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Scuola primaria "Alberto Riva"
Una nostra amica ci ha inviato, in anticipo, degli auguri pasquali particolari, che ci hanno fatto capire quanto siamo fortunati rispetto a tanti bambini che in altre parti del mondo soffrono perché non vedono riconosciuti i loro diritti. Abbiamo, a quel punto, deciso di approfondire il discorso sui diritti, con la lettura di racconti e poesie, con canti e con lo studio dei diritti nella Storia. Dalla ricerca descrittiva siamo passati ad una ricerca sul campo nella nostra scuola, per accertare se i diritti dei nostri compagni extracomunitari siano rispettati. E, poiché ci è stato insegnato che si possono dire cose serie anche sorridendo, abbiamo pensato di presentare, animandolo, il divertente testo di Gino Strada che tratta questo argomento. Abbiamo, inoltre, espresso il nostro parere con dei testi personali. Concludendo, ci rendiamo conto della vastità dell’argomento che abbiamo tentato di affrontare, considerate le numerose categorie dei portatori di diritti (bambini, immigrati, lavoratori, disabili, animali, ecc.). Pertanto, rimandiamo ad altre occasioni l’opportunità di completamento. Nel nostro piccolo riteniamo di aver dato un modesto contributo, non foss’altro che per invitare a riflettere. Gli alunni e l’insegnante della classe quarta  Presentazione
  Carissimi, quest'anno la Pasqua arriva presto ed io per tempo vi voglio ricordare  di contare anche i miei Auguri assieme alle Uova di Cioccolata,  alle Colombe di Pasta Frolla ed ai Pezzetti degli Sfortunati di Turno  e agli Agnelli, che divorerete con avido piacere. Eh si, c'è sempre lo sfortunato di turno, in tutte le situazioni. In particolare, quelle collettivamente gioiose richiedono un Agnello Sacrificale,  altrimenti non ci sarebbe il contrasto giusto tra la sofferenza e la gioia  e la festa potrebbe riuscire noiosa.   Anche quando avrete un clamoroso mal di pancia per essere stati costretti  a mangiare tutta la cioccolata delle tante uova donate ai vostri figli,  sarete contenti di vederli gioire delle sorprese in esse contenute.   Anche altri bambini, in quel giorno,  avranno la loro divertente sorpresa.... In Afghanistan, in Palestina, in Iran ed in altri luoghi di questo meraviglioso pianeta,  i Bambini Soldato avranno in pancia una bella,  esplosiva Sorpresa .... che in pochi istanti  li farà a brandelli assieme ai non meno Sfortunati di Turno che saranno là vicino ...    Eh sì, il mondo è davvero meravigliosamente  SORPRENDENTE! AUGURI, nonostante tutto. Laila Gli stimoli Un’amica ci scrive...
Il mago Linguaggio e le parole a capocchia
Gino Strada,  il medico fondatore di Emergency,  ci manda questa storia.  L’ha scritta, insieme a sua figlia Cecilia,  in occasione del Premio Andersen di Sestri Levante,  per spiegare ai bambini il significato di parole come  “ diritti” “pace” “uguaglianza”.
C’era una volta un pianeta chiamato Terra.  Si chiamava Terra anche se, a dire il vero,  c’era molta più acqua che terra su quel pianeta.  Gli abitanti della Terra, infatti,  usavano le parole in modo un po’ bislacco.  Prendete le automobili, per esempio.  Quel coso rotondo che si usa per guidare  loro lo chiamavano volante,  anche se le macchine non volano affatto!  Non sarebbe più logico chiamarlo guidante,  oppure girante, visto che serve per girare? Anche sulle cose importanti si faceva molta confusione.
Si parlava spesso di diritti:  il diritto all’istruzione, per esempio,  significava che tutti i bambini avrebbero potuto (e dovuto!)  andare a scuola.  Il diritto alla salute poi, avrebbe dovuto significare  che chiunque, ferito, oppure malato,  doveva avere la possibilità di andare in ospedale.  Ma per chi viveva in un paese senza scuole,  oppure a causa della guerra non poteva uscire di casa,  oppure chi non aveva soldi per pagare l’ospedale  (e questo, nei paesi poveri, è più la regola che l’eccezione),  questi diritti erano in realtà dei rovesci:  non valevano un fico secco.
Siccome non valevano per tutti  ma solo per chi se li poteva permettere,  queste cose non erano diritti:  erano diventati privilegi,  e cioè vantaggi particolari riservati a pochi. A volte, addirittura, i potenti della terra chiamavano  operazione di pace quella che, in realtà,  era un’operazione di guerra:  dicevano proprio il contrario  di quello che in realtà intendevano.
E poi, sulla Terra, non c’era più accordo fra gli uomini sui significati:  per alcuni ricchezza significava  avere diecimila miliardi,  per altri voleva dire  almeno una patata da mangiare. Quanta confusione! Tanta confusione che un giorno  il mago Linguaggio non ne poté più.
Linguaggio era un mago potentissimo,  che tanto tempo prima aveva inventato  le parole e le aveva regalate agli uomini. All’inizio c’era stato un po’ di trambusto,  perché gli uomini non sapevano come usarle,  e se uno diceva carciofo l’altro pensava al canguro,  e se uno chiedeva spaghetti l’altro intendeva gorilla,  e al ristorante non ci si capiva mai. Allora il mago Linguaggio appiccicò ad ogni parola  un significato preciso,  cosicché le parole volessero dire  sempre la stessa cosa, per tutti. Da allora il carciofo è sempre stato un ortaggio,  e il gorilla un animale peloso,  e non c’era più il rischio di trovarsi per sbaglio nel piatto  un grosso animale peloso,  con il suo testone coperto di sugo di pomodoro.
Questo lavoro, di dare alle parole un significato preciso,  era costato un bel po’ di fatica al mago Linguaggio. Adesso,  vedendo che gli uomini se ne infischiavano  del suo lavoro, e continuavano ad usarle a capocchia,  decise di dare loro una lezione. “ Le parole sono importanti”  amava dire  “ se si cambiano le parole si cambia anche il mondo,  e poi non si capisce più niente!”
Una notte, dunque, si mise a scombinare un po’ le cose,  spostando una sillaba qui, una là,  mescolando vocali e consonanti, anagrammando i nomi.  Alla mattina, infatti, non ci si capiva più niente. A tutti gli alberghi di una grande città  aveva rubato la lettera gi e la lettera acca,  ed erano diventati … alberi!  Decine e decine di enormi alberi,  con sopra letti e comodini e frigobar, e i clienti stupitissimi  che per scendere dovevano usare le liane come Tarzan. Alle macchine aveva rubato una enne,  facendole diventare macchie,  e chi cercava la propria automobile  trovava soltanto una grossa chiazza colorata parcheggiata in strada. Alle torte invece aveva aggiunto una esse,  erano diventate tutte storte, e cadevano per terra prima che  i bambini se le potessero mangiare.  Erano talmente storte che non erano più buone  nemmeno per essere tirate in faccia.
Nelle scuole si era anche divertito ad anagrammare,  al momento dell’appello, la parola presente,  e se prima gli alunni erano tutti presenti,  adesso erano tutti serpenti,  e le maestre scappavano via terrorizzate.
Poi si era tolto uno sfizio personale:  aveva eliminato del tutto la parola guerra,  che aveva inventato per sbaglio,  e non gli era mai piaciuta.  Così un grande capo della terra,  che in quel momento stava per dichiarare guerra,  dovette interrompersi a metà della frase,  e non se ne fece nulla.  Inoltre aveva trasformato i cannoni in cannoli,  siciliani naturalmente,  e chi stava combattendo  si ritrovò tutto coperto di ricotta e canditi.
Andò avanti così per parecchi giorni,  con le scarpe che diventavano carpe e nuotavano via,  i mattoni che diventavano gattoni  e le case si mettevano a miagolare,  il pane che si trasformava in un cane  e morsicava chi lo voleva mangiare. Quanta confusione! Troppa confusione,  e gli uomini non ne potevano più.  Mandarono quindi una delegazione  dal mago Linguaggio,  a chiedere che  rimettesse a posto le parole,  e con loro il mondo.
“ E va bene”  disse Linguaggio  “ ma solo ad una condizione:  che cominciate a usare le parole  con il loro giusto significato.” “ I diritti degli uomini  devono essere di tutti gli uomini,  proprio di tutti, sennò chiamateli privilegi.  Uguaglianza deve significare davvero  che tutti sono uguali  e non che alcuni sono più uguali di altri.  E per quanto riguarda la guerra …“ “ Per quanto riguarda la guerra”  lo interruppero gli uomini “ ci abbiamo pensato … tienitela pure:  è una parola di cui vogliamo fare a meno.”
durante la rappresentazione di mago Linguaggio
Diritto :  possibilità di dire,  fare, ottenere ciò che  le leggi ci consentono Dovere :  obbligo di fare qualcosa La ricerca descrittiva  I diritti nella Storia (e anche i doveri)
 
Nel corso della Storia i popoli hanno sentito l’esigenza di fissare per iscritto dei principi su cui basare la convivenza dei cittadini. Quest’anno abbiamo studiato la storia dei Babilonesi e del loro re Hammurabi che nel 1790 a. C. aveva emanato la prima raccolta di leggi scritte. Purtroppo il Codice di Hammurabi non trattava i sudditi allo stesso modo, perché i cittadini venivano distinti in base alla loro condizione sociale. Quindi non tutti vedevano riconosciuti i propri diritti. Da allora molte lotte sono state condotte in difesa dei diritti di ognuno.
La Rivoluzione francese fu un evento complicato che provocò guerre, rivolte e grandi cambiamenti,  dando vita anche a leggi molto importanti.  Il 20 agosto 1789, l’Assemblea Nazionale francese proclamò la  “ Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino”   che affermava che il popolo è sovrano e che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge.  Riportiamo qui il primo articolo:  “ gli uomini nascono liberi e rimangono liberi e uguali nei diritti. Le distribuzioni sociali possono essere fondate solo sull’utilità comune.”
Il primo gennaio del 1948  entrava in vigore la  Costituzione italiana   (legge fondamentale della Repubblica)  che prevede una parte intitolata  “ Diritti e Doveri dei cittadini”.   Riportiamo qui alcuni articoli:
Art. 13. La libertà personale è inviolabile … Art. 17. I cittadini hanno il diritto di riunirsi  pacificamente … Art. 19. Tutti hanno il diritto di professare  liberamente la propria fede religiosa … Art. 21. Tutti hanno il diritto di manifestare  liberamente il proprio pensiero con la parola,  lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione …  Art. 30. E’ dovere e diritto dei genitori mantenere,  istruire ed educare i figli … Art. 54. I cittadini hanno il dovere […]  di osservare la Costituzione e le leggi.
Nel 1948  l’Assemblea Generale dell’ONU  (Organizzazione delle Nazioni Unite con sede a New York)  approvò la “ Dichiarazione dei diritti dell’uomo”,   allo scopo di affermare ancora una volta il rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo  e per mantenere la pace e la sicurezza internazionale.  Riportiamo appresso gli articoli più importanti.
Art. 1.  Tutti gli esseri umani nascono  liberi e uguali in dignità e diritti. Art. 3.  Ogni individuo ha diritto alla vita. Art. 4.  Nessuno può essere tenuto in schiavitù. Art. 5.  Nessuno sarà sottoposto a tortura. Art. 7.  Tutti sono uguali di fronte alla legge. Art. 17. Ogni persona ha diritto alla proprietà. Art. 18. Ogni persona ha diritto alla libertà  di manifestare la propria religione. Art. 19. Ogni individuo ha diritto alla libertà  di opinione e d’espressione.
Successivamente,  nel 1959, l’ONU approvò la  “ Dichiarazione dei diritti del fanciullo”  che venne ampliata nel 1989.  In questo documento  viene chiesto agli Stati  di proteggere e di aiutare  i bambini di tutto il mondo.
Art. 1. Diritto alla vita Art. 2. Diritto alla salute. Art. 3. Diritto all’educazione. Art. 4. Diritto alla famiglia. Art. 5. Diritto ad avere una casa, ad essere nutrito  e vestito. Art. 6. Diritto alla protezione contro il razzismo  e ogni discriminazione. Art. 7. Diritto alla protezione contro i maltrattamenti. Art. 8. Diritto alla protezione contro lo sfruttamento  nel lavoro. Art. 9. Diritto alla protezione contro la guerra  e la privazione della libertà. Art. 10. Diritto all’identità culturale e religiosa. Art. 11. Diritto all’espressione individuale e collettiva.
I diritti naturali dei bambini e delle bambine 1)Diritto a iniziare bene (sarebbe bello nascere in un mondo non inquinato) 2)Diritto a sporcarsi (è bello giocare con la terra) 3)Diritto a saper usare le mani (sarebbe bello costruire un giocattolo con le mani) 4)Diritto agli odori (poter annusare l’odore del pane) 5)Diritto all’ozio (fare una passeggiata nei campi) 6)Diritto al selvaggio (giocare in campagna anziché a Gardaland) 7)Diritto a prendere la parola (sarebbe opportuno, ogni tanto, spegnere il televisore) 8)Diritto ad ascoltare il silenzio (non essere bombardati da rumori, ma ascoltare anche il vento, per esempio) 9)Diritto a percepire le sfumature (cogliere le sfumature di un tramonto) 10)Diritto alla strada (non usurpare i campi per costruire parcheggi)
I diritti non rispettati
Riportiamo, di seguito, alcune testimonianze di diritti violati nell’infanzia. Sinje (presso Monrovia, capitale della Liberia). Junior ha dodici anni, è vestito di stracci, ma porta un mitragliatore kalashikov che tocca quasi terra. Solo ieri ha combattuto per difendere il villaggio di Sinje da un’incursione della fazione rivale. Non sa leggere né scrivere e dorme dove capita, nelle case abbandonate, girovagando dietro i militari più grandi.
Cile.  Paquita ha quattordici anni ed è nata in Cile.  Sua madre l’ha partorita da sola in una capanna.  A sette anni le ha legato uno strofinaccio attorno ai fianchi  e l’ha mandata ad aiutare il padre a custodire le capre nei campi. La scuola era riservata ai ricchi.  Quando è stata male per aver bevuto dell’acqua inquinata,  i genitori non l’hanno potuta portare dal dottore,  perché il dispensario era troppo lontano.
Iqbal Masih, un bambino coraggioso Era nato nel 1983, Iqbal Masih, e aveva quattro anni quando il suo padre decise di venderlo come schiavo a un fabbricante di tappeti. Per dodici dollari. È l’inizio di una schiavitù senza fine: gli interessi del “prestito” ottenuto in cambio del lavoro del bambino non faranno che accrescere il debito. Picchiato, sgridato e incatenato al suo telaio, Iqbal inizia a lavorare per più di dodici ore al giorno. È uno dei tanti bambini che tessono tappeti in Pakistan; le loro piccole mani sono abili e veloci, i loro salari ridicoli, e poi i bambini non protestano e possono essere puniti facilmente. Un giorno del 1992, Iqbal e altri bambini escono di nascosto dalla fabbrica di tappeti per assistere alla celebrazione della giornata della libertà organizzata dal Fronte di Liberazione dal Lavoro Schiavizzato (BLLF). Forse per la prima volta Iqbal sente parlare di diritti dei bambini che vivono in condizione di schiavitù. Proprio come lui. Spontaneamente decide di raccontare la sua storia: il suo improvvisato discorso fa scalpore e nei giorni successivi viene pubblicato dai giornali locali. Iqbal decide anche che non vuole tornare a lavorare in fabbrica e un avvocato del BLLF lo aiuta a preparare una lettera di “dimissioni” da presentare al suo ex padrone.
Durante la manifestazione Iqbal conosce Eshan Ullah Khan, leader del BLLF, il sindacalista che rappresenterà la sua guida verso una nuova vita in difesa dei diritti dei bambini. Così Iqbal comincia a raccontare la sua storia sui teleschermi di tutto il mondo, diventa simbolo e portavoce del dramma dei bambini lavoratori nei convegni, prima nei paesi asiatici, poi a Stoccolma e a Boston: “Da grande voglio diventare avvocato e lottare perché i bambini non lavorino troppo”. Iqbal incomincia a studiare senza interrompere il suo impegno di piccolo sindacalista. Ma la storia della sua libertà è breve. Il 16 aprile del 1995 gli sparano a bruciapelo mentre corre in bicicletta nella sua città natale Muridke, con i suoi cugini Liaqat e Faryad. “Un complotto della mafia dei tappeti” dirà Ullah Khan subito dopo il suo assassinio. Qualcuno si era sentito minacciato dall’attivismo di Iqbal, la polizia fu accusata di collusione con gli assassini. Di fatto molti di quei dettagli di quella tragica domenica sono rimasti poco chiari. Con i quindicimila dollari del Premio Reebok per la Gioventù in Azione ricevuti nel dicembre 1994 a Boston, Iqbal voleva costruire una scuola perché i bambini schiavi potessero ricominciare a studiare...
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Le immigrazioni e la tutela dei diritti Emigrante: colui che si trasferisce  dal proprio luogo d’origine. Immigrato: colui che si è trasferito in un paese  diverso da quello in cui è nato. La ricerca sul campo
Oggi è sempre più frequente incontrare nelle strade, ma anche nelle scuole italiane persone originarie di altri paesi. Da alcuni anni l’Italia sta diventando luogo di immigrazione, ossia terra dove arrivano migliaia di uomini, donne e bambini provenienti da vari stati del mondo. Essi giungono prevalentemente dall’Est, dal Nord Africa e dalle Filippine. Chi si vede costretto ad emigrare, lo fa con sofferenza, tuttavia è disposto ad affrontare anche gravi disagi pur di trovare occupazione. I problemi che gli immigrati devono affrontare in un nuovo paese sono numerosi: la conoscenza della lingua e delle leggi, la ricerca di un’abitazione e del lavoro, l’adattamento alle abitudini e al clima locale … In questo contesto abbiamo deciso di svolgere un’indagine che accerti la condizione di benessere o disagio degli extracomunitari presenti nella nostra scuola.
extracomunitari della scuola primaria. Strumento d’indagine:  un questionario da somministrare agli alunni. Campione:  scuola primaria A. Riva di Cagliari. PROBLEMA
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],QUESTIONARIO NOTA Il questionario è stato somministrato nell’aula degli alunni di quarta, assegnando ad ogni bambino un compagno extracomunitario, al quale ha rivolto le domande con le dovute spiegazioni, sotto il controllo dell’insegnante.
 
 
 
 
 
Dall’indagine svolta risulta che nel Circolo S. Satta di Cagliari sono presenti, nella scuola primaria, 511 alunni, di cui 61 extracomunitari così distribuiti: Scuola S. Satta 362 alunni, di cui 42 extracomunitari; Scuola Buon Pastore 92 alunni, di cui 2 extracomunitari; Scuola A. Riva 57 alunni, di cui 17 extracomunitari. Da questi dati si evidenzia che nella scuola Riva vi è una concentrazione di extracomunitari superiore alle altre scuole. Dalle risposte al nostro questionario risulta che dei diciassette alunni extracomunitari presenti, dieci sono femmine e sette sono maschi, la cui età varia da cinque a dieci anni. Non sempre l’età anagrafica corrisponde all’assegnazione della classe (per varie ragioni) e la prevalenza risulta nelle classi prima e seconda. Quasi tutti provengono dalle Filippine e la maggior parte risiede a Cagliari da qualche anno. C’è da specificare che abbiamo considerato immigrati anche i bambini nati a Cagliari (sono tre) ma figli di extracomunitari, in quanto culturalmente appartenenti alle loro comunità. Elaborazione dei dati
Per quanto riguarda l’accordo con i compagni e le maestre,  l’intesa con queste ultime è totale,  mentre con i compagni sussiste qualche incomprensione. Alla domanda concernente le difficoltà incontrate nelle materie scolastiche,  la maggior parte dice di non incontrare difficoltà  (per chi le incontra sono di tipo linguistico). Gran parte dei casi esaminati, però,  sostiene di farsi aiutare nell’esecuzione dei doveri scolastici,  e tra le aspettative della scuola, al primo posto,  i chiede più aiuto nello studio, mentre altri vorrebbero  stare più tempo a scuola per giocare  (soprattutto i maschietti). Infine tutti dichiarano di vedere rispettati i loro diritti, a scuola e fuori. C’è da sottolineare che i nostri coetanei extracomunitari  conoscono meglio di noi il significato della parola diritti.
Il bambino soldato I bambini soldato non hanno mai giocato, perché gli adulti la libertà hanno loro rubato. Una pistola in mano gli hanno dato e loro, altri hanno ammazzato. Ma forse un giorno arriverà qualcuno che anche lì la pace porterà e questo mondo cambiare potrà. Michele Fontoni I nostri testi
Lettera a un legislatore Caro legislatore, sappiamo dalla Dichiarazione dei diritti del fanciullo che tutti i bambini hanno diritto: 1) alla vita 2) alla salute 3) all’istruzione 4) … Ma questi diritti, in certi paesi del mondo, non sono rispettati. Si sa che in alcune parti esistono bambini soldato, bambini che lavorano, come Iqbal Masih, che vengono sfruttati, abbandonati dalla famiglia e addirittura venduti per pochi soldi, ecc. … Il mio sogno è di andare da questi bambini e chiedergli di persona come vivono e qual è la loro vita sociale per poterli aiutare in qualche modo, per esempio insegnando loro a leggere e a scrivere. Perché voi legislatori non fate leggi più severe per chi maltratta i bambini? Distinti saluti. Federica Cara
I bambini dell’isola Ciao Luca, come stai? Spero bene. Ti scrivo per raccontarti le cose orribili che ho visto in televisione. Parlavano dei bambini dell’Islam che già da piccoli vengono educati in un certo modo. Imparano a sparare con grandi fucili, poi viene insegnato loro che devono sacrificare la propria vita per la patria, diventando così delle bombe umane, facendosi scoppiare quando si trovano nei grandi centri o mercati: l’importante è che si trovino dove c’è tanta gente. Penso che questi bambini siano molto sfortunati rispetto a me e ai miei amici, perché noi giochiamo con la playstation, con il computer, con tanti bambini in giochi di società, nelle strade o campi di calcio. Invece non possono perché appena escono di casa si trovano davanti dei carri armati e soldati. Quindi non giocano perché non hanno la possibilità. Caro Luca, ti saluto e ti dico che mi sento una persona fortunatissima perché sono nato in Italia.  Ciao, a presto. Mario Agus
Un bambino disabile Un bambino, gravemente ammalato, non poteva camminare e voleva studiare come tutti. Ma quando arrivò a scuola successe una cosa terribile: l’aula dove doveva far lezione si trovava al secondo piano,  cioè doveva salire le scale. Lui, però, non poteva fare questo e quel giorno tornò a casa in lacrime. I suoi genitori andarono dalla Direttrice e dal Sindaco per farsi aiutare a risolvere il problema. Essi le promisero di mettere un ascensore, ma il tempo passava e i lavori non finivano mai. Allora i compagni decisero di andare a casa del bambino  per spiegargli i compiti. Così, quando i lavori finirono il bambino andò a scuola senza difficoltà. Ling Ling Huang
Bambini schiavi Sono tantissimi i ragazzini che arrivano come clandestini dai paesi del Nord-Africa, dell’Albania o dai paesi dell’Est dove non c’è lavoro. Tutti i risparmi servono per pagare loro il viaggio in Italia, per trovare lavoro e costruire una vita migliore. Ma non sempre è così. I bambini sono spesso prigionieri in case abbandonate, in condizioni igieniche spaventose. Li costringono a lavorare dieci o dodici ore al giorno e a consegnare tutti i loro guadagni. A me dispiace molto che i bambini sono trattati così e che soffrano tanto. Relito Mendoza
Filastrocca dei diritti I diritti valgono per tutti: adulti, bimbi, belli e brutti, se non li rispettiamo, tutti in carcere finiamo, la legge dice così: bisogna rispettarli ogni dì. I diritti sono tanti, e li devono rispettare tutti quanti, anche i famosi cantanti. Se uno non ti rispetta, vallo a denunciare, sono tante le cose da cambiare, per poter la vita migliorare. Veronica Manca
Lettera a un bambino soldato Caro amico, ho saputo che tu vai in battaglia senza sapere per chi combatti, non sai leggere, né scrivere perché non vai a scuola, non hai una famiglia perché ti hanno portato via da casa quando eri piccolo. Non hai da mangiare, non puoi giocare, non hai una casa e sei costretto a seguire i grandi. I tuoi diritti sono trascurati: avere una casa, avere da mangiare, avere una famiglia. Noi siamo fortunati perché non siamo in guerra, possiamo andare a scuola e giocare. Vorrei che tu potessi fare tutto questo. Ciao amico mio. Marco Mallica
Il mago Tom e i diritti degli animali C’era una volta un mago di nome Tom. Egli aveva inventato i diritti degli animali. Una sera, mentre passeggiava nel bosco, sentì un uccellino che si lamentava perché soffriva tanto. Il mago si avvicinò e vide che l’uccellino si dimenava attorcigliato in una trappola mortale. Capì subito che qualche persona malvagia aveva tentato di fargli del male, forse per rapirlo o per chiuderlo in qualche gabbia. Allora il mago Tom lo liberò, lo curò e gli disse che nessuno poteva trattarlo in quel modo perché era un suo diritto vivere in libertà. A quel punto l’uccellino raccontò come era successo il fatto. Il mago scoprì le persone che avevano tentato di fargli del male e fece loro una magia. Improvvisamente quelle persone si trovarono legate alla sedia su cui erano sedute. Contemporaneamente comparve l’uccellino che volava di qua e di là. Allora capirono e da quel giorno non torturarono più gli animali. Claudia Masala
Filastrocca sui diritti violati dell’infanzia Paolino voleva giocare Ma la mamma lo costringeva a lavorare. Costretto com’era a lavorare Non riusciva nemmeno a riposare. A scuola non poteva andare E lui desiderava studiare. L’ingegnere voleva fare, ma così non poteva andare. Paolino, poverino, per lavoro faceva lo spazzacamino. Andrea Manca
Diritto alla salute In una capanna di un paese del terzo mondo, viveva un bambino con i suoi genitori, poverissimi, che per vivere andavano a cercare qualcosa nelle discariche dell’immondezza. A furia di frugare tra i rifiuti, il bambino si ammalò per un’infezione, con la febbre molto alta. I genitori non avevano i soldi per pagare il dottore, né per comprare le medicine, e il bambino si aggravava sempre di più. Allora i genitori pensarono di condurlo all’ospedale, ma si accorsero di non avere nemmeno i soldi per pagare il mezzo che li avrebbe trasportati. Per fortuna, un loro amico si accorse della situazione e gli regalò dei soldi per potersi curare, così riuscì a salvarsi. Nella nostra società, dove i diritti dei bambini sono tutelati, noi bambini abbiamo il diritto di essere curati anche quando non abbiamo soldi. Teresa Piredda
Il caso di Lucy Lucy è una bambina di dieci anni. Lavora presso una ditta di tessuti che è stata premiata: taglia e cuce anche dodici ore al giorno. Mangia poco e dorme male; il suo lavoro non viene retribuito a dovere, anzi è costretta a lavorare in un sotterraneo perché, in realtà, dovrebbe andare a scuola. I pochi soldi che porta a casa servono per mantenere la famiglia. I vestiti che lei cuce vengono venduti in altri paesi a prezzi altissimi, ma lei questo non lo sa e forse non lo capirebbe.
Riflessioni sul caso di Lucy Per me non è giusto che i bambini vadano a lavorare, ma devono andare a scuola, devono giocare e stare in famiglia. Alessio Contu
La fiaba della bambina povera Una bambina di nome Maria non aveva una famiglia né una casa. Viveva in strada. Vendeva qualcosa per vivere e con quello che guadagnava si comprava le cose che le servivano e il mangiare. Questa bambina non sapeva leggere né scrivere. Maria era una bambina molto brava e divideva quel po’ che aveva con altri bambini poveri come lei. Un giorno, mentre giocava con dei sassolini, vide che uno di essi si sollevava in aria e piano piano si trasformava in una stella luminosissima. Dalla stella uscì una voce che le chiese di esprimere un desiderio. E, siccome Maria era davvero brava, chiese che nessun bambino dovesse più soffrire per la fame, o perché non poteva avere una casa, o perché non poteva andare a scuola. La stella esaudì il suo desiderio e da quel giorno i diritti di tutti i bambini furono rispettati. Lyly Beth Dacome
Cappuccetto Rosso scopre i diritti dei bambini In una bella giornata di sole Cappuccetto Rosso uscì dalla pancia del lupo. Il cacciatore che l’aveva liberata le spiegò che il lupo poteva essere denunciato e condannato, perché aveva violato il diritto alla vita. Da quel giorno Cappuccetto Rosso scoprì che esistono anche altri diritti per i bambini che devono essere rispettati: il diritto ad essere curati, il diritto ad essere nutriti, il diritto ad essere istruiti, ecc. Cappuccetto Rosso chiese allora alla mamma di poter andare a scuola e di studiare perché alla sua età non si può lavorare. Fu così che anche la vita di tutti gli altri bambini del villaggio cambiò e poterono vivere felici senza pericoli. Andrea Fanni
Una bambina racconta “ Mi chiamo Day, ho tredici anni, e lavoro in una fabbrica di scarpe. Lavoro dodici o quattordici ore al giorno. Mi fermo solo per mangiare e per dormire. Dormo in una stanza vicino al capannone, insieme ad altri ragazzi. Mi mancano tanto i miei fratelli e le mie sorelle.” Riflessioni sul caso di Day Penso che Day non deve lavorare perché i bambini hanno dei diritti particolari: studiare, avere una famiglia che li vuole bene, avere una casa. Claudia Piredda
Riflessioni sui diritti violati A scuola abbiamo parlato dei diritti violati dei bambini. In certe parti del mondo ci sono bambini che vengono mandati in guerra e non hanno una casa, né possono andare a scuola, o muoiono perché non si possono curare. Se succedono queste cose è perché ci sono persone che non rispettano i loro diritti. I bambini a volte vengono sfruttati e messi a lavorare per far arricchire qualcuno che non paga il loro lavoro. Vorrei che chi fa del male ai bambini fosse punito severamente e che capisse che i bambini sono la società del domani, per questo devono essere protetti. Marco Francesco Sanna
Elogio dell’imparare Impara l’abbiccì: non basta, è vero, ma imparalo! Non avvilirti! Comincia! Devi sapere tutto! Tocca a te prendere la direzione. Impara, uomo all’ospizio! Impara, uomo in prigione! Impara, donna in cucina! Impara, sessantenne! Tocca a te prendere la direzione. Frequenta la scuola, senza tetto! Procura di sapere, tu che hai freddo! Affamato, impugna il libro, è un’arma. Tocca a te prendere la direzione. Poesie
Messaggio: imparare a leggere e a scrivere:  serve a poter decidere e ad essere una persona indipendente.
Istruendo un popolo Se dai del pesce a un uomo, egli si ciberà una volta. Ma se tu gli insegni a pescare egli si nutrirà per tutta la vita. Se fai progetti per un anno, semina del grano. Se i tuoi progetti si estendono a dieci anni, pianta un albero. Se essi abbracciano cento anni, istruisci un popolo. Seminando un grano una volta, ti assicuri un raccolto. Se pianti un albero Tu farai dirci raccolti. Istruendo un popolo Tu raccoglierai cento volte. Kuong - Tsen
Messaggio:  insegnare a risolvere problemi mediante l’istruzione.
Noi siamo ognuno Ci vorrebbe poco per essere liberi. Che nessun uomo odiasse un altro uomo, perché è nero, perché è giallo, perché è bianco, o perché è inglese, o tedesco, o ricco, o povero, perché noi siamo ognuno. Kennet Patchen
Messaggio:  non discriminare chi vive una situazione diversa dalla nostra.
Rispondi la pace Non importa chi tu sia: Uomo o donna Vecchio o fanciullo Operaio o contadino Soldato o studente o commerciante Non importa quale sia il tuo credo politico O quello religioso. Se ti chiedono qual è la cosa Più importante per l’umanità Rispondi Prima Dopo Sempre: La pace. Lin Thien Min
Messaggio:  la pace è un valore assoluto, indipendente dallo spazio,  dal tempo e dalla condizione delle persone.
Amico mio Parlato: ho imparato a dire amico mio in tutte le lingue del mondo, così avrò amici in tutto il mondo. Al bambino inglese dirò my friend Al bambino francese dirò mon ami My friend, mon ami My friend, mon ami Tutto il mondo …… amico sarà Al bambino tedesco dirò mein freund Al bambino spagnolo dirò mi amigo Mein freund, mi amigo Mein freund, mi amigo Tutto il mondo …… amico sarà Al bambino africano dirò mi anco Al bambino che è in Grecia dirò filomu Mi anco, filomu Mi anco filomu Tutto il mondo…… amico sarà. Al bambino che è in Russia dirò moi drug Al bambino in Giappone dirò Watashi no tomodachi (uataci notomodaci) Moi drug, moi drug Watashi no tomodachi Tutto il mondo …. amico sarà Al bambino arabo dirò sa-bi Al bambino israeliano dirò haver sheli Sa-bi, sa-bi Haver sheli Tutto il mondo …… amico sarà. Tutto il mondo …… amico sarà. Canti
L’amico è L’amico è Qualcosa che più ce n’è meglio è È un silenzio Che può diventare musica Da cantare in coro io con te. E’ un coro è Un grido che più si è meglio è E il mio amore nel tuo amore è. E’ l’amico è Una persona schietta come te Che non fa prediche E non ti giudica Fra lui e te divisa in Due la stessa anima Perché lui sa L’amico sa Il gusto amaro della verità Ma sa nasconderla e per difenderti Un vero amico anche bugiardo è. E’ l’amico è Il più deciso della compagnia E ti convincerà a non arrenderti Anche le volte Che rincorri l’impossibile Perché lui ha L’amico ha Il saper vivere che manca a te Ti spinge a correre Ti lascia vincere Perché un amico punto e basta è. L’amico è … E’ l’amico è Uno che ha molta gelosia di te Per ogni tua pazzia Ne fa una malattia Tanto che a volte ti vien voglia Di mandarlo via Però lui no L’amico no Per niente al mondo io lo perderò Litigheremo sì E lo sa lui perché Eppure il mio migliore amico è. L’amico è …
Ecco i nostri nomi e il nostro indirizzo Mario Agus Federica Cara Alessio Contu Lilli Beth Dacome Andrea Fanni Michele Fontoni Ling Ling Huang Marco Mallica Andrea Manca Veronica Manca Claudia Masala Relito Mendoza Claudia Piredda Teresa Piredda Marco Francesco Sanna Scuola primaria “A. Riva”  Piazza GaribaldiO9124 – Cagliari Tel. O70/669196

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Auguri

  • 2. Una nostra amica ci ha inviato, in anticipo, degli auguri pasquali particolari, che ci hanno fatto capire quanto siamo fortunati rispetto a tanti bambini che in altre parti del mondo soffrono perché non vedono riconosciuti i loro diritti. Abbiamo, a quel punto, deciso di approfondire il discorso sui diritti, con la lettura di racconti e poesie, con canti e con lo studio dei diritti nella Storia. Dalla ricerca descrittiva siamo passati ad una ricerca sul campo nella nostra scuola, per accertare se i diritti dei nostri compagni extracomunitari siano rispettati. E, poiché ci è stato insegnato che si possono dire cose serie anche sorridendo, abbiamo pensato di presentare, animandolo, il divertente testo di Gino Strada che tratta questo argomento. Abbiamo, inoltre, espresso il nostro parere con dei testi personali. Concludendo, ci rendiamo conto della vastità dell’argomento che abbiamo tentato di affrontare, considerate le numerose categorie dei portatori di diritti (bambini, immigrati, lavoratori, disabili, animali, ecc.). Pertanto, rimandiamo ad altre occasioni l’opportunità di completamento. Nel nostro piccolo riteniamo di aver dato un modesto contributo, non foss’altro che per invitare a riflettere. Gli alunni e l’insegnante della classe quarta Presentazione
  • 3.   Carissimi, quest'anno la Pasqua arriva presto ed io per tempo vi voglio ricordare di contare anche i miei Auguri assieme alle Uova di Cioccolata, alle Colombe di Pasta Frolla ed ai Pezzetti degli Sfortunati di Turno e agli Agnelli, che divorerete con avido piacere. Eh si, c'è sempre lo sfortunato di turno, in tutte le situazioni. In particolare, quelle collettivamente gioiose richiedono un Agnello Sacrificale, altrimenti non ci sarebbe il contrasto giusto tra la sofferenza e la gioia e la festa potrebbe riuscire noiosa.   Anche quando avrete un clamoroso mal di pancia per essere stati costretti a mangiare tutta la cioccolata delle tante uova donate ai vostri figli, sarete contenti di vederli gioire delle sorprese in esse contenute.   Anche altri bambini, in quel giorno, avranno la loro divertente sorpresa.... In Afghanistan, in Palestina, in Iran ed in altri luoghi di questo meraviglioso pianeta, i Bambini Soldato avranno in pancia una bella, esplosiva Sorpresa .... che in pochi istanti li farà a brandelli assieme ai non meno Sfortunati di Turno che saranno là vicino ...   Eh sì, il mondo è davvero meravigliosamente SORPRENDENTE! AUGURI, nonostante tutto. Laila Gli stimoli Un’amica ci scrive...
  • 4. Il mago Linguaggio e le parole a capocchia
  • 5. Gino Strada, il medico fondatore di Emergency, ci manda questa storia. L’ha scritta, insieme a sua figlia Cecilia, in occasione del Premio Andersen di Sestri Levante, per spiegare ai bambini il significato di parole come “ diritti” “pace” “uguaglianza”.
  • 6. C’era una volta un pianeta chiamato Terra. Si chiamava Terra anche se, a dire il vero, c’era molta più acqua che terra su quel pianeta. Gli abitanti della Terra, infatti, usavano le parole in modo un po’ bislacco. Prendete le automobili, per esempio. Quel coso rotondo che si usa per guidare loro lo chiamavano volante, anche se le macchine non volano affatto! Non sarebbe più logico chiamarlo guidante, oppure girante, visto che serve per girare? Anche sulle cose importanti si faceva molta confusione.
  • 7. Si parlava spesso di diritti: il diritto all’istruzione, per esempio, significava che tutti i bambini avrebbero potuto (e dovuto!) andare a scuola. Il diritto alla salute poi, avrebbe dovuto significare che chiunque, ferito, oppure malato, doveva avere la possibilità di andare in ospedale. Ma per chi viveva in un paese senza scuole, oppure a causa della guerra non poteva uscire di casa, oppure chi non aveva soldi per pagare l’ospedale (e questo, nei paesi poveri, è più la regola che l’eccezione), questi diritti erano in realtà dei rovesci: non valevano un fico secco.
  • 8. Siccome non valevano per tutti ma solo per chi se li poteva permettere, queste cose non erano diritti: erano diventati privilegi, e cioè vantaggi particolari riservati a pochi. A volte, addirittura, i potenti della terra chiamavano operazione di pace quella che, in realtà, era un’operazione di guerra: dicevano proprio il contrario di quello che in realtà intendevano.
  • 9. E poi, sulla Terra, non c’era più accordo fra gli uomini sui significati: per alcuni ricchezza significava avere diecimila miliardi, per altri voleva dire almeno una patata da mangiare. Quanta confusione! Tanta confusione che un giorno il mago Linguaggio non ne poté più.
  • 10. Linguaggio era un mago potentissimo, che tanto tempo prima aveva inventato le parole e le aveva regalate agli uomini. All’inizio c’era stato un po’ di trambusto, perché gli uomini non sapevano come usarle, e se uno diceva carciofo l’altro pensava al canguro, e se uno chiedeva spaghetti l’altro intendeva gorilla, e al ristorante non ci si capiva mai. Allora il mago Linguaggio appiccicò ad ogni parola un significato preciso, cosicché le parole volessero dire sempre la stessa cosa, per tutti. Da allora il carciofo è sempre stato un ortaggio, e il gorilla un animale peloso, e non c’era più il rischio di trovarsi per sbaglio nel piatto un grosso animale peloso, con il suo testone coperto di sugo di pomodoro.
  • 11. Questo lavoro, di dare alle parole un significato preciso, era costato un bel po’ di fatica al mago Linguaggio. Adesso, vedendo che gli uomini se ne infischiavano del suo lavoro, e continuavano ad usarle a capocchia, decise di dare loro una lezione. “ Le parole sono importanti” amava dire “ se si cambiano le parole si cambia anche il mondo, e poi non si capisce più niente!”
  • 12. Una notte, dunque, si mise a scombinare un po’ le cose, spostando una sillaba qui, una là, mescolando vocali e consonanti, anagrammando i nomi. Alla mattina, infatti, non ci si capiva più niente. A tutti gli alberghi di una grande città aveva rubato la lettera gi e la lettera acca, ed erano diventati … alberi! Decine e decine di enormi alberi, con sopra letti e comodini e frigobar, e i clienti stupitissimi che per scendere dovevano usare le liane come Tarzan. Alle macchine aveva rubato una enne, facendole diventare macchie, e chi cercava la propria automobile trovava soltanto una grossa chiazza colorata parcheggiata in strada. Alle torte invece aveva aggiunto una esse, erano diventate tutte storte, e cadevano per terra prima che i bambini se le potessero mangiare. Erano talmente storte che non erano più buone nemmeno per essere tirate in faccia.
  • 13. Nelle scuole si era anche divertito ad anagrammare, al momento dell’appello, la parola presente, e se prima gli alunni erano tutti presenti, adesso erano tutti serpenti, e le maestre scappavano via terrorizzate.
  • 14. Poi si era tolto uno sfizio personale: aveva eliminato del tutto la parola guerra, che aveva inventato per sbaglio, e non gli era mai piaciuta. Così un grande capo della terra, che in quel momento stava per dichiarare guerra, dovette interrompersi a metà della frase, e non se ne fece nulla. Inoltre aveva trasformato i cannoni in cannoli, siciliani naturalmente, e chi stava combattendo si ritrovò tutto coperto di ricotta e canditi.
  • 15. Andò avanti così per parecchi giorni, con le scarpe che diventavano carpe e nuotavano via, i mattoni che diventavano gattoni e le case si mettevano a miagolare, il pane che si trasformava in un cane e morsicava chi lo voleva mangiare. Quanta confusione! Troppa confusione, e gli uomini non ne potevano più. Mandarono quindi una delegazione dal mago Linguaggio, a chiedere che rimettesse a posto le parole, e con loro il mondo.
  • 16. “ E va bene” disse Linguaggio “ ma solo ad una condizione: che cominciate a usare le parole con il loro giusto significato.” “ I diritti degli uomini devono essere di tutti gli uomini, proprio di tutti, sennò chiamateli privilegi. Uguaglianza deve significare davvero che tutti sono uguali e non che alcuni sono più uguali di altri. E per quanto riguarda la guerra …“ “ Per quanto riguarda la guerra” lo interruppero gli uomini “ ci abbiamo pensato … tienitela pure: è una parola di cui vogliamo fare a meno.”
  • 17. durante la rappresentazione di mago Linguaggio
  • 18. Diritto : possibilità di dire, fare, ottenere ciò che le leggi ci consentono Dovere : obbligo di fare qualcosa La ricerca descrittiva I diritti nella Storia (e anche i doveri)
  • 19.  
  • 20. Nel corso della Storia i popoli hanno sentito l’esigenza di fissare per iscritto dei principi su cui basare la convivenza dei cittadini. Quest’anno abbiamo studiato la storia dei Babilonesi e del loro re Hammurabi che nel 1790 a. C. aveva emanato la prima raccolta di leggi scritte. Purtroppo il Codice di Hammurabi non trattava i sudditi allo stesso modo, perché i cittadini venivano distinti in base alla loro condizione sociale. Quindi non tutti vedevano riconosciuti i propri diritti. Da allora molte lotte sono state condotte in difesa dei diritti di ognuno.
  • 21. La Rivoluzione francese fu un evento complicato che provocò guerre, rivolte e grandi cambiamenti, dando vita anche a leggi molto importanti. Il 20 agosto 1789, l’Assemblea Nazionale francese proclamò la “ Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino” che affermava che il popolo è sovrano e che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge. Riportiamo qui il primo articolo: “ gli uomini nascono liberi e rimangono liberi e uguali nei diritti. Le distribuzioni sociali possono essere fondate solo sull’utilità comune.”
  • 22. Il primo gennaio del 1948 entrava in vigore la Costituzione italiana (legge fondamentale della Repubblica) che prevede una parte intitolata “ Diritti e Doveri dei cittadini”. Riportiamo qui alcuni articoli:
  • 23. Art. 13. La libertà personale è inviolabile … Art. 17. I cittadini hanno il diritto di riunirsi pacificamente … Art. 19. Tutti hanno il diritto di professare liberamente la propria fede religiosa … Art. 21. Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione … Art. 30. E’ dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli … Art. 54. I cittadini hanno il dovere […] di osservare la Costituzione e le leggi.
  • 24. Nel 1948 l’Assemblea Generale dell’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite con sede a New York) approvò la “ Dichiarazione dei diritti dell’uomo”, allo scopo di affermare ancora una volta il rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo e per mantenere la pace e la sicurezza internazionale. Riportiamo appresso gli articoli più importanti.
  • 25. Art. 1. Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti. Art. 3. Ogni individuo ha diritto alla vita. Art. 4. Nessuno può essere tenuto in schiavitù. Art. 5. Nessuno sarà sottoposto a tortura. Art. 7. Tutti sono uguali di fronte alla legge. Art. 17. Ogni persona ha diritto alla proprietà. Art. 18. Ogni persona ha diritto alla libertà di manifestare la propria religione. Art. 19. Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e d’espressione.
  • 26. Successivamente, nel 1959, l’ONU approvò la “ Dichiarazione dei diritti del fanciullo” che venne ampliata nel 1989. In questo documento viene chiesto agli Stati di proteggere e di aiutare i bambini di tutto il mondo.
  • 27. Art. 1. Diritto alla vita Art. 2. Diritto alla salute. Art. 3. Diritto all’educazione. Art. 4. Diritto alla famiglia. Art. 5. Diritto ad avere una casa, ad essere nutrito e vestito. Art. 6. Diritto alla protezione contro il razzismo e ogni discriminazione. Art. 7. Diritto alla protezione contro i maltrattamenti. Art. 8. Diritto alla protezione contro lo sfruttamento nel lavoro. Art. 9. Diritto alla protezione contro la guerra e la privazione della libertà. Art. 10. Diritto all’identità culturale e religiosa. Art. 11. Diritto all’espressione individuale e collettiva.
  • 28. I diritti naturali dei bambini e delle bambine 1)Diritto a iniziare bene (sarebbe bello nascere in un mondo non inquinato) 2)Diritto a sporcarsi (è bello giocare con la terra) 3)Diritto a saper usare le mani (sarebbe bello costruire un giocattolo con le mani) 4)Diritto agli odori (poter annusare l’odore del pane) 5)Diritto all’ozio (fare una passeggiata nei campi) 6)Diritto al selvaggio (giocare in campagna anziché a Gardaland) 7)Diritto a prendere la parola (sarebbe opportuno, ogni tanto, spegnere il televisore) 8)Diritto ad ascoltare il silenzio (non essere bombardati da rumori, ma ascoltare anche il vento, per esempio) 9)Diritto a percepire le sfumature (cogliere le sfumature di un tramonto) 10)Diritto alla strada (non usurpare i campi per costruire parcheggi)
  • 29. I diritti non rispettati
  • 30. Riportiamo, di seguito, alcune testimonianze di diritti violati nell’infanzia. Sinje (presso Monrovia, capitale della Liberia). Junior ha dodici anni, è vestito di stracci, ma porta un mitragliatore kalashikov che tocca quasi terra. Solo ieri ha combattuto per difendere il villaggio di Sinje da un’incursione della fazione rivale. Non sa leggere né scrivere e dorme dove capita, nelle case abbandonate, girovagando dietro i militari più grandi.
  • 31. Cile. Paquita ha quattordici anni ed è nata in Cile. Sua madre l’ha partorita da sola in una capanna. A sette anni le ha legato uno strofinaccio attorno ai fianchi e l’ha mandata ad aiutare il padre a custodire le capre nei campi. La scuola era riservata ai ricchi. Quando è stata male per aver bevuto dell’acqua inquinata, i genitori non l’hanno potuta portare dal dottore, perché il dispensario era troppo lontano.
  • 32. Iqbal Masih, un bambino coraggioso Era nato nel 1983, Iqbal Masih, e aveva quattro anni quando il suo padre decise di venderlo come schiavo a un fabbricante di tappeti. Per dodici dollari. È l’inizio di una schiavitù senza fine: gli interessi del “prestito” ottenuto in cambio del lavoro del bambino non faranno che accrescere il debito. Picchiato, sgridato e incatenato al suo telaio, Iqbal inizia a lavorare per più di dodici ore al giorno. È uno dei tanti bambini che tessono tappeti in Pakistan; le loro piccole mani sono abili e veloci, i loro salari ridicoli, e poi i bambini non protestano e possono essere puniti facilmente. Un giorno del 1992, Iqbal e altri bambini escono di nascosto dalla fabbrica di tappeti per assistere alla celebrazione della giornata della libertà organizzata dal Fronte di Liberazione dal Lavoro Schiavizzato (BLLF). Forse per la prima volta Iqbal sente parlare di diritti dei bambini che vivono in condizione di schiavitù. Proprio come lui. Spontaneamente decide di raccontare la sua storia: il suo improvvisato discorso fa scalpore e nei giorni successivi viene pubblicato dai giornali locali. Iqbal decide anche che non vuole tornare a lavorare in fabbrica e un avvocato del BLLF lo aiuta a preparare una lettera di “dimissioni” da presentare al suo ex padrone.
  • 33. Durante la manifestazione Iqbal conosce Eshan Ullah Khan, leader del BLLF, il sindacalista che rappresenterà la sua guida verso una nuova vita in difesa dei diritti dei bambini. Così Iqbal comincia a raccontare la sua storia sui teleschermi di tutto il mondo, diventa simbolo e portavoce del dramma dei bambini lavoratori nei convegni, prima nei paesi asiatici, poi a Stoccolma e a Boston: “Da grande voglio diventare avvocato e lottare perché i bambini non lavorino troppo”. Iqbal incomincia a studiare senza interrompere il suo impegno di piccolo sindacalista. Ma la storia della sua libertà è breve. Il 16 aprile del 1995 gli sparano a bruciapelo mentre corre in bicicletta nella sua città natale Muridke, con i suoi cugini Liaqat e Faryad. “Un complotto della mafia dei tappeti” dirà Ullah Khan subito dopo il suo assassinio. Qualcuno si era sentito minacciato dall’attivismo di Iqbal, la polizia fu accusata di collusione con gli assassini. Di fatto molti di quei dettagli di quella tragica domenica sono rimasti poco chiari. Con i quindicimila dollari del Premio Reebok per la Gioventù in Azione ricevuti nel dicembre 1994 a Boston, Iqbal voleva costruire una scuola perché i bambini schiavi potessero ricominciare a studiare...
  • 34.
  • 35. Le immigrazioni e la tutela dei diritti Emigrante: colui che si trasferisce dal proprio luogo d’origine. Immigrato: colui che si è trasferito in un paese diverso da quello in cui è nato. La ricerca sul campo
  • 36. Oggi è sempre più frequente incontrare nelle strade, ma anche nelle scuole italiane persone originarie di altri paesi. Da alcuni anni l’Italia sta diventando luogo di immigrazione, ossia terra dove arrivano migliaia di uomini, donne e bambini provenienti da vari stati del mondo. Essi giungono prevalentemente dall’Est, dal Nord Africa e dalle Filippine. Chi si vede costretto ad emigrare, lo fa con sofferenza, tuttavia è disposto ad affrontare anche gravi disagi pur di trovare occupazione. I problemi che gli immigrati devono affrontare in un nuovo paese sono numerosi: la conoscenza della lingua e delle leggi, la ricerca di un’abitazione e del lavoro, l’adattamento alle abitudini e al clima locale … In questo contesto abbiamo deciso di svolgere un’indagine che accerti la condizione di benessere o disagio degli extracomunitari presenti nella nostra scuola.
  • 37. extracomunitari della scuola primaria. Strumento d’indagine: un questionario da somministrare agli alunni. Campione: scuola primaria A. Riva di Cagliari. PROBLEMA
  • 38.
  • 39.  
  • 40.  
  • 41.  
  • 42.  
  • 43.  
  • 44. Dall’indagine svolta risulta che nel Circolo S. Satta di Cagliari sono presenti, nella scuola primaria, 511 alunni, di cui 61 extracomunitari così distribuiti: Scuola S. Satta 362 alunni, di cui 42 extracomunitari; Scuola Buon Pastore 92 alunni, di cui 2 extracomunitari; Scuola A. Riva 57 alunni, di cui 17 extracomunitari. Da questi dati si evidenzia che nella scuola Riva vi è una concentrazione di extracomunitari superiore alle altre scuole. Dalle risposte al nostro questionario risulta che dei diciassette alunni extracomunitari presenti, dieci sono femmine e sette sono maschi, la cui età varia da cinque a dieci anni. Non sempre l’età anagrafica corrisponde all’assegnazione della classe (per varie ragioni) e la prevalenza risulta nelle classi prima e seconda. Quasi tutti provengono dalle Filippine e la maggior parte risiede a Cagliari da qualche anno. C’è da specificare che abbiamo considerato immigrati anche i bambini nati a Cagliari (sono tre) ma figli di extracomunitari, in quanto culturalmente appartenenti alle loro comunità. Elaborazione dei dati
  • 45. Per quanto riguarda l’accordo con i compagni e le maestre, l’intesa con queste ultime è totale, mentre con i compagni sussiste qualche incomprensione. Alla domanda concernente le difficoltà incontrate nelle materie scolastiche, la maggior parte dice di non incontrare difficoltà (per chi le incontra sono di tipo linguistico). Gran parte dei casi esaminati, però, sostiene di farsi aiutare nell’esecuzione dei doveri scolastici, e tra le aspettative della scuola, al primo posto, i chiede più aiuto nello studio, mentre altri vorrebbero stare più tempo a scuola per giocare (soprattutto i maschietti). Infine tutti dichiarano di vedere rispettati i loro diritti, a scuola e fuori. C’è da sottolineare che i nostri coetanei extracomunitari conoscono meglio di noi il significato della parola diritti.
  • 46. Il bambino soldato I bambini soldato non hanno mai giocato, perché gli adulti la libertà hanno loro rubato. Una pistola in mano gli hanno dato e loro, altri hanno ammazzato. Ma forse un giorno arriverà qualcuno che anche lì la pace porterà e questo mondo cambiare potrà. Michele Fontoni I nostri testi
  • 47. Lettera a un legislatore Caro legislatore, sappiamo dalla Dichiarazione dei diritti del fanciullo che tutti i bambini hanno diritto: 1) alla vita 2) alla salute 3) all’istruzione 4) … Ma questi diritti, in certi paesi del mondo, non sono rispettati. Si sa che in alcune parti esistono bambini soldato, bambini che lavorano, come Iqbal Masih, che vengono sfruttati, abbandonati dalla famiglia e addirittura venduti per pochi soldi, ecc. … Il mio sogno è di andare da questi bambini e chiedergli di persona come vivono e qual è la loro vita sociale per poterli aiutare in qualche modo, per esempio insegnando loro a leggere e a scrivere. Perché voi legislatori non fate leggi più severe per chi maltratta i bambini? Distinti saluti. Federica Cara
  • 48. I bambini dell’isola Ciao Luca, come stai? Spero bene. Ti scrivo per raccontarti le cose orribili che ho visto in televisione. Parlavano dei bambini dell’Islam che già da piccoli vengono educati in un certo modo. Imparano a sparare con grandi fucili, poi viene insegnato loro che devono sacrificare la propria vita per la patria, diventando così delle bombe umane, facendosi scoppiare quando si trovano nei grandi centri o mercati: l’importante è che si trovino dove c’è tanta gente. Penso che questi bambini siano molto sfortunati rispetto a me e ai miei amici, perché noi giochiamo con la playstation, con il computer, con tanti bambini in giochi di società, nelle strade o campi di calcio. Invece non possono perché appena escono di casa si trovano davanti dei carri armati e soldati. Quindi non giocano perché non hanno la possibilità. Caro Luca, ti saluto e ti dico che mi sento una persona fortunatissima perché sono nato in Italia. Ciao, a presto. Mario Agus
  • 49. Un bambino disabile Un bambino, gravemente ammalato, non poteva camminare e voleva studiare come tutti. Ma quando arrivò a scuola successe una cosa terribile: l’aula dove doveva far lezione si trovava al secondo piano, cioè doveva salire le scale. Lui, però, non poteva fare questo e quel giorno tornò a casa in lacrime. I suoi genitori andarono dalla Direttrice e dal Sindaco per farsi aiutare a risolvere il problema. Essi le promisero di mettere un ascensore, ma il tempo passava e i lavori non finivano mai. Allora i compagni decisero di andare a casa del bambino per spiegargli i compiti. Così, quando i lavori finirono il bambino andò a scuola senza difficoltà. Ling Ling Huang
  • 50. Bambini schiavi Sono tantissimi i ragazzini che arrivano come clandestini dai paesi del Nord-Africa, dell’Albania o dai paesi dell’Est dove non c’è lavoro. Tutti i risparmi servono per pagare loro il viaggio in Italia, per trovare lavoro e costruire una vita migliore. Ma non sempre è così. I bambini sono spesso prigionieri in case abbandonate, in condizioni igieniche spaventose. Li costringono a lavorare dieci o dodici ore al giorno e a consegnare tutti i loro guadagni. A me dispiace molto che i bambini sono trattati così e che soffrano tanto. Relito Mendoza
  • 51. Filastrocca dei diritti I diritti valgono per tutti: adulti, bimbi, belli e brutti, se non li rispettiamo, tutti in carcere finiamo, la legge dice così: bisogna rispettarli ogni dì. I diritti sono tanti, e li devono rispettare tutti quanti, anche i famosi cantanti. Se uno non ti rispetta, vallo a denunciare, sono tante le cose da cambiare, per poter la vita migliorare. Veronica Manca
  • 52. Lettera a un bambino soldato Caro amico, ho saputo che tu vai in battaglia senza sapere per chi combatti, non sai leggere, né scrivere perché non vai a scuola, non hai una famiglia perché ti hanno portato via da casa quando eri piccolo. Non hai da mangiare, non puoi giocare, non hai una casa e sei costretto a seguire i grandi. I tuoi diritti sono trascurati: avere una casa, avere da mangiare, avere una famiglia. Noi siamo fortunati perché non siamo in guerra, possiamo andare a scuola e giocare. Vorrei che tu potessi fare tutto questo. Ciao amico mio. Marco Mallica
  • 53. Il mago Tom e i diritti degli animali C’era una volta un mago di nome Tom. Egli aveva inventato i diritti degli animali. Una sera, mentre passeggiava nel bosco, sentì un uccellino che si lamentava perché soffriva tanto. Il mago si avvicinò e vide che l’uccellino si dimenava attorcigliato in una trappola mortale. Capì subito che qualche persona malvagia aveva tentato di fargli del male, forse per rapirlo o per chiuderlo in qualche gabbia. Allora il mago Tom lo liberò, lo curò e gli disse che nessuno poteva trattarlo in quel modo perché era un suo diritto vivere in libertà. A quel punto l’uccellino raccontò come era successo il fatto. Il mago scoprì le persone che avevano tentato di fargli del male e fece loro una magia. Improvvisamente quelle persone si trovarono legate alla sedia su cui erano sedute. Contemporaneamente comparve l’uccellino che volava di qua e di là. Allora capirono e da quel giorno non torturarono più gli animali. Claudia Masala
  • 54. Filastrocca sui diritti violati dell’infanzia Paolino voleva giocare Ma la mamma lo costringeva a lavorare. Costretto com’era a lavorare Non riusciva nemmeno a riposare. A scuola non poteva andare E lui desiderava studiare. L’ingegnere voleva fare, ma così non poteva andare. Paolino, poverino, per lavoro faceva lo spazzacamino. Andrea Manca
  • 55. Diritto alla salute In una capanna di un paese del terzo mondo, viveva un bambino con i suoi genitori, poverissimi, che per vivere andavano a cercare qualcosa nelle discariche dell’immondezza. A furia di frugare tra i rifiuti, il bambino si ammalò per un’infezione, con la febbre molto alta. I genitori non avevano i soldi per pagare il dottore, né per comprare le medicine, e il bambino si aggravava sempre di più. Allora i genitori pensarono di condurlo all’ospedale, ma si accorsero di non avere nemmeno i soldi per pagare il mezzo che li avrebbe trasportati. Per fortuna, un loro amico si accorse della situazione e gli regalò dei soldi per potersi curare, così riuscì a salvarsi. Nella nostra società, dove i diritti dei bambini sono tutelati, noi bambini abbiamo il diritto di essere curati anche quando non abbiamo soldi. Teresa Piredda
  • 56. Il caso di Lucy Lucy è una bambina di dieci anni. Lavora presso una ditta di tessuti che è stata premiata: taglia e cuce anche dodici ore al giorno. Mangia poco e dorme male; il suo lavoro non viene retribuito a dovere, anzi è costretta a lavorare in un sotterraneo perché, in realtà, dovrebbe andare a scuola. I pochi soldi che porta a casa servono per mantenere la famiglia. I vestiti che lei cuce vengono venduti in altri paesi a prezzi altissimi, ma lei questo non lo sa e forse non lo capirebbe.
  • 57. Riflessioni sul caso di Lucy Per me non è giusto che i bambini vadano a lavorare, ma devono andare a scuola, devono giocare e stare in famiglia. Alessio Contu
  • 58. La fiaba della bambina povera Una bambina di nome Maria non aveva una famiglia né una casa. Viveva in strada. Vendeva qualcosa per vivere e con quello che guadagnava si comprava le cose che le servivano e il mangiare. Questa bambina non sapeva leggere né scrivere. Maria era una bambina molto brava e divideva quel po’ che aveva con altri bambini poveri come lei. Un giorno, mentre giocava con dei sassolini, vide che uno di essi si sollevava in aria e piano piano si trasformava in una stella luminosissima. Dalla stella uscì una voce che le chiese di esprimere un desiderio. E, siccome Maria era davvero brava, chiese che nessun bambino dovesse più soffrire per la fame, o perché non poteva avere una casa, o perché non poteva andare a scuola. La stella esaudì il suo desiderio e da quel giorno i diritti di tutti i bambini furono rispettati. Lyly Beth Dacome
  • 59. Cappuccetto Rosso scopre i diritti dei bambini In una bella giornata di sole Cappuccetto Rosso uscì dalla pancia del lupo. Il cacciatore che l’aveva liberata le spiegò che il lupo poteva essere denunciato e condannato, perché aveva violato il diritto alla vita. Da quel giorno Cappuccetto Rosso scoprì che esistono anche altri diritti per i bambini che devono essere rispettati: il diritto ad essere curati, il diritto ad essere nutriti, il diritto ad essere istruiti, ecc. Cappuccetto Rosso chiese allora alla mamma di poter andare a scuola e di studiare perché alla sua età non si può lavorare. Fu così che anche la vita di tutti gli altri bambini del villaggio cambiò e poterono vivere felici senza pericoli. Andrea Fanni
  • 60. Una bambina racconta “ Mi chiamo Day, ho tredici anni, e lavoro in una fabbrica di scarpe. Lavoro dodici o quattordici ore al giorno. Mi fermo solo per mangiare e per dormire. Dormo in una stanza vicino al capannone, insieme ad altri ragazzi. Mi mancano tanto i miei fratelli e le mie sorelle.” Riflessioni sul caso di Day Penso che Day non deve lavorare perché i bambini hanno dei diritti particolari: studiare, avere una famiglia che li vuole bene, avere una casa. Claudia Piredda
  • 61. Riflessioni sui diritti violati A scuola abbiamo parlato dei diritti violati dei bambini. In certe parti del mondo ci sono bambini che vengono mandati in guerra e non hanno una casa, né possono andare a scuola, o muoiono perché non si possono curare. Se succedono queste cose è perché ci sono persone che non rispettano i loro diritti. I bambini a volte vengono sfruttati e messi a lavorare per far arricchire qualcuno che non paga il loro lavoro. Vorrei che chi fa del male ai bambini fosse punito severamente e che capisse che i bambini sono la società del domani, per questo devono essere protetti. Marco Francesco Sanna
  • 62. Elogio dell’imparare Impara l’abbiccì: non basta, è vero, ma imparalo! Non avvilirti! Comincia! Devi sapere tutto! Tocca a te prendere la direzione. Impara, uomo all’ospizio! Impara, uomo in prigione! Impara, donna in cucina! Impara, sessantenne! Tocca a te prendere la direzione. Frequenta la scuola, senza tetto! Procura di sapere, tu che hai freddo! Affamato, impugna il libro, è un’arma. Tocca a te prendere la direzione. Poesie
  • 63. Messaggio: imparare a leggere e a scrivere: serve a poter decidere e ad essere una persona indipendente.
  • 64. Istruendo un popolo Se dai del pesce a un uomo, egli si ciberà una volta. Ma se tu gli insegni a pescare egli si nutrirà per tutta la vita. Se fai progetti per un anno, semina del grano. Se i tuoi progetti si estendono a dieci anni, pianta un albero. Se essi abbracciano cento anni, istruisci un popolo. Seminando un grano una volta, ti assicuri un raccolto. Se pianti un albero Tu farai dirci raccolti. Istruendo un popolo Tu raccoglierai cento volte. Kuong - Tsen
  • 65. Messaggio: insegnare a risolvere problemi mediante l’istruzione.
  • 66. Noi siamo ognuno Ci vorrebbe poco per essere liberi. Che nessun uomo odiasse un altro uomo, perché è nero, perché è giallo, perché è bianco, o perché è inglese, o tedesco, o ricco, o povero, perché noi siamo ognuno. Kennet Patchen
  • 67. Messaggio: non discriminare chi vive una situazione diversa dalla nostra.
  • 68. Rispondi la pace Non importa chi tu sia: Uomo o donna Vecchio o fanciullo Operaio o contadino Soldato o studente o commerciante Non importa quale sia il tuo credo politico O quello religioso. Se ti chiedono qual è la cosa Più importante per l’umanità Rispondi Prima Dopo Sempre: La pace. Lin Thien Min
  • 69. Messaggio: la pace è un valore assoluto, indipendente dallo spazio, dal tempo e dalla condizione delle persone.
  • 70. Amico mio Parlato: ho imparato a dire amico mio in tutte le lingue del mondo, così avrò amici in tutto il mondo. Al bambino inglese dirò my friend Al bambino francese dirò mon ami My friend, mon ami My friend, mon ami Tutto il mondo …… amico sarà Al bambino tedesco dirò mein freund Al bambino spagnolo dirò mi amigo Mein freund, mi amigo Mein freund, mi amigo Tutto il mondo …… amico sarà Al bambino africano dirò mi anco Al bambino che è in Grecia dirò filomu Mi anco, filomu Mi anco filomu Tutto il mondo…… amico sarà. Al bambino che è in Russia dirò moi drug Al bambino in Giappone dirò Watashi no tomodachi (uataci notomodaci) Moi drug, moi drug Watashi no tomodachi Tutto il mondo …. amico sarà Al bambino arabo dirò sa-bi Al bambino israeliano dirò haver sheli Sa-bi, sa-bi Haver sheli Tutto il mondo …… amico sarà. Tutto il mondo …… amico sarà. Canti
  • 71. L’amico è L’amico è Qualcosa che più ce n’è meglio è È un silenzio Che può diventare musica Da cantare in coro io con te. E’ un coro è Un grido che più si è meglio è E il mio amore nel tuo amore è. E’ l’amico è Una persona schietta come te Che non fa prediche E non ti giudica Fra lui e te divisa in Due la stessa anima Perché lui sa L’amico sa Il gusto amaro della verità Ma sa nasconderla e per difenderti Un vero amico anche bugiardo è. E’ l’amico è Il più deciso della compagnia E ti convincerà a non arrenderti Anche le volte Che rincorri l’impossibile Perché lui ha L’amico ha Il saper vivere che manca a te Ti spinge a correre Ti lascia vincere Perché un amico punto e basta è. L’amico è … E’ l’amico è Uno che ha molta gelosia di te Per ogni tua pazzia Ne fa una malattia Tanto che a volte ti vien voglia Di mandarlo via Però lui no L’amico no Per niente al mondo io lo perderò Litigheremo sì E lo sa lui perché Eppure il mio migliore amico è. L’amico è …
  • 72. Ecco i nostri nomi e il nostro indirizzo Mario Agus Federica Cara Alessio Contu Lilli Beth Dacome Andrea Fanni Michele Fontoni Ling Ling Huang Marco Mallica Andrea Manca Veronica Manca Claudia Masala Relito Mendoza Claudia Piredda Teresa Piredda Marco Francesco Sanna Scuola primaria “A. Riva” Piazza GaribaldiO9124 – Cagliari Tel. O70/669196