SlideShare uma empresa Scribd logo
1 de 8
Baixar para ler offline
13.
                  Laureati pre- e post-riforma:
            il parere dei responsabili del personale
                              di Giovanni Facco




	    Tra gli obiettivi fondanti la riforma due sono da considerarsi significativi
e riguardano il riavvicinamento della scuola al lavoro e la possibilità di anti-
cipare l’inserimento del laureato nel mondo del lavoro.
     Sul raggiungimento o meno di tali obiettivi si sono già spesi molti giudi-
zi negativi in buona parte fondati da pre-giudizi sulla riforma stessa; in real-
tà è difficile esprimere un giudizio e valutare i primi risultati della riforma
dei cicli in quanto i laureati di I livello sono ancora troppo pochi (la rifor-
ma è entrata in vigore nel 2001 e quindi i primi laureati nuovo corso sono
del 2004/2005) e soprattutto non sono disponibili sul mercato del lavoro in
quanto circa l’80% di essi intende procedere nel corso di studi per acquisire
la laurea magistrale.
     I dati per ora disponibili non ci aiutano quindi ad esprimere un giudi-
zio; per valutare allora se il percorso intrapreso è quella giusto ci porta a
raggiungere alcuni degli obiettivi della riforma citata, è utile farci aiutare da
dati, indici di carattere generale per comprendere in quale contesto la rifor-
ma si colloca.


1.   Alcuni dati

	    L’indagine del Miur sull’istruzione universitaria 2005 ci offre un primo
quadro generale.
     Ogni 100 ragazzi che si diplomano, 73 si iscrivono all’università; ogni
anno si immatricolano circa 350.000 giovani, ma vi è anche un abbandono al
1°anno di circa il 20%; il totale studenti immatricolati è di 1.740.000, di cui
56% sono donne; nel 2004 si sono laureati 260.000 unità, il 63% di questi
era fuori corso (169.000).
     Il nostro paese si colloca negli gli ultimi posti in Europa per quanto at-
tiene l’indice di scolarità terziaria: sul totale occupati solo il 10,5% ha una
laurea che sale al 12,7% se si prende in considerazione la sola popolazio-
2                                                                                                                                                                                                                                                                                        Giovanni Facco


60


50


      25
40              25
                                                      2
                          17
                                                                         9
                                 17       17                                       12                     11           8
30                                                              21                       16       14
                                                                                                                                   9
                                                                                                                                                 12                      6         2
                                                                                                                                                                10                                                                                                                                                              9
                                                                                                                                                                                                                   0
                                                      37
20                                                                                                                                                                                             7
                                                                                                                                                                                                                                                     0
                                                                                                                                                                                                        8                    3
                          30                                            30
      28                                                                                                              27                                                          25                                                                          3                      1             0
                26               24                                                26                     25                      24                                                                                                                                                                         0
                                          23                                                                                                                             23                                                            12                                7                                              0
                                                                                         22       23                                             21                                                                                                                                                                             20
                                                                                                                                                                20                                                20
10                                                              18
                                                                                                                                                                                              17                            16                      17
                                                                                                                                                                                                        14                                                    13
                                                                                                                                                                                                                                                                                    13            12        12         11
                                                                                                                                                                                                                                                                         8
                                                                                                                                                                                                                                         7
 0
     Canada
              Giappone
                         Corea
                               Svezia
                                        Finlandia
                                                    Norvegia
                                                               Belgio
                                                                     Stati Uniti
                                                                               Spagna
                                                                                        Francia
                                                                                              Irlanda
                                                                                                        Australia
                                                                                                                    Danimarca
                                                                                                                                Regno Unito
                                                                                                                                              Nuova Zelanda
                                                                                                                                                              Svizzera
                                                                                                                                                                     Islanda
                                                                                                                                                                               Paesi Bassi
                                                                                                                                                                                             Grecia
                                                                                                                                                                                                      Germania
                                                                                                                                                                                                                 Polonia
                                                                                                                                                                                                                           Messico
                                                                                                                                                                                                                                     Lussemburgo
                                                                                                                                                                                                                                                   Ungheria
                                                                                                                                                                                                                                                          Portogallo
                                                                                                                                                                                                                                                                       Austria
                                                                                                                                                                                                                                                                                 Rep. Slovacca
                                                                                                                                                                                                                                                                                                 Italia
                                                                                                                                                                                                                                                                                                          Rep. Ceca
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                      Turchia
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            Media Oecd
                                                                   Terziario di tipo A                                                                                                       Terziario di tipo B



Fig. 13.1. Percentuale di popolazione tra i 25 e i 34 anni che ha conseguito un titolo terzia-
           rio (2003).

     Fonte: Oecd, Education at a Glance, 2005.



ne tra i 25-34 anni; in valori assoluti, si tratta di 2.600.000 unità su circa
21.000.000 di occupati.
     Se si prende a riferimento l’intera popolazione italiana (dati del censi-
mento 2001) le persone laureate sono circa 3.800.000 pari cioè al 4,5% a
fronte di circa 19.500.000 di persone con licenza elementare, 16.000.000 con
licenza media e 14.200.000 con licenza superiore.
     In sintesi il nostro paese ha una struttura della popolazione in possesso di
un titolo terziario molto bassa, allo stesso livello della Turchia, della Repubbli-
ca Ceca; paesi come Grecia, Polonia, Messico, Ungheria, che non si collocano
certo tra i primi 10 paesi più industrializzati, ci superano di parecchi punti
percentuali per l’attenzione che prestano nell’investimento sul capitale umano.


2.     Struttura dell’occupazione

	    Le analisi effettuate da AlmaLaurea approfondiscono con dettaglio la
struttura dell’offerta, offrendoci una massa di dati unica per comprendere
Laureati pre- e post-riforma: il parere dei responsabili del personale                                                                                                         3


   50                                                                                                                                       ULTIMA
                                                                                                                                          COLONNA
   40
           25
                                  9                                                                                                         NON SI
   30
                     12                                    17                    19
                                                                                            17
                                                                                                         8
                                                                                                                                 15
                                                                                                                                              VEDE
            3                   18
   20                11                                                                                                                     7
                                            Illeggibile    13          8
                                                                                 13
                                                                                            12
                                                                                                       18             3          25                           ???
           22
   10                                                                  4
                                                                                                                      7                    17
                     14         13
                                                11          9                                                                                        11
                                                                       9          8          7           5            5
    0
                   Giappone


                              Stati Uniti


                                               Italia


                                                          Svezia


                                                                    Germania


                                                                               Finlandia


                                                                                           Francia


                                                                                                     Regno Unito


                                                                                                                   Portogallo


                                                                                                                                Grecia


                                                                                                                                          Turchia


                                                                                                                                                    Israele


                                                                                                                                                              Media campione
          Canada




     Titolo di tipo A di lunga durata                              Titolo di tipo A di breve durata                                   Titolo di tipo B
     (es. laurea 4/5 anni)                                         (es. laurea triennale)                                             (stampo pratico applicativo)



Fig. 13.2. Tipologia dei titoli di istruzione terziaria in possesso dei giovani tra i 25 e i 34 anni.

     Fonte: Elaborazione McKinsey su dati Oecd (2004).



sia il funzionamento dell’università sia il comportamento dei giovani in rela-
zione alle scelte intraprese.
      La struttura della domanda invece è appena accennata, e senz’altro vi
è necessità di un’analisi più approfondita per poter capire i fenomeni sopra
rappresentati.
      Non vi è dubbio che la struttura dei cicli formativi e conseguentemente
l’articolazione e il funzionamento dell’università non può essere schiacciato
sulle esigenze e sui bisogni contingenti del mondo produttivo, anche solo
per il fatto che diversa è la prospettiva e la profondità di campo e differente
è l’approccio pianificatorio di chi opera nel settore produttivo e di chi deve
assicurare una formazione culturale strutturata.
      In ogni caso è indispensabile, ma lo vedremo nelle conclusioni, che i
due mondi si parlino, e stabiliscano una stretta relazione sinergica.
      Un sintetico quadro della struttura produttiva del nostro paese è co-
munque indispensabile.
	     Il numero delle unità giuridico-economico (censimento del 2001) in Ita-
lia sono 4.333.000 che assicurano l’occupazione di 19.500.000 unità;
      Con riferimento alle sole imprese industriali queste sono 555.000 pari al
12,8% del totale delle unità giuridico-economiche, che assicurano un’occupazio-
ne di circa 5.000.000 unità pari al 26,1% del totale occupati di cui sopra. Ana-
lizzando ancor più in dettaglio la struttura dimensionale delle imprese emerge
4                                                                    Giovanni Facco


come da tabella 13.1 che il tessuto produttivo è caratterizzato da una presenza
quasi esclusiva di piccole aziende con una media di addetti pari a 13 unità.
     Una struttura industriale che si caratterizza per produzioni a basso im-
patto tecnologico e bassa complessità produttiva-organizzativa, necessaria-
mente trova nei fattori di costo e in particolare nel costo del lavoro ancora
il suo fattore chiave di competitività; una ricerca estesa ai principali paesi
europei dell’Isae effettuata nel 2004 relativa alle attese occupazionali nei vari
settori economici con riferimento ai livelli di istruzione evidenziava che nel-
l’industria vi è una forte prevalenza di occupazione a bassa scolarizzazione;
in particolare su 100 occupati, il 49% ha un livello di istruzione basso, il
39% un livello medio, e solo un 12% un livello alto.
     La ricerca inoltre evidenzia che i settori economici del commercio e dei
servizi assicurano un mix occupazionale a più elevata scolarità: per il com-
mercio la percentuale di occupazione ad alta scolarità è il 14%, mentre nei
servizi è il 33%.
     La ricerca inoltre evidenziava per i prossimi anni un leggero migliora-
mento della situazione anche nel settore industriale.
     Una prima riflessione è di natura strutturale: un tessuto produttivo così
povero, fragile, e polverizzato in un’infinità di piccole aziende non ha la ne-
cessità né la possibilità di utilizzare e impiegare risorse ad alta qualificazio-
ne; d’altra parte una struttura povera di risorse altamente secolarizzate non è
stimolata a introdurre innovazioni e miglioramenti di processo o di prodotto
per riposizionarsi sul mercato o per mantenere le attuali posizioni; questo
comportamento tende a generare un non-sviluppo che tende a peggiorare il
quadro di partenza.
     Inoltre le grandi aziende, che come evidenziato nella tabella 9.1 rappre-
sentano lo 0,3%, (in valori assoluti 1.500 unità) del totale imprese, tendono
per effetto della competizione sempre più aspra a razionalizzare il ciclo pro-
duttivo, a de-localizzare altrove le attività produttive, quindi a perdere occu-
pazione anche di qualità.
     Modificare e invertire questa tendenza delle imprese sarà molto difficile
e comunque i tempi saranno lunghi in quanto necessiteranno di un quadro
di proposte e di interventi di politica economica a livello di paese che in
questo momento non si intravedono.


Tab. 13.1. MANCA DIDA

Dimensioni     N. unità locali    %         Occupati        %        Media addetti

0-49              543.000         97,8      2.770.000      54,8            13
50-249             10.500          1,9      1.059.000      20,9           149
Oltre 250            1500          0,3      1.230.000      24,3           776
Totale            555.000        100,0      5.059.000     100,0
Laureati pre- e post-riforma: il parere dei responsabili del personale       5

2.1. Andamento dell’occupazione

	    Un altro elemento di analisi è dato dalla struttura dell’occupazione e
delle assunzioni.
     Un primo dato [Istat 2004] evidenzia che il tasso di occupazione tra la
popolazione con età compresa tra i 15-64 anni è passato dal 52,3% del 1993
al 57,4% del 2004, quindi un +5,1%; ma nello stesso periodo il tasso di oc-
cupazione dei giovani di età tra i 15-24 anni è passato dal 30,3% del 1993
al 27,2% del 2004, quindi un –3,1%.
     Le previsioni di assunzioni effettuate dall’Isae nel 2004 e riferite agli
anni 2005 e 2006, evidenziano per il 2005 che solo il 36,7% delle imprese
intervistate ha manifestato interesse ad assumere, percentuale che si riduce al
28% per il 2006; circa la tipologia delle assunzioni prevalgono con il 51%,
assunzioni con contratti a tempo determinato e per il 2006 si prevedono in-
crementi per i soli contratti a progetto.
     Analizzando in dettaglio le caratteristiche della nuova occupazione del
2005 (effettuata da Union Camere-Ministero del Lavoro-Sistema informativo
Excelsior) emerge che su 647.000 assunzioni previste:
     • 108.000 attengono profili professionali di elevata specializzazione;
     • 229.000 riguardano operai specializzati;
     • 310.000 personale a bassa qualificazione.
     Inoltre il 60% di tali assunzioni vengono richieste da aziende con di-
mensioni 1-49 addetti e solo il 19% da aziende di dimensioni oltre 500 ad-
detti; circa 150.000 tra le assunzioni previste riguardano la ricerca di per-
sonale extracomunitario da parte delle piccole aziende del Centro Nord; e
ancora 57.000 sono laureati (il 22% dei laureati in un anno).
     Focalizzando l’attenzione sul personale laureato (istat) si evidenzia la
tendenza ad una diminuzione delle opportunità di occupazione:
     • nel 2004 a tre anni dalla laurea il 74% dei laureati svolgeva una atti-
vità lavorativa stabile, nel 1989 erano il 78,2%, nel 1995 erano il 66,5%; le
principali criticità sono rappresentate dal Sud e dalla diminuzione dell’occu-
pazione femminile; in cima alla graduatoria, in termini di tasso di occupazio-
ne, si collocano gli ingegneri con il 90,8%, anche se in diminuzione rispetto
al 1993 (93%);
     • tra coloro che svolgono un’attività stabile (74% di cui sopra) il 65,6%
ha un contratto a tempo indeterminato; tale % migliora per gli ingegneri
con un 81,4% (erano il 83,3% nel 2001), peggiora in quanto sotto media
per i laureati in materie umanistiche (tra il 30-50%) e per le donne (58%);
     • nel lavoro atipico e occasionale gli ingegneri hanno presenze marginali
(4,3%), come pure i laureati in materie chimico-farmaceutiche (2,4%); altre
tipologie di laureati invece sono più penalizzate e si collocano tra il 15-20%.
     Infine l’occupazione nella grande azienda, come già anticipato, tende a
diminuire.
6                                                                       Giovanni Facco


      L’Istat nella sua ultima indagine (2006) evidenzia che per ogni 1000 oc-
cupati nella grande azienda si perdono ogni anno mediamente 9 posti di la-
voro, cambiando anche il mix del turnover e cioè si perdono 12 posti di la-
voro a tempo indeterminato e si acquisiscono +3 posti a tempo determinato;
la situazione peggiora nell’industria dove i posti a tempo indeterminato persi
sono addirittura 29/1.000; meglio la situazione nel settore dei Servizi dove
viene rimpiazzato completamente il turnover, ma anche in questo caso i tem-
pi indeterminati sono sostituiti da tempi determinati.
      Infine per completare il quadro (indagine Isfol 2004 la domanda di la-
voro qualificato), ogni 100 posti di lavoro offerti in Italia, 16,4% richiedono
la laurea, 22,9% un diploma, 62,7% nessun titolo; rispetto all’Europa la dif-
ferenza è sostanziale e negativa, rispettivamente 37,7% la laurea, 12,7% un
diploma, 49,7% nessun titolo.
      Anche la seconda riflessione ha carattere strutturale: un sistema produt-
tivo con le caratteristiche delineate incide fortemente sui livelli dell’occupa-
zione, sia in ordine alle quantità, sia alla tipologia dei contratti di lavoro uti-
lizzati, sia per quanto attiene alla struttura dei livelli di scolarità richiesti. Le
ricerche sinteticamente riportate, tutte, anche se con viste differenti, confer-
mano questi dati.
	     Le questioni quindi che si presentano sono di diverso ordine:
      1. l’occupazione tende a crescere in modo marginale riguardando prin-
cipalmente le piccole e medie aziende; tale occupazione è maggiormente
legata alla congiuntura dei mercati, ai carichi di lavoro, al maggior utilizzo
degli impianti, piuttosto che ad una dinamica strutturale di crescita delle di-
mensioni;
      2. gli ingressi nel mercato del lavoro qualificato vengono assorbiti in
parte e con difficoltà scontando una crescita bassa del sistema industriale in
quanto, per assicurare la competitività, si risparmiano posti di lavoro non
sostituendo il turnover, effettuando de-localizazioni, razionalizzazioni produt-
tive;
      3. il sistema dei servizi e la pubblica amministrazione tendono ad assi-
curare un’occupazione a scolarità più alta con tassi maggiori in quanto han-
no necessità di procedere rapidamente a profonde trasformazioni organiz-
zative recuperando efficienza e più alti tassi di produttività che richiedono
risorse umane più capaci, con competenze e più flessibili;
      4. l’ingresso dei giovani sul mercato del lavoro sconta una flessibilità
contrattuale che si protrae nel tempo oltre a quanto era prevedibile, perden-
do quindi i suoi caratteri di innovatività perché si trasforma in precarietà
invece che in stabilità;
      5. i laureati/anno (circa 260.000) anche se sono come numero inferio-
ri a quelli di altri paesi europei, ciononostante non riescono se non con %
basse ad essere inseriti in lavori stabili.
Laureati pre- e post-riforma: il parere dei responsabili del personale           7

3.    Considerazioni conclusive

      • La struttura produttiva del nostro paese difficilmente può cambiare in
tempi rapidi i suoi tratti caratteristici delineati sopra: in altre parole si gioca
un po’ in difesa per mantenere un risultato che a nessuno piace, ma ancor
peggio sarebbe perdere ulteriormente posizioni.
      • L’intervento pubblico, nonostante le difficoltà di bilancio, è l’unico
che può assicurare-stimolare anche attraverso politiche del lavoro mirate, in-
centivi, politiche fiscali, industriali, previdenziali e un nuovo ruolo della po-
litica internazionale verso paesi ad elevata crescita industriale e sviluppo, una
spinta ad incrementare l’attenzione al miglioramento e all’innovazione dei
prodotti-processi (gli unici che possono garantire un aumento quantitativo
di risorse ad alta scolarità nel sistema oltre ad una crescita della produzione
e dei volumi per mercati nuovi e in sviluppo).
      • La struttura pubblica in senso lato assorbe circa il 50% del Pil e una
sua profonda trasformazione (infrastrutture, pubblica amministrazione, inve-
stimenti pubblici, università, sanità, sicurezza…) da sola metterebbe in moto
meccanismi di crescita molto forti che aiuterebbero il sistema; anzi forse è la
sola condizione pensabile che può assicurare impulso e attrazione di investi-
menti esteri, ormai presenti in percentuale insignificante.
      • Questo quadro deve poter coesistere con azioni da realizzarsi nel bre-
ve termine attivando una serie di provvedimenti anche strutturali che rispon-
dano a problemi quali:
      a) il rapporto tra università e imprese/strutture produttive è ancora oc-
casionale; questo non aiuta a comprendere il mondo dei lavori: ciò richie-
de un costante interscambio anche fisico di presenze di docenti in azienda,
stage di studenti ma analoga presenza di tecnici e dirigenti dell’azienda in
università (superare barriere istituzionali); in questo vi è anche responsabilità
delle imprese che molte volte vedono questo con «fastidio»;
      b) il percorso «3 + 2» non è affatto chiaro e non si è riusciti ancora a
specificarne l’identità, che rimane sfuocata (un po’ come il rapporto ginna-
sio-liceo classico);
      c) il tema della professionalizzazione e del rafforzamento della filiera
tecnico-applicativa non è definito sia come percorso formativo (le discipline
e le tecniche didattiche e le modalità relazionali con studenti sono le stesse
di prima), ma soprattutto non si identificano profili professionali da inserire
sul mercato e soprattutto in relazione a quali bisogni;
      d) vi è la necessità di una più elevata formazione tecnica-operativa, che
nella cultura del nostro paese è sempre stata considerata di serie B;
      e) la stessa formalizzazione dei titoli di studio in chiave «gerarchica e
di importanza» contribuisce, complice le difficoltà del mercato del lavoro, a
caricare di significati sociali una scelta;
      f) superamento di «abitudini aziendali» di approvvigionarsi di compe-
8                                                                  Giovanni Facco


tenze in surplus consistenti nell’impiego di laureati in attività per le quali
sono sufficienti quelle del diploma di laurea, ma superamento anche di ste-
reotipi che legano il titolo di studio allo status sociale;
     g) l’accesso elevato alla laurea specialistica sembra confermare un trend
del passato di ripiego di fronte alle difficoltà del mercato del lavoro; forse
una maggior selettività potrebbe assicurare una presenza più elevata di di-
plomi di laurea sul mercato;
     h) si sono fatti passi in avanti nelle capacità di comunicare e orientare
le scelte del percorso formativo in relazione anche all’andamento del merca-
to del lavoro; non v’è dubbio che una conoscenza anticipata e approfondi-
ta dell’andamento del mercato del lavoro, frutto anche della collaborazione
tra imprese, loro associazioni, istituzioni pubbliche di ricerca, e università,
aiuterebbe il sistema nel suo complesso a funzionare bene e soprattutto ad
assicurare ai giovani meno sofferenze e più soddisfazione.

Mais conteúdo relacionado

Destaque

Sistema Produttivo E Occupazione In Liguria Rev5 Marzo 2010slim
Sistema Produttivo E Occupazione  In Liguria  Rev5  Marzo 2010slimSistema Produttivo E Occupazione  In Liguria  Rev5  Marzo 2010slim
Sistema Produttivo E Occupazione In Liguria Rev5 Marzo 2010slimgiovanni facco
 
120116 it global powers 2012_dr3def
120116 it global powers 2012_dr3def120116 it global powers 2012_dr3def
120116 it global powers 2012_dr3defgiovanni facco
 
Cs almalaurea condocclaureati2015
Cs almalaurea condocclaureati2015Cs almalaurea condocclaureati2015
Cs almalaurea condocclaureati2015giovanni facco
 
Lavoro e crescita .pptx
Lavoro e crescita .pptxLavoro e crescita .pptx
Lavoro e crescita .pptxgiovanni facco
 
Principali variabili economiche da monitorare r2.pptx
Principali variabili economiche da monitorare r2.pptxPrincipali variabili economiche da monitorare r2.pptx
Principali variabili economiche da monitorare r2.pptxgiovanni facco
 
La grande ricchezza sprecata solo l’ 1,3% del pil va all’innovazione corrie...
La grande ricchezza sprecata solo l’ 1,3% del pil va all’innovazione   corrie...La grande ricchezza sprecata solo l’ 1,3% del pil va all’innovazione   corrie...
La grande ricchezza sprecata solo l’ 1,3% del pil va all’innovazione corrie...giovanni facco
 
Consumi. 2013 pptx. slim pdf
Consumi. 2013 pptx. slim pdfConsumi. 2013 pptx. slim pdf
Consumi. 2013 pptx. slim pdfgiovanni facco
 
Occupazione gen giu report 5-2016 pptx.pptx
Occupazione   gen giu report 5-2016 pptx.pptxOccupazione   gen giu report 5-2016 pptx.pptx
Occupazione gen giu report 5-2016 pptx.pptxgiovanni facco
 

Destaque (10)

Sistema Produttivo E Occupazione In Liguria Rev5 Marzo 2010slim
Sistema Produttivo E Occupazione  In Liguria  Rev5  Marzo 2010slimSistema Produttivo E Occupazione  In Liguria  Rev5  Marzo 2010slim
Sistema Produttivo E Occupazione In Liguria Rev5 Marzo 2010slim
 
120116 it global powers 2012_dr3def
120116 it global powers 2012_dr3def120116 it global powers 2012_dr3def
120116 it global powers 2012_dr3def
 
Cs almalaurea condocclaureati2015
Cs almalaurea condocclaureati2015Cs almalaurea condocclaureati2015
Cs almalaurea condocclaureati2015
 
Scoreboard 2008
Scoreboard 2008Scoreboard 2008
Scoreboard 2008
 
Lavoro e crescita .pptx
Lavoro e crescita .pptxLavoro e crescita .pptx
Lavoro e crescita .pptx
 
Principali variabili economiche da monitorare r2.pptx
Principali variabili economiche da monitorare r2.pptxPrincipali variabili economiche da monitorare r2.pptx
Principali variabili economiche da monitorare r2.pptx
 
Benchmark Europa
Benchmark EuropaBenchmark Europa
Benchmark Europa
 
La grande ricchezza sprecata solo l’ 1,3% del pil va all’innovazione corrie...
La grande ricchezza sprecata solo l’ 1,3% del pil va all’innovazione   corrie...La grande ricchezza sprecata solo l’ 1,3% del pil va all’innovazione   corrie...
La grande ricchezza sprecata solo l’ 1,3% del pil va all’innovazione corrie...
 
Consumi. 2013 pptx. slim pdf
Consumi. 2013 pptx. slim pdfConsumi. 2013 pptx. slim pdf
Consumi. 2013 pptx. slim pdf
 
Occupazione gen giu report 5-2016 pptx.pptx
Occupazione   gen giu report 5-2016 pptx.pptxOccupazione   gen giu report 5-2016 pptx.pptx
Occupazione gen giu report 5-2016 pptx.pptx
 

Mais de giovanni facco

Liguria osservatorio libere professioni 2021
Liguria osservatorio libere professioni 2021Liguria osservatorio libere professioni 2021
Liguria osservatorio libere professioni 2021giovanni facco
 
Locandina italimpianti a3.pdf
Locandina italimpianti a3.pdfLocandina italimpianti a3.pdf
Locandina italimpianti a3.pdfgiovanni facco
 
Di venerdi-i parchi ferroviari 16 febbraio
Di venerdi-i parchi ferroviari  16 febbraioDi venerdi-i parchi ferroviari  16 febbraio
Di venerdi-i parchi ferroviari 16 febbraiogiovanni facco
 
I conti della sanità in italia prometeia
I conti della sanità in italia   prometeiaI conti della sanità in italia   prometeia
I conti della sanità in italia prometeiagiovanni facco
 
Relazione annuale-2016-convalide-dimissioni-risoluzioni-consensuali-lavoratrc...
Relazione annuale-2016-convalide-dimissioni-risoluzioni-consensuali-lavoratrc...Relazione annuale-2016-convalide-dimissioni-risoluzioni-consensuali-lavoratrc...
Relazione annuale-2016-convalide-dimissioni-risoluzioni-consensuali-lavoratrc...giovanni facco
 
Relazione annuale-2016-convalide-dimissioni-risoluzioni-consensuali-lavoratrc...
Relazione annuale-2016-convalide-dimissioni-risoluzioni-consensuali-lavoratrc...Relazione annuale-2016-convalide-dimissioni-risoluzioni-consensuali-lavoratrc...
Relazione annuale-2016-convalide-dimissioni-risoluzioni-consensuali-lavoratrc...giovanni facco
 
32042939 sintesivi rapport-2.pdf
32042939 sintesivi rapport-2.pdf32042939 sintesivi rapport-2.pdf
32042939 sintesivi rapport-2.pdfgiovanni facco
 
Booklet economia n16 170407
Booklet economia n16 170407Booklet economia n16 170407
Booklet economia n16 170407giovanni facco
 
Booklet economia n16 170407
Booklet economia n16 170407Booklet economia n16 170407
Booklet economia n16 170407giovanni facco
 
Occupazione gennaio 2017 report 11.def. pptx.pptx
Occupazione   gennaio 2017 report 11.def. pptx.pptxOccupazione   gennaio 2017 report 11.def. pptx.pptx
Occupazione gennaio 2017 report 11.def. pptx.pptxgiovanni facco
 
Palinsesto27.2 ore 19.17.pdf
Palinsesto27.2   ore 19.17.pdfPalinsesto27.2   ore 19.17.pdf
Palinsesto27.2 ore 19.17.pdfgiovanni facco
 
Mercato del lavoro in liguria e a genova 2015. ver.3.1def slim pptx.pptx
Mercato del lavoro in liguria e a genova 2015. ver.3.1def slim pptx.pptxMercato del lavoro in liguria e a genova 2015. ver.3.1def slim pptx.pptx
Mercato del lavoro in liguria e a genova 2015. ver.3.1def slim pptx.pptxgiovanni facco
 
4°seminario di venerdi 17 febbraio 2017pdf
4°seminario di venerdi  17 febbraio 2017pdf4°seminario di venerdi  17 febbraio 2017pdf
4°seminario di venerdi 17 febbraio 2017pdfgiovanni facco
 
Di venerdi 3° seminario 10 febbraio 2017
Di venerdi  3° seminario  10 febbraio 2017Di venerdi  3° seminario  10 febbraio 2017
Di venerdi 3° seminario 10 febbraio 2017giovanni facco
 

Mais de giovanni facco (20)

Liguria osservatorio libere professioni 2021
Liguria osservatorio libere professioni 2021Liguria osservatorio libere professioni 2021
Liguria osservatorio libere professioni 2021
 
Locandina italimpianti a3.pdf
Locandina italimpianti a3.pdfLocandina italimpianti a3.pdf
Locandina italimpianti a3.pdf
 
Di venerdi-i parchi ferroviari 16 febbraio
Di venerdi-i parchi ferroviari  16 febbraioDi venerdi-i parchi ferroviari  16 febbraio
Di venerdi-i parchi ferroviari 16 febbraio
 
Di venerdi
Di venerdi Di venerdi
Di venerdi
 
I conti della sanità in italia prometeia
I conti della sanità in italia   prometeiaI conti della sanità in italia   prometeia
I conti della sanità in italia prometeia
 
Relazione annuale-2016-convalide-dimissioni-risoluzioni-consensuali-lavoratrc...
Relazione annuale-2016-convalide-dimissioni-risoluzioni-consensuali-lavoratrc...Relazione annuale-2016-convalide-dimissioni-risoluzioni-consensuali-lavoratrc...
Relazione annuale-2016-convalide-dimissioni-risoluzioni-consensuali-lavoratrc...
 
Relazione annuale-2016-convalide-dimissioni-risoluzioni-consensuali-lavoratrc...
Relazione annuale-2016-convalide-dimissioni-risoluzioni-consensuali-lavoratrc...Relazione annuale-2016-convalide-dimissioni-risoluzioni-consensuali-lavoratrc...
Relazione annuale-2016-convalide-dimissioni-risoluzioni-consensuali-lavoratrc...
 
32042939 sintesivi rapport-2.pdf
32042939 sintesivi rapport-2.pdf32042939 sintesivi rapport-2.pdf
32042939 sintesivi rapport-2.pdf
 
Booklet economia n16 170407
Booklet economia n16 170407Booklet economia n16 170407
Booklet economia n16 170407
 
Booklet economia n16 170407
Booklet economia n16 170407Booklet economia n16 170407
Booklet economia n16 170407
 
Occupazione gennaio 2017 report 11.def. pptx.pptx
Occupazione   gennaio 2017 report 11.def. pptx.pptxOccupazione   gennaio 2017 report 11.def. pptx.pptx
Occupazione gennaio 2017 report 11.def. pptx.pptx
 
7 4
7 47 4
7 4
 
24.3. locandina
24.3. locandina 24.3. locandina
24.3. locandina
 
10.3 venerdì.pdf
10.3 venerdì.pdf10.3 venerdì.pdf
10.3 venerdì.pdf
 
10.3 venerdì.pdf
10.3 venerdì.pdf10.3 venerdì.pdf
10.3 venerdì.pdf
 
Palinsesto27.2 ore 19.17.pdf
Palinsesto27.2   ore 19.17.pdfPalinsesto27.2   ore 19.17.pdf
Palinsesto27.2 ore 19.17.pdf
 
Mercato del lavoro in liguria e a genova 2015. ver.3.1def slim pptx.pptx
Mercato del lavoro in liguria e a genova 2015. ver.3.1def slim pptx.pptxMercato del lavoro in liguria e a genova 2015. ver.3.1def slim pptx.pptx
Mercato del lavoro in liguria e a genova 2015. ver.3.1def slim pptx.pptx
 
4°seminario di venerdi 17 febbraio 2017pdf
4°seminario di venerdi  17 febbraio 2017pdf4°seminario di venerdi  17 febbraio 2017pdf
4°seminario di venerdi 17 febbraio 2017pdf
 
Di venerdi 3° seminario 10 febbraio 2017
Di venerdi  3° seminario  10 febbraio 2017Di venerdi  3° seminario  10 febbraio 2017
Di venerdi 3° seminario 10 febbraio 2017
 
Palinsesto17.1 pdf
Palinsesto17.1 pdfPalinsesto17.1 pdf
Palinsesto17.1 pdf
 

Último

ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptxProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptxlorenzodemidio01
 
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....giorgiadeascaniis59
 
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptxScienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptxlorenzodemidio01
 
LE ALGHE.pptx ..........................
LE ALGHE.pptx ..........................LE ALGHE.pptx ..........................
LE ALGHE.pptx ..........................giorgiadeascaniis59
 
Oppressi_oppressori.pptx................
Oppressi_oppressori.pptx................Oppressi_oppressori.pptx................
Oppressi_oppressori.pptx................giorgiadeascaniis59
 
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptxLorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptxlorenzodemidio01
 
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptxLorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptxlorenzodemidio01
 
Aristotele, vita e opere e fisica...pptx
Aristotele, vita e opere e fisica...pptxAristotele, vita e opere e fisica...pptx
Aristotele, vita e opere e fisica...pptxtecongo2007
 
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptxDescrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptxtecongo2007
 
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptxdiscorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptxtecongo2007
 
Quadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceoQuadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceoyanmeng831
 
Vuoi girare il mondo? educazione civica.
Vuoi girare il mondo? educazione civica.Vuoi girare il mondo? educazione civica.
Vuoi girare il mondo? educazione civica.camillaorlando17
 
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptxLorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptxlorenzodemidio01
 
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptxLorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptxlorenzodemidio01
 
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptx
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptxTosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptx
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptxlorenzodemidio01
 
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptxNicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptxlorenzodemidio01
 
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione CivicaPresentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione CivicaSalvatore Cianciabella
 
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptxdescrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptxtecongo2007
 
Scrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibileScrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibileNicola Rabbi
 

Último (19)

ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptxProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
 
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
 
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptxScienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
 
LE ALGHE.pptx ..........................
LE ALGHE.pptx ..........................LE ALGHE.pptx ..........................
LE ALGHE.pptx ..........................
 
Oppressi_oppressori.pptx................
Oppressi_oppressori.pptx................Oppressi_oppressori.pptx................
Oppressi_oppressori.pptx................
 
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptxLorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
 
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptxLorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
 
Aristotele, vita e opere e fisica...pptx
Aristotele, vita e opere e fisica...pptxAristotele, vita e opere e fisica...pptx
Aristotele, vita e opere e fisica...pptx
 
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptxDescrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
 
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptxdiscorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
 
Quadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceoQuadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceo
 
Vuoi girare il mondo? educazione civica.
Vuoi girare il mondo? educazione civica.Vuoi girare il mondo? educazione civica.
Vuoi girare il mondo? educazione civica.
 
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptxLorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
 
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptxLorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
 
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptx
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptxTosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptx
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptx
 
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptxNicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
 
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione CivicaPresentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
 
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptxdescrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
 
Scrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibileScrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibile
 

Laureati Pre Post Riforma

  • 1. 13. Laureati pre- e post-riforma: il parere dei responsabili del personale di Giovanni Facco Tra gli obiettivi fondanti la riforma due sono da considerarsi significativi e riguardano il riavvicinamento della scuola al lavoro e la possibilità di anti- cipare l’inserimento del laureato nel mondo del lavoro. Sul raggiungimento o meno di tali obiettivi si sono già spesi molti giudi- zi negativi in buona parte fondati da pre-giudizi sulla riforma stessa; in real- tà è difficile esprimere un giudizio e valutare i primi risultati della riforma dei cicli in quanto i laureati di I livello sono ancora troppo pochi (la rifor- ma è entrata in vigore nel 2001 e quindi i primi laureati nuovo corso sono del 2004/2005) e soprattutto non sono disponibili sul mercato del lavoro in quanto circa l’80% di essi intende procedere nel corso di studi per acquisire la laurea magistrale. I dati per ora disponibili non ci aiutano quindi ad esprimere un giudi- zio; per valutare allora se il percorso intrapreso è quella giusto ci porta a raggiungere alcuni degli obiettivi della riforma citata, è utile farci aiutare da dati, indici di carattere generale per comprendere in quale contesto la rifor- ma si colloca. 1. Alcuni dati L’indagine del Miur sull’istruzione universitaria 2005 ci offre un primo quadro generale. Ogni 100 ragazzi che si diplomano, 73 si iscrivono all’università; ogni anno si immatricolano circa 350.000 giovani, ma vi è anche un abbandono al 1°anno di circa il 20%; il totale studenti immatricolati è di 1.740.000, di cui 56% sono donne; nel 2004 si sono laureati 260.000 unità, il 63% di questi era fuori corso (169.000). Il nostro paese si colloca negli gli ultimi posti in Europa per quanto at- tiene l’indice di scolarità terziaria: sul totale occupati solo il 10,5% ha una laurea che sale al 12,7% se si prende in considerazione la sola popolazio-
  • 2. 2 Giovanni Facco 60 50 25 40 25 2 17 9 17 17 12 11 8 30 21 16 14 9 12 6 2 10 9 0 37 20 7 0 8 3 30 30 28 27 25 3 1 0 26 24 26 25 24 0 23 23 12 7 0 22 23 21 20 20 20 10 18 17 16 17 14 13 13 12 12 11 8 7 0 Canada Giappone Corea Svezia Finlandia Norvegia Belgio Stati Uniti Spagna Francia Irlanda Australia Danimarca Regno Unito Nuova Zelanda Svizzera Islanda Paesi Bassi Grecia Germania Polonia Messico Lussemburgo Ungheria Portogallo Austria Rep. Slovacca Italia Rep. Ceca Turchia Media Oecd Terziario di tipo A Terziario di tipo B Fig. 13.1. Percentuale di popolazione tra i 25 e i 34 anni che ha conseguito un titolo terzia- rio (2003). Fonte: Oecd, Education at a Glance, 2005. ne tra i 25-34 anni; in valori assoluti, si tratta di 2.600.000 unità su circa 21.000.000 di occupati. Se si prende a riferimento l’intera popolazione italiana (dati del censi- mento 2001) le persone laureate sono circa 3.800.000 pari cioè al 4,5% a fronte di circa 19.500.000 di persone con licenza elementare, 16.000.000 con licenza media e 14.200.000 con licenza superiore. In sintesi il nostro paese ha una struttura della popolazione in possesso di un titolo terziario molto bassa, allo stesso livello della Turchia, della Repubbli- ca Ceca; paesi come Grecia, Polonia, Messico, Ungheria, che non si collocano certo tra i primi 10 paesi più industrializzati, ci superano di parecchi punti percentuali per l’attenzione che prestano nell’investimento sul capitale umano. 2. Struttura dell’occupazione Le analisi effettuate da AlmaLaurea approfondiscono con dettaglio la struttura dell’offerta, offrendoci una massa di dati unica per comprendere
  • 3. Laureati pre- e post-riforma: il parere dei responsabili del personale 3 50 ULTIMA COLONNA 40 25 9 NON SI 30 12 17 19 17 8 15 VEDE 3 18 20 11 7 Illeggibile 13 8 13 12 18 3 25 ??? 22 10 4 7 17 14 13 11 9 11 9 8 7 5 5 0 Giappone Stati Uniti Italia Svezia Germania Finlandia Francia Regno Unito Portogallo Grecia Turchia Israele Media campione Canada Titolo di tipo A di lunga durata Titolo di tipo A di breve durata Titolo di tipo B (es. laurea 4/5 anni) (es. laurea triennale) (stampo pratico applicativo) Fig. 13.2. Tipologia dei titoli di istruzione terziaria in possesso dei giovani tra i 25 e i 34 anni. Fonte: Elaborazione McKinsey su dati Oecd (2004). sia il funzionamento dell’università sia il comportamento dei giovani in rela- zione alle scelte intraprese. La struttura della domanda invece è appena accennata, e senz’altro vi è necessità di un’analisi più approfondita per poter capire i fenomeni sopra rappresentati. Non vi è dubbio che la struttura dei cicli formativi e conseguentemente l’articolazione e il funzionamento dell’università non può essere schiacciato sulle esigenze e sui bisogni contingenti del mondo produttivo, anche solo per il fatto che diversa è la prospettiva e la profondità di campo e differente è l’approccio pianificatorio di chi opera nel settore produttivo e di chi deve assicurare una formazione culturale strutturata. In ogni caso è indispensabile, ma lo vedremo nelle conclusioni, che i due mondi si parlino, e stabiliscano una stretta relazione sinergica. Un sintetico quadro della struttura produttiva del nostro paese è co- munque indispensabile. Il numero delle unità giuridico-economico (censimento del 2001) in Ita- lia sono 4.333.000 che assicurano l’occupazione di 19.500.000 unità; Con riferimento alle sole imprese industriali queste sono 555.000 pari al 12,8% del totale delle unità giuridico-economiche, che assicurano un’occupazio- ne di circa 5.000.000 unità pari al 26,1% del totale occupati di cui sopra. Ana- lizzando ancor più in dettaglio la struttura dimensionale delle imprese emerge
  • 4. 4 Giovanni Facco come da tabella 13.1 che il tessuto produttivo è caratterizzato da una presenza quasi esclusiva di piccole aziende con una media di addetti pari a 13 unità. Una struttura industriale che si caratterizza per produzioni a basso im- patto tecnologico e bassa complessità produttiva-organizzativa, necessaria- mente trova nei fattori di costo e in particolare nel costo del lavoro ancora il suo fattore chiave di competitività; una ricerca estesa ai principali paesi europei dell’Isae effettuata nel 2004 relativa alle attese occupazionali nei vari settori economici con riferimento ai livelli di istruzione evidenziava che nel- l’industria vi è una forte prevalenza di occupazione a bassa scolarizzazione; in particolare su 100 occupati, il 49% ha un livello di istruzione basso, il 39% un livello medio, e solo un 12% un livello alto. La ricerca inoltre evidenzia che i settori economici del commercio e dei servizi assicurano un mix occupazionale a più elevata scolarità: per il com- mercio la percentuale di occupazione ad alta scolarità è il 14%, mentre nei servizi è il 33%. La ricerca inoltre evidenziava per i prossimi anni un leggero migliora- mento della situazione anche nel settore industriale. Una prima riflessione è di natura strutturale: un tessuto produttivo così povero, fragile, e polverizzato in un’infinità di piccole aziende non ha la ne- cessità né la possibilità di utilizzare e impiegare risorse ad alta qualificazio- ne; d’altra parte una struttura povera di risorse altamente secolarizzate non è stimolata a introdurre innovazioni e miglioramenti di processo o di prodotto per riposizionarsi sul mercato o per mantenere le attuali posizioni; questo comportamento tende a generare un non-sviluppo che tende a peggiorare il quadro di partenza. Inoltre le grandi aziende, che come evidenziato nella tabella 9.1 rappre- sentano lo 0,3%, (in valori assoluti 1.500 unità) del totale imprese, tendono per effetto della competizione sempre più aspra a razionalizzare il ciclo pro- duttivo, a de-localizzare altrove le attività produttive, quindi a perdere occu- pazione anche di qualità. Modificare e invertire questa tendenza delle imprese sarà molto difficile e comunque i tempi saranno lunghi in quanto necessiteranno di un quadro di proposte e di interventi di politica economica a livello di paese che in questo momento non si intravedono. Tab. 13.1. MANCA DIDA Dimensioni N. unità locali % Occupati % Media addetti 0-49 543.000 97,8 2.770.000 54,8 13 50-249 10.500 1,9 1.059.000 20,9 149 Oltre 250 1500 0,3 1.230.000 24,3 776 Totale 555.000 100,0 5.059.000 100,0
  • 5. Laureati pre- e post-riforma: il parere dei responsabili del personale 5 2.1. Andamento dell’occupazione Un altro elemento di analisi è dato dalla struttura dell’occupazione e delle assunzioni. Un primo dato [Istat 2004] evidenzia che il tasso di occupazione tra la popolazione con età compresa tra i 15-64 anni è passato dal 52,3% del 1993 al 57,4% del 2004, quindi un +5,1%; ma nello stesso periodo il tasso di oc- cupazione dei giovani di età tra i 15-24 anni è passato dal 30,3% del 1993 al 27,2% del 2004, quindi un –3,1%. Le previsioni di assunzioni effettuate dall’Isae nel 2004 e riferite agli anni 2005 e 2006, evidenziano per il 2005 che solo il 36,7% delle imprese intervistate ha manifestato interesse ad assumere, percentuale che si riduce al 28% per il 2006; circa la tipologia delle assunzioni prevalgono con il 51%, assunzioni con contratti a tempo determinato e per il 2006 si prevedono in- crementi per i soli contratti a progetto. Analizzando in dettaglio le caratteristiche della nuova occupazione del 2005 (effettuata da Union Camere-Ministero del Lavoro-Sistema informativo Excelsior) emerge che su 647.000 assunzioni previste: • 108.000 attengono profili professionali di elevata specializzazione; • 229.000 riguardano operai specializzati; • 310.000 personale a bassa qualificazione. Inoltre il 60% di tali assunzioni vengono richieste da aziende con di- mensioni 1-49 addetti e solo il 19% da aziende di dimensioni oltre 500 ad- detti; circa 150.000 tra le assunzioni previste riguardano la ricerca di per- sonale extracomunitario da parte delle piccole aziende del Centro Nord; e ancora 57.000 sono laureati (il 22% dei laureati in un anno). Focalizzando l’attenzione sul personale laureato (istat) si evidenzia la tendenza ad una diminuzione delle opportunità di occupazione: • nel 2004 a tre anni dalla laurea il 74% dei laureati svolgeva una atti- vità lavorativa stabile, nel 1989 erano il 78,2%, nel 1995 erano il 66,5%; le principali criticità sono rappresentate dal Sud e dalla diminuzione dell’occu- pazione femminile; in cima alla graduatoria, in termini di tasso di occupazio- ne, si collocano gli ingegneri con il 90,8%, anche se in diminuzione rispetto al 1993 (93%); • tra coloro che svolgono un’attività stabile (74% di cui sopra) il 65,6% ha un contratto a tempo indeterminato; tale % migliora per gli ingegneri con un 81,4% (erano il 83,3% nel 2001), peggiora in quanto sotto media per i laureati in materie umanistiche (tra il 30-50%) e per le donne (58%); • nel lavoro atipico e occasionale gli ingegneri hanno presenze marginali (4,3%), come pure i laureati in materie chimico-farmaceutiche (2,4%); altre tipologie di laureati invece sono più penalizzate e si collocano tra il 15-20%. Infine l’occupazione nella grande azienda, come già anticipato, tende a diminuire.
  • 6. 6 Giovanni Facco L’Istat nella sua ultima indagine (2006) evidenzia che per ogni 1000 oc- cupati nella grande azienda si perdono ogni anno mediamente 9 posti di la- voro, cambiando anche il mix del turnover e cioè si perdono 12 posti di la- voro a tempo indeterminato e si acquisiscono +3 posti a tempo determinato; la situazione peggiora nell’industria dove i posti a tempo indeterminato persi sono addirittura 29/1.000; meglio la situazione nel settore dei Servizi dove viene rimpiazzato completamente il turnover, ma anche in questo caso i tem- pi indeterminati sono sostituiti da tempi determinati. Infine per completare il quadro (indagine Isfol 2004 la domanda di la- voro qualificato), ogni 100 posti di lavoro offerti in Italia, 16,4% richiedono la laurea, 22,9% un diploma, 62,7% nessun titolo; rispetto all’Europa la dif- ferenza è sostanziale e negativa, rispettivamente 37,7% la laurea, 12,7% un diploma, 49,7% nessun titolo. Anche la seconda riflessione ha carattere strutturale: un sistema produt- tivo con le caratteristiche delineate incide fortemente sui livelli dell’occupa- zione, sia in ordine alle quantità, sia alla tipologia dei contratti di lavoro uti- lizzati, sia per quanto attiene alla struttura dei livelli di scolarità richiesti. Le ricerche sinteticamente riportate, tutte, anche se con viste differenti, confer- mano questi dati. Le questioni quindi che si presentano sono di diverso ordine: 1. l’occupazione tende a crescere in modo marginale riguardando prin- cipalmente le piccole e medie aziende; tale occupazione è maggiormente legata alla congiuntura dei mercati, ai carichi di lavoro, al maggior utilizzo degli impianti, piuttosto che ad una dinamica strutturale di crescita delle di- mensioni; 2. gli ingressi nel mercato del lavoro qualificato vengono assorbiti in parte e con difficoltà scontando una crescita bassa del sistema industriale in quanto, per assicurare la competitività, si risparmiano posti di lavoro non sostituendo il turnover, effettuando de-localizazioni, razionalizzazioni produt- tive; 3. il sistema dei servizi e la pubblica amministrazione tendono ad assi- curare un’occupazione a scolarità più alta con tassi maggiori in quanto han- no necessità di procedere rapidamente a profonde trasformazioni organiz- zative recuperando efficienza e più alti tassi di produttività che richiedono risorse umane più capaci, con competenze e più flessibili; 4. l’ingresso dei giovani sul mercato del lavoro sconta una flessibilità contrattuale che si protrae nel tempo oltre a quanto era prevedibile, perden- do quindi i suoi caratteri di innovatività perché si trasforma in precarietà invece che in stabilità; 5. i laureati/anno (circa 260.000) anche se sono come numero inferio- ri a quelli di altri paesi europei, ciononostante non riescono se non con % basse ad essere inseriti in lavori stabili.
  • 7. Laureati pre- e post-riforma: il parere dei responsabili del personale 7 3. Considerazioni conclusive • La struttura produttiva del nostro paese difficilmente può cambiare in tempi rapidi i suoi tratti caratteristici delineati sopra: in altre parole si gioca un po’ in difesa per mantenere un risultato che a nessuno piace, ma ancor peggio sarebbe perdere ulteriormente posizioni. • L’intervento pubblico, nonostante le difficoltà di bilancio, è l’unico che può assicurare-stimolare anche attraverso politiche del lavoro mirate, in- centivi, politiche fiscali, industriali, previdenziali e un nuovo ruolo della po- litica internazionale verso paesi ad elevata crescita industriale e sviluppo, una spinta ad incrementare l’attenzione al miglioramento e all’innovazione dei prodotti-processi (gli unici che possono garantire un aumento quantitativo di risorse ad alta scolarità nel sistema oltre ad una crescita della produzione e dei volumi per mercati nuovi e in sviluppo). • La struttura pubblica in senso lato assorbe circa il 50% del Pil e una sua profonda trasformazione (infrastrutture, pubblica amministrazione, inve- stimenti pubblici, università, sanità, sicurezza…) da sola metterebbe in moto meccanismi di crescita molto forti che aiuterebbero il sistema; anzi forse è la sola condizione pensabile che può assicurare impulso e attrazione di investi- menti esteri, ormai presenti in percentuale insignificante. • Questo quadro deve poter coesistere con azioni da realizzarsi nel bre- ve termine attivando una serie di provvedimenti anche strutturali che rispon- dano a problemi quali: a) il rapporto tra università e imprese/strutture produttive è ancora oc- casionale; questo non aiuta a comprendere il mondo dei lavori: ciò richie- de un costante interscambio anche fisico di presenze di docenti in azienda, stage di studenti ma analoga presenza di tecnici e dirigenti dell’azienda in università (superare barriere istituzionali); in questo vi è anche responsabilità delle imprese che molte volte vedono questo con «fastidio»; b) il percorso «3 + 2» non è affatto chiaro e non si è riusciti ancora a specificarne l’identità, che rimane sfuocata (un po’ come il rapporto ginna- sio-liceo classico); c) il tema della professionalizzazione e del rafforzamento della filiera tecnico-applicativa non è definito sia come percorso formativo (le discipline e le tecniche didattiche e le modalità relazionali con studenti sono le stesse di prima), ma soprattutto non si identificano profili professionali da inserire sul mercato e soprattutto in relazione a quali bisogni; d) vi è la necessità di una più elevata formazione tecnica-operativa, che nella cultura del nostro paese è sempre stata considerata di serie B; e) la stessa formalizzazione dei titoli di studio in chiave «gerarchica e di importanza» contribuisce, complice le difficoltà del mercato del lavoro, a caricare di significati sociali una scelta; f) superamento di «abitudini aziendali» di approvvigionarsi di compe-
  • 8. 8 Giovanni Facco tenze in surplus consistenti nell’impiego di laureati in attività per le quali sono sufficienti quelle del diploma di laurea, ma superamento anche di ste- reotipi che legano il titolo di studio allo status sociale; g) l’accesso elevato alla laurea specialistica sembra confermare un trend del passato di ripiego di fronte alle difficoltà del mercato del lavoro; forse una maggior selettività potrebbe assicurare una presenza più elevata di di- plomi di laurea sul mercato; h) si sono fatti passi in avanti nelle capacità di comunicare e orientare le scelte del percorso formativo in relazione anche all’andamento del merca- to del lavoro; non v’è dubbio che una conoscenza anticipata e approfondi- ta dell’andamento del mercato del lavoro, frutto anche della collaborazione tra imprese, loro associazioni, istituzioni pubbliche di ricerca, e università, aiuterebbe il sistema nel suo complesso a funzionare bene e soprattutto ad assicurare ai giovani meno sofferenze e più soddisfazione.