2. Lo studio della percezione visiva ha beneficiato del contributo
della Psicologia della Gestalt, un movimento psicologico formatosi
nei primi anni del ‘900.
Le più moderne teorie sulla percezione visiva si basano sui risultati
sperimentali di questa scuola di pensiero :
• «L’uomo possiede meccanismi innati e indipendenti
dall’esperienza per organizzare ciò che percepisce»
• «IL TUTTO È MAGGIORE O, COMUNQUE DIVERSO, DALLA
SEMPLICE SOMMA DELLE PARTI CHE LO COSTITUISCONO»
• «In un soggetto esiste una uguaglianza tra il mondo esterno e la
sua rappresentazione interna: ISOMORFISMO»
3. Tenendo conto dei concetti individuati dagli Psicologi della
Gestalt, sono state individuate delle leggi che consentono di
spiegare in che modo organizziamo e riconosciamo ciò che
vediamo.
Le leggi che rivestono particolare importanza riguardano:
• L’ORGANIZZAZIONE FIGURA-SFONDO
• L’ORGANIZZAZIONE PERCETTIVA
4. L’uomo percepisce la realtà
esterna composta da figure e
da sfondi. Differenziare
questi elementi è uno dei
meccanismi fondamentali della
percezione visiva.
5. Gli elementi più importanti individuati da Rubin sono:
Le dimensioni delle parti: viene riconosciuta come figura l’area
più piccola
La presenza di bordi o contorni: favorisce l’individuazione della
figura
I tipi di margini: l’area con margini convessi è più facilmente
riconosciuta come figura
L’orientamento spaziale: le figure posizionate sugli assi verticali
e orizzontali vengono più facilmente riconosciute
Il valore oggettuale: l’esperienza facilita il riconoscimento delle
figure
Il colore: il contrasto fra la figura e lo sfondo facilita
l’individuazione della figura
Il movimento: si individua più facilmente come figura la parte
dell’immagine in movimento
6. Le regole individuate da Rubin favoriscono l’individuazione della
figura e dello sfondo. Alcune immagini tuttavia risultano ambigue
o reversibili.
Fra queste la più nota è la
«Coppa di Rubin» basata sul
meccanismo di inversione
figura-sfondo. Si possono
riconoscere un vaso e due
profili contrapposti, ma è
impossibile vederli
contemporaneamente.
7. Ecco altri esempi di ambiguità o reversibilità:
Il «cubo di Necker»: a seconde
del lato di osservazione, destra o
sinistra, cambia il lato percepito
come più vicino.
«La figura ambigua di
Wittgenestein»: a
seconda del lao di
osservazione possiamo
riconoscere un coniglio o
una papera
8. La «giovane e vecchia» di
Boring: in quest’immagine
ambigua è possibile
individuare una giovane
donna di spalle e una donna
anziana di profilo
La «scala di Schroder»: a
seconda del lato di osservazione
della scala può essere vista come
appoggiata al pavimento o
percepita come un sottoscala
9. In ambito artistico Escher rappresentò, giocando con la prospettiva, figure
ambigue e reversibili tramite raffigurazioni creative e affascinanti.
10.
11. Oltre alle leggi sull’organizzazione figura-sfondo, gli psicologi della
Gestalt hanno dimostrato che la percezione visiva si basa su altre
tendenze organizzatrici.
Queste riguardano:
Somiglianza
Chiusura
Vicinanza
Continuita di direzione
Pregnanza o Buona Gestalt
Esperienza
12. Legge della somiglianza: gli elementi
vengono uniti in forme con tanta maggior
coesione quanto maggiore è la loro
somiglianza.
Legge della chiusura :
le linee che formano
delle figure chiuse
tendono ad essere viste
come unità formali. La
nostra mente è
predisposta a fornire le
informazioni mancanti
per chiudere una figura.
Legge della vicinanza: gli
elementi del campo percettivo
vengono uniti in forme con tanta
maggiore coesione quanto minore
è la distanza tra di loro.
13. Legge della continuità di direzione:
una serie di elementi posti uno di
seguito all’altro, vengono uniti in forme
in base alla loro continuità di
direzione. Nella
figura percepiamo come unità AB e XY
e non AY e XB o ancora AX e YB.
Legge della pregnanza: la forma che
si costituisce è tanto “buona” quanto le
condizioni date lo consentono. In
pratica ciò che determina
fondamentalmente l’apparire delle
forme è la caratteristica da esse
posseduta: quanto più regolari,
simmetriche, coesive, omogenee,
equilibrate, semplici, concise esse sono,
tanto maggiore è la probabilità che
hanno d’imporsi alla nostra
percezione.
Legge dell’esperienza passata: elementi che
per la nostra esperienza passata sono
abitualmente associati tra di loro tendono ad
essere uniti in forme. Un osservatore che non
conosce il nostro alfabeto non può vedere la
lettera E in queste tre linee spezzate.
14. La percezione di movimento può essere di due tipi
• MOVIMENTO REALE: variazioni della posizione dell’oggetto
rispetto a dei punti di riferimento fissi nell’ambiente.
• MOVIMENTO APPARENTE:
non c’è spostamento o moto
dell’oggetto; ha 2
principali applicazioni
1. Il FENOMENO PHI (o
movimento stroboscopico)
2. Il FENOMENO
AUTOCINETICO
15. • IL FENOMENO PHI: studiato da Wertheimer, consiste nella
percezione illusoria di moto fra due luci poste a una determinata
distanza e accese e spente a intervalli di tempo ben definiti (60
millesimi di secondo). Esempi di applicazione del fenomeno
sono:
• Insegne pubblicitarie luminose
• Proiezioni cinematografiche
16. IL FENOMENO AUTOCINETICO:
consiste nella percezione illusoria di
movimento di un punto luminoso in
assenza di ulteriori riferimenti. A causa
di microspostaenti oculari (movimenti
saccadici) l’occhio percepisce il punto
luminoso in movimento.
Il fenomeno ha applicazioni pratiche
in situazioni professionali quali: piloti,
addetti al controllo di segnalazione
luminosa.