquisisca padronanza di un compito.
Il M
odellamento o M
odeling
MODELING: osservare un modello competente che svolge
un’azione può essere un aiuto molto efficace per l’apprendimento
di quell’azione.
L’INSEGNANTE DEVE FUNGERE DA MODELLO DA IMITARE:
cioè bisogna far vedere qual è il modo giusto di comportarsi di
fronte a determinate situazioni e richieste.
Il MODELING può essere usato sia:
in programmi molto semplici (apprendimento di forme e colori o
di autonomia personale);
in programmi più difficili che mirano all’acquisizione di abilità e
comportamenti complessi (es. autonomia sociale) i quali non
possono essere insegnati solo con le parole, ma devono essere
mostrati all’alunno nella loro complessità.
IMPORTANTE
è
rinforzare
i
tentativi
sufficientemente conformi al modello .

di

imitazione

Gli aiuti forniti dal modello (insegnante) sono utili nell’ambito
degli
apprendimenti
scolastici
utilizzando
modalità
dell’autoistruzione verbale.
Il M
odellaggio o
Shaping DE L RISP
LA
OST
A
MODELLAGGIO: metodo d’insegnamento individualizzato volto
a costruire un’abilità del tutto assente in un soggetto, iniziando
a rinforzare comportamenti che si avvicinano a quell’abilità e
continuando a rinforzare le approssimazioni successive di quei
comportamenti.
Si
1.
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articola in 5 fasi:
Scelta dell’obiettivo;
Scelta del comportamento iniziale;
Scelta dei rinforzatori;
Rinforzamento del comportamento iniziale;
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LE PROCEDURE DI DISCRIMINAZIONE
SENZA ERRORI
NELLE PRIME FASI DI APPRENDIMENTO DELLA
LETTURA
TRA I N U M ERO S I FA TT O RI A T TIV I N EL PRO CES S O D I LET T U RA
S E N E PO S S O N O ID EN T IFICA RE D U E
O PERA TIV A M EN T E RILEV A N T I
D ECIFRA Z IO N E A LIV ELLO
PERCET T IV O

PRO CES S O D IS CRIM IN A T IV O
PRO CED U RE D I D IS CRIM IN A Z IO N E
SEN ZA ERRO RI
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D ECIFRA Z IO N E S EM A N T ICA
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A LIV ELLO CO G N IT IV A M EN T E
PIU ' CO M PLES S O
F
ADING
CAMBIAMENTI DI DIVERSE DIMENSIONI RELATIVE
AGLI STIMOLI (INTENSITA’, COMPLETEZZA,
GRANDEZZA)
O ALLE CONDIZIONI CONNESSE AGLI STIMOLI
(NUMEROSITA’, DISTANZA, RESISTENZA ALLA
PRESA), MA MAI CAMBIAMENTI DI FORMA.
GLI STIMOLI DEL COMPITO MANTENGONO SEMPRE
LA STESSA CONFIGURAZIONE.

SH ING
AP
DE L ST OL
L O IM O
CAMBIAMENTI NELLA CONFIGURAZIONE/FORMA
DEGLI STIMOLI
F
ADING (T RRACE 1963)
E
,
FORME APPLICATIVE
•

ORTODOSSE (RIGUARDANO DIRETTAMENTE
DIMENSIONI DEGLI STIMOLI DEL COMPITO)
1. INTENSITA’
2. COMPLETEZZA
3. GRANDEZZA (LUNGHEZZA, ALTEZZA,
VOLUME)
• NON ORTODOSSE (RIGUARDANO CONDIZIONI
LEGATE AGLI STIMOLI, SITUAZIONE-STIMOLO)
1. NUMEROSITA’-DENSITA’
2. DISTANZA DEGLI STIMOLI DAL
SOGGETTO
3. RESISTENZA ALLA PRESA,
MANIPOLAZIONE
F
ADING (T RRACE 1963)
E
,
REGOLE DI ATTUAZIONE

– MANIPOLARE UN SOLO STIMOLO
ALLA VOLTA
– USARE UN NUMERO DI PASSAGGI
SUFFICIENTE

CONDIZIONI DI EFFICACIA
• GRADUALITA’
• COERENZA COI LIVELLI DI
COMPETENZA DEL SOGGETTO
F
ADING (T RRACE 1963)
E
,
CONDIZIONI TECNICHE DI
ATTUAZIONE
• NUMERO DEI PASSAGGI
• NUMERO DI RISPOSTE CORRETTE
• ASPETTO CONGRUENZAINCONGRUENZA
INTENSITA’: PUO’ ESSERE
– ACCRESCIUTA = FADING IN
– DIMINUITA = FADING OUT

TIPO DI STIMOLI
• STIMOLI DI NATURA GRAFICA E
SONORA
FADING
F
ADING (T RRACE 1963)
E
,
LIMITI
•NON GARANTISCONO IL MANTENIMENTO
NEL TEMPO
•NON FAVORISCONO SEMPRE LA
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•NON SONO FACILMENTE IMPIEGABILI NEI
CASI DI DISCRIMINAZIONE CONDIZIONALE
SH ING (SIDM
AP
AN E ST
ODDARD, 1967)
– MODIFICAZIONE GRADUALE DELLA CONFIGURAZIONE
DELLO STIMOLO
– APPROSSIMAZIONI SUCCESSIVE PER ARRIVARE AGLI
ASPETTI SPECIFICI CHE DEFINISCONO LO STIMOLO
NELLA SUA CONDIZIONE CRITERIALE

FORME APPLICATIVE
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CONFIGURAZIONE DELLO STIMOLO
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–
–
–
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CONDIZIONI TECNICHE DI ATTUAZIONE

AGIRE SU UNO STIMOLO ALLA VOLTA
NUMERO DI PASSAGGI
NUMERO DI RISPOSTE CORRETTE
USO DEL RINFORZO POSITIVO
BUONA DOSE DI CREATIVITA’
RISULTATI SPERIMENTALI
DIMOSTRANO:
• LA MAGGIORE EFFICACIA DELLO
SHAPING RISPETTO AL FADING, MA
SOPRATTUTTO DELLA LORO
COMBINAZIONE
• LA MAGGIORE APPLICABILITA’
DELLO SHAPING PARZIALE
RISPETTO QUELLO TOTALE
• 10 PASSAGGI SONO SUFFICIENTI
PER PROMUOVERE
L’APPRENDIMENTO DEL
CONTENUTO SENZA FAR DIMINUIRE
LA MOTIVAZIONE E L’ATTENZIONE
ACCOPPIAMENTO

ETICHETTAMENTO
NORMALI

NORMALI

DOWN

90
80
70
60
50
40
30
20
10
0

DOWN
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0

Shaping

Fading

Shap+Fad

Controllo

Shaping

Fading

Shap+Fad

Controllo

Percentuale di performance corrette nelle prove di accoppiamento e di etichettamento verbale di parole in bambini
normali e Down della stessa età cronologica (5.9 anni).

Fonte: Perini e Maistrello [1988].
ETICHETTAMENTO

ACCOPPIAMENTO

70

60

60

50

50

40

40

30

30

12 ANNI

20

5 ANNI

10
0

20

12 ANNI

10

5 ANNI

0

Shaping

Fading

Shap+Fad

Controllo

Shaping

Fading

Shap+Fad

Controllo
Sequenze di shaping per l'apprendimento
della corrispondenza biunivoca
simbolo
numerico quantità.

Fonte : Benedetto,
Cammà e Perini [1988].
Il bambino segue
le indicazioni
senza interazioni
esterne
Esempio di lettura facilitata+shaping
SHAPING +FADING
SUPERIMPOSIZIONE
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Dse

  • 1. L P NDIM NT SE ’AP RE E O NZA E RRORI PROMPTING La guida fisica: consiste nel dirigere completamente l’alunno. L’aiuto verbale è un suggerimento ed è quello più usato nella pratica didattica quotidiana. MODELING L’indicazione eseguire; gestuale : consiste nel mostrare l’azione da Altri suggerimenti forniti direttamente dall’insegnante: La semplificazione della situazione stimolo : ovvero un alunno può essere messo nelle condizioni di sbagliare raramente. CON UN ALUNNO IN DIFFICOLTA’ UNO DEI PRIMI OBIETTIVI DA TENER PRESENTE E’ QUELLO DI FARLO SBAGLIARE IL MENO POSSIBILE E CERCARE DI ENFATIZZARE LA PARTE BUONA DELLA RISPOSTA EMESSA DELL’ALUNNO.
  • 2. L P NDIM NT SE ’AP RE E O NZA E RRORI Uso dei materiali-stimolo facilitati e facilitanti: gli aiuti possono essere inseriti nella situazione stimolo modificando il materiale di insegnamento. Una regola nella costruzione di materiali stimolo facilitati è utilizzare aiuti simili a quelli che il ragazzo troverà poi nel mondo reale. APPRENDIMENTO SENZA ERRORI: se gli aiuti sono scelti bene e sono sufficientemente forti impediscono all’alunno di sbagliare. IMPORTANTE E’ L’ATTENUAZIONE DEGLI AIUTI: questi dovranno essere gradualmente attenuati in modo tale che l’alunno acquisisca padronanza di un compito.
  • 3. Il M odellamento o M odeling MODELING: osservare un modello competente che svolge un’azione può essere un aiuto molto efficace per l’apprendimento di quell’azione. L’INSEGNANTE DEVE FUNGERE DA MODELLO DA IMITARE: cioè bisogna far vedere qual è il modo giusto di comportarsi di fronte a determinate situazioni e richieste. Il MODELING può essere usato sia: in programmi molto semplici (apprendimento di forme e colori o di autonomia personale); in programmi più difficili che mirano all’acquisizione di abilità e comportamenti complessi (es. autonomia sociale) i quali non possono essere insegnati solo con le parole, ma devono essere mostrati all’alunno nella loro complessità. IMPORTANTE è rinforzare i tentativi sufficientemente conformi al modello . di imitazione Gli aiuti forniti dal modello (insegnante) sono utili nell’ambito degli apprendimenti scolastici utilizzando modalità dell’autoistruzione verbale.
  • 4. Il M odellaggio o Shaping DE L RISP LA OST A MODELLAGGIO: metodo d’insegnamento individualizzato volto a costruire un’abilità del tutto assente in un soggetto, iniziando a rinforzare comportamenti che si avvicinano a quell’abilità e continuando a rinforzare le approssimazioni successive di quei comportamenti. Si 1. 2. 3. 4. 5. articola in 5 fasi: Scelta dell’obiettivo; Scelta del comportamento iniziale; Scelta dei rinforzatori; Rinforzamento del comportamento iniziale; Rinforzamento delle approssimazioni successive.
  • 5. LE PROCEDURE DI DISCRIMINAZIONE SENZA ERRORI NELLE PRIME FASI DI APPRENDIMENTO DELLA LETTURA TRA I N U M ERO S I FA TT O RI A T TIV I N EL PRO CES S O D I LET T U RA S E N E PO S S O N O ID EN T IFICA RE D U E O PERA TIV A M EN T E RILEV A N T I D ECIFRA Z IO N E A LIV ELLO PERCET T IV O PRO CES S O D IS CRIM IN A T IV O PRO CED U RE D I D IS CRIM IN A Z IO N E SEN ZA ERRO RI F A D IN G , S H A PIN G ... D ECIFRA Z IO N E S EM A N T ICA E CO N CETTU ALE A LIV ELLO CO G N IT IV A M EN T E PIU ' CO M PLES S O
  • 6. F ADING CAMBIAMENTI DI DIVERSE DIMENSIONI RELATIVE AGLI STIMOLI (INTENSITA’, COMPLETEZZA, GRANDEZZA) O ALLE CONDIZIONI CONNESSE AGLI STIMOLI (NUMEROSITA’, DISTANZA, RESISTENZA ALLA PRESA), MA MAI CAMBIAMENTI DI FORMA. GLI STIMOLI DEL COMPITO MANTENGONO SEMPRE LA STESSA CONFIGURAZIONE. SH ING AP DE L ST OL L O IM O CAMBIAMENTI NELLA CONFIGURAZIONE/FORMA DEGLI STIMOLI
  • 7. F ADING (T RRACE 1963) E , FORME APPLICATIVE • ORTODOSSE (RIGUARDANO DIRETTAMENTE DIMENSIONI DEGLI STIMOLI DEL COMPITO) 1. INTENSITA’ 2. COMPLETEZZA 3. GRANDEZZA (LUNGHEZZA, ALTEZZA, VOLUME) • NON ORTODOSSE (RIGUARDANO CONDIZIONI LEGATE AGLI STIMOLI, SITUAZIONE-STIMOLO) 1. NUMEROSITA’-DENSITA’ 2. DISTANZA DEGLI STIMOLI DAL SOGGETTO 3. RESISTENZA ALLA PRESA, MANIPOLAZIONE
  • 8. F ADING (T RRACE 1963) E , REGOLE DI ATTUAZIONE – MANIPOLARE UN SOLO STIMOLO ALLA VOLTA – USARE UN NUMERO DI PASSAGGI SUFFICIENTE CONDIZIONI DI EFFICACIA • GRADUALITA’ • COERENZA COI LIVELLI DI COMPETENZA DEL SOGGETTO
  • 9. F ADING (T RRACE 1963) E , CONDIZIONI TECNICHE DI ATTUAZIONE • NUMERO DEI PASSAGGI • NUMERO DI RISPOSTE CORRETTE • ASPETTO CONGRUENZAINCONGRUENZA INTENSITA’: PUO’ ESSERE – ACCRESCIUTA = FADING IN – DIMINUITA = FADING OUT TIPO DI STIMOLI • STIMOLI DI NATURA GRAFICA E SONORA
  • 11. F ADING (T RRACE 1963) E , LIMITI •NON GARANTISCONO IL MANTENIMENTO NEL TEMPO •NON FAVORISCONO SEMPRE LA GENERALIZZAZIONE •NON SONO FACILMENTE IMPIEGABILI NEI CASI DI DISCRIMINAZIONE CONDIZIONALE
  • 12. SH ING (SIDM AP AN E ST ODDARD, 1967) – MODIFICAZIONE GRADUALE DELLA CONFIGURAZIONE DELLO STIMOLO – APPROSSIMAZIONI SUCCESSIVE PER ARRIVARE AGLI ASPETTI SPECIFICI CHE DEFINISCONO LO STIMOLO NELLA SUA CONDIZIONE CRITERIALE FORME APPLICATIVE • GLOBALI O TOTALI: CAMBIA L’INTERA CONFIGURAZIONE DELLO STIMOLO • PARZIALI O ANALITICHE: CAMBIA SOLO UNA PARTE – – – – – CONDIZIONI TECNICHE DI ATTUAZIONE AGIRE SU UNO STIMOLO ALLA VOLTA NUMERO DI PASSAGGI NUMERO DI RISPOSTE CORRETTE USO DEL RINFORZO POSITIVO BUONA DOSE DI CREATIVITA’
  • 13. RISULTATI SPERIMENTALI DIMOSTRANO: • LA MAGGIORE EFFICACIA DELLO SHAPING RISPETTO AL FADING, MA SOPRATTUTTO DELLA LORO COMBINAZIONE • LA MAGGIORE APPLICABILITA’ DELLO SHAPING PARZIALE RISPETTO QUELLO TOTALE • 10 PASSAGGI SONO SUFFICIENTI PER PROMUOVERE L’APPRENDIMENTO DEL CONTENUTO SENZA FAR DIMINUIRE LA MOTIVAZIONE E L’ATTENZIONE
  • 14. ACCOPPIAMENTO ETICHETTAMENTO NORMALI NORMALI DOWN 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 DOWN 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Shaping Fading Shap+Fad Controllo Shaping Fading Shap+Fad Controllo Percentuale di performance corrette nelle prove di accoppiamento e di etichettamento verbale di parole in bambini normali e Down della stessa età cronologica (5.9 anni). Fonte: Perini e Maistrello [1988].
  • 15. ETICHETTAMENTO ACCOPPIAMENTO 70 60 60 50 50 40 40 30 30 12 ANNI 20 5 ANNI 10 0 20 12 ANNI 10 5 ANNI 0 Shaping Fading Shap+Fad Controllo Shaping Fading Shap+Fad Controllo
  • 16. Sequenze di shaping per l'apprendimento della corrispondenza biunivoca simbolo numerico quantità. Fonte : Benedetto, Cammà e Perini [1988].
  • 17. Il bambino segue le indicazioni senza interazioni esterne
  • 18. Esempio di lettura facilitata+shaping