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Clinica Psicologica e
Psicopatologia dei compiti vitali
CORSO INTEGRATO DI
PSICOLOGIA CLINICA
Prof. Salvatore Sasso
a.a.2005-2006
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI
CHIETI
Dermatologia e psicologia clinica
Interventi psicoterapeutici
Disturbo psichiatrico Malattia cutanea
Disturbo depressivo  Lesioni autoindotte
 Escoriazioni nevrotiche
Disturbi psicotici Psicosi ipocondriaca monosintomatica
 Delirio di parassitosi
 Delirio di bromoidrosi
 Delirio dismorfofobico
DOC e spettro
ossessivo-compulsivo
Disturbi del controllo degli impulsi
 Tricotillomania
 Onicofagia
 Acne escoriata (skin picking)
Disturbi somatoformi
 Disturbo da dismorfismo corporeo o
dismorfofobia
Disturbi psichiatrici primari
con manifestazioni cutanee
 Al disturbo psichiatrico principale
sono associate o conseguono lesioni
cutanee
 Le condizioni psicopatologiche più
frequenti: disturbi depressivi,
disturbi psicotici, disturbo ossessivo-
compulsivo
Disturbi psichiatrici primari
con manifestazioni cutanee
 Nei pazienti
con
manifestazioni
di agitazione
psicomotoria e
irritabilità più
frequenti: le
escoriazioni
nevrotiche
Ragazzo di 21 anni
Disturbi depressivi
 Il quadro clinico:
-papule pruriginose
localizzate in modo
simmetrico alle
zone laterali del
volto (acne
escoriata)
Ragazza di 23 anni
Disturbi depressivi
-lesioni escoriate di
diametro inferiore
al centimetro,
ricoperte da
crosticine ematiche,
localizzate alle
superfici estensorie
di braccia e gambe
e/o alla superficie
posteriore del
tronco
Acné excoriado. En esta paciente no es el resultado de
excoriaciones sino de estrujones en un intento de vaciar
comedones y pápulas. Se siente impulsada a hacerlo.
Mujer de 34 años. “Siempre ha tenido acné”. Desde
hace 6 meses, después de una separación matrimonial
hace un año, a iniciativa de ella.
Disturbi depressivi
 La malattia interessa ragazze
adolescenti o donne dell’età media
di 40 anni
Diagnosi differenziale
 Le pazienti dichiarano la propria
responsabilità nella causa delle
lesioni
 Talvolta non mostrano
preoccupazione per il danno cutaneo
 Talvolta mostrano soddisfazione
Le caratteristiche psicologiche dei
soggetti depressi
 Intensa ansietà
 Sentimenti di insicurezza, di inferiorità e
inadeguatezza
 Forte tendenza all’autopunizione
 Sentimenti vissuti di delusione,
frustrazione e abbandono
 Sfociano in un atteggiamento
autoaggressivo per allentare la forte
tensione psichica
Disturbi psicotici
 Fra quelli con manifestazioni cutanee
prevale il disturbo delirante
 COME SI CARATTERIZZA
 Presenza di idee deliranti ben strutturate:
- raramente accompagnate da
allucinazioni
- buona conservazione delle capacità di
funzionamento sociale e lavorativo (al di
fuori delle are interessate dal delirio)
Il disturbo delirante
 Bisogna distinguere:
- il disturbo delirante con contenuti
di tipo somatico (PSICOSI
IPOCONDRIACA MONOSINTOMANICA)
- i casi in cui il sintomo delirio
esprime una sottostante condizione
organica o un abuso di sostanze
Il delirio di parassitosi
(sindrome di Ekbom)
 Delirio più comune nella pratica
dermatologica
 Delirio di avere un’infestazione di
insetti sulla/nella pelle; di avere un
parassita interno
Il delirio di bromoidrosi
 Il paziente è convinto di emettere
cattivo odore che allontana da sé le
persone
Il delirio dismorfico
 Il paziente è convinto di avere dei difetti
fisici che rendono orribile l’aspetto
 I difetti influenzano negativamente la sua
vita
 I difetti non sono riconosciuti dagli altri
 Possono essere di scarsa rilevanza
oggettiva (pag. 173)
Dismorfofobia. Relieve de los bulbos
pilosos en la piel
del cuerpo del pene. Varón de 23 años.
Quejoso del
trato recibido por dos dermatólogos
consultados previamente.
Interrogatorio psicológico
sistematizado: no se
halla ansiedad ni trastorno depresivo,
pero sí una tendencia
a conductas obsesivas
Disturbo ossessivo-
compulsivo
Alcuni sintomi hanno gravi
implicazioni sul piano
dermatologico
Alcuni esempi:
- lavarsi ripetutamente le mani
- mordicchiare la pelle
- staccare le croste da acne
- strappare i propri capelli
Lo spettro ossessivo-
compulsivo
 Raggruppamento di disturbi che
presentano una base genetica comune
 I fattori genetici si esprimono in maniera
tipica e completa nel fenotipo
rappresentato dal disturbo nucleare dello
spettro (in questo caso il Disturbo
Ossessivo Compulsivo)
 Gli stessi fattori sono presenti in parte, o
si esprimono in modo incompleto o atipici
negli altri disturbi dello spettro
Alcune considerazioni
 I fattori genetici all’origine dei disturbi
mentali sono solo ipotetici
 Il criterio più rigoroso per stabilite
l’appartenenza di un disturbo allo spettro
è quello che si bassa sulla comorbidità
familiare
 Con il supporto di dati empirici si può far
appartenere allo spettro ossessivo-
compulsivo solo la sindrome di Gilles de la
Tourette
Lo spettro Ossessivo-compulsivo
secondo gli studi di Hollander (1996)
 Tre cluster
 Primo cluster: i disturbi
caratterizzati dalle preoccupazioni
per l’aspetto corporeo (disturbo da
dismorfismo corporeo), la
depersonalizzazione, l’ipocondria,
l’anoressia nervosa, il binge-eating
disorder
Lo spettro Ossessivo-compulsivo
secondo gli studi di Hollander (1996)
 Secondo cluster: disturbi del
controllo degli impulsi come il gioco
d’azzardo patologico, il compulsive
buying, le compulsioni sessuali, la
cleptomania, la tricotillomania, i
comportamenti automutilanti)
Lo spettro Ossessivo-compulsivo
secondo gli studi di Hollander (1996)
 Terzo cluster: disturbi neurologici con
caratteristiche compulsive (autismo,
sindrome di Gilles de la Tourette –il disturbo
tipo tic si estende a tutto il corpo in una gesticolazione
intensa ed incoercibile, accompagnata da coprolalia, da
sudori profusi e da un’alterazione dello stato generale
dovuto all’intensità del consumo muscolare. La prognosi è
cattiva. C’è una profonda compromissione psicosomatica-
la corea di Sydenham, il parkinsonismo,
alcuni tipi di epilessia)
Lo spettro Ossessivo-compulsivo
secondo gli studi di Hollander (1996)
 I dati su cui si basa l’inclusione sono
di consistenza variabile a seconda
del disturbo
 Ciascun disturbo viene accomunato
al disturbo nucleare in base ad
analogie di carattere psicopatologico
e clinico che si riferiscono a certi
fattori eziopatogenetici
Disturbi appartenenti allo
spettro oss.-comp.
 Disturbi del controllo degli impulsi
(tricotillomania, onicofagia, acne
escoriata (skin picking)
 Disturbo somatoforme (disturbo da
dismorfismo corporeo o dismorfobia)
Tricotillomania
 Impulso irresistibile a
staccarsi i capelli,
sopracciglia e ciglia
 Più raramente altre pendici
pilifere (regioni ascellari,
pubica, perianale)
 Fra i disturbi dello spettro
ossessivo-compulsivo è
quello che ha più punti di
contatto con con il DOC
DSM IV
 Lo strappamento può avvenire in brevi
episodi sparsi durante la giornata o in
periodi più rari ma più prolungati che
possono durare ore
 Lo strappamento può essere
concomitante con momenti di
rilassamento (leggendo un libro o
guardando la TV)
 Prima dello strappamento è presente un
senso di crescente tensione
 La tensione può anche essere associata
con i tentativi di resistere all’impulso
DSM IV
 Vi è gratificazione, piacere o una
sensazione di sollievo quando si verifica lo
strappamento
 Alcuni provano una sensazione di prurito
che passa strappandosi i capelli
 I soggetto comunemente negano di
strapparsi i capelli e occultano o
camuffano l’alopecia che ne risulta
 Alcuni provano l’impulso di strappare i
capelli agli altri
 Possono strappare peli ad animali, a
bambole
DSM IV
 Alla tricotillomania può essere
associato onicofagia, graffi, morsi,
escoriazioni
Decorso
 Periodi transitori di strappamento dei capelli
nella prima fanciullezza possono essere
considerati un’abitudine benigna, con un
decorso autolimitato
 I soggetti che giungono all’osservazione in
età adulta riferiscono l’esordio nella prima
adolescenza
 Per alcuni i sintomi continuano per decenni
 Per altri il disturbo può andare e venire per
settimane, mesi, anni
 Le zone possono variare nel tempo
Criteri secondo ICD 10 e
DSM-IV
A. Ricorrente strappamento dei propri capelli che causa
una notevole perdita di capelli
B. Un senso crescente di tensione immediatamente
prima di strapparsi i capelli o quando si tenta di
resistere al comportamento
C. Piacere, gratificazione, o sollievo durante lo
strappamento dei capelli
D. L’anomalia non è meglio attribuibile ad un altro
disturbo mentale
E. L’anomalia causa disagio clinicamente significativo o
compromissione dell’area sociale, lavorativa, o di
altre are importnti del funzionamento
Differenze
 I pazienti tricotillomanici, a
differenza dei pazienti DOC
non si strappano i capelli
come risposta a pensieri
ossessivi, ma come risultato
di un impulso irresistibile.
 I pazienti DOC hanno
compulsioni considerate
egodistoniche, mentre per i
pazienti con tricotillomania
strapparsi i capelli è fonte di
piacere
Tricotillomania
 Provoca un tipo di
alopecia che può
divenire
deturpante
 Il 43% la
considera come
indipendente dai
propri
comportamenti
DONNA DI 48 ANNI
Differenze tra età evolutiva
e adulti
 In età evolutiva (maschi e femmine sono
equamente rappresentati) è stata
interpretata come un segnale di disagio e
di conflitto nella relazione con le figure
genitoriali (approccio psicodinamico).
 I vissuti di privazione e di perdita
generano comportamenti compulsivi
associati a sentimenti aggressivi che non
potendo essere rivolti verso altri, sono
rivolti verso se stessi
Differenze tra età evolutiva
e adulti
 Nel paziente adulto (Christenson e al., 1991) è
definita come un disturbo eterogeneo caratterizzato
da un’ampia varietà di condizioni psicopatologiche
concomitanti:
 Disturbi dell’adattamento in relazione a life-events
stressanti;
 Disturbi dell’umore (65%)
 Disturbi psicotici (2%)
 Disturbi d’ansia (57%)
 Distubi del comportamento alimentare (20%)
 Disturbo da abuso di sostanze (22%)
 La comorbilità influenza l’espressione clinica, le
caratteristiche del decorso e le modalità di
trattamento
Onicofagia
 Il disturbo non è incluso fra le
categorie diagnostiche del DSM IV
TR
 Può essere inserito nella categoria
del disturbo del controllo degli
impulsi non altrimenti specificato
Onicofagia
 Si tratta di un impulso irresistibile di
compiere un atto dannoso per il soggetto
 L’atto è seguito spesso da disagio e
recriminazione
 Le condotte hanno un carattere ripetitivo
e sono spinte da un senso di costrizione
 Quanto riferito dal soggetto fa collocare il
disturbo nello spettro ossessivo-
compulsivo
Onicofagia
 Le complicazioni non si riferiscono solo alla
disapprovazione sociale
 Sono presenti anche infezioni subungueali e
paronichia (infiammazione dei tessuti delle
unghie-patereccio che si sviluppa su uno dei lati o alla
base d un’unghia )
 Complicazioni in sede orale e dentale
 Lo stress, la tensione e l’ansia possono
provocare episodi di onicofagia
 Secondo autori psicoanalitici, l’onicofagia
dipende da conflitti risalenti alla fase edipica.
Onicofagia
 Come tanti altri piccoli disturbi (tic,
stereotipie di movimenti, ecc.), nasce
nell'infanzia e si afferma quanto più
dall'esterno sono giunti al soggetto divieti
e punizioni.
 Spesso nasce in situazioni familiari
pesanti, caratterizzate da esplosioni e
litigi sistematici tra i genitori,
 nasce avanti ad aspettative parentali
troppo alte (di tipo scolastico, agonistico,
ecc.),
 nasce quando il soggetto non sente a
sufficienza l'amore dei genitori, nasce per
gelosia verso i fratelli, ecc.
 Insomma nasce in situazioni in cui
l'affettività, il mondo dei sentimenti, si
esprime - dentro al soggetto e o attorno a
lui fuori - come aggressività.
 Può accadere allora che il soggetto-bambino
cerchi di risolvere l'ansia che quelle
situazioni gli provocano proponendosi
inconsciamente come oggetto sacrificale.
Onicofagia
Onicofagia
 egli offre la propria totale
remissività, passività ed impotenza,
in cambio della liberazione della sua
famiglia, di se stesso, ecc., da ogni
esperienza di aggressività.
 l'onicofagìa, come molti altri
analoghi rituali di tipo ossessivo,
sembra prodursi grazie alla
concomitanza di tre fattori.
Primo fattore
 Il primo fattore è rappresentato dalla
tendenza, in mancanza di procedure
dirette e mirate, ad utilizzare espedienti
di tipo metaforico. Nel nostro caso
osserviamo:
 a) che il gesto del portare qualcosa alla
bocca, suggere, richiama
metaforicamente l'esperienza del seno
materno e della madre buona e che,
quindi, viene utilizzato per ottenere lo
stesso effetto tranquillizzante.
Primo fattore
 Espedienti analoghi sono: portare alla
bocca pipe, sigarette, matite, merendine,
ecc;
 b) invece il gesto di rosicchiare richiama
metaforicamente quello di digrignare
(pronti all'aggressione) i denti
usualmente associato alle situazioni di
tensione.
 Espedienti analoghi sono: rosicchiare lo
stecchino, la matita, le lenzuola,
masticare chewing gum ecc.
Secondo fattore
 Il secondo fattore è rappresentato da una sorta
di soddisfazione autolesionista (quello che in
sostanza Freud definiva istinto di morte) unita
alla capacità di produrre presenza attraverso la
percezione del dolore.
 Anche in questo caso si mostra l'ambivalenza
inconscia tra tendenza alla quiete mortifera e
necessità di restituirsi alla vita attraverso la
percezione del dolore fisico.
 Per esempio: alcuni si mordono le labbra, la
lingua, l'interno delle gote.
Terzo fattore
 Il terzo fattore infine è rappresentato dal
loop ossessivo prodotto dalla inadeguatezza
dell'espediente utilizzato, unito alla
rimozione di tale inadeguatezza.
 Ciò produce la necessità di ripetere il gesto
compensatore (coazione a ripetere), magari
con maggiore determinazione ed intensità,
nella speranza che risulti finalmente
adeguato all'appagamento del bisogno.
Terzo fattore
 Alcuni, per esempio, iniziano a
grattarsi le gambe per rimediare ad un
prurito magari lieve e per ragioni
analoghe rieseguono il gesto
ripetutamente con intensità
progressivamente crescente fino a
prodursi escoriazioni dolorose e
sanguinanti.
Onicofagia
 L'aggressività di cui il bambino vuole
liberare sé ed i suoi cari, è vissuta
dal bambino come poteva viverla il
nostro antenato delle caverne:
 un sentimento di annientamento
radicale che intende ferire o uccidere
l'altro, oggetto di tale sentimento.
Dunque: sentimento inaccettabile.
Onicofagia
 Dunque necessità di esorcizzare la vita
personale e la vita dei cari da questo pericolo.
 Inconsciamente il bambino promette che sarà
bravo per sempre se...
 Sono promesse che spesso da bambini facciamo.
 Ed egli comincia subito ad essere bravo, ossia
innocuo: il gesto del portare qualcosa in bocca
da un lato veicola il desiderio del bambino di
regredire nella magica ed edonistica situazione
garantita dal seno materno;
 ma dall'altro lato dobbiamo considerare gli
elementi del gesto: unghie mangiate dai denti.
Onicofagia
 Entrambi simboli e sopravvivenze di arcaiche
armi che il corpo animale conserva: artigli e
zanne.
 Viene simbolicamente eliminato quanto
servirebbe ad aggredire il mondo.
 L'aggressività, forma di energia che è sostanza
di ogni essere vivente, uomo compreso, viene
così deviata dal mondo e ritorta contro se stessi
in quanto letta e sperimentata in un suo solo
lato, quello negativista, seppure a due livelli:

Onicofagia
 quello concretistico e primordiale della
violenza fisica a livello filogenetico
(memoria e imprinting di specie) e
 quello della disconferma anche
psicologica a livello ontogenetico
(memoria ed imprinting di storia
personale).
Onicofagia
 Il persistere di questo piccolo grande rituale
segnala allora che anche da grandi persiste
nell'inconscio del soggetto un conflitto irrisolto
rispetto alla gestione dell'aggressività.
 Ed essa resta inaccettabile perché ancorata e
coincidente con l'esperienza di scontro mortale.
 La relazione che il soggetto ha interiorizzato e sui
cui binari conduce la qualità di ogni sua relazione
reale è nevrotica perché basata sui ruoli unilaterali
forte-debole, governante-governato, ecc.
Onicofagia
 E a chi non riconosce legittima la propria
aggressività resta sempre e solo il
copione del bisognoso.
 Però siccome nessun essere umano può
accettare un solo lato, essendo egli
portatore dell'unione di opposti, è proprio
il più debole che svilupperà aggressività
sempre più forte quanto meno accettabile
dallo stesso soggetto che la esprime.
Onicofagia
 E chi si mangia le unghie ha da tempo
deciso che l'aggressività è cattiva.
 Non stupiamoci dunque se proprio tra
questi piccoli divoratori, troviamo esempi
notevoli di aggressività manifesta.
 In realtà l'aggressività è un lato
dell'amore.
 Non c'è amore vero senza aggressività
così come non c'è vita vera se non si
accetta anche quotidianamente di morire,
simbolicamente s'intende.
Onicofagia
 Il superamento del sintomo è subordinato solo
alla presa in carico coscienziale da parte del
soggetto di ciò che esso sintomo svela mentre
cela e viceversa.
 l'accettazione della conflittualità quale
fondamento ontologico dell'esistente:
 per restare nell'ambito della dimensione
affettiva, di cui stiamo trattando, un esempio è
l'amore che si fa esperienza matura e piena solo
quando il soggetto può reggere in sé la
convivenza di due opposti sentimenti per la
stessa persona: attrazione e rifiuto.
Onicofagia
 Amore per ciò che in lei è amabile, rifiuto
per ciò che in lei non è avvertito come
amabile.
 Poiché ogni essere umano porta in sé
entrambi i lati, un amore davvero maturo
saprà trovare posto e parola per entrambi
gli aspetti.
 Insomma occorre giungere a riconoscere
in noi stessi ciò che la vita continuamente
ci mostra:
 la duplicità di ogni aspetto.
Onicofagia
 Tale riconoscimento sancirebbe l'uscita
dal pensiero infantile che divide
facilmente il bene dal male, il giusto
dall'errore, la pace dalla guerra ecc. e
permetterebbe al soggetto l'avvio di un
lavoro di rielaborazione del destino e della
storia dell'aggressività così come egli l'ha
fin qui conosciuta e sperimentata.
Acne escoriata
 L'acne escoriata è caratterizzata da
escoriazioni prodotte da azione
traumatica sulla pelle, di norma di natura
nevrotica.
 Il disturbo si presenta soprattutto nelle
ragazze ed insorge su acne volgare.
 La principale localizzazione è il volto.
 Talvolta può anche interessare la parte
superiore del torace e le braccia.
Acne escoriata
 La presenza di condotte ripetitive,
ritualistiche sono vissute come
egodistoniche
 Sono precedute da aumento di tensione e
seguite da sollievo
 Queste caratteristiche fanno supporre una
similitudine fra l’acne escoriata e il
disturbo ossessivo-compulsivo
Acne escoriata
 Le condizioni psichiatriche più
comuni:
 Disturbi d’ansia, disturbi depressivi, i
tratti di personalità ossessivo-
compulsivi, le reazioni di
conversione
 E ancora…ipocondria e schizofrenia
paranoide
Ipocondria ICD-10
 L’ICD-10 fornisce un singolo set di criteri
che fanno riferimento sia all’Ipocondria
che al Disturbo di Dismorfismo Corporeo
(sotto la voce “Sindrome Ipocondriaca”).
 I criteri diagnostici per la ricerca dell’ICD-
10 per l’Ipocondria specificano che vi
deve essere la condizione della “presenza
di non più di due gravi malattie
somatiche” e richiedono che almeno una
sia denominata specificamente dal
soggetto affetto dal disturbo
Ipocondria ICD-10:
Criteri diagnostici
A. La preoccupazione legata alla paura di avere, oppure ala
convinzione di avere, una malattia grave, basate sulla
erronea interpretazione di sintomi somatici da parte del
soggetto
B. La preoccupazione persiste nonostante la valutazione e la
rassicurazione medica appropriate
C. La convinzione di cui al Criterio A non risulta di intensità
delirante (come nel Disturbo Delirante, Tipo somatico) e
non è limitata a una preoccupazione circoscritta
all’aspetto fisico (come nel Disturbo di Dismorfismo
Corporeo).
D. La preoccupazione causa disagio clinicamente
significativo, oppure menomazione nel funzionamento
sociale, lavorativo, o in altre aree importanti
Ipocondria ICD-10:
Criteri diagnostici
E. La durata dell’alterazione è di almeno 6 mesi
F. La preoccupazione non è meglio attribuibile a
Disturbo d’Ansia Generalizzato, Disturbo
Ossessivo-Compulsivo, Disturbo di Panico,
Episodio Depressivo Maggiore, Ansia di
Separazione, o un altro Disturbo
Somatoforme
 Specificare se con Scarso Insight: durante
l’episodio la persona non è in grado di
riconoscere che la preoccupazione di avere una
malattia grave è eccessiva o irragionevole
Disturbo di conversione
ICD-10
 L’ICD-10 considera la conversione
come un Disturbo Dissociativo e
include set di criteri distinti per le
Sindromi Dissociative Motorie; le
Convulsioni Dissociative e
l’Anestesia e Perdita sensoriale in
una sezione che include anche
l’Amnesia Dissociativa e la Fuga
Dissociativa
Disturbo di conversione
ICD-10: Criteri diagnostici
A. Uno o più sintomi o deficit riguardanti funzioni
motorie volontarie o sensitive che suggeriscono una
condizione neurologica o medica generale
B. Si valuta che qualche fattore psicologico sia associato
col sintomo o col deficit in quanto l’esordio o
l’esacerbazione del sintomo o del deficit è preceduto
da qualche conflitto o altro tipo di fattore stressante
C. Il sintomo o deficit non è intenzionalmente prodotto o
simulato (come nei Disturbi Fittizi o nella
Simulazione)
D. Il sintomo o deficit non può, dopo appropriate
indagini, essere pienamente spiegato con una
condizione medica generale o con gli effetti diretti di
una sostanza o con un’esperienza o comportamento
Disturbo di conversione
ICD-10: Criteri diagnostici
F. Il sintomo o deficit causa disagio clinicamente
significativo o menomazione nel funzionamento
sociale, lavorativo o in altre aree importanti oppure
richiede attenzione medica
G. Il sintomo o deficit non è limitato a dolore o
disfunzioni sessuali, non si manifesta
esclusivamente in corso di Disturbo di
Somatizzazione e non è meglio spiegabile con
qualche altro disturbo mentale
Codificare tipo di sintomo o deficit:
 Con sintomi o Deficit Motori
 Con attacchi Epilettiformi o Convulsioni
 Con sintomi o deficit Sensitivi
 Con sintomatologia Mista
Acne escoriata
 Può essere talvolta associata con:
 Altri comportamenti automutilanti
come
 Tricotillomania, onocofagia,
comportamento di bruciare o
tagliare la pelle
 L’associazione più frequente e con il
disturbo da dismorfismo corporeo
Acne escoriata
 Ansia e depressione possono essere:
 causa di comportamenti di picking
 risultato dell’imbarazzo o del disagio
sociale derivanti dalle lesioni dela pelle
 L’angoscia può sfociare nel suicidio
 Gli stress psicosociali sono importanti
fattori precipitanti del disturbo
Disturbo da dismorfismo
corporeo o dismorfofobia
 Caratteristica fondamentale:
 Disturbo dell’immagine corporea
 Le preoccupazioni si concentrano soprattutto
sulle caratteristiche del proprio viso (bocca,
acne, cicatrici, manifestazioni vascolari, pallore
o rossore, sudorazione, asimmetrie e
sproporzioni del viso, eccessiva peluria,
mascella, capelli più o meno folti)
 Le altre parti destano meno preoccupazione
(piedi, mani, seni, schiena, zone erogene)
Cosa genera l’attenzione nei
confronti del corpo
 Disagio clinicamente significativo
con la compromissione del
funzionamento sociale e lavorativo
 Passano molte ore al giorno a
pensare al “difetto”, al punto che i
pensieri dominano la vita
 L’entità del disagio può comportare
tentativi anticonservativi o il suicidio
Decorso
 Frequente controllo giornaliero del difetto
o direttamente o in una superficie
riflettente (specchi, vetrine dei negozi,
paraurti delle macchine, vetri degli
orologi)
 Esagerati comportamenti di pulizia
(eliminazione di peli, applicazione di
cosmetici, manipolazione della pelle)
 Sebbene il fine del controllo e della pulizia
sia di diminuire l’ansia, questi
comportamenti finiscono con l’aumentare
la preoccupazione e l’ansia connessa.
Decorso
 Possibile eliminazione di specchi o loro
copertura, o altre modalità per camuffare
il difetto
 Alcuni soggetti possono essere
esageratamente preoccupati che la parte
“brutta” del loro corpo funzioni male o sia
estremamente fragile e in costante
pericolo di venire danneggiata
 La consapevolezza del difetto è scarsa e
alcuni soggetti sono deliranti
Decorso
 Sono convinti che la loro visione del
difetto è certa e non distorta e non
possono essere convinti altrimenti
 Anche le idee e i deliri di riferimento
correlati al difetto immaginato sono
comuni
 I soggetti pensano che altri possano fare
o stiano facendo attenzione al loro
supposto difetto, magari parlandone o
deridendola
Decorso
 L’evitamento delle attività usuali può
portare ad un isolamento sociale estremo
 La persona può uscire solo di notte,
quando non può essere vista o rimanere
chiusa in casa per anni
 Possono abbandonare la scuola, evitare i
colloqui di lavoro
 Possono avere pochi amici, evitare
incontri sentimentali, avere difficoltà
coniugali o divorziare a causa dei loro
sintomi
Decorso
 Il disagio può portare a ricoveri
ripetuti
 Come già detto, a idee suicidarie,
tentativi di suicidio, e suicidio
 Oltre a cercare di risolvere le
“disfunzioni” con trattamenti medici,
occasionalmente possono ricorrere a
misure estreme (autochirurgia)
Dismorfismo
 Presenza di scarso insight [durante l’episodio la
persona non è in grado di riconoscere che la
preoccupazione di avere una malattia grave è
eccessiva o irragionevole]nel disturbo, in cui è
stata messa in evidenza l’esistenza di una
variante delirante(Philips e Taub, 1995)
 Questa variante è presente nella classificazione
del DSM-IV
 Una diagnosi addizionale di disturbo delirante (di
tipo somatico) è possibile se il supposto difetto
fisico si presenta con intensità e caratteristiche di
tipo delirante
Pazienti descritti nella
letteratura
 Manifestazioni psicopatologiche associate quali:
 Sintomi depressivi, marcata labilità emotiva,
ritiro sociale, perdita di piaceri e di interessi
 La dismorfofobia può insorgere anche durante
una depressione maggiore (sin dall’esordio del
disturbo dell’umore presenti sintomi psicotici).
 Il tono dell’umore: brusche oscillazioni in senso
disforico, con atteggiamenti aggressivi e crisi di
tipo pantoclastico.
Decorso
 Insorge generalmente durante
l’adolescenza ma può iniziare
durante la fanciullezza
 Ha spesso un decorso continuativo
con pochi intervalli liberi da sintomi
 La parte del corpo al centro della
preoccupazione può rimanere la
stessa oppure cambiare
Diagnosi differenziale
 La diagnosi di DDC non può essere fatta se la
preoccupazione è attribuibile ad un altro
disturbo mentale
 Altrettanto se il disturbo si limita alla
grossezza come nella Anoressia Nervosa
 Se il disagio o il senso di estraneità si riferisce
ai propri caratteri sessuali primari e
secondari, come nel Disturbo della Identità di
Genere
 Oppure se l’umore rispetto all’aspetto fisico si
manifesta durante un Episodio Depressivo
Maggiore
 I soggetti col DDC possono ricevere una diagnosi
aggiuntiva di Disturbo Delirante, Tipo Somatico, se
la loro preoccupazione per il supposto difetto
nell’aspetto fisico di presenta con intensità
delirante
 Il Koro è una sindrome psichiatrica legata ad una
specifica cultura che si manifesta principalmente
nel Sud Est Asiatico e che si può collegare al DDC.
 È caratterizzato dalla preoccupazione che il pene
(o le piccole labbra, i capezzoli o le mammelle
nelle donne) si rattrappisca e scompaia
nell’addome.
 La preoccupazione si accompagna a
credere che morirà
 Il Koro si distingue dal DDC per via
della durata breve, per le
manifestazioni associate (ansia
acuta e paura di morire), per la
risposta positiva alle rassicurazioni e
per l’occasionale diffusione
epidemica

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Disturbi psichiatrici primari con manifestazioni cutanee

  • 1. Clinica Psicologica e Psicopatologia dei compiti vitali CORSO INTEGRATO DI PSICOLOGIA CLINICA Prof. Salvatore Sasso a.a.2005-2006 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI CHIETI Dermatologia e psicologia clinica Interventi psicoterapeutici
  • 2. Disturbo psichiatrico Malattia cutanea Disturbo depressivo  Lesioni autoindotte  Escoriazioni nevrotiche Disturbi psicotici Psicosi ipocondriaca monosintomatica  Delirio di parassitosi  Delirio di bromoidrosi  Delirio dismorfofobico DOC e spettro ossessivo-compulsivo Disturbi del controllo degli impulsi  Tricotillomania  Onicofagia  Acne escoriata (skin picking) Disturbi somatoformi  Disturbo da dismorfismo corporeo o dismorfofobia
  • 3. Disturbi psichiatrici primari con manifestazioni cutanee  Al disturbo psichiatrico principale sono associate o conseguono lesioni cutanee  Le condizioni psicopatologiche più frequenti: disturbi depressivi, disturbi psicotici, disturbo ossessivo- compulsivo
  • 4. Disturbi psichiatrici primari con manifestazioni cutanee  Nei pazienti con manifestazioni di agitazione psicomotoria e irritabilità più frequenti: le escoriazioni nevrotiche Ragazzo di 21 anni
  • 5. Disturbi depressivi  Il quadro clinico: -papule pruriginose localizzate in modo simmetrico alle zone laterali del volto (acne escoriata) Ragazza di 23 anni
  • 6. Disturbi depressivi -lesioni escoriate di diametro inferiore al centimetro, ricoperte da crosticine ematiche, localizzate alle superfici estensorie di braccia e gambe e/o alla superficie posteriore del tronco Acné excoriado. En esta paciente no es el resultado de excoriaciones sino de estrujones en un intento de vaciar comedones y pápulas. Se siente impulsada a hacerlo. Mujer de 34 años. “Siempre ha tenido acné”. Desde hace 6 meses, después de una separación matrimonial hace un año, a iniciativa de ella.
  • 7. Disturbi depressivi  La malattia interessa ragazze adolescenti o donne dell’età media di 40 anni
  • 8. Diagnosi differenziale  Le pazienti dichiarano la propria responsabilità nella causa delle lesioni  Talvolta non mostrano preoccupazione per il danno cutaneo  Talvolta mostrano soddisfazione
  • 9. Le caratteristiche psicologiche dei soggetti depressi  Intensa ansietà  Sentimenti di insicurezza, di inferiorità e inadeguatezza  Forte tendenza all’autopunizione  Sentimenti vissuti di delusione, frustrazione e abbandono  Sfociano in un atteggiamento autoaggressivo per allentare la forte tensione psichica
  • 10. Disturbi psicotici  Fra quelli con manifestazioni cutanee prevale il disturbo delirante  COME SI CARATTERIZZA  Presenza di idee deliranti ben strutturate: - raramente accompagnate da allucinazioni - buona conservazione delle capacità di funzionamento sociale e lavorativo (al di fuori delle are interessate dal delirio)
  • 11. Il disturbo delirante  Bisogna distinguere: - il disturbo delirante con contenuti di tipo somatico (PSICOSI IPOCONDRIACA MONOSINTOMANICA) - i casi in cui il sintomo delirio esprime una sottostante condizione organica o un abuso di sostanze
  • 12. Il delirio di parassitosi (sindrome di Ekbom)  Delirio più comune nella pratica dermatologica  Delirio di avere un’infestazione di insetti sulla/nella pelle; di avere un parassita interno
  • 13. Il delirio di bromoidrosi  Il paziente è convinto di emettere cattivo odore che allontana da sé le persone
  • 14. Il delirio dismorfico  Il paziente è convinto di avere dei difetti fisici che rendono orribile l’aspetto  I difetti influenzano negativamente la sua vita  I difetti non sono riconosciuti dagli altri  Possono essere di scarsa rilevanza oggettiva (pag. 173)
  • 15. Dismorfofobia. Relieve de los bulbos pilosos en la piel del cuerpo del pene. Varón de 23 años. Quejoso del trato recibido por dos dermatólogos consultados previamente. Interrogatorio psicológico sistematizado: no se halla ansiedad ni trastorno depresivo, pero sí una tendencia a conductas obsesivas
  • 16. Disturbo ossessivo- compulsivo Alcuni sintomi hanno gravi implicazioni sul piano dermatologico Alcuni esempi: - lavarsi ripetutamente le mani - mordicchiare la pelle - staccare le croste da acne - strappare i propri capelli
  • 17. Lo spettro ossessivo- compulsivo  Raggruppamento di disturbi che presentano una base genetica comune  I fattori genetici si esprimono in maniera tipica e completa nel fenotipo rappresentato dal disturbo nucleare dello spettro (in questo caso il Disturbo Ossessivo Compulsivo)  Gli stessi fattori sono presenti in parte, o si esprimono in modo incompleto o atipici negli altri disturbi dello spettro
  • 18. Alcune considerazioni  I fattori genetici all’origine dei disturbi mentali sono solo ipotetici  Il criterio più rigoroso per stabilite l’appartenenza di un disturbo allo spettro è quello che si bassa sulla comorbidità familiare  Con il supporto di dati empirici si può far appartenere allo spettro ossessivo- compulsivo solo la sindrome di Gilles de la Tourette
  • 19. Lo spettro Ossessivo-compulsivo secondo gli studi di Hollander (1996)  Tre cluster  Primo cluster: i disturbi caratterizzati dalle preoccupazioni per l’aspetto corporeo (disturbo da dismorfismo corporeo), la depersonalizzazione, l’ipocondria, l’anoressia nervosa, il binge-eating disorder
  • 20. Lo spettro Ossessivo-compulsivo secondo gli studi di Hollander (1996)  Secondo cluster: disturbi del controllo degli impulsi come il gioco d’azzardo patologico, il compulsive buying, le compulsioni sessuali, la cleptomania, la tricotillomania, i comportamenti automutilanti)
  • 21. Lo spettro Ossessivo-compulsivo secondo gli studi di Hollander (1996)  Terzo cluster: disturbi neurologici con caratteristiche compulsive (autismo, sindrome di Gilles de la Tourette –il disturbo tipo tic si estende a tutto il corpo in una gesticolazione intensa ed incoercibile, accompagnata da coprolalia, da sudori profusi e da un’alterazione dello stato generale dovuto all’intensità del consumo muscolare. La prognosi è cattiva. C’è una profonda compromissione psicosomatica- la corea di Sydenham, il parkinsonismo, alcuni tipi di epilessia)
  • 22. Lo spettro Ossessivo-compulsivo secondo gli studi di Hollander (1996)  I dati su cui si basa l’inclusione sono di consistenza variabile a seconda del disturbo  Ciascun disturbo viene accomunato al disturbo nucleare in base ad analogie di carattere psicopatologico e clinico che si riferiscono a certi fattori eziopatogenetici
  • 23. Disturbi appartenenti allo spettro oss.-comp.  Disturbi del controllo degli impulsi (tricotillomania, onicofagia, acne escoriata (skin picking)  Disturbo somatoforme (disturbo da dismorfismo corporeo o dismorfobia)
  • 24. Tricotillomania  Impulso irresistibile a staccarsi i capelli, sopracciglia e ciglia  Più raramente altre pendici pilifere (regioni ascellari, pubica, perianale)  Fra i disturbi dello spettro ossessivo-compulsivo è quello che ha più punti di contatto con con il DOC
  • 25. DSM IV  Lo strappamento può avvenire in brevi episodi sparsi durante la giornata o in periodi più rari ma più prolungati che possono durare ore  Lo strappamento può essere concomitante con momenti di rilassamento (leggendo un libro o guardando la TV)  Prima dello strappamento è presente un senso di crescente tensione  La tensione può anche essere associata con i tentativi di resistere all’impulso
  • 26. DSM IV  Vi è gratificazione, piacere o una sensazione di sollievo quando si verifica lo strappamento  Alcuni provano una sensazione di prurito che passa strappandosi i capelli  I soggetto comunemente negano di strapparsi i capelli e occultano o camuffano l’alopecia che ne risulta  Alcuni provano l’impulso di strappare i capelli agli altri  Possono strappare peli ad animali, a bambole
  • 27. DSM IV  Alla tricotillomania può essere associato onicofagia, graffi, morsi, escoriazioni
  • 28. Decorso  Periodi transitori di strappamento dei capelli nella prima fanciullezza possono essere considerati un’abitudine benigna, con un decorso autolimitato  I soggetti che giungono all’osservazione in età adulta riferiscono l’esordio nella prima adolescenza  Per alcuni i sintomi continuano per decenni  Per altri il disturbo può andare e venire per settimane, mesi, anni  Le zone possono variare nel tempo
  • 29. Criteri secondo ICD 10 e DSM-IV A. Ricorrente strappamento dei propri capelli che causa una notevole perdita di capelli B. Un senso crescente di tensione immediatamente prima di strapparsi i capelli o quando si tenta di resistere al comportamento C. Piacere, gratificazione, o sollievo durante lo strappamento dei capelli D. L’anomalia non è meglio attribuibile ad un altro disturbo mentale E. L’anomalia causa disagio clinicamente significativo o compromissione dell’area sociale, lavorativa, o di altre are importnti del funzionamento
  • 30. Differenze  I pazienti tricotillomanici, a differenza dei pazienti DOC non si strappano i capelli come risposta a pensieri ossessivi, ma come risultato di un impulso irresistibile.  I pazienti DOC hanno compulsioni considerate egodistoniche, mentre per i pazienti con tricotillomania strapparsi i capelli è fonte di piacere
  • 31. Tricotillomania  Provoca un tipo di alopecia che può divenire deturpante  Il 43% la considera come indipendente dai propri comportamenti DONNA DI 48 ANNI
  • 32. Differenze tra età evolutiva e adulti  In età evolutiva (maschi e femmine sono equamente rappresentati) è stata interpretata come un segnale di disagio e di conflitto nella relazione con le figure genitoriali (approccio psicodinamico).  I vissuti di privazione e di perdita generano comportamenti compulsivi associati a sentimenti aggressivi che non potendo essere rivolti verso altri, sono rivolti verso se stessi
  • 33. Differenze tra età evolutiva e adulti  Nel paziente adulto (Christenson e al., 1991) è definita come un disturbo eterogeneo caratterizzato da un’ampia varietà di condizioni psicopatologiche concomitanti:  Disturbi dell’adattamento in relazione a life-events stressanti;  Disturbi dell’umore (65%)  Disturbi psicotici (2%)  Disturbi d’ansia (57%)  Distubi del comportamento alimentare (20%)  Disturbo da abuso di sostanze (22%)  La comorbilità influenza l’espressione clinica, le caratteristiche del decorso e le modalità di trattamento
  • 34. Onicofagia  Il disturbo non è incluso fra le categorie diagnostiche del DSM IV TR  Può essere inserito nella categoria del disturbo del controllo degli impulsi non altrimenti specificato
  • 35. Onicofagia  Si tratta di un impulso irresistibile di compiere un atto dannoso per il soggetto  L’atto è seguito spesso da disagio e recriminazione  Le condotte hanno un carattere ripetitivo e sono spinte da un senso di costrizione  Quanto riferito dal soggetto fa collocare il disturbo nello spettro ossessivo- compulsivo
  • 36. Onicofagia  Le complicazioni non si riferiscono solo alla disapprovazione sociale  Sono presenti anche infezioni subungueali e paronichia (infiammazione dei tessuti delle unghie-patereccio che si sviluppa su uno dei lati o alla base d un’unghia )  Complicazioni in sede orale e dentale  Lo stress, la tensione e l’ansia possono provocare episodi di onicofagia  Secondo autori psicoanalitici, l’onicofagia dipende da conflitti risalenti alla fase edipica.
  • 37. Onicofagia  Come tanti altri piccoli disturbi (tic, stereotipie di movimenti, ecc.), nasce nell'infanzia e si afferma quanto più dall'esterno sono giunti al soggetto divieti e punizioni.  Spesso nasce in situazioni familiari pesanti, caratterizzate da esplosioni e litigi sistematici tra i genitori,  nasce avanti ad aspettative parentali troppo alte (di tipo scolastico, agonistico, ecc.),
  • 38.  nasce quando il soggetto non sente a sufficienza l'amore dei genitori, nasce per gelosia verso i fratelli, ecc.  Insomma nasce in situazioni in cui l'affettività, il mondo dei sentimenti, si esprime - dentro al soggetto e o attorno a lui fuori - come aggressività.  Può accadere allora che il soggetto-bambino cerchi di risolvere l'ansia che quelle situazioni gli provocano proponendosi inconsciamente come oggetto sacrificale. Onicofagia
  • 39. Onicofagia  egli offre la propria totale remissività, passività ed impotenza, in cambio della liberazione della sua famiglia, di se stesso, ecc., da ogni esperienza di aggressività.  l'onicofagìa, come molti altri analoghi rituali di tipo ossessivo, sembra prodursi grazie alla concomitanza di tre fattori.
  • 40. Primo fattore  Il primo fattore è rappresentato dalla tendenza, in mancanza di procedure dirette e mirate, ad utilizzare espedienti di tipo metaforico. Nel nostro caso osserviamo:  a) che il gesto del portare qualcosa alla bocca, suggere, richiama metaforicamente l'esperienza del seno materno e della madre buona e che, quindi, viene utilizzato per ottenere lo stesso effetto tranquillizzante.
  • 41. Primo fattore  Espedienti analoghi sono: portare alla bocca pipe, sigarette, matite, merendine, ecc;  b) invece il gesto di rosicchiare richiama metaforicamente quello di digrignare (pronti all'aggressione) i denti usualmente associato alle situazioni di tensione.  Espedienti analoghi sono: rosicchiare lo stecchino, la matita, le lenzuola, masticare chewing gum ecc.
  • 42. Secondo fattore  Il secondo fattore è rappresentato da una sorta di soddisfazione autolesionista (quello che in sostanza Freud definiva istinto di morte) unita alla capacità di produrre presenza attraverso la percezione del dolore.  Anche in questo caso si mostra l'ambivalenza inconscia tra tendenza alla quiete mortifera e necessità di restituirsi alla vita attraverso la percezione del dolore fisico.  Per esempio: alcuni si mordono le labbra, la lingua, l'interno delle gote.
  • 43. Terzo fattore  Il terzo fattore infine è rappresentato dal loop ossessivo prodotto dalla inadeguatezza dell'espediente utilizzato, unito alla rimozione di tale inadeguatezza.  Ciò produce la necessità di ripetere il gesto compensatore (coazione a ripetere), magari con maggiore determinazione ed intensità, nella speranza che risulti finalmente adeguato all'appagamento del bisogno.
  • 44. Terzo fattore  Alcuni, per esempio, iniziano a grattarsi le gambe per rimediare ad un prurito magari lieve e per ragioni analoghe rieseguono il gesto ripetutamente con intensità progressivamente crescente fino a prodursi escoriazioni dolorose e sanguinanti.
  • 45. Onicofagia  L'aggressività di cui il bambino vuole liberare sé ed i suoi cari, è vissuta dal bambino come poteva viverla il nostro antenato delle caverne:  un sentimento di annientamento radicale che intende ferire o uccidere l'altro, oggetto di tale sentimento. Dunque: sentimento inaccettabile.
  • 46. Onicofagia  Dunque necessità di esorcizzare la vita personale e la vita dei cari da questo pericolo.  Inconsciamente il bambino promette che sarà bravo per sempre se...  Sono promesse che spesso da bambini facciamo.  Ed egli comincia subito ad essere bravo, ossia innocuo: il gesto del portare qualcosa in bocca da un lato veicola il desiderio del bambino di regredire nella magica ed edonistica situazione garantita dal seno materno;  ma dall'altro lato dobbiamo considerare gli elementi del gesto: unghie mangiate dai denti.
  • 47. Onicofagia  Entrambi simboli e sopravvivenze di arcaiche armi che il corpo animale conserva: artigli e zanne.  Viene simbolicamente eliminato quanto servirebbe ad aggredire il mondo.  L'aggressività, forma di energia che è sostanza di ogni essere vivente, uomo compreso, viene così deviata dal mondo e ritorta contro se stessi in quanto letta e sperimentata in un suo solo lato, quello negativista, seppure a due livelli: 
  • 48. Onicofagia  quello concretistico e primordiale della violenza fisica a livello filogenetico (memoria e imprinting di specie) e  quello della disconferma anche psicologica a livello ontogenetico (memoria ed imprinting di storia personale).
  • 49. Onicofagia  Il persistere di questo piccolo grande rituale segnala allora che anche da grandi persiste nell'inconscio del soggetto un conflitto irrisolto rispetto alla gestione dell'aggressività.  Ed essa resta inaccettabile perché ancorata e coincidente con l'esperienza di scontro mortale.  La relazione che il soggetto ha interiorizzato e sui cui binari conduce la qualità di ogni sua relazione reale è nevrotica perché basata sui ruoli unilaterali forte-debole, governante-governato, ecc.
  • 50. Onicofagia  E a chi non riconosce legittima la propria aggressività resta sempre e solo il copione del bisognoso.  Però siccome nessun essere umano può accettare un solo lato, essendo egli portatore dell'unione di opposti, è proprio il più debole che svilupperà aggressività sempre più forte quanto meno accettabile dallo stesso soggetto che la esprime.
  • 51. Onicofagia  E chi si mangia le unghie ha da tempo deciso che l'aggressività è cattiva.  Non stupiamoci dunque se proprio tra questi piccoli divoratori, troviamo esempi notevoli di aggressività manifesta.  In realtà l'aggressività è un lato dell'amore.  Non c'è amore vero senza aggressività così come non c'è vita vera se non si accetta anche quotidianamente di morire, simbolicamente s'intende.
  • 52. Onicofagia  Il superamento del sintomo è subordinato solo alla presa in carico coscienziale da parte del soggetto di ciò che esso sintomo svela mentre cela e viceversa.  l'accettazione della conflittualità quale fondamento ontologico dell'esistente:  per restare nell'ambito della dimensione affettiva, di cui stiamo trattando, un esempio è l'amore che si fa esperienza matura e piena solo quando il soggetto può reggere in sé la convivenza di due opposti sentimenti per la stessa persona: attrazione e rifiuto.
  • 53. Onicofagia  Amore per ciò che in lei è amabile, rifiuto per ciò che in lei non è avvertito come amabile.  Poiché ogni essere umano porta in sé entrambi i lati, un amore davvero maturo saprà trovare posto e parola per entrambi gli aspetti.  Insomma occorre giungere a riconoscere in noi stessi ciò che la vita continuamente ci mostra:  la duplicità di ogni aspetto.
  • 54. Onicofagia  Tale riconoscimento sancirebbe l'uscita dal pensiero infantile che divide facilmente il bene dal male, il giusto dall'errore, la pace dalla guerra ecc. e permetterebbe al soggetto l'avvio di un lavoro di rielaborazione del destino e della storia dell'aggressività così come egli l'ha fin qui conosciuta e sperimentata.
  • 55. Acne escoriata  L'acne escoriata è caratterizzata da escoriazioni prodotte da azione traumatica sulla pelle, di norma di natura nevrotica.  Il disturbo si presenta soprattutto nelle ragazze ed insorge su acne volgare.  La principale localizzazione è il volto.  Talvolta può anche interessare la parte superiore del torace e le braccia.
  • 56. Acne escoriata  La presenza di condotte ripetitive, ritualistiche sono vissute come egodistoniche  Sono precedute da aumento di tensione e seguite da sollievo  Queste caratteristiche fanno supporre una similitudine fra l’acne escoriata e il disturbo ossessivo-compulsivo
  • 57. Acne escoriata  Le condizioni psichiatriche più comuni:  Disturbi d’ansia, disturbi depressivi, i tratti di personalità ossessivo- compulsivi, le reazioni di conversione  E ancora…ipocondria e schizofrenia paranoide
  • 58. Ipocondria ICD-10  L’ICD-10 fornisce un singolo set di criteri che fanno riferimento sia all’Ipocondria che al Disturbo di Dismorfismo Corporeo (sotto la voce “Sindrome Ipocondriaca”).  I criteri diagnostici per la ricerca dell’ICD- 10 per l’Ipocondria specificano che vi deve essere la condizione della “presenza di non più di due gravi malattie somatiche” e richiedono che almeno una sia denominata specificamente dal soggetto affetto dal disturbo
  • 59. Ipocondria ICD-10: Criteri diagnostici A. La preoccupazione legata alla paura di avere, oppure ala convinzione di avere, una malattia grave, basate sulla erronea interpretazione di sintomi somatici da parte del soggetto B. La preoccupazione persiste nonostante la valutazione e la rassicurazione medica appropriate C. La convinzione di cui al Criterio A non risulta di intensità delirante (come nel Disturbo Delirante, Tipo somatico) e non è limitata a una preoccupazione circoscritta all’aspetto fisico (come nel Disturbo di Dismorfismo Corporeo). D. La preoccupazione causa disagio clinicamente significativo, oppure menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo, o in altre aree importanti
  • 60. Ipocondria ICD-10: Criteri diagnostici E. La durata dell’alterazione è di almeno 6 mesi F. La preoccupazione non è meglio attribuibile a Disturbo d’Ansia Generalizzato, Disturbo Ossessivo-Compulsivo, Disturbo di Panico, Episodio Depressivo Maggiore, Ansia di Separazione, o un altro Disturbo Somatoforme  Specificare se con Scarso Insight: durante l’episodio la persona non è in grado di riconoscere che la preoccupazione di avere una malattia grave è eccessiva o irragionevole
  • 61. Disturbo di conversione ICD-10  L’ICD-10 considera la conversione come un Disturbo Dissociativo e include set di criteri distinti per le Sindromi Dissociative Motorie; le Convulsioni Dissociative e l’Anestesia e Perdita sensoriale in una sezione che include anche l’Amnesia Dissociativa e la Fuga Dissociativa
  • 62. Disturbo di conversione ICD-10: Criteri diagnostici A. Uno o più sintomi o deficit riguardanti funzioni motorie volontarie o sensitive che suggeriscono una condizione neurologica o medica generale B. Si valuta che qualche fattore psicologico sia associato col sintomo o col deficit in quanto l’esordio o l’esacerbazione del sintomo o del deficit è preceduto da qualche conflitto o altro tipo di fattore stressante C. Il sintomo o deficit non è intenzionalmente prodotto o simulato (come nei Disturbi Fittizi o nella Simulazione) D. Il sintomo o deficit non può, dopo appropriate indagini, essere pienamente spiegato con una condizione medica generale o con gli effetti diretti di una sostanza o con un’esperienza o comportamento
  • 63. Disturbo di conversione ICD-10: Criteri diagnostici F. Il sintomo o deficit causa disagio clinicamente significativo o menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo o in altre aree importanti oppure richiede attenzione medica G. Il sintomo o deficit non è limitato a dolore o disfunzioni sessuali, non si manifesta esclusivamente in corso di Disturbo di Somatizzazione e non è meglio spiegabile con qualche altro disturbo mentale Codificare tipo di sintomo o deficit:  Con sintomi o Deficit Motori  Con attacchi Epilettiformi o Convulsioni  Con sintomi o deficit Sensitivi  Con sintomatologia Mista
  • 64. Acne escoriata  Può essere talvolta associata con:  Altri comportamenti automutilanti come  Tricotillomania, onocofagia, comportamento di bruciare o tagliare la pelle  L’associazione più frequente e con il disturbo da dismorfismo corporeo
  • 65. Acne escoriata  Ansia e depressione possono essere:  causa di comportamenti di picking  risultato dell’imbarazzo o del disagio sociale derivanti dalle lesioni dela pelle  L’angoscia può sfociare nel suicidio  Gli stress psicosociali sono importanti fattori precipitanti del disturbo
  • 66. Disturbo da dismorfismo corporeo o dismorfofobia  Caratteristica fondamentale:  Disturbo dell’immagine corporea  Le preoccupazioni si concentrano soprattutto sulle caratteristiche del proprio viso (bocca, acne, cicatrici, manifestazioni vascolari, pallore o rossore, sudorazione, asimmetrie e sproporzioni del viso, eccessiva peluria, mascella, capelli più o meno folti)  Le altre parti destano meno preoccupazione (piedi, mani, seni, schiena, zone erogene)
  • 67. Cosa genera l’attenzione nei confronti del corpo  Disagio clinicamente significativo con la compromissione del funzionamento sociale e lavorativo  Passano molte ore al giorno a pensare al “difetto”, al punto che i pensieri dominano la vita  L’entità del disagio può comportare tentativi anticonservativi o il suicidio
  • 68. Decorso  Frequente controllo giornaliero del difetto o direttamente o in una superficie riflettente (specchi, vetrine dei negozi, paraurti delle macchine, vetri degli orologi)  Esagerati comportamenti di pulizia (eliminazione di peli, applicazione di cosmetici, manipolazione della pelle)  Sebbene il fine del controllo e della pulizia sia di diminuire l’ansia, questi comportamenti finiscono con l’aumentare la preoccupazione e l’ansia connessa.
  • 69. Decorso  Possibile eliminazione di specchi o loro copertura, o altre modalità per camuffare il difetto  Alcuni soggetti possono essere esageratamente preoccupati che la parte “brutta” del loro corpo funzioni male o sia estremamente fragile e in costante pericolo di venire danneggiata  La consapevolezza del difetto è scarsa e alcuni soggetti sono deliranti
  • 70. Decorso  Sono convinti che la loro visione del difetto è certa e non distorta e non possono essere convinti altrimenti  Anche le idee e i deliri di riferimento correlati al difetto immaginato sono comuni  I soggetti pensano che altri possano fare o stiano facendo attenzione al loro supposto difetto, magari parlandone o deridendola
  • 71. Decorso  L’evitamento delle attività usuali può portare ad un isolamento sociale estremo  La persona può uscire solo di notte, quando non può essere vista o rimanere chiusa in casa per anni  Possono abbandonare la scuola, evitare i colloqui di lavoro  Possono avere pochi amici, evitare incontri sentimentali, avere difficoltà coniugali o divorziare a causa dei loro sintomi
  • 72. Decorso  Il disagio può portare a ricoveri ripetuti  Come già detto, a idee suicidarie, tentativi di suicidio, e suicidio  Oltre a cercare di risolvere le “disfunzioni” con trattamenti medici, occasionalmente possono ricorrere a misure estreme (autochirurgia)
  • 73. Dismorfismo  Presenza di scarso insight [durante l’episodio la persona non è in grado di riconoscere che la preoccupazione di avere una malattia grave è eccessiva o irragionevole]nel disturbo, in cui è stata messa in evidenza l’esistenza di una variante delirante(Philips e Taub, 1995)  Questa variante è presente nella classificazione del DSM-IV  Una diagnosi addizionale di disturbo delirante (di tipo somatico) è possibile se il supposto difetto fisico si presenta con intensità e caratteristiche di tipo delirante
  • 74. Pazienti descritti nella letteratura  Manifestazioni psicopatologiche associate quali:  Sintomi depressivi, marcata labilità emotiva, ritiro sociale, perdita di piaceri e di interessi  La dismorfofobia può insorgere anche durante una depressione maggiore (sin dall’esordio del disturbo dell’umore presenti sintomi psicotici).  Il tono dell’umore: brusche oscillazioni in senso disforico, con atteggiamenti aggressivi e crisi di tipo pantoclastico.
  • 75. Decorso  Insorge generalmente durante l’adolescenza ma può iniziare durante la fanciullezza  Ha spesso un decorso continuativo con pochi intervalli liberi da sintomi  La parte del corpo al centro della preoccupazione può rimanere la stessa oppure cambiare
  • 76. Diagnosi differenziale  La diagnosi di DDC non può essere fatta se la preoccupazione è attribuibile ad un altro disturbo mentale  Altrettanto se il disturbo si limita alla grossezza come nella Anoressia Nervosa  Se il disagio o il senso di estraneità si riferisce ai propri caratteri sessuali primari e secondari, come nel Disturbo della Identità di Genere  Oppure se l’umore rispetto all’aspetto fisico si manifesta durante un Episodio Depressivo Maggiore
  • 77.  I soggetti col DDC possono ricevere una diagnosi aggiuntiva di Disturbo Delirante, Tipo Somatico, se la loro preoccupazione per il supposto difetto nell’aspetto fisico di presenta con intensità delirante  Il Koro è una sindrome psichiatrica legata ad una specifica cultura che si manifesta principalmente nel Sud Est Asiatico e che si può collegare al DDC.  È caratterizzato dalla preoccupazione che il pene (o le piccole labbra, i capezzoli o le mammelle nelle donne) si rattrappisca e scompaia nell’addome.
  • 78.  La preoccupazione si accompagna a credere che morirà  Il Koro si distingue dal DDC per via della durata breve, per le manifestazioni associate (ansia acuta e paura di morire), per la risposta positiva alle rassicurazioni e per l’occasionale diffusione epidemica