2. INTRODUZIONEINTRODUZIONE
Il numero è sicuramente uno dei
concetti matematici più difficili e
complessi da apprendere, anche se, fin
da molto piccoli, tutti si trovano a dover
“fare i conti” con il mondo dei numeri.
Essi, infatti, fanno parte della nostra
vita in modo così profondo che anche i
bambini ne fanno uso ancora prima di
sapere cosa siano.
3. Ritroviamo il numero ovunque, in qualsiasi
epoca e in molte società, anche le più
primitive, ovviamente con forme e
aspetti diversi, e principalmente allo
scopo di contare.
Contare significa “valutare una quantità
attribuendo i numeri, in ordine
progressivo, agli elementi che la
compongono”. Quindi, l’atto del contare
presuppone la presenza di una raccolta di
oggetti o di immagini.
4. LO SVILUPPOLO SVILUPPO
DELL’INTELLIGENZA NUMERICADELL’INTELLIGENZA NUMERICA
L’intelligenza numerica è la nostra capacità di
“intelligere”, cioè capire, interpretare,
ragionare attraverso il complesso sistema
cognitivo di numeri e quantità.
Oggi gli studi di ricerca ci dimostrano che
questa capacità è innata e sembra essere
presente fin dalla nascita in ogni essere. A
questo proposito si sono formulate diverse
teorie di sviluppo della conoscenza numerica e
del calcolo e le prospettive piagetiane
rappresentano i principali modelli di
riferimento teorico.
5. TEORIE DI SVILUPPO DELLATEORIE DI SVILUPPO DELLA
CONOSCENZA NUMERICA PRE-VERBALECONOSCENZA NUMERICA PRE-VERBALE
Nell’ambito della letteratura psicologica si sono formulate
diverse teorie di sviluppo del calcolo, pertanto è necessario
far riferimento a cinque nuclei di indagine:
1. Piaget
2. Sviluppo della conoscenza numerica preverbale (0-2 ANNI)
3. Acquisizione delle parole-numero e sviluppo delle abilità di
conteggio (2-4 ANNI)
4. Sviluppo delle abilità di scrittura e lettura del numero
(3-6 ANNI)
5. Evoluzione del calcolo
6. Spetta a PIAGET il merito di aver formulato
le prime teorie cognitive su come il bambino
costruisce il sistema numerico.
Il saper contare e il possedere il concetto di
numero rappresentano abilità cognitive
evolutivamente differenti. Piaget evidenzia
come la capacità da parte del bambino di
produrre la sequenza verbale dei numeri non
sia indice di saper contare utilizzando il
concetto di numero; i bambini, infatti, sono
in grado di servirsi dei numeri senza
comprenderne il significato.
7. Occorre che il bambino si renda conto
che ogni parola-numero corrisponde a un
oggetto e riconosca che a ogni numero
corrisponde una determinata quantità.
Perché tutto ciò possa avvenire, è
necessario, quindi, che l’alunno sappia
compiere le operazioni logiche di
classificazione e di seriazione.
8. Un altro studioso che si è occupato di questi temi è
stato GELMAN, il quale ha sperimentato come già i
bambini di 2 anni e mezzo siano capaci di discriminare
disegni con due o tre oggetti.
STRAUSSE e CURTIS hanno dimostrato che neonati di
5-6 mesi riescono a discriminare tra serie di tre-
quattro elementi.
ANTELI ha invece confermato che neonati di 5 mesi
riescono a compiere delle semplici operazioni di tipo
additivo (1+1) e sottrattivo (2-1).
In sintesi tutte queste ricerche ci permettono di
ipotizzare l’esistenza di una competenza numerica
non verbale mediata da una rappresentazione
mentale della quantità.
9. ELEMENTI PER LA FORMAZIONEELEMENTI PER LA FORMAZIONE
INTEGRALE DEL BAMBINOINTEGRALE DEL BAMBINO
• Il gioco – il movimento – la danza – il canto;
• Organizzazione del tempo e dello spazio;
• Le strutture ritmiche;
• Le diverse forme espressive per comunicare.
Per sviluppare nel bambino
una mentalità aperta e una
logica sviluppata
10. La geometria, l’aritmetica e la logica sono
accessibili fin dalla scuola dell’infanzia
proposte mediante:
• discriminazioni,classificazioni,ordinamento,
trasformazione,raggruppamento,quantificazioni;
• Identificazione e riconoscimento di uguaglianze;
• Movimenti del corpo nello spazio (misurazioni)
Permettono apprendimenti
matematici, linguistici e psicomotori
12. APPRENDIMENTO EAPPRENDIMENTO E
DIDATTICA DELLA MATEMATICADIDATTICA DELLA MATEMATICA
L’insegnante deve conoscere i meccanismi
mentali coinvolti nell’apprendimento
per
Impostare didattiche più flessibili;
Capire le difficoltà mentali del bambino;
Affinare tecniche adatte al recupero.
13. ABILITA’ COGNITIVE DA SVILUPPAREABILITA’ COGNITIVE DA SVILUPPARE
CLASSIFICARE
- Costruire insiemi;
- Individuare criteri di classificazione e proprietà;
- Giustificare appartenenze e non appartenenze ad
insiemi
SERIARE
- Confrontare elementi ed individuare relazioni;
- Riconoscere l’ordine degli elementi;
- Rappresentare sequenze.
CONTARE
- Stabilire corrispondenze tra insiemi equi numerosi;
- Raggruppare insiemi equi numerosi
RICONOSCERE
RAPPORTI
SPAZIALI
- Percorrere tragitti e labirinti;
- Individuare,verbalizzare e rappresentare
ironicamente alcune relazioni topologiche;
- Riconoscere semplici proprietà invarianti per
trasformazioni topologiche
RICONOSCERE
RAPPORTI
TEMPORALI
- Riconoscere e verbalizzare la successione temporale di
un’azione o un fatto;
- Rappresentare graficamente successioni temporali.
14. CONCLUSIONICONCLUSIONI
Durante la scuola dell’infanzia bisogna
accompagnare i bambini alla scoperta dei numeri
in maniera:
Giocosa/divertente, ma anche tecnico/scientifica
Rispondente agli interessi e alle curiosità del
bambino
Adeguata ai meccanismi mentali coinvolti
nell’apprendimento.
15. L’esperienza con le cose, i sensi, il
movimento, l’educazione al ritmo in
età prescolastica, favoriscono nel
bambino la conoscenza dei principi
fondamentali della matematica e in
particolare la scoperta dei numeri
naturali.
16. PROBLEMI APERTIPROBLEMI APERTI
Come vivono le insegnanti una prospettiva
di insegnamento secondo questo
contributo?
Come individualizzare le proposte
didattiche in base alle capacità del
bambino, quali sono le reali possibilità
degli insegnanti, fino a che punto è
possibile nella scuola di oggi?
??
17. Come si adopera la scuola dell’infanzia
per creare un ambiente adatto agli
apprendimenti matematici, linguistici,
psicomotori, ritmico-musicali?
Quali metodologie, mezzi, strumenti
sono realmente adatti per avvicinare il
bambino al “mondo” della matematica
nella scuola dell’infanzia?