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Internati Militari Italiani nei campi
di lavoro nazisti

   APPROFONDIMENTI E RAGIONI DI UNA RIMOZIONE
   INTELLETTUALE DI MASSA
1939 - 1942
• 1 settembre 1939: Hitler
scatena la seconda guerra
mondiale               con
l'aggressione alla Polonia,
in   aiuto   della   quale
scendono in campo Gran
Bretagna e Francia.

•    10   giugno     1940:
Mussolini dichiara guerra
alla Francia e alla Gran
Bretagna e si schiera con
la Germania nazista.

• 22 giugno 1941: Hitler dà
inizio alla guerra sul
IL 1943
• 10 luglio 1943: Gli angloamericani sbarcano in Sicilia.
• 25 luglio 1943: Mussolini viene destituito. Nuovo capo del
  governo è il Maresciallo Pietro Badoglio.
• 3 settembre – Firma dell’armistizio segreto tra Italia e alleati.
  Il patto iniziale prevedeva che l’Italia doveva arrendersi
  senza condizioni, assumendo il ruolo di cobelligerante, una
  sorta di alleata di serie “B”.
• 8 settembre – Proclamazione dell’Armistizio segreto Italia
  /Alleati. Scatta l’operazione tedesca “Asse” per la
  deportazione dell’Esercito Italiano nel Reich come forza
  combattente o di lavoro secondo i piani del 9 maggio.
• 9 settembre – Fuga del Re, Badoglio e Alti Comandi.
  Esercito allo sbando, abbandonato senza piani, ordini,
  mezzi, collegamenti e senza aiuti degli Alleati, alla furia
DOPO L’ 8 SETTEMBRE
         • 12 settembre 1943:
           Mussolini          diventa
           capo della Repubblica
           Sociale           Italiana,
           vassalla del Reich.
         • 20 settembre 1943:
           creazione da parte di
           Hitler     dello    status
           illegale di Internati
           Militari Italiani
         • 20       luglio      1944:
           Accordo tra Hitler e
           Mussolini               che
           prevedeva                 la
L’Esercito Italiano dopo l’8
settembre
 • Abbandonato a se stesso, si
   dissolve.
 • Complessivamente               furono
   disarmati 1 milione e 7 mila italiani
 • Circa 716 mila uomini, vennero
   internati nei lager del Terzo Reich
   in     vista   di    un    possibile
   “riciclaggio” come combattenti
Quanti Italiani furono nei
•
                       Lager? tutto 1.007.000, di
    I deportati italiani furono in
  cui 716.000 i cosiddetti internati militari (IMI e
  KGF) iniziali, 44.000 deportati in KZ
  (Konzentrazionlager          Zentrum),     170.000
  lavoratori liberi civili (volontari e precettati) ed
  infine 78.000 altoatesini (emigrati, che avevano
  optato per la nazionalità tedesca, ma
  riscopertisi italiani a guerra perduta).
• Coloro che accettarono l’opzione furono una
  minoranza, nel complesso tra i 716 mila
  internati, i «sì» furono poco più del 14%. Le
  adesioni maggiori furono raccolte tra gli ufficiali
Gli Internati Militari Italiani (IMI)
Privati della qualifica di “prigionieri di guerra”, non
potevano beneficiare della protezione della
convenzione di Ginevra.
• Si tratta di una denominazione del tutto impropria
   poiché per internati si dovrebbe intendere i militari
   che si rifugiano in uno Stato neutrale in attesa della
   fine delle ostilità, ma la Germania non era di certo
   uno Stato neutrale.

L'obiettivo di Hitler era duplice:
• eliminare dallo scacchiere di guerra uomini che
   schierati sul fronte opposto, avrebbero potuto creare
   problemi alle sue armate
• recuperare braccia giovani e forti, a costo zero, da
Prigionieri di             Internati militari           Internati militari
guerra                                                  italiani
(POW inglese, PDG          Per la Convenzione di        Status illegale creato
francese e italiano,       Ginevra sono militari di     da     Hitler   e     non
KGF            tedesco)    stati         belligeranti   previsto             dalle
“dichiarata” o “non        internati     in     stati   convenzioni       perché
dichiarata”. Per la        neutrali (stati terzi non    detenuti in uno stato
Convenzione           di   coinvolti nel conflitto)     belligerante       (Terzo
Ginevra (1929) sono        con     semilibertà     di   Reich), con uno stato
dei combattenti nemici     movimento e di lavoro,       tutore non neutrale ma
catturati e concentrati    retribuito come ai civili    belligerante coinvolto
in “campi” (“Lager” in     locali. Non presenti         (RSI),             senza
tedesco) di transito,      ovviamente nel Terzo         assistenza dalla Croce
smistamento            o   Reich,               stato   Rossa Internazionale
detenzione,        sotto   belligerante ma in           (CICR) ma dalla Croce
tutela e ispezioni di      Svizzera                 e   Rossa fascista della
uno      stato    tutore   paradossalmente         in   RSI (con sede a
neutrale ed assistenza     Romania            (regno    Verona)               con
umanitaria e ispezioni     alleato del Terzo Reich      assistenza limitata a
della Croce Rossa          e della RSI ma con           recapiti postali e senza
Internazionale (CICR).     buoni            rapporti    ispezione dei Lager.
                           diplomatici col Regno        Assistenza limitata e
                           d’Italia e al riguardo       propagandista politica
                           neutrale ! ).                del               SA-IMI
La “galassia” dei Lager




•In rosso i campi di sterminio per ebrei, politici, asociali, tarati,
•In viola i campi per prigionieri di guerra ed internati militari
Wietzendorf
Le condizioni di vita:
      FAME!"Borsa-mercato delle calorie. Nei momenti
           di crisi la sola che prospera è la borsa
           nera, e con questa speculatori, incettatori,
           strozzini e intermediari, soprattutto con le
           guardie tedesche che pagano con forme
           di pan quadrato! Sulle porte dei lavatoi e
           dei gabinetti si moltiplicano, con la fame
           che aumenta e l'arrivo di pacchi di viveri e
           "cose", i foglietti degli annunci economici:
           "compro...",       "vendo...",    "cambio..."
           qualsiasi cosa, sigarette, riso, stivali...
           Pagamenti in moneta o baratto, a
           "quotazioni di borsa". Tra le valute
           clandestine, circolano lire e dracme (meno
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           ribasso,      secondo         un     mercato
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           speculazioni.Tutti girano con in tasca,
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           orientativi di riferimento, con fluttuazioni
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Un esempio di pasto al
       Lager arrivo dall‟Italia al
          Al suo
              Lager     di     Sandbostel,
              Sommaruga             riceve
              questo     rancio    (unico
              nelle prime 24 ore!):
              --     1    cucchiaio     di
              margarina,
              -- 1 di marmellata,
              -- 150 grammi di pane
              nero (segale, crusca e
              60% di segatura di betulla
              e paglia trita),
              -- un mestolo di infuso
              caldo di foglie
Speranza di vita
Con la dieta-Lager (quella fornita dai tedeschi,
senza integrazioni) la speranza di vita era di
due mesi
• Formula: Calorie alimentari (da 900 a 1.735
ufficiali) meno calorie spese (metabolismo e
lavoro: 2.300-3.000) = deficit di 1400 calorie
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Riserva calorica corporea (70-80.000 utili)
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Il lavoro da schiavi
• Secondo un'analisi riferita al febbraio 1944, gli Imi furono utilizzati in
  diversi settori produttivi, con una netta prevalenza dell`industria
  pesante. I dati parlano chiaro: il 56% fu impiegato in imprese
  minerarie, metalmeccaniche e chimiche; il 12% in edilizia; il 10,8% nei
  settori energia, trasporti e comunicazioni; il 10,6% in altri comparti
  industriali, compreso quello alimentare; mentre solo il 6% in attività
  agricole o similari.
• Ditte che hanno sfruttato il lavoro degli italiani. L'archivio è
  tratto dal volume: "Catalogo dei campi e delle prigioni in
  Germania e nei territori occupati a cura dell'International
   • Agfa
  Tracing Service Hq”
                                    • Fischer
   •   Alpine                          •   Shell
   •   Bmw                             •    Siemens
   •   Bayer                           •   Telefunken
   •   Continental                     •   Vaillant
   •   Dunlop                          •   Volkswagen
La giornata lavorativa: un
            esempio
• L'orario: turni di 12 ore con una sola mezz'ora
  d`interruzione per cibarsi con una zuppa di
  rape.
• la sveglia al campo 1011 alle 2-2.30 di notte
• Fino alle 5.30 si svolge l'appello all'aperto
• La colonna di forzati si mette in marcia e chi
  non si allinea salterà la pausa pranzo
• Il ritorno avviene alle 18
• prima di andare a dormire, si beve un litro di
  rancio caldo di rape e si mangia un filone di
  pane di circa 200 grammi che viene
  suddiviso tra sette prigionieri, con pochi
Le vittime
• La deportazione costò la vita a circa 50 mila
  italiani: circa 20 mila morti nei lager
• circa 5.400 internati morti o dispersi nella zona
  di operazioni dell'esercito sul fronte orientale
• circa      13.300     che      persero     la    vita
  nell'affondamento delle navi da trasporto
• fino a 6.300 trucidati poco prima della
  liberazione
• Particolare il caso di Dora: dal 28 agosto 1943
  all'aprile 1945, sui 60 mila prigionieri di circa
  venti nazioni che hanno popolato l`intero
Fotografia scattata dai superstiti dell'eccidio di Treuenbrietzen, i
quali finita la guerra si sono recati nel campo per dare una degna
sepoltura ai loro compagni di prigionia. Al campo vi erano 150
internati di cui 127 furono uccisi la notte del 23 aprile 1945
Il rientro in Italia (1)
Claudio Sommaruga ben sintetizza lo choc degli
internati al rientro in Italia:

“ Dal lager si usciva col corpo, mentre l‟anima restava
impigliata nel filo spinato dell‟ultimo cancello...”

Ed un altro IMI, D. Sorani, scrisse:

“Il prigioniero liberato, in realtà, non esce dall‟incubo...
un senso di vuoto esteriore ed interiore lo accompagna:
vuoto per la perdita del gruppo dei compagni di
prigionia, coi quali ha diviso i momenti più traumatici e
nello stesso tempo più intensi della sua vita”.
Il rientro in Italia (2)
Dopo il rientro molti IMI morirono per malattie ed
invalidità, e la gran parte soffrì per molti anni di una
“sindrome” comune:
--Solitudine per la perdita del gruppo solidale.
--Complesso della fame,
--Tormento     delle    scelte    (...collaborare   o   non
collaborare?),
--Complessi di colpa e senso inconscio di colpa per
essere sopravvissuti,
--Delusioni, incomprensioni, indifferenza e fredda
accoglienza al rimpatrio (“...chi ve l‟ha fatto fare? Valeva
al pena?”)
--Incertezza e paura del futuro “se è accaduto, può
La rimozione
Dopo alcuni anni ci fu il fenomeno della “rimozione”
dell‟internamento, che colpì l‟80-90% dei reduci:
--Pochissimi, dei ben 600.000 reduci, hanno testimoniato
la propria esperienza in poco meno di 400 memoriali,
dagli oltre 5.000 memoriali scritti clandestinamente nei
lager.
--Di questi 35 sono stati pubblicati “a mente fresca” tra il
1945 ed il 1949, 150 (fedeli e “rielaborati” sono apparsi
tra il 1950 ed il 1980, ed appena una trentina negli ultimi
venti anni.
--Si aggiungono poi circa 750 testimonianze brevi, sotto
forma di articoli in antologie o interviste disperse nella
stampa. Citiamo che ci sono anche esempi di importante
L‟informazione sui libri di
             storia
•Nel libro “Il dovere della memoria” di C.
Sommaruga e di Olindo Orlandi (edizioni ANRP),
Luigi Cajani riporta un‟analisi eseguita su 19 testi di
storia per le scuole superiori italiane:
- 5 non riportano alcun cenno sugli IMI,
-- 8 riportano scarne informazioni sulle vicende dei
militari dopo l‟8 settembre „43,
-- 4 danno spazio autonomo alla vicenda degli IMI,
ed indicano come elemento significativo il rifiuto di
aderire alla RSI,
-- 2 esplicitano l‟appartenenza della vicenda degli IMI
al contesto della Resistenza.
Riconoscimenti dal dopoguerra a
                    oggi 1
• 2 giugno 1961. – La Germania mette a disposizione
  dell’Italia 61 milioni di DM per i perseguitati dal nazismo ma la
  Commissione istituita nel 1963 ne distribuirà solo 40 milioni di
  DM a 14.500 cittadini italiani dei 350.000 aventi diritto
  (dichiarazione del 23.01.1985 del Ministro del Tesoro). Gli IMI
  sono praticamente esclusi!
• 1999–2004. – La Germania, che dal 17 set. 1943 li aveva
  declassati da KGF (prigionieri) a IMI (internati) e dopo averli
  invitati a presentare, entro il 31 Dic. 2001, all’ OIM domanda
  d’indennizzo, pretestuosamente li riclassifica “prigionieri di
  guerra” non risarcibili come “schiavi di Hitler”, dalla
  Fondazione “Memoria, Responsabilità e Futuro” (G.U. I
  p.1263, 2 ago. 2000)
• Marzo 2004. – La Suprema Corte di Cassazione italiana
  ammette cause di risarcimento danno davanti ai Tribunali
  italiani, non riconoscendo l’immunità dello Stato Tedesco a
Riconoscimenti dal dopoguerra a
             oggi 2
• 28 giugno 2004– La Corte Costituzionale
  Federale tedesca conferma che gli IMI sono
  prigionieri di guerra, anche se civilizzati nel
  1944 e rigetta il ricorso costituzionale dell’ANRP
  (con altri 942 ricorrenti)
• 5 Giugno 2008 - La Cassazione a Sezioni
  Unite, ritiene "l'assoggettamento di quegli
  uomini al lavoro forzato” un crimine contro
  l'umanità.
• Marzo 2009 - Viene istituita una commissione
  formata da storici italiani e tedeschi con lo
  scopo di approfondire sul passato di guerra
  italo-tedesco e in particolare sugli Internati
  Militari Italiani
• 12 Aprile 2011 - La corte d'appello di Firenze
Medaglia all‟internato ignoto
Medaglia al valor militare concessa dalla
Repubblica Italiana
27-12-2006 motivo del conferimento: ”Militare
fatto prigioniero o civile perseguitato per
ragioni politiche o razziali, internato in campi di
concentramento in condizioni di vita inumane,
sottoposto a torture di ogni sorta, a lusinghe
per convincerlo a collaborare con il nemico,
non cedette mai, non ebbe incertezze, non
scese a compromesso alcuno; per rimanere
fedele all'onore di militare e di uomo, scelse
eroicamente la terribile lenta agonia di fame, di
stenti, di inenarrabili sofferenze fisiche e
soprattutto morali. Mai vinto e sempre
coraggiosamente determinato, non venne
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La storia negata dei militari internati italiani...slide

  • 1. Internati Militari Italiani nei campi di lavoro nazisti APPROFONDIMENTI E RAGIONI DI UNA RIMOZIONE INTELLETTUALE DI MASSA
  • 2. 1939 - 1942 • 1 settembre 1939: Hitler scatena la seconda guerra mondiale con l'aggressione alla Polonia, in aiuto della quale scendono in campo Gran Bretagna e Francia. • 10 giugno 1940: Mussolini dichiara guerra alla Francia e alla Gran Bretagna e si schiera con la Germania nazista. • 22 giugno 1941: Hitler dà inizio alla guerra sul
  • 3. IL 1943 • 10 luglio 1943: Gli angloamericani sbarcano in Sicilia. • 25 luglio 1943: Mussolini viene destituito. Nuovo capo del governo è il Maresciallo Pietro Badoglio. • 3 settembre – Firma dell’armistizio segreto tra Italia e alleati. Il patto iniziale prevedeva che l’Italia doveva arrendersi senza condizioni, assumendo il ruolo di cobelligerante, una sorta di alleata di serie “B”. • 8 settembre – Proclamazione dell’Armistizio segreto Italia /Alleati. Scatta l’operazione tedesca “Asse” per la deportazione dell’Esercito Italiano nel Reich come forza combattente o di lavoro secondo i piani del 9 maggio. • 9 settembre – Fuga del Re, Badoglio e Alti Comandi. Esercito allo sbando, abbandonato senza piani, ordini, mezzi, collegamenti e senza aiuti degli Alleati, alla furia
  • 4. DOPO L’ 8 SETTEMBRE • 12 settembre 1943: Mussolini diventa capo della Repubblica Sociale Italiana, vassalla del Reich. • 20 settembre 1943: creazione da parte di Hitler dello status illegale di Internati Militari Italiani • 20 luglio 1944: Accordo tra Hitler e Mussolini che prevedeva la
  • 5.
  • 6. L’Esercito Italiano dopo l’8 settembre • Abbandonato a se stesso, si dissolve. • Complessivamente furono disarmati 1 milione e 7 mila italiani • Circa 716 mila uomini, vennero internati nei lager del Terzo Reich in vista di un possibile “riciclaggio” come combattenti
  • 7. Quanti Italiani furono nei • Lager? tutto 1.007.000, di I deportati italiani furono in cui 716.000 i cosiddetti internati militari (IMI e KGF) iniziali, 44.000 deportati in KZ (Konzentrazionlager Zentrum), 170.000 lavoratori liberi civili (volontari e precettati) ed infine 78.000 altoatesini (emigrati, che avevano optato per la nazionalità tedesca, ma riscopertisi italiani a guerra perduta). • Coloro che accettarono l’opzione furono una minoranza, nel complesso tra i 716 mila internati, i «sì» furono poco più del 14%. Le adesioni maggiori furono raccolte tra gli ufficiali
  • 8.
  • 9. Gli Internati Militari Italiani (IMI) Privati della qualifica di “prigionieri di guerra”, non potevano beneficiare della protezione della convenzione di Ginevra. • Si tratta di una denominazione del tutto impropria poiché per internati si dovrebbe intendere i militari che si rifugiano in uno Stato neutrale in attesa della fine delle ostilità, ma la Germania non era di certo uno Stato neutrale. L'obiettivo di Hitler era duplice: • eliminare dallo scacchiere di guerra uomini che schierati sul fronte opposto, avrebbero potuto creare problemi alle sue armate • recuperare braccia giovani e forti, a costo zero, da
  • 10. Prigionieri di Internati militari Internati militari guerra italiani (POW inglese, PDG Per la Convenzione di Status illegale creato francese e italiano, Ginevra sono militari di da Hitler e non KGF tedesco) stati belligeranti previsto dalle “dichiarata” o “non internati in stati convenzioni perché dichiarata”. Per la neutrali (stati terzi non detenuti in uno stato Convenzione di coinvolti nel conflitto) belligerante (Terzo Ginevra (1929) sono con semilibertà di Reich), con uno stato dei combattenti nemici movimento e di lavoro, tutore non neutrale ma catturati e concentrati retribuito come ai civili belligerante coinvolto in “campi” (“Lager” in locali. Non presenti (RSI), senza tedesco) di transito, ovviamente nel Terzo assistenza dalla Croce smistamento o Reich, stato Rossa Internazionale detenzione, sotto belligerante ma in (CICR) ma dalla Croce tutela e ispezioni di Svizzera e Rossa fascista della uno stato tutore paradossalmente in RSI (con sede a neutrale ed assistenza Romania (regno Verona) con umanitaria e ispezioni alleato del Terzo Reich assistenza limitata a della Croce Rossa e della RSI ma con recapiti postali e senza Internazionale (CICR). buoni rapporti ispezione dei Lager. diplomatici col Regno Assistenza limitata e d’Italia e al riguardo propagandista politica neutrale ! ). del SA-IMI
  • 11. La “galassia” dei Lager •In rosso i campi di sterminio per ebrei, politici, asociali, tarati, •In viola i campi per prigionieri di guerra ed internati militari
  • 12.
  • 13.
  • 15.
  • 16.
  • 17.
  • 18.
  • 19.
  • 20.
  • 21. Le condizioni di vita: FAME!"Borsa-mercato delle calorie. Nei momenti di crisi la sola che prospera è la borsa nera, e con questa speculatori, incettatori, strozzini e intermediari, soprattutto con le guardie tedesche che pagano con forme di pan quadrato! Sulle porte dei lavatoi e dei gabinetti si moltiplicano, con la fame che aumenta e l'arrivo di pacchi di viveri e "cose", i foglietti degli annunci economici: "compro...", "vendo...", "cambio..." qualsiasi cosa, sigarette, riso, stivali... Pagamenti in moneta o baratto, a "quotazioni di borsa". Tra le valute clandestine, circolano lire e dracme (meno apprezzate), con quotazioni al rialzo o al ribasso, secondo un mercato condizionato da fame, pacchi e speculazioni.Tutti girano con in tasca, tabelle di calorie alimentari! Valori orientativi di riferimento, con fluttuazioni su e giù fino al 50%:1 sigaretta = 1
  • 22.
  • 23. Un esempio di pasto al Lager arrivo dall‟Italia al Al suo Lager di Sandbostel, Sommaruga riceve questo rancio (unico nelle prime 24 ore!): -- 1 cucchiaio di margarina, -- 1 di marmellata, -- 150 grammi di pane nero (segale, crusca e 60% di segatura di betulla e paglia trita), -- un mestolo di infuso caldo di foglie
  • 24.
  • 25.
  • 26. Speranza di vita Con la dieta-Lager (quella fornita dai tedeschi, senza integrazioni) la speranza di vita era di due mesi • Formula: Calorie alimentari (da 900 a 1.735 ufficiali) meno calorie spese (metabolismo e lavoro: 2.300-3.000) = deficit di 1400 calorie circa Riserva calorica corporea (70-80.000 utili) diviso deficit (<1.400) = giorni di sopravvivenza
  • 27. Il lavoro da schiavi • Secondo un'analisi riferita al febbraio 1944, gli Imi furono utilizzati in diversi settori produttivi, con una netta prevalenza dell`industria pesante. I dati parlano chiaro: il 56% fu impiegato in imprese minerarie, metalmeccaniche e chimiche; il 12% in edilizia; il 10,8% nei settori energia, trasporti e comunicazioni; il 10,6% in altri comparti industriali, compreso quello alimentare; mentre solo il 6% in attività agricole o similari. • Ditte che hanno sfruttato il lavoro degli italiani. L'archivio è tratto dal volume: "Catalogo dei campi e delle prigioni in Germania e nei territori occupati a cura dell'International • Agfa Tracing Service Hq” • Fischer • Alpine • Shell • Bmw • Siemens • Bayer • Telefunken • Continental • Vaillant • Dunlop • Volkswagen
  • 28.
  • 29. La giornata lavorativa: un esempio • L'orario: turni di 12 ore con una sola mezz'ora d`interruzione per cibarsi con una zuppa di rape. • la sveglia al campo 1011 alle 2-2.30 di notte • Fino alle 5.30 si svolge l'appello all'aperto • La colonna di forzati si mette in marcia e chi non si allinea salterà la pausa pranzo • Il ritorno avviene alle 18 • prima di andare a dormire, si beve un litro di rancio caldo di rape e si mangia un filone di pane di circa 200 grammi che viene suddiviso tra sette prigionieri, con pochi
  • 30.
  • 31.
  • 32.
  • 33. Le vittime • La deportazione costò la vita a circa 50 mila italiani: circa 20 mila morti nei lager • circa 5.400 internati morti o dispersi nella zona di operazioni dell'esercito sul fronte orientale • circa 13.300 che persero la vita nell'affondamento delle navi da trasporto • fino a 6.300 trucidati poco prima della liberazione • Particolare il caso di Dora: dal 28 agosto 1943 all'aprile 1945, sui 60 mila prigionieri di circa venti nazioni che hanno popolato l`intero
  • 34.
  • 35. Fotografia scattata dai superstiti dell'eccidio di Treuenbrietzen, i quali finita la guerra si sono recati nel campo per dare una degna sepoltura ai loro compagni di prigionia. Al campo vi erano 150 internati di cui 127 furono uccisi la notte del 23 aprile 1945
  • 36. Il rientro in Italia (1) Claudio Sommaruga ben sintetizza lo choc degli internati al rientro in Italia: “ Dal lager si usciva col corpo, mentre l‟anima restava impigliata nel filo spinato dell‟ultimo cancello...” Ed un altro IMI, D. Sorani, scrisse: “Il prigioniero liberato, in realtà, non esce dall‟incubo... un senso di vuoto esteriore ed interiore lo accompagna: vuoto per la perdita del gruppo dei compagni di prigionia, coi quali ha diviso i momenti più traumatici e nello stesso tempo più intensi della sua vita”.
  • 37. Il rientro in Italia (2) Dopo il rientro molti IMI morirono per malattie ed invalidità, e la gran parte soffrì per molti anni di una “sindrome” comune: --Solitudine per la perdita del gruppo solidale. --Complesso della fame, --Tormento delle scelte (...collaborare o non collaborare?), --Complessi di colpa e senso inconscio di colpa per essere sopravvissuti, --Delusioni, incomprensioni, indifferenza e fredda accoglienza al rimpatrio (“...chi ve l‟ha fatto fare? Valeva al pena?”) --Incertezza e paura del futuro “se è accaduto, può
  • 38. La rimozione Dopo alcuni anni ci fu il fenomeno della “rimozione” dell‟internamento, che colpì l‟80-90% dei reduci: --Pochissimi, dei ben 600.000 reduci, hanno testimoniato la propria esperienza in poco meno di 400 memoriali, dagli oltre 5.000 memoriali scritti clandestinamente nei lager. --Di questi 35 sono stati pubblicati “a mente fresca” tra il 1945 ed il 1949, 150 (fedeli e “rielaborati” sono apparsi tra il 1950 ed il 1980, ed appena una trentina negli ultimi venti anni. --Si aggiungono poi circa 750 testimonianze brevi, sotto forma di articoli in antologie o interviste disperse nella stampa. Citiamo che ci sono anche esempi di importante
  • 39. L‟informazione sui libri di storia •Nel libro “Il dovere della memoria” di C. Sommaruga e di Olindo Orlandi (edizioni ANRP), Luigi Cajani riporta un‟analisi eseguita su 19 testi di storia per le scuole superiori italiane: - 5 non riportano alcun cenno sugli IMI, -- 8 riportano scarne informazioni sulle vicende dei militari dopo l‟8 settembre „43, -- 4 danno spazio autonomo alla vicenda degli IMI, ed indicano come elemento significativo il rifiuto di aderire alla RSI, -- 2 esplicitano l‟appartenenza della vicenda degli IMI al contesto della Resistenza.
  • 40.
  • 41.
  • 42. Riconoscimenti dal dopoguerra a oggi 1 • 2 giugno 1961. – La Germania mette a disposizione dell’Italia 61 milioni di DM per i perseguitati dal nazismo ma la Commissione istituita nel 1963 ne distribuirà solo 40 milioni di DM a 14.500 cittadini italiani dei 350.000 aventi diritto (dichiarazione del 23.01.1985 del Ministro del Tesoro). Gli IMI sono praticamente esclusi! • 1999–2004. – La Germania, che dal 17 set. 1943 li aveva declassati da KGF (prigionieri) a IMI (internati) e dopo averli invitati a presentare, entro il 31 Dic. 2001, all’ OIM domanda d’indennizzo, pretestuosamente li riclassifica “prigionieri di guerra” non risarcibili come “schiavi di Hitler”, dalla Fondazione “Memoria, Responsabilità e Futuro” (G.U. I p.1263, 2 ago. 2000) • Marzo 2004. – La Suprema Corte di Cassazione italiana ammette cause di risarcimento danno davanti ai Tribunali italiani, non riconoscendo l’immunità dello Stato Tedesco a
  • 43. Riconoscimenti dal dopoguerra a oggi 2 • 28 giugno 2004– La Corte Costituzionale Federale tedesca conferma che gli IMI sono prigionieri di guerra, anche se civilizzati nel 1944 e rigetta il ricorso costituzionale dell’ANRP (con altri 942 ricorrenti) • 5 Giugno 2008 - La Cassazione a Sezioni Unite, ritiene "l'assoggettamento di quegli uomini al lavoro forzato” un crimine contro l'umanità. • Marzo 2009 - Viene istituita una commissione formata da storici italiani e tedeschi con lo scopo di approfondire sul passato di guerra italo-tedesco e in particolare sugli Internati Militari Italiani • 12 Aprile 2011 - La corte d'appello di Firenze
  • 44. Medaglia all‟internato ignoto Medaglia al valor militare concessa dalla Repubblica Italiana 27-12-2006 motivo del conferimento: ”Militare fatto prigioniero o civile perseguitato per ragioni politiche o razziali, internato in campi di concentramento in condizioni di vita inumane, sottoposto a torture di ogni sorta, a lusinghe per convincerlo a collaborare con il nemico, non cedette mai, non ebbe incertezze, non scese a compromesso alcuno; per rimanere fedele all'onore di militare e di uomo, scelse eroicamente la terribile lenta agonia di fame, di stenti, di inenarrabili sofferenze fisiche e soprattutto morali. Mai vinto e sempre coraggiosamente determinato, non venne meno ai suoi doveri nella consapevolezza che solo così la sua Patria un giorno avrebbe