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La seconda guerra mondiale
L’Europa verso il disastro,
       1938-1939




             Conferenza di Monaco, settembre 1938:
             da destra
             Chamberlain, Daladier, Hitler, Mussolini, Ciano
Lo squilibrio europeo:
           gli obiettivi della Germania
• La tensione internazionale crebbe in Europa
  nella seconda metà degli anni ‘30 soprattutto
  per opera della Germania
• La Germania di Hitler aveva due obiettivi
• I. cancellare gli equilibri geopolitici di
  Versailles per unificare i popoli di lingua e
  cultura tedesca in un Reich
• II. espandersi verso Est ai danni della Russia
La strategia inglese dell’appeasement

• Francia e Gran Bretagna non avevano reagito in modo deciso alle
  iniziative condotte dai paesi fascisti: conquista dell’Etiopia da parte
  italiana e guerra civile spagnola
• La Germania constatando questa debolezza e contando sull’alleanza
  con l’Italia riteneva possibile raggiungere i suoi obiettivi
• La Gran Bretagna, a sua volta, riteneva possibile trattare la
  Germania in base alla politica dell’appeasement, una strategia
  condivisa dalla maggioranza dei conservatori e dell’opinione
  pubblica inglese, contraria a qualsiasi conflitto, e non rigidamente
  osteggiata dai laburisti
• La strategia dell’appeasement si basava sulla convinzione che la
  Germania nazista fosse controllabile: era possibile lasciare che
  Hitler raggiungesse i suoi obiettivi più “ragionevoli” e in questo
  modo la Germania sarebbe stata compensata delle dure condizioni
  impostale a Versailles
Le difficoltà della Francia tra Fronte popolare e destre


• La Francia scontava grosse difficoltà interne e
  l’opinione pubblica francese non voleva un altro
  conflitto
• I francesi non volevano imbarcarsi in una guerra per
  difendere la Russia o la “piccola Intesa” dagli attacchi
  nazisti
• I socialisti erano tradizionalmente pacifisti, mentre i
  conservatori guardavano con simpatia alle potenze
  fasciste, che nella loro idea potevano evitare che
  l’esperienza del Fronte popolare si ripetesse: “meglio
  Hitler che Blum” era uno slogan molto diffuso tra i
  conservatori francesi
La strategia tedesca/1: il 1938

• Contando su queste fragilità, l’azione nazista si
  dispiegò nel giro di due anni, 1938 e 1939,
  determinando uno sconvolgimento totale
  della carta politica europea e l’avvio verso un
  nuovo conflitto mondiale
       Nel 1938 i fatti salienti furono
• 1. l’Anchsluss tra Austria e Germania
• 2. la questione dei Sudeti
• 3. la conferenza di Monaco di Baviera
La strategia tedesca/1: l’Anschluss
                                     •   Hitler, austriaco per nascita, aveva già cercato nel 1934,
                                         senza esito, di annettere l’Austria alla Germania
                                     •   All’inizio del 1938, su impulso di Berlino, i nazisti austriaci
                                         tentano di far cadere il governo legittimo del cancelliere
                                         Schuschnigg attraverso una campagna di violenze e
                                         disordini con cui vogliono arrivare all’Anschluss
                                     •   Il cancelliere convoca allora un referendum per sapere
                                         quanti austriaci vorrebbero l’annessione alla Germania,
                                         contando sul fatto che l’opinione pubblica austriaca
L’Anchluss tra Germania e Austria        sembrava favorevole a mantenere l’indipendenza
                                     •   Hitler decide allora di forzare i tempi per evitare il
                                         referendum, e fa schierare truppe tedesche al confine con
                                         l’Austria, pronte a entrare nel paese vicino
                                     •   Schuschnigg capisce che la situazione è compromessa e si
                                         dimette
                                     •   Al suo posto subentra come cancelliere il nazista Seyss
                                         Inquart
                                     •   Quest’ultimo decise di chiedere l’intervento dell’esercito
                                         tedesco “per salvare il paese dal caos”
                                     •   Il 13 marzo 1938 l’esercito tedesco entra a Vienna e
                                         occupa l’Austria
                                     •   In aprile l’unificazione tra Austria e Germania viene
                                         sancita da un plebiscito in cui una maggioranza amplissima
  Manifesto di propaganda a favore       vota a favore dell’Anchluss
  dell’Anchluss per il plebiscito
La strategia tedesca/1: i Sudeti
                                 •   La Germania hitleriana proseguì nella sua azione
                                     rivendicativa, rivolgendosi questa volta verso la
                                     regione dei Sudeti, compresa entro la
                                     Cecoslovacchia, e abitata da tre milioni di tedeschi
                                 •   Anche nei Sudeti, i nazisti locali si mobilitarono per
                                     chiedere al governo cecoslovacco concessioni
                                     sempre più ampie per la minoranza tedesca
                                 •   Il governo decise, in un primo momento, di
                                     concedere ai tedeschi dei Sudeti maggiore
                                     autonomia
                                 •   Hitler voleva però l’annessione della regione e la
                                     dissoluzione della Cecoslovacchia, e lanciò nel
                                     settembre 1938 un ultimatum al governo
                                     cecoslovacco perché cedesse i Sudeti
                                 •   La Cecoslovacchia era alleata con Francia e Urss,
                                     che non confinavano con essa
La regione dei Sudeti            •   I sovietici, alleati della Francia, erano obbligati a
(in viola scuro)                     intervenire solo se questa lo avesse fatto a sua volta
                                 •   La Francia era condizionata nella sua azione
                                     dall’operato britannico
                                 •   Il primo ministro inglese Neville Chamberlain andò
                                     due volte a Berlino nel settembre 1938 per
                                     ottenere una soluzione di compromesso da Hitler,
                                     ma senza esito
La strategia tedesca/1: la conferenza di Monaco
                                   • Chamberlain, temendo lo scoppio di una guerra,
                                     contattò allora Mussolini, spingendolo a promuovere
                                     una Conferenza internazionale tra i capi dei grandi
                                     stati europei, a parte l’Urss
                                   • Si riunirono a Monaco di Baviera il 29 e 30 settembre
                                     1938 Chamberlain, Mussolini, Daladier (primo ministro
                                     francese) e Hitler ,mentre il governo cecoslovacco non
                                     venne coinvolto e nemmeno consultato
                                   • I primi ministri francese e inglese approvarono il piano
                                     di Mussolini, che in pratica era una totale accettazione
                                     delle imposizioni tedesche: annessione dei Sudeti alla
                                     Germania, dopo che fosse stato tenuto un plebiscito
                                   • La Cecoslovacchia dovette accettare la soluzione
                                     imposta a Monaco e aprire i suoi confini ai tedeschi
                                   • L’Urss comprese che in caso di aggressione tedesca non
                                     avrebbero potuto contare su nessun aiuto dai grandi
                                     paesi dell’Europa occidentale e abbandonò l’alleanza
La “Grande Germania” dopo            con la Francia
la conferenza di Monaco del 1938
                                   • L’esito della conferenza fu visto con favore dall’opinione
                                     pubblica europea perché sembrava allontanare
                                     definitivamente la guerra
L’inizio della guerra, 1939
L’Europa nel 1939
L’invasione tedesca della Boemia e della Moravia

• Hitler aveva preparato i piani per invadere
  Boemia e Moravia già nell’autunno 1938
• Le due zone più sviluppate e abitate della
  Cecoslovacchia furono invase dai tedeschi nel
  marzo 1939, e questo determinò lo sfaldamento
  del paese
• Boemia e Moravia furono dichiarate dai tedeschi
  invasori “protettorato”
• La Slovacchia si autoproclamò indipendente,
  diventando uno stato-satellite di Hitler
I patti di assistenza militare di Gran Bretagna e
                     Francia: la Polonia
• L’ attacco tedesco alla Boemia e Moravia suscitò finalmente
  la reazione di Francia e Gran Bretagna, che mise fine
  all’appeasement
• La strategia dei due stati consistette nel creare una rete di
  alleanze militari (Belgio, Olanda, Grecia, Romania e Turchia)
  in funzione anti-Asse
• Tra i patti di assistenza militare promossi da inglesi e
  francesi, quello con la Polonia fu il più importante
• Hitler voleva prendere la città libera di Danzica, a
  maggioranza tedesca, e così acquisire il “corridoio” di terra
  che dalla città portava verso la Polonia, al fine di
  conquistarla
• Il patto di assistenza militare tra Polonia, Francia e Gran
  Bretagna doveva evitare che la Polonia avesse lo stesso
  trattamento della Cecoslovacchia
L’occupazione italiana dell’Albania e il “patto
                             d’acciaio”
                            •   L’idea di Mussolini era che la Germania fosse assolutamente
                                superiore in un probabile conflitto, e che l’Italia non avrebbe
                                dovuto
                            •   1. da una parte rimanere neutrale
                            •   2. dall’altra lasciare alla Germania ogni spazio di manovra
                            •   Nell’aprile del 1939 Mussolini aveva fatto occupare il regno
                                di Albania, con l’obiettivo di penetrare profondamente nei
                                Balcani
                            •   Nel maggio del ‘39 il dittatore italiano accettò di trasformare
                                il legame generico dell’Asse in una alleanza militare vera e
                                propria, chiamato “patto d’accciaio”
                            •   Era un accordo vincolante in base al quale i due alleati
Da sinistra,                    avrebbero dovuto intervenire l’uno al fianco dell’altro in
Mussolini, Hitler e Ciano       caso fosse nato, per una causa qualsiasi, un conflitto
alla conferenza di Monaco
                            •   Il patto d’acciaio, dovuto oltre che a Mussolini, anche al
                                ministro degli esteri Galeazzo Ciano (genero del “duce”), fu
                                un grave errore politico e militare: l’Italia non aveva i mezzi
                                militari per combattere una guerra europea
                            •   Mussolini e Ciano si lanciarono in questo azzardo credendo
                                alle promesse di Hitler per il quale la guerra non si sarebbe
                                combattuta prima di due - tre anni
L’atteggiamento dell’Urss

• Gli squilibri internazionali furono aumentati
  dall’atteggiamento sovietico
• I sovietici ritenevano che i grandi paesi occidentali
  non li avrebbero sostenuti nel caso di attacco tedesco
• Le grandi democrazie occidentali sospettavano che
  l’Urss volesse espandersi nelle zone orientali d’Europa
• La Polonia non intendeva concedere alle truppe
  dell’Armata Rossa un attraversamento del proprio
  territorio, se l’Urss fosse stata attaccata dalla Germania
• In questa incertezza, l’Urss decise di aprire a un
  possibile accordo con la Germania
Il patto Von Ribbentropp-Molotov
       • A Mosca il 23 agosto 1939 avvenne un fatto
         considerato impossibile fino a quel momento
       • I ministri degli esteri Von Ribbentropp
         (tedesco) e Molotov (sovietico) firmarono un
         patto di non aggressione
       • L’Urss ne avrebbe ricavato vantaggi
       • I.sia di tempo, perché allontanava il pericolo di
         un immediato attacco tedesco, e si poteva
         armare per un probabile attacco differito di
         Hitler
       • II. sia di natura territoriale, perché il patto
         prevedeva la spartizione di Polonia e Romania
         tra Germania e Urss; inoltre con il patto l’Urss
         poteva conquistare anche gli stati baltici
         (Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia)
       • La Germania ricavava dal patto la possibilità di
         conquistare parte della Polonia, senza
         rischiare di subire attacchi sovietici
L’invasione della Polonia
                                       • Il primo giorno di settembre del
                                         1939, le truppe della Germania
                                         invasero la Polonia
                                       • Il 3 settembre Gran Bretagna e
                                         Francia dichiararono guerra alla
                                         Germania
   L’attacco di Germania e Urss
                                       • Così aveva inizio la II guerra
   alla Polonia                          mondiale
                                       • L’Italia, come accadde nel 1914,
                                         dichiarò subito la sua “non
                                         belligeranza”
                                       • La Russia invase la parte orientale
In questa famosa foto, soldati
                                         della Polonia
tedeschi alzano la sbarra di confine
tra Polonia e Germania
I e II guerra mondiale:
              somiglianze e differenze
• Le cause e le caratteristiche della II guerra mondiale
  erano simili alla prima, ma con alcune differenze:
• La Germania voleva imporre la sua egemonia
  all’Europa
• Gran Bretagna e Francia volevano impedirlo
• Il conflitto da europeo diventò globale in pochi mesi
• La battaglia ideologica tra i contendenti fu però ancora
  più radicale di quanto accadde nel ‘15-18
• La mobilitazione dei cittadini fu più ampia della
  grande guerra, tanto che si può parlare di guerra
  “totale”
La Germania conquista la Polonia

• La Germania conquistò la Polonia occidentale in poco
  più di un mese
• La strategia vincente fu quella dell’attacco congiunto
  da parte dell’aviazione e delle forze corazzate,
  secondo la strategia della guerra –lampo
• I carri armati e i blindati costituivano reparti
  “meccanizzati” che attuavano una guerra di
  movimento e permettevano di occupare in pochi giorni
  ampi territori.
• In questo modo gli eserciti avversari non avevano
  possibilità di rifornimento
Il 1940-41
La drole de guerre

• Tedeschi e sovietici imposero alla Polonia
  un’occupazione durissima, e la eliminarono di
  nuovo dalla geografia del continente
• A Occidente l’offensiva fu sospesa per sette
  mesi, perché i tedeschi si dovevano
  riorganizzare
• e si creò la situazione chiamata dai francesi
  drole de guerre, cioè “attesa di guerra”, tale da
  indebolire il morale delle truppe alleate
Il nord-Europa:
          Finlandia, Norvegia e Danimarca
• Alla fine di novembre del ‘39, l’Urss attaccò la
  Finlandia, col pretesto che quest’ultima aveva richiesto
  indebitamente modifiche di confine, e la conquistò nel
  marzo ‘40
• Nella primavera del ‘40, in aprile, la Germania andò
  all’attacco di Norvegia e Danimarca, conquistandole
  entrambe
• Così alla fine della primavera del ‘40 i tedeschi
  controllavano i due terzi dell’Europa settentrionale e si
  apprestavano a attaccare la Francia
• L’iniziativa tedesca cominciò il 10 maggio 1940, e nel
  giro di poche settimane giunse ai suoi obiettivi.
I tedeschi attaccano la Francia a Sedan
                    • L’esercito tedesco agì con una strategia
                      identica alla I guerra mondiale,invadendo il
                      Belgio, ma anche Olanda e Lussemburgo, per
                      poi dirigersi verso la Francia
                    • La maggior parte delle truppe dei francesi
                      erano schierate a difendere il Belgio a nord e a
                      presidiare la linea Maginot, una lunga serie di
                      fortificazioni sul confine con la Germania
La linea Maginot    • La tattica vincente dei tedeschi fu attaccare il
                      punto debole della linea di difesa francese,
                      Sedan, cioè il confine tra Belgio e Lussemburgo,
                      che era in parte sguarnito di difese militari
                    • I tedeschi sfondarono in pianura e chiusero
                      verso il mare francesi, belgi e inglesi, che erano
                      appena sbarcati per sostenere i loro alleati
                    • Gli inglesi furono costretti a reimbarcarsi a
                      Dunquerque, con qualche migliaio di belgi e
                      francesi, approfittando di un breve
                      rallentamento tedesco nell’azione di guerra
L’attacco tedesco alla Francia, maggio-giugno 1940
I tedeschi entrano a Parigi. Armistizio di Rhetondes

                             • La breve pausa servì a Hitler per testare la
                               reazione inglese, in vista di un possibile accordo,
                               che però non giunse
                             • Le truppe tedesche ripresero allora la loro
                               iniziativa d’attacco, e il 14 giugno 1940 entrarono
                               a Parigi, mentre una parte della cittadinanza
                               lasciava la capitale per dirigersi a Sud
Truppe tedesche sfilano a
         Parigi              • La classe politica francese si disperse, e l’incarico
                               di primo ministro fu assunto dall’anziano
                               maresciallo Petain, che subito agì per
                               raggiungere un armistizio con i tedeschi, firmato
                               il 22 giugno, con l’assenso dei capi di stato
                               maggiore, convinti che resistere alla Germania
                               fosse inutile
                             • Simbolicamente, l’armistizio fu firmato a
                               Rethondes, la località in cui 22 anni prima la
                               Germania si era arresa ai suoi avversari, e sul
     Il maresciallo Petain
                               medesimo vagone ferroviario, per volontà di
                               Hitler
La Francia di Petain
                              • Il governo francese stabilì la propria
                                sede nella città termale di Vichy e
                                accettò di governare solo la parte
                                centro-meridionale della Francia e le
                                colonie (“Francia libera”), mentre il
                                resto del territorio rimase sotto il
                                controllo dei tedeschi
                              • La “Francia di Vichy” diventò uno
La divisione della Francia      stato-satellite della Germania
dopo l’invasione tedesca
                              • Petain incolpò della sconfitta
                                francese il regime repubblicano, la
                                sua classe dirigente e il sistema dei
                                partiti
                              • Impose un regime politico ispirato ai
                                valori dell’ancien régime: Dio, patria
                                e famiglia
L’entrata in guerra dell’Italia
                                    • La sconfitta della Francia spinse Mussolini
                                      a decidere l’entrata in guerra dell’Italia,
                                      anche se l’Italia non era assolutamente
                                      preparata ad affrontare un conflitto:
                                      l’equipaggiamento militare era
                                      insufficiente dopo le guerre in Etiopia e
                                      Spagna e il paese doveva ricorrere alle
                                      importazioni di materie prime
Mussolini annuncia l’entrata        • In realtà anche l’opinione pubblica non era
in guerra dell’Italia dal balcone     favorevole alla guerra, così come alcuni
di Palazzo Venezia                    gerarchi e gli imprenditori, nonché buona
                                      parte delle alte gerarchie militari
                                    • L’orientamento dell’opinione pubblica
                                      cambiò quando apparve possibile vincere
                                      con facilità e rapidità grazie alle difficoltà
                                      estreme della Francia
                                    • Mussolini annunciò l’entrata in guerra il 10
                                      giugno 1940
L’attacco italiano alla Francia

• Mussolini voleva combattere una guerra parallela
  rispetto ai tedeschi, e non un conflitto insieme a loro
• L’attacco alla Francia, militarmente allo sbando,
  cominciò il 21 giugno del 1940, ma andò peggio del
  previsto: perdite consistenti (5000 tra morti e feriti) e
  vantaggi territoriali minimi, nel momento in cui la
  Francia chiese la pace il 24 giugno
• In Africa, le truppe italiane, partendo dalla Libia,
  cercarono di attaccare l’esercito inglese in Egitto, ma
  dovettero interrompere l’azione perché i mezzi
  corazzati erano insufficienti
La resistenza inglese ai tedeschi
• La Gran Bretagna, dopo il crollo dei francesi, era rimasta
  sola a combattere contro la Germania
• Le alternative erano due
• I. trattare con Hitler da una posizione di debolezza,
  riconoscendogli le sue conquiste
• II. continuare il conflitto, contando sulla propria potenza
  navale e sui rifornimenti che venivano dal Commonwealth
• La seconda alternativa era sostenuta con forza dal primo
  ministro conservatore Winston Churchill, che a metà del
  1940 era stato chiamato a guidare il governo di coalizione
  nazionale
• La scelta inglese fu dunque di combattere,anche a costo di
  sacrifici pesanti, preannunciati da Churchill nel suo discorso
  di insediamento
L’operazione “Leone marino”
                               • La Germania cominciò allora l’operazione “Leone
                                 Marino”, con l’obiettivo di invadere la Gran
                                 Bretagna, utilizzando massicciamente la
                                 Luftwaffe, l’aviazione militare, che avrebbe
                                 permesso di controllare i cieli dell’Europa
                                 settentrionale e sopra la Manica, contrastando la
                                 superiorità degli inglesi per mare
                               • Per tre mesi l’aviazione tedesca bersagliò la Gran
                                 Bretagna con attacchi pesantissimi per
 Bombardamento di Londra,
 23 agosto 1940
                                 danneggiare la sua potenza industriale e
                                 indebolirne il morale: furono colpiti sia i centri
                                 industriali, come Coventry, sia le città principali,
                                 tra cui Londra che subì diverse incursioni, causa di
                                 numerosi morti e feriti
                               • L’aviazione inglese, la Royal Air Force (Raf) riuscì
                                 però a organizzare e attuare una difesa antiaerea
                                 relativamente efficace
                               • Con l’arrivo dell’autunno gli attacchi tedeschi si
Churchill visita le zone
                                 esaurirono, a causa della imprevista tenacia
bombardate                       inglese nel resistere
di Londra, 10 settembre 1940
Il fallimento della guerra parallela italiana:
                          la Grecia

• La strategia di guerra parallela voluta da Mussolini portò l’esercito
  italiano a attaccare la Grecia alla fine di ottobre 1940, per bilanciare
  l’iniziativa militare dei tedeschi in Romania
• L’attacco fu però sbagliato nei tempi e nei modi: frettoloso e poco
  curato nella preparazione
• La resistenza della Grecia, retta fino allora da un regime
  conservatore amico dell’Italia, fu estremamente decisa
• Dopo un mese, gli italiani furono costretti a indietreggiare e ritirarsi
  di fatto in Albania
• L’insuccesso determinò una grossa crisi di sfiducia nell’opinione
  pubblica italiana, in mezzo alla quale circolarono, anche per effetto
  delle lettere che i soldati italiani riuscivano a spedire a casa e
  sfuggivano alla censura, le voci di sbandamenti delle truppe, carenza
  di equipaggiamento e disorganizzazione complessiva
Il fallimento della guerra parallela italiana:
                                     la Cirenaica
                             • Il fronte africano era a sua volta una zona di guerra
                               poco gloriosa per l’Italia
                             • Alla fine del 1940 la Gran Bretagna, grazie ai suoi carri
                               armati e alla migliore organizzazione dell’esercito,
                               aveva conquistato la parte orientale della Libia (la
                               Cirenaica), e aveva inferto all’esercito italiano perdite
                               molto pesanti, nell’ordine di decine di migliaia di
                               morti, feriti e prigionieri
                             • Mussolini fu costretto a chiedere l’aiuto dell’alleato
                               tedesco per evitare che gli italiani fossero cacciati dalla
                               Libia
                             • L’intervento dei tedeschi guidati dal brillante generale
                               Rommel fu decisivo per la riconquista della Cirenaica
                               nell’aprile del ‘41
                             • In quello stesso mese, tuttavia, gli inglesi occuparono
                               Addis Abeba, capitale dell’Etiopia, dove rientrò il
                               negus Hailè Sellassiè.
                             • Anche questi eventi fecero precipitare il prestigio
                               italiano al suo punto più basso, e di fatto posero fine
Il generale tedesco Rommel     al progetto di “guerra parallela”
La conquista di Jugoslavia e Grecia
          da parte di tedeschi e italiani
• Il progetto tedesco di occupazione dei Balcani
  si sovrappose a quello italiano di conquista
  della Grecia
• Le truppe italiane e tedesche nell’aprile del
  1941 attaccarono insieme la Jugoslavia e la
  Grecia, conquistandole entrambe
• L’effetto fu di spingere fuori dalla Grecia gli
  inglesi, che si trovavano qui dal mese
  precedente
La spartizione dei Balcani,
        1941-9143
Il 1941
L’attacco della Germania all’Urss

• Nel giugno del 1941, la Germania cominciò
  l’operazione Barbarossa, cioè l’attacco all’Urss
• Si sviluppò su un fronte che andava dal
  Baltico al Mar Nord, e i sovietici furono
  sorpresi dall’azione tedesca
• Mussolini decise di far partecipare all’azione
  anche un corpo di spedizione italiano, il Csir
  (Corpo di spedizione italiano in Russia)
L’operazione Barbarossa, estate –autunno 1941
                                Le direttrici lungo le quali le truppe tedesche
                                si mossero durante l’estate del 1941 furono
                                il nord, attraverso i territori del Baltico,
                                e il Sud, attraverso l’Ucraina,con l’obiettivo di
                                conquistare zone del Caucaso, ricche di
                                petrolio
                                L’attacco a Mosca avvenne però molto tardi,
                                a ottobre, mentre si preparava il grande
                                inverno russo
                                I tedeschi si dovettero bloccare a pochi
                                chilometri da Mosca, perché le condizioni
                                atmosferiche impedivano l’avanzata,
                                rallentando gli automezzi
                                A dicembre i sovietici riuscirono a
                                allontanare da Mosca i tedeschi
L’invasione tedesca dell’Urss
secondo le sue direttrici
La resistenza sovietica e i problemi dei tedeschi

• Nell’inverno del 1941-42, la situazione peggiorò
  per i tedeschi
• Controllavano i territori baltici, l’Ucraina e la
  Bielorussia, utili per i rifornimenti, ma l’esercito
  della Germania era bloccato nelle pianure russe a
  causa della stagione avversa e della resistenza
  tenace dei russi, guidata da Stalin
• Questa resistenza era sostenuta dalla produzione
  industriale delle regioni a est del fiume Volga e
  trasformò la guerra-lampo prevista da Hitler in
  una guerra di usura logorante e incerta
Gli Usa dal non intervento al sostegno ai
                    britannici
• Gli Usa non erano entrati in guerra nel 1939-40,
  ma la politica di non intervento cominciò a
  mutare dopo che Roosevelt fu rieletto per la terza
  volta alla presidenza nel novembre 1940
• Iniziò un’azione di sostegno economico
  statunitense alla Gran Bretagna attraverso una
  legge apposita per cui gli Usa potevano fornire
  materiale bellico a condizioni di favore agli stati
  strategici per gli interessi americani
• Nel maggio 1941, gli Usa interruppero i rapporti
  diplomatici con Italia e Germania
La “Carta atlantica”
               • A metà agosto del 1941, Roosevelt e
                 Churchill si incontrarono al largo dell’isola di
                 Terranova (Canada) e firmarono la Carta
                 atlantica
               • Era un documento in otto punti che
                 condannava i regimi fascisti e indicava i
                 principi in base ai quali edificare un nuovo
                 ordine democratico alla fine della guerra:
               • rispettare la sovranità popolare
               • rispettare il diritto di autodeterminazione dei
                 popoli
               • libertà di commercio
Roosevelt e
Churchill si   • libertà dei mari
incontrano a   • cooperazione internazionale
Terranova      • evitare l’uso della forza nei rapporti
                 internazionali
L’imperialismo giapponese e il “patto tripartito”
                          • Il Giappone spinse gli Usa a entrare in
                            guerra
                          • Dal 1937 il Giappone stava portando
                            avanti un conflitto contro la Cina per
                            conquistarla
                          • Nel settembre del 1940 il paese asiatico
                            aveva firmato un patto tripartito di
                            alleanza con Italia e Germania
                          • Con lo scoppio della guerra, i giapponesi
                            avevano ampliato i loro obiettivi
                            imperialistici a tutto il Sud-Est asiatico,
                            invadendo l’Indocina francese
                          • Usa e Gran Bretagna decisero l’embargo,
                            cioè il blocco delle esportazioni verso il
Cartolina di propaganda     Giappone, come ritorsione per l’invasione
giapponese che celebra
il patto tripartito
L’attacco giapponese a Pearl Harbor
• Il Giappone non volle però ritirarsi né dalla Cina, né
  dall’Indocina e decise di portare il conflitto con le
  potenze occidentali alle estreme conseguenze
• Il 7 dicembre 1941 il Giappone attaccò la flotta
  americana ancorata in gran parte nella baia di Pearl
  Harbor, alle Hawaii, senza dichiarazione di guerra
• Anche gli Usa entrarono così in guerra
• Germania e Italia dichiararono anch’esse guerra agli Usa
• Vista la distruzione di buona parte della flotta americana,
  i giapponesi conquistarono in sei mesi Filippine,
  Malesia, Birmania e Indonesia, e minacciavano anche
  Australia e India
• Le minacce a questi territori e le perdite coloniali
  spinsero i britannici a spostare una parte delle loro forze
  militari dal Medio all’Estremo Oriente
La baia di Pearl Harbor e l’espansionismo
               giapponese
La guerra in Europa, 1939-1941
Fenomeni di resistenza antifascista
             • La resistenza all’occupazione nazista si espresse nei
               diversi paesi in forme varie: non collaborazione;
               diffusione di volantini; passaggio di informazione agli
               Alleati; sabotaggi di strade, ponti, linee elettriche e
               ferroviarie
             • L’attuazione di queste iniziative era opera nei primissimi
               tempi della guerra di gruppi piccoli, che erano legati ai
               governi in esilio o ai movimenti di liberazione, come la
               Francia Libera guidata dal generale De Gaulle, che fin
               dall’inizio della guerra aveva cercato di spingere i suoi
               connazionali a resistere ai nazisti
De Gaulle
             • A partire dal 1941 si rafforzarono e organizzarono
               movimenti di resistenza con il forte coinvolgimento della
               popolazione, come in Jugoslavia e Grecia
             • Quando l’Urss fu invasa dai tedeschi, i comunisti europei
               furono ulteriormente stimolati a resistere e a
               combattere il nazismo, uscendo dall’ambiguità che,
               dopo il patto Von Ribbentropp-Molotov, li aveva portati
               a condannare i due “opposti imperialismi” (tedesco e
               delle democrazie occidentali)
Le diffidenze reciproche tra antinazisti
            • Le diverse realtà della resistenza
              antinazista e antifascista non sempre si
              accordarono tra loro per attuare strategie
              comuni
            • I comunisti erano comunque sospetti agli
              angloamericani e anche agli occhi degli
              antinazisti di tendenza politica moderata
            • Vi furono zone dell’Europa orientale come
Tito
              la Jugoslavia in cui l’esercito popolare di
              ispirazione comunista guidato da Tito
              (nome di battaglia di Josip Brodz) ebbe
              una forza decisamente superiore agli
              antifascisti moderati, nazionalisti e
              monarchici,che furono emarginati dalla
              lotta
Collaborazionismi e collaborazionisti
                   • Vi furono anche importanti fenomeni di
                     collaborazionismo, cioè di aiuto, volontario o
                     forzato, nei confronti degli occupanti nazisti da
                     parte della popolazione degli stati invasi
                   • Si trattò di persone disposte a combattere
                     contro i movimenti resistenziali, oppure
                     arruolate a forza nei reparti delle SS
                   • Vi furono uomini politici come Petain che
                     governarono al servizio dei nazisti:in alcuni casi
                     erano fascisti già prima dell’occupazione
Pierre Laval         tedesca,come accadde in Ungheria; in altri
successe             erano leader separatisti, che trovarono un
a Petain             sostegno nel nazismo, come accadde in
come primo           Slovacchia e Croazia; in altri ancora si trattò di
ministro             esponenti politici che in nome di un
nella Francia        anticomunismo esasperato accettarono di
di Vichy             sostenere la politica del nazismo
1942,
               Il “nuovo ordine” dell’Asse




Campo di concentramento            Campo di concentramento di Mauthausen
giapponese nelle Indie Orientali
Giappone e Germania:
         il nuovo ordine in Asia e Europa
• Nel 1942, la Germania e il Giappone controllano
  rispettivamente buona parte dell’Europa
  continentale e dell’Asia sud-orientale
• Questi territori sono governati da tedeschi e
  giapponesi in modo simile, cioè una
  sottomissione delle popolazioni e della società,
  un esasperato sfruttamento delle risorse
• Le classi dirigenti della Germania e del Giappone
  hanno questo approccio al potere perché
  ritengono che la razza tedesca e giapponese siano
  superiori a ogni altro popolo d’Europa e d’Asia
Il Giappone:
 “sfera di coprosperità della Grande Asia Orientale”
• Il dominio giapponese sull’Asia viene presentato dai
  nipponici come “sfera di coprosperità della Grande Asia
  Orientale”
• Secondo la propaganda giapponese, i popoli asiatici
  sono stati liberati grazie al Giappone dalla nefasta
  presenza e influenza delle nazioni occidentali, di
  conseguenza possono vivere in modo libero e prospero
  sotto la guida dei giapponesi
• La realtà dei fatti fu che il Giappone sottopose le zone
  dominate a uno sfruttamento molto pesante,
  sottraendo loro tutte le risorse necessarie, dalle
  materie prime al lavoro umano, allo sforzo bellico
  nipponico
La Germania: stati-satellite e occupazioni militari
• Anche i paesi sottomessi al dominio tedesco subiscono una sorte
  simile
• I sistemi di occupazione tedeschi sono diversificati a seconda delle
  zone
• Vi sono gli stati-satellite, come la Francia di Vichy o la Slovacchia, a
  cui i tedeschi imposero contribuzioni coatte; o ricavarono risorse e
  materie prime a prezzo conveniente, che erano poi mandate alle
  fabbriche della Germania
• Nell’Est Europa, vi furono occupazioni militari vere e proprie
• L’occupazione militare aveva come effetto principale il
  reclutamento forzato e deportazione di manodopera (circa 13
  milioni di persone, tra civili, prigionieri di guerra, ebrei
  imprigionati), che veniva utilizzata nelle fabbriche e nei campi
  tedeschi al posto dei lavoratori “ariani” al fronte
• Queste persone sono trattate in modo disumano
• I tedeschi, inoltre, tolgono ai loro paesi risorse alimentari e materie
  prime,impoverendoli ulteriormente
Il “nuovo ordine europeo” della Germania
                      •   Questa organizzazione imposta dai nazisti prefigura quello che essi
                          chiamano “il nuovo ordine europeo”
                      •   Nella loro prospettiva esistevano aree europee popolate da
                          Untermenschen (sottouomini), che dovevano essere sottomesse e
                          sfruttate per sempre: erano le aree orientali dove si trovavano in
                          grandi quantità gli slavi, i rom e gli ebrei
                      •   Il Governatorato Generale, composto da Polonia centrale e Galizia;
                          Ucraina; Bielorussia e altri territori già sovietici erano zone
                          sottoposte al comando della SS guidate da H. Himmler
                      •   Il piano per queste zone prevedeva la colonizzazione forzata con lo
                          spostamento di coloni tedeschi a cui dare i terreni sottratti alle
                          popolazioni “inferiori”
Heinrich Himmler      •   Inoltre gli slavi di ascendenze tedesche, anche se lontane,
fu a capo delle SS        andavano individuati e rieducati per entrare a far parte del popolo
dal 1929 e                tedesco
dell’ufficio          •   Gli slavi privi di “germanità” dovevano essere in parte deportati
centrale per la           verso Est, nelle zone liberate dalla presenza sovietica, e in parte
sicurezza del Reich       essere mantenuti nelle zone di origine per lavorare come servi
dal 1939
Dal 1943 divenne
                      •   I bambini di queste popolazioni dovevano essere educati in scuole
ministro
                          per semiservi, dove avrebbero ricevuto nozioni solo di lingua e
dell’Interno              matematica, visto che il loro destino era comunque già scritto:
                          dovevano diventare lavoratori per i tedeschi
I ghetti
                        • La politica dei tedeschi verso gli ebrei si
                          modificò con il progressivo avanzare verso
                          Est delle conquiste e occupazioni
                        • In un primo tempo i tedeschi pensavano
                          alla deportazione e dispersione degli ebrei
Il ghetto di Varsavia
                          fuori dal Reich
                        • Verso est, però, gli ebrei dei territori
                          conquistati sono 8.500.000
                        • Nel 1939, i tedeschi decisero che gli ebrei
                          polacchi fossero deportati dalle aree rurali
                          entro ghetti costruiti nelle città più grandi
Il ghetto di Cracovia   • Dal 1941, i ghetti della Polonia diventano
                          luogo di deportazione anche per gli ebrei
                          originari di zone dell’Europa occidentale
Rastrellamenti e campi di concentramento
                      • I ghetti come prigioni permanenti sono però
                        considerati poco funzionali al progetto di
                        eliminazione del “problema ebraico”
                      • I tedeschi decidono allora due strategie
                        complementari, anche se nessuna delle due li
                        soddisfa pienamente
                      • 1. Durante l’operazione Barbarossa, le
                        Eisantzengruppen delle SS e truppe ausiliarie
Hermann Göring,
                        della Wermarcht rastrellano la popolazione
responsabile della      ebraica che si trova nei territori
“questione ebraica”     progressivamente conquistati dai tedeschi e
nel Reich
                        fucilano sul posto molti dei rastrellati
                      • 2. L’altra strategia fu la deportazione in massa
                        degli ebrei individuati, in campi di
                        concentramento, in cui vi erano già oppositori
                        politici e “indesiderabili”, “alieni al popolo
                        tedesco” (alcoolizzati, clochard, disoccupati,
                        prostitute, omosessuali, malati di mente)
La conferenza di Wansee e la “soluzione finale”
                            • La decisione definitiva sugli ebrei fu presa il 20
                              gennaio 1942, data in cui a Wansee, una località
                              presso Berlino, Reihnard Heydrich (governatore
                              di Boemia e Moravia e stretto collaboratore di
                              Himmler) comunica a alcuni ministri e ai capi
                              delle SS di avere ricevuto dal responsabile della
                              questione ebraica Göring l’incarico di organizzare
   Reinhard Heydrich
                              la “soluzione finale del problema ebraico”
                            • Il piano è di uccidere tutti gli ebrei nei territori
                              tedeschi e controllati dai tedeschi
                            • Vengono costruiti sei campi di sterminio di
                              nuovo tipo (Auschwitz-Birkenau, Treblinka,
                              Belzec, Sobibor, Chelmno e Majdanek) in cui
                              attuare l’eliminazione fisica degli ebrei sulla base
                              di un’organizzazione “tecnicamente efficiente”,
                              che prevede la deportazione di tutti gli ebrei già
Il luogo della conferenza     detenuti nei ghetti e nei campi di
di Wansee                     concentramento
Campi di concentramento e di sterminio tra
    la Germania e l’Europa orientale
Il sistema dello sterminio
• I campi di concentramento e di sterminio occupano un’amministrazione
  numerosa, con l’obiettivo di minimizzare i costi e massimizzare i risultati
• Le deportazioni dai ghetti avvenivano via treno, e per le condizioni tragiche in
  cui si svolgevano i viaggi molti morivano sui vagoni
• Vi era poi la spoliazione di vestiti e averi, il taglio dei capelli, l’assegnazione
  delle divise non appena si giungeva al campo
• Donne, bambini e uomini venivano divisi
• I responsabili avevano programmato che i più deboli sarebbero morti già nei
  campi di concentramento per le condizioni disumane di igiene e salute, per la
  fame, a causa del lavoro massacrante e delle condizioni atmosferiche spesso
  proibitive
• I sopravvissuti erano poi deportati nei campi di sterminio dove venivano
  impiegate tecniche di soppressione finalizzate a uccidere moltissime persone
  con un impiego relativamente modesto di uomini e mezzi
• La morte avveniva nelle camere a gas, con l’utilizzo di monossido di carbonio o
  acido cianidrico (Zyklon-B prodotto dalla IG-Farben, grande industria tedesca)
• I cadaveri venivano poi ispezionati, per ricavarne i metalli preziosi, come denti
  d’oro
• Venivano poi inceneriti nei forni crematori, spesso con la collaborazione di
  SonderKommandos, squadre speciali di detenuti ebrei che preparavano forni e
  salme
Mauthausen:
tavolo di ispezione
                           2
dei cadaveri (1)
Camera a gas (2,3)
forno crematorio (4)




                               4
      1                3
Minoranze sterminate e tentativi di ribellione
                                          • Nei campi di concentramento e sterminio furono
                                            deportati non solo ebrei, ma anche Rom,
                                            omosessuali, Testimoni di Geova, malviventi
                                            comuni, detenuti politici, “indesiderabili”
                                            anch’essi in gran parte eliminati
                                          • Si calcola che siano stati uccisi in vario modo circa
                                            sei milioni di ebrei, di cui almeno un milione erano
                                            bambini
                                          • Gli ebrei, col tempo, furono convogliati non solo
                                            dalle zone tedesche, ma anche da Francia, Olanda,
Triangoli di colore diverso posti sulle     Balcani, Grecia, spesso vittime di delazioni, anche
sulle divise identificavano le diverse      se vi furono persone che cercarono di salvarli e
tipologie di prigionieri
                                            nasconderli
                                          • Uno dei pochi episodi di ribellione fu quello del
                                            Ghetto di Varsavia, il 19 aprile 1943, quando gli
                                            ebrei ancora dentro il ghetto si rivoltarono contro il
                                            contingente militare che doveva deportarli
                                          • La ribellione durò circa un mese, ma alla fine i
                                            nazisti ripresero il controllo del ghetto: gli uccisi e i
                                            morti nella rivolta furono circa 28.000
La svolta del 1942-43,
                                l’area del Pacifico
                                             • Lo svolgimento del conflitto ebbe una
                                               svolta tra 1942 e 1943
                                             • Vi furono le prime battaglie nel
                                               Pacifico in cui furono impiegate da
                                               parte di giapponesi e statunitensi
                                               flotte imponenti, che utilizzavano
                                               anche portaerei, da cui decollavano
                                               gli aerei per il bombardamento
                                             • Le battaglie del Mar dei Coralli e di
                                               Midway furono le prime in cui gli
                                               americani fermarono l’offensiva
Le battaglie vittoriose degli statunitensi
                                               giapponese
               nel Pacifico                  • All’inizio del 1943, i marines
                                               statunitensi presero l’isola di
                                               Guadalcanal, costringendo i
                                               giapponesi a difendere le posizioni
                                               che avevano conquistato tra ‘41 e ‘42
L’assedio tedesco fallito a Stalingrado
• Fu l’assedio di Stalingrado, in Urss, da parte dei tedeschi a determinare un
  cambiamento nella guerra in Europa
• L’assedio della città, che era fondamentale per la conquista della Russia
  sudorientale,cominciò ad agosto del 1942
• Fino a novembre i tedeschi sembrarono avere la meglio, con combattimenti
  anche dentro la città, quasi casa per casa
• In seguito i sovietici riuscirono nel contrattacco e accerchiarono i tedeschi e i
  loro alleati
• Hitler,nonostante le difficoltà causate anche dal terribile inverno russo,
  decise che i tedeschi resistessero a oltranza, ma così facendo esaurì le
  risorse della sua armata, che nel febbraio 1943 fu costretta a una
  catastrofica ritirata.
• Durante la ritirata morirono anche molti soldati italiani dell’ Armir, l’Armata
  italiana in Russia, che aveva rimpiazzato Il Csir nel 1942
• Era stato Mussolini a voler inviare i soldati italiani in prima linea, affermando
  di voler offrire un sacrificio di sangue, e con la solita speranza di condurre
  una guerra parallela
• Durante la controffensiva sovietica di dicembre 1942, morirono quasi 75.000
  uomini dell’Armir
L’assedio e la ritirata tedesca
La ritirata di Germania e Italia dall’Africa
          • Anche sul fronte africano i tedeschi e italiani
            subirono una sconfitta pesante
          • Le truppe dell’Asse arrivarono a meno di cento
            chilometri da Alessandria, a El Alamein, ma lì si
            fermarono
          • L’esercito inglese comandato da Montgomery
            aveva una grande superiorità in uomini e mezzi, e
            nell’ottobre 1942 attuò una controffensiva che già
            un mese dopo aveva fatto arretrare italiani e
            tedeschi, i quali dovettero infine ritirarsi
          • Truppe inglesi e americane sbarcarono in Algeria
            e Marocco a novembre, e di conseguenza italiani
            e tedeschi, inseguiti e fronteggiati dagli avversari,
            si dovettero arrendere e andarsene a febbraio del
            1943
          • La ritirata dall’Africa delle truppe dell’Asse fu
            decisiva per consentire agli alleati di attaccare
            l’Europa controllata dai tedeschi
L’alleanza “forzata” di Usa, Gran Bretagna e Urss

• Tra fine ‘41 e inizio ‘42 le nazioni in guerra contro l’Asse si riunirono a
  Washington per sottoscrivere il patto delle Nazioni Unite: prevedeva che
  rispettassero i principi della Carta atlantica e combattessero l’Asse fino alla
  fine senza armistizi e paci separate
• Sovietici, statunitensi e britannici,nazioni ideologicamente molto lontani
  tra loro, si erano trovati a combattere insieme per fronteggiare i tedeschi,
  piuttosto che per propria scelta strategica
• Queste diversità ideologiche produssero anche incertezze strategiche sul
  modo di condurre il conflitto
• I sovietici volevano che si aprisse un fronte di guerra nel nord Europa, per
  ridurre la pressione della Germania sull’Urss
• I britannici ritenevano migliore la strategia di attaccare dall’Italia, che
  venne decisa insieme agli staunitensi nella conferenza di Casablanca, a
  inizio del 1943
• In questa conferenza, tuttavia, i sovietici ottennero che fosse deciso il
  principio per cui la guerra sarebbe continuata fino alla resa incondizionata
  del nemico
La caduta del regime fascista
(e non “la morte della patria”)
      e la “guerra civile”
L’indebolimento del regime fascista
• Il regime fascista era stato indebolito dalle sconfitte
  militari, che gli avevano tolto molti consensi, a causa
  della durata e dell’andamento negativo della guerra
• Nel marzo 1943, nel Nord Italia scoppiarono scioperi
  imponenti che coinvolsero Torino, quindi Milano,
  Genova e altre città industriali
• Erano scioperi non di natura politica, ma contro il
  caro-vita e il razionamento dei generi alimentari,
  problemi acuiti dai bombardamenti aerei alleati
  dell’inverno ‘42-43
• Esprimevano la forte insofferenza di molti italiani verso
  il fascismo
• In questi scioperi aveva avuto un ruolo comunque non
  secondario anche l’organizzazione clandestina del
  Partito comunista, che aveva contribuito a fomentarli
L’azione Alleata in Sicilia

• L’iniziativa militare alleata rese il regime ancora
  più fragile
• La conquista dell’isola di Pantelleria il 12 giugno
  1943 avviò la campagna d’Italia degli
  angloamericani
• Il 10 luglio le truppe angloamericane sbarcarono
  in Sicilia e la occuparono, anche perché le truppe
  italiane, sfiduciate, non opposero una resistenza
  strenua e i siciliani accolsero gli Alleati come
  liberatori
• Questa conquista fu il segno che il regime fascista
  era ormai sull’orlo del collasso
Il 25 luglio, la caduta di Mussolini e la fine del regime
              • La caduta del regime avvenne, tuttavia, non per
                un’iniziativa popolare, quanto per una manovra
                politica a cui parteciparono Vittorio Emanuele III e
                diversi gerarchi
              • Nella notte tra 24 e 25 luglio 1943, il Gran Consiglio
                del fascismo, che non veniva convocato dal1939,
                approvò un ordine del giorno proposto da Dino
                Grandi, importante gerarca e ministro della Giustizia:
                votarono a favore altri gerarchi importanti come i
                quadrumviri De Bono e De Vecchi, Bottai e Ciano
              • L’ odg prevedeva che il re avrebbe guidato da solo le
                forze armate, senza più condividere il comando con
                Mussolini
              • In sostanza determinava l’esautoramento del
                “Duce”, il quale fu costretto a dimettersi da Capo del
                governo e fu arrestato al termine della seduta
              • Il re quasi contemporaneamente nominò il generale
                Pietro Badoglio, che era stato allontanato dal
                comando delle forze armate italiane dopo le sconfitte
                in Grecia (1940), Presidente del consiglio
I “quarantacinque giorni”,
              25 luglio-8 settembre 1943
• Vi furono immediate manifestazioni di gioia da parte di
  moltissimi italiani, non tanto per la caduta del regime in sé,
  quanto perché si associava questo fatto alla fine della
  guerra
• Tuttavia il primo annuncio del governo Badoglio fu “la
  guerra continua”, cioè l’Italia avrebbe tenuto fede agli
  impegni presi da Mussolini con gli alleati tedeschi e
  giapponesi
• In realtà nei quarantacinque giorni successivi, il governo e
  il re avviarono trattative segrete con gli angloamericani
  per sfilarsi dalla guerra nelle condizioni meno umilianti
  possibili
• Nel contempo i tedeschi avevano cominciato a far affluire
  verso l’Italia un grosso numero di soldati per contrastare
  l’avanzata degli angloamericani
L’armistizio dell’8 settembre e il caos nel paese
             • Il 3 settembre a Cassibile, presso Siracusa, fu
               raggiunto tra governo italiano e Alleati l’accordo
               per l’armistizio, che prevedeva la resa
               incondizionata dell’Italia
              Gli italiani dovevano deporre le armi
              cessare la collaborazione con la Germania
              mettere il territorio italiano in mano agli Alleati
              consegnare flotta e aeronautica

             • Il giorno 8 settembre alle 19.45 Badoglio
               annunciò via radio il raggiungimento
               dell’armistizio, ma non diede ai militari nessuna
               indicazione precisa sul comportamento da
               tenere, a parte una disposizione generica ai
               comandi di reagire a “eventuali attacchi di altra
               provenienza”
             • Sempre in quel giorno il governo e il re
               fuggirono a Brindisi, nella zona controllata dagli
               alleati
La dissoluzione dell’esercito italiano
• Si creò in questo modo una situazione pericolosa, in cui le
  strutture militari senza ordini e abbandonate a se stesse si
  dissolsero
• Il 10 settembre, nonostante i tentativi di resistenza dei
  militari e della popolazione civile, i tedeschi occuparono
  Roma
• 650.000 soldati furono deportati in Germania
• 200.000 riuscirono a sfuggire alla deportazione
• 180.000 uomini si misero,invece, al servizio dei tedeschi,
  ritenendo da “traditori” il comportamento del governo e
  del re, e volendo rimanere fedeli all’alleato
• L’episodio più tragico si ebbe nell’isola greca di Cefalonia,
  dove 10.000 soldati italiani della Divisione Aqui non
  vollero arrendersi ai tedeschi e dopo otto giorni di
  combattimenti furono uccisi da loro (14-22 settembre
  1943) in combattimento e dopo la fine della battaglia
L’Italia spezzata in due
                      • L’Italia fu divisa in due entità statali
                        distinte: nella zona centro-
                        settentrionale si attestarono i
                        tedeschi lungo la linea Gustav,
                        mentre nell’Italia centro-
                        meridionale gli Alleati avevano il
                        controllo del territorio, in cui il
                        governo italiano e la sua burocrazia
                        esercitavano la loro sovranità
La linea Gustav
                      • Nel nord Italia, invece, il fascismo
                        cercò di ricostruire il regime con un
                        cambiamento di nome e rilanciando
                        le parole d’ordine “rivoluzionarie”
                        alle origini del movimento
La Repubblica sociale italiana e la guerra civile
                                             • Mussolini, che era tenuto prigioniero sul Gran
                                               Sasso, in Abruzzo, fu liberato da un commando
                                               tedesco il 12 settembre 1943
                                             • Qualche giorno dopo cominciò a costruire una
                                               nuova entità politica, la Repubblica sociale
                                               italiana, Rsi, imperniata sul Partito fascista
                                               repubblicano e su un esercito che doveva
                                               continuare la guerra al fianco dei tedeschi
                                             • La Rsi si riteneva l’unico stato italiano legittimo,
                                               contro il governo monarchico stanziato nel Sud
                                             • Questa “stato” fissò uffici e rappresentanze tra
                                               Lombardia e Veneto, specie sul lago di Garda, da
                                               cui il nome di “Repubblica di Salò”
                                             • Esso era in realtà un governo totalmente
                                               dipendente dai tedeschi, che erano un esercito di
Situazione politica italiana tra ‘43 e ‘45     occupazione e si comportavano come tale:
                                               sfruttavano le risorse e rastrellavano oppositori e
                                               ebrei, con l’attivo supporto della Rsi
                                             • Di fatto il compito principale della Rsi fu
                                               soprattutto la repressione dei partigiani
                                             • Ne nacque una situazione effettiva di guerra civile
                                               tra italiani di orientamenti politici opposti
I gruppi armati della Resistenza

• I gruppi armati della Resistenza antifascista si
  formarono nei giorni successivi all’8 settembre,
  soprattutto tra le montagne, e spesso si
  formarono grazie all’incontro tra militanti
  antifascisti attivi in clandestinità già sotto il
  regime,o rientrati in Italia dall’estero, e soldati
  sbandati, che erano sfuggiti ai tedeschi
• I partigiani agivano come bande, alcune
  organizzate in una struttura superiore di preciso
  orientamento politico , altre senza una
  connotazione politica determinata
I principali gruppi partigiani

                               • I gruppi organizzati erano
                               • Le Brigate Garibaldi, di
       Bandiera delle            orientamento comunista
      Brigate Garibaldi
                               • Le Brigate Giustizia e Libertà, legate
                                 al Partito d’azione
                               • Le Brigate Matteotti, legate al
      Bandiera delle
                                 Partito socialista
        Brigate GL             • Le Fiamme Verdi, che nacquero
                                 dall’incontro tra attivisti di
                                 orientamento cattolico e liberale, e
                                 militari, soprattutto ex alpini, attivi
                                 soprattutto in Lombardia e Emilia
Mostrine delle Fiamme Verdi
La formazione del Cln
                                 • Il 9 settembre 1943 si formò a Roma il
                                   Comitato di liberazione nazionale, Cln,
                                   che fu composto da rappresentanti di
                                   sette formazioni politiche
                                 • Partito comunista italiano, Pci
                                 • Partito socialista di unità proletaria, ex
                                   Psi
                                 • Partito d’azione, Pd’A, che prosegue
                                   l’esperienza politica di Giustizia e
                                   Libertà
                                 • Democrazia cristiana, che ereditò il
Proclama del CLN appena
                                   ruolo del Partito popolare
costituito, nel settembre 1943   • Partito liberale italiano
                                 • Partito repubblicano italiano
                                 • Democrazia del lavoro
Il Cln dall’opposizione a Badoglio alla
                                “svolta di Salerno”
                    • Il Cln. diviso fortemente al suo interno per ideologie e strategia
                      politica, assunse in un primo tempo un atteggiamento
                      decisamente ostile al governo Badoglio e al re, considerati
                      incapaci e indegni di rappresentare un’Italia libera, a causa del
                      passato legame con il fascismo
                    • Tuttavia gli Alleati ritenevano il governo di Badoglio e il re
                      come gli unici interlocutori legittimi con i quali trattare
                    • Il Cln riuscì a farsi riconoscere come controparte solo quando
                      nel marzo 1944 Palmiro Togliatti, leader del Pci, rientrò in Italia
Palmiro
                      dalla Russia, dove si era rifugiato e propose di tralasciare la
Togliatti al          contrapposizione frontale con il re e il governo
tempo della         • Partiti e istituzioni dovevano operare insieme per eliminare il
svolta di Salerno     fascismo e i nazisti dall’Italia: si trattò della cosiddetta “svolta
                      di Salerno”, strategia sostenuta dall’Urss, per la quale la
                      vittoria nel conflitto era prioritaria rispetto alle questioni
                      ideologiche
                    • Il 24 aprile Badoglio formò il primo governo di unità nazionale,
                      composto da rappresentanti di tutti i partiti del Cln
                    • Il re si impegnò a cedere i poteri al figlio Umberto, quando
                      Roma fosse stata liberata, per dare un segno di discontinuità
                      istituzionale
Il governo di Bonomi espressione del Cln
• Gli Alleati liberarono Roma nel giugno del ‘44
• Umberto di Savoia assunse la luogotenenza del
  regno al posto del padre
• Badoglio si dimise dalla Presidenza del consiglio,
  della quale fu incaricato, con una soluzione di
  mediazione, Ivanoe Bonomi, che già aveva
  ricoperto questa carica vent’anni prima
• Il governo di Bonomi era rappresentativo del
  Comitato di liberazione nazionale
• Il governo di Bonomi era più legato di quello di
  Badoglio ai movimenti della Resistenza attivi nel
  nord Italia
Il Clnai e la lotta partigiana nell’Alta Italia
                  • Le bande partigiane erano guidate
                    politicamente dal Comitato di liberazione
                    Alta Italia, Clnai, a partire dal gennaio 1944
                  • Nel giugno 1944 le formazioni resistenziali
                    riuscirono anche a darsi un comando
                    militare unificato, il Corpo volontari della
                    libertà (CVL)
                  • Le bande avevano reclutato un numero
                    consistente di uomini tra l’8 settembre 1943
Bandiera del        e il giugno 1944: operai, contadini, studenti,
Corpo volontari     tanto che il loro numero era di circa 100.000
della libertà       uomini e donne.
                  • Molti uomini erano sfuggiti alla leva
                    obbligatoria imposta dalla Rsi e si erano
                    rifugiati sulle montagne, arruolandosi nelle
                    formazioni partigiane
I partigiani in provincia di Bergamo




                               Fonte: E sulla terra faremo
                               libertà, Isrec Bergamo, 2005
La zona grigia nella “guerra civile”
• L’attività dei partigiani “aveva un valore politico e
  simbolico molto superiore alla sua reale forza militare”
  (Sabbatucci-Vidotto)
• I contrasti che divisero il movimento resistenziale, e che
  diverse volte provocarono conflitti tra i partigiani stessi,
  furono un limite all’incisività dell’azione di resistenza
• Inoltre la mobilitazione e il coinvolgimento della
  popolazione nella resistenza furono difficili: la
  cosiddetta “zona grigia” dell’Italia, era formata da
  moltissime persone, la maggioranza, segnate dalla
  durezza della guerra e preoccupate in primo luogo di
  sopravvivere
• Molti non presero posizione nel corso della “guerra
  civile”, ma furono tanti anche coloro che, senza
  partecipare attivamente alla lotta, aiutarono e
  fiancheggiarono il movimento partigiano
1944-45,
la fine della guerra
Il contrattacco dell’Urss e la conferenza di Teheran
                                      • I sovietici respinsero nell’estate del 1943
                                        un ultimo assalto tedesco, quindi
                                        cominciarono un contrattacco in tutta
                                        l’Europa orientale, lento ma costante,
                                        durato quasi due anni
                                      • Le vittorie contro i tedeschi diedero a
                                        Stalin una notevole forza diplomatica nei
                                        confronti di Usa e Gran Bretagna
                                      • Questa forza si manifestò appieno durante
                                        la conferenza di Teheran alla fine del
La conferenza di Teheran, fine 1943
                                        1943, in cui il leader sovietico, Churchill e
                                        Roosevelt si incontrarono per la prima
                                        volta
                                      • Stalin ottenne da statunitensi e britannici
                                        l’impegno a attaccare i tedeschi in Europa
                                        occidentale, e furono scelte per l’attacco
                                        le coste della Normandia, nel nord-ovest
                                        della Francia
Il piano per lo sbarco in Normandia
                                • Il piano prevedeva uno sbarco in
                                  forze sulle coste settentrionali
                                  della regione, che erano state
                                  munite dai tedeschi con il vallo
                                  atlantico, un sistema imponente di
                                  fortificazioni
                                • Gli alleati dovettero impiegare un
                                  grandissimo numero di uomini e
                                  mezzi, per attaccare sia per mare,
Il generale Dwight Eisenhower     sia con l’aeronautica militare
                                • Il comando fu unificato nelle mani
                                  del generale statunitense
                                  Eisenhower
Lo sbarco in Normandia
Lo sbarco in Normandia e la liberazione di Parigi

                                         • La cosiddetta operazione Overlord cominciò il 6
                                           giugno del 1944, dopo bombardamenti aerei a
                                           tappeto e il lancio di numerosi paracadutisti
                                         • Lo sbarco di uomini e mezzi continuò per il mese
                                           successivo, raggiungendo la cifra di 1.500.000
                                           soldati
                                         • Alla fine di luglio gli alleati riuscirono a sfondare
      Lo sbarco in Normandia,              il fronte nemico e invasero il nord della Francia
           6 giugno 1944
                                         • Parigi fu liberata dalla Resistenza francese e qui
                                           i soldati alleati entrarono il 25 agosto
                                         • Il mese successivo la Francia era libera quasi del
                                           tutto
                                         • Tuttavia l’offensiva si arrestò a causa di alcuni
                                           errori strategici degli angloamericani e questo
                                           diede modo ai tedeschi di riprendersi
                                           parzialmente
La liberazione di Parigi dai tedeschi,
            agosto 1944
Lo sfondamento della linea Gustav e la “linea gotica”

• Gli alleati sfondarono la linea Gustav in Italia a metà del
  1944 e entrarono a Roma in giugno
• L’avanzata verso il nord fu fermata nell’autunno di
  quell’anno dall’ultima linea di difesa tedesca, la “linea
  gotica” che correva sul crinale dell’Appennino tosco-
  emiliano da La Spezia a Rimini
• Per un breve periodo in autunno tra le vallate del
  Piemonte sorsero alcune repubbliche democratiche
  partigiane (Monferrato, Alba, Val d’Ossola, Montefiorino)
• Tuttavia l’inverno del 1944-45 fu durissimo a causa
  dell’estrema resistenza dei tedeschi, che agirono con
  rabbia per intimidire le popolazioni civili accusate di
  collaborare con i partigiani e soprattutto in questo
  periodo si verificarono stragi efferate da parte nazista
Il proclama di Alexander
                        e la crisi dell’autunno’44
              • Il generale inglese Alexander, comandante in capo
                delle truppe alleate nel Mediterraneo, diffuse via
                radio un proclama a novembre con cui richiedeva
                ai partigiani la cessazione di ogni operazione
                organizzata su vasta scala e di attestarsi su
                posizioni difensive, e allo stesso tempo dichiarava
                sospesa ogni operazione militare Alleata per
                l'inverno 1944/'45
              • Questa iniziativa alleata creò divisioni e tensioni tra
Il generale     i leader del Clnai, da una parte, gli angloamericani
Alexander       e il governo di Bonomi, che era a Roma, dall’altra,
                in quanto venne interpretato dal movimento
                resistenziale come espressione della la volontà da
                parte degli Alleati e della corona di smobilitare le
                bande partigiane
              • Solo in dicembre la situazione si riequilibrò, quando
                il governo italiano riconobbe il Clnai come suo
                rappresentante a nord della linea gotica
Il difficile autunno del 1944




                                Appello del Cln,
                                fonte, Isrec Bg
La Resistenza e le stragi naziste
• L’effetto del proclama di Alexander fu anche di rafforzare
  temporaneamente nazisti e fascisti, che compresero di avere
  tempo per organizzare le proprie difese e le proprie strategie
  repressive
• La strategia nazista e della Rsi contro le azioni resistenziali si
  fondò soprattutto sui rastrellamenti di civili e sulle ritorsioni,
  che spesso provocano grandi massacri
• I più efferati furono:
• a Roma, dove la ritorsione verso un attentato di partigiani
  contro un camion di soldati nazisti avvenuto in via Rasella,
  provocò la fucilazione di 335 persone alle Fosse Ardeatine
  (marzo 1944)
• a S.Anna di Stazzema, tra Liguria e Toscana, dove furono uccisi
  560 persone il 12 agosto del 1944
• a Marzabotto, sull’Appennino bolognese, dove le persone
  massacrate da nazisti e fascisti furono 770
  Si calcola che i morti per queste azioni siano stati più di 10.000
L’obiettivo delle stragi naziste
• Molte di queste stragi sono state occultate per
  opportunità politica nel secondo dopoguerra,
  fino alla scoperta avvenuta nel 1994 presso la
  procura militare di Roma di un armadio che
  conteneva molti documenti a proposito di tali
  massacri
• Le stragi facevano parte di una precisa strategia
  nazista: diffondere il terrore tra la popolazione
  civile, suscitare odio verso i partigiani, premere
  su questi ultimi per spingerli alla resa, punire le
  popolazioni di determinate zone considerata
  complici della presenza partigiana
La guerra in Italia, 1943-45
La tragedia finale della Germania di Hitler
                           • La Germania stava perdendo il conflitto
                           • I suoi “alleati”, Romania e Bulgaria passarono dalla
                             parte degli Alleati, mentre Finlandia e Bulgaria
                             avevano chiesto l’armistizio all’Urss a fine estate
                           • Per indebolire la Germania gli Alleati
                             intensificarono i bombardamenti contro obiettivi
                             militari, ma colpirono duramente con le bombe
                             sganciate dagli aerei anche grandi città come
                             Dresda e Amburgo: in questi bombardamenti
                             morirono più di cinquecentomila persone
                           • Hitler non voleva però arrendersi, e pensò di
                             poter modificare la situazione del conflitto sia con
                             l’uso di armi come i razzi V1 e V2 che colpirono
                             Londra, sia sperando sempre che l’alleanza tra
Bombardamento alleato
                             opposti, Urss e potenze “capitalistiche” prima o
su Dresda, febbraio 1945     poi si sarebbe dissolta
                           • Tuttavia gli Alleati intensificarono la loro
                             collaborazione proprio tra la fine del ‘44 e l’inizio
                             del ‘45, cominciando a prospettare anche una
                             nuova divisione del mondo
L’incontro di Yalta, febbraio 1945




• I leader delle tre potenze alleate si incontrarono nel
  febbraio 1945 a Yalta, in Crimea decisero
• 1. che la Germania sarebbe stata divisa in quattro zone di
  occupazione (Usa,Urss,Gran Bretagna e Francia)
• 2. che sarebbe stata denazificata
• 3. che i popoli dei paesi liberati si sarebbero dati un governi
  eletti democraticamente
• 4. che la Polonia avrebbe avuto un governo composto da
  comunisti e filo-occidentali
  L’Urss decise quindi di entrare in guerra contro il Giappone
L’attacco sovietico lungo l’Europa orientale

• A gennaio gli Alleati ripresero la guerra
• I sovietici entrarono a Varsavia e poi occuparono
  progressivamente il resto del territorio polacco
• Stalin voleva che l’Armata rossa raggiungesse
  Berlino prima degli angloamericani
• Gli altri obiettivi raggiunti dai sovietici furono
  l’Ungheria, Vienna e Praga (aprile-maggio 1945)
• In Europa orientale i tedeschi combatterono con
  grande tenacia, per proteggere i civili
  dall’avanzata violenta dell’Armata rossa e ridurre
  l’area di occupazione sovietica
L’attacco alleato alla Germania

• Gli Alleati attaccarono la Germania da ovest,
  sul Reno
• In marzo giunsero in pieno territorio tedesco,
  con una resistenza piuttosto debole da parte
  dei soldati tedeschi
• Il 25 aprile angloamericani e sovietici
  raggiunsero il fiume Elba, nei dintorni di
  Berlino, e si unirono ai sovietici, che
  assediavano la città da settimane
La liberazione in Italia, 25 aprile 1945
                          • In Italia, il 25 aprile il Clnai lanciò
                            l’ordine dell’insurrezione generale
                            contro tedeschi e fascisti in ritirata
                          • Mussolini fu arrestato dai partigiani a
                            Dongo, vicino al confine con la Svizzera,
                            vestito da tedesco insieme alla sua
                            amante Claretta Petacci
                          • Portato a Milano, fu fucilato insieme a
                            altri gerarchi
                          • Il suo cadavere, appeso per i piedi a
                            testa sotto, fu esposto a Piazzale Loreto,
L’esposizione dei corpi     nello stesso luogo in cui l’anno
a Piazzale Loreto           precedente erano stati fucilati per
                            rappresaglia alcuni milanesi da parte dei
                            tedeschi
La liberazione a Bergamo




Il giornale del popolo, organo del Cln
di Bergamo, del 25 aprile 1945
Fonte Isrec Bg
La morte di Hitler

• Hitler si tolse la vita il 30 aprile,
  mentre i russi stavano entrando a
  Berlino
• Come presidente designò
  l’ammiraglio Dönitz, che firmò la
  resa tedesca a Reims il 7 maggio
  1945
• Le ostilità finirono tra 8 e 9
  maggio 1945
La tenace resistenza dei giapponesi
• Gli statunitensi in Asia avevano ottenuto
  importanti successi, grazie al supporto tecnico
  delle portaerei e dei grandi bombardieri,
  capaci di sganciare tonnellate di bombe sul
  territorio giapponese
• Tuttavia i giapponesi, per quanto piegati dalla
  guerra, resistettero a agli Alleati e fino
  all’ultimo cercarono di difendersi, impiegando
  anche i kamikaze, aviatori che si suicidavano
  gettandosi con i propri aerei pieni di esplosivo
  contro le unità navali statunitensi
La decisione di usare la bomba atomica
                 e le sue motivazioni

• Il nuovo presidente staunitense Henry Truman
  (succeduto a Roosevelt scomparso il 12 aprile
  1945) decise di usare la bomba a fissione
  nucleare, su cui aveva lavorato un gruppo di
  grandi fisici, tra cui l’italiano Enrico Fermi
• La prima sperimentazione dell’ordigno fu fatta nel
  deserto del New Mexico nel luglio del ‘45
• Truman con l’uso della bomba volle sia piegare
  la resistenza giapponese, sia mostrare la forza
  del potenziale bellico americano, soprattutto ai
  sovietici
Il bombardamento atomico
           su Hiroshima e Nagasaki e la fine della guerra
                           • Il 6 agosto 1945 il bombardiere
                             americano Enola Gay sganciò sulla città
                             di Hiroshima, importante centro
                             industriale, la prima bomba atomica,
                             che uccise subito 100.000 individui
                           • Tre giorni dopo un ordigno dello stesso
                             genere fu sganciato anche sulla città di
                             Nagasaki, in cui morirono 60.000
                             persone
                           • L’effetto fu quello voluto dagli
La firma dell’armistizio
  tra Usa e Giappone
                             americani: l’imperatore nipponico
 il 2 settembre 1945
                             Hirohito decise la resa senza condizioni
                             agli Alleati
                           • L’armistizio fu firmato il 2 agosto 1945,
                             e con esso la seconda guerra mondiale
                             ebbe termine
“Little boy” fu la bomba
sganciata su Hiroshima




  Il fungo atomico
  sprigionato dallo        Hiroshima dopo
  scoppio della bomba      il bombardamento
Bilancio finale della II guerra mondiale

• Il bilancio della seconda guerra mondiale fu
  terrificante: 55 milioni di morti, di cui 40 nella sola
  Europa.
• Il bilancio è ancora più tragico se consideriamo che più
  della metà delle vittime era costituita da civili.
• Questa allarmante proporzione, mai verificatasi in
  precedenza, è connessa in parte all’adozione di nuova
  tecniche distruttive, soprattutto i bombardamenti
  aerei che colpivano indiscriminatamente obbiettivi
  militari e civili, in parte al carattere di guerra
  partigiana e di rivolta politica e morale contro la
  barbarie nazista assunto dal conflitto.
Bibliografia
• Aa.Vv., E sulla terra faremo libertà, Bergamo, Istituto
  bergamasco per la storia della Resistenza e dell’Età
  contemporanea
• A.M.Banti, Il senso del tempo, Bari-Roma, Laterza, vol. 3
• W.Laqueur, A.Cavaglion (a cura di), Dizionario
  dell’Olocausto, Torino, Einaudi
• B.H.Liddell Hart, Storia militare della II guerra mondiale,
  Milano, Mondadori
• S.Peli, Storia della Resistenza in Italia, Torino, Einaudi
• G. Sabbatucci - V. Vidotto,L’età contemporanea. Dal 1848 a
  oggi, Roma-Bari, Laterza
• G. Schreiber, La seconda guerra mondiale, Bologna, il
  Mulino

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La seconda guerra mondiale

  • 1. La seconda guerra mondiale
  • 2. L’Europa verso il disastro, 1938-1939 Conferenza di Monaco, settembre 1938: da destra Chamberlain, Daladier, Hitler, Mussolini, Ciano
  • 3. Lo squilibrio europeo: gli obiettivi della Germania • La tensione internazionale crebbe in Europa nella seconda metà degli anni ‘30 soprattutto per opera della Germania • La Germania di Hitler aveva due obiettivi • I. cancellare gli equilibri geopolitici di Versailles per unificare i popoli di lingua e cultura tedesca in un Reich • II. espandersi verso Est ai danni della Russia
  • 4. La strategia inglese dell’appeasement • Francia e Gran Bretagna non avevano reagito in modo deciso alle iniziative condotte dai paesi fascisti: conquista dell’Etiopia da parte italiana e guerra civile spagnola • La Germania constatando questa debolezza e contando sull’alleanza con l’Italia riteneva possibile raggiungere i suoi obiettivi • La Gran Bretagna, a sua volta, riteneva possibile trattare la Germania in base alla politica dell’appeasement, una strategia condivisa dalla maggioranza dei conservatori e dell’opinione pubblica inglese, contraria a qualsiasi conflitto, e non rigidamente osteggiata dai laburisti • La strategia dell’appeasement si basava sulla convinzione che la Germania nazista fosse controllabile: era possibile lasciare che Hitler raggiungesse i suoi obiettivi più “ragionevoli” e in questo modo la Germania sarebbe stata compensata delle dure condizioni impostale a Versailles
  • 5. Le difficoltà della Francia tra Fronte popolare e destre • La Francia scontava grosse difficoltà interne e l’opinione pubblica francese non voleva un altro conflitto • I francesi non volevano imbarcarsi in una guerra per difendere la Russia o la “piccola Intesa” dagli attacchi nazisti • I socialisti erano tradizionalmente pacifisti, mentre i conservatori guardavano con simpatia alle potenze fasciste, che nella loro idea potevano evitare che l’esperienza del Fronte popolare si ripetesse: “meglio Hitler che Blum” era uno slogan molto diffuso tra i conservatori francesi
  • 6. La strategia tedesca/1: il 1938 • Contando su queste fragilità, l’azione nazista si dispiegò nel giro di due anni, 1938 e 1939, determinando uno sconvolgimento totale della carta politica europea e l’avvio verso un nuovo conflitto mondiale Nel 1938 i fatti salienti furono • 1. l’Anchsluss tra Austria e Germania • 2. la questione dei Sudeti • 3. la conferenza di Monaco di Baviera
  • 7. La strategia tedesca/1: l’Anschluss • Hitler, austriaco per nascita, aveva già cercato nel 1934, senza esito, di annettere l’Austria alla Germania • All’inizio del 1938, su impulso di Berlino, i nazisti austriaci tentano di far cadere il governo legittimo del cancelliere Schuschnigg attraverso una campagna di violenze e disordini con cui vogliono arrivare all’Anschluss • Il cancelliere convoca allora un referendum per sapere quanti austriaci vorrebbero l’annessione alla Germania, contando sul fatto che l’opinione pubblica austriaca L’Anchluss tra Germania e Austria sembrava favorevole a mantenere l’indipendenza • Hitler decide allora di forzare i tempi per evitare il referendum, e fa schierare truppe tedesche al confine con l’Austria, pronte a entrare nel paese vicino • Schuschnigg capisce che la situazione è compromessa e si dimette • Al suo posto subentra come cancelliere il nazista Seyss Inquart • Quest’ultimo decise di chiedere l’intervento dell’esercito tedesco “per salvare il paese dal caos” • Il 13 marzo 1938 l’esercito tedesco entra a Vienna e occupa l’Austria • In aprile l’unificazione tra Austria e Germania viene sancita da un plebiscito in cui una maggioranza amplissima Manifesto di propaganda a favore vota a favore dell’Anchluss dell’Anchluss per il plebiscito
  • 8. La strategia tedesca/1: i Sudeti • La Germania hitleriana proseguì nella sua azione rivendicativa, rivolgendosi questa volta verso la regione dei Sudeti, compresa entro la Cecoslovacchia, e abitata da tre milioni di tedeschi • Anche nei Sudeti, i nazisti locali si mobilitarono per chiedere al governo cecoslovacco concessioni sempre più ampie per la minoranza tedesca • Il governo decise, in un primo momento, di concedere ai tedeschi dei Sudeti maggiore autonomia • Hitler voleva però l’annessione della regione e la dissoluzione della Cecoslovacchia, e lanciò nel settembre 1938 un ultimatum al governo cecoslovacco perché cedesse i Sudeti • La Cecoslovacchia era alleata con Francia e Urss, che non confinavano con essa La regione dei Sudeti • I sovietici, alleati della Francia, erano obbligati a (in viola scuro) intervenire solo se questa lo avesse fatto a sua volta • La Francia era condizionata nella sua azione dall’operato britannico • Il primo ministro inglese Neville Chamberlain andò due volte a Berlino nel settembre 1938 per ottenere una soluzione di compromesso da Hitler, ma senza esito
  • 9. La strategia tedesca/1: la conferenza di Monaco • Chamberlain, temendo lo scoppio di una guerra, contattò allora Mussolini, spingendolo a promuovere una Conferenza internazionale tra i capi dei grandi stati europei, a parte l’Urss • Si riunirono a Monaco di Baviera il 29 e 30 settembre 1938 Chamberlain, Mussolini, Daladier (primo ministro francese) e Hitler ,mentre il governo cecoslovacco non venne coinvolto e nemmeno consultato • I primi ministri francese e inglese approvarono il piano di Mussolini, che in pratica era una totale accettazione delle imposizioni tedesche: annessione dei Sudeti alla Germania, dopo che fosse stato tenuto un plebiscito • La Cecoslovacchia dovette accettare la soluzione imposta a Monaco e aprire i suoi confini ai tedeschi • L’Urss comprese che in caso di aggressione tedesca non avrebbero potuto contare su nessun aiuto dai grandi paesi dell’Europa occidentale e abbandonò l’alleanza La “Grande Germania” dopo con la Francia la conferenza di Monaco del 1938 • L’esito della conferenza fu visto con favore dall’opinione pubblica europea perché sembrava allontanare definitivamente la guerra
  • 12. L’invasione tedesca della Boemia e della Moravia • Hitler aveva preparato i piani per invadere Boemia e Moravia già nell’autunno 1938 • Le due zone più sviluppate e abitate della Cecoslovacchia furono invase dai tedeschi nel marzo 1939, e questo determinò lo sfaldamento del paese • Boemia e Moravia furono dichiarate dai tedeschi invasori “protettorato” • La Slovacchia si autoproclamò indipendente, diventando uno stato-satellite di Hitler
  • 13. I patti di assistenza militare di Gran Bretagna e Francia: la Polonia • L’ attacco tedesco alla Boemia e Moravia suscitò finalmente la reazione di Francia e Gran Bretagna, che mise fine all’appeasement • La strategia dei due stati consistette nel creare una rete di alleanze militari (Belgio, Olanda, Grecia, Romania e Turchia) in funzione anti-Asse • Tra i patti di assistenza militare promossi da inglesi e francesi, quello con la Polonia fu il più importante • Hitler voleva prendere la città libera di Danzica, a maggioranza tedesca, e così acquisire il “corridoio” di terra che dalla città portava verso la Polonia, al fine di conquistarla • Il patto di assistenza militare tra Polonia, Francia e Gran Bretagna doveva evitare che la Polonia avesse lo stesso trattamento della Cecoslovacchia
  • 14. L’occupazione italiana dell’Albania e il “patto d’acciaio” • L’idea di Mussolini era che la Germania fosse assolutamente superiore in un probabile conflitto, e che l’Italia non avrebbe dovuto • 1. da una parte rimanere neutrale • 2. dall’altra lasciare alla Germania ogni spazio di manovra • Nell’aprile del 1939 Mussolini aveva fatto occupare il regno di Albania, con l’obiettivo di penetrare profondamente nei Balcani • Nel maggio del ‘39 il dittatore italiano accettò di trasformare il legame generico dell’Asse in una alleanza militare vera e propria, chiamato “patto d’accciaio” • Era un accordo vincolante in base al quale i due alleati Da sinistra, avrebbero dovuto intervenire l’uno al fianco dell’altro in Mussolini, Hitler e Ciano caso fosse nato, per una causa qualsiasi, un conflitto alla conferenza di Monaco • Il patto d’acciaio, dovuto oltre che a Mussolini, anche al ministro degli esteri Galeazzo Ciano (genero del “duce”), fu un grave errore politico e militare: l’Italia non aveva i mezzi militari per combattere una guerra europea • Mussolini e Ciano si lanciarono in questo azzardo credendo alle promesse di Hitler per il quale la guerra non si sarebbe combattuta prima di due - tre anni
  • 15. L’atteggiamento dell’Urss • Gli squilibri internazionali furono aumentati dall’atteggiamento sovietico • I sovietici ritenevano che i grandi paesi occidentali non li avrebbero sostenuti nel caso di attacco tedesco • Le grandi democrazie occidentali sospettavano che l’Urss volesse espandersi nelle zone orientali d’Europa • La Polonia non intendeva concedere alle truppe dell’Armata Rossa un attraversamento del proprio territorio, se l’Urss fosse stata attaccata dalla Germania • In questa incertezza, l’Urss decise di aprire a un possibile accordo con la Germania
  • 16. Il patto Von Ribbentropp-Molotov • A Mosca il 23 agosto 1939 avvenne un fatto considerato impossibile fino a quel momento • I ministri degli esteri Von Ribbentropp (tedesco) e Molotov (sovietico) firmarono un patto di non aggressione • L’Urss ne avrebbe ricavato vantaggi • I.sia di tempo, perché allontanava il pericolo di un immediato attacco tedesco, e si poteva armare per un probabile attacco differito di Hitler • II. sia di natura territoriale, perché il patto prevedeva la spartizione di Polonia e Romania tra Germania e Urss; inoltre con il patto l’Urss poteva conquistare anche gli stati baltici (Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia) • La Germania ricavava dal patto la possibilità di conquistare parte della Polonia, senza rischiare di subire attacchi sovietici
  • 17. L’invasione della Polonia • Il primo giorno di settembre del 1939, le truppe della Germania invasero la Polonia • Il 3 settembre Gran Bretagna e Francia dichiararono guerra alla Germania L’attacco di Germania e Urss • Così aveva inizio la II guerra alla Polonia mondiale • L’Italia, come accadde nel 1914, dichiarò subito la sua “non belligeranza” • La Russia invase la parte orientale In questa famosa foto, soldati della Polonia tedeschi alzano la sbarra di confine tra Polonia e Germania
  • 18. I e II guerra mondiale: somiglianze e differenze • Le cause e le caratteristiche della II guerra mondiale erano simili alla prima, ma con alcune differenze: • La Germania voleva imporre la sua egemonia all’Europa • Gran Bretagna e Francia volevano impedirlo • Il conflitto da europeo diventò globale in pochi mesi • La battaglia ideologica tra i contendenti fu però ancora più radicale di quanto accadde nel ‘15-18 • La mobilitazione dei cittadini fu più ampia della grande guerra, tanto che si può parlare di guerra “totale”
  • 19. La Germania conquista la Polonia • La Germania conquistò la Polonia occidentale in poco più di un mese • La strategia vincente fu quella dell’attacco congiunto da parte dell’aviazione e delle forze corazzate, secondo la strategia della guerra –lampo • I carri armati e i blindati costituivano reparti “meccanizzati” che attuavano una guerra di movimento e permettevano di occupare in pochi giorni ampi territori. • In questo modo gli eserciti avversari non avevano possibilità di rifornimento
  • 21. La drole de guerre • Tedeschi e sovietici imposero alla Polonia un’occupazione durissima, e la eliminarono di nuovo dalla geografia del continente • A Occidente l’offensiva fu sospesa per sette mesi, perché i tedeschi si dovevano riorganizzare • e si creò la situazione chiamata dai francesi drole de guerre, cioè “attesa di guerra”, tale da indebolire il morale delle truppe alleate
  • 22. Il nord-Europa: Finlandia, Norvegia e Danimarca • Alla fine di novembre del ‘39, l’Urss attaccò la Finlandia, col pretesto che quest’ultima aveva richiesto indebitamente modifiche di confine, e la conquistò nel marzo ‘40 • Nella primavera del ‘40, in aprile, la Germania andò all’attacco di Norvegia e Danimarca, conquistandole entrambe • Così alla fine della primavera del ‘40 i tedeschi controllavano i due terzi dell’Europa settentrionale e si apprestavano a attaccare la Francia • L’iniziativa tedesca cominciò il 10 maggio 1940, e nel giro di poche settimane giunse ai suoi obiettivi.
  • 23. I tedeschi attaccano la Francia a Sedan • L’esercito tedesco agì con una strategia identica alla I guerra mondiale,invadendo il Belgio, ma anche Olanda e Lussemburgo, per poi dirigersi verso la Francia • La maggior parte delle truppe dei francesi erano schierate a difendere il Belgio a nord e a presidiare la linea Maginot, una lunga serie di fortificazioni sul confine con la Germania La linea Maginot • La tattica vincente dei tedeschi fu attaccare il punto debole della linea di difesa francese, Sedan, cioè il confine tra Belgio e Lussemburgo, che era in parte sguarnito di difese militari • I tedeschi sfondarono in pianura e chiusero verso il mare francesi, belgi e inglesi, che erano appena sbarcati per sostenere i loro alleati • Gli inglesi furono costretti a reimbarcarsi a Dunquerque, con qualche migliaio di belgi e francesi, approfittando di un breve rallentamento tedesco nell’azione di guerra
  • 24. L’attacco tedesco alla Francia, maggio-giugno 1940
  • 25. I tedeschi entrano a Parigi. Armistizio di Rhetondes • La breve pausa servì a Hitler per testare la reazione inglese, in vista di un possibile accordo, che però non giunse • Le truppe tedesche ripresero allora la loro iniziativa d’attacco, e il 14 giugno 1940 entrarono a Parigi, mentre una parte della cittadinanza lasciava la capitale per dirigersi a Sud Truppe tedesche sfilano a Parigi • La classe politica francese si disperse, e l’incarico di primo ministro fu assunto dall’anziano maresciallo Petain, che subito agì per raggiungere un armistizio con i tedeschi, firmato il 22 giugno, con l’assenso dei capi di stato maggiore, convinti che resistere alla Germania fosse inutile • Simbolicamente, l’armistizio fu firmato a Rethondes, la località in cui 22 anni prima la Germania si era arresa ai suoi avversari, e sul Il maresciallo Petain medesimo vagone ferroviario, per volontà di Hitler
  • 26. La Francia di Petain • Il governo francese stabilì la propria sede nella città termale di Vichy e accettò di governare solo la parte centro-meridionale della Francia e le colonie (“Francia libera”), mentre il resto del territorio rimase sotto il controllo dei tedeschi • La “Francia di Vichy” diventò uno La divisione della Francia stato-satellite della Germania dopo l’invasione tedesca • Petain incolpò della sconfitta francese il regime repubblicano, la sua classe dirigente e il sistema dei partiti • Impose un regime politico ispirato ai valori dell’ancien régime: Dio, patria e famiglia
  • 27. L’entrata in guerra dell’Italia • La sconfitta della Francia spinse Mussolini a decidere l’entrata in guerra dell’Italia, anche se l’Italia non era assolutamente preparata ad affrontare un conflitto: l’equipaggiamento militare era insufficiente dopo le guerre in Etiopia e Spagna e il paese doveva ricorrere alle importazioni di materie prime Mussolini annuncia l’entrata • In realtà anche l’opinione pubblica non era in guerra dell’Italia dal balcone favorevole alla guerra, così come alcuni di Palazzo Venezia gerarchi e gli imprenditori, nonché buona parte delle alte gerarchie militari • L’orientamento dell’opinione pubblica cambiò quando apparve possibile vincere con facilità e rapidità grazie alle difficoltà estreme della Francia • Mussolini annunciò l’entrata in guerra il 10 giugno 1940
  • 28. L’attacco italiano alla Francia • Mussolini voleva combattere una guerra parallela rispetto ai tedeschi, e non un conflitto insieme a loro • L’attacco alla Francia, militarmente allo sbando, cominciò il 21 giugno del 1940, ma andò peggio del previsto: perdite consistenti (5000 tra morti e feriti) e vantaggi territoriali minimi, nel momento in cui la Francia chiese la pace il 24 giugno • In Africa, le truppe italiane, partendo dalla Libia, cercarono di attaccare l’esercito inglese in Egitto, ma dovettero interrompere l’azione perché i mezzi corazzati erano insufficienti
  • 29. La resistenza inglese ai tedeschi • La Gran Bretagna, dopo il crollo dei francesi, era rimasta sola a combattere contro la Germania • Le alternative erano due • I. trattare con Hitler da una posizione di debolezza, riconoscendogli le sue conquiste • II. continuare il conflitto, contando sulla propria potenza navale e sui rifornimenti che venivano dal Commonwealth • La seconda alternativa era sostenuta con forza dal primo ministro conservatore Winston Churchill, che a metà del 1940 era stato chiamato a guidare il governo di coalizione nazionale • La scelta inglese fu dunque di combattere,anche a costo di sacrifici pesanti, preannunciati da Churchill nel suo discorso di insediamento
  • 30. L’operazione “Leone marino” • La Germania cominciò allora l’operazione “Leone Marino”, con l’obiettivo di invadere la Gran Bretagna, utilizzando massicciamente la Luftwaffe, l’aviazione militare, che avrebbe permesso di controllare i cieli dell’Europa settentrionale e sopra la Manica, contrastando la superiorità degli inglesi per mare • Per tre mesi l’aviazione tedesca bersagliò la Gran Bretagna con attacchi pesantissimi per Bombardamento di Londra, 23 agosto 1940 danneggiare la sua potenza industriale e indebolirne il morale: furono colpiti sia i centri industriali, come Coventry, sia le città principali, tra cui Londra che subì diverse incursioni, causa di numerosi morti e feriti • L’aviazione inglese, la Royal Air Force (Raf) riuscì però a organizzare e attuare una difesa antiaerea relativamente efficace • Con l’arrivo dell’autunno gli attacchi tedeschi si Churchill visita le zone esaurirono, a causa della imprevista tenacia bombardate inglese nel resistere di Londra, 10 settembre 1940
  • 31. Il fallimento della guerra parallela italiana: la Grecia • La strategia di guerra parallela voluta da Mussolini portò l’esercito italiano a attaccare la Grecia alla fine di ottobre 1940, per bilanciare l’iniziativa militare dei tedeschi in Romania • L’attacco fu però sbagliato nei tempi e nei modi: frettoloso e poco curato nella preparazione • La resistenza della Grecia, retta fino allora da un regime conservatore amico dell’Italia, fu estremamente decisa • Dopo un mese, gli italiani furono costretti a indietreggiare e ritirarsi di fatto in Albania • L’insuccesso determinò una grossa crisi di sfiducia nell’opinione pubblica italiana, in mezzo alla quale circolarono, anche per effetto delle lettere che i soldati italiani riuscivano a spedire a casa e sfuggivano alla censura, le voci di sbandamenti delle truppe, carenza di equipaggiamento e disorganizzazione complessiva
  • 32. Il fallimento della guerra parallela italiana: la Cirenaica • Il fronte africano era a sua volta una zona di guerra poco gloriosa per l’Italia • Alla fine del 1940 la Gran Bretagna, grazie ai suoi carri armati e alla migliore organizzazione dell’esercito, aveva conquistato la parte orientale della Libia (la Cirenaica), e aveva inferto all’esercito italiano perdite molto pesanti, nell’ordine di decine di migliaia di morti, feriti e prigionieri • Mussolini fu costretto a chiedere l’aiuto dell’alleato tedesco per evitare che gli italiani fossero cacciati dalla Libia • L’intervento dei tedeschi guidati dal brillante generale Rommel fu decisivo per la riconquista della Cirenaica nell’aprile del ‘41 • In quello stesso mese, tuttavia, gli inglesi occuparono Addis Abeba, capitale dell’Etiopia, dove rientrò il negus Hailè Sellassiè. • Anche questi eventi fecero precipitare il prestigio italiano al suo punto più basso, e di fatto posero fine Il generale tedesco Rommel al progetto di “guerra parallela”
  • 33. La conquista di Jugoslavia e Grecia da parte di tedeschi e italiani • Il progetto tedesco di occupazione dei Balcani si sovrappose a quello italiano di conquista della Grecia • Le truppe italiane e tedesche nell’aprile del 1941 attaccarono insieme la Jugoslavia e la Grecia, conquistandole entrambe • L’effetto fu di spingere fuori dalla Grecia gli inglesi, che si trovavano qui dal mese precedente
  • 34. La spartizione dei Balcani, 1941-9143
  • 36. L’attacco della Germania all’Urss • Nel giugno del 1941, la Germania cominciò l’operazione Barbarossa, cioè l’attacco all’Urss • Si sviluppò su un fronte che andava dal Baltico al Mar Nord, e i sovietici furono sorpresi dall’azione tedesca • Mussolini decise di far partecipare all’azione anche un corpo di spedizione italiano, il Csir (Corpo di spedizione italiano in Russia)
  • 37. L’operazione Barbarossa, estate –autunno 1941 Le direttrici lungo le quali le truppe tedesche si mossero durante l’estate del 1941 furono il nord, attraverso i territori del Baltico, e il Sud, attraverso l’Ucraina,con l’obiettivo di conquistare zone del Caucaso, ricche di petrolio L’attacco a Mosca avvenne però molto tardi, a ottobre, mentre si preparava il grande inverno russo I tedeschi si dovettero bloccare a pochi chilometri da Mosca, perché le condizioni atmosferiche impedivano l’avanzata, rallentando gli automezzi A dicembre i sovietici riuscirono a allontanare da Mosca i tedeschi L’invasione tedesca dell’Urss secondo le sue direttrici
  • 38. La resistenza sovietica e i problemi dei tedeschi • Nell’inverno del 1941-42, la situazione peggiorò per i tedeschi • Controllavano i territori baltici, l’Ucraina e la Bielorussia, utili per i rifornimenti, ma l’esercito della Germania era bloccato nelle pianure russe a causa della stagione avversa e della resistenza tenace dei russi, guidata da Stalin • Questa resistenza era sostenuta dalla produzione industriale delle regioni a est del fiume Volga e trasformò la guerra-lampo prevista da Hitler in una guerra di usura logorante e incerta
  • 39. Gli Usa dal non intervento al sostegno ai britannici • Gli Usa non erano entrati in guerra nel 1939-40, ma la politica di non intervento cominciò a mutare dopo che Roosevelt fu rieletto per la terza volta alla presidenza nel novembre 1940 • Iniziò un’azione di sostegno economico statunitense alla Gran Bretagna attraverso una legge apposita per cui gli Usa potevano fornire materiale bellico a condizioni di favore agli stati strategici per gli interessi americani • Nel maggio 1941, gli Usa interruppero i rapporti diplomatici con Italia e Germania
  • 40. La “Carta atlantica” • A metà agosto del 1941, Roosevelt e Churchill si incontrarono al largo dell’isola di Terranova (Canada) e firmarono la Carta atlantica • Era un documento in otto punti che condannava i regimi fascisti e indicava i principi in base ai quali edificare un nuovo ordine democratico alla fine della guerra: • rispettare la sovranità popolare • rispettare il diritto di autodeterminazione dei popoli • libertà di commercio Roosevelt e Churchill si • libertà dei mari incontrano a • cooperazione internazionale Terranova • evitare l’uso della forza nei rapporti internazionali
  • 41. L’imperialismo giapponese e il “patto tripartito” • Il Giappone spinse gli Usa a entrare in guerra • Dal 1937 il Giappone stava portando avanti un conflitto contro la Cina per conquistarla • Nel settembre del 1940 il paese asiatico aveva firmato un patto tripartito di alleanza con Italia e Germania • Con lo scoppio della guerra, i giapponesi avevano ampliato i loro obiettivi imperialistici a tutto il Sud-Est asiatico, invadendo l’Indocina francese • Usa e Gran Bretagna decisero l’embargo, cioè il blocco delle esportazioni verso il Cartolina di propaganda Giappone, come ritorsione per l’invasione giapponese che celebra il patto tripartito
  • 42. L’attacco giapponese a Pearl Harbor • Il Giappone non volle però ritirarsi né dalla Cina, né dall’Indocina e decise di portare il conflitto con le potenze occidentali alle estreme conseguenze • Il 7 dicembre 1941 il Giappone attaccò la flotta americana ancorata in gran parte nella baia di Pearl Harbor, alle Hawaii, senza dichiarazione di guerra • Anche gli Usa entrarono così in guerra • Germania e Italia dichiararono anch’esse guerra agli Usa • Vista la distruzione di buona parte della flotta americana, i giapponesi conquistarono in sei mesi Filippine, Malesia, Birmania e Indonesia, e minacciavano anche Australia e India • Le minacce a questi territori e le perdite coloniali spinsero i britannici a spostare una parte delle loro forze militari dal Medio all’Estremo Oriente
  • 43. La baia di Pearl Harbor e l’espansionismo giapponese
  • 44. La guerra in Europa, 1939-1941
  • 45. Fenomeni di resistenza antifascista • La resistenza all’occupazione nazista si espresse nei diversi paesi in forme varie: non collaborazione; diffusione di volantini; passaggio di informazione agli Alleati; sabotaggi di strade, ponti, linee elettriche e ferroviarie • L’attuazione di queste iniziative era opera nei primissimi tempi della guerra di gruppi piccoli, che erano legati ai governi in esilio o ai movimenti di liberazione, come la Francia Libera guidata dal generale De Gaulle, che fin dall’inizio della guerra aveva cercato di spingere i suoi connazionali a resistere ai nazisti De Gaulle • A partire dal 1941 si rafforzarono e organizzarono movimenti di resistenza con il forte coinvolgimento della popolazione, come in Jugoslavia e Grecia • Quando l’Urss fu invasa dai tedeschi, i comunisti europei furono ulteriormente stimolati a resistere e a combattere il nazismo, uscendo dall’ambiguità che, dopo il patto Von Ribbentropp-Molotov, li aveva portati a condannare i due “opposti imperialismi” (tedesco e delle democrazie occidentali)
  • 46. Le diffidenze reciproche tra antinazisti • Le diverse realtà della resistenza antinazista e antifascista non sempre si accordarono tra loro per attuare strategie comuni • I comunisti erano comunque sospetti agli angloamericani e anche agli occhi degli antinazisti di tendenza politica moderata • Vi furono zone dell’Europa orientale come Tito la Jugoslavia in cui l’esercito popolare di ispirazione comunista guidato da Tito (nome di battaglia di Josip Brodz) ebbe una forza decisamente superiore agli antifascisti moderati, nazionalisti e monarchici,che furono emarginati dalla lotta
  • 47. Collaborazionismi e collaborazionisti • Vi furono anche importanti fenomeni di collaborazionismo, cioè di aiuto, volontario o forzato, nei confronti degli occupanti nazisti da parte della popolazione degli stati invasi • Si trattò di persone disposte a combattere contro i movimenti resistenziali, oppure arruolate a forza nei reparti delle SS • Vi furono uomini politici come Petain che governarono al servizio dei nazisti:in alcuni casi erano fascisti già prima dell’occupazione Pierre Laval tedesca,come accadde in Ungheria; in altri successe erano leader separatisti, che trovarono un a Petain sostegno nel nazismo, come accadde in come primo Slovacchia e Croazia; in altri ancora si trattò di ministro esponenti politici che in nome di un nella Francia anticomunismo esasperato accettarono di di Vichy sostenere la politica del nazismo
  • 48. 1942, Il “nuovo ordine” dell’Asse Campo di concentramento Campo di concentramento di Mauthausen giapponese nelle Indie Orientali
  • 49. Giappone e Germania: il nuovo ordine in Asia e Europa • Nel 1942, la Germania e il Giappone controllano rispettivamente buona parte dell’Europa continentale e dell’Asia sud-orientale • Questi territori sono governati da tedeschi e giapponesi in modo simile, cioè una sottomissione delle popolazioni e della società, un esasperato sfruttamento delle risorse • Le classi dirigenti della Germania e del Giappone hanno questo approccio al potere perché ritengono che la razza tedesca e giapponese siano superiori a ogni altro popolo d’Europa e d’Asia
  • 50. Il Giappone: “sfera di coprosperità della Grande Asia Orientale” • Il dominio giapponese sull’Asia viene presentato dai nipponici come “sfera di coprosperità della Grande Asia Orientale” • Secondo la propaganda giapponese, i popoli asiatici sono stati liberati grazie al Giappone dalla nefasta presenza e influenza delle nazioni occidentali, di conseguenza possono vivere in modo libero e prospero sotto la guida dei giapponesi • La realtà dei fatti fu che il Giappone sottopose le zone dominate a uno sfruttamento molto pesante, sottraendo loro tutte le risorse necessarie, dalle materie prime al lavoro umano, allo sforzo bellico nipponico
  • 51. La Germania: stati-satellite e occupazioni militari • Anche i paesi sottomessi al dominio tedesco subiscono una sorte simile • I sistemi di occupazione tedeschi sono diversificati a seconda delle zone • Vi sono gli stati-satellite, come la Francia di Vichy o la Slovacchia, a cui i tedeschi imposero contribuzioni coatte; o ricavarono risorse e materie prime a prezzo conveniente, che erano poi mandate alle fabbriche della Germania • Nell’Est Europa, vi furono occupazioni militari vere e proprie • L’occupazione militare aveva come effetto principale il reclutamento forzato e deportazione di manodopera (circa 13 milioni di persone, tra civili, prigionieri di guerra, ebrei imprigionati), che veniva utilizzata nelle fabbriche e nei campi tedeschi al posto dei lavoratori “ariani” al fronte • Queste persone sono trattate in modo disumano • I tedeschi, inoltre, tolgono ai loro paesi risorse alimentari e materie prime,impoverendoli ulteriormente
  • 52. Il “nuovo ordine europeo” della Germania • Questa organizzazione imposta dai nazisti prefigura quello che essi chiamano “il nuovo ordine europeo” • Nella loro prospettiva esistevano aree europee popolate da Untermenschen (sottouomini), che dovevano essere sottomesse e sfruttate per sempre: erano le aree orientali dove si trovavano in grandi quantità gli slavi, i rom e gli ebrei • Il Governatorato Generale, composto da Polonia centrale e Galizia; Ucraina; Bielorussia e altri territori già sovietici erano zone sottoposte al comando della SS guidate da H. Himmler • Il piano per queste zone prevedeva la colonizzazione forzata con lo spostamento di coloni tedeschi a cui dare i terreni sottratti alle popolazioni “inferiori” Heinrich Himmler • Inoltre gli slavi di ascendenze tedesche, anche se lontane, fu a capo delle SS andavano individuati e rieducati per entrare a far parte del popolo dal 1929 e tedesco dell’ufficio • Gli slavi privi di “germanità” dovevano essere in parte deportati centrale per la verso Est, nelle zone liberate dalla presenza sovietica, e in parte sicurezza del Reich essere mantenuti nelle zone di origine per lavorare come servi dal 1939 Dal 1943 divenne • I bambini di queste popolazioni dovevano essere educati in scuole ministro per semiservi, dove avrebbero ricevuto nozioni solo di lingua e dell’Interno matematica, visto che il loro destino era comunque già scritto: dovevano diventare lavoratori per i tedeschi
  • 53. I ghetti • La politica dei tedeschi verso gli ebrei si modificò con il progressivo avanzare verso Est delle conquiste e occupazioni • In un primo tempo i tedeschi pensavano alla deportazione e dispersione degli ebrei Il ghetto di Varsavia fuori dal Reich • Verso est, però, gli ebrei dei territori conquistati sono 8.500.000 • Nel 1939, i tedeschi decisero che gli ebrei polacchi fossero deportati dalle aree rurali entro ghetti costruiti nelle città più grandi Il ghetto di Cracovia • Dal 1941, i ghetti della Polonia diventano luogo di deportazione anche per gli ebrei originari di zone dell’Europa occidentale
  • 54. Rastrellamenti e campi di concentramento • I ghetti come prigioni permanenti sono però considerati poco funzionali al progetto di eliminazione del “problema ebraico” • I tedeschi decidono allora due strategie complementari, anche se nessuna delle due li soddisfa pienamente • 1. Durante l’operazione Barbarossa, le Eisantzengruppen delle SS e truppe ausiliarie Hermann Göring, della Wermarcht rastrellano la popolazione responsabile della ebraica che si trova nei territori “questione ebraica” progressivamente conquistati dai tedeschi e nel Reich fucilano sul posto molti dei rastrellati • 2. L’altra strategia fu la deportazione in massa degli ebrei individuati, in campi di concentramento, in cui vi erano già oppositori politici e “indesiderabili”, “alieni al popolo tedesco” (alcoolizzati, clochard, disoccupati, prostitute, omosessuali, malati di mente)
  • 55. La conferenza di Wansee e la “soluzione finale” • La decisione definitiva sugli ebrei fu presa il 20 gennaio 1942, data in cui a Wansee, una località presso Berlino, Reihnard Heydrich (governatore di Boemia e Moravia e stretto collaboratore di Himmler) comunica a alcuni ministri e ai capi delle SS di avere ricevuto dal responsabile della questione ebraica Göring l’incarico di organizzare Reinhard Heydrich la “soluzione finale del problema ebraico” • Il piano è di uccidere tutti gli ebrei nei territori tedeschi e controllati dai tedeschi • Vengono costruiti sei campi di sterminio di nuovo tipo (Auschwitz-Birkenau, Treblinka, Belzec, Sobibor, Chelmno e Majdanek) in cui attuare l’eliminazione fisica degli ebrei sulla base di un’organizzazione “tecnicamente efficiente”, che prevede la deportazione di tutti gli ebrei già Il luogo della conferenza detenuti nei ghetti e nei campi di di Wansee concentramento
  • 56. Campi di concentramento e di sterminio tra la Germania e l’Europa orientale
  • 57. Il sistema dello sterminio • I campi di concentramento e di sterminio occupano un’amministrazione numerosa, con l’obiettivo di minimizzare i costi e massimizzare i risultati • Le deportazioni dai ghetti avvenivano via treno, e per le condizioni tragiche in cui si svolgevano i viaggi molti morivano sui vagoni • Vi era poi la spoliazione di vestiti e averi, il taglio dei capelli, l’assegnazione delle divise non appena si giungeva al campo • Donne, bambini e uomini venivano divisi • I responsabili avevano programmato che i più deboli sarebbero morti già nei campi di concentramento per le condizioni disumane di igiene e salute, per la fame, a causa del lavoro massacrante e delle condizioni atmosferiche spesso proibitive • I sopravvissuti erano poi deportati nei campi di sterminio dove venivano impiegate tecniche di soppressione finalizzate a uccidere moltissime persone con un impiego relativamente modesto di uomini e mezzi • La morte avveniva nelle camere a gas, con l’utilizzo di monossido di carbonio o acido cianidrico (Zyklon-B prodotto dalla IG-Farben, grande industria tedesca) • I cadaveri venivano poi ispezionati, per ricavarne i metalli preziosi, come denti d’oro • Venivano poi inceneriti nei forni crematori, spesso con la collaborazione di SonderKommandos, squadre speciali di detenuti ebrei che preparavano forni e salme
  • 58. Mauthausen: tavolo di ispezione 2 dei cadaveri (1) Camera a gas (2,3) forno crematorio (4) 4 1 3
  • 59. Minoranze sterminate e tentativi di ribellione • Nei campi di concentramento e sterminio furono deportati non solo ebrei, ma anche Rom, omosessuali, Testimoni di Geova, malviventi comuni, detenuti politici, “indesiderabili” anch’essi in gran parte eliminati • Si calcola che siano stati uccisi in vario modo circa sei milioni di ebrei, di cui almeno un milione erano bambini • Gli ebrei, col tempo, furono convogliati non solo dalle zone tedesche, ma anche da Francia, Olanda, Triangoli di colore diverso posti sulle Balcani, Grecia, spesso vittime di delazioni, anche sulle divise identificavano le diverse se vi furono persone che cercarono di salvarli e tipologie di prigionieri nasconderli • Uno dei pochi episodi di ribellione fu quello del Ghetto di Varsavia, il 19 aprile 1943, quando gli ebrei ancora dentro il ghetto si rivoltarono contro il contingente militare che doveva deportarli • La ribellione durò circa un mese, ma alla fine i nazisti ripresero il controllo del ghetto: gli uccisi e i morti nella rivolta furono circa 28.000
  • 60. La svolta del 1942-43, l’area del Pacifico • Lo svolgimento del conflitto ebbe una svolta tra 1942 e 1943 • Vi furono le prime battaglie nel Pacifico in cui furono impiegate da parte di giapponesi e statunitensi flotte imponenti, che utilizzavano anche portaerei, da cui decollavano gli aerei per il bombardamento • Le battaglie del Mar dei Coralli e di Midway furono le prime in cui gli americani fermarono l’offensiva Le battaglie vittoriose degli statunitensi giapponese nel Pacifico • All’inizio del 1943, i marines statunitensi presero l’isola di Guadalcanal, costringendo i giapponesi a difendere le posizioni che avevano conquistato tra ‘41 e ‘42
  • 61. L’assedio tedesco fallito a Stalingrado • Fu l’assedio di Stalingrado, in Urss, da parte dei tedeschi a determinare un cambiamento nella guerra in Europa • L’assedio della città, che era fondamentale per la conquista della Russia sudorientale,cominciò ad agosto del 1942 • Fino a novembre i tedeschi sembrarono avere la meglio, con combattimenti anche dentro la città, quasi casa per casa • In seguito i sovietici riuscirono nel contrattacco e accerchiarono i tedeschi e i loro alleati • Hitler,nonostante le difficoltà causate anche dal terribile inverno russo, decise che i tedeschi resistessero a oltranza, ma così facendo esaurì le risorse della sua armata, che nel febbraio 1943 fu costretta a una catastrofica ritirata. • Durante la ritirata morirono anche molti soldati italiani dell’ Armir, l’Armata italiana in Russia, che aveva rimpiazzato Il Csir nel 1942 • Era stato Mussolini a voler inviare i soldati italiani in prima linea, affermando di voler offrire un sacrificio di sangue, e con la solita speranza di condurre una guerra parallela • Durante la controffensiva sovietica di dicembre 1942, morirono quasi 75.000 uomini dell’Armir
  • 62. L’assedio e la ritirata tedesca
  • 63. La ritirata di Germania e Italia dall’Africa • Anche sul fronte africano i tedeschi e italiani subirono una sconfitta pesante • Le truppe dell’Asse arrivarono a meno di cento chilometri da Alessandria, a El Alamein, ma lì si fermarono • L’esercito inglese comandato da Montgomery aveva una grande superiorità in uomini e mezzi, e nell’ottobre 1942 attuò una controffensiva che già un mese dopo aveva fatto arretrare italiani e tedeschi, i quali dovettero infine ritirarsi • Truppe inglesi e americane sbarcarono in Algeria e Marocco a novembre, e di conseguenza italiani e tedeschi, inseguiti e fronteggiati dagli avversari, si dovettero arrendere e andarsene a febbraio del 1943 • La ritirata dall’Africa delle truppe dell’Asse fu decisiva per consentire agli alleati di attaccare l’Europa controllata dai tedeschi
  • 64. L’alleanza “forzata” di Usa, Gran Bretagna e Urss • Tra fine ‘41 e inizio ‘42 le nazioni in guerra contro l’Asse si riunirono a Washington per sottoscrivere il patto delle Nazioni Unite: prevedeva che rispettassero i principi della Carta atlantica e combattessero l’Asse fino alla fine senza armistizi e paci separate • Sovietici, statunitensi e britannici,nazioni ideologicamente molto lontani tra loro, si erano trovati a combattere insieme per fronteggiare i tedeschi, piuttosto che per propria scelta strategica • Queste diversità ideologiche produssero anche incertezze strategiche sul modo di condurre il conflitto • I sovietici volevano che si aprisse un fronte di guerra nel nord Europa, per ridurre la pressione della Germania sull’Urss • I britannici ritenevano migliore la strategia di attaccare dall’Italia, che venne decisa insieme agli staunitensi nella conferenza di Casablanca, a inizio del 1943 • In questa conferenza, tuttavia, i sovietici ottennero che fosse deciso il principio per cui la guerra sarebbe continuata fino alla resa incondizionata del nemico
  • 65. La caduta del regime fascista (e non “la morte della patria”) e la “guerra civile”
  • 66. L’indebolimento del regime fascista • Il regime fascista era stato indebolito dalle sconfitte militari, che gli avevano tolto molti consensi, a causa della durata e dell’andamento negativo della guerra • Nel marzo 1943, nel Nord Italia scoppiarono scioperi imponenti che coinvolsero Torino, quindi Milano, Genova e altre città industriali • Erano scioperi non di natura politica, ma contro il caro-vita e il razionamento dei generi alimentari, problemi acuiti dai bombardamenti aerei alleati dell’inverno ‘42-43 • Esprimevano la forte insofferenza di molti italiani verso il fascismo • In questi scioperi aveva avuto un ruolo comunque non secondario anche l’organizzazione clandestina del Partito comunista, che aveva contribuito a fomentarli
  • 67. L’azione Alleata in Sicilia • L’iniziativa militare alleata rese il regime ancora più fragile • La conquista dell’isola di Pantelleria il 12 giugno 1943 avviò la campagna d’Italia degli angloamericani • Il 10 luglio le truppe angloamericane sbarcarono in Sicilia e la occuparono, anche perché le truppe italiane, sfiduciate, non opposero una resistenza strenua e i siciliani accolsero gli Alleati come liberatori • Questa conquista fu il segno che il regime fascista era ormai sull’orlo del collasso
  • 68. Il 25 luglio, la caduta di Mussolini e la fine del regime • La caduta del regime avvenne, tuttavia, non per un’iniziativa popolare, quanto per una manovra politica a cui parteciparono Vittorio Emanuele III e diversi gerarchi • Nella notte tra 24 e 25 luglio 1943, il Gran Consiglio del fascismo, che non veniva convocato dal1939, approvò un ordine del giorno proposto da Dino Grandi, importante gerarca e ministro della Giustizia: votarono a favore altri gerarchi importanti come i quadrumviri De Bono e De Vecchi, Bottai e Ciano • L’ odg prevedeva che il re avrebbe guidato da solo le forze armate, senza più condividere il comando con Mussolini • In sostanza determinava l’esautoramento del “Duce”, il quale fu costretto a dimettersi da Capo del governo e fu arrestato al termine della seduta • Il re quasi contemporaneamente nominò il generale Pietro Badoglio, che era stato allontanato dal comando delle forze armate italiane dopo le sconfitte in Grecia (1940), Presidente del consiglio
  • 69. I “quarantacinque giorni”, 25 luglio-8 settembre 1943 • Vi furono immediate manifestazioni di gioia da parte di moltissimi italiani, non tanto per la caduta del regime in sé, quanto perché si associava questo fatto alla fine della guerra • Tuttavia il primo annuncio del governo Badoglio fu “la guerra continua”, cioè l’Italia avrebbe tenuto fede agli impegni presi da Mussolini con gli alleati tedeschi e giapponesi • In realtà nei quarantacinque giorni successivi, il governo e il re avviarono trattative segrete con gli angloamericani per sfilarsi dalla guerra nelle condizioni meno umilianti possibili • Nel contempo i tedeschi avevano cominciato a far affluire verso l’Italia un grosso numero di soldati per contrastare l’avanzata degli angloamericani
  • 70. L’armistizio dell’8 settembre e il caos nel paese • Il 3 settembre a Cassibile, presso Siracusa, fu raggiunto tra governo italiano e Alleati l’accordo per l’armistizio, che prevedeva la resa incondizionata dell’Italia  Gli italiani dovevano deporre le armi  cessare la collaborazione con la Germania  mettere il territorio italiano in mano agli Alleati  consegnare flotta e aeronautica • Il giorno 8 settembre alle 19.45 Badoglio annunciò via radio il raggiungimento dell’armistizio, ma non diede ai militari nessuna indicazione precisa sul comportamento da tenere, a parte una disposizione generica ai comandi di reagire a “eventuali attacchi di altra provenienza” • Sempre in quel giorno il governo e il re fuggirono a Brindisi, nella zona controllata dagli alleati
  • 71. La dissoluzione dell’esercito italiano • Si creò in questo modo una situazione pericolosa, in cui le strutture militari senza ordini e abbandonate a se stesse si dissolsero • Il 10 settembre, nonostante i tentativi di resistenza dei militari e della popolazione civile, i tedeschi occuparono Roma • 650.000 soldati furono deportati in Germania • 200.000 riuscirono a sfuggire alla deportazione • 180.000 uomini si misero,invece, al servizio dei tedeschi, ritenendo da “traditori” il comportamento del governo e del re, e volendo rimanere fedeli all’alleato • L’episodio più tragico si ebbe nell’isola greca di Cefalonia, dove 10.000 soldati italiani della Divisione Aqui non vollero arrendersi ai tedeschi e dopo otto giorni di combattimenti furono uccisi da loro (14-22 settembre 1943) in combattimento e dopo la fine della battaglia
  • 72. L’Italia spezzata in due • L’Italia fu divisa in due entità statali distinte: nella zona centro- settentrionale si attestarono i tedeschi lungo la linea Gustav, mentre nell’Italia centro- meridionale gli Alleati avevano il controllo del territorio, in cui il governo italiano e la sua burocrazia esercitavano la loro sovranità La linea Gustav • Nel nord Italia, invece, il fascismo cercò di ricostruire il regime con un cambiamento di nome e rilanciando le parole d’ordine “rivoluzionarie” alle origini del movimento
  • 73. La Repubblica sociale italiana e la guerra civile • Mussolini, che era tenuto prigioniero sul Gran Sasso, in Abruzzo, fu liberato da un commando tedesco il 12 settembre 1943 • Qualche giorno dopo cominciò a costruire una nuova entità politica, la Repubblica sociale italiana, Rsi, imperniata sul Partito fascista repubblicano e su un esercito che doveva continuare la guerra al fianco dei tedeschi • La Rsi si riteneva l’unico stato italiano legittimo, contro il governo monarchico stanziato nel Sud • Questa “stato” fissò uffici e rappresentanze tra Lombardia e Veneto, specie sul lago di Garda, da cui il nome di “Repubblica di Salò” • Esso era in realtà un governo totalmente dipendente dai tedeschi, che erano un esercito di Situazione politica italiana tra ‘43 e ‘45 occupazione e si comportavano come tale: sfruttavano le risorse e rastrellavano oppositori e ebrei, con l’attivo supporto della Rsi • Di fatto il compito principale della Rsi fu soprattutto la repressione dei partigiani • Ne nacque una situazione effettiva di guerra civile tra italiani di orientamenti politici opposti
  • 74. I gruppi armati della Resistenza • I gruppi armati della Resistenza antifascista si formarono nei giorni successivi all’8 settembre, soprattutto tra le montagne, e spesso si formarono grazie all’incontro tra militanti antifascisti attivi in clandestinità già sotto il regime,o rientrati in Italia dall’estero, e soldati sbandati, che erano sfuggiti ai tedeschi • I partigiani agivano come bande, alcune organizzate in una struttura superiore di preciso orientamento politico , altre senza una connotazione politica determinata
  • 75. I principali gruppi partigiani • I gruppi organizzati erano • Le Brigate Garibaldi, di Bandiera delle orientamento comunista Brigate Garibaldi • Le Brigate Giustizia e Libertà, legate al Partito d’azione • Le Brigate Matteotti, legate al Bandiera delle Partito socialista Brigate GL • Le Fiamme Verdi, che nacquero dall’incontro tra attivisti di orientamento cattolico e liberale, e militari, soprattutto ex alpini, attivi soprattutto in Lombardia e Emilia Mostrine delle Fiamme Verdi
  • 76. La formazione del Cln • Il 9 settembre 1943 si formò a Roma il Comitato di liberazione nazionale, Cln, che fu composto da rappresentanti di sette formazioni politiche • Partito comunista italiano, Pci • Partito socialista di unità proletaria, ex Psi • Partito d’azione, Pd’A, che prosegue l’esperienza politica di Giustizia e Libertà • Democrazia cristiana, che ereditò il Proclama del CLN appena ruolo del Partito popolare costituito, nel settembre 1943 • Partito liberale italiano • Partito repubblicano italiano • Democrazia del lavoro
  • 77. Il Cln dall’opposizione a Badoglio alla “svolta di Salerno” • Il Cln. diviso fortemente al suo interno per ideologie e strategia politica, assunse in un primo tempo un atteggiamento decisamente ostile al governo Badoglio e al re, considerati incapaci e indegni di rappresentare un’Italia libera, a causa del passato legame con il fascismo • Tuttavia gli Alleati ritenevano il governo di Badoglio e il re come gli unici interlocutori legittimi con i quali trattare • Il Cln riuscì a farsi riconoscere come controparte solo quando nel marzo 1944 Palmiro Togliatti, leader del Pci, rientrò in Italia Palmiro dalla Russia, dove si era rifugiato e propose di tralasciare la Togliatti al contrapposizione frontale con il re e il governo tempo della • Partiti e istituzioni dovevano operare insieme per eliminare il svolta di Salerno fascismo e i nazisti dall’Italia: si trattò della cosiddetta “svolta di Salerno”, strategia sostenuta dall’Urss, per la quale la vittoria nel conflitto era prioritaria rispetto alle questioni ideologiche • Il 24 aprile Badoglio formò il primo governo di unità nazionale, composto da rappresentanti di tutti i partiti del Cln • Il re si impegnò a cedere i poteri al figlio Umberto, quando Roma fosse stata liberata, per dare un segno di discontinuità istituzionale
  • 78. Il governo di Bonomi espressione del Cln • Gli Alleati liberarono Roma nel giugno del ‘44 • Umberto di Savoia assunse la luogotenenza del regno al posto del padre • Badoglio si dimise dalla Presidenza del consiglio, della quale fu incaricato, con una soluzione di mediazione, Ivanoe Bonomi, che già aveva ricoperto questa carica vent’anni prima • Il governo di Bonomi era rappresentativo del Comitato di liberazione nazionale • Il governo di Bonomi era più legato di quello di Badoglio ai movimenti della Resistenza attivi nel nord Italia
  • 79. Il Clnai e la lotta partigiana nell’Alta Italia • Le bande partigiane erano guidate politicamente dal Comitato di liberazione Alta Italia, Clnai, a partire dal gennaio 1944 • Nel giugno 1944 le formazioni resistenziali riuscirono anche a darsi un comando militare unificato, il Corpo volontari della libertà (CVL) • Le bande avevano reclutato un numero consistente di uomini tra l’8 settembre 1943 Bandiera del e il giugno 1944: operai, contadini, studenti, Corpo volontari tanto che il loro numero era di circa 100.000 della libertà uomini e donne. • Molti uomini erano sfuggiti alla leva obbligatoria imposta dalla Rsi e si erano rifugiati sulle montagne, arruolandosi nelle formazioni partigiane
  • 80. I partigiani in provincia di Bergamo Fonte: E sulla terra faremo libertà, Isrec Bergamo, 2005
  • 81. La zona grigia nella “guerra civile” • L’attività dei partigiani “aveva un valore politico e simbolico molto superiore alla sua reale forza militare” (Sabbatucci-Vidotto) • I contrasti che divisero il movimento resistenziale, e che diverse volte provocarono conflitti tra i partigiani stessi, furono un limite all’incisività dell’azione di resistenza • Inoltre la mobilitazione e il coinvolgimento della popolazione nella resistenza furono difficili: la cosiddetta “zona grigia” dell’Italia, era formata da moltissime persone, la maggioranza, segnate dalla durezza della guerra e preoccupate in primo luogo di sopravvivere • Molti non presero posizione nel corso della “guerra civile”, ma furono tanti anche coloro che, senza partecipare attivamente alla lotta, aiutarono e fiancheggiarono il movimento partigiano
  • 83. Il contrattacco dell’Urss e la conferenza di Teheran • I sovietici respinsero nell’estate del 1943 un ultimo assalto tedesco, quindi cominciarono un contrattacco in tutta l’Europa orientale, lento ma costante, durato quasi due anni • Le vittorie contro i tedeschi diedero a Stalin una notevole forza diplomatica nei confronti di Usa e Gran Bretagna • Questa forza si manifestò appieno durante la conferenza di Teheran alla fine del La conferenza di Teheran, fine 1943 1943, in cui il leader sovietico, Churchill e Roosevelt si incontrarono per la prima volta • Stalin ottenne da statunitensi e britannici l’impegno a attaccare i tedeschi in Europa occidentale, e furono scelte per l’attacco le coste della Normandia, nel nord-ovest della Francia
  • 84. Il piano per lo sbarco in Normandia • Il piano prevedeva uno sbarco in forze sulle coste settentrionali della regione, che erano state munite dai tedeschi con il vallo atlantico, un sistema imponente di fortificazioni • Gli alleati dovettero impiegare un grandissimo numero di uomini e mezzi, per attaccare sia per mare, Il generale Dwight Eisenhower sia con l’aeronautica militare • Il comando fu unificato nelle mani del generale statunitense Eisenhower
  • 85. Lo sbarco in Normandia
  • 86. Lo sbarco in Normandia e la liberazione di Parigi • La cosiddetta operazione Overlord cominciò il 6 giugno del 1944, dopo bombardamenti aerei a tappeto e il lancio di numerosi paracadutisti • Lo sbarco di uomini e mezzi continuò per il mese successivo, raggiungendo la cifra di 1.500.000 soldati • Alla fine di luglio gli alleati riuscirono a sfondare Lo sbarco in Normandia, il fronte nemico e invasero il nord della Francia 6 giugno 1944 • Parigi fu liberata dalla Resistenza francese e qui i soldati alleati entrarono il 25 agosto • Il mese successivo la Francia era libera quasi del tutto • Tuttavia l’offensiva si arrestò a causa di alcuni errori strategici degli angloamericani e questo diede modo ai tedeschi di riprendersi parzialmente La liberazione di Parigi dai tedeschi, agosto 1944
  • 87. Lo sfondamento della linea Gustav e la “linea gotica” • Gli alleati sfondarono la linea Gustav in Italia a metà del 1944 e entrarono a Roma in giugno • L’avanzata verso il nord fu fermata nell’autunno di quell’anno dall’ultima linea di difesa tedesca, la “linea gotica” che correva sul crinale dell’Appennino tosco- emiliano da La Spezia a Rimini • Per un breve periodo in autunno tra le vallate del Piemonte sorsero alcune repubbliche democratiche partigiane (Monferrato, Alba, Val d’Ossola, Montefiorino) • Tuttavia l’inverno del 1944-45 fu durissimo a causa dell’estrema resistenza dei tedeschi, che agirono con rabbia per intimidire le popolazioni civili accusate di collaborare con i partigiani e soprattutto in questo periodo si verificarono stragi efferate da parte nazista
  • 88. Il proclama di Alexander e la crisi dell’autunno’44 • Il generale inglese Alexander, comandante in capo delle truppe alleate nel Mediterraneo, diffuse via radio un proclama a novembre con cui richiedeva ai partigiani la cessazione di ogni operazione organizzata su vasta scala e di attestarsi su posizioni difensive, e allo stesso tempo dichiarava sospesa ogni operazione militare Alleata per l'inverno 1944/'45 • Questa iniziativa alleata creò divisioni e tensioni tra Il generale i leader del Clnai, da una parte, gli angloamericani Alexander e il governo di Bonomi, che era a Roma, dall’altra, in quanto venne interpretato dal movimento resistenziale come espressione della la volontà da parte degli Alleati e della corona di smobilitare le bande partigiane • Solo in dicembre la situazione si riequilibrò, quando il governo italiano riconobbe il Clnai come suo rappresentante a nord della linea gotica
  • 89. Il difficile autunno del 1944 Appello del Cln, fonte, Isrec Bg
  • 90. La Resistenza e le stragi naziste • L’effetto del proclama di Alexander fu anche di rafforzare temporaneamente nazisti e fascisti, che compresero di avere tempo per organizzare le proprie difese e le proprie strategie repressive • La strategia nazista e della Rsi contro le azioni resistenziali si fondò soprattutto sui rastrellamenti di civili e sulle ritorsioni, che spesso provocano grandi massacri • I più efferati furono: • a Roma, dove la ritorsione verso un attentato di partigiani contro un camion di soldati nazisti avvenuto in via Rasella, provocò la fucilazione di 335 persone alle Fosse Ardeatine (marzo 1944) • a S.Anna di Stazzema, tra Liguria e Toscana, dove furono uccisi 560 persone il 12 agosto del 1944 • a Marzabotto, sull’Appennino bolognese, dove le persone massacrate da nazisti e fascisti furono 770 Si calcola che i morti per queste azioni siano stati più di 10.000
  • 91. L’obiettivo delle stragi naziste • Molte di queste stragi sono state occultate per opportunità politica nel secondo dopoguerra, fino alla scoperta avvenuta nel 1994 presso la procura militare di Roma di un armadio che conteneva molti documenti a proposito di tali massacri • Le stragi facevano parte di una precisa strategia nazista: diffondere il terrore tra la popolazione civile, suscitare odio verso i partigiani, premere su questi ultimi per spingerli alla resa, punire le popolazioni di determinate zone considerata complici della presenza partigiana
  • 92. La guerra in Italia, 1943-45
  • 93. La tragedia finale della Germania di Hitler • La Germania stava perdendo il conflitto • I suoi “alleati”, Romania e Bulgaria passarono dalla parte degli Alleati, mentre Finlandia e Bulgaria avevano chiesto l’armistizio all’Urss a fine estate • Per indebolire la Germania gli Alleati intensificarono i bombardamenti contro obiettivi militari, ma colpirono duramente con le bombe sganciate dagli aerei anche grandi città come Dresda e Amburgo: in questi bombardamenti morirono più di cinquecentomila persone • Hitler non voleva però arrendersi, e pensò di poter modificare la situazione del conflitto sia con l’uso di armi come i razzi V1 e V2 che colpirono Londra, sia sperando sempre che l’alleanza tra Bombardamento alleato opposti, Urss e potenze “capitalistiche” prima o su Dresda, febbraio 1945 poi si sarebbe dissolta • Tuttavia gli Alleati intensificarono la loro collaborazione proprio tra la fine del ‘44 e l’inizio del ‘45, cominciando a prospettare anche una nuova divisione del mondo
  • 94. L’incontro di Yalta, febbraio 1945 • I leader delle tre potenze alleate si incontrarono nel febbraio 1945 a Yalta, in Crimea decisero • 1. che la Germania sarebbe stata divisa in quattro zone di occupazione (Usa,Urss,Gran Bretagna e Francia) • 2. che sarebbe stata denazificata • 3. che i popoli dei paesi liberati si sarebbero dati un governi eletti democraticamente • 4. che la Polonia avrebbe avuto un governo composto da comunisti e filo-occidentali L’Urss decise quindi di entrare in guerra contro il Giappone
  • 95. L’attacco sovietico lungo l’Europa orientale • A gennaio gli Alleati ripresero la guerra • I sovietici entrarono a Varsavia e poi occuparono progressivamente il resto del territorio polacco • Stalin voleva che l’Armata rossa raggiungesse Berlino prima degli angloamericani • Gli altri obiettivi raggiunti dai sovietici furono l’Ungheria, Vienna e Praga (aprile-maggio 1945) • In Europa orientale i tedeschi combatterono con grande tenacia, per proteggere i civili dall’avanzata violenta dell’Armata rossa e ridurre l’area di occupazione sovietica
  • 96. L’attacco alleato alla Germania • Gli Alleati attaccarono la Germania da ovest, sul Reno • In marzo giunsero in pieno territorio tedesco, con una resistenza piuttosto debole da parte dei soldati tedeschi • Il 25 aprile angloamericani e sovietici raggiunsero il fiume Elba, nei dintorni di Berlino, e si unirono ai sovietici, che assediavano la città da settimane
  • 97. La liberazione in Italia, 25 aprile 1945 • In Italia, il 25 aprile il Clnai lanciò l’ordine dell’insurrezione generale contro tedeschi e fascisti in ritirata • Mussolini fu arrestato dai partigiani a Dongo, vicino al confine con la Svizzera, vestito da tedesco insieme alla sua amante Claretta Petacci • Portato a Milano, fu fucilato insieme a altri gerarchi • Il suo cadavere, appeso per i piedi a testa sotto, fu esposto a Piazzale Loreto, L’esposizione dei corpi nello stesso luogo in cui l’anno a Piazzale Loreto precedente erano stati fucilati per rappresaglia alcuni milanesi da parte dei tedeschi
  • 98. La liberazione a Bergamo Il giornale del popolo, organo del Cln di Bergamo, del 25 aprile 1945 Fonte Isrec Bg
  • 99. La morte di Hitler • Hitler si tolse la vita il 30 aprile, mentre i russi stavano entrando a Berlino • Come presidente designò l’ammiraglio Dönitz, che firmò la resa tedesca a Reims il 7 maggio 1945 • Le ostilità finirono tra 8 e 9 maggio 1945
  • 100. La tenace resistenza dei giapponesi • Gli statunitensi in Asia avevano ottenuto importanti successi, grazie al supporto tecnico delle portaerei e dei grandi bombardieri, capaci di sganciare tonnellate di bombe sul territorio giapponese • Tuttavia i giapponesi, per quanto piegati dalla guerra, resistettero a agli Alleati e fino all’ultimo cercarono di difendersi, impiegando anche i kamikaze, aviatori che si suicidavano gettandosi con i propri aerei pieni di esplosivo contro le unità navali statunitensi
  • 101. La decisione di usare la bomba atomica e le sue motivazioni • Il nuovo presidente staunitense Henry Truman (succeduto a Roosevelt scomparso il 12 aprile 1945) decise di usare la bomba a fissione nucleare, su cui aveva lavorato un gruppo di grandi fisici, tra cui l’italiano Enrico Fermi • La prima sperimentazione dell’ordigno fu fatta nel deserto del New Mexico nel luglio del ‘45 • Truman con l’uso della bomba volle sia piegare la resistenza giapponese, sia mostrare la forza del potenziale bellico americano, soprattutto ai sovietici
  • 102. Il bombardamento atomico su Hiroshima e Nagasaki e la fine della guerra • Il 6 agosto 1945 il bombardiere americano Enola Gay sganciò sulla città di Hiroshima, importante centro industriale, la prima bomba atomica, che uccise subito 100.000 individui • Tre giorni dopo un ordigno dello stesso genere fu sganciato anche sulla città di Nagasaki, in cui morirono 60.000 persone • L’effetto fu quello voluto dagli La firma dell’armistizio tra Usa e Giappone americani: l’imperatore nipponico il 2 settembre 1945 Hirohito decise la resa senza condizioni agli Alleati • L’armistizio fu firmato il 2 agosto 1945, e con esso la seconda guerra mondiale ebbe termine
  • 103. “Little boy” fu la bomba sganciata su Hiroshima Il fungo atomico sprigionato dallo Hiroshima dopo scoppio della bomba il bombardamento
  • 104. Bilancio finale della II guerra mondiale • Il bilancio della seconda guerra mondiale fu terrificante: 55 milioni di morti, di cui 40 nella sola Europa. • Il bilancio è ancora più tragico se consideriamo che più della metà delle vittime era costituita da civili. • Questa allarmante proporzione, mai verificatasi in precedenza, è connessa in parte all’adozione di nuova tecniche distruttive, soprattutto i bombardamenti aerei che colpivano indiscriminatamente obbiettivi militari e civili, in parte al carattere di guerra partigiana e di rivolta politica e morale contro la barbarie nazista assunto dal conflitto.
  • 105. Bibliografia • Aa.Vv., E sulla terra faremo libertà, Bergamo, Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell’Età contemporanea • A.M.Banti, Il senso del tempo, Bari-Roma, Laterza, vol. 3 • W.Laqueur, A.Cavaglion (a cura di), Dizionario dell’Olocausto, Torino, Einaudi • B.H.Liddell Hart, Storia militare della II guerra mondiale, Milano, Mondadori • S.Peli, Storia della Resistenza in Italia, Torino, Einaudi • G. Sabbatucci - V. Vidotto,L’età contemporanea. Dal 1848 a oggi, Roma-Bari, Laterza • G. Schreiber, La seconda guerra mondiale, Bologna, il Mulino