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Il Collettivo Kafka presenta: Breve storia dell'internet sociale e idee per il futuro
“ È su internet quindi è vero, no?” [La strada delle croci, Jeffery Deaver] ,[object Object]
Principale fonte di informazione
Digitalizzazione progressiva dei dati
..... ,[object Object],[object Object]
...
Ma da dove nasce internet? ,[object Object]
Ma da dove nasce internet? ,[object Object]
Il dispiegamento delle potenzialità di Internet e la sua progressiva diffusione popolare sono però frutto dello sviluppo del WWW, il World Wide Web, un sistema per la condivisione di informazioni in ipertesto del 1990 sviluppato da Tim Berners-Lee presso il CERN.
Nel 1993 nacque Netscape, primo browser commerciale, e nel 1995 Microsoft Internet Explorer.
Ma da dove nasce internet?
L'ultima rivoluzione: la mail ,[object Object]
La sua nascita risale al 1972, all'interno di ARPANET.
Dal 1972 ad oggi il numero degli indirizzi e-mail attivi nel web è cresciuto di anno in anno, ed oggi sono circa 570 milioni in tutto il mondo.
Una rapida espansione ,[object Object]
Uno studio del 2005 parlava di 11.5 miliardi di pagine (not siti).
[Nel 2007] il numero dei siti web è stato stimato tra i 15 e i 30 miliardi.
L'Internet World Stats ha calcolato più di un miliardo di utenti internet nel 2007.
Google fa saltare i conti 28 LUGLIO 2008: Il Google Blog afferma di aver superato la soglia di  1 miliardo  di pagine indicizzate
La tendenza 2.0: social! ,[object Object]
È infatti mutato lo scopo del web: non è più un semplice mezzo di informazione, bensì è diventato un mezzo di comunicazione.
Oggi  protagonisti sono gli utenti : chiunque con facilità può partecipare attivamente alla vita del web.
Come è nato il social? ,[object Object]
Nascita di linguaggi base server, v. PHP e ASP
Nascita di database a prezzi, anche di gestione, accessibili (MYSQL) ,[object Object],[object Object]
Le prime esperienze da protagonisti ,[object Object]
Anche la semplificazione dei software di grafica favorì una sempre più ampia diffuzione ”pagine personali”, legata anche alla nascita di hosting gratuiti
Il primo passo: il blog ,[object Object]
Il termine blog è la contrazione di web-log, ovvero "diario in rete". Il 18 luglio 1997, è stato scelto come data di nascita simbolica dello sviluppo di un software che ne permette la pubblicazione, mentre il primo blog è nato il 23 dicembre, grazie a Jorn Barger, un commerciante americano appassionato di caccia, che decise di aprire una propria pagina personale. Successivamente, con sistemi come Wordpress, l'ulteriore semplificazione lo ha reso accessibile a tutti.
Nel 2001 è divenuto di moda anche in Italia, con la nascita dei primi servizi gratuiti dedicati alla gestione di blog.
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Novità: L’apposizione di banner è un’attività pubblicitaria continuativa, quindi è un’impresa; chi fa impresa grazie alle proprie pubblicazioni deve registrarsi al ROC; chi è registrato al ROC può incorrere nei reati di stampa. Chi invece è in questa situazione e non si registra al ROC, può essere denunciato per stampa clandestina.
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Guido Scorza, che insegna informatica giuridica e diritto delle nuove tecnologie, parla senza giri di parole di «una legge ammazza-internet».
Si è sollevato contro di questo un ”polverone”, con ”scioperi online” (con una sorta di ”silenzio stampa”, anzi ”silenzio blog”), ultima frontiera del social politico.
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I forum però nascono prima della rivoluzione social (anche se all'interno di essa trovano una vera e propria rinascita ed affermazione), a partire dalle mailing list/newsgroup, che erano appunto liste di email di persone che discutevano su temi specifici.
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Twitter è stato creato nel marzo 2006 dalla Obvious Corporation di San Francisco.

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L'evoluzione del web sociale

  • 1. Il Collettivo Kafka presenta: Breve storia dell'internet sociale e idee per il futuro
  • 2.
  • 3. Principale fonte di informazione
  • 5.
  • 6. ...
  • 7.
  • 8.
  • 9. Il dispiegamento delle potenzialità di Internet e la sua progressiva diffusione popolare sono però frutto dello sviluppo del WWW, il World Wide Web, un sistema per la condivisione di informazioni in ipertesto del 1990 sviluppato da Tim Berners-Lee presso il CERN.
  • 10. Nel 1993 nacque Netscape, primo browser commerciale, e nel 1995 Microsoft Internet Explorer.
  • 11. Ma da dove nasce internet?
  • 12.
  • 13. La sua nascita risale al 1972, all'interno di ARPANET.
  • 14. Dal 1972 ad oggi il numero degli indirizzi e-mail attivi nel web è cresciuto di anno in anno, ed oggi sono circa 570 milioni in tutto il mondo.
  • 15.
  • 16. Uno studio del 2005 parlava di 11.5 miliardi di pagine (not siti).
  • 17. [Nel 2007] il numero dei siti web è stato stimato tra i 15 e i 30 miliardi.
  • 18. L'Internet World Stats ha calcolato più di un miliardo di utenti internet nel 2007.
  • 19. Google fa saltare i conti 28 LUGLIO 2008: Il Google Blog afferma di aver superato la soglia di 1 miliardo di pagine indicizzate
  • 20.
  • 21. È infatti mutato lo scopo del web: non è più un semplice mezzo di informazione, bensì è diventato un mezzo di comunicazione.
  • 22. Oggi protagonisti sono gli utenti : chiunque con facilità può partecipare attivamente alla vita del web.
  • 23.
  • 24. Nascita di linguaggi base server, v. PHP e ASP
  • 25.
  • 26.
  • 27. Anche la semplificazione dei software di grafica favorì una sempre più ampia diffuzione ”pagine personali”, legata anche alla nascita di hosting gratuiti
  • 28.
  • 29. Il termine blog è la contrazione di web-log, ovvero "diario in rete". Il 18 luglio 1997, è stato scelto come data di nascita simbolica dello sviluppo di un software che ne permette la pubblicazione, mentre il primo blog è nato il 23 dicembre, grazie a Jorn Barger, un commerciante americano appassionato di caccia, che decise di aprire una propria pagina personale. Successivamente, con sistemi come Wordpress, l'ulteriore semplificazione lo ha reso accessibile a tutti.
  • 30. Nel 2001 è divenuto di moda anche in Italia, con la nascita dei primi servizi gratuiti dedicati alla gestione di blog.
  • 31.
  • 32. Novità: L’apposizione di banner è un’attività pubblicitaria continuativa, quindi è un’impresa; chi fa impresa grazie alle proprie pubblicazioni deve registrarsi al ROC; chi è registrato al ROC può incorrere nei reati di stampa. Chi invece è in questa situazione e non si registra al ROC, può essere denunciato per stampa clandestina.
  • 33. {Esempio di tentativo di controllo del web}
  • 34.
  • 35. Guido Scorza, che insegna informatica giuridica e diritto delle nuove tecnologie, parla senza giri di parole di «una legge ammazza-internet».
  • 36. Si è sollevato contro di questo un ”polverone”, con ”scioperi online” (con una sorta di ”silenzio stampa”, anzi ”silenzio blog”), ultima frontiera del social politico.
  • 37.
  • 38. I forum però nascono prima della rivoluzione social (anche se all'interno di essa trovano una vera e propria rinascita ed affermazione), a partire dalle mailing list/newsgroup, che erano appunto liste di email di persone che discutevano su temi specifici.
  • 39.
  • 42. ...
  • 43.
  • 44. Twitter è stato creato nel marzo 2006 dalla Obvious Corporation di San Francisco.
  • 45.
  • 46. Ad esempio, nel caso del terremoto in Abruzzo del 6 aprile 2009, gli utenti Twitter hanno segnalato la notizia prima dei media tradizionali.
  • 47.
  • 48.
  • 49. Wikipedia ha veramente incarnato, con grandissimo successo questo aspetto che permette agli utenti di spiegare, dimostrare, aiutare a capire quello che più loro interessa.
  • 50. Ecco che lo spirito collaborativo tipico del web permette di riunire in un unico sito web tutto quello che si può dire sugli argomenti più disparati.
  • 51.
  • 52. Wikipedia, che esisteva già come servizio di Nupedia.com dal 10 gennaio 2001, venne formalmente lanciata il 15 gennaio successivo sul sito Wikipedia.com, in lingua inglese. Alla fine del suo primo anno di esistenza l'enciclopedia arrivò a contare quasi 20mila voci , su 18 versioni in lingue differenti.
  • 53. Se nei primi due anni cresceva alla velocità di poche centinaia o meno di nuove voci al giorno, l'edizione in inglese di Wikipedia raggiunse il traguardo delle 100.000 voci nel gennaio 2003, mentre nel 2004 subì un boom, raddoppiando le dimensioni in un anno (con un aumento da 1.000 a 3.000 voci al giorno). Wikipedia ha raggiunto la sua milionesima voce, tra le 105 edizioni in lingua all'epoca presenti, il 20 settembre 2004.
  • 54. Nel settembre 2007 l'edizione in inglese ha tagliato lo storico traguardo di 2 milioni di voci, divenendo la più vasta enciclopedia mai scritta, superando l'enciclopedia Yongle (1407), che ha detenuto tale primato per 600 anni esatti.
  • 55. Vi sono 23 versioni di Wikipedia scritte in altrettante lingue ciascuna delle quali mette a disposizione più di 100 000 voci.
  • 56.
  • 57.
  • 58.
  • 59.
  • 60. Twitter, fra politici e ”star” Sarà che sono sempre in giro per il mondo. O che magari anche loro hanno voglia di essere pettegoli e imprevedibili. Ma l’ultima mania delle star è comunicare via Twitter, letteralmente “cinguettio”, il nuovo sito-comunità che impazza in rete. Da Liam Gallagher degli Oasis, a Peaches Geldof, alla cantante Björk solo per citarne alcuni, la lista dei personaggi famosi che si sono fatti trascinare dalla tentazione di “cinguettare” di nascosto con fan e amici cresce di giorno in giorno. C’è Britney Spears che commenta il suo viaggio in Giappone. Il regista David Lynch che quotidianamente twitta pensieri filosofici sulla vita (insieme a informazioni meteo sul luogo dove si trova). La cantante Lily Allen che pubblica foto dai party. Esistono persino website per monitorare tutti messaggi delle persone famose attive su Twitter. […] Di sicuro è andata peggio al cantante rock John Mayer, appena scaricato dalla fidanzata Jennifer Aniston in quanto gelosa ed esasperata dalla sua ossessione per Twitter: pare, infatti, che il “fedifrago” trascorresse ore connesso alla community raccontato i dettagli della propria vita. A volte anche per un cantante, cinguettare troppo può essere pericoloso.
  • 61.
  • 62. Obama (che va sottolineato per l'ampio uso che fa del web 2.0) , Gordon Brown, Mousavi, la regina Rania, Al Gore, Veltroni … ma anche Greenpace, Amnesty.... sono solo alcuni nomi dei tanti
  • 63.
  • 64. Il nome del sito si riferisce agli annuari con le foto di ogni singolo membro (facebook) che alcuni college e scuole preparatorie statunitensi pubblicano all'inizio dell'anno accademico e distribuiscono ai nuovi studenti ed al personale della facoltà come mezzo per conoscere le persone del campus.
  • 65. Secondo i dati forniti dal sito stesso, nel novembre 2009 il numero degli utenti attivi ha raggiunto quota 350 milioni (250 milioni solo due mesi prima) in tutto il mondo.
  • 66.
  • 67. Un circolo virtuoso, quello tra crescita di utenti e capacità di attrarre investimenti, che con ogni probabilità sarà alimentato dall'annuncio di oggi.
  • 68. Secondo il Wall Street Journal, Facebook chiuderà il 2009 con guadagni di circa 500 milioni di dollari, una crescita del 70% rispetto al 2008.
  • 69. Un fenomeno giovanile Secondo TechCrunch, "circa l'85% degli studenti dei college ha un profilo sul sito. Di quelli che sono iscritti il 60% accede al sito quotidianamente. Circa l'85% almeno una volta la settimana, e il 93% almeno una volta al mese".
  • 70.
  • 71. Tutti noi siamo un po' egocentrici, e in luoghi come Wikipedia si perde del tutto questo aspetto, in una sorta di comunismo gnoseologico; Facebook invece piace anche perché lo porta all'estremo, arrivando a mettere il proprio nome (e la propria faccia) su tutto!
  • 72.
  • 73. Si tende infatti a creare collegamenti con persone che non si conoscono minimamente (si usa facebook come Meetic o simili) oppure che non si saluterebbero neppure per strada.
  • 74. Farsi schermo del testo è facile, ma rischia, come i MMORPG, di distogliere dal mondo reale.
  • 75.
  • 76. Tutto ciò che si scrive diventa di proprietà di Facebook, che come Google acquista così un enorme potere nei confronti di tutti noi.
  • 77. Per non parlare dell'uso che si fa di Facebook... tra chi è licenziato e chi è lasciato dalla moglie tramite Facebook... o chi si uccide per aver letto cose su Facebook....
  • 78.
  • 79. Per questo Second Life ha assorbito tutta una serie di persone che, anche inconsciamente, hanno ricreato una vera e propria nuova vita online, creandosi mestieri (anche profittevoli, am di $ reali) e investendo denaro.
  • 80. Che sia positivo? Che sia solo l'estremo social? È una diatriba tutta aperta....
  • 81.
  • 82. Larry Page e Sergey Brin, due studenti di Stanford con il pallino della matematica, avevano 25 anni quando nel settembre del 1998 fondarono Google, basandosi su un loro algoritmo, tutt'ora segreto, che permise solo di avere velocissimi risultati su gran quantità di dati.
  • 83. All'inizio ebbero difficoltà finanziarie, tgentarono anche invano di vendere Google.
  • 84.
  • 85. Quando fondarono Google non si posero il problema del guadagno, intendevano soltanto risolvere un problema sentito da loro e dai loro colleghi all’università.
  • 86.
  • 87. Ci sono poi altri fattori che contribuiscono a determinare il PageRank, come l’anzianità del sito, il numero dei visitatori, ecc.. Credo che nessuno li conosca tutti, anche se sono stati ormai scritti migliaia di articoli e di libri sui “segreti del PageRank di Google”.
  • 88.
  • 89. Google utilizza oggi un parco macchine con più di 450.000 computer GNU/Linux per rispondere alle ricerche e catalogare il web.
  • 90. Il pacchetto azionario di Google, quotata in borsa dall’agosto 2004, vale oggi oltre 100 miliardi di dollari (più di Ford e General Motors messe assieme, con azioni di media a 4-500$ l'una) e il patrimonio personale di Larry Page e Sergey Brin supera i 10 miliardi di dollari a testa.
  • 91.
  • 92. Se state cercando ad esempio “noleggio macchine per caffè” vedrete sulla parte destra della pagina dei risultati alcuni link pubblicitari (in solo testo) di aziende che noleggiano macchine per caffè o che vendono cialde di caffè. Le probabilità che questa pubblicità dia fastidio sono quindi minime e nello stesso tempo, le probabilità che qualcuno clicchi su questi link sono alte.
  • 93. Questo consente a Google di far accettare ai suoi inserzionisti di pagare un “tot” per click più elevato rispetto a ciò che pagherebbero per la stessa pubblicità inserita su siti o portali che parlano di calcio, di libri, di corsi, di telefonini o di cronaca.
  • 94.
  • 95.
  • 96. Il portavoce del ministro degli esteri cinese, Ma Zhaoxu, ha dichiarato in una nota pubblicata sul sito web "istituzionale" che la Cina non riduce le libertà online degli utenti e che comunque non modificherà l'approccio sinora applicato nel regolare le comunicazioni in Internet.
  • 97. Le affermazioni della Clinton e la risposta cinese sono giunte dopo l'intenzione, manifestata dai vertici di Google, di abbandonare lo stato di Pechino. La società aveva spiegato di non essere più disposta a tollerare gli attacchi informatici di membri del regime rivolti nei propri confronti, a scopo ad esempio di leggere email riservate di oppositori politici.
  • 98. La società fondata da Larry Page e Sergey Brin ha sinora adempiuto la richiesta di censura avanzata dal governo cinese nella speranza di spingere a un processo di cambiamento, ma il CEO Eric Schmidt ha dichiarato, proprio la scorsa settimana, che la politica seguita dall'azienda deve cambiare.
  • 99. La Cina svolge un'attività "censoria", ad esempio, nei confronti di siti web quali Facebook, Twitter e YouTube che non sono direttamente raggiungibili dai personal computer degli utenti. I fornitori di piattaforme blog, inoltre, sono tenuti a rimuovere i post degli utenti facenti riferimento a contenuti pornografici così come discussioni di carattere politico.
  • 100.
  • 101. Raccolta di dati: dicono di voler raccogliere dati solo per il "minimo indispensabile" (3 mesi, nuovo standard fissato da M$ per lo store di dati), ma chissà...
  • 102. La privacy dell'utente è a rischio, soprattutto se deve affidarsi ancora una volta nelle mani di M$.
  • 103.
  • 104. Il fatto risale all’inizio del 2006, ma finora non aveva mai ricevuto una conferma ufficiale. Secondo la versione più diffusa, la perdita dei dati sarebbe da ricondurre allo smarrimento di un hard disk. Il ritorno alla ribalta della questione è da attribuire al settimanale tedesco Der Spiegel che nei giorni scorsi si è accorto della messa in vendita su Internet delle informazioni .
  • 105. Diversa la versione T-Mobile che, pur ammettendo a oltre due anni di distanza di aver “perso il controllo di informazioni personali riguardanti 17 milioni di utenti”, ci tiene a sottolineare che la vicenda non è da ricondurre al ritrovamento di un hard disk. L’unità incriminata, secondo la ricostruzione dei fatti presentata dall’azienda era di proprietà di un privato ed era sta utilizzata per memorizzare le preziose informazioni una volta che il proprietario ne era entrato in possesso.
  • 106. Le informazioni personali, che riguardano gli utenti tedeschi di Deutsche Telekom includono nome e cognome, data di nascita, indirizzi, numeri di telefono fisso e cellulare. Viene categoricamente esclusa la presenza di coordinate bancarie. La tesi della vendita online sostenuta da Der Spiegel non è stata confermata da T-Mobile che ha però ammesso che il quotidiano ne è entrato in possesso.
  • 107. Al di là di come si sono svolti realmente i fatti, le conseguenze appaiono evidenti. Più che ai sistemi di sicurezza veri e propri, la vicenda insegna la necessità di porre maggiore attenzione ai processi aziendali e alle politiche alle quali i dipendenti sono chiamati ad attenersi. Di fronte alla superficialità, anche il software più sofisticato è in grado di fare poco.
  • 108.
  • 109. Purtroppo un guasto ad un server ha avuto il pessimo risultato di risincronizzare il nulla sui telefonini degli utenti, che così si sono trovati senza più un dato al loro interno, ed è certo che nessuno abbia pensato perventivamente a metodi alternativi di backup.
  • 110. Le prime avvisaglie del problema c'erano state già all'inizio di ottobre, quando Microsoft aveva promesso di ripristinare correttamente il servizio di "cloud sync" per il 4 ottobre.
  • 111. Non soltanto però il ripristino non c'era stato, ma i problemi si sono aggravati al punto da causare la perdita dell'intero database contenente i dati sincronizzati dagli utenti che, ad una nuova sincronizzazione possono vedere svuotato il proprio Sidekick, se questo già non è avvenuto.
  • 112.
  • 113.
  • 114.
  • 115.
  • 116.
  • 117. Lo scenario però che sembra più realistico ed immediato è quello del cloud computing , o delle web applications .
  • 118. Ciò significa non avere più alcun dato sul proprio PC (neppure le password, v. LastPass) ed avere tutto direttamente su server online.
  • 119. L'evoluzione massima sarebbe avere thin client , ovvero PC senza disco fisso che si collegano direttamente a internet, e questa è l'idea di gOS: il PC-Browser (in questo caso chrome) superveloce. A questo si ricollegano alcuni WebOS che si stanno sviluppando: interi sistemi operativi in Java sul web.
  • 120.
  • 121. I computer sono inutili, possono dare solo risposte. (Pablo Picasso)
  • 122. Il computer non è una macchina intelligente che aiuta le persone stupide, anzi è una macchina stupida che funziona solo nelle mani delle persone intelligenti. (Umberto Eco)
  • 123. Il Web è più un'innovazione sociale che un'innovazione tecnica. L'ho progettato perché avesse una ricaduta sociale, perché aiutasse le persone a collaborare, e non come un giocattolo tecnologico. Il fine ultimo del Web è migliorare la nostra esistenza reticolare nel mondo. Di solito noi ci agglutiniamo in famiglie, associazioni e aziende. Ci fidiamo a distanza e sospettiamo appena voltato l'angolo. (Tim Berners-Lee)
  • 124. "Internet... ben presto esploderà in modo spettacolare, come una supernova, e nel 1996 collasserà catastroficamente." (Metcalfe, fondatore di 3com)
  • 125. "Ma che bisogno avrebbe una persona di tenersi un computer in casa?" (Olson, fondatore di Digital)
  • 126. “ Don't Be Evil" (filosofia di Google)
  • 127. Licenza di queste slide Quest'opera è stata rilasciata sotto la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 2.5. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/publicdomain/ o spedisci una lettera a Creative Commons, 559 Nathan Abbott Way, Stanford, California 94305, USA.