monitoraggio delle principali variabili economiche: come stiamo andando ? qui sono raccolti e aggiornati i principali indicatori economici fonte Istat, Ocse, Bce, Bankitalia...
Principali variabili economiche da monitorare r2.pptx
1.
LE
PRINCIPALI
VARIABILI
ECONOMICHE
E
SOCIALI
da
MONITORARE
nel
2015
i
da;
delle
tavole
verranno
aggiornate
con
la
frequenza
legata
della
disponibilità
dei
da;
stessi
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
1
agg.
seLembre
2015
da
pag.
44
e
seg.
R2
2. indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
2
Perché
e
a
quale
scopo
individuare
e
raccogliere
i
principali
indicatori
economici
del
nostro
paese?
Il
mo2vo
è
molto
semplice
e
banale:
negli
ul;mi
anni
,
complice
il
web,
sono
resi
disponibili
volumi
incredibili
di
da2
prima
consultabili
solo
in
forma
cartacea
e
solo
dopo
mesi
e
mesi
dalla
loro
pubblicazione
o
messa
a
disposizione;
Oggi
sono
disponibili
immediatamente
siamo
inonda;
e
affoghiamo
..
nei
numeri.
Da;
e
numeri
sempre
più
ar;cola;,
seziona;
,
deLaglia;
…
ma
vi
è
il
rischio
di
non
capire
più
come
stanno
le
cose
proprio
per
un
eccesso
di
informazione
quan2ta2va
e
numerica.
Si
rischia
di
perdere
la
dimensione-‐evoluzione
temporale
del
dato,
gli
obieZvi
da
raggiungere
rendendo
difficile
la
misura
dello
scostamento
(
gli
obie)vi
defini.
li
s.amo
raggiungendo?)
e
l’interdipendenza
dei
fenomeni
;
mancando
l’evidenza
di
queste
tre
viste
è
anche
difficile
poter
farsi
una
idea
di
come
si
sta
procedendo
e
se
le
informazioni
che
ci
vengono
fornite
ci
convincono
o
no;
Sembra
paradossale
ma
l’eccessiva
informazione
e
la
frammentazione
non
ci
aiutano.
Un
esempio
sono
i
dibaZ;
giornalieri
nei
talk-‐show,
un
giramento
di
testa
,
senza
senza
aver
chiaro
da
dove
si
parte
e
dove
si
deve
arrivare
e
di
conseguenza
“
massima
confusione
“.
Questo
documento
quindi
vuole
rispondere
a
queste
esigenze:
1.
avere
in
un
report
i
principali
indicatori
a
portata
di
mano
e
in
qualsiasi
momento
poterli
consultare
e
vederli
tuZ
insieme;
2.
i
da2
sono
colloca2
in
un
arco
temperale
(in
funzione
anche
della
disponibilità
del
dato
)
consentendo
quindi
di
misurare
gli
scostamen2
e
di
capire
se
nel
tempo
ques;
valori
migliorano
o
peggiorano;
3. aggiornare
con
frequenza
i
da;
u;lizzando
sempre
e
solo
fon;
ufficiali
.
4. in
questo
modo
ognuno
può
farsi
una
idea
e
2rare
le
proprie
conclusioni.
3. CONDIZIONI
DI
PARTENZA
aggiornamento
a
giugno
2015
Condizioni
favorevoli:
Caduta
del
prezzo
petrolio
e
cambio
euro
dollaro
favorevole;
commercio
mondiale
cresce;
cresce
clima
di
fiducia,
cresce
il
faRurato
estero;
gli
interessi
sul
debito
diminuiscono
Condizioni
non
favorevoli:
L’occupazione
non
cresce
e
la
disoccupazione
cresce
in
par;colare
quella
giovanile;
indice
della
produzione
-‐10%
sul
2010
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
3
4. indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
4
CONDIZIONI
DI
PARTENZA
2
aggiornamento
a
giugno
2015
5. CONDIZIONI
DI
PARTENZA
3
Euro
e
prezzo
del
petrolio
non
influenzeranno
solamente
le
prospeZve
di
domanda,
ma
avranno
un
impaLo
significa;vo
anche
sui
con;
delle
imprese
italiane.
Si
s;ma
che
con
un
petrolio
a
50$
nella
media
del
2015
(e
un
cambio
dollaro/euro
a
1.10)
i
cos2
opera2vi
delle
imprese
manifaLuriere
italiane
potrebbero
evidenziare
una
flessione
nell’ordine
del
2%
(un
risparmio
di
oltre
16
miliardi
di
euro).
–
FONTE
PROMETEIA
2014
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
5
6. Ocse
prevede
per
Italia
una
crescita
del
Pil
dello
0,6%
per
il
2015
e
s2ma
per
il
2016
un
+1,3%.
Nell’Eurozona
l'Ocse
prevede
una
crescita
per
il
2015
dell'1,4%
e
per
il
2016
del
2%.
Italia
cresce
di
meno
degli
altri
paesi
1. Il
DEF
prevede
una
crescita
del
+0,7%
per
il
2015
e
+
1,4%
per
il
2016,
migliora;vo
rispeLo
all’Ocse.
2. Contribuiscono
alla
crescita:
ü
i
consumi
priva.
(
domanda
interna
??
)
ü la
ripresa
degli
inves.mentI
??
;
ü poco
le
esportazioni.
ü La
contrazione
della
spesa
della
PA
PIL
probabilità
Miglioramento?
BASSO
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
6
7. PIL
aggiornamento
maggio
2015
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
7
Le
principali
variazioni
su
I
Trim
2014:
§ Domanda
interna
+0,2
%
§ Consumi
finali
-‐0,1
%
§
inves;men;
fissi
+0,4
%
§ Pil
+0,1%
Andamento
degli
altri
paesi
su
I
Trim
2014:
§ Usa
+
3%
§ Francia
+
0,7%
§ Germania
+
1%
§ UK
+
2,4%
§ Eu
+1%
§ Italia
+
0,1%
Valore
aggiunto
per
seLore
su
I
Trim
2014:
§ Industria
-‐0,4%
§ Servizi
+
0,1%
§ Agricoltura
+
0,2%
§ Costruzioni
-‐1,6%
8. OCCUPAZIONE
aggiornamento
maggio
2015
maggio
2015
vs
marzo
2014:
(
Istat
maggio
2015
)
ü Gli
occupa2
maggio
015/marz
014
sono
diminui2
di
-‐26.000
unità
(
22.330
.000
a
22.356..000);
ü
da
gennaio
2015
+
10.000
unità
ü Il
tasso
di
occupazione
è
al
55,9%
ü I
disoccupa2
sono
diminui;
di
-‐
91.000
unità
con
una
incidenza
del
12,4%
ü
gli
inabvi
sono
diminui2
di
228.000
unità,
con
una
incidenza
del
36,0%;
I
MOVIMENTI
OCCUPAZIONALI
SONO
ALTALENANTI
:
IL
TASSO
DI
OCCUPAZIONE
MIGLIORA/
PEGGIORA
DI
QUALCHE
0,
MA
SINCERAMENTE
L’EFFETTO
RIPRESA
NON
SI
VEDE
Previsioni
DEF
2015
ü
il
tasso
di
occupazione
(
occupa.
/
popolazione
a)va
(15-‐64
anni
)
previsto
al
2019
è
del
57%
con
una
crescita
sul
2015
del
1,5%
(
passa
dal
55,5%
al
57%
);
ü
in
valori
assolu;
questo
significa
che
la
nuova
occupazione
generata
dalla
crescita
al
2019
sarà
di
circa
600.000
unità
,
con
una
ar;colazione
per
anno
come
da
tabella,
mediamente
120.000
per
ciascun
anno;
ü Il
DEF
in
sintesi
ha
una
previsione
molto
prudente
e
pare
incongruente
con
le
dichiarazioni
poli;che
e
media;che
di
ques;
mesi;
ü Si
spera
,
vis;
gli
incen;vi
previs;
dalla
legge
di
stabilità
,
che
almeno
si
riduca
la
precarietà
privilegiando
il
contraRo
a
tutele
crescen2
a
tempo
Indeterminato
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
8
ANDAMENTO
DEGLI
OCCUPATI,
DISOCCUPATI
ED
INATTIVI
VALORI
ASS0LUTI
000
fonte
Istat
maggio
15
OCCUPATI
tasso
di
occupaz
DISOCCUPATI
INATTIVI
mag-‐15
22.330
55,9
3157
14.050
apr-‐15
22.420
56,1
3.161
13.984
mar-‐15
22.195
55,5
3.302
14.072
febbraio
22.270
55,7
3.240
14.079
gennaio
22.320
55,8
3.221
14.062
mag-‐14
22.360
55,5
3.222
14.317
mar-‐14
22.356
55,6
3.248
14.278
9. OCCUPAZIONE
aggiornamento
aprile
2015
MAGGIO
2015
vs
MAGGIO
.2014
1. MAGGIO
2015:
il
saldo
tra
aZva;
-‐
cessa;
è
posi2vo
di
178.176
unità
ma
inferiore
di
oltre
32.000
unità
sul
mese
precedente
2.
il
saldo
mag
2015
vs
mag
2014
tra
cessa2
e
abva2
è
modesto
11.896
.
3.
la
distribuzione
in
%
dei
contraZ:
• TI:
da
14,7%
a
19,7%
• TD:
da
67.9%
a
66.5%
• Altri:
da
17,4%
a
113,8%
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
9
MAG.2015
VS
MAG.2014
TOTALE
CONTRATTI
ATTIVATI
E
CESSATI
fonte
ministero
del
lavoro
SISCO
MAGGIO
2015
valori
assolu;
contrab
mag-‐15
mag-‐14
apr.2015
apr.2014
saldo
mag
ATTIVATI
780.351
738.242
756.926
717.955
42.109
CESSATI
602.175
571.962
546.382
514.646
30.213
SALDO
178.176
166.280
210.544
203.309
11.896
AVVIATI
CON
CONTRATTI
A
TI
2015
contatore
AVVIATI
di
cui
incen2v
senza
incent
GEN-‐MAR
470.782
289.807
180.975
APRILE
171.515
137.887
33.628
MAGGIO
153.633
ND
ND
TOTALE
2015
795.930
427.694
214.603
fonte
INPS
e
Ministero
del
lavoro
elaborazione
MAG.
2015
MAG.2015
VS
MAG
2014
ATTIVATI
E
CESSATI
a
tempo
indeterminato
fonte
ministero
del
lavoro
SISCO
MAG
2015
valori
assolu;
contrab
mag-‐15
mag-‐14
apr.2015
apr.2014
saldo
mag
ATTIVATI
153.633
108.434
171.515
112.839
45.199
CESSATI
152.023
125.575
122.979
118.856
26.448
SALDO
1.610
-‐17.141
48.536
-‐6.017
18.751
apr
54.553
1. mag
2015vs
mag2014
ha
un
saldo
posi2vo
di
18.751
sui
contrab
a
TI;
era
però
di
54.553
ad
aprile
15;
2. gli
avvia2
con
contrab
a
TI
sono
a
maggio
795.930
,
quelli
con
tutele
crescen2
non
si
dispongono
da2
per
il
mese
di
maggio
15.
10. indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
10
OCCUPAZIONE
aggiornamento
aprile
2015
ANDAMENTO
OCCUPAZIONE
I
TRIM
2015
valori
assolu2
seLori
dipenden;
indipenden;
totale
variaz.su
I°
TRIM
2014
%
agricoltura
360
412
772
6,2
industria
3.908
528
4.436
-‐0,9
costruzioni
822
632
1.454
-‐1,2
servizi
11.531
3.966
15.497
1
TOTALE
16.621
5.538
22.159
0,6
fonte
istat
giugno
2015
Come
si
è
visto
l’occupazione
leggermente
cresce
ma
diverso
è
l’andamento
tra
i
diversi
seLori;
confronto
con
il
1°
trim
2014:
1. I
dipenden;
rappresentano
il
75%
degli
occupa;
e
gli
indipenden;
il
25%;
e
nel
trimestre
di
riferimento
sono
rispeZvamente
cresciu;
rispeZvamente
del
0,7%
e
del
0,5%.
2. Agricoltura:
+6,2%
ma
7,4%
gli
indipenden.;
3. Industria
-‐0,9%
ma
-‐5,1%
gli
indipenden.
e
-‐0,3%
i
dipenden.;
4. Costruzioni
-‐1,2%
ma
-‐3,1%
dipenden.
e
-‐1,5%
dipendente;
5. Servizi
+1%
ma
1,1%
dipenden..
11. indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
11
Un
indicatore
indireLo
del
caso
in
esame
è
riportato
nella
fig.
15.1
che
mostra
l’aumento
del
grado
di
stra;ficazione
norma;va
in
Italia
in
materia
di
lavoro
nel
periodo
1996-‐2014.(
banca
Italia
2015)
OCCUPAZIONE
12. PASSIVITA’
E
DEBITI
DELLE
FAMIGLIE
Le
famiglie
italiane
sono
indebitate
per
un
importo
medio
pari
a
19.251
euro.
Un
dato
in
calo
rispeLo
al
2011
e
al
2012
perché,
complice
la
crisi,
si
torna
a
privilegiare
il
risparmio
dopo
la
corsa
ai
pres;;
iniziata
nel
2007:
le
passività
accumulate
con
le
banche
e
gli
is;tu;
credi;zi
ammontano
a
496,5
miliardi
di
euro
(+35,1%
sul
2007).
USA
GIAPPONE
GERMANIA
FRANCIA
REGNO
UNITO
ITALIA
2000
1
1,3
1,16
0,7
1,2
0,5
2005
1,3
1,3
1,08
0,8
1,6
0,7
2009
1,3
1,3
1
1
1,7
0,8
2011
1,2
1,26
0,95
1
1,6
0,8
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1
1,2
1,4
1,6
1,8
valore
in
%
passività
finanziarie
sul
reddito
disponibile
in
%
fonte
Banca
Italia
2013
1.
Italia
ha
una
bassa
esposizione
finanziaria
rispeLo
agli
altri
paesi;
2.
tale
passività
è
composta
al
70%
da
mutui
immobiliari;
3. La
Germania
dal
2000
ha
ridoRo
le
passività
del
–
20%;
4.
gli
altri
paesi
si
sono
comporta2
in
maniera
opposta:
ü la
Francia
ha
incrementato
le
passività
del
+42%,
ü
Regno
Unito
del
+33%
ü l’Italia
del
+60%
ü
Sta.
Uni.
del
+
20%.
probabilità
Miglioramento?
MEDIO
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
12
13. Nel
periodo
marzo
2014
marzo
2015
le
sofferenze
bancarie
sono
aumentate
del
15%
(
+
25
mld
euro)
arrivando
a
sfiorare
i
190
mld;
di
ques;
135
mld
sono
pres;;
non
rimborsa;
dalle
imprese
e
35
mld
riguardano
le
famiglie.
Sempre
nello
stesso
periodo
le
banche
hanno
tagliato
finanziamen2
a
imprese
e
famiglie
per
23
mld
euro
1. Totale
impieghi
bancari
da;
2015
ABI
in
mld
euro
u Dicembre
2012
1.927
u Dicembre
2014
1.820
u Saldo
-‐93
mld
2. Totale
deposi2
bancari
u
dicembre
2012
1.760
u Dicembre
2014
1.701
u Saldo
-‐59
mld
3. Sofferenze
sistema
bancario
u Dicembre
2012
124,9
mld
u Marzo
2015
190
mld
u Saldo
+
65,1
mld
IMPIEGHI
RACCOLTA
E
SOFFERENZE
In
miglioramento
pres;;
per
mutui
+31,2%
e
il
credito
al
consumo
+
10,2%
IMPIEGHI
RACCOLTA
SOFFERENZE
confronto
periodo
impieghi
raccolta
sofferenze
dic-‐12
1.927,8
1.760,1
124,9
dic-‐13
1.853,1
1.728,7
155,9
dic-‐14
1.820,6
1.700,1
181,1
fonte
rapporto
mensile
ABI
gen.2015
va
in
mld
euro
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
13
A
marzo
2015
i
deposi2
delle
aziende
(imprese
non
finanziarie
e
famiglie
produLrici
residen;
in
Italia)
sono
aumenta2
dello
0,9%
rispeRo
al
mese
precedente
aLestandosi
a
254,2
mld
€.
Nel
confronto
annuale
(ossia
con
marzo
2014)
il
dato
registra
un
aumento
del
5,4%.
14. RISPARMIO
1
Nel
2013
la
ricchezza
neLa
delle
famiglie
italiane
era
pari
a
9.615
miliardi
di
euro,
corrisponden;
in
media
a
144.000
euro
pro
capite
e
a
356.000
euro
per
famiglia.
quaRro
volte
il
debito
pubblico
italiano
e
circa
cinque
volte
e
mezzo
il
PIL;
Dal
2010
la
ricchezza
neRa
complessiva
è
diminuita
di
circa
170
mld
di
euro;
Pesa
la
flessione
del
valore
delle
abitazioni,
sceso
di
400
miliardi,
che
è
stato
più
che
compensato
dall’
aumento
della
ricchezza
finanziaria,
avvicinatasi
ai
4
mila
miliardi
La
ricchezza
neLa
mondiale
delle
famiglie
è
s;mata
in
263
mila
miliardi
di
dollari
USA;
La
ricchezza
neLa
delle
famiglie
italiane
è
il
4,8%
della
ricchezza
mondo,
mentre
il
Pil
italiano
rappresenta
solo
il
3%
di
quello
mondiale
e
la
popolazione
lo
0,8%.
La
ricchezza
delle
famiglie
italiane
è
quasi
9
volte
il
reddito
disponibile
superata
solo
di
poco
dalla
Francia
probabilità
Miglioramento?
MEDIO
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
14
16. 1.
il
reddito
disponibile
delle
famiglie
è
aumentato
del
1,4%
sul
corrispondente
trim
2013;
2. Il
potere
di
acquisto
per
la
bassa
inflazione
è
aumentato
del
1,5%
sul
corrispondente
trim
2013;
3.
la
spesa
delle
famiglie
è
aumentata
dello
0,4%
su
trim
2013
4. La
propensione
al
risparmio
è
stata
nel
III
trim
2014
del
10,8%
con
un
incremento
dello
0,9%
sul
corrispondente
trim
del
2013;
5. Nel
dopoguerra
il
tasso
di
risparmio
era
del
20-‐30%
del
reddito
disponibile;
dal
1995
si
è
ridoLo
al
15%
;
negli
anni
della
crisi
al
8-‐9%,
per
risalire
nel
2014
al
10,8%
6. Abi
rileva
che
gli
italiani
hanno
con2nuato
a
risparmiare:
tra
nov
2013
e
nov
2014
i
risparmi
sono
cresciu2
del
3,6%
pari
a
44
mld
euro
RISPARMIO
2
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
16
17. CONSUMI
u Il
clima
di
fiducia
dei
consumatori
è
in
crescita
anche
se
Istat
aprile
2015
rileva
un
leggero
decremento
rispeRo
a
marzo
2015;
u Peggiorano
anche
i
giudizi
sull’aLuale
situazione
economica
del
paese;
u migliora
il
clima
di
fiducia
del
seLore
manifaLuriero
(
orientato
all’export
)
ma
peggiora
dello
sui
servizi
(
più
orientato
al
mercato
interno
)
u Analoga
valutazione
di
prudenza
e
di
aLesa
emerge
dalla
Confcommercio
e
da
Prometeia
apr.2015
;
u
permane
quindi
una
situazione
ancora
determinata
dall’incertezza
probabilità
Miglioramento?
MEDIO
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
17
19. u Mckinsey
evidenzia
in
uno
studio
il
forte
legame
tra
crescita
e
innovazione
nei
vari
paesi
avanza;
ma
l’Italia
è
tra
gli
ul;mi
perché
l’incremento
di
produbvità
faLore
essenziale
per
la
crescita
e
la
compe;;vità
dipende
prevalentemente
dal
tasso
di
capitale
di
innovazione.
u Che
cosa
è
il
capitale
di
innovazione?
È
una
sintesi
tra
persone
+
tecnologie
+
infrastruRure.
A
definire
il
capitale
di
innovazione
sono
3
assi:
1. InvesWmenW
pubblici
e
privaW
nelle
infrastruure
ad
alta
tecnologia
(
es
banda
larga
)
incide
per
il
16%
2. Capitale
di
conoscenza
e
cioè
ricerca,
breve),
soZware,
design,
marke.ng,
innovazione
finanziaria
….
Incide
per
il
60%;
3. Capitale
umano
(
istruzione
universitaria,
formazione,
inves.men.
per
l’organizzazione..)
incide
per
il
24%;
u Mckinsey
ha
applicato
questa
misura
a
16
paesi
analizza;
concludendo
che
per
gli
stessi
il
capitale
di
innovazione
vale
14.000
mld
dollari
e
cioè
il
42%
del
loro
pil;
e
che
dal
1995
al
2007
tale
capitale
ha
registrato
una
crescita
media
del
4,6%;
u Dei
3
;pi
di
capitale
quello
che
rende
di
più
è
il
terzo
il
capitale
umano
con
un
ritorno
del
40%
;
u Quanto
pesa
il
capitale
di
innovazione
nei
vari
paesi
analizza;?
ü Italia
il
25%
del
PIL
ü Germania
il
34%
del
PIL
ü Francia
il
35
%
del
PIL
ü UK
il
51%
del
PIL
ü USA
il
51%
del
PIL
ü
…”Italia
non
investe
sul
suo
futuro…
un
Italia
più
ignorante,
meno
innova;va,
meno
produZva,
meno
compe;;va…”
(
A.Calabrò
per
un
rinascimento
industriale
Aspenia
n.68/2015
)
Capitale
di
innovazione
1
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
19
21. La
crescita
in
italia
e
in
Spagna
è
data
più
dalle
ore
lavorate
che
dalla
produbvità
dei
faRori
produbvi
Capitale
di
innovazione
3
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
21
22. Capitale
di
innovazione
4
probabilità
Miglioramento?
BASSO
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
22
TFP=
produbvità
totale
dei
faRori
produbvi
23. Classifica
internazionale
sulla
compe22vità
IMD
(
World
compe..veness
Center
Losanna
2014
):
1.
Italia
si
colloca
al
46°
posto
(
era
al
44
°
nel
2013
)
2. Germania
al
6°
posto
(
era
al
9°
nel
2013
)
3. UK
al
16°
posto
(
era
al
18°
nel
2013
)
4. Francia
al
27°
posto
(
era
al
28°
nel
2013
)
A
fianco
le
tav.
sul
posizionamento
seRoriale
dell’Italia
per
singoli
faRori
.
Analoghi
risulta;
emergono
dalla
classifica
del
Doing
Business
2015
con
il
seguente
posizionamento:
Italia
56°
Germania
6°
UK
8°
Francia
31°
COMPETITIVITA’
CONFRONTI
INTERNAZIONALI
negli
anni
2010-‐2014
probabilità
Miglioramento?
BASSO
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
23
24. CORRUZIONE
Secondo
l’indice
di
Transparency
Interna;onal
2014
Italia
si
colloca
al
69°
posto
a
livello
mondiale
per
corruzione
con
un
indice
di
43;
i
paesi
concorren;
si
collocano:
Germania
12°
UK
14°
Francia
al
26°
USA
17°
Le
aree
più
esposte
alla
corruzione
sono:
GiusWzia
Dogane
Sanità
UWlity
TribuW
probabilità
Miglioramento?
BASSO
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
24
25. AGENDA
DIGITALE
1
confronto
Approvate,
dal
Consiglio
dei
Ministri
d e l
3
m a r z o
2 0 1 5 ,
Strategia
italiana
per
la
banda
ultralarga
e
la
Strategia
per
la
crescita
digitale
2014-‐2020:
obiebvo,
colmare
il
ritardo
digitale
del
Paese
rispebvamente
sul
fronte
infrastruRurale
e
nei
servizi,
in
coerenza
con
l'Agenda
Digitale
Europea.
l
livello
di
copertura
e
sviluppo
delle
re2
fisse
di
‘nuova
generazione
‘
è
tra
i
più
bassi
in
Europa..
Gli
approfondimen;
e
le
analisi
del
gruppo
di
lavoro
si
sono
concentra;
sugli
inves;men;
in
re;
ultra
broadband,
assumendo
come
riferimento
i
due
obieZvi
dell’Agenda
Digitale
Europea
per
questo
ambito:
copertura
del
100%
della
popolazione
con
servizi
a
30Mbps
e
penetrazione
del
50%
della
popolazione
dei
servizi
a
100Mbps.
“
dal
report
del
commissario
di
governo
per
acuazione
Agenzia
digitale
01/
2014
“
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
25
26. AGENDA
DIGITALE
2
azioni
,inves2men2
strumen2
aRua2vi
il
governo
stanzia
6,5
miliardi
in
cinque
anni
per
la
fibra
obca
E
e
questo
progeRo
si
sta
trasformando
in
una
grande
occasione
per
riaffermare
il
ruolo
statale
nelle
"autostrade
telema;che
strategiche".
Il
governo
avrebbe
anche
individuato
il
soggeLo
per
la
realizzazione
della
infrastruLura
(
l'Enel)
che
possiede
già
una
infrastruLura
esistente
cos;tuita
da
re;
di
;po
aereo
e
cabine
di
distribuzione
in
grado
di
ospitare
cavi
in
fibra
oZca
".
Grazie
ad
una
recente
norma;va
infaZ
il
cavo
della
banda
larga
potrà
essere
"steso"
anche
sui
tralicci
eleLrici
con
la
cosiddeLa
"posa
aerea".
Una
opzione
che
supera
le
difficoltà
degli
scavi
e
ne
comprime
i
cos;.
Entro
maggio,
l'esecu;vo
dovrà
determinare
modalità
e
quan;ficazione
degli
incen;vi
per
costruire
la
nuova
rete.
Nonostante
le
distanze
che
separano
l’
Italia
dagli
altri
paesi
il
progeRo
cosi
impostato
ha
elevate
probabilità
di
essere
realizzato
nei
tempi
stabili2
fondo
per
lo
sviluppo
e
la
coesione
probabilità
Miglioramento?
ALTO
26
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
27. INVESTIMENTI
DIRETTI
ESTERO
IDE
1
1. La
capacità
di
abrare
e
traRenere
gli
inves;men;
esteri
di
imprese
o
di
fondi
di
inves;mento
è
un
indicatore
importante
di
salute
dell’economia
oltre
che
faLore
di
sviluppo
(
occupazione,
innovazione,
reddito,
export…)
2. Negli
ul;mi
anni
l’italia
ha
avuto
una
minor
capacità
di
aLrarre
capitali
dall’estero
rispeLo
a
paesi
simili
per
dimensione
come
Francia,
Germania
,UK;
3. Lo
stock
di
inves2men2
esteri
è
per
l’Italia
il
20%
del
PIL
(
circa
400
mld
$
)
contro
il
48,4%
della
media
EU;
4. L’italia,
secondo
mol;
studiosi,
non
si
trova
svantaggiata
rispeLo
ad
altri
sistemi
produZvi
ma
ha
un
potenziale
aRrabvo
alto
ma
con
bassi
risulta;;
le
Cause
?
tante,
le
più
importan;:
u La
presenza
di
un
capitalismo
familiare
chiuso
,
imprese
di
piccole
dimensioni
con
livelli
di
produZvità
medio
basso;
u
Nella
scelta
degli
inves;tori
esteri
incidono
non
solo
faLori
macroeconomici
del
paese,
ma
anche
la
presenza
di
agglomera2
di
imprese
sul
territorio
e
la
catena
della
fornitura,
il
grado
di
istruzione
della
forza
di
lavoro
,
le
infrastruRure
per
l’accesso
al
territorio,
la
presenza
della
criminalità,
l’
efficienza
della
gius2zia
e
della
PA…
il
sistema
di
procedure
pubbliche
bene
monitorato
da
indagini
internazionali
compara;ve
..
u L’italia
investe
risorse
significa;ve
(
tra
i
300-‐400
mln
euro
anno
e
impiegherebbe
circa
1500
risorse
complessivamente
per
supportare
le
molteplici
strucure
pubbliche
dedicate)
e
di
più
di
quanto
fanno
gli
altri
paesi
ma
con
mol2
meno
risulta2
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
27
28. la
società
Mckinsey
considera
che
per
ogni
10
mld
di
inves2mento
IDE
in
Italia
si
generano
2,5
mld
di
valore
aggiunto
direLo
+
1
mld
di
valore
aggiunto
indireLo
sull’indoLo
con
una
incidenza
sulla
crescita
struRurale
del
PIL
dello
0,23%;
il
quadro
d’insieme:
1. A
livello
mondo
gli
ide
in
entrata
negli
ul;mi
anni
si
sono
ridob
:
§ 2011:
1.700
mld
$
§ 2012:
1.330
mld
$
§ 2013:
1.452
mld
$
2. Conseguentemente
si
sono
ridoZ
anche
gli
Ide
in
uscita
il
cui
valore
in
mld
$
è
quasi
corrispondente
a
quello
degli
ide
in
entrata;
3. Negli
ul;mi
anni
è
profondamente
mutata
anche
la
des2nazione
di
tali
inves2men2:
ü
Economie
sviluppate
ide
in
entrata
riduzione
-‐
30%
passando
dal
93%
degli
anni
90
al
61%
del
2013;
ü Economie
in
sviluppo
sono
passate
dal
7%
al
40%;
4.
gli
IDE
in
entrata
possono
essere
rivol;
a
progeb
di
acquisizione
di
imprese/aZvità
esisten;
o
a
progeZ
su
nuove
inizia2ve
(
greenfield);
Italia
aLrae
prevalentemente
inves2men2
di
sos2tuzione
(
acquisto
aziende
in
difficoltà
,
cambio
proprietà
…)
e
pochi
inves2men2
greenfield
e
pochi
inves2men2
su
abvità
ad
alto
valore
tecnologico;
5. Lo
stock
ide
in
Italia
al
2013
è
di
circa
404
mld
$
,
1,6%
d
mondo,
contro
il
2,8%
della
Spagna,
3,1%
della
Germania,
4,8%
della
Francia
e
il
5,8%
di
UK;
6. I
flussi
(
andamento
anno
in
entrata/uscita
)
sono
molto
modes2
:
entrata
2011:
34
mld/$;
2012
0;
2013
17
mld$
siamo
al
20°
posto
mondo
;
flussi
in
uscita
dall’Italia:
2011
54
mld$;
2012
8
mld$;
2013
32
mld
$
siamo
al
11°
posto
mondo
);
come
si
vede
le
uscite
dall’Italia
sono
quasi
il
doppio
rispeLo
le
entrate.
INVESTIMENTI
DIRETTI
ESTERO
IDE
2
28
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
29. INVESTIMENTI
DIRETTI
ESTERO
IDE
1
1. La
capacità
di
abrare
e
traRenere
gli
inves;men;
esteri
di
imprese
o
di
fondi
di
inves;mento
è
un
indicatore
importante
di
salute
dell’economia
oltre
che
faLore
di
sviluppo
(
occupazione,
innovazione,
reddito,
export…)
2. Negli
ul;mi
anni
l’italia
ha
avuto
una
minor
capacità
di
aLrarre
capitali
dall’estero
rispeLo
a
paesi
simili
per
dimensione
come
Francia,
Germania
,UK;
3. Lo
stock
di
inves2men2
esteri
è
per
l’Italia
il
20%
del
PIL
(
circa
400
mld
$
)
contro
il
48,4%
della
media
EU;
4. L’italia,
secondo
mol;
studiosi,
non
si
trova
svantaggiata
rispeLo
ad
altri
sistemi
produZvi
ma
ha
un
potenziale
aRrabvo
alto
ma
con
bassi
risulta;;
le
Cause
?
tante,
le
più
importan;:
u La
presenza
di
un
capitalismo
familiare
chiuso
,
imprese
di
piccole
dimensioni
con
livelli
di
produZvità
medio
basso;
u
Nella
scelta
degli
inves;tori
esteri
incidono
non
solo
faLori
macroeconomici
del
paese,
ma
anche
la
presenza
di
agglomera2
di
imprese
sul
territorio
e
la
catena
della
fornitura,
il
grado
di
istruzione
della
forza
di
lavoro
,
le
infrastruRure
per
l’accesso
al
territorio,
la
presenza
della
criminalità,
l’
efficienza
della
gius2zia
e
della
PA…
il
sistema
di
procedure
pubbliche
bene
monitorato
da
indagini
internazionali
compara;ve
..
u L’italia
investe
risorse
significa;ve
(
tra
i
300-‐400
mln
euro
anno
e
impiegherebbe
circa
1500
risorse
complessivamente
per
supportare
le
molteplici
strucure
pubbliche
dedicate)
e
di
più
di
quanto
fanno
gli
altri
paesi
ma
con
mol2
meno
risulta2
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
29
30. Nel
periodo
febbraio
2014-‐2015
gli
inves;men;
direZ
hanno
registrato
acquisizioni
neLe
di
aZvità
sull’estero
per
14,8
miliardi.
INVESTIMENTI
DIRETTI
ESTERO
IDE
3
probabilità
Miglioramento?
BASSO
Quindi
Italia
aLrae:
Pochi
inves2men2
,
prevalentemente
per
acquisizioni
di
abvità
esisten2,
a
basso
contenuto
tecnologico,
pochi
nel
seRore
industriale
e
molto
nel
commercio
e
distribuzione
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
30
31. EXPORT
ANDAMENTO
IMPORT
EXPORT
gen-‐feb
2015
fonte
istat
ESPORTAZIONI
IMPORTAZIONI
SALDO
GEN-‐FEB
2015
67.620
59.130
8.490
valori
in
mld
euro
distribuzione
export-‐
import
per
gruppo
paese
gen-‐feb
2015
esportazione
importazione
saldo
paesi
EU
54,7
57,1
-‐2,4
paesi
extra
EU
45,3
42,9
2,4
totale
100
100
fonte
Istat
1. nei
mesi
di
gennaio
–febbraio
2015
il
saldo
commerciale
è
posi2vo
per
circa
8,5
mld;
2.
tale
saldo
si
deve
principalmente
all’
incremento
dell’export
nei
paesi
extra
EU;
mentre
nei
paesi
EU
l’italia
importa
più
di
quanto
esporta.
interscambio
commerciale
italia
e
saldi
valori
in
mld
euro
2004
2007
2010
2013
2014
export
284,4
364,7
337,4
390,2
397,9
import
285,6
373,3
367,4
361
355,1
saldo
-‐1,2
-‐8,6
-‐30,0
29,2
42,8
ministero
mise
su
da;
Istat
2014
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
31
32. 32
INTERSCAMBIO
COMMERCIALE
PER
ATTIVITA'
ECONOMICA
VALORI
IN
MILIARDI
EURO
fonte
ICE
2014
TIPOLOGIA
EXPORT
IMPORT
SALDO
2012
2013
2012
2013
2012
2013
PRODOTTI
AGRICOLI
5,8
5,9
12,3
12,6
-‐6,5
-‐6,7
ESTRAZIONE
MINERALI
1,4
1,2
74,2
59,3
-‐72,8
-‐58,1
MANIFATTURA
373,6
373,5
280,8
275,3
92,8
98,2
TOTALE
390,2
389,8
380,3
359,5
9,9
30,3
INTERSCAMBIO
COMMERCIALE
MONDO
VALORI
IN
MILIARDI
EURO
fonte
ICE
2014
TIPOLOGIA
EXPORT
IMPORT
SALDO
2012
2013
2012
2013
2012
2013
BENI
DI
CONSUMO
114,3
121
97,3
98
17
22,8
BENI
STRUMENTALI
123,3
125,9
75
73
48,3
52,9
PRODOTTI
INTERMEDI
131
126
123,3
116,9
7,7
9,1
ENERGIA
21,5
17
84,6
71,5
-‐63,1
-‐54,5
TOTALE
390,2
389,8
380,3
359,5
9,9
30,3
1. Export
complessivo
2013
è
di
389,9
mld
di
euro;
2.
la
manifaRura
esporta
373,5
mld
pari
al
96%
del
totale;
3. La
bilancia
commerciale
del
paese
è
posi2va
di
30,3
mld€
scontando
il
saldo
nega;vo
prodoLo
dagli
altri
seLori;
4. La
bilancia
commerciale
della
manifaLura
è
posi2va
e
si
avvicina
ai
100
mld€
5. per
tuZ
gli
altri
macroseLori
la
bilancia
commerciale
è
di
segno
nega2vo
,
tranne
che
per
la
manifaLura;
6. I
beni
strumentali
e
quelli
di
consumo
rappresentano
i
2/3
del
nostro
export
manifaLuriero.
7. Il
seRore
servizi
e
terziario
è
complessivamente
orientato
al
mercato
domes2co;
una
quota
per
10/20%
è
incorporata
nell’export
della
manifaRura
EXPORT
1
manifaRura
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
33. Bilancio
dello
stato
ANDAMENTO
DEL
DEBITO
ULTIMI
ANNI
mld
€
fonte
Mef
2015
anno
Debito
PIL
%
sul
PIL
crescita
anno
debito
totale
progressivo
2005
1.512.779
1.429.479
105,8
2006
1.582.009
1.485.377
106,5
69.230
69.230
2007
1.602.115
1.546.177
103,6
20.106
89.336
2008
1.666.603
1.567.761
106,3
64.488
153.824
2009
1.763.864
1.519.702
116,1
97.261
251.085
2010
1.843.015
1.548.816
119,0
79.151
330.236
2011
1.907.479
1.638.857
116,4
64.464
394.700
2012
1.988.363
1.615.131
123,1
80.884
475.584
2013
2.068.722
1.609.462
128,5
80.359
555.943
2014
2.134.920
1.616.048
132,1
66.198
622.141
Il
debito
non
si
è
fermato:
Gennaio
2015:
2.165,9
mld
€
Maggio
2015
:
2.236,7
mld
€
Mediamente
il
debito
cresce
tra
i
5-‐6
mld
al
mese.
1. Dal
2005
al
2014
il
debito
è
cresciuto
di
622,1
mld
€;
2. gli
interessi
paga2
sul
debito
dal
1980
ammontano
ad
oltre
3.200
miliardi
di
€
3. Mef
nel
documento
di
economia
e
finanza
(
Def
)
prevede
per
il
periodo
2015-‐2019
una
spesa
per
gli
interessi
sul
debito
di
420,1
mld
,
in
riduzione
per
effeLo
della
caduta
dei
tassi
di
interessi
risparmiando
complessivamente
circa
7,5
mld
nel
periodo.
interessi
sul
debito
anno
valore
in
mld
€
2014
75,1
2015
69,3
2016
71,2
2017
69,2
2018
68,2
2019
67,6
totale
420,6
fonte
MEF
documento
Def
2015
Cresce
il
debito,
non
si
riduce
la
spesa
pubblica,
si
riduce
di
7,5
mld
il
costo
interessi
sul
debito
,
aumenta
l’avanzo
primario
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
33
34. La
spesa
pubblica
nei
prossimi
anni
è
prevista
in
crescita
per
un
complessivo
+
4,6%
e
in
termini
di
valore
di
+
37,8
mld
€;
la
prevista
crescita
della
spesa
pubblica
è
determinata
da:
1. Incremento
delle
spese
corren2
per
44,7
mld
€
(
personale
,
spese
di
funzionamento
…)
di
cui:
ü Pensioni
:
+
27
mld
ü Reddi.
da
lavoro
+
2,5
mld
ü Consumi
intermedi
+
2,9
mld
2. Incremento
degli
inves2mento
per
complessivi
0,8
mld
€
3. Riduzione
degli
interessi
passivi
per
minor
costo
sul
debito
per
-‐7,6
mld
€
4. La
spesa
pubblica
sul
PIL
passa
dal
51,1%
al
47%
del
2019,
RIDUZIONE
QUINDI
;
questa
operazione
avviene
solo
per
effeLo
della
crescita
del
PIL
e
non
per
riduzione
delle
SPESE
Corren2
che
crescono
di
44,7
mld
e
parzialmente
compensate
dalla
riduzione
degli
interessi
passivi
sul
debito
di
-‐
7,6
mld.
ANDAMENTO
DELLA
SPESA
2015-‐2015
IN
MLD
€
DEF
2015
tab
II.2.1
cons.
2014
2015
2016
2017
2018
2019
var
2919/2014
totale
uscite
826,3
827,1
843,2
844,6
854,4
864,1
37,8
di
cui
spese
corren2
692,3
697,6
707,2
715,4
725,8
737
44,7
di
cui
pensioni
256,9
259,5
262,5
269,3
277
283,9
27
consumi
intermedi
134
129,1
131,2
133,2
134,3
136,9
2,9
s.pendi
163,8
164,7
166,5
165,7
165,7
166,3
2,5
interessi
passivi
75,2
69,4
71,2
69,2
68,2
67,6
-‐7,6
inves2men2
58,7
60,2
63,7
59,9
60,4
59,5
0,8
PIL
1.616
1.638
1.687
1.738
1.788
1.840
224
uscite/pil
51,1
50,5
50,0
48,6
47,8
47,0
Bilancio
dello
stato
1
La
spending
review??
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
34
35. Bilancio
dello
stato
2
ANDAMENTO
DELLE
ENTRATE
2015-‐2015
IN
MLD
€
DEF
2015
tab
II.2.1
cons.
2014
2015
2016
2017
2018
2019
var
2919/2014
totale
entrate
777,2
785,9
818,7
840,8
863,2
881,2
104
di
cui
tributarie
485,8
496,5
525,8
542,8
554,3
565,3
79,5
di
cui
imposte
direce
237,5
247,3
258,6
263,3
266,7
271,8
34,3
imposte
indirece
247
247,3
266,1
278,5
286,6
292,5
45,5
contribu2
sociali
216,4
216
218,2
223,3
232,9
238,4
22
altre
74,9
73,4
74,6
74,7
76
77,5
2,6
Le
entrate
nei
prossimi
anni
sono
previste
in
crescita
del
13,4
%
e
in
termini
di
valore
di
+
104
mld
€;
la
prevista
crescita
delle
entrate
è
determinata
da:
1. Entrate
tributarie
per
79,5
mld
€
di
cui:
ü direce
:
+
34,3
mld
ü Indirece
+
45,5
mld
2. Contribu2
sociali
+
22
mld
3. la
pressione
fiscale
rimane
sempre
sopra
il
43,5%
del
2014
e
nel
periodo
cresce
del
+0,7%
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
35
36. Bilancio
dello
stato
3
Altri
indicatori
sono
da;
da
:
1. Andamento
della
pressione
fiscale
2. Saldo
primario
3.
indebitamento
sul
pil
SALDO
PRIMARIO
2015-‐2015
IN
MLD
€
DEF
2015
tab
II.2.1
cons.
2014
2015
2016
2017
2018
2019
SALDO
PRIMARIO
26,1
28,2
47,7
65,6
77
84,7
INDEBITAMENTO
NETTO
2015-‐2015
IN
MLD
€
DEF
2015
tab
II.2.1
cons.
2014
2015
2016
2017
2018
2019
INDEBITAMENTO
NETTO
-‐49,1
-‐41,2
-‐23,5
-‐3,8
8,8
17,1
indebitamento/Pil
-‐3
-‐2,5
-‐1,4
-‐0,2
0,5
0,9
PRESSIONE
FISCALE
2015-‐2015
in
%
DEF
2015
tab
II.2.1
cons.
2014
2015
2016
2017
2018
2019
pressione
fiscale
%
43,5
43,5
44,1
44,1
44
43,7
1. Il
saldo
primario
è
dato
dalla
differenza
tra
Entrate
ed
Uscite
al
neRo
degli
interessi
sul
debito
e
il
saldo
primario
degli
ul;mi
anni
è
sempre
stato
posi2vo.
2. Complessivamente
nel
periodo
2015-‐2019
il
saldo
primario
è
di
303,2
mld
contro
una
spesa
per
interessi
sul
debito
di
-‐345,5
mld
;
3. in
altre
parole
la
buona
ges;one
della
spesa
e
delle
entrate
nel
periodo
quasi
compensa
il
costo
degli
interessi
paga;
4.
1. Indebitamento
neRo
è
la
differenza
tra
Entrate
ed
Uscite
compresi
quindi
gli
interessi
sul
debito
esclusi
nel
saldo
primario
;
il
pareggio
di
bilancio
è
previsto
a
par2re
dal
2018
con
un
+
8,8
mld;
2. Esso
si
riduce
diminuendo
il
debito,
gli
interessi
sul
debito,
tagliando
la
spesa
3. La
copertura
dell’indebitamento
avviene
aLraverso
l’incremento
del
debito
pubblico
4. L’indicatore
dell’indebitamento
sul
PIL
rientra
tra
le
principali
grandezze
di
riferimento
per
le
poli;che
di
convergenza
EU;
La
pressione
fiscale
è
prevista
in
crescita
fino
a
tuRo
il
2019
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
36
37. Evasione
fiscale
s2ma
evasione
Bankitalia
s;ma
nel
periodo
2005-‐2008
che
l’evasione
sia
pari
al
27,4%
del
PIL
con
la
seguente
ar;colazione:
• 16,5%
sul
PIL
dell’economia
sommersa
• 10,9%
sul
PIL
economia
illegale
In
sintesi
per
Istat
l’evasione
(
definita
a)vità
economica
non
osservata)
è
di
circa
270
mld
di
euro;
Per
Bankitalia
(
a)vità
economica
non
osservata
+
a)vità
illegale
)
la
s;ma
si
avvicina
a
430
mld
di
euro;
il
Governo
nel
rapporto
2014
citato,
quan;fica
le
imposte
evase
in
91mld
di
cui:
• 40
mld
da
evasione
iva;
• 44
mld
da
evasione
di
imposte
sul
reddito;
•
7
mld
da
evasione
Irap
Quanto
vale
l’evasione
fiscale?
Nel
documento
“
la
strategia
di
contrasto
all’evasione
fiscale
report
2014
“
prodoLo
dal
Ministero
dell’Economia
nelle
prime
pagine
si
afferma
:
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
37
38. Evasione
fiscale
s2ma
evasione
1
a
fronte
di
90/
100
mld
di
euro
di
imposte
evase
quali
sono
i
risulta2
di
incasso
negli
ul;mi
anni?
Gli
incassi
effeRua2
negli
ul2mi
anni
sono
modes;
,
mediamente
non
superano
il
10%,
anche
se
dal
2011
vi
è
stato
un
recupero
quasi
raddoppiato
rispeLo
al
2006-‐2007.
1. Per
il
2015
viene
previsto
un
recupero
di
imposte
evase
per
10,3
mld
euro,
4
mld
in
meno
rispeLo
al
2014.
2. Per
contrastare
l’evasione
Iva
si
sono
introdoLe
2
norme
lo
split
payment
e
reverse
charge
che
consentono
allo
Stato
di
non
versare
ai
propri
fornitori
l’IVA
dovuta
in
quanto
questa
viene
direLamente
versata
dallo
stato
stesso
all’erario
e
non
al
fornitore
(
è
aperto
un
contenzioso
con
la
EU
)
3.
la
macchina
amministra;va
e
opera;va
dedicata
ha
effeLuato
nel
2013
oltre
700.000
controlli.
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
38
39. 39
1.
Complessivamente
negli
ul;mi
30
anni
la
quota
di
faRurato
realizzata
da
prodob
HTECH
è
rimasta
stabile
anche
se
con
importan;
variazioni
per
seLori;
2.
nel
seRore
macchinari
e
componen2
eleRriche
tale
quota
si
è
incrementata
del
+
7%
passando
dal
30%
al
37%.
3. Gli
altri
seLori
hanno
mantenuto
le
posizioni
,tranne
la
MODA
(
tessile,abbigliamento,
pelli..)
che
è
diminuita
del
7%.
Ricerca
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
40. 40
1. MEDIE
IMPRESE
:
il
71%
del
faRurato
e
il
62%
dell’export
riguardano
prodoZ
a
medio-‐bassa
tecnologia;
2. GRANDI
GRUPPI
:
quasi
il
70
%
del
faRurato
IL
74%
dell’export
riguardano
prodob
a
medio
–alta
tecnologia.
AUSTRIA
BELGIO
DANIMARCA
FINLANDIA
GERMANIA
ITALIA
SPAGNA
REGNO
UNITO
manifaLura
6,8
6,2
7
9,7
7,4
2,3
2,4
4,2
servizi
2
1,5
2,1
2,9
2
0,6
0,8
1,3
0
1,5
3
4,5
6
7,5
9
10,5
%
Inves2men2
in
R&S
per
seRore
e
paese
in
%
sul
Valore
Aggiunto
fonte
OECD
2010
1. Italia
si
colloca
agli
ul2mi
pos2
per
inves2men2
in
R&S;
2. Imprese
con
almeno
10
addeb
e
che
hanno
svolto
aZvità
di
R&S
sono:
il
31%
in
Germania,
il
22%
in
Francia,
il
17%
in
Italia,
l’11%
in
Spagna;
3. I
seLori
più
innova2vi
il
manifaRuriero
;
4. In
tub
gli
altri
seRori
ad
ecc.
dei
servizi
all’impresa
e
del
seLore
informa;co
la
propensione
alla
innovazione
è
molto
bassa.
RICERCA
2
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
41. 41
1.
L’
Italia
investe
poco
nella
ricerca;
meno
della
metà
di
quanto
investe
la
Germania;
2. Il
seRore
privato
investe
poco
,
0,5%
del
PIL;
1/3
di
quanto
investe
la
Germania:
Perché
inves2amo
poco?
1. Frammentazione
sistema
produbvo:le
piccole
e
piccolissime
imprese
rappresentano
il
99
%
(
dimensione
media
del
manifacuriero
9
adde)
);
2. StruRure
organizza2ve
e
manageriali
resisten;
all’innovazione;
3. Carenza
di
capitale
umano
(
scarso
assorbimento
di
risorse
laureate
e
specializzate
);
4. Carenza
di
risorse
finanziarie
(
la
ricerca
costa
);
5. Insufficienza
di
struRure
di
aiuto
e
di
supporto
alle
imprese
nel
guidarle
verso
il
mercato
internazionale;
6.
risorse
pubbliche
modeste
rispeLo
agli
altri
paesi
e
con
risulta;
modes;;
7. Scarso
contributo
dell’Università
e
degli
is;tu;
di
ricerca
pubblici
(
mancata
cooperazione
);
RICERCA
3
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
43. indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
43
Conclusioni
i
da;
verranno
aggiorna;
non
appena
disponibili
con
la
finalità
di
evidenziare
i
miglioramen2
oppure
registrare
nega2vità.
cruciale
è
la
carenza
di
risorse
economiche
disponibili
per
supportare
la
crescita
del
paese;
solo
a
2tolo
di
“
appunto
”
si
vogliono
ricordare
le
aree
sulle
quali
intervenire
e
dalle
quali
possono
venire
importan;
risorse
economiche;
aree
queste
di
prevalente
competenza
dello
Stato:
ü interessi
sul
debito
pubblico
:
tra
i
60-‐80
mld
/anno
ü riduzione
della
spesa
pubblica
:
circa
40-‐50
mld
s;ma;
dal
ex
commissario
CoLarelli;
ü
imposte
evase
:
circa
90-‐100
mld
anno
ü
pensioni
e
stato
sociale
:
circa
30
mld
di
passività
ü evasione
contribu2va:
16-‐20
mld
anno
ü economia
sommersa:
circa
3
mln
di
unità
solo
per
citare
le
le
“
aree
più
cri;che
e
significa;ve
“
esiste
quindi
una
miniera
d’oro
che
vale
come
minimo
tra
i
250-‐300
mld
di
euro
dalla
quale
l’Italia
può
trarre
le
risorse
necessarie
per
finanziare
il
proprio
futuro:
(
recuperare
un20-‐
30%
nei
prossimi
anni
è
cosi
impossibile
?
)
significa
solo
liberare
60-‐
100
mld
di
euro
per
….
u la
scuola
u la
ricerca
u le
infrastruRure
u le
imprese
produbve
u riduzione
della
tassazione
con
questo
report
si
vuole
documentare
e
tenere
soRo
controllo
se
i
fab,
le
azioni
e
i
risulta2
prevarranno
sulle
chiacchere!
44. indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
44
AGGIORNAMENTO
seRembre
2015
R2
pochi
i
commen2
perché
i
da2
già
dicono
tuRo
.
45. indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
45
corriere
della
sera
28
luglio2015
Bce:
l’Italia
cresce
meno
della
media
Ue
da
quando
c’è
l’euro
sole
24
ore
30
luglio
Tra
i
paesi
ad
alto
reddito
l'Italia
ha
registrato
una
crescita
inferiore
alla
media
dell'area
dell'euro
quasi
per
l'intero
periodo
generando
un'aumentata
divergenza».
Messo
in
altri
termini,
«l'Italia,
inizialmente
un
paese
a
piu'
alto
reddito,
ha
registrato
i
risulta2
peggiori
e
questo
suggerisce
una
divergenza
sostanziale
rispeLo
al
gruppo
con
reddi;
eleva;».
Il
Sole
24
Ore
-‐
leggi
su
hLp://24o.it/‚V0nU
46. indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
46
1.
istat
ha
introdoLo
una
analisi
chiamata
“
nastro
congiuntura
“
sui
principali
indicatori
economici
aggiorna;
ogni
mese.
2. oZma
inizia;va
che
offre
un
quadro
immediato
di
come
sta
andando
l’economia
del
paese.
3. in
rosso
sono
evidenzia;
i
cambiamen2
nega2vi
rispeLo
al
mese
precedente;
il
quadro
che
emerge
dalla
slide
che
segue
è
un
po
“
deprimente”;
4. è
un
po
difficile
partecipare
alla
“festosa
esuberanza
della
ripresa”
con
il
50%
dei
numeri
in
rosso!!!
5. nelle
slide
successive
su
alcuni
indicatori
viene
sempre
da
Istat
evidenziata
una
analisi
su
un
periodo
temporale
più
ampio
per
offrire
una
“
vista
”
che
consenta
di
avere
modo
di
verificare
come
siamo
oggi
rispeRo
al
prima
della
crisi
e
sopraRuRo
quanta
strada
abbiamo
faRo
e
quanto
siamo
riusci2
a
mantenere
gli
impegni
e
quando
dobbiamo
ancora
fare
per
riportarsi
al
prima
della
crisi.
48. indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
48
AGGIORNAMENTO
A
LUGLIO
2015
INVESTIMENTI
in
7
anni
gli
inves;men;
sono
diminui;
di
110
mld,
il
30%
in
meno;
il
seLore
maggiormente
colpito
è
quello
delle
costruzioni
con
-‐70
mld,
seguito
da
impian;
e
macchinari
e
mezzi
di
trasporto
per
complessivi
–
36
mld
49. indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
49
AGGIORNAMENTO
A
LUGLIO
2015
INVESTIMENTI
50. clima
di
fiducia
• recupero
industria
e
consumatori;
•
servizi
e
commercio;
•
costruzioni
soRo
di
10
pun2
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
50
52. faRurato
industria
• il
tot
faRurato
è
-‐15
pun2
sul
2008
•
ha
recuperato
sull’export;
• mercato
interno
-‐
20
pun2
sul
2008
faRurato
servizi
• -‐20
pun2
sul
2008
•
i
servizi
operano
prevalentemente
sul
mercato
interno
che
è
ancora
fermo.
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
52
53. produzione
-‐
30
pun2
sul
2008
ordina2vi
•
è
ripreso
il
mercato
estero
che
ha
quasi
raggiunto
l’indice
del
2008;
• il
mercato
interno
è
debole
ed
è
-‐30
pun2
sul
2008
indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
53
54. indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
54
AGGIORNAMENTO
A
LUGLIO
2015
import
export
1. l’export
cresce
tendenzialmente
del
2%;
le
importazione
crescono
di
meno
e
quindi
si
prevede
una
bilancia
commerciale
in
abvo.
2. si
ricorda
che
oltre
il
90%
dell’export
è
dato
dal
seRore
manifaRuriero;
e
che
le
imprese
esportatrici
sono
circa
200.000
cioè
un
po
meno
del
5%
del
totale
imprese.
Ma
il
71%
dell’export
è
effeLuato
da
4.000
imprese,
mentre
il
93%
delle
imprese
esporta
solo
il
9,8%
(
Istat
2013
)
3.
gli
ordina2vi
crescono
per
chi
esporta
e
il
livello
sta
raggiungendo
quello
del
2008;
4.
per
chi
produce
per
il
mercato
interno
gli
ordina;vi
sono
“
fiacchi
“
e
rispeLo
al
2008
sono
inferiori
quasi
del
40%
5. in
sintesi:
bassi
ordina2vi
,
domanda
interna
stagnante,
faRura2
soRo
tono,
impian2
produbvi
u2lizza2
non
a
regime,
consumi
quasi
fermi
……
L’OCCUPAZIONE
NON
PUO’
CRESCERE
ma
tuR’al
più
rimpiazza
/
sos2tuisce
le
risorse
uscite.
55. indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
55
AGGIORNAMENTO
A
LUGLIO
2015
occupazione
e
monte
ore
lavorate
l’occupazione
non
cresce
e
mancano
all’appello
circa
1
mln
di
unità;
ciò
dipende
da
diversi
faRori:
1. oltre
100.000
imprese
industriali
e
dei
servizi
sono
cessate;
2. il
saldo
natalità-‐mortalità
delle
imprese
è
tuR’ora
nega2vo;
3. la
produzione
è
ancora
in
sofferenza
e
gli
impian2
non
vengono
u2lizza2
a
regime;
anche
per
una
domanda
interna
che
è
in
soRo
tono;
4. il
faRurato
cresce
ma
è
ancora
di
10-‐15
pun2
soRo
il
livello
realizzato
nel
2008
57. 57
la
produbvità
è
tra
le
più
basse
e
la
ripresa
che
genera
nuova
occupazione
è
SOLO
legata
solo
agli
inves;men;
;
Luca
Ricolfi
sul
sole
24
ore
del
20
seL.2015…
“…
63. indicatori
economici
2015
REV.2
g.
facco
63
….”A
livello
microeconomico,
la
ripresa
tardiva
si
è
riflessa
nell’erosione
del
reddito
disponibile,
proseguita
nel
2014.
Il
reddito
disponibile
per
abitante
(rappresentato
sia
a
euro
corren.
che
a
prezzi
costan.
nella
figura
1.5)
è
il
fruLo
della
combinazione
di
tre
andamen;:
la
dinamica
generale
dell’abvità
economica,
che
definisce
il
complesso
del
reddito
distribuibile
ai
faLori
interni;
l’andamento
della
tassazione,
che
definisce
la
quota
di
reddito
che
le
famiglie
possono
u;lizzare
per
i
consumi
(ovvero
risparmiare)
dopo
aver
pagato
le
imposte;
la
dinamica
della
popolazione,
che
imprime
una
contrazione
delle
risorse
capitarie
quando
la
popolazione
aumenta
più
rapidamente
del
reddito
disponibile….
(Centro
luigi
Einaudi
)
64. 64
….Il
calo
delle
disponibilità
medie
spendibili
delle
famiglie
è
tanto
evidente
che
non
si
sarebbe
potuto
produrre
senza
il
concorso
di
tuLe
le
voci
che
lo
determinano.
L’abvità
economica
si
è
ridoLa
tra
il
2008
e
il
2014
del
9
per
cento.
Nello
stesso
periodo,
la
pressione
fiscale
è
passata
dal
42,6
al
44,9
per
cento,
come
conseguenza
della
stabilizzazione
del
bilancio
pubblico.
Infine,
si
è
avuto
un
sia
pur
piccolo
aumento
della
popolazione
(pari
a
300
mila
persone
per
anno).
Nonostante
un
record
nega;vo
della
natalità
(soltanto
509
mila
nuovi
na.)
e
il
saldo
naturale
della
popolazione
res;
nega;vo,
anche
nel
2014
la
popolazione
è
aumentata
per
effeRo
dell’immigrazione
neLa
dall’estero
di
circa
150
mila
persone….
(
Centro
Studi
Einaudi
)