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Verbosauri della laguna: bestiario sonoro
                Tra portmanteau e nonsense , per la dimensione sonora della forma delle parole
                                                                    A cura di Luisanna Fiorini




          Bothallchorac
          torschumminao
          undgansumumin
          arumdrumstrum
          truminahhumpt
          adumptadumpwa
          ultopfooloode
          ramanusturnup
“I verbosauri sono animali quasi estinti.
Hanno abitudini schive e spesso, anche
se abitano vicino a noi, si celano dietro i
forti rumori di fondo che inquinano i
paesaggi sonori.
Hanno la forma dei suoni e delle
onomatopee.
Possiamo vederli solo se riusciamo ad
ascoltarli e riusciamo a sentire la loro
voce solo se riusciamo a rappresentare il
suo suono.”  Luisanna Fiorini
James Joyce ha creato mostruosi rumorosi verbosauri in
Finnegan's Wake,       romanzo del 1939 basato su una
immaginaria lingua onirica.
Ecco il verbosauro che nel romanzo rappresenta uno dei
dieci assordanti rombi che costituiscono la colonna sonora
della caduta iniziale:


bababadalcaraghtakam
minarronnkonnbronnto
nnerronntuonnthuntro
varrhounawnskawntooh
oohoordenenthurnuk
Se osserviamo il verbosauro attentamente, tra le zampe,
le teste e le code, vediamo che è fatto di onomatopee e
della parola TUONO in varie lingue:


CARAGH: indostano
TONNER: tedesco
TUON(O): italiano
THUN(DER):inglese
TROVA(O): portoghese
(T)ORDENEN: danese
L'insieme risultante è
         una enorme parola
            portmanteau¹




¹”Le parole-valigia o parole-baule sono tipiche delle fiabe di Carroll e sono formate da due parole unite in una il cui senso abbraccia
ambedue i termini. Esempio: furious-fuming dà luogo a fruminous, oppure, nel caso più semplice comprensibile di due nomi, fra
Guglielmo e Richielmo, avremo Richielmo, come ci informa direttamente Carroll nella Preface a The Hunting of the Snark.”
                L. Bidoli, Linguaggi a confronto: Alice tradotta da Artaud Breve excursus fra le ‘meraviglie’ dei linguaggi immaginari,
                                                                                                                   Progetto Babele Dieci
Il padrone delle
                                                       parole: la
                                                         scelta
                                                       fonematica
                                                                     my name means the shape I am                             2




                                                                     my sound means the shape I am


                                                                     my shape means the name I am

                                                                      my name means the sound I am

                                                                      my shape means the sound I am


2Lewis Carroll, Alice’s Adventures in Wonderland and Through the Looking-Glass. And What Alice Found There, Penguin, London
1998. Le successive frasi sono parafrasi.
Nonsense.
Dal Burchiello al Jabberwocky
 mancato nesso causa effetto
●


 portmanteau
●


 neologismi
●


 inversioni
●


 imprecisioni
●


 simultaneità
●


 incongruenza
●


 arbitrarietà
●


 ripetizione senza fine
●


 negazione e clonazione
●                                      3




 tautologia
●


 reduplicazione
●


 affermazione dell'ovvio
●


 precisione assurda
●                              4




     3Wim   Tigges, An Anatomy of Literary Nonsense, Amsterdam 1988
     4Michael  Heyman, Introduzione a The Tenth Rasa, antologia di testi indiani, New Delhi 2007
Domenico di Giovanni
               detto il Burchiello
                                    (Firenze, 1404-Roma, 1449)



La Poesia combatte col Rasoio,
E spesso hanno per me di gran quistioni;
Ella dicendo a lui, per che cagioni
Mi cavi il mio Burchiel dello Scrittoio?

E lui ringhiera fa del colatoio,
E va in bigoncia a dir le sue ragioni;
E comincia: Io ti prego mi perdoni
Donna, s’alquanto nel parlar ti noio.

S’i’ non fuss’io, e l’acqua, e ‘l ranno caldo,
Burchiel si rimarrebbe in sul colore
D’un moccolin di cera di smeraldo:

Ed ella a lui: Tu sei in grand’errore,
D’un tal disio porta il suo petto caldo,
Ch’egli non ha ‘n sì vil bassezza il cuore:

                                                                 Scarica e ascolta
Ed io: Non più romore,
Che non ci corra la secchia, e ‘l bacino;
Ma chi meglio mi vuol, mi paghi il vino.
Domenico di Giovanni
              detto il Burchiello
                                   (Firenze, 1404-Roma, 1449)



Nominativi fritti, e Mappamondi,
E l’Arca di Noè fra due colonne
Cantavan tutti Chirieleisonne
Per l’influenza de’ taglier mal tondi.

La Luna mi dicea: che non rispondi?
E io risposi; io temo di Giansonne,
Però ch’i’ odo, che ‘l Diaquilonne
È buona cosa a fare i capei biondi.

Per questo le Testuggini, e i Tartufi
M’hanno posto l’assedio alle calcagne,
Dicendo, noi vogliam, che tu ti stufi.

E questo fanno tutte le castagne,
Pe i caldi d’oggi son sì grassi i gufi,
Ch’ognun non vuol mostrar le sue magagne.

                                                                Scarica e ascolta
E vidi le lasagne
Andare a Prato a vedere il Sudario,
E ciascuna portava l’inventario.
Jabberwocky


Twas brillig, and the slithy toves
Did gyre and gimble in the wabe;
All mimsy were the borogoves,
And the mome raths outgrabe.

Beware the Jabberwock, my son!
The jaws that bite, the claws that catch!
Beware the Jubjub bird, and shun
The frumious Bandersnatch!

He took his vorpal sword in hand:
Long time the manxome foe he sought
So rested he by the Tumtum tree,
And stood awhile in thought.


           Scarica e ascolta
Jabberwocky


And as in uffish thought he stood,
The Jabberwock, with eyes of flame,
Came whiffling through the tulgey wood,
And burbled as it came!




          Scarica e ascolta
Jabberwocky


One, two! One, two! And through and
through
The vorpal blade went snicker-snack!
He left it dead, and with its head
He went galumphing back.

And hast thou slain the Jabberwock?
Come to my arms, my beamish boy!
O frabjous day! Callooh! Callay!
He chortled in his joy.

Twas brillig, and the slithy toves
Did gyre and gimble in the wabe;
All mimsy were the borogoves,
And the mome raths outgrabe.

           Scarica e ascolta
Humpty Dumpty spiega ad Alice
“Sembra bella,-essa disse, quando l'ebbe finita, -ma è piuttosto diffìcile a capire! (Come vedete, non confessava neanche a sè stessa che non poteva
comprenderla.) Però mi pare che mi riempia la testa d'idee... Soltanto non so di che si tratti. Certo qualcuno uccise qualche cosa: comunque sia questo è
chiarissimo...”5

        Twas brillig, and the slithy toves
        Did gyre and gimble in the wabe;
         All mimsy were the borogoves,
         And the mome raths outgrabe.
Brillig = le quattro di pomeriggio, deriva da bryl e broil e
indica l'ora del giorno in cui si comincia a preparare la cena
Slithy = combinazione di lithe (agile) e slimy (viscido)
Tove = creatura fantastica, incrocio fra un tasso e un
cavatappi
Gyre = to gyre girare come un giroscopio
Gimble = to gimble, dall'inglese gimlet che vuol dire
succhiello, quot;fare buchi con un succhielloquot;
Wabe = spiazzo erboso intorno ad una meridiana. Si
chiama wabe poiché va quot;a long way before itquot;, quot;a long way
behind itquot; e quot;a long way beyond itquot; (ovvero, va da molto
prima (della meridiana) a quot;molto dietroquot; e quot;molto oltrequot;
Mimsy = combinazione di flimsy (affranto) e miserable
(miserabile)
Borogove = uccello lungo e secco, con tante piume
attaccate tutt'intorno, come uno spazzolone vivente
Mome = contrazione di from home
Rath = creatura fantastica simile ad un porcellino ver
Outgrabe = to outgribe, è il verso di creature note come
Rath. quot;Qualcosa di simile a un urlo ed un fischio, con una
specie di starnuto in mezzo”
  5 Charles Lutwidge Dodgson, alias Lewis Carrol, Through the Looking-Glass, and What Alice Found There, 1871. E-Book su LiberLiber Nel Paese dello
  specchio, Istituto Editoriale Italiano, Milano 1914. http://www.liberliber.it/biblioteca/d/dodgson/attraverso_lo_specchio/rtf/attrav_r.zip
Jabberwocky
 “Jabberwocky”, il mostro che esce dalla foresta
tenebrosa dello specchio, è un incrocio di “jab”
colpire, “jabber” farfugliare, blaterare, parlare
una lingua straniera e perciò incomprensibile, e
“wock”, secondo una spiegazione ironica di
Carroll, dall’anglosassone “wocer”, “wocor”,
rampollo, frutto, ma certamente collegato anche
all’omofono “walk”, camminare, per cui il mostro
è la Parola che colpisce, l’urlo che cammina,
il frutto della chiacchiera, la fiera che il
traduttore deve domare.
                  The Annotated Alice, a cura di M. Gardner, Harmondsworth, Middlesex, Penguin,1981, p. 195
Tradurre il Jabberwocky




           Verbosauri,
           mostratevi!
Il Ciarlestrone                    Era brillosto, e gli alacridi tossi
                                   succhiellavano scabbi nel pantúle:
                                   Méstili eran tutti i paparossi,
    Traduzione di Adriana Crespi
                                   e strombavan musando i tartarocchi.
   Scarica e ascolta
                                   «Attento al Ciarlestrone, figlio mio!
                                   Fauci che azzannano, fauci che ti artigliano,
                                   attento all'uccel Giuggio e attento ancora
                                   Al fumibondo chiappabana!»

                                   Afferò quello la sua vorpida lama
                                   a lungo il manson nemico cercò...
                                   Cosí sostò presso l'albero Touton
                                   e riflettendo alquanto dimorò.

                                   E mentre il bellico pensier si trattenea,
                                   il Ciarlestrone con occhiali brage
                                   venne sifflando nella fulgida selva,
                                   sbollentando nella sua avanzata.

                                   Un, due! Un, due! E dentro e dentro
                                   scattò saettante la vorpida lama!
                                   Ei lo lasciò cadavere, e col capo
                                   Se ne venne al ritorno galumpando.

                                   «E hai tu ucciso il Ciarlestrone?
                                   Fra le mie braccia, o raggioso fanciullo!
                                   O giorno fragoroso, Callò, Callài!»
                                   stripetò quello dalla gioia.

                                   Era brillosto, e gli alacridi tossi
                                   succhiellavano scabbi nel pantúle:
                                   Méstili eran tutti i paparossi,
                                   e strombavan musando i tartarocchi.
Cenorava. E i visciattivi cavatalucerti
l Mascellodonte                    Girillavano e sfrocchiavano nella serbaja;
                                   Mollicciattoli eran gli spennavoli
    Traduzione di Bruno Garofalo
                                   E gli smarruti verporcelli fistarnuiurlavano.
   Scarica e ascolta
                                   “Guardati dal mascellodonte, figlio mio!
                                   Le mascelle che mordono e le tenaglie che afferrano.
                                   Sii sospettoso del rapace malco ed evita
                                   Lo schiumarioso Bamariolo!”

                                   Egli prese la sua vorpale spada
                                   E a lungo cercò il suo feriale nemico.
                                   Così riposò presso a un ombroso sicumaro
                                   E lì stette in meditabondo pensiero.

                                   E mentre era afflitto da uffanti pensieri
                                   Il mascellodonte dagli occhi di fiamma
                                   Venne sguillando per il fitto bosco
                                   E barbagliò al suo cospetto!

                                   Uno, due, uno, due! E affondò
                                   La vorpale lama zucando e zacando
                                   Fino alla morte. Poi con la sua testa
                                   Galonfoppando ritornò.

                                   “Hai ucciso il mascellodonte?
                                   Vieni tra le mie braccia, mio radioso fanciullo
                                   O giorno fravoloso! Evviva evviva!”
                                   E cordeggiò un inno per la gioia.

                                   Cenorava. E i visciattivi cavatalucerti
                                   Girillavano e sfrocchiavano nella serbaja;
                                   Mollicciattoli eran gli spennavoli
                                   E gli smarruti verporcelli fistarnuiurlavano.
Il Ciciarampa                   Era cerfuoso e i viviscidi tuoppi
                                ghiarivan foracchiando nel pedano:
                                stavano tutti mifri i vilosnuoppi
   Traduzione di Milli Graffi
                                mentre squoltuian i momi radi invano.
  Scarica e ascolta
                                Rifuggi il Ciciarampa, figliuol mio!
                                Ganascia sgramia e artiglio scorticante!
                                Sfuggi all'uccello Ciciacià, perdio,
                                quel frumifero Crollabrandicante!

                                La spada bigralace ei strinse in pugno:
                                l'omincio drago cominciò a cercare ...
                                Infin che stanco sotto il pin Tantugno
                                fermossi un poco per poter posare.

                                Mentre con irascibil mente ei stava,
                                il Ciciarampa, come d'ira spinto,
                                grugnendo sortì fuor della sua cava
                                di schiuma e bava sbiascico e straminto.

                                L'un colpo appresso all'altro si raddoppia:
                                scric srac trinciava il bigralace brando!
                                Lo lasciò morto e la sua testa moppia
                                a casa riportava galonfando.

                                «Il Ciciarampa! e lo uccidesti tu?
                                Ti stringo al petto, mio solare figlio!
                                O gioiglorioso giorno! Ippioh! Ippiuh!»
                                ansante ei ridonchiava in suo giupiglio.

                                Era cerfuoso e i viviscidi tuoppi
                                ghiarivan foracchiando nel pedano:
                                stavano tutti mifri i vilosnuoppi
                                mentre squoltuian i momi radi invano.
Il Ciarlottone                  Era cotiggio, e gli agilenti agretti
                                Nell’unda trullavano e sghiellavano
                                Tutti meschivi erano i preschietti
    Traduzione di Luca Tomasi
                                E gli stalgici ranti sgruffiavano.
  Scarica e ascolta
                                “Guardati dal Ciarlottone, o mio figliolo!
                                I rapaci artigli, il morso che ti intacca!
                                Guardati dall’uccello Bumbùm, e fuggi al volo
                                Dal frumioso Coglistacca!”

                                Lui prese in mano la gironda spada:
                                E cercò a lungo il suo rival nefiero —
                                Si riposò così presso l’albero Dadada
                                E se ne stette un po’ soprappensiero.

                                E mentre stava arciglioso pensando,
                                Il Ciarlottone, con occhi di fuoco,
                                Dal bosco frando giunse sbuffando,
                                E nel procedere farfugliava un poco!

                                No, pì! No, pì! Di qui fin lì,
                                Fece zic zac il suo girondo brando
                                Lo lasciò ucciso, e col capo reciso
                                Se ne tornò indietro galonfando.

                                “E tu hai stroncato il Ciarlottone?
                                O raggioso ragazzo, su, vieni qua!
                                Giorno tripudico! Chiamin! Chiamone!
                                Sfrugugliò dalla felicità.

                                Era cotiggio, e gli agilenti agretti
                                Nell’unda trullavano e sghiellavano
                                Tutti meschivi erano i preschietti
                                E gli stalgici ranti sgruffiavano.
Il Giabbodonte        Era brilligo, e gli unsci tovi
                      sobbellavano e ballolavano nel vantòle:
                      eran birbizzi i borogovi,
                      e i farlocchi musando strallavano.
  Scarica e ascolta
                      «Attento al Giabbodonte, figlio mio!
                      Fauci che azzannano, fauci che afferrano,
                      attento all'uccello GinGin e attento ancora
                      Al frumoso Acchiappabanda!»

                      Afferò quello la sua vorpida lama
                      a lungo il manson nemico cercò...
                      Cosí sostò presso l'albero Tonton
                      e riflettendo alquanto dimorò.

                      E mentre il bellico pensier si soffermava,
                      il Giabbodonte con occhi di bragia
                      venne sciufflando nella fulgida selva,
                      sbollentando nell'avanzare.

                      Un, due! Un, due! E dentro e dentro
                      scattò saettante la vorpida lama!
                      Ei lo lasciò cadavere, e col capo
                      Se ne venne al ritorno gallumpando.

                      «E hai tu ucciso il Giabbodonte?
                      Fra le mie braccia, o radioso fanciullo!
                      O giorno fragoroso, Callò, Callài!»
                      strimpellò quello dalla gioia.

                      Era brilligo, e gli unsci tovi
                      sobbellavano e ballolavano nel vantòle:
                      eran birbizzi i borogovi,
                      e i farlocchi musando strallavano.
Fonti, riferimenti,
                      approfondimenti
Puoi trovare sul web
Il sonetto burchiellesco: parodia o nonsense? http://www.treccani.it/Portale/sito/lingua_italiana/speciali/nonsensi/5.html
Poesia Nonsense
http://it.wikipedia.org/wiki/Nonsense
Opera completa di Lewis Carrol in lingua originale, formato PDF http://www.gasl.org/refbib/Carroll__Works.pdf
Raffaele Nigro - Burchiello e la poesia burlesca tra Quattro e Cinquecento
http://www.disp.let.uniroma1.it/fileservices/files/nigro.pdf
Michelangelo Zaccarello (a cura di) I sonetti del Burchiello, ed. critica della vulgata quattrocentesca
http://www.letteraturaitaliana.net/pdf/Volume_3/t52.pdf
Charles Lutwidge Dodgson, alias Lewis Carrol, Through the Looking-Glass, and What Alice Found There, 1871. E-Book su
LiberLiber Nel Paese dello specchio, Istituto Editoriale Italiano, Milano 1914.
http://www.liberliber.it/biblioteca/d/dodgson/attraverso_lo_specchio/rtf/attrav_r.zip
Alcune citazioni sono tratte da
Wim Tigges, An Anatomy of Literary Nonsense, Amsterdam 1988
Michael Heyman, Introduzione a The Tenth Rasa, antologia di testi indiani, New Delhi 2007
Le immagini originali puoi trovarle su
Sfondo pagina 1 http://hjs.ff.cuni.cz/images/index.jpg
Sfondo pagina 2 http://www.artshole.co.uk/arts/artists/Emily%20Twomey/jabberwocky1.jpg
Immagine pagina 4 http://www.williammichaelian.com/favoritebooks/finnegans_wake.html
Immagine pagina 5 http://goodiesfirst.typepad.com/photos/uncategorized/portmanteau.jpg
Immagine pagina 7 http://www.jimjamitis.com/images/Jabberwocky2.gif
Immagine pagina 8 http://www.liberliber.it/biblioteca/b/burchiello/immagini/ritratto.jpg
Immagine pagina 9 http://www.leg.it/img/ant/pn/vol45.jpg
Immagini pagina 10, 11, 12 http://www.bryan-talbot.com
Immagine pagina 13 Illustrazione originale di John Tenniel in The complete works of Lewis Carrol
Immagine pagina 15 http://www.artshole.co.uk/arts/artists/jon%20bull/jabberwocky.jpg
Immagine pagina 16 http://www.gabryella.net/images/carrol.gif
Immagine pagina 17 http://www.razzamatazproductions.com/i/jabberwocky2.jpg
Immagine pagina 18 http://mail.avon.k12.ct.us/~aniedbala/00039ED8-0118C728.0/mathews-jabberwocky.jpg
Immagine pagina 19 http://api.ning.com/files/J1ucgaEkUC*ZKwJhNgGX7*z0TzZTr9yXq8IXsJ9tYGY_/jabberwocky.jp
Immagine pagina 20 http://www.davidwenzel.com/images/childrens/childrensart/Jabberwocky-1.jpg
Informazioni

Questo materiale è propedeutico al percorso di creatività
Verbosauri della laguna: bestiario sonoro, Caorle 2009
Obiettivo del progetto è creare un bestiario sonoro digitale dei verbosauri che
abitano la laguna e il mare di Caorle, per preservarli dall'estinzione.
Il lavoro è svolto con 5 classi di prima elementare, anno 2009.
Il materiale finale è parte integrante del Festival fluSSidiverSi, Caorle 2009.
Autrice: Luisanna Fiorini, fiorluis[at]tin.it
Parole chiave: openness, creatività, macchine sonore, open source, poesia,
nonsense, onomatopee, immagini, calligrammi, senso, sensi.




          Si ringrazia Giulio Cappa per la sua voce, la recitazione e la registrazione delle poesie

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Verbosauri della laguna: bestiario sonoro. Tra portmanteau e nonsense , per la dimensione sonora della forma delle parole

  • 1. Verbosauri della laguna: bestiario sonoro Tra portmanteau e nonsense , per la dimensione sonora della forma delle parole A cura di Luisanna Fiorini Bothallchorac torschumminao undgansumumin arumdrumstrum truminahhumpt adumptadumpwa ultopfooloode ramanusturnup
  • 2. “I verbosauri sono animali quasi estinti. Hanno abitudini schive e spesso, anche se abitano vicino a noi, si celano dietro i forti rumori di fondo che inquinano i paesaggi sonori. Hanno la forma dei suoni e delle onomatopee. Possiamo vederli solo se riusciamo ad ascoltarli e riusciamo a sentire la loro voce solo se riusciamo a rappresentare il suo suono.” Luisanna Fiorini
  • 3. James Joyce ha creato mostruosi rumorosi verbosauri in Finnegan's Wake, romanzo del 1939 basato su una immaginaria lingua onirica. Ecco il verbosauro che nel romanzo rappresenta uno dei dieci assordanti rombi che costituiscono la colonna sonora della caduta iniziale: bababadalcaraghtakam minarronnkonnbronnto nnerronntuonnthuntro varrhounawnskawntooh oohoordenenthurnuk
  • 4. Se osserviamo il verbosauro attentamente, tra le zampe, le teste e le code, vediamo che è fatto di onomatopee e della parola TUONO in varie lingue: CARAGH: indostano TONNER: tedesco TUON(O): italiano THUN(DER):inglese TROVA(O): portoghese (T)ORDENEN: danese
  • 5. L'insieme risultante è una enorme parola portmanteau¹ ¹”Le parole-valigia o parole-baule sono tipiche delle fiabe di Carroll e sono formate da due parole unite in una il cui senso abbraccia ambedue i termini. Esempio: furious-fuming dà luogo a fruminous, oppure, nel caso più semplice comprensibile di due nomi, fra Guglielmo e Richielmo, avremo Richielmo, come ci informa direttamente Carroll nella Preface a The Hunting of the Snark.” L. Bidoli, Linguaggi a confronto: Alice tradotta da Artaud Breve excursus fra le ‘meraviglie’ dei linguaggi immaginari, Progetto Babele Dieci
  • 6. Il padrone delle parole: la scelta fonematica my name means the shape I am 2 my sound means the shape I am my shape means the name I am my name means the sound I am my shape means the sound I am 2Lewis Carroll, Alice’s Adventures in Wonderland and Through the Looking-Glass. And What Alice Found There, Penguin, London 1998. Le successive frasi sono parafrasi.
  • 7. Nonsense. Dal Burchiello al Jabberwocky mancato nesso causa effetto ● portmanteau ● neologismi ● inversioni ● imprecisioni ● simultaneità ● incongruenza ● arbitrarietà ● ripetizione senza fine ● negazione e clonazione ● 3 tautologia ● reduplicazione ● affermazione dell'ovvio ● precisione assurda ● 4 3Wim Tigges, An Anatomy of Literary Nonsense, Amsterdam 1988 4Michael Heyman, Introduzione a The Tenth Rasa, antologia di testi indiani, New Delhi 2007
  • 8. Domenico di Giovanni detto il Burchiello (Firenze, 1404-Roma, 1449) La Poesia combatte col Rasoio, E spesso hanno per me di gran quistioni; Ella dicendo a lui, per che cagioni Mi cavi il mio Burchiel dello Scrittoio? E lui ringhiera fa del colatoio, E va in bigoncia a dir le sue ragioni; E comincia: Io ti prego mi perdoni Donna, s’alquanto nel parlar ti noio. S’i’ non fuss’io, e l’acqua, e ‘l ranno caldo, Burchiel si rimarrebbe in sul colore D’un moccolin di cera di smeraldo: Ed ella a lui: Tu sei in grand’errore, D’un tal disio porta il suo petto caldo, Ch’egli non ha ‘n sì vil bassezza il cuore: Scarica e ascolta Ed io: Non più romore, Che non ci corra la secchia, e ‘l bacino; Ma chi meglio mi vuol, mi paghi il vino.
  • 9. Domenico di Giovanni detto il Burchiello (Firenze, 1404-Roma, 1449) Nominativi fritti, e Mappamondi, E l’Arca di Noè fra due colonne Cantavan tutti Chirieleisonne Per l’influenza de’ taglier mal tondi. La Luna mi dicea: che non rispondi? E io risposi; io temo di Giansonne, Però ch’i’ odo, che ‘l Diaquilonne È buona cosa a fare i capei biondi. Per questo le Testuggini, e i Tartufi M’hanno posto l’assedio alle calcagne, Dicendo, noi vogliam, che tu ti stufi. E questo fanno tutte le castagne, Pe i caldi d’oggi son sì grassi i gufi, Ch’ognun non vuol mostrar le sue magagne. Scarica e ascolta E vidi le lasagne Andare a Prato a vedere il Sudario, E ciascuna portava l’inventario.
  • 10. Jabberwocky Twas brillig, and the slithy toves Did gyre and gimble in the wabe; All mimsy were the borogoves, And the mome raths outgrabe. Beware the Jabberwock, my son! The jaws that bite, the claws that catch! Beware the Jubjub bird, and shun The frumious Bandersnatch! He took his vorpal sword in hand: Long time the manxome foe he sought So rested he by the Tumtum tree, And stood awhile in thought. Scarica e ascolta
  • 11. Jabberwocky And as in uffish thought he stood, The Jabberwock, with eyes of flame, Came whiffling through the tulgey wood, And burbled as it came! Scarica e ascolta
  • 12. Jabberwocky One, two! One, two! And through and through The vorpal blade went snicker-snack! He left it dead, and with its head He went galumphing back. And hast thou slain the Jabberwock? Come to my arms, my beamish boy! O frabjous day! Callooh! Callay! He chortled in his joy. Twas brillig, and the slithy toves Did gyre and gimble in the wabe; All mimsy were the borogoves, And the mome raths outgrabe. Scarica e ascolta
  • 13. Humpty Dumpty spiega ad Alice “Sembra bella,-essa disse, quando l'ebbe finita, -ma è piuttosto diffìcile a capire! (Come vedete, non confessava neanche a sè stessa che non poteva comprenderla.) Però mi pare che mi riempia la testa d'idee... Soltanto non so di che si tratti. Certo qualcuno uccise qualche cosa: comunque sia questo è chiarissimo...”5 Twas brillig, and the slithy toves Did gyre and gimble in the wabe; All mimsy were the borogoves, And the mome raths outgrabe. Brillig = le quattro di pomeriggio, deriva da bryl e broil e indica l'ora del giorno in cui si comincia a preparare la cena Slithy = combinazione di lithe (agile) e slimy (viscido) Tove = creatura fantastica, incrocio fra un tasso e un cavatappi Gyre = to gyre girare come un giroscopio Gimble = to gimble, dall'inglese gimlet che vuol dire succhiello, quot;fare buchi con un succhielloquot; Wabe = spiazzo erboso intorno ad una meridiana. Si chiama wabe poiché va quot;a long way before itquot;, quot;a long way behind itquot; e quot;a long way beyond itquot; (ovvero, va da molto prima (della meridiana) a quot;molto dietroquot; e quot;molto oltrequot; Mimsy = combinazione di flimsy (affranto) e miserable (miserabile) Borogove = uccello lungo e secco, con tante piume attaccate tutt'intorno, come uno spazzolone vivente Mome = contrazione di from home Rath = creatura fantastica simile ad un porcellino ver Outgrabe = to outgribe, è il verso di creature note come Rath. quot;Qualcosa di simile a un urlo ed un fischio, con una specie di starnuto in mezzo” 5 Charles Lutwidge Dodgson, alias Lewis Carrol, Through the Looking-Glass, and What Alice Found There, 1871. E-Book su LiberLiber Nel Paese dello specchio, Istituto Editoriale Italiano, Milano 1914. http://www.liberliber.it/biblioteca/d/dodgson/attraverso_lo_specchio/rtf/attrav_r.zip
  • 14. Jabberwocky “Jabberwocky”, il mostro che esce dalla foresta tenebrosa dello specchio, è un incrocio di “jab” colpire, “jabber” farfugliare, blaterare, parlare una lingua straniera e perciò incomprensibile, e “wock”, secondo una spiegazione ironica di Carroll, dall’anglosassone “wocer”, “wocor”, rampollo, frutto, ma certamente collegato anche all’omofono “walk”, camminare, per cui il mostro è la Parola che colpisce, l’urlo che cammina, il frutto della chiacchiera, la fiera che il traduttore deve domare. The Annotated Alice, a cura di M. Gardner, Harmondsworth, Middlesex, Penguin,1981, p. 195
  • 15. Tradurre il Jabberwocky Verbosauri, mostratevi!
  • 16. Il Ciarlestrone Era brillosto, e gli alacridi tossi succhiellavano scabbi nel pantúle: Méstili eran tutti i paparossi, Traduzione di Adriana Crespi e strombavan musando i tartarocchi. Scarica e ascolta «Attento al Ciarlestrone, figlio mio! Fauci che azzannano, fauci che ti artigliano, attento all'uccel Giuggio e attento ancora Al fumibondo chiappabana!» Afferò quello la sua vorpida lama a lungo il manson nemico cercò... Cosí sostò presso l'albero Touton e riflettendo alquanto dimorò. E mentre il bellico pensier si trattenea, il Ciarlestrone con occhiali brage venne sifflando nella fulgida selva, sbollentando nella sua avanzata. Un, due! Un, due! E dentro e dentro scattò saettante la vorpida lama! Ei lo lasciò cadavere, e col capo Se ne venne al ritorno galumpando. «E hai tu ucciso il Ciarlestrone? Fra le mie braccia, o raggioso fanciullo! O giorno fragoroso, Callò, Callài!» stripetò quello dalla gioia. Era brillosto, e gli alacridi tossi succhiellavano scabbi nel pantúle: Méstili eran tutti i paparossi, e strombavan musando i tartarocchi.
  • 17. Cenorava. E i visciattivi cavatalucerti l Mascellodonte Girillavano e sfrocchiavano nella serbaja; Mollicciattoli eran gli spennavoli Traduzione di Bruno Garofalo E gli smarruti verporcelli fistarnuiurlavano. Scarica e ascolta “Guardati dal mascellodonte, figlio mio! Le mascelle che mordono e le tenaglie che afferrano. Sii sospettoso del rapace malco ed evita Lo schiumarioso Bamariolo!” Egli prese la sua vorpale spada E a lungo cercò il suo feriale nemico. Così riposò presso a un ombroso sicumaro E lì stette in meditabondo pensiero. E mentre era afflitto da uffanti pensieri Il mascellodonte dagli occhi di fiamma Venne sguillando per il fitto bosco E barbagliò al suo cospetto! Uno, due, uno, due! E affondò La vorpale lama zucando e zacando Fino alla morte. Poi con la sua testa Galonfoppando ritornò. “Hai ucciso il mascellodonte? Vieni tra le mie braccia, mio radioso fanciullo O giorno fravoloso! Evviva evviva!” E cordeggiò un inno per la gioia. Cenorava. E i visciattivi cavatalucerti Girillavano e sfrocchiavano nella serbaja; Mollicciattoli eran gli spennavoli E gli smarruti verporcelli fistarnuiurlavano.
  • 18. Il Ciciarampa Era cerfuoso e i viviscidi tuoppi ghiarivan foracchiando nel pedano: stavano tutti mifri i vilosnuoppi Traduzione di Milli Graffi mentre squoltuian i momi radi invano. Scarica e ascolta Rifuggi il Ciciarampa, figliuol mio! Ganascia sgramia e artiglio scorticante! Sfuggi all'uccello Ciciacià, perdio, quel frumifero Crollabrandicante! La spada bigralace ei strinse in pugno: l'omincio drago cominciò a cercare ... Infin che stanco sotto il pin Tantugno fermossi un poco per poter posare. Mentre con irascibil mente ei stava, il Ciciarampa, come d'ira spinto, grugnendo sortì fuor della sua cava di schiuma e bava sbiascico e straminto. L'un colpo appresso all'altro si raddoppia: scric srac trinciava il bigralace brando! Lo lasciò morto e la sua testa moppia a casa riportava galonfando. «Il Ciciarampa! e lo uccidesti tu? Ti stringo al petto, mio solare figlio! O gioiglorioso giorno! Ippioh! Ippiuh!» ansante ei ridonchiava in suo giupiglio. Era cerfuoso e i viviscidi tuoppi ghiarivan foracchiando nel pedano: stavano tutti mifri i vilosnuoppi mentre squoltuian i momi radi invano.
  • 19. Il Ciarlottone Era cotiggio, e gli agilenti agretti Nell’unda trullavano e sghiellavano Tutti meschivi erano i preschietti Traduzione di Luca Tomasi E gli stalgici ranti sgruffiavano. Scarica e ascolta “Guardati dal Ciarlottone, o mio figliolo! I rapaci artigli, il morso che ti intacca! Guardati dall’uccello Bumbùm, e fuggi al volo Dal frumioso Coglistacca!” Lui prese in mano la gironda spada: E cercò a lungo il suo rival nefiero — Si riposò così presso l’albero Dadada E se ne stette un po’ soprappensiero. E mentre stava arciglioso pensando, Il Ciarlottone, con occhi di fuoco, Dal bosco frando giunse sbuffando, E nel procedere farfugliava un poco! No, pì! No, pì! Di qui fin lì, Fece zic zac il suo girondo brando Lo lasciò ucciso, e col capo reciso Se ne tornò indietro galonfando. “E tu hai stroncato il Ciarlottone? O raggioso ragazzo, su, vieni qua! Giorno tripudico! Chiamin! Chiamone! Sfrugugliò dalla felicità. Era cotiggio, e gli agilenti agretti Nell’unda trullavano e sghiellavano Tutti meschivi erano i preschietti E gli stalgici ranti sgruffiavano.
  • 20. Il Giabbodonte Era brilligo, e gli unsci tovi sobbellavano e ballolavano nel vantòle: eran birbizzi i borogovi, e i farlocchi musando strallavano. Scarica e ascolta «Attento al Giabbodonte, figlio mio! Fauci che azzannano, fauci che afferrano, attento all'uccello GinGin e attento ancora Al frumoso Acchiappabanda!» Afferò quello la sua vorpida lama a lungo il manson nemico cercò... Cosí sostò presso l'albero Tonton e riflettendo alquanto dimorò. E mentre il bellico pensier si soffermava, il Giabbodonte con occhi di bragia venne sciufflando nella fulgida selva, sbollentando nell'avanzare. Un, due! Un, due! E dentro e dentro scattò saettante la vorpida lama! Ei lo lasciò cadavere, e col capo Se ne venne al ritorno gallumpando. «E hai tu ucciso il Giabbodonte? Fra le mie braccia, o radioso fanciullo! O giorno fragoroso, Callò, Callài!» strimpellò quello dalla gioia. Era brilligo, e gli unsci tovi sobbellavano e ballolavano nel vantòle: eran birbizzi i borogovi, e i farlocchi musando strallavano.
  • 21. Fonti, riferimenti, approfondimenti Puoi trovare sul web Il sonetto burchiellesco: parodia o nonsense? http://www.treccani.it/Portale/sito/lingua_italiana/speciali/nonsensi/5.html Poesia Nonsense http://it.wikipedia.org/wiki/Nonsense Opera completa di Lewis Carrol in lingua originale, formato PDF http://www.gasl.org/refbib/Carroll__Works.pdf Raffaele Nigro - Burchiello e la poesia burlesca tra Quattro e Cinquecento http://www.disp.let.uniroma1.it/fileservices/files/nigro.pdf Michelangelo Zaccarello (a cura di) I sonetti del Burchiello, ed. critica della vulgata quattrocentesca http://www.letteraturaitaliana.net/pdf/Volume_3/t52.pdf Charles Lutwidge Dodgson, alias Lewis Carrol, Through the Looking-Glass, and What Alice Found There, 1871. E-Book su LiberLiber Nel Paese dello specchio, Istituto Editoriale Italiano, Milano 1914. http://www.liberliber.it/biblioteca/d/dodgson/attraverso_lo_specchio/rtf/attrav_r.zip Alcune citazioni sono tratte da Wim Tigges, An Anatomy of Literary Nonsense, Amsterdam 1988 Michael Heyman, Introduzione a The Tenth Rasa, antologia di testi indiani, New Delhi 2007 Le immagini originali puoi trovarle su Sfondo pagina 1 http://hjs.ff.cuni.cz/images/index.jpg Sfondo pagina 2 http://www.artshole.co.uk/arts/artists/Emily%20Twomey/jabberwocky1.jpg Immagine pagina 4 http://www.williammichaelian.com/favoritebooks/finnegans_wake.html Immagine pagina 5 http://goodiesfirst.typepad.com/photos/uncategorized/portmanteau.jpg Immagine pagina 7 http://www.jimjamitis.com/images/Jabberwocky2.gif Immagine pagina 8 http://www.liberliber.it/biblioteca/b/burchiello/immagini/ritratto.jpg Immagine pagina 9 http://www.leg.it/img/ant/pn/vol45.jpg Immagini pagina 10, 11, 12 http://www.bryan-talbot.com Immagine pagina 13 Illustrazione originale di John Tenniel in The complete works of Lewis Carrol Immagine pagina 15 http://www.artshole.co.uk/arts/artists/jon%20bull/jabberwocky.jpg Immagine pagina 16 http://www.gabryella.net/images/carrol.gif Immagine pagina 17 http://www.razzamatazproductions.com/i/jabberwocky2.jpg Immagine pagina 18 http://mail.avon.k12.ct.us/~aniedbala/00039ED8-0118C728.0/mathews-jabberwocky.jpg Immagine pagina 19 http://api.ning.com/files/J1ucgaEkUC*ZKwJhNgGX7*z0TzZTr9yXq8IXsJ9tYGY_/jabberwocky.jp Immagine pagina 20 http://www.davidwenzel.com/images/childrens/childrensart/Jabberwocky-1.jpg
  • 22. Informazioni Questo materiale è propedeutico al percorso di creatività Verbosauri della laguna: bestiario sonoro, Caorle 2009 Obiettivo del progetto è creare un bestiario sonoro digitale dei verbosauri che abitano la laguna e il mare di Caorle, per preservarli dall'estinzione. Il lavoro è svolto con 5 classi di prima elementare, anno 2009. Il materiale finale è parte integrante del Festival fluSSidiverSi, Caorle 2009. Autrice: Luisanna Fiorini, fiorluis[at]tin.it Parole chiave: openness, creatività, macchine sonore, open source, poesia, nonsense, onomatopee, immagini, calligrammi, senso, sensi. Si ringrazia Giulio Cappa per la sua voce, la recitazione e la registrazione delle poesie Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 2.5 Italia