2. L’Europa verso il disastro,
1938-1939
Conferenza di Monaco, settembre 1938:
da destra
Chamberlain, Daladier, Hitler, Mussolini, Ciano
3. Lo squilibrio europeo:
gli obiettivi della Germania
• La tensione internazionale crebbe in Europa
nella seconda metà degli anni ‘30 soprattutto
per opera della Germania
• La Germania di Hitler aveva due obiettivi
• I. cancellare gli equilibri geopolitici di
Versailles per unificare i popoli di lingua e
cultura tedesca in un Reich
• II. espandersi verso Est ai danni della Russia
4. La strategia inglese dell’appeasement
• Francia e Gran Bretagna non avevano reagito in modo deciso alle
iniziative condotte dai paesi fascisti: conquista dell’Etiopia da parte
italiana e guerra civile spagnola
• La Germania constatando questa debolezza e contando sull’alleanza
con l’Italia riteneva possibile raggiungere i suoi obiettivi
• La Gran Bretagna, a sua volta, riteneva possibile trattare la
Germania in base alla politica dell’appeasement, una strategia
condivisa dalla maggioranza dei conservatori e dell’opinione
pubblica inglese, contraria a qualsiasi conflitto, e non rigidamente
osteggiata dai laburisti
• La strategia dell’appeasement si basava sulla convinzione che la
Germania nazista fosse controllabile: era possibile lasciare che
Hitler raggiungesse i suoi obiettivi più “ragionevoli” e in questo
modo la Germania sarebbe stata compensata delle dure condizioni
impostale a Versailles
5. Le difficoltà della Francia tra Fronte popolare e destre
• La Francia scontava grosse difficoltà interne e
l’opinione pubblica francese non voleva un altro
conflitto
• I francesi non volevano imbarcarsi in una guerra per
difendere la Russia o la “piccola Intesa” dagli attacchi
nazisti
• I socialisti erano tradizionalmente pacifisti, mentre i
conservatori guardavano con simpatia alle potenze
fasciste, che nella loro idea potevano evitare che
l’esperienza del Fronte popolare si ripetesse: “meglio
Hitler che Blum” era uno slogan molto diffuso tra i
conservatori francesi
6. La strategia tedesca/1: il 1938
• Contando su queste fragilità, l’azione nazista si
dispiegò nel giro di due anni, 1938 e 1939,
determinando uno sconvolgimento totale
della carta politica europea e l’avvio verso un
nuovo conflitto mondiale
Nel 1938 i fatti salienti furono
• 1. l’Anchsluss tra Austria e Germania
• 2. la questione dei Sudeti
• 3. la conferenza di Monaco di Baviera
7. La strategia tedesca/1: l’Anschluss
• Hitler, austriaco per nascita, aveva già cercato nel 1934,
senza esito, di annettere l’Austria alla Germania
• All’inizio del 1938, su impulso di Berlino, i nazisti austriaci
tentano di far cadere il governo legittimo del cancelliere
Schuschnigg attraverso una campagna di violenze e
disordini con cui vogliono arrivare all’Anschluss
• Il cancelliere convoca allora un referendum per sapere
quanti austriaci vorrebbero l’annessione alla Germania,
contando sul fatto che l’opinione pubblica austriaca
L’Anchluss tra Germania e Austria sembrava favorevole a mantenere l’indipendenza
• Hitler decide allora di forzare i tempi per evitare il
referendum, e fa schierare truppe tedesche al confine con
l’Austria, pronte a entrare nel paese vicino
• Schuschnigg capisce che la situazione è compromessa e si
dimette
• Al suo posto subentra come cancelliere il nazista Seyss
Inquart
• Quest’ultimo decise di chiedere l’intervento dell’esercito
tedesco “per salvare il paese dal caos”
• Il 13 marzo 1938 l’esercito tedesco entra a Vienna e
occupa l’Austria
• In aprile l’unificazione tra Austria e Germania viene
sancita da un plebiscito in cui una maggioranza amplissima
Manifesto di propaganda a favore vota a favore dell’Anchluss
dell’Anchluss per il plebiscito
8. La strategia tedesca/1: i Sudeti
• La Germania hitleriana proseguì nella sua azione
rivendicativa, rivolgendosi questa volta verso la
regione dei Sudeti, compresa entro la
Cecoslovacchia, e abitata da tre milioni di tedeschi
• Anche nei Sudeti, i nazisti locali si mobilitarono per
chiedere al governo cecoslovacco concessioni
sempre più ampie per la minoranza tedesca
• Il governo decise, in un primo momento, di
concedere ai tedeschi dei Sudeti maggiore
autonomia
• Hitler voleva però l’annessione della regione e la
dissoluzione della Cecoslovacchia, e lanciò nel
settembre 1938 un ultimatum al governo
cecoslovacco perché cedesse i Sudeti
• La Cecoslovacchia era alleata con Francia e Urss,
che non confinavano con essa
La regione dei Sudeti • I sovietici, alleati della Francia, erano obbligati a
(in viola scuro) intervenire solo se questa lo avesse fatto a sua volta
• La Francia era condizionata nella sua azione
dall’operato britannico
• Il primo ministro inglese Neville Chamberlain andò
due volte a Berlino nel settembre 1938 per
ottenere una soluzione di compromesso da Hitler,
ma senza esito
9. La strategia tedesca/1: la conferenza di Monaco
• Chamberlain, temendo lo scoppio di una guerra,
contattò allora Mussolini, spingendolo a promuovere
una Conferenza internazionale tra i capi dei grandi
stati europei, a parte l’Urss
• Si riunirono a Monaco di Baviera il 29 e 30 settembre
1938 Chamberlain, Mussolini, Daladier (primo ministro
francese) e Hitler ,mentre il governo cecoslovacco non
venne coinvolto e nemmeno consultato
• I primi ministri francese e inglese approvarono il piano
di Mussolini, che in pratica era una totale accettazione
delle imposizioni tedesche: annessione dei Sudeti alla
Germania, dopo che fosse stato tenuto un plebiscito
• La Cecoslovacchia dovette accettare la soluzione
imposta a Monaco e aprire i suoi confini ai tedeschi
• L’Urss comprese che in caso di aggressione tedesca non
avrebbero potuto contare su nessun aiuto dai grandi
paesi dell’Europa occidentale e abbandonò l’alleanza
La “Grande Germania” dopo con la Francia
la conferenza di Monaco del 1938
• L’esito della conferenza fu visto con favore dall’opinione
pubblica europea perché sembrava allontanare
definitivamente la guerra
12. L’invasione tedesca della Boemia e della Moravia
• Hitler aveva preparato i piani per invadere
Boemia e Moravia già nell’autunno 1938
• Le due zone più sviluppate e abitate della
Cecoslovacchia furono invase dai tedeschi nel
marzo 1939, e questo determinò lo sfaldamento
del paese
• Boemia e Moravia furono dichiarate dai tedeschi
invasori “protettorato”
• La Slovacchia si autoproclamò indipendente,
diventando uno stato-satellite di Hitler
13. I patti di assistenza militare di Gran Bretagna e
Francia: la Polonia
• L’ attacco tedesco alla Boemia e Moravia suscitò finalmente
la reazione di Francia e Gran Bretagna, che mise fine
all’appeasement
• La strategia dei due stati consistette nel creare una rete di
alleanze militari (Belgio, Olanda, Grecia, Romania e Turchia)
in funzione anti-Asse
• Tra i patti di assistenza militare promossi da inglesi e
francesi, quello con la Polonia fu il più importante
• Hitler voleva prendere la città libera di Danzica, a
maggioranza tedesca, e così acquisire il “corridoio” di terra
che dalla città portava verso la Polonia, al fine di
conquistarla
• Il patto di assistenza militare tra Polonia, Francia e Gran
Bretagna doveva evitare che la Polonia avesse lo stesso
trattamento della Cecoslovacchia
14. L’occupazione italiana dell’Albania e il “patto
d’acciaio”
• L’idea di Mussolini era che la Germania fosse assolutamente
superiore in un probabile conflitto, e che l’Italia non avrebbe
dovuto
• 1. da una parte rimanere neutrale
• 2. dall’altra lasciare alla Germania ogni spazio di manovra
• Nell’aprile del 1939 Mussolini aveva fatto occupare il regno
di Albania, con l’obiettivo di penetrare profondamente nei
Balcani
• Nel maggio del ‘39 il dittatore italiano accettò di trasformare
il legame generico dell’Asse in una alleanza militare vera e
propria, chiamato “patto d’accciaio”
• Era un accordo vincolante in base al quale i due alleati
Da sinistra, avrebbero dovuto intervenire l’uno al fianco dell’altro in
Mussolini, Hitler e Ciano caso fosse nato, per una causa qualsiasi, un conflitto
alla conferenza di Monaco
• Il patto d’acciaio, dovuto oltre che a Mussolini, anche al
ministro degli esteri Galeazzo Ciano (genero del “duce”), fu
un grave errore politico e militare: l’Italia non aveva i mezzi
militari per combattere una guerra europea
• Mussolini e Ciano si lanciarono in questo azzardo credendo
alle promesse di Hitler per il quale la guerra non si sarebbe
combattuta prima di due - tre anni
15. L’atteggiamento dell’Urss
• Gli squilibri internazionali furono aumentati
dall’atteggiamento sovietico
• I sovietici ritenevano che i grandi paesi occidentali
non li avrebbero sostenuti nel caso di attacco tedesco
• Le grandi democrazie occidentali sospettavano che
l’Urss volesse espandersi nelle zone orientali d’Europa
• La Polonia non intendeva concedere alle truppe
dell’Armata Rossa un attraversamento del proprio
territorio, se l’Urss fosse stata attaccata dalla Germania
• In questa incertezza, l’Urss decise di aprire a un
possibile accordo con la Germania
16. Il patto Von Ribbentropp-Molotov
• A Mosca il 23 agosto 1939 avvenne un fatto
considerato impossibile fino a quel momento
• I ministri degli esteri Von Ribbentropp
(tedesco) e Molotov (sovietico) firmarono un
patto di non aggressione
• L’Urss ne avrebbe ricavato vantaggi
• I.sia di tempo, perché allontanava il pericolo di
un immediato attacco tedesco, e si poteva
armare per un probabile attacco differito di
Hitler
• II. sia di natura territoriale, perché il patto
prevedeva la spartizione di Polonia e Romania
tra Germania e Urss; inoltre con il patto l’Urss
poteva conquistare anche gli stati baltici
(Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia)
• La Germania ricavava dal patto la possibilità di
conquistare parte della Polonia, senza
rischiare di subire attacchi sovietici
17. L’invasione della Polonia
• Il primo giorno di settembre del
1939, le truppe della Germania
invasero la Polonia
• Il 3 settembre Gran Bretagna e
Francia dichiararono guerra alla
Germania
L’attacco di Germania e Urss
• Così aveva inizio la II guerra
alla Polonia mondiale
• L’Italia, come accadde nel 1914,
dichiarò subito la sua “non
belligeranza”
• La Russia invase la parte orientale
In questa famosa foto, soldati
della Polonia
tedeschi alzano la sbarra di confine
tra Polonia e Germania
18. I e II guerra mondiale:
somiglianze e differenze
• Le cause e le caratteristiche della II guerra mondiale
erano simili alla prima, ma con alcune differenze:
• La Germania voleva imporre la sua egemonia
all’Europa
• Gran Bretagna e Francia volevano impedirlo
• Il conflitto da europeo diventò globale in pochi mesi
• La battaglia ideologica tra i contendenti fu però ancora
più radicale di quanto accadde nel ‘15-18
• La mobilitazione dei cittadini fu più ampia della
grande guerra, tanto che si può parlare di guerra
“totale”
19. La Germania conquista la Polonia
• La Germania conquistò la Polonia occidentale in poco
più di un mese
• La strategia vincente fu quella dell’attacco congiunto
da parte dell’aviazione e delle forze corazzate,
secondo la strategia della guerra –lampo
• I carri armati e i blindati costituivano reparti
“meccanizzati” che attuavano una guerra di
movimento e permettevano di occupare in pochi giorni
ampi territori.
• In questo modo gli eserciti avversari non avevano
possibilità di rifornimento
21. La drole de guerre
• Tedeschi e sovietici imposero alla Polonia
un’occupazione durissima, e la eliminarono di
nuovo dalla geografia del continente
• A Occidente l’offensiva fu sospesa per sette
mesi, perché i tedeschi si dovevano
riorganizzare
• e si creò la situazione chiamata dai francesi
drole de guerre, cioè “attesa di guerra”, tale da
indebolire il morale delle truppe alleate
22. Il nord-Europa:
Finlandia, Norvegia e Danimarca
• Alla fine di novembre del ‘39, l’Urss attaccò la
Finlandia, col pretesto che quest’ultima aveva richiesto
indebitamente modifiche di confine, e la conquistò nel
marzo ‘40
• Nella primavera del ‘40, in aprile, la Germania andò
all’attacco di Norvegia e Danimarca, conquistandole
entrambe
• Così alla fine della primavera del ‘40 i tedeschi
controllavano i due terzi dell’Europa settentrionale e si
apprestavano a attaccare la Francia
• L’iniziativa tedesca cominciò il 10 maggio 1940, e nel
giro di poche settimane giunse ai suoi obiettivi.
23. I tedeschi attaccano la Francia a Sedan
• L’esercito tedesco agì con una strategia
identica alla I guerra mondiale,invadendo il
Belgio, ma anche Olanda e Lussemburgo, per
poi dirigersi verso la Francia
• La maggior parte delle truppe dei francesi
erano schierate a difendere il Belgio a nord e a
presidiare la linea Maginot, una lunga serie di
fortificazioni sul confine con la Germania
La linea Maginot • La tattica vincente dei tedeschi fu attaccare il
punto debole della linea di difesa francese,
Sedan, cioè il confine tra Belgio e Lussemburgo,
che era in parte sguarnito di difese militari
• I tedeschi sfondarono in pianura e chiusero
verso il mare francesi, belgi e inglesi, che erano
appena sbarcati per sostenere i loro alleati
• Gli inglesi furono costretti a reimbarcarsi a
Dunquerque, con qualche migliaio di belgi e
francesi, approfittando di un breve
rallentamento tedesco nell’azione di guerra
25. I tedeschi entrano a Parigi. Armistizio di Rhetondes
• La breve pausa servì a Hitler per testare la
reazione inglese, in vista di un possibile accordo,
che però non giunse
• Le truppe tedesche ripresero allora la loro
iniziativa d’attacco, e il 14 giugno 1940 entrarono
a Parigi, mentre una parte della cittadinanza
lasciava la capitale per dirigersi a Sud
Truppe tedesche sfilano a
Parigi • La classe politica francese si disperse, e l’incarico
di primo ministro fu assunto dall’anziano
maresciallo Petain, che subito agì per
raggiungere un armistizio con i tedeschi, firmato
il 22 giugno, con l’assenso dei capi di stato
maggiore, convinti che resistere alla Germania
fosse inutile
• Simbolicamente, l’armistizio fu firmato a
Rethondes, la località in cui 22 anni prima la
Germania si era arresa ai suoi avversari, e sul
Il maresciallo Petain
medesimo vagone ferroviario, per volontà di
Hitler
26. La Francia di Petain
• Il governo francese stabilì la propria
sede nella città termale di Vichy e
accettò di governare solo la parte
centro-meridionale della Francia e le
colonie (“Francia libera”), mentre il
resto del territorio rimase sotto il
controllo dei tedeschi
• La “Francia di Vichy” diventò uno
La divisione della Francia stato-satellite della Germania
dopo l’invasione tedesca
• Petain incolpò della sconfitta
francese il regime repubblicano, la
sua classe dirigente e il sistema dei
partiti
• Impose un regime politico ispirato ai
valori dell’ancien régime: Dio, patria
e famiglia
27. L’entrata in guerra dell’Italia
• La sconfitta della Francia spinse Mussolini
a decidere l’entrata in guerra dell’Italia,
anche se l’Italia non era assolutamente
preparata ad affrontare un conflitto:
l’equipaggiamento militare era
insufficiente dopo le guerre in Etiopia e
Spagna e il paese doveva ricorrere alle
importazioni di materie prime
Mussolini annuncia l’entrata • In realtà anche l’opinione pubblica non era
in guerra dell’Italia dal balcone favorevole alla guerra, così come alcuni
di Palazzo Venezia gerarchi e gli imprenditori, nonché buona
parte delle alte gerarchie militari
• L’orientamento dell’opinione pubblica
cambiò quando apparve possibile vincere
con facilità e rapidità grazie alle difficoltà
estreme della Francia
• Mussolini annunciò l’entrata in guerra il 10
giugno 1940
28. L’attacco italiano alla Francia
• Mussolini voleva combattere una guerra parallela
rispetto ai tedeschi, e non un conflitto insieme a loro
• L’attacco alla Francia, militarmente allo sbando,
cominciò il 21 giugno del 1940, ma andò peggio del
previsto: perdite consistenti (5000 tra morti e feriti) e
vantaggi territoriali minimi, nel momento in cui la
Francia chiese la pace il 24 giugno
• In Africa, le truppe italiane, partendo dalla Libia,
cercarono di attaccare l’esercito inglese in Egitto, ma
dovettero interrompere l’azione perché i mezzi
corazzati erano insufficienti
29. La resistenza inglese ai tedeschi
• La Gran Bretagna, dopo il crollo dei francesi, era rimasta
sola a combattere contro la Germania
• Le alternative erano due
• I. trattare con Hitler da una posizione di debolezza,
riconoscendogli le sue conquiste
• II. continuare il conflitto, contando sulla propria potenza
navale e sui rifornimenti che venivano dal Commonwealth
• La seconda alternativa era sostenuta con forza dal primo
ministro conservatore Winston Churchill, che a metà del
1940 era stato chiamato a guidare il governo di coalizione
nazionale
• La scelta inglese fu dunque di combattere,anche a costo di
sacrifici pesanti, preannunciati da Churchill nel suo discorso
di insediamento
30. L’operazione “Leone marino”
• La Germania cominciò allora l’operazione “Leone
Marino”, con l’obiettivo di invadere la Gran
Bretagna, utilizzando massicciamente la
Luftwaffe, l’aviazione militare, che avrebbe
permesso di controllare i cieli dell’Europa
settentrionale e sopra la Manica, contrastando la
superiorità degli inglesi per mare
• Per tre mesi l’aviazione tedesca bersagliò la Gran
Bretagna con attacchi pesantissimi per
Bombardamento di Londra,
23 agosto 1940
danneggiare la sua potenza industriale e
indebolirne il morale: furono colpiti sia i centri
industriali, come Coventry, sia le città principali,
tra cui Londra che subì diverse incursioni, causa di
numerosi morti e feriti
• L’aviazione inglese, la Royal Air Force (Raf) riuscì
però a organizzare e attuare una difesa antiaerea
relativamente efficace
• Con l’arrivo dell’autunno gli attacchi tedeschi si
Churchill visita le zone
esaurirono, a causa della imprevista tenacia
bombardate inglese nel resistere
di Londra, 10 settembre 1940
31. Il fallimento della guerra parallela italiana:
la Grecia
• La strategia di guerra parallela voluta da Mussolini portò l’esercito
italiano a attaccare la Grecia alla fine di ottobre 1940, per bilanciare
l’iniziativa militare dei tedeschi in Romania
• L’attacco fu però sbagliato nei tempi e nei modi: frettoloso e poco
curato nella preparazione
• La resistenza della Grecia, retta fino allora da un regime
conservatore amico dell’Italia, fu estremamente decisa
• Dopo un mese, gli italiani furono costretti a indietreggiare e ritirarsi
di fatto in Albania
• L’insuccesso determinò una grossa crisi di sfiducia nell’opinione
pubblica italiana, in mezzo alla quale circolarono, anche per effetto
delle lettere che i soldati italiani riuscivano a spedire a casa e
sfuggivano alla censura, le voci di sbandamenti delle truppe, carenza
di equipaggiamento e disorganizzazione complessiva
32. Il fallimento della guerra parallela italiana:
la Cirenaica
• Il fronte africano era a sua volta una zona di guerra
poco gloriosa per l’Italia
• Alla fine del 1940 la Gran Bretagna, grazie ai suoi carri
armati e alla migliore organizzazione dell’esercito,
aveva conquistato la parte orientale della Libia (la
Cirenaica), e aveva inferto all’esercito italiano perdite
molto pesanti, nell’ordine di decine di migliaia di
morti, feriti e prigionieri
• Mussolini fu costretto a chiedere l’aiuto dell’alleato
tedesco per evitare che gli italiani fossero cacciati dalla
Libia
• L’intervento dei tedeschi guidati dal brillante generale
Rommel fu decisivo per la riconquista della Cirenaica
nell’aprile del ‘41
• In quello stesso mese, tuttavia, gli inglesi occuparono
Addis Abeba, capitale dell’Etiopia, dove rientrò il
negus Hailè Sellassiè.
• Anche questi eventi fecero precipitare il prestigio
italiano al suo punto più basso, e di fatto posero fine
Il generale tedesco Rommel al progetto di “guerra parallela”
33. La conquista di Jugoslavia e Grecia
da parte di tedeschi e italiani
• Il progetto tedesco di occupazione dei Balcani
si sovrappose a quello italiano di conquista
della Grecia
• Le truppe italiane e tedesche nell’aprile del
1941 attaccarono insieme la Jugoslavia e la
Grecia, conquistandole entrambe
• L’effetto fu di spingere fuori dalla Grecia gli
inglesi, che si trovavano qui dal mese
precedente
36. L’attacco della Germania all’Urss
• Nel giugno del 1941, la Germania cominciò
l’operazione Barbarossa, cioè l’attacco all’Urss
• Si sviluppò su un fronte che andava dal
Baltico al Mar Nord, e i sovietici furono
sorpresi dall’azione tedesca
• Mussolini decise di far partecipare all’azione
anche un corpo di spedizione italiano, il Csir
(Corpo di spedizione italiano in Russia)
37. L’operazione Barbarossa, estate –autunno 1941
Le direttrici lungo le quali le truppe tedesche
si mossero durante l’estate del 1941 furono
il nord, attraverso i territori del Baltico,
e il Sud, attraverso l’Ucraina,con l’obiettivo di
conquistare zone del Caucaso, ricche di
petrolio
L’attacco a Mosca avvenne però molto tardi,
a ottobre, mentre si preparava il grande
inverno russo
I tedeschi si dovettero bloccare a pochi
chilometri da Mosca, perché le condizioni
atmosferiche impedivano l’avanzata,
rallentando gli automezzi
A dicembre i sovietici riuscirono a
allontanare da Mosca i tedeschi
L’invasione tedesca dell’Urss
secondo le sue direttrici
38. La resistenza sovietica e i problemi dei tedeschi
• Nell’inverno del 1941-42, la situazione peggiorò
per i tedeschi
• Controllavano i territori baltici, l’Ucraina e la
Bielorussia, utili per i rifornimenti, ma l’esercito
della Germania era bloccato nelle pianure russe a
causa della stagione avversa e della resistenza
tenace dei russi, guidata da Stalin
• Questa resistenza era sostenuta dalla produzione
industriale delle regioni a est del fiume Volga e
trasformò la guerra-lampo prevista da Hitler in
una guerra di usura logorante e incerta
39. Gli Usa dal non intervento al sostegno ai
britannici
• Gli Usa non erano entrati in guerra nel 1939-40,
ma la politica di non intervento cominciò a
mutare dopo che Roosevelt fu rieletto per la terza
volta alla presidenza nel novembre 1940
• Iniziò un’azione di sostegno economico
statunitense alla Gran Bretagna attraverso una
legge apposita per cui gli Usa potevano fornire
materiale bellico a condizioni di favore agli stati
strategici per gli interessi americani
• Nel maggio 1941, gli Usa interruppero i rapporti
diplomatici con Italia e Germania
40. La “Carta atlantica”
• A metà agosto del 1941, Roosevelt e
Churchill si incontrarono al largo dell’isola di
Terranova (Canada) e firmarono la Carta
atlantica
• Era un documento in otto punti che
condannava i regimi fascisti e indicava i
principi in base ai quali edificare un nuovo
ordine democratico alla fine della guerra:
• rispettare la sovranità popolare
• rispettare il diritto di autodeterminazione dei
popoli
• libertà di commercio
Roosevelt e
Churchill si • libertà dei mari
incontrano a • cooperazione internazionale
Terranova • evitare l’uso della forza nei rapporti
internazionali
41. L’imperialismo giapponese e il “patto tripartito”
• Il Giappone spinse gli Usa a entrare in
guerra
• Dal 1937 il Giappone stava portando
avanti un conflitto contro la Cina per
conquistarla
• Nel settembre del 1940 il paese asiatico
aveva firmato un patto tripartito di
alleanza con Italia e Germania
• Con lo scoppio della guerra, i giapponesi
avevano ampliato i loro obiettivi
imperialistici a tutto il Sud-Est asiatico,
invadendo l’Indocina francese
• Usa e Gran Bretagna decisero l’embargo,
cioè il blocco delle esportazioni verso il
Cartolina di propaganda Giappone, come ritorsione per l’invasione
giapponese che celebra
il patto tripartito
42. L’attacco giapponese a Pearl Harbor
• Il Giappone non volle però ritirarsi né dalla Cina, né
dall’Indocina e decise di portare il conflitto con le
potenze occidentali alle estreme conseguenze
• Il 7 dicembre 1941 il Giappone attaccò la flotta
americana ancorata in gran parte nella baia di Pearl
Harbor, alle Hawaii, senza dichiarazione di guerra
• Anche gli Usa entrarono così in guerra
• Germania e Italia dichiararono anch’esse guerra agli Usa
• Vista la distruzione di buona parte della flotta americana,
i giapponesi conquistarono in sei mesi Filippine,
Malesia, Birmania e Indonesia, e minacciavano anche
Australia e India
• Le minacce a questi territori e le perdite coloniali
spinsero i britannici a spostare una parte delle loro forze
militari dal Medio all’Estremo Oriente
43. La baia di Pearl Harbor e l’espansionismo
giapponese
45. Fenomeni di resistenza antifascista
• La resistenza all’occupazione nazista si espresse nei
diversi paesi in forme varie: non collaborazione;
diffusione di volantini; passaggio di informazione agli
Alleati; sabotaggi di strade, ponti, linee elettriche e
ferroviarie
• L’attuazione di queste iniziative era opera nei primissimi
tempi della guerra di gruppi piccoli, che erano legati ai
governi in esilio o ai movimenti di liberazione, come la
Francia Libera guidata dal generale De Gaulle, che fin
dall’inizio della guerra aveva cercato di spingere i suoi
connazionali a resistere ai nazisti
De Gaulle
• A partire dal 1941 si rafforzarono e organizzarono
movimenti di resistenza con il forte coinvolgimento della
popolazione, come in Jugoslavia e Grecia
• Quando l’Urss fu invasa dai tedeschi, i comunisti europei
furono ulteriormente stimolati a resistere e a
combattere il nazismo, uscendo dall’ambiguità che,
dopo il patto Von Ribbentropp-Molotov, li aveva portati
a condannare i due “opposti imperialismi” (tedesco e
delle democrazie occidentali)
46. Le diffidenze reciproche tra antinazisti
• Le diverse realtà della resistenza
antinazista e antifascista non sempre si
accordarono tra loro per attuare strategie
comuni
• I comunisti erano comunque sospetti agli
angloamericani e anche agli occhi degli
antinazisti di tendenza politica moderata
• Vi furono zone dell’Europa orientale come
Tito
la Jugoslavia in cui l’esercito popolare di
ispirazione comunista guidato da Tito
(nome di battaglia di Josip Brodz) ebbe
una forza decisamente superiore agli
antifascisti moderati, nazionalisti e
monarchici,che furono emarginati dalla
lotta
47. Collaborazionismi e collaborazionisti
• Vi furono anche importanti fenomeni di
collaborazionismo, cioè di aiuto, volontario o
forzato, nei confronti degli occupanti nazisti da
parte della popolazione degli stati invasi
• Si trattò di persone disposte a combattere
contro i movimenti resistenziali, oppure
arruolate a forza nei reparti delle SS
• Vi furono uomini politici come Petain che
governarono al servizio dei nazisti:in alcuni casi
erano fascisti già prima dell’occupazione
Pierre Laval tedesca,come accadde in Ungheria; in altri
successe erano leader separatisti, che trovarono un
a Petain sostegno nel nazismo, come accadde in
come primo Slovacchia e Croazia; in altri ancora si trattò di
ministro esponenti politici che in nome di un
nella Francia anticomunismo esasperato accettarono di
di Vichy sostenere la politica del nazismo
48. 1942,
Il “nuovo ordine” dell’Asse
Campo di concentramento Campo di concentramento di Mauthausen
giapponese nelle Indie Orientali
49. Giappone e Germania:
il nuovo ordine in Asia e Europa
• Nel 1942, la Germania e il Giappone controllano
rispettivamente buona parte dell’Europa
continentale e dell’Asia sud-orientale
• Questi territori sono governati da tedeschi e
giapponesi in modo simile, cioè una
sottomissione delle popolazioni e della società,
un esasperato sfruttamento delle risorse
• Le classi dirigenti della Germania e del Giappone
hanno questo approccio al potere perché
ritengono che la razza tedesca e giapponese siano
superiori a ogni altro popolo d’Europa e d’Asia
50. Il Giappone:
“sfera di coprosperità della Grande Asia Orientale”
• Il dominio giapponese sull’Asia viene presentato dai
nipponici come “sfera di coprosperità della Grande Asia
Orientale”
• Secondo la propaganda giapponese, i popoli asiatici
sono stati liberati grazie al Giappone dalla nefasta
presenza e influenza delle nazioni occidentali, di
conseguenza possono vivere in modo libero e prospero
sotto la guida dei giapponesi
• La realtà dei fatti fu che il Giappone sottopose le zone
dominate a uno sfruttamento molto pesante,
sottraendo loro tutte le risorse necessarie, dalle
materie prime al lavoro umano, allo sforzo bellico
nipponico
51. La Germania: stati-satellite e occupazioni militari
• Anche i paesi sottomessi al dominio tedesco subiscono una sorte
simile
• I sistemi di occupazione tedeschi sono diversificati a seconda delle
zone
• Vi sono gli stati-satellite, come la Francia di Vichy o la Slovacchia, a
cui i tedeschi imposero contribuzioni coatte; o ricavarono risorse e
materie prime a prezzo conveniente, che erano poi mandate alle
fabbriche della Germania
• Nell’Est Europa, vi furono occupazioni militari vere e proprie
• L’occupazione militare aveva come effetto principale il
reclutamento forzato e deportazione di manodopera (circa 13
milioni di persone, tra civili, prigionieri di guerra, ebrei
imprigionati), che veniva utilizzata nelle fabbriche e nei campi
tedeschi al posto dei lavoratori “ariani” al fronte
• Queste persone sono trattate in modo disumano
• I tedeschi, inoltre, tolgono ai loro paesi risorse alimentari e materie
prime,impoverendoli ulteriormente
52. Il “nuovo ordine europeo” della Germania
• Questa organizzazione imposta dai nazisti prefigura quello che essi
chiamano “il nuovo ordine europeo”
• Nella loro prospettiva esistevano aree europee popolate da
Untermenschen (sottouomini), che dovevano essere sottomesse e
sfruttate per sempre: erano le aree orientali dove si trovavano in
grandi quantità gli slavi, i rom e gli ebrei
• Il Governatorato Generale, composto da Polonia centrale e Galizia;
Ucraina; Bielorussia e altri territori già sovietici erano zone
sottoposte al comando della SS guidate da H. Himmler
• Il piano per queste zone prevedeva la colonizzazione forzata con lo
spostamento di coloni tedeschi a cui dare i terreni sottratti alle
popolazioni “inferiori”
Heinrich Himmler • Inoltre gli slavi di ascendenze tedesche, anche se lontane,
fu a capo delle SS andavano individuati e rieducati per entrare a far parte del popolo
dal 1929 e tedesco
dell’ufficio • Gli slavi privi di “germanità” dovevano essere in parte deportati
centrale per la verso Est, nelle zone liberate dalla presenza sovietica, e in parte
sicurezza del Reich essere mantenuti nelle zone di origine per lavorare come servi
dal 1939
Dal 1943 divenne
• I bambini di queste popolazioni dovevano essere educati in scuole
ministro
per semiservi, dove avrebbero ricevuto nozioni solo di lingua e
dell’Interno matematica, visto che il loro destino era comunque già scritto:
dovevano diventare lavoratori per i tedeschi
53. I ghetti
• La politica dei tedeschi verso gli ebrei si
modificò con il progressivo avanzare verso
Est delle conquiste e occupazioni
• In un primo tempo i tedeschi pensavano
alla deportazione e dispersione degli ebrei
Il ghetto di Varsavia
fuori dal Reich
• Verso est, però, gli ebrei dei territori
conquistati sono 8.500.000
• Nel 1939, i tedeschi decisero che gli ebrei
polacchi fossero deportati dalle aree rurali
entro ghetti costruiti nelle città più grandi
Il ghetto di Cracovia • Dal 1941, i ghetti della Polonia diventano
luogo di deportazione anche per gli ebrei
originari di zone dell’Europa occidentale
54. Rastrellamenti e campi di concentramento
• I ghetti come prigioni permanenti sono però
considerati poco funzionali al progetto di
eliminazione del “problema ebraico”
• I tedeschi decidono allora due strategie
complementari, anche se nessuna delle due li
soddisfa pienamente
• 1. Durante l’operazione Barbarossa, le
Eisantzengruppen delle SS e truppe ausiliarie
Hermann Göring,
della Wermarcht rastrellano la popolazione
responsabile della ebraica che si trova nei territori
“questione ebraica” progressivamente conquistati dai tedeschi e
nel Reich
fucilano sul posto molti dei rastrellati
• 2. L’altra strategia fu la deportazione in massa
degli ebrei individuati, in campi di
concentramento, in cui vi erano già oppositori
politici e “indesiderabili”, “alieni al popolo
tedesco” (alcoolizzati, clochard, disoccupati,
prostitute, omosessuali, malati di mente)
55. La conferenza di Wansee e la “soluzione finale”
• La decisione definitiva sugli ebrei fu presa il 20
gennaio 1942, data in cui a Wansee, una località
presso Berlino, Reihnard Heydrich (governatore
di Boemia e Moravia e stretto collaboratore di
Himmler) comunica a alcuni ministri e ai capi
delle SS di avere ricevuto dal responsabile della
questione ebraica Göring l’incarico di organizzare
Reinhard Heydrich
la “soluzione finale del problema ebraico”
• Il piano è di uccidere tutti gli ebrei nei territori
tedeschi e controllati dai tedeschi
• Vengono costruiti sei campi di sterminio di
nuovo tipo (Auschwitz-Birkenau, Treblinka,
Belzec, Sobibor, Chelmno e Majdanek) in cui
attuare l’eliminazione fisica degli ebrei sulla base
di un’organizzazione “tecnicamente efficiente”,
che prevede la deportazione di tutti gli ebrei già
Il luogo della conferenza detenuti nei ghetti e nei campi di
di Wansee concentramento
57. Il sistema dello sterminio
• I campi di concentramento e di sterminio occupano un’amministrazione
numerosa, con l’obiettivo di minimizzare i costi e massimizzare i risultati
• Le deportazioni dai ghetti avvenivano via treno, e per le condizioni tragiche in
cui si svolgevano i viaggi molti morivano sui vagoni
• Vi era poi la spoliazione di vestiti e averi, il taglio dei capelli, l’assegnazione
delle divise non appena si giungeva al campo
• Donne, bambini e uomini venivano divisi
• I responsabili avevano programmato che i più deboli sarebbero morti già nei
campi di concentramento per le condizioni disumane di igiene e salute, per la
fame, a causa del lavoro massacrante e delle condizioni atmosferiche spesso
proibitive
• I sopravvissuti erano poi deportati nei campi di sterminio dove venivano
impiegate tecniche di soppressione finalizzate a uccidere moltissime persone
con un impiego relativamente modesto di uomini e mezzi
• La morte avveniva nelle camere a gas, con l’utilizzo di monossido di carbonio o
acido cianidrico (Zyklon-B prodotto dalla IG-Farben, grande industria tedesca)
• I cadaveri venivano poi ispezionati, per ricavarne i metalli preziosi, come denti
d’oro
• Venivano poi inceneriti nei forni crematori, spesso con la collaborazione di
SonderKommandos, squadre speciali di detenuti ebrei che preparavano forni e
salme
59. Minoranze sterminate e tentativi di ribellione
• Nei campi di concentramento e sterminio furono
deportati non solo ebrei, ma anche Rom,
omosessuali, Testimoni di Geova, malviventi
comuni, detenuti politici, “indesiderabili”
anch’essi in gran parte eliminati
• Si calcola che siano stati uccisi in vario modo circa
sei milioni di ebrei, di cui almeno un milione erano
bambini
• Gli ebrei, col tempo, furono convogliati non solo
dalle zone tedesche, ma anche da Francia, Olanda,
Triangoli di colore diverso posti sulle Balcani, Grecia, spesso vittime di delazioni, anche
sulle divise identificavano le diverse se vi furono persone che cercarono di salvarli e
tipologie di prigionieri
nasconderli
• Uno dei pochi episodi di ribellione fu quello del
Ghetto di Varsavia, il 19 aprile 1943, quando gli
ebrei ancora dentro il ghetto si rivoltarono contro il
contingente militare che doveva deportarli
• La ribellione durò circa un mese, ma alla fine i
nazisti ripresero il controllo del ghetto: gli uccisi e i
morti nella rivolta furono circa 28.000
60. La svolta del 1942-43,
l’area del Pacifico
• Lo svolgimento del conflitto ebbe una
svolta tra 1942 e 1943
• Vi furono le prime battaglie nel
Pacifico in cui furono impiegate da
parte di giapponesi e statunitensi
flotte imponenti, che utilizzavano
anche portaerei, da cui decollavano
gli aerei per il bombardamento
• Le battaglie del Mar dei Coralli e di
Midway furono le prime in cui gli
americani fermarono l’offensiva
Le battaglie vittoriose degli statunitensi
giapponese
nel Pacifico • All’inizio del 1943, i marines
statunitensi presero l’isola di
Guadalcanal, costringendo i
giapponesi a difendere le posizioni
che avevano conquistato tra ‘41 e ‘42
61. L’assedio tedesco fallito a Stalingrado
• Fu l’assedio di Stalingrado, in Urss, da parte dei tedeschi a determinare un
cambiamento nella guerra in Europa
• L’assedio della città, che era fondamentale per la conquista della Russia
sudorientale,cominciò ad agosto del 1942
• Fino a novembre i tedeschi sembrarono avere la meglio, con combattimenti
anche dentro la città, quasi casa per casa
• In seguito i sovietici riuscirono nel contrattacco e accerchiarono i tedeschi e i
loro alleati
• Hitler,nonostante le difficoltà causate anche dal terribile inverno russo,
decise che i tedeschi resistessero a oltranza, ma così facendo esaurì le
risorse della sua armata, che nel febbraio 1943 fu costretta a una
catastrofica ritirata.
• Durante la ritirata morirono anche molti soldati italiani dell’ Armir, l’Armata
italiana in Russia, che aveva rimpiazzato Il Csir nel 1942
• Era stato Mussolini a voler inviare i soldati italiani in prima linea, affermando
di voler offrire un sacrificio di sangue, e con la solita speranza di condurre
una guerra parallela
• Durante la controffensiva sovietica di dicembre 1942, morirono quasi 75.000
uomini dell’Armir
63. La ritirata di Germania e Italia dall’Africa
• Anche sul fronte africano i tedeschi e italiani
subirono una sconfitta pesante
• Le truppe dell’Asse arrivarono a meno di cento
chilometri da Alessandria, a El Alamein, ma lì si
fermarono
• L’esercito inglese comandato da Montgomery
aveva una grande superiorità in uomini e mezzi, e
nell’ottobre 1942 attuò una controffensiva che già
un mese dopo aveva fatto arretrare italiani e
tedeschi, i quali dovettero infine ritirarsi
• Truppe inglesi e americane sbarcarono in Algeria
e Marocco a novembre, e di conseguenza italiani
e tedeschi, inseguiti e fronteggiati dagli avversari,
si dovettero arrendere e andarsene a febbraio del
1943
• La ritirata dall’Africa delle truppe dell’Asse fu
decisiva per consentire agli alleati di attaccare
l’Europa controllata dai tedeschi
64. L’alleanza “forzata” di Usa, Gran Bretagna e Urss
• Tra fine ‘41 e inizio ‘42 le nazioni in guerra contro l’Asse si riunirono a
Washington per sottoscrivere il patto delle Nazioni Unite: prevedeva che
rispettassero i principi della Carta atlantica e combattessero l’Asse fino alla
fine senza armistizi e paci separate
• Sovietici, statunitensi e britannici,nazioni ideologicamente molto lontani
tra loro, si erano trovati a combattere insieme per fronteggiare i tedeschi,
piuttosto che per propria scelta strategica
• Queste diversità ideologiche produssero anche incertezze strategiche sul
modo di condurre il conflitto
• I sovietici volevano che si aprisse un fronte di guerra nel nord Europa, per
ridurre la pressione della Germania sull’Urss
• I britannici ritenevano migliore la strategia di attaccare dall’Italia, che
venne decisa insieme agli staunitensi nella conferenza di Casablanca, a
inizio del 1943
• In questa conferenza, tuttavia, i sovietici ottennero che fosse deciso il
principio per cui la guerra sarebbe continuata fino alla resa incondizionata
del nemico
65. La caduta del regime fascista
(e non “la morte della patria”)
e la “guerra civile”
66. L’indebolimento del regime fascista
• Il regime fascista era stato indebolito dalle sconfitte
militari, che gli avevano tolto molti consensi, a causa
della durata e dell’andamento negativo della guerra
• Nel marzo 1943, nel Nord Italia scoppiarono scioperi
imponenti che coinvolsero Torino, quindi Milano,
Genova e altre città industriali
• Erano scioperi non di natura politica, ma contro il
caro-vita e il razionamento dei generi alimentari,
problemi acuiti dai bombardamenti aerei alleati
dell’inverno ‘42-43
• Esprimevano la forte insofferenza di molti italiani verso
il fascismo
• In questi scioperi aveva avuto un ruolo comunque non
secondario anche l’organizzazione clandestina del
Partito comunista, che aveva contribuito a fomentarli
67. L’azione Alleata in Sicilia
• L’iniziativa militare alleata rese il regime ancora
più fragile
• La conquista dell’isola di Pantelleria il 12 giugno
1943 avviò la campagna d’Italia degli
angloamericani
• Il 10 luglio le truppe angloamericane sbarcarono
in Sicilia e la occuparono, anche perché le truppe
italiane, sfiduciate, non opposero una resistenza
strenua e i siciliani accolsero gli Alleati come
liberatori
• Questa conquista fu il segno che il regime fascista
era ormai sull’orlo del collasso
68. Il 25 luglio, la caduta di Mussolini e la fine del regime
• La caduta del regime avvenne, tuttavia, non per
un’iniziativa popolare, quanto per una manovra
politica a cui parteciparono Vittorio Emanuele III e
diversi gerarchi
• Nella notte tra 24 e 25 luglio 1943, il Gran Consiglio
del fascismo, che non veniva convocato dal1939,
approvò un ordine del giorno proposto da Dino
Grandi, importante gerarca e ministro della Giustizia:
votarono a favore altri gerarchi importanti come i
quadrumviri De Bono e De Vecchi, Bottai e Ciano
• L’ odg prevedeva che il re avrebbe guidato da solo le
forze armate, senza più condividere il comando con
Mussolini
• In sostanza determinava l’esautoramento del
“Duce”, il quale fu costretto a dimettersi da Capo del
governo e fu arrestato al termine della seduta
• Il re quasi contemporaneamente nominò il generale
Pietro Badoglio, che era stato allontanato dal
comando delle forze armate italiane dopo le sconfitte
in Grecia (1940), Presidente del consiglio
69. I “quarantacinque giorni”,
25 luglio-8 settembre 1943
• Vi furono immediate manifestazioni di gioia da parte di
moltissimi italiani, non tanto per la caduta del regime in sé,
quanto perché si associava questo fatto alla fine della
guerra
• Tuttavia il primo annuncio del governo Badoglio fu “la
guerra continua”, cioè l’Italia avrebbe tenuto fede agli
impegni presi da Mussolini con gli alleati tedeschi e
giapponesi
• In realtà nei quarantacinque giorni successivi, il governo e
il re avviarono trattative segrete con gli angloamericani
per sfilarsi dalla guerra nelle condizioni meno umilianti
possibili
• Nel contempo i tedeschi avevano cominciato a far affluire
verso l’Italia un grosso numero di soldati per contrastare
l’avanzata degli angloamericani
70. L’armistizio dell’8 settembre e il caos nel paese
• Il 3 settembre a Cassibile, presso Siracusa, fu
raggiunto tra governo italiano e Alleati l’accordo
per l’armistizio, che prevedeva la resa
incondizionata dell’Italia
Gli italiani dovevano deporre le armi
cessare la collaborazione con la Germania
mettere il territorio italiano in mano agli Alleati
consegnare flotta e aeronautica
• Il giorno 8 settembre alle 19.45 Badoglio
annunciò via radio il raggiungimento
dell’armistizio, ma non diede ai militari nessuna
indicazione precisa sul comportamento da
tenere, a parte una disposizione generica ai
comandi di reagire a “eventuali attacchi di altra
provenienza”
• Sempre in quel giorno il governo e il re
fuggirono a Brindisi, nella zona controllata dagli
alleati
71. La dissoluzione dell’esercito italiano
• Si creò in questo modo una situazione pericolosa, in cui le
strutture militari senza ordini e abbandonate a se stesse si
dissolsero
• Il 10 settembre, nonostante i tentativi di resistenza dei
militari e della popolazione civile, i tedeschi occuparono
Roma
• 650.000 soldati furono deportati in Germania
• 200.000 riuscirono a sfuggire alla deportazione
• 180.000 uomini si misero,invece, al servizio dei tedeschi,
ritenendo da “traditori” il comportamento del governo e
del re, e volendo rimanere fedeli all’alleato
• L’episodio più tragico si ebbe nell’isola greca di Cefalonia,
dove 10.000 soldati italiani della Divisione Aqui non
vollero arrendersi ai tedeschi e dopo otto giorni di
combattimenti furono uccisi da loro (14-22 settembre
1943) in combattimento e dopo la fine della battaglia
72. L’Italia spezzata in due
• L’Italia fu divisa in due entità statali
distinte: nella zona centro-
settentrionale si attestarono i
tedeschi lungo la linea Gustav,
mentre nell’Italia centro-
meridionale gli Alleati avevano il
controllo del territorio, in cui il
governo italiano e la sua burocrazia
esercitavano la loro sovranità
La linea Gustav
• Nel nord Italia, invece, il fascismo
cercò di ricostruire il regime con un
cambiamento di nome e rilanciando
le parole d’ordine “rivoluzionarie”
alle origini del movimento
73. La Repubblica sociale italiana e la guerra civile
• Mussolini, che era tenuto prigioniero sul Gran
Sasso, in Abruzzo, fu liberato da un commando
tedesco il 12 settembre 1943
• Qualche giorno dopo cominciò a costruire una
nuova entità politica, la Repubblica sociale
italiana, Rsi, imperniata sul Partito fascista
repubblicano e su un esercito che doveva
continuare la guerra al fianco dei tedeschi
• La Rsi si riteneva l’unico stato italiano legittimo,
contro il governo monarchico stanziato nel Sud
• Questa “stato” fissò uffici e rappresentanze tra
Lombardia e Veneto, specie sul lago di Garda, da
cui il nome di “Repubblica di Salò”
• Esso era in realtà un governo totalmente
dipendente dai tedeschi, che erano un esercito di
Situazione politica italiana tra ‘43 e ‘45 occupazione e si comportavano come tale:
sfruttavano le risorse e rastrellavano oppositori e
ebrei, con l’attivo supporto della Rsi
• Di fatto il compito principale della Rsi fu
soprattutto la repressione dei partigiani
• Ne nacque una situazione effettiva di guerra civile
tra italiani di orientamenti politici opposti
74. I gruppi armati della Resistenza
• I gruppi armati della Resistenza antifascista si
formarono nei giorni successivi all’8 settembre,
soprattutto tra le montagne, e spesso si
formarono grazie all’incontro tra militanti
antifascisti attivi in clandestinità già sotto il
regime,o rientrati in Italia dall’estero, e soldati
sbandati, che erano sfuggiti ai tedeschi
• I partigiani agivano come bande, alcune
organizzate in una struttura superiore di preciso
orientamento politico , altre senza una
connotazione politica determinata
75. I principali gruppi partigiani
• I gruppi organizzati erano
• Le Brigate Garibaldi, di
Bandiera delle orientamento comunista
Brigate Garibaldi
• Le Brigate Giustizia e Libertà, legate
al Partito d’azione
• Le Brigate Matteotti, legate al
Bandiera delle
Partito socialista
Brigate GL • Le Fiamme Verdi, che nacquero
dall’incontro tra attivisti di
orientamento cattolico e liberale, e
militari, soprattutto ex alpini, attivi
soprattutto in Lombardia e Emilia
Mostrine delle Fiamme Verdi
76. La formazione del Cln
• Il 9 settembre 1943 si formò a Roma il
Comitato di liberazione nazionale, Cln,
che fu composto da rappresentanti di
sette formazioni politiche
• Partito comunista italiano, Pci
• Partito socialista di unità proletaria, ex
Psi
• Partito d’azione, Pd’A, che prosegue
l’esperienza politica di Giustizia e
Libertà
• Democrazia cristiana, che ereditò il
Proclama del CLN appena
ruolo del Partito popolare
costituito, nel settembre 1943 • Partito liberale italiano
• Partito repubblicano italiano
• Democrazia del lavoro
77. Il Cln dall’opposizione a Badoglio alla
“svolta di Salerno”
• Il Cln. diviso fortemente al suo interno per ideologie e strategia
politica, assunse in un primo tempo un atteggiamento
decisamente ostile al governo Badoglio e al re, considerati
incapaci e indegni di rappresentare un’Italia libera, a causa del
passato legame con il fascismo
• Tuttavia gli Alleati ritenevano il governo di Badoglio e il re
come gli unici interlocutori legittimi con i quali trattare
• Il Cln riuscì a farsi riconoscere come controparte solo quando
nel marzo 1944 Palmiro Togliatti, leader del Pci, rientrò in Italia
Palmiro
dalla Russia, dove si era rifugiato e propose di tralasciare la
Togliatti al contrapposizione frontale con il re e il governo
tempo della • Partiti e istituzioni dovevano operare insieme per eliminare il
svolta di Salerno fascismo e i nazisti dall’Italia: si trattò della cosiddetta “svolta
di Salerno”, strategia sostenuta dall’Urss, per la quale la
vittoria nel conflitto era prioritaria rispetto alle questioni
ideologiche
• Il 24 aprile Badoglio formò il primo governo di unità nazionale,
composto da rappresentanti di tutti i partiti del Cln
• Il re si impegnò a cedere i poteri al figlio Umberto, quando
Roma fosse stata liberata, per dare un segno di discontinuità
istituzionale
78. Il governo di Bonomi espressione del Cln
• Gli Alleati liberarono Roma nel giugno del ‘44
• Umberto di Savoia assunse la luogotenenza del
regno al posto del padre
• Badoglio si dimise dalla Presidenza del consiglio,
della quale fu incaricato, con una soluzione di
mediazione, Ivanoe Bonomi, che già aveva
ricoperto questa carica vent’anni prima
• Il governo di Bonomi era rappresentativo del
Comitato di liberazione nazionale
• Il governo di Bonomi era più legato di quello di
Badoglio ai movimenti della Resistenza attivi nel
nord Italia
79. Il Clnai e la lotta partigiana nell’Alta Italia
• Le bande partigiane erano guidate
politicamente dal Comitato di liberazione
Alta Italia, Clnai, a partire dal gennaio 1944
• Nel giugno 1944 le formazioni resistenziali
riuscirono anche a darsi un comando
militare unificato, il Corpo volontari della
libertà (CVL)
• Le bande avevano reclutato un numero
consistente di uomini tra l’8 settembre 1943
Bandiera del e il giugno 1944: operai, contadini, studenti,
Corpo volontari tanto che il loro numero era di circa 100.000
della libertà uomini e donne.
• Molti uomini erano sfuggiti alla leva
obbligatoria imposta dalla Rsi e si erano
rifugiati sulle montagne, arruolandosi nelle
formazioni partigiane
80. I partigiani in provincia di Bergamo
Fonte: E sulla terra faremo
libertà, Isrec Bergamo, 2005
81. La zona grigia nella “guerra civile”
• L’attività dei partigiani “aveva un valore politico e
simbolico molto superiore alla sua reale forza militare”
(Sabbatucci-Vidotto)
• I contrasti che divisero il movimento resistenziale, e che
diverse volte provocarono conflitti tra i partigiani stessi,
furono un limite all’incisività dell’azione di resistenza
• Inoltre la mobilitazione e il coinvolgimento della
popolazione nella resistenza furono difficili: la
cosiddetta “zona grigia” dell’Italia, era formata da
moltissime persone, la maggioranza, segnate dalla
durezza della guerra e preoccupate in primo luogo di
sopravvivere
• Molti non presero posizione nel corso della “guerra
civile”, ma furono tanti anche coloro che, senza
partecipare attivamente alla lotta, aiutarono e
fiancheggiarono il movimento partigiano
83. Il contrattacco dell’Urss e la conferenza di Teheran
• I sovietici respinsero nell’estate del 1943
un ultimo assalto tedesco, quindi
cominciarono un contrattacco in tutta
l’Europa orientale, lento ma costante,
durato quasi due anni
• Le vittorie contro i tedeschi diedero a
Stalin una notevole forza diplomatica nei
confronti di Usa e Gran Bretagna
• Questa forza si manifestò appieno durante
la conferenza di Teheran alla fine del
La conferenza di Teheran, fine 1943
1943, in cui il leader sovietico, Churchill e
Roosevelt si incontrarono per la prima
volta
• Stalin ottenne da statunitensi e britannici
l’impegno a attaccare i tedeschi in Europa
occidentale, e furono scelte per l’attacco
le coste della Normandia, nel nord-ovest
della Francia
84. Il piano per lo sbarco in Normandia
• Il piano prevedeva uno sbarco in
forze sulle coste settentrionali
della regione, che erano state
munite dai tedeschi con il vallo
atlantico, un sistema imponente di
fortificazioni
• Gli alleati dovettero impiegare un
grandissimo numero di uomini e
mezzi, per attaccare sia per mare,
Il generale Dwight Eisenhower sia con l’aeronautica militare
• Il comando fu unificato nelle mani
del generale statunitense
Eisenhower
86. Lo sbarco in Normandia e la liberazione di Parigi
• La cosiddetta operazione Overlord cominciò il 6
giugno del 1944, dopo bombardamenti aerei a
tappeto e il lancio di numerosi paracadutisti
• Lo sbarco di uomini e mezzi continuò per il mese
successivo, raggiungendo la cifra di 1.500.000
soldati
• Alla fine di luglio gli alleati riuscirono a sfondare
Lo sbarco in Normandia, il fronte nemico e invasero il nord della Francia
6 giugno 1944
• Parigi fu liberata dalla Resistenza francese e qui
i soldati alleati entrarono il 25 agosto
• Il mese successivo la Francia era libera quasi del
tutto
• Tuttavia l’offensiva si arrestò a causa di alcuni
errori strategici degli angloamericani e questo
diede modo ai tedeschi di riprendersi
parzialmente
La liberazione di Parigi dai tedeschi,
agosto 1944
87. Lo sfondamento della linea Gustav e la “linea gotica”
• Gli alleati sfondarono la linea Gustav in Italia a metà del
1944 e entrarono a Roma in giugno
• L’avanzata verso il nord fu fermata nell’autunno di
quell’anno dall’ultima linea di difesa tedesca, la “linea
gotica” che correva sul crinale dell’Appennino tosco-
emiliano da La Spezia a Rimini
• Per un breve periodo in autunno tra le vallate del
Piemonte sorsero alcune repubbliche democratiche
partigiane (Monferrato, Alba, Val d’Ossola, Montefiorino)
• Tuttavia l’inverno del 1944-45 fu durissimo a causa
dell’estrema resistenza dei tedeschi, che agirono con
rabbia per intimidire le popolazioni civili accusate di
collaborare con i partigiani e soprattutto in questo
periodo si verificarono stragi efferate da parte nazista
88. Il proclama di Alexander
e la crisi dell’autunno’44
• Il generale inglese Alexander, comandante in capo
delle truppe alleate nel Mediterraneo, diffuse via
radio un proclama a novembre con cui richiedeva
ai partigiani la cessazione di ogni operazione
organizzata su vasta scala e di attestarsi su
posizioni difensive, e allo stesso tempo dichiarava
sospesa ogni operazione militare Alleata per
l'inverno 1944/'45
• Questa iniziativa alleata creò divisioni e tensioni tra
Il generale i leader del Clnai, da una parte, gli angloamericani
Alexander e il governo di Bonomi, che era a Roma, dall’altra,
in quanto venne interpretato dal movimento
resistenziale come espressione della la volontà da
parte degli Alleati e della corona di smobilitare le
bande partigiane
• Solo in dicembre la situazione si riequilibrò, quando
il governo italiano riconobbe il Clnai come suo
rappresentante a nord della linea gotica
90. La Resistenza e le stragi naziste
• L’effetto del proclama di Alexander fu anche di rafforzare
temporaneamente nazisti e fascisti, che compresero di avere
tempo per organizzare le proprie difese e le proprie strategie
repressive
• La strategia nazista e della Rsi contro le azioni resistenziali si
fondò soprattutto sui rastrellamenti di civili e sulle ritorsioni,
che spesso provocano grandi massacri
• I più efferati furono:
• a Roma, dove la ritorsione verso un attentato di partigiani
contro un camion di soldati nazisti avvenuto in via Rasella,
provocò la fucilazione di 335 persone alle Fosse Ardeatine
(marzo 1944)
• a S.Anna di Stazzema, tra Liguria e Toscana, dove furono uccisi
560 persone il 12 agosto del 1944
• a Marzabotto, sull’Appennino bolognese, dove le persone
massacrate da nazisti e fascisti furono 770
Si calcola che i morti per queste azioni siano stati più di 10.000
91. L’obiettivo delle stragi naziste
• Molte di queste stragi sono state occultate per
opportunità politica nel secondo dopoguerra,
fino alla scoperta avvenuta nel 1994 presso la
procura militare di Roma di un armadio che
conteneva molti documenti a proposito di tali
massacri
• Le stragi facevano parte di una precisa strategia
nazista: diffondere il terrore tra la popolazione
civile, suscitare odio verso i partigiani, premere
su questi ultimi per spingerli alla resa, punire le
popolazioni di determinate zone considerata
complici della presenza partigiana
93. La tragedia finale della Germania di Hitler
• La Germania stava perdendo il conflitto
• I suoi “alleati”, Romania e Bulgaria passarono dalla
parte degli Alleati, mentre Finlandia e Bulgaria
avevano chiesto l’armistizio all’Urss a fine estate
• Per indebolire la Germania gli Alleati
intensificarono i bombardamenti contro obiettivi
militari, ma colpirono duramente con le bombe
sganciate dagli aerei anche grandi città come
Dresda e Amburgo: in questi bombardamenti
morirono più di cinquecentomila persone
• Hitler non voleva però arrendersi, e pensò di
poter modificare la situazione del conflitto sia con
l’uso di armi come i razzi V1 e V2 che colpirono
Londra, sia sperando sempre che l’alleanza tra
Bombardamento alleato
opposti, Urss e potenze “capitalistiche” prima o
su Dresda, febbraio 1945 poi si sarebbe dissolta
• Tuttavia gli Alleati intensificarono la loro
collaborazione proprio tra la fine del ‘44 e l’inizio
del ‘45, cominciando a prospettare anche una
nuova divisione del mondo
94. L’incontro di Yalta, febbraio 1945
• I leader delle tre potenze alleate si incontrarono nel
febbraio 1945 a Yalta, in Crimea decisero
• 1. che la Germania sarebbe stata divisa in quattro zone di
occupazione (Usa,Urss,Gran Bretagna e Francia)
• 2. che sarebbe stata denazificata
• 3. che i popoli dei paesi liberati si sarebbero dati un governi
eletti democraticamente
• 4. che la Polonia avrebbe avuto un governo composto da
comunisti e filo-occidentali
L’Urss decise quindi di entrare in guerra contro il Giappone
95. L’attacco sovietico lungo l’Europa orientale
• A gennaio gli Alleati ripresero la guerra
• I sovietici entrarono a Varsavia e poi occuparono
progressivamente il resto del territorio polacco
• Stalin voleva che l’Armata rossa raggiungesse
Berlino prima degli angloamericani
• Gli altri obiettivi raggiunti dai sovietici furono
l’Ungheria, Vienna e Praga (aprile-maggio 1945)
• In Europa orientale i tedeschi combatterono con
grande tenacia, per proteggere i civili
dall’avanzata violenta dell’Armata rossa e ridurre
l’area di occupazione sovietica
96. L’attacco alleato alla Germania
• Gli Alleati attaccarono la Germania da ovest,
sul Reno
• In marzo giunsero in pieno territorio tedesco,
con una resistenza piuttosto debole da parte
dei soldati tedeschi
• Il 25 aprile angloamericani e sovietici
raggiunsero il fiume Elba, nei dintorni di
Berlino, e si unirono ai sovietici, che
assediavano la città da settimane
97. La liberazione in Italia, 25 aprile 1945
• In Italia, il 25 aprile il Clnai lanciò
l’ordine dell’insurrezione generale
contro tedeschi e fascisti in ritirata
• Mussolini fu arrestato dai partigiani a
Dongo, vicino al confine con la Svizzera,
vestito da tedesco insieme alla sua
amante Claretta Petacci
• Portato a Milano, fu fucilato insieme a
altri gerarchi
• Il suo cadavere, appeso per i piedi a
testa sotto, fu esposto a Piazzale Loreto,
L’esposizione dei corpi nello stesso luogo in cui l’anno
a Piazzale Loreto precedente erano stati fucilati per
rappresaglia alcuni milanesi da parte dei
tedeschi
98. La liberazione a Bergamo
Il giornale del popolo, organo del Cln
di Bergamo, del 25 aprile 1945
Fonte Isrec Bg
99. La morte di Hitler
• Hitler si tolse la vita il 30 aprile,
mentre i russi stavano entrando a
Berlino
• Come presidente designò
l’ammiraglio Dönitz, che firmò la
resa tedesca a Reims il 7 maggio
1945
• Le ostilità finirono tra 8 e 9
maggio 1945
100. La tenace resistenza dei giapponesi
• Gli statunitensi in Asia avevano ottenuto
importanti successi, grazie al supporto tecnico
delle portaerei e dei grandi bombardieri,
capaci di sganciare tonnellate di bombe sul
territorio giapponese
• Tuttavia i giapponesi, per quanto piegati dalla
guerra, resistettero a agli Alleati e fino
all’ultimo cercarono di difendersi, impiegando
anche i kamikaze, aviatori che si suicidavano
gettandosi con i propri aerei pieni di esplosivo
contro le unità navali statunitensi
101. La decisione di usare la bomba atomica
e le sue motivazioni
• Il nuovo presidente staunitense Henry Truman
(succeduto a Roosevelt scomparso il 12 aprile
1945) decise di usare la bomba a fissione
nucleare, su cui aveva lavorato un gruppo di
grandi fisici, tra cui l’italiano Enrico Fermi
• La prima sperimentazione dell’ordigno fu fatta nel
deserto del New Mexico nel luglio del ‘45
• Truman con l’uso della bomba volle sia piegare
la resistenza giapponese, sia mostrare la forza
del potenziale bellico americano, soprattutto ai
sovietici
102. Il bombardamento atomico
su Hiroshima e Nagasaki e la fine della guerra
• Il 6 agosto 1945 il bombardiere
americano Enola Gay sganciò sulla città
di Hiroshima, importante centro
industriale, la prima bomba atomica,
che uccise subito 100.000 individui
• Tre giorni dopo un ordigno dello stesso
genere fu sganciato anche sulla città di
Nagasaki, in cui morirono 60.000
persone
• L’effetto fu quello voluto dagli
La firma dell’armistizio
tra Usa e Giappone
americani: l’imperatore nipponico
il 2 settembre 1945
Hirohito decise la resa senza condizioni
agli Alleati
• L’armistizio fu firmato il 2 agosto 1945,
e con esso la seconda guerra mondiale
ebbe termine
103. “Little boy” fu la bomba
sganciata su Hiroshima
Il fungo atomico
sprigionato dallo Hiroshima dopo
scoppio della bomba il bombardamento
104. Bilancio finale della II guerra mondiale
• Il bilancio della seconda guerra mondiale fu
terrificante: 55 milioni di morti, di cui 40 nella sola
Europa.
• Il bilancio è ancora più tragico se consideriamo che più
della metà delle vittime era costituita da civili.
• Questa allarmante proporzione, mai verificatasi in
precedenza, è connessa in parte all’adozione di nuova
tecniche distruttive, soprattutto i bombardamenti
aerei che colpivano indiscriminatamente obbiettivi
militari e civili, in parte al carattere di guerra
partigiana e di rivolta politica e morale contro la
barbarie nazista assunto dal conflitto.
105. Bibliografia
• Aa.Vv., E sulla terra faremo libertà, Bergamo, Istituto
bergamasco per la storia della Resistenza e dell’Età
contemporanea
• A.M.Banti, Il senso del tempo, Bari-Roma, Laterza, vol. 3
• W.Laqueur, A.Cavaglion (a cura di), Dizionario
dell’Olocausto, Torino, Einaudi
• B.H.Liddell Hart, Storia militare della II guerra mondiale,
Milano, Mondadori
• S.Peli, Storia della Resistenza in Italia, Torino, Einaudi
• G. Sabbatucci - V. Vidotto,L’età contemporanea. Dal 1848 a
oggi, Roma-Bari, Laterza
• G. Schreiber, La seconda guerra mondiale, Bologna, il
Mulino