1. IPERTENSIONE ARTERIOSA NELL’ANZIANO L’ipertensione arteriosa è uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di patologia cardio e cerebrovascolare. Il rischio aumenta progressivamente al crescere dell’età, tanto che negli Stati Uniti la prevalenza di I.A. è di oltre il 60% nella popolazione di età superiore a 65 anni e raggiunge il 70% negli ultra ottantacinquenni.
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3. In due studi del 2005 *° si è dimostrato che un relativo aumento della PAD risulta avere un paradossale effetto protettivo, in quanto fattore determinante della riduzione relativa della pressione arteriosa differenziale * °
4. Una metanalisi di Staessen su 16.000 pazienti (Lancet 2000) dimostra che la mortalità CV era inversamente correlata alla PAD, a parità di PAS: risultato che conferma il ruolo della Pressione Arteriosa differenziale come determinante emodinamico del rischio
5. Peraltro, recenti studi del 2010 (ORIENT e ROADMAP) hanno messo in evidenza, in pazienti selezionati (diabetici e/o coronaropatici), che un eccessivo decremento della PAS < 110 mmHg determina un aumento di eventi fatali
6. Nelle più recenti linee guida ESH e ESC (2007) viene definita Ipertensione Sistolica Isolata una P.A. con valori di P.A.S. =/> 140 mmHg e di P.A.D. < 90 mmHg
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8. GAP ASCOLTATORIO Indice diretto di aumentata rigidità della parete arteriosa negli ipertesi, è caratterizzato, durante la deflazione del bracciale dello sfigmomanometro, dalla normale comparsa dei toni di Korotoff, che però poi scompaiono prima del raggiungimento della PAD, per ripresentarsi a valori inferiori. Quindi possibile sottostima dei valori di PAS o, viceversa, sovrastima di quelli di PAD.
9. PSEUDOIPERTENSIONE la marcata sovrastima dei valori di PA in presenza di sclerosi e calcificazione della parete arteriosa; la pressione d’insufflazione del manicotto necessaria a far collabire l’arteria è nettamente più elevata rispetto alla pressione all’interno del vaso.
10. IPOTENSIONE ORTOSTATICA Ricerca dell’ipotensione ortostatica: negli anziani, come pure nei pz. diabetici, è necessario eseguire determinazioni della PA dopo 1, 3 e 5 minuti di ortostatismo. Si può, infatti osservare una riduzione di almeno 20 mmHg di PAS nel passaggio dal clinostatismo all’ortostatismo.