2. Facendo riferimento al DSM-IV, all’interno dei
DISTURBI DEL COMPORTAMENTO
rientrano le seguenti categorie:
Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività
(DDAI o ADHD)
Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP)
Disturbo della Condotta (DC)
3. QUADRO CLINICO
Decorso del Disturbo – Deficit psicosociale
Sintomi nucleari
Inattenzione
Iperattività
Impulsività
Sintomi nucleari
Inattenzione
Iperattività
Impulsività
Comorbidità psichiatriche
Disturbi dirompenti del comportamento
(disturbo della condotta e disturbo
oppositivo-provocatorio)
Disturbi di ansia e di umore
Comorbidità psichiatriche
Disturbi dirompenti del comportamento
(disturbo della condotta e disturbo
oppositivo-provocatorio)
Disturbi di ansia e di umore
+
4. Caratteristiche del bambino con
iperattività e impulsività
Difficoltà ad attendere
il proprio turno
Difficoltà a giocare
in modo tranquillo
E’ in continuo movimento
e agisce come se avesse
“l’argento vivo” addosso
Parla troppo,
interrompe
gli altri o è invadente
nei loro confronti
Spara le risposte
Lascia il proprio posto a sedere
in classe o in altre situazioni in
cui ci si aspetta che resti
5. Caratteristiche del bambino
disattento
E’ sbadato e si
distrae facilmente,
perde gli oggetti
Non porta a
termine le attività
È riluttante ad impegnarsi
nei compiti che
richiedono uno sforzo
mentale protratto
Ha difficoltà ad organizzarsi,
a seguire le istruzioni,
a mantenere l’attenzione nei
compiti scolastici e in altre attività
Sembra non
ascoltare
quando
gli si parla
direttamente
6. Caratteristiche del bambino con
Disturbo oppositivo provocatorio
Dispettoso e vendicativo
Arrabbiato e rancoroso
Suscettibile o
irritato dagli altri
Accusa gli altri
per i propri errori
e comportamenti
Sfida attentamente o
rifiuta le richieste e
le regole degli adulti
Litiga con gli adulti
Offende
7. Caratteristiche del bambino con
disturbo della condotta
Fa il prepotente e
minaccia e intimorisce
gli altri
Marina la scuola
Da inizio a
colluttazioni fisiche
Appicca il fuoco
Mente per
ottenere vantaggi
Crudele con le persone
e con gli animali
Ruba e distrugge
proprietà altrui
Ha usato un’arma
che può causare
danni fisici
Trascorre fuori casa la
notte, fugge di
casa
8. Eziologia multifattoriale
È importante avere una chiave di lettura a
queste problematiche che consideri
l’intreccio e il bilancio di
Fattori di rischio
&
Fattori di protezione
10. FATTORI NEUROBIOLOGICI
Compromissione delle FUNZIONI ESECUTIVE
(inibizione o differimento della risposta,
rappresentazione mentale, programmazione
motoria).
Sottoattivazione delle aree frontali del cervello
che, non lavorando “a pieno regime”, non sono in
grado di porre adeguati freni inibitori al
comportamento.
11. FATTORI PSICOLOGICI
ATTACCAMENTO: necessità biologica di
protezione e accudimento da parte del neonato
Che si evolve nella costruzione di un fenomeno
interazionale con la figura di riferimento.
12. All’interno dei legami primari di
attaccamento ciascuno di noi impara a
riconoscere, dare un nome, esprimere e
regolare gli stati emozionali e i
comportamenti.
MENTALIZZAZIONE
13. I bambini con attaccamento insicuro
presentano problemi sociali con i coetanei,
maggiore rabbia e minore autocontrollo.
Mentre
Bambini con attaccamento sicuro hanno
maggiori competenze sociali, cognitive e di
autoregolazione delle emozioni.
14. I bambini e gli adolescenti con frequenti
comportamenti aggressivi, esposti a
situazioni ostili, tendono a mantenersi
ipervigili nel monitorare l’ambiente
circostante, senza attivare strategie per
esaminare l’ambiente e senza fare inferenze
sul comportamento degli altri.
15. La maggior parte dei bambini con disturbi
del comportamento hanno un caregiver
che esprime maggiormente emozioni
negative durante l’interazione (madri
depresse o stressate) e/o provengono da
famiglie che adottano una certa rigidità
educazionale e hanno una bassa sensibilità
a rispondere e comprendere i segnali del
bambino.
16. Un ambiente disorganizzato sul piano educativo e
fisico non facilita lo strutturarsi di un ordine
mentale.
Un ambiente fisicamente rigido (stare fermi,
composti, rimproveri per lo scarso autocontrollo)
espone il ragazzo a fallimenti e frustrazioni.
Uno stile educativo basato sulla richiesta di
spiegazioni riguardo ad un comportamento
inadeguato non trova esito in un ragazzo poco
elaborativo.
FATTORI AMBIENTALI ED EDUCATIVI:
17. ALCUNE CARATTERISTICHE DI QUESTE
FAMIGLIE:
Elevata conflittualità tra i membri
Ricorso sistematico alle punizioni per gestire il
comportamento del figlio
Difficoltà di comunicazione
Scarso autocontrollo dell’impulsività e della rabbia
Contesto caotico con regole poco chiare e/o stabili
Difficoltà a stabilire e far rispettare delle regole
Scarso monitoraggio di come si comporta il bambino
Scarso interesse nei confronti del figlio
Problemi personali che impediscono di agire
efficacemente da genitori
18. INTERVENTI
Sul pazienteSul paziente
Sui genitoriSui genitori
Sulla scuolaSulla scuola
Terapia cognitivo-comportamentaleTerapia cognitivo-comportamentale
PsicofarmacoterapiaPsicofarmacoterapia
PsicoeducazionePsicoeducazione
PsicoeducazionePsicoeducazione
Interventi comportamentaliInterventi comportamentali
Parent trainingParent training
PsicoeducazionePsicoeducazione
19. PARENT TRAINING
Prevede la presentazione e la discussione di
comportamenti e modi di pensare positivi
orientati alla comprensione delle difficoltà del
bambino e la possibilità di acquisire tecniche
per guidare il bambino a rinforzare i
comportamenti sociali positivi o
diminuire/eliminare quelli inappropriati.
20. L’ottica cognitivo-costruttivista parte
dal presupposto che la modalità di
intervento sul bambino debba essere
costruita insieme al genitore partendo
dal confronto di esperienze e di
significati personali.
22. LA SCUOLA
• Può rappresentare un ambito di grande
criticità e conflitto, ma anche un contesto di
grande generatività e sviluppo di abiltà di
regolazione emotiva.
• Gli insegnanti possono essere coinvolti,
direttaemente o indirettamente, in alcuni
obiettivi educativi pianificati con i genitori
(ex: contratto comportamentale)
23. OBIETTIVO PRIMARIO:
Aiutare non solo i genitori, ma anche gli
insegnanti ad iniziare a fare delle inferenze
sullo stato mentale del bambino.
24. INCONTRO SCUOLA OPERATORI FAMIGLIA
• Insegnante: “…secondo me Luigi si comporta così
perché è un paravento, vuole fare arrabbiare
tutti e non gli importa della scuola…”
• L’insegnante di matematica che era intervenuta
poco fino a quel momento, dice: “…devo
confessarle che in quei momenti quando Luigi è
così, non mi importa tanto del muro scorticato o
della porta rotta, lo guardavo e mi veniva da
pensare che … mi sembrava così angosciato!
Angosciato e triste! Mi dicevo cosa penserà lì
nella sua testolina? Io vorrei capire come sta,
come potremo fare?”.
Notas do Editor
Key Points:
Questa slide Illustra che, quando i sintomi cardine sono associati a varie comorbidità psichiatriche, insorgono deficit funzionali
La diagnosi clinica dell’ADHD è basata su un comportamento evolutivo inadeguato in due domìni sintomatologici: inattenzione e impulsività/iperattività.
Questi domìni sintomatologici associati all’influenza di forme comorbide portano a diversi deficit funzionali nella vita quotidiana.
Lo stress familiare, una comorbidità psichiatrica, deficit di socializzazione e risultati accademici negativi sono solo alcune delle numerose difficoltà che i pazienti ADHD devono affrontare.
Bibliografia:
Biederman J et al. 2003.”Determining and Achieving Therapeutic Targets for ADHD Across the Life Span. J Clin Psychiatry, JCP Visuals, 5(2)
Nel corso degli anni varie sono state le spiegazioni proposte. L’ipotesi attualmente più valida e condivisa è quella multifattoriale, cioè che il disturbo sia il risultato dell’interazione di più fattori, di tipo neurobiologico, psicologico e ambientale; una predisposizione di base a sviluppare il disturbo che si alimenta e manifesta in base allo specifico ambiente di crescita.
Key Points:
L’intervento terapeutico viene applicato in diversi livelli
Poiché si osservano problemi differenti nei diversi contesti – bambino, famiglia, scuola – si possono adottare interventi differenziati e focalizzati ad hoc sul bambino stesso, sui genitori o sulla famiglia, sulla scuola materna/scuola.
L’intervento focalizzato sul paziente può essere costituito da psicoeducazione del bambino, terapia cognitivo-comportamentale con il bambino e psicofarmacoterapia
L’intervento focalizzato su genitori e famiglia può essere costituito da psicoeducazione dei genitori e parent training
L’intervento focalizzato su insegnanti e scuola può essere costituito da psicoeducazione degli insegnanti e interventi comportamentali nella scuola.
La comunità scientifica internazionale ritiene che il Il trattamento più adeguato è il cosiddetto trattamento “multimodale” quindi quello che agisce su tutti i livelli.
Bibliografia:
Barkley RA (1998). Attention-deficit hyperactivity disorder. A Handbook for Diagnosis and Treatment. New York: Guilford.
Implementare atteggiamenti costruttivi,Strutturare un ambiente che favorisca l’autoregolazione e la riflessività
Insegnare ai genitori alcune tecniche educative ed ampliare il loro bagaglio di strategie