2. Cyberbulling Bullismo tradizionale
• La sistematica e abituale
espressione di abusi verbali,
fisici, emozionali, psicologici o
intimidatori esercitati da una o
più persone allo scopo di
causare stress o disagio nell’
altro
• Definisce un atto agressivo,
intenzionale, condotto da un
individuo o un gruppo di
individui usando varie forme di
contatto elettronico ripetuto nel
tempo nei confronti di una
vittima allo scopo di ferirla
(Smith 2008)
3. Cyberbulling Bullismo tradizionale
• Possono essere coinvolti
ragazzi ed adulti di tutto il
mondo
• Sono coinvolti solo gli studenti
della classe e/o dell’istituto
• Chiunque, anche chi è vittima
nella vita reale o ha un basso
potere sociale, può diventare un
cyberbullo
• Generalmente solo il bullo, il
gregario e il bullo-vittima
compiono prepotenze
• I cyberbulli possono essere
anonimi, fingersi anonimi e
sollecitare l’inclusione di altri
“amici” anonimi, in modo che
la persona non sa con chi sta
interagendo.
• I bulli sono studenti, compagni
di classe o di istituto, conosciuti
dalla vittima
4. Cyberbulling Bullismo tradizionale
• Il materiale cyberbullistico può
essere diffuso in tutto il mondo
• Le azioni bullistiche vengono
raccontate ad altri studenti della
scuola in cui sono avvenuti i fatti o
ad amici frequentanti altre scuole
• Le comunicazioni online
possono essere particolarmente
sadiche
• Il bullismo raramente raggiunge
forme di sadismo se non
quando evolve nella criminalità
minorile
• Le comunicazioni aggressive
possono avvenire 24 ore su 24
• Le azioni bullistiche avvengono
solo nell’orario scolastico o nel
tragitto casa-scuola, scuola-casa
5. Cyberbulling Bullismo tradizionale
• Alta disinibizione: i cyberbulli
tendono a fare online ciò che
non farebbero nella via reale
• Media disinibizione sollecitata
dalle dinamiche del gruppo
classe
• La percezione di invisibilità da
parte del cyberbullo: “Tu non
puoi vedere me!”
• Il bisogno del bullo di dominare
nelle relazioni interpersonali,
rendendosi visibile
• Mancanza di feedback
tangibili sul proprio
comportamento, “Io non posso
vedere te!” e conseguente
insufficiente consapevolezza
degli effetti delle proprie azioni
• Presenza di feedback tangibili
da parte della vittima ai quali il
bullo non presenta attenzione.
Consapevolezza ma fredda
cognizione
6. Cyberbulling Bullismo tradizionale
• Depersonalizzazione: le
conseguenze delle proprie
azioni vengono scritte dalle
“personas” o “avatars” create
• Deresponsabilizzazione:
“Stiamo scherzando”, “Non è
colpa mia”
7. Cyberbulling: valori generali
Con cellulare: 9.5%
Con internet: 7.2%
Di cui: 7.3% occasionali
2.2% più volte al mese
Di cui: 5.3% occasionali
1.9% più volte al mese
8. Cyberbulling: in relazione all’età
12 – 13 anni:
Cellulare 26.3%
Internet 20.5%
14 - 15 anni:
Cellulare 45.8%
Internet 42.4%
16 – 17 anni:
Cellulare 27.9%
Internet 37.1%
9. Cyberbulling: differenze di genere
Vittime rappresentate
(ragazze)
55.9% cellulare
56.1% internet
64.0% cellulare
64.6% internet
Bulli (maschi)
10. Cyberbulling: anonimato
Con cellulare: 28.9%
Di cui: 18.9% stessa scuola o compagni di classe
10.6% coetaneo di un’altra classe
Con internet: 46.6%
Di cui: 6.9% compagni di classe
4.9% di classi diverse
8.3% altri studenti
26.4% altri
11. Cyberbulling: con chi ne parlo
Tramite cellulare: 14.7% con un amico
9.6% con un insegnante
3.6% con i genitori
Con internet: 8.2% con un amico
1.6% con un insegnante
6.0% con i genitori