SlideShare uma empresa Scribd logo
1 de 14
Baixar para ler offline
Daniel Quinn

Scolarizzazione: le motivazioni
           nascoste
                Traduzione di Dr-Jackal (nrt_ita@libero.it)
                   Originale tratto da: www.ishmael.org
    Le altre opere di Daniel Quinn sono disponibili in italiano nel sito:
                  NuovaRivoluzioneTribale.uphero.com


   Discorso che Quinn ha tenuto a una conferenza sulla
descolarizzazione e sull'educazione a casa del 2000.


   Sospetto che non tutti in questa sala sappiano chi sono o perché
sono stato invitato a parlarvi oggi. Dopo tutto, non ho mai scritto
un libro o anche solo un articolo sull'educazione a casa o sulla
descolarizzazione. Sono stato chiamato in molti modi: un
futurista, un filosofo planetario, un antropologo da Marte.
Recentemente sono stato presentato a un pubblico come un critico
culturale, e penso che questa sia probabilmente la definizione
migliore. Come vedrete, nel mio discorso di oggi cercherò di
posizionare la scolarizzazione e la descolarizzazione nel più ampio
contesto della nostra storia culturale e di quella della nostra specie.
   Per quelli di voi che non hanno familiarità con il mio lavoro,
dovrei cominciare con lo spiegare cosa intendo con "la nostra
cultura". Anziché appesantirvi con una definizione, vi darò un
semplice test che potete usare ovunque andiate nel mondo. Se il
cibo in quella parte del mondo è sotto chiave, e la gente che vive lì
deve lavorare per ottenerlo, allora siete tra persone della nostra
cultura. Se mai vi capiterà di visitare una giungla in Brasile o in
Nuova Guinea, comunque, scoprirete che il cibo non è sotto
chiave. E' semplicemente lì fuori, liberamente consumabile, e
chiunque ne voglia un po' può andare e prenderselo. I popoli che
vivono in queste aree, spesso chiamati aborigeni, popoli dell'età
della pietra o popoli tribali, chiaramente appartengono a una
cultura radicalmente diversa dalla nostra.
   Ho cominciato a focalizzarmi sulle peculiarità della nostra
cultura nei primi anni Sessanta, quando andai a lavorare per ciò
che all'epoca era una pubblicazione all'avanguardia di materiali
educativi, la Science Research Associates. Ero a metà dei miei
vent'anni e acculturato quanto qualunque senatore, autista di
autobus, stella del cinema o medico. Le mie convinzioni
sull'universo e sul posto dell'umanità in esso erano solide come la
roccia e del tutto convenzionali.
   Ma erano tempi stressanti in cui vivere, in alcuni modi perfino
più stressanti di oggi. Molte persone oggi realizzano che la vita
umana potrebbe essere in pericolo, ma questo pericolo esiste in un
qualche vagamente definito futuro, venti o cinquanta o cento anni
da ora. Ma nei giorni più freddi della Guerra Fredda, tutti
vivevano con la consapevolezza che un olocausto nucleare
avrebbe potuto avvenire letteralmente ogni secondo, senza
preavviso. Era letteralmente a un pulsante di distanza.
   La vita umana non verrebbe completamente spazzata via in un
olocausto simile. In un certo senso, sarebbe anche peggio di così.
In poche ore, verremmo scagliati indietro non solo all'Età della
Pietra ma a uno stato di quasi totale impotenza. Nell'Età della
Pietra, dopo tutto, le persone vivevano perfettamente senza
supermercati, centri commerciali, negozi di elettronica e tutti gli
elaborati sistemi che mantengono questi posti forniti di tutte le
cose di cui necessitiamo. Nel giro di ore, le nostre città verrebbero
disintegrate da caos e anarchia, e le cose necessarie alla nostra
sopravvivenza sparirebbero dagli scaffali dei negozi per non
venire mai più rimpiazzate. Nel giro di giorni, la fame sarebbe una
cosa diffusa.
Capacità che vengono date per scontate dai popoli dell'Età
della Pietra sarebbero sconosciute ai sopravvissuti - la capacità di
distinguere tra cibi commestibili e non, la capacità di seguire,
uccidere, scuoiare e preservare selvaggina, e soprattutto la
capacità di fabbricare utensili dai materiali disponibili. Quanti di
voi sanno come conciare una pelle? Come fabbricare una fune dal
niente? Come scolpire un utensile di pietra? Tantomeno come
ottenere metallo da minerali grezzi. Capacità comuni del
paleolitico, sviluppate in migliaia di anni, sarebbero arti perdute.
   Tutto questo era tranquillamente riconosciuto da tutti coloro
che non dubitavano per un istante che stessimo vivendo come gli
umani erano destinati a vivere dall'inizio dei tempi, che non
dubitavano per un istante che le cose che i nostri figli stavano
imparando a scuola fossero le cose che i nostri figli dovrebbero
imparare.
   Ero stato assunto alla SRA per lavorare su un importante nuovo
programma di matematica che era stato in via di sviluppo per
molti anni a Cleveland. Durante il mio primo anno, avremmo
pubblicato i programmi dell'asilo e del primo anno delle
elementari. Nel secondo anno, avremmo pubblicato il programma
della seconda elementare, nel terzo anno, il programma della terza
elementare, e così via. Lavorando sui programmi per l'asilo e per
la prima elementare, mi accorsi di qualcosa che mi sembrò
davvero notevole. In quelle classi, i bambini passano la maggior
parte del tempo a imparare cose che nessuno che cresca nella
nostra cultura potrebbe mai evitare di imparare. Per esempio,
imparano i nomi dei colori primari. Caspita, immaginate di essere
assenti il giorno in cui spiegano il blu. Passereste il resto della vita
a chiedervi di che colore sia il cielo. Imparano a leggere l'ora, a
contare, ad addizionare e sottrarre, come se chiunque potesse
evitare di imparare queste cose nella nostra cultura. E
naturalmente imparano le basi della lettura. A questo riguardo,
suggerisco un esperimento. Due classi di 30 bambini, a tutti viene
insegnato nello stesso modo con gli stessi libri di testo, ma a una
classe non viene insegnato come leggere e all'altra invece viene
insegnato nel solito modo. Chiamatela la Congettura Quinn:
entrambe le classi leggeranno nello stesso modo alla fine dei
dodici anni di scuola. Mi sento sicuro nel fare questa congettura
perché alla fine i bambini imparano a leggere nello stesso modo in
cui imparano a parlare: frequentando persone che leggono e
volendo saper fare anche loro ciò che fanno queste persone.
   A quell'epoca mi venne in mente di fare questa domanda:
anziché passare due o tre anni a insegnare ai bambini cose che
imparerebbero comunque inevitabilmente, perché non insegnare
loro cose che altrimenti non imparerebbero e che potrebbero
divertirsi a imparare a quell'età? Come navigare usando le stelle,
per esempio. Come tingere una pelle. Come distinguere tra cibi
commestibili e non. Come costruire un rifugio dal niente. Come
fabbricare utensili dal niente. Come costruire una canoa. Come
seguire le tracce degli animali - tutte le capacità dimenticate ma
ancora di valore su cui è stata costruita la nostra civiltà.
    Naturalmente non avevo bisogno di esprimere quest'idea per
sapere come sarebbe stata ricevuta. Essendo completamente
acculturato, potevo spiegare da solo perché era assurda. Il modo in
cui viviamo è il modo in cui gli umani erano destinati a vivere
dall'inizio dei tempi, e i nostri figli stavano venendo preparati a
entrare in quella vita. Quelli che erano esistiti prima di noi erano
selvaggi, poco più che animali. Quelli che continuano a vivere
come vivevano i nostri antenati sono selvaggi, poco più che
animali. Il mondo sta meglio senza di loro, e noi stiamo meglio
senza neanche le vestigia del loro modo di vivere, incluse le loro
ridicolmente primitive capacità.
   I nostri figli a scuola stavano venendo preparati a entrare a far
parte dell'unica vita pienamente umana che fosse mai esistita su
questo pianeta. Le capacità che stavano acquisendo a
scuola avrebbero dato loro non solo successo ma una profonda
soddisfazione personale in ogni ambito. Cosa importava se non
avrebbero mai fatto altro che un soporifero lavoro in fabbrica?
Potevano fare l'analisi grammaticale di una frase! Potevano
spiegarti la differenza tra un sonetto petrarchiano e uno
shakespeariano! Potevano estrarre una radice quadrata! Potevano
mostrarti perché il quadrato dei due lati di un triangolo è pari al
quadrato costruito sull'ipotenusa! Potevano analizzare un poema!
Potevano spiegare come una legge viene approvata al Congresso!
Potevano rintracciare le cause economiche della Guerra Civile.
Avevano letto Melville e Shakespeare, quindi perché non far loro
leggere anche Dostoevskij e Racine, Joyce e Beckett, Faulkner e
O'Neill? Ma soprattutto, naturalmente, l'educazione pubblica -
dall'asilo alle superiori - preparava i bambini a essere partecipanti
perfettamente funzionali in questa nostra grande civiltà. Il giorno
dopo la cerimonia di diploma, erano pronti ad avanzare con
sicurezza verso qualunque obiettivo volessero stabilire per se
stessi.
    Naturalmente, allora come adesso, tutti sapevano che
l'educazione pubblica non stava facendo niente del genere. Si
percepiva - allora come oggi - che ci fosse qualcosa di
stranamente sbagliato nelle scuole. Stavano fallendo - e fallendo
miseramente - nel rispettare queste allettanti promesse. Ah, be', gli
insegnanti non stavano venendo pagati abbastanza, quindi cosa ci
si poteva aspettare? Aumentammo il salario dei docenti - ancora e
ancora e ancora - ma le scuole continuavano a fallire. Be', cosa ci
si poteva aspettare? Le scuole erano praticamente decrepite, buie e
deprimenti. Costruimmo nuove scuole - decine di migliaia,
centinaia di migliaia - ma continuarono a fallire. Be', cosa ci si
poteva aspettare? I programmi erano antiquati e irrilevanti. Li
modernizzammo, facemmo di tutto per renderli rilevanti - e
comunque le scuole continuarono a fallire. Ogni settimana - allora
come oggi - si poteva leggere di qualche nuova brillante idea che
avrebbe sicuramente "aggiustato" qualunque cosa le nostre scuole
avessero di sbagliato: le classi aperte, l'insegnamento di gruppo, il
ritorno ai fondamentali, più compiti, meno compiti, niente compiti
- non potrei neanche cominciare a elencarle tutte. Centinaia di
queste brillanti idee vennero messe alla prova - migliaia di loro - e
le scuole continuarono lo stesso a fallire.
   All'interno della nostra matrice culturale, ogni mezzo di
informazione ci dice che le scuole esistono per preparare i bambini
a una vita di successo e soddisfazioni nella nostra civiltà (e quindi
stanno fallendo). Questo è fuor di discussione, fuor di dubbio. In
Ishmael ho detto che la voce di Madre Cultura ci parla da ogni
giornale e articolo di giornale, ogni film, ogni sermone, ogni libro,
ogni genitore, ogni insegnante, ogni amministratore scolastico, e
ciò che ha da dire sulle scuole è che esistono per preparare i
bambini a una vita di successo e soddisfazioni nella nostra civiltà
(e quindi stanno fallendo). Una volta che usciamo dalla nostra
matrice culturale, questa voce non ci riempie più le orecchie e
siamo liberi di fare delle domande nuove. Supponiamo che le
scuole non stiano fallendo. Supponiamo che stiano facendo
esattamente ciò che vogliamo davvero che facciano - ma che non
vogliamo analizzare e riconoscere?
    Di sicuro le scuole fanno un pessimo lavoro nel preparare i
bambini a una vita di successo e soddisfazioni nella nostra civiltà,
ma quali cose fanno eccezionalmente bene? Be', per cominciare,
fanno un lavoro superbo nel tenere i giovani fuori dal mercato del
lavoro. Anziché cominciare a guadagnare a dodici o quattordici
anni, rimangono solo consumatori - e consumano miliardi di
dollari di prodotti, usando i soldi che guadagnano i loro genitori.
Immaginate cosa accadrebbe alla nostra economia se da un giorno
all'altro le scuole superiori chiudessero. Invece di avere cinquanta
milioni di consumatori attivi, all'improvviso avremmo cinquanta
milioni di giovani disoccupati. Sarebbe una catastrofe economica.
   Naturalmente, la situazione era molto diversa duecento anni fa,
quando eravamo ancora una società prevalentemente agraria. Ci si
aspettava e si aveva bisogno che i giovani diventassero lavoratori
all'età di dieci, undici e dodici anni. Per la massa, un'educazione di
quattro, cinque o sei anni veniva ritenuta perfettamente adeguata.
Ma man mano che il carattere della nostra società cambiò, sempre
meno giovani erano necessari per lavorare nelle fattorie, e
l'approvazione di leggi contro il lavoro minorile in breve rese
impossibile far lavorare ragazzi di dieci, undici o dodici anni nelle
fabbriche. Era necessario tenerli fuori dalla strada - e quale posto
migliore delle scuole? Naturalmente, doveva essere inserito nuovo
materiale nei programmi per riempire il tempo. Non importava
molto quale fosse. Facciamogli memorizzare le capitali di ogni
stato. Facciamogli memorizzare i principali prodotti di ogni stato.
Facciamogli imparare i passi che una legge segue per venire
approvata dal Congresso. Nessuno si chiese o si preoccupò se
queste fossero cose che i bambini volevano sapere o avevano
bisogno di sapere - o che avrebbero mai avuto bisogno di sapere.
Nessuno si chiese o si preoccupò di scoprire se il materiale che
veniva aggiunto ai programmi veniva imparato e ricordato. Gli
educatori non volevano saperlo e, davvero, che differenza avrebbe
potuto fare? Non importava che una volta imparate quelle cose
venissero immediatamente dimenticate. Riempiva del tempo. La
legge decretava che un'educazione di otto anni era essenziale per
ogni cittadino, e quindi gli stesori di programmi fornirono il
materiale necessario a un'educazione di otto anni.
   Durante la Grande Depressione divenne urgentemente
importante tenere i giovani fuori dal mercato del lavoro il più a
lungo possibile, e quindi si diffuse la convinzione che
un'educazione di dodici anni fosse essenziale per ogni cittadino.
Come prima, non importava molto che cosa veniva aggiunto per
riempire il tempo, finché si trattava di materiale marginalmente
plausibile. Facciamogli imparare come analizzare un poema,
anche se non ne leggeranno mai un altro in tutta la loro vita adulta.
Facciamogli leggere un grande romanzo classico, anche se non ne
leggeranno mai un altro in tutta la loro vita adulta. Facciamogli
studiare la storia mondiale, anche se tutto gli entra da un orecchio
e gli esce dall'altro. Facciamogli studiare geometria euclidea,
anche se due anni dopo non saranno in grado di dimostrare un
teorema neanche se ne andasse della loro vita. Tutte queste cose e
molte, molte altre venivano naturalmente giustificate sulla base
che avrebbero contribuito al successo e alle ricche soddisfazioni
che questi bambini avrebbero sperimentato nell'età adulta. A parte
il fatto, naturalmente, che non lo facevano. Ma nessuno voleva
indagare su questo. Nessuno si sarebbe sognato di mettere alla
prova i giovani cinque anni dopo il diploma per scoprire quanto
ancora si ricordassero. Nessuno si sarebbe sognato di chiedere loro
quanto gli era stato utile o quanto aveva contribuito al loro
successo e alla loro realizzazione in quanto umani. Che senso
avrebbe avuto chiedere a loro di valutare la propria educazione?
Che cosa ne sapevano loro, dopotutto? Erano solo diplomati delle
superiori, non educatori professionisti.
    Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, nessuno sapeva
quale sarebbe stato il nostro futuro economico. Con la scomparsa
delle industrie belliche, la nazione sarebbe forse precipitata di
nuovo nella depressione precedente alla guerra? Si cominciò a
credere che l'educazione pubblica avrebbe dovuto comprendere
anche quattro anni di college. Tutti dovrebbero andare al college.
Man mano che l'economia continuava a crescere, comunque,
questa ingiunzione cominciò a venire ammorbidita. Quattro anni
di college sarebbero stati sicuramente un bene, ma non erano parte
dell'educazione pubblica, che alla fine rimaneva di dodici anni.
    Fu negli anni positivi successivi alla guerra, quando spesso
c'erano più lavori che lavoratori, che le nostre scuole
cominciarono a venire ritenute fallimentari. Con la domanda di
lavoratori, fu ovvio che i ragazzi stavano uscendo dalla scuola
senza sapere molto di più dei diplomati delle scuole elementari di
un secolo prima. Avevano "attraversato" tutto il materiale che era
stato aggiunto per riempire il tempo - avevano analizzato poesie e
frasi, dimostrato teoremi, trovato la x, macinato migliaia di pagine
di storia e letteratura, scritto cumuli di temi, ma non avevano
conservato quasi nulla di tutto questo - e quanto gli sarebbe stato
utile se l'avessero fatto? Da un punto di vista occupazionale, questi
diplomati delle superiori erano a malapena assumibili.
    Ma naturalmente per allora i programmi avevano ottenuto lo
status di sacra scrittura, ed era troppo tardi per riconoscere che non
erano mai stati progettati in modo da essere utili. La risposta
dell'educatore alla comunità del lavoro era: "Dobbiamo solo dare
ai ragazzi di più delle stesse cose - più poemi e frasi da analizzare,
più teoremi da dimostrare, più equazioni da risolvere, più pagine
di storia e letteratura da leggere, più temi da scrivere, e così via."
Nessuno era disposto ad ammettere che i programmi erano stati
scritti per tenere i giovani fuori dal mercato del lavoro - e che in
quell'aspetto avevano fatto un lavoro dannatamente buono.
    Ma tenere i giovani fuori dal mercato del lavoro è solo metà di
ciò che le scuole fanno superbamente bene. All'età di tredici o
quattordici anni, i bambini nelle società aborigene - società tribali
- hanno completato ciò che noi, dal nostro punto di vista,
chiameremmo la loro "educazione". Sono pronti a "diplomarsi" e
diventare adulti. In queste società, questo significa che le loro
capacità di sopravvivenza sono pari al 100%. Tutti i membri più
anziani potrebbero scomparire da un giorno all'altro e non ci
sarebbero caos, anarchia e carestia tra questi nuovi adulti.
Sarebbero in grado di continuare a vivere senza problemi. Nessuna
delle abilità e delle tecnologie dei loro genitori andrebbe perduta.
Se volessero, potrebbero vivere indipendentemente dalla struttura
tribale in cui sono cresciuti.
   Ma l'ultima cosa che vogliamo che i nostri figli siano in grado
di fare è vivere indipendentemente dalla nostra società. Non
vogliamo che i nostri diplomati abbiano capacità di sopravvivenza
pari al 100%, perché questo li renderebbe liberi di uscire dal
nostro accuratamente costruito sistema economico e fare quello
che vogliono. Non vogliamo che facciano quello che vogliono,
vogliamo che abbiano esattamente due scelte (a meno che non
siano tanto ricchi da poter vivere di rendita). O si trovano un
lavoro o vanno all'università. Entrambe le scelte vanno bene,
perché abbiamo bisogno di una fornitura costante sia di lavoratori
per i livelli più bassi che di medici, avvocati, fisici, matematici,
psicologi, geologi, biologi, insegnanti e così via. L'educazione
pubblica ottiene questo risultato senza fallire quasi mai. Il
novantanove virgola nove percento dei nostri diplomati sceglie
una di queste due opzioni.
   E dovrebbe essere notato che i nostri diplomati della scuola
superiore sono lavoratori addetti ai livelli più bassi. Noi vogliamo
che debbano cominciare dal gradino più basso della scala. Che
senso avrebbe dare loro capacità che li renderebbero in grado di
cominciare dal secondo o dal terzo gradino? Quelli sono i gradini
a cui mirano i loro fratelli e le loro sorelle più grandi. E se i
diplomati di quest'anno svolgessero quei lavori, chi svolgerebbe
quelli sul fondo? Le persone che devono assumere lavoratori si
lamentano costantemente che i diplomati non sanno assolutamente
niente, non hanno virtualmente alcuna capacità utile. Ma come
potrebbe essere altrimenti?
    Quindi vedete bene che le nostre scuole non stanno fallendo,
stanno solo avendo successo in modi che preferiamo non vedere.
Sfornare diplomati senza alcuna abilità, nessuna capacità di
sopravvivenza e nessuna scelta tranne lavorare o morire di fame
non è un difetto del sistema, è un suo pregio. E' una cosa che il
sistema deve fare per fare in modo che le cose continuino ad
andare come sempre.
   Il bisogno della scolarizzazione è sostenuto da due frammenti
di mitologia culturale molto ben radicati. Il primo e più pericoloso
è quello secondo cui i bambini non impareranno a meno che non
siano costretti - a scuola. E' parte della mitologia dell'infanzia che
i bambini odiano imparare e lo eviteranno a qualunque costo.
Naturalmente, chiunque abbia avuto un figlio sa che bugia assurda
sia questa. Dalla prima infanzia in poi, i bambini sono gli studenti
più fantastici del mondo. Se crescono in una famiglia in cui
vengono parlate quattro lingue, parleranno quattro lingue per
quando avranno tre o quattro anni - senza un solo giorno di
scolarizzazione, solo stando intorno ai membri della loro famiglia,
perché vogliono dispera- tamente essere in grado di fare le cose
che fanno loro. Chiunque abbia avuto un figlio sa che sono
incessantemente curiosi. Non appena sono in grado di fare
domande cominciano a farle senza sosta, spesso estenuando i loro
genitori. La loro curiosità si estende a qualunque cosa possano
raggiungere, il che è il motivo per cui ogni genitore impara molto
presto a mettere qualunque cosa fragile, pericolosa o intoccabile in
alto - e se possibile sotto chiave. Conosciamo tutti la verità insita
nella battuta sulle chiusure a prova di bambino: che solo i bambini
riescono ad aprirle.
    Le persone che immaginano che i bambini odino imparare non
hanno la minima conoscenza di come la cultura umana si è
sviluppata. La cultura non è altro che il complesso dei
comportamenti e delle informazioni apprese che viene trasmesso
da una generazione all'altra. Il desiderio di mangiare non è
trasmesso dalla cultura, ma la conoscenza di come i cibi
commestibili si possono trovare, raccogliere e processare lo è.
Prima dell'invenzione della scrittura, qualunque cosa non venisse
trasmessa da una generazione all'altra andava semplicemente
perduta, non importa di cosa si trattasse - una tecnica, una
canzone, un avvenimento. Tra i popoli aborigeni - quelli che non
abbiamo distrutto - la trasmissione tra generazioni è notevolmente
completa, ma naturalmente non completa al 100%. Ci saranno
sempre dettagli ininfluenti di storie personali che la generazione
più anziana si porta nella tomba. Ma il materiale essenziale non va
mai perduto.
  Questo avviene perché il desiderio di imparare è innato nei
bambini umani come il desiderio di riprodursi è innato negli
adulti. E' genetico. Se è mai esistita una stirpe di umani i cui figli
non erano portati ad apprendere, è sparita da molto tempo, perché
quegli umani non avrebbero potuto essere dei portatori di cultura.
   I bambini non devono essere motivati a imparare tutto ciò che
possono sul mondo in cui vivono, sono ossessionati dal farlo.
Dall'inizio della pubertà, i bambini nelle società aborigene hanno
invariabilmente imparato tutto ciò di cui avevano bisogno per
funzionare come adulti.
   Pensatela in questo modo. In termini molto generali, l'orologio
biologico umano è programmato in modo da avere due allarmi.
Quando scatta il primo, alla nascita, l'orologio squilla impara,
impara, impara, impara, impara. Quando scatta il secondo, al
sopraggiungere della pubertà, l'orologio squilla accoppiati,
accoppiati, accoppiati, accoppiati, accoppiati. Il motivetto che
dice impara, impara, impara non scompare mai del tutto, ma
diventa relativamente flebile con la pubertà. A quel punto, i
bambini cessano di voler seguire i propri genitori nella danza
dell'apprendimento. Invece, vogliono seguirsi l'un l'altro nella
danza dell'accoppiamento.
   Noi, naturalmente, in virtù della nostra superiore saggezza
abbiamo decretato che l'orologio biologico regolato dai nostri geni
debba essere ignorato.
   Ciò che convince la maggior parte delle persone della necessità
della scolarizzazione è il fatto che i bambini non scolarizzati
imparano quello che vogliono quando vogliono. Questo è
intollerabile per loro, perché sono convinti che i bambini non
vogliano imparare nulla - e indicano i bambini scolarizzati per
dimostrarlo. Quello che non riescono a capire è che la curva di
apprendimento dei bambini non ancora andati a scuola si impenna
come una montagna - ma si abbassa rapidamente quando entrano a
scuola. Arrivati al terzo o quarto anno, è completamente piatta per
la maggior parte dei bambini. Imparare, almeno in quel modo, è
diventato una cosa noiosa e dolorosa che adorerebbero poter
evitare, se potessero. Ma c'è un altro motivo per cui le persone
aborrono l'idea di bambini che imparino quello che vogliono
quando vogliono. Non impareranno tutti le stesse cose! Alcuni di
loro non impareranno mai ad analizzare un poema! Alcuni di loro
non impareranno mai ad analizzare una frase o a scrivere un tema!
Alcuni di loro non leggeranno mai il Giulio Cesare! Alcuni non
impareranno mai la geometria! Alcuni non sezioneranno mai una
rana! Alcuni non impareranno mai come una legge viene
approvata dal Congresso! Be', naturalmente questo è troppo
orribile da immaginare. Non importa che il 90% di questi studenti
non leggerà mai più un altro poema o un'altra opera
shakespeariana in vita loro. Non importa che il 90% di loro non
avrà mai occasione di analizzare un'altra frase o di scrivere un
altro tema in vita loro. Non importa che il 90% non conservi
alcuna conoscenza funzionale della geometria o dell'algebra che
hanno studiato. Non importa che il 90% di loro non avrà mai alcun
utilizzo per la conoscenza che si suppone abbiano ottenuto dal
sezionare una rana. Non importa che il 90% di loro si
diplomeranno senza avere la minima idea di come una legge viene
approvata dal Congresso. Tutto ciò che importa è che l'hanno
studiato!
    La gente che è orripilata dall'idea che i bambini imparino
quello che vogliono quando vogliono non ha accettato il basilare
fatto psicologico che le persone (tutte le persone, di qualunque
età) ricordano le cose che sono importanti per loro - le cose che
hanno bisogno di conoscere - e dimenticano il resto. Io sono una
prova vivente di questo. Ho frequentato una delle scuole
preparatorie migliori della nazione e mi sono diplomato quarto
della mia classe, e dubito molto che ora potrei strappare la
sufficienza in più di due o tre delle dozzine di corsi che ho
frequentato. Ho studiato greco classico per due anni buoni, e ora
non saprei leggere a voce alta una sola frase.
L'obiezione finale che la gente porta a sostegno dell'idea che i
bambini abbiano bisogno di tutta la scolarizzazione che possiamo
dar loro è che ci sono molte più cose da imparare oggi di quante
ce ne fossero in epoca preistorica o perfino un secolo fa. Be',
naturalmente ci sono molte più cose che possono venire apprese,
ma sappiamo tutti perfettamente che non vengono insegnate
dall'asilo alle superiori. Oggi esistono interi nuovi campi dello
scibile umano - cose di cui nessuno aveva mai sentito parlare un
secolo fa: astrofisica, biochimica, paleobiologia, aeronautica,
fisica delle particelle, etologia, citopatologia, neurofisiologia -
potrei continuare a elencarle per ore. Ma sono queste le cose con
cui abbiamo riempito i programmi degli anni scolastici dall'asilo
alle superiori perché tutti hanno bisogno di saperle? Certo che no.
L'idea è assurda. L'idea che i bambini abbiano bisogno di venire
scolarizzati per tanto tempo perché c'è moltissimo che può venire
appreso è assurda. Se l'educazione pubblica venisse estesa per
comprendere tutto ciò che può teoricamente venire appreso, non
comprenderebbe dodici anni ma dodicimila, e nessuno riuscirebbe
a diplomarsi nel corso di una vita.
    So naturalmente che nessuno in questa sala dev'essere convinto
delle virtù dell'educazione a casa o della descolarizzazione. Spero,
comunque, di essere riuscito a fornirvi delle fondamenta storiche,
filosofiche, antropologiche e biologiche a sostegno della vostra
convinzione che la scuola in realtà non sia come viene dipinta.

                                                            Daniel Quinn.




               Traduzione di Dr-Jackal (nrt_ita@libero.it)
                  Originale tratto da: www.ishmael.org
   Le altre opere di Daniel Quinn sono disponibili in italiano nel sito:
                 NuovaRivoluzioneTribale.uphero.com

Mais conteúdo relacionado

Último

Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptxNicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
lorenzodemidio01
 
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
giorgiadeascaniis59
 
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptxScienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
lorenzodemidio01
 

Último (16)

discorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptxdiscorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
 
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptxdescrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
 
LE ALGHE.pptx ..........................
LE ALGHE.pptx ..........................LE ALGHE.pptx ..........................
LE ALGHE.pptx ..........................
 
Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opere
Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opereUna breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opere
Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opere
 
Scrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibileScrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibile
 
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptxNicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
 
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione CivicaPresentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
 
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
 
Quadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceoQuadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceo
 
Oppressi_oppressori.pptx................
Oppressi_oppressori.pptx................Oppressi_oppressori.pptx................
Oppressi_oppressori.pptx................
 
Aristotele, vita e opere e fisica...pptx
Aristotele, vita e opere e fisica...pptxAristotele, vita e opere e fisica...pptx
Aristotele, vita e opere e fisica...pptx
 
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptxDescrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
 
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptxScienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
 
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptxProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
 
Vuoi girare il mondo? educazione civica.
Vuoi girare il mondo? educazione civica.Vuoi girare il mondo? educazione civica.
Vuoi girare il mondo? educazione civica.
 
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptx
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptxTosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptx
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptx
 

Destaque

How Race, Age and Gender Shape Attitudes Towards Mental Health
How Race, Age and Gender Shape Attitudes Towards Mental HealthHow Race, Age and Gender Shape Attitudes Towards Mental Health
How Race, Age and Gender Shape Attitudes Towards Mental Health
ThinkNow
 
Social Media Marketing Trends 2024 // The Global Indie Insights
Social Media Marketing Trends 2024 // The Global Indie InsightsSocial Media Marketing Trends 2024 // The Global Indie Insights
Social Media Marketing Trends 2024 // The Global Indie Insights
Kurio // The Social Media Age(ncy)
 

Destaque (20)

2024 State of Marketing Report – by Hubspot
2024 State of Marketing Report – by Hubspot2024 State of Marketing Report – by Hubspot
2024 State of Marketing Report – by Hubspot
 
Everything You Need To Know About ChatGPT
Everything You Need To Know About ChatGPTEverything You Need To Know About ChatGPT
Everything You Need To Know About ChatGPT
 
Product Design Trends in 2024 | Teenage Engineerings
Product Design Trends in 2024 | Teenage EngineeringsProduct Design Trends in 2024 | Teenage Engineerings
Product Design Trends in 2024 | Teenage Engineerings
 
How Race, Age and Gender Shape Attitudes Towards Mental Health
How Race, Age and Gender Shape Attitudes Towards Mental HealthHow Race, Age and Gender Shape Attitudes Towards Mental Health
How Race, Age and Gender Shape Attitudes Towards Mental Health
 
AI Trends in Creative Operations 2024 by Artwork Flow.pdf
AI Trends in Creative Operations 2024 by Artwork Flow.pdfAI Trends in Creative Operations 2024 by Artwork Flow.pdf
AI Trends in Creative Operations 2024 by Artwork Flow.pdf
 
Skeleton Culture Code
Skeleton Culture CodeSkeleton Culture Code
Skeleton Culture Code
 
PEPSICO Presentation to CAGNY Conference Feb 2024
PEPSICO Presentation to CAGNY Conference Feb 2024PEPSICO Presentation to CAGNY Conference Feb 2024
PEPSICO Presentation to CAGNY Conference Feb 2024
 
Content Methodology: A Best Practices Report (Webinar)
Content Methodology: A Best Practices Report (Webinar)Content Methodology: A Best Practices Report (Webinar)
Content Methodology: A Best Practices Report (Webinar)
 
How to Prepare For a Successful Job Search for 2024
How to Prepare For a Successful Job Search for 2024How to Prepare For a Successful Job Search for 2024
How to Prepare For a Successful Job Search for 2024
 
Social Media Marketing Trends 2024 // The Global Indie Insights
Social Media Marketing Trends 2024 // The Global Indie InsightsSocial Media Marketing Trends 2024 // The Global Indie Insights
Social Media Marketing Trends 2024 // The Global Indie Insights
 
Trends In Paid Search: Navigating The Digital Landscape In 2024
Trends In Paid Search: Navigating The Digital Landscape In 2024Trends In Paid Search: Navigating The Digital Landscape In 2024
Trends In Paid Search: Navigating The Digital Landscape In 2024
 
5 Public speaking tips from TED - Visualized summary
5 Public speaking tips from TED - Visualized summary5 Public speaking tips from TED - Visualized summary
5 Public speaking tips from TED - Visualized summary
 
ChatGPT and the Future of Work - Clark Boyd
ChatGPT and the Future of Work - Clark Boyd ChatGPT and the Future of Work - Clark Boyd
ChatGPT and the Future of Work - Clark Boyd
 
Getting into the tech field. what next
Getting into the tech field. what next Getting into the tech field. what next
Getting into the tech field. what next
 
Google's Just Not That Into You: Understanding Core Updates & Search Intent
Google's Just Not That Into You: Understanding Core Updates & Search IntentGoogle's Just Not That Into You: Understanding Core Updates & Search Intent
Google's Just Not That Into You: Understanding Core Updates & Search Intent
 
How to have difficult conversations
How to have difficult conversations How to have difficult conversations
How to have difficult conversations
 
Introduction to Data Science
Introduction to Data ScienceIntroduction to Data Science
Introduction to Data Science
 
Time Management & Productivity - Best Practices
Time Management & Productivity -  Best PracticesTime Management & Productivity -  Best Practices
Time Management & Productivity - Best Practices
 
The six step guide to practical project management
The six step guide to practical project managementThe six step guide to practical project management
The six step guide to practical project management
 
Beginners Guide to TikTok for Search - Rachel Pearson - We are Tilt __ Bright...
Beginners Guide to TikTok for Search - Rachel Pearson - We are Tilt __ Bright...Beginners Guide to TikTok for Search - Rachel Pearson - We are Tilt __ Bright...
Beginners Guide to TikTok for Search - Rachel Pearson - We are Tilt __ Bright...
 

Daniel Quinn - Scolarizzazione: le motivazioni nascoste. (saggio)

  • 1. Daniel Quinn Scolarizzazione: le motivazioni nascoste Traduzione di Dr-Jackal (nrt_ita@libero.it) Originale tratto da: www.ishmael.org Le altre opere di Daniel Quinn sono disponibili in italiano nel sito: NuovaRivoluzioneTribale.uphero.com Discorso che Quinn ha tenuto a una conferenza sulla descolarizzazione e sull'educazione a casa del 2000. Sospetto che non tutti in questa sala sappiano chi sono o perché sono stato invitato a parlarvi oggi. Dopo tutto, non ho mai scritto un libro o anche solo un articolo sull'educazione a casa o sulla descolarizzazione. Sono stato chiamato in molti modi: un futurista, un filosofo planetario, un antropologo da Marte. Recentemente sono stato presentato a un pubblico come un critico culturale, e penso che questa sia probabilmente la definizione migliore. Come vedrete, nel mio discorso di oggi cercherò di posizionare la scolarizzazione e la descolarizzazione nel più ampio contesto della nostra storia culturale e di quella della nostra specie. Per quelli di voi che non hanno familiarità con il mio lavoro, dovrei cominciare con lo spiegare cosa intendo con "la nostra cultura". Anziché appesantirvi con una definizione, vi darò un semplice test che potete usare ovunque andiate nel mondo. Se il cibo in quella parte del mondo è sotto chiave, e la gente che vive lì deve lavorare per ottenerlo, allora siete tra persone della nostra cultura. Se mai vi capiterà di visitare una giungla in Brasile o in Nuova Guinea, comunque, scoprirete che il cibo non è sotto
  • 2. chiave. E' semplicemente lì fuori, liberamente consumabile, e chiunque ne voglia un po' può andare e prenderselo. I popoli che vivono in queste aree, spesso chiamati aborigeni, popoli dell'età della pietra o popoli tribali, chiaramente appartengono a una cultura radicalmente diversa dalla nostra. Ho cominciato a focalizzarmi sulle peculiarità della nostra cultura nei primi anni Sessanta, quando andai a lavorare per ciò che all'epoca era una pubblicazione all'avanguardia di materiali educativi, la Science Research Associates. Ero a metà dei miei vent'anni e acculturato quanto qualunque senatore, autista di autobus, stella del cinema o medico. Le mie convinzioni sull'universo e sul posto dell'umanità in esso erano solide come la roccia e del tutto convenzionali. Ma erano tempi stressanti in cui vivere, in alcuni modi perfino più stressanti di oggi. Molte persone oggi realizzano che la vita umana potrebbe essere in pericolo, ma questo pericolo esiste in un qualche vagamente definito futuro, venti o cinquanta o cento anni da ora. Ma nei giorni più freddi della Guerra Fredda, tutti vivevano con la consapevolezza che un olocausto nucleare avrebbe potuto avvenire letteralmente ogni secondo, senza preavviso. Era letteralmente a un pulsante di distanza. La vita umana non verrebbe completamente spazzata via in un olocausto simile. In un certo senso, sarebbe anche peggio di così. In poche ore, verremmo scagliati indietro non solo all'Età della Pietra ma a uno stato di quasi totale impotenza. Nell'Età della Pietra, dopo tutto, le persone vivevano perfettamente senza supermercati, centri commerciali, negozi di elettronica e tutti gli elaborati sistemi che mantengono questi posti forniti di tutte le cose di cui necessitiamo. Nel giro di ore, le nostre città verrebbero disintegrate da caos e anarchia, e le cose necessarie alla nostra sopravvivenza sparirebbero dagli scaffali dei negozi per non venire mai più rimpiazzate. Nel giro di giorni, la fame sarebbe una cosa diffusa.
  • 3. Capacità che vengono date per scontate dai popoli dell'Età della Pietra sarebbero sconosciute ai sopravvissuti - la capacità di distinguere tra cibi commestibili e non, la capacità di seguire, uccidere, scuoiare e preservare selvaggina, e soprattutto la capacità di fabbricare utensili dai materiali disponibili. Quanti di voi sanno come conciare una pelle? Come fabbricare una fune dal niente? Come scolpire un utensile di pietra? Tantomeno come ottenere metallo da minerali grezzi. Capacità comuni del paleolitico, sviluppate in migliaia di anni, sarebbero arti perdute. Tutto questo era tranquillamente riconosciuto da tutti coloro che non dubitavano per un istante che stessimo vivendo come gli umani erano destinati a vivere dall'inizio dei tempi, che non dubitavano per un istante che le cose che i nostri figli stavano imparando a scuola fossero le cose che i nostri figli dovrebbero imparare. Ero stato assunto alla SRA per lavorare su un importante nuovo programma di matematica che era stato in via di sviluppo per molti anni a Cleveland. Durante il mio primo anno, avremmo pubblicato i programmi dell'asilo e del primo anno delle elementari. Nel secondo anno, avremmo pubblicato il programma della seconda elementare, nel terzo anno, il programma della terza elementare, e così via. Lavorando sui programmi per l'asilo e per la prima elementare, mi accorsi di qualcosa che mi sembrò davvero notevole. In quelle classi, i bambini passano la maggior parte del tempo a imparare cose che nessuno che cresca nella nostra cultura potrebbe mai evitare di imparare. Per esempio, imparano i nomi dei colori primari. Caspita, immaginate di essere assenti il giorno in cui spiegano il blu. Passereste il resto della vita a chiedervi di che colore sia il cielo. Imparano a leggere l'ora, a contare, ad addizionare e sottrarre, come se chiunque potesse evitare di imparare queste cose nella nostra cultura. E naturalmente imparano le basi della lettura. A questo riguardo, suggerisco un esperimento. Due classi di 30 bambini, a tutti viene
  • 4. insegnato nello stesso modo con gli stessi libri di testo, ma a una classe non viene insegnato come leggere e all'altra invece viene insegnato nel solito modo. Chiamatela la Congettura Quinn: entrambe le classi leggeranno nello stesso modo alla fine dei dodici anni di scuola. Mi sento sicuro nel fare questa congettura perché alla fine i bambini imparano a leggere nello stesso modo in cui imparano a parlare: frequentando persone che leggono e volendo saper fare anche loro ciò che fanno queste persone. A quell'epoca mi venne in mente di fare questa domanda: anziché passare due o tre anni a insegnare ai bambini cose che imparerebbero comunque inevitabilmente, perché non insegnare loro cose che altrimenti non imparerebbero e che potrebbero divertirsi a imparare a quell'età? Come navigare usando le stelle, per esempio. Come tingere una pelle. Come distinguere tra cibi commestibili e non. Come costruire un rifugio dal niente. Come fabbricare utensili dal niente. Come costruire una canoa. Come seguire le tracce degli animali - tutte le capacità dimenticate ma ancora di valore su cui è stata costruita la nostra civiltà. Naturalmente non avevo bisogno di esprimere quest'idea per sapere come sarebbe stata ricevuta. Essendo completamente acculturato, potevo spiegare da solo perché era assurda. Il modo in cui viviamo è il modo in cui gli umani erano destinati a vivere dall'inizio dei tempi, e i nostri figli stavano venendo preparati a entrare in quella vita. Quelli che erano esistiti prima di noi erano selvaggi, poco più che animali. Quelli che continuano a vivere come vivevano i nostri antenati sono selvaggi, poco più che animali. Il mondo sta meglio senza di loro, e noi stiamo meglio senza neanche le vestigia del loro modo di vivere, incluse le loro ridicolmente primitive capacità. I nostri figli a scuola stavano venendo preparati a entrare a far parte dell'unica vita pienamente umana che fosse mai esistita su questo pianeta. Le capacità che stavano acquisendo a scuola avrebbero dato loro non solo successo ma una profonda
  • 5. soddisfazione personale in ogni ambito. Cosa importava se non avrebbero mai fatto altro che un soporifero lavoro in fabbrica? Potevano fare l'analisi grammaticale di una frase! Potevano spiegarti la differenza tra un sonetto petrarchiano e uno shakespeariano! Potevano estrarre una radice quadrata! Potevano mostrarti perché il quadrato dei due lati di un triangolo è pari al quadrato costruito sull'ipotenusa! Potevano analizzare un poema! Potevano spiegare come una legge viene approvata al Congresso! Potevano rintracciare le cause economiche della Guerra Civile. Avevano letto Melville e Shakespeare, quindi perché non far loro leggere anche Dostoevskij e Racine, Joyce e Beckett, Faulkner e O'Neill? Ma soprattutto, naturalmente, l'educazione pubblica - dall'asilo alle superiori - preparava i bambini a essere partecipanti perfettamente funzionali in questa nostra grande civiltà. Il giorno dopo la cerimonia di diploma, erano pronti ad avanzare con sicurezza verso qualunque obiettivo volessero stabilire per se stessi. Naturalmente, allora come adesso, tutti sapevano che l'educazione pubblica non stava facendo niente del genere. Si percepiva - allora come oggi - che ci fosse qualcosa di stranamente sbagliato nelle scuole. Stavano fallendo - e fallendo miseramente - nel rispettare queste allettanti promesse. Ah, be', gli insegnanti non stavano venendo pagati abbastanza, quindi cosa ci si poteva aspettare? Aumentammo il salario dei docenti - ancora e ancora e ancora - ma le scuole continuavano a fallire. Be', cosa ci si poteva aspettare? Le scuole erano praticamente decrepite, buie e deprimenti. Costruimmo nuove scuole - decine di migliaia, centinaia di migliaia - ma continuarono a fallire. Be', cosa ci si poteva aspettare? I programmi erano antiquati e irrilevanti. Li modernizzammo, facemmo di tutto per renderli rilevanti - e comunque le scuole continuarono a fallire. Ogni settimana - allora come oggi - si poteva leggere di qualche nuova brillante idea che avrebbe sicuramente "aggiustato" qualunque cosa le nostre scuole avessero di sbagliato: le classi aperte, l'insegnamento di gruppo, il
  • 6. ritorno ai fondamentali, più compiti, meno compiti, niente compiti - non potrei neanche cominciare a elencarle tutte. Centinaia di queste brillanti idee vennero messe alla prova - migliaia di loro - e le scuole continuarono lo stesso a fallire. All'interno della nostra matrice culturale, ogni mezzo di informazione ci dice che le scuole esistono per preparare i bambini a una vita di successo e soddisfazioni nella nostra civiltà (e quindi stanno fallendo). Questo è fuor di discussione, fuor di dubbio. In Ishmael ho detto che la voce di Madre Cultura ci parla da ogni giornale e articolo di giornale, ogni film, ogni sermone, ogni libro, ogni genitore, ogni insegnante, ogni amministratore scolastico, e ciò che ha da dire sulle scuole è che esistono per preparare i bambini a una vita di successo e soddisfazioni nella nostra civiltà (e quindi stanno fallendo). Una volta che usciamo dalla nostra matrice culturale, questa voce non ci riempie più le orecchie e siamo liberi di fare delle domande nuove. Supponiamo che le scuole non stiano fallendo. Supponiamo che stiano facendo esattamente ciò che vogliamo davvero che facciano - ma che non vogliamo analizzare e riconoscere? Di sicuro le scuole fanno un pessimo lavoro nel preparare i bambini a una vita di successo e soddisfazioni nella nostra civiltà, ma quali cose fanno eccezionalmente bene? Be', per cominciare, fanno un lavoro superbo nel tenere i giovani fuori dal mercato del lavoro. Anziché cominciare a guadagnare a dodici o quattordici anni, rimangono solo consumatori - e consumano miliardi di dollari di prodotti, usando i soldi che guadagnano i loro genitori. Immaginate cosa accadrebbe alla nostra economia se da un giorno all'altro le scuole superiori chiudessero. Invece di avere cinquanta milioni di consumatori attivi, all'improvviso avremmo cinquanta milioni di giovani disoccupati. Sarebbe una catastrofe economica. Naturalmente, la situazione era molto diversa duecento anni fa, quando eravamo ancora una società prevalentemente agraria. Ci si aspettava e si aveva bisogno che i giovani diventassero lavoratori
  • 7. all'età di dieci, undici e dodici anni. Per la massa, un'educazione di quattro, cinque o sei anni veniva ritenuta perfettamente adeguata. Ma man mano che il carattere della nostra società cambiò, sempre meno giovani erano necessari per lavorare nelle fattorie, e l'approvazione di leggi contro il lavoro minorile in breve rese impossibile far lavorare ragazzi di dieci, undici o dodici anni nelle fabbriche. Era necessario tenerli fuori dalla strada - e quale posto migliore delle scuole? Naturalmente, doveva essere inserito nuovo materiale nei programmi per riempire il tempo. Non importava molto quale fosse. Facciamogli memorizzare le capitali di ogni stato. Facciamogli memorizzare i principali prodotti di ogni stato. Facciamogli imparare i passi che una legge segue per venire approvata dal Congresso. Nessuno si chiese o si preoccupò se queste fossero cose che i bambini volevano sapere o avevano bisogno di sapere - o che avrebbero mai avuto bisogno di sapere. Nessuno si chiese o si preoccupò di scoprire se il materiale che veniva aggiunto ai programmi veniva imparato e ricordato. Gli educatori non volevano saperlo e, davvero, che differenza avrebbe potuto fare? Non importava che una volta imparate quelle cose venissero immediatamente dimenticate. Riempiva del tempo. La legge decretava che un'educazione di otto anni era essenziale per ogni cittadino, e quindi gli stesori di programmi fornirono il materiale necessario a un'educazione di otto anni. Durante la Grande Depressione divenne urgentemente importante tenere i giovani fuori dal mercato del lavoro il più a lungo possibile, e quindi si diffuse la convinzione che un'educazione di dodici anni fosse essenziale per ogni cittadino. Come prima, non importava molto che cosa veniva aggiunto per riempire il tempo, finché si trattava di materiale marginalmente plausibile. Facciamogli imparare come analizzare un poema, anche se non ne leggeranno mai un altro in tutta la loro vita adulta. Facciamogli leggere un grande romanzo classico, anche se non ne leggeranno mai un altro in tutta la loro vita adulta. Facciamogli studiare la storia mondiale, anche se tutto gli entra da un orecchio
  • 8. e gli esce dall'altro. Facciamogli studiare geometria euclidea, anche se due anni dopo non saranno in grado di dimostrare un teorema neanche se ne andasse della loro vita. Tutte queste cose e molte, molte altre venivano naturalmente giustificate sulla base che avrebbero contribuito al successo e alle ricche soddisfazioni che questi bambini avrebbero sperimentato nell'età adulta. A parte il fatto, naturalmente, che non lo facevano. Ma nessuno voleva indagare su questo. Nessuno si sarebbe sognato di mettere alla prova i giovani cinque anni dopo il diploma per scoprire quanto ancora si ricordassero. Nessuno si sarebbe sognato di chiedere loro quanto gli era stato utile o quanto aveva contribuito al loro successo e alla loro realizzazione in quanto umani. Che senso avrebbe avuto chiedere a loro di valutare la propria educazione? Che cosa ne sapevano loro, dopotutto? Erano solo diplomati delle superiori, non educatori professionisti. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, nessuno sapeva quale sarebbe stato il nostro futuro economico. Con la scomparsa delle industrie belliche, la nazione sarebbe forse precipitata di nuovo nella depressione precedente alla guerra? Si cominciò a credere che l'educazione pubblica avrebbe dovuto comprendere anche quattro anni di college. Tutti dovrebbero andare al college. Man mano che l'economia continuava a crescere, comunque, questa ingiunzione cominciò a venire ammorbidita. Quattro anni di college sarebbero stati sicuramente un bene, ma non erano parte dell'educazione pubblica, che alla fine rimaneva di dodici anni. Fu negli anni positivi successivi alla guerra, quando spesso c'erano più lavori che lavoratori, che le nostre scuole cominciarono a venire ritenute fallimentari. Con la domanda di lavoratori, fu ovvio che i ragazzi stavano uscendo dalla scuola senza sapere molto di più dei diplomati delle scuole elementari di un secolo prima. Avevano "attraversato" tutto il materiale che era stato aggiunto per riempire il tempo - avevano analizzato poesie e frasi, dimostrato teoremi, trovato la x, macinato migliaia di pagine
  • 9. di storia e letteratura, scritto cumuli di temi, ma non avevano conservato quasi nulla di tutto questo - e quanto gli sarebbe stato utile se l'avessero fatto? Da un punto di vista occupazionale, questi diplomati delle superiori erano a malapena assumibili. Ma naturalmente per allora i programmi avevano ottenuto lo status di sacra scrittura, ed era troppo tardi per riconoscere che non erano mai stati progettati in modo da essere utili. La risposta dell'educatore alla comunità del lavoro era: "Dobbiamo solo dare ai ragazzi di più delle stesse cose - più poemi e frasi da analizzare, più teoremi da dimostrare, più equazioni da risolvere, più pagine di storia e letteratura da leggere, più temi da scrivere, e così via." Nessuno era disposto ad ammettere che i programmi erano stati scritti per tenere i giovani fuori dal mercato del lavoro - e che in quell'aspetto avevano fatto un lavoro dannatamente buono. Ma tenere i giovani fuori dal mercato del lavoro è solo metà di ciò che le scuole fanno superbamente bene. All'età di tredici o quattordici anni, i bambini nelle società aborigene - società tribali - hanno completato ciò che noi, dal nostro punto di vista, chiameremmo la loro "educazione". Sono pronti a "diplomarsi" e diventare adulti. In queste società, questo significa che le loro capacità di sopravvivenza sono pari al 100%. Tutti i membri più anziani potrebbero scomparire da un giorno all'altro e non ci sarebbero caos, anarchia e carestia tra questi nuovi adulti. Sarebbero in grado di continuare a vivere senza problemi. Nessuna delle abilità e delle tecnologie dei loro genitori andrebbe perduta. Se volessero, potrebbero vivere indipendentemente dalla struttura tribale in cui sono cresciuti. Ma l'ultima cosa che vogliamo che i nostri figli siano in grado di fare è vivere indipendentemente dalla nostra società. Non vogliamo che i nostri diplomati abbiano capacità di sopravvivenza pari al 100%, perché questo li renderebbe liberi di uscire dal nostro accuratamente costruito sistema economico e fare quello che vogliono. Non vogliamo che facciano quello che vogliono,
  • 10. vogliamo che abbiano esattamente due scelte (a meno che non siano tanto ricchi da poter vivere di rendita). O si trovano un lavoro o vanno all'università. Entrambe le scelte vanno bene, perché abbiamo bisogno di una fornitura costante sia di lavoratori per i livelli più bassi che di medici, avvocati, fisici, matematici, psicologi, geologi, biologi, insegnanti e così via. L'educazione pubblica ottiene questo risultato senza fallire quasi mai. Il novantanove virgola nove percento dei nostri diplomati sceglie una di queste due opzioni. E dovrebbe essere notato che i nostri diplomati della scuola superiore sono lavoratori addetti ai livelli più bassi. Noi vogliamo che debbano cominciare dal gradino più basso della scala. Che senso avrebbe dare loro capacità che li renderebbero in grado di cominciare dal secondo o dal terzo gradino? Quelli sono i gradini a cui mirano i loro fratelli e le loro sorelle più grandi. E se i diplomati di quest'anno svolgessero quei lavori, chi svolgerebbe quelli sul fondo? Le persone che devono assumere lavoratori si lamentano costantemente che i diplomati non sanno assolutamente niente, non hanno virtualmente alcuna capacità utile. Ma come potrebbe essere altrimenti? Quindi vedete bene che le nostre scuole non stanno fallendo, stanno solo avendo successo in modi che preferiamo non vedere. Sfornare diplomati senza alcuna abilità, nessuna capacità di sopravvivenza e nessuna scelta tranne lavorare o morire di fame non è un difetto del sistema, è un suo pregio. E' una cosa che il sistema deve fare per fare in modo che le cose continuino ad andare come sempre. Il bisogno della scolarizzazione è sostenuto da due frammenti di mitologia culturale molto ben radicati. Il primo e più pericoloso è quello secondo cui i bambini non impareranno a meno che non siano costretti - a scuola. E' parte della mitologia dell'infanzia che i bambini odiano imparare e lo eviteranno a qualunque costo. Naturalmente, chiunque abbia avuto un figlio sa che bugia assurda
  • 11. sia questa. Dalla prima infanzia in poi, i bambini sono gli studenti più fantastici del mondo. Se crescono in una famiglia in cui vengono parlate quattro lingue, parleranno quattro lingue per quando avranno tre o quattro anni - senza un solo giorno di scolarizzazione, solo stando intorno ai membri della loro famiglia, perché vogliono dispera- tamente essere in grado di fare le cose che fanno loro. Chiunque abbia avuto un figlio sa che sono incessantemente curiosi. Non appena sono in grado di fare domande cominciano a farle senza sosta, spesso estenuando i loro genitori. La loro curiosità si estende a qualunque cosa possano raggiungere, il che è il motivo per cui ogni genitore impara molto presto a mettere qualunque cosa fragile, pericolosa o intoccabile in alto - e se possibile sotto chiave. Conosciamo tutti la verità insita nella battuta sulle chiusure a prova di bambino: che solo i bambini riescono ad aprirle. Le persone che immaginano che i bambini odino imparare non hanno la minima conoscenza di come la cultura umana si è sviluppata. La cultura non è altro che il complesso dei comportamenti e delle informazioni apprese che viene trasmesso da una generazione all'altra. Il desiderio di mangiare non è trasmesso dalla cultura, ma la conoscenza di come i cibi commestibili si possono trovare, raccogliere e processare lo è. Prima dell'invenzione della scrittura, qualunque cosa non venisse trasmessa da una generazione all'altra andava semplicemente perduta, non importa di cosa si trattasse - una tecnica, una canzone, un avvenimento. Tra i popoli aborigeni - quelli che non abbiamo distrutto - la trasmissione tra generazioni è notevolmente completa, ma naturalmente non completa al 100%. Ci saranno sempre dettagli ininfluenti di storie personali che la generazione più anziana si porta nella tomba. Ma il materiale essenziale non va mai perduto. Questo avviene perché il desiderio di imparare è innato nei bambini umani come il desiderio di riprodursi è innato negli
  • 12. adulti. E' genetico. Se è mai esistita una stirpe di umani i cui figli non erano portati ad apprendere, è sparita da molto tempo, perché quegli umani non avrebbero potuto essere dei portatori di cultura. I bambini non devono essere motivati a imparare tutto ciò che possono sul mondo in cui vivono, sono ossessionati dal farlo. Dall'inizio della pubertà, i bambini nelle società aborigene hanno invariabilmente imparato tutto ciò di cui avevano bisogno per funzionare come adulti. Pensatela in questo modo. In termini molto generali, l'orologio biologico umano è programmato in modo da avere due allarmi. Quando scatta il primo, alla nascita, l'orologio squilla impara, impara, impara, impara, impara. Quando scatta il secondo, al sopraggiungere della pubertà, l'orologio squilla accoppiati, accoppiati, accoppiati, accoppiati, accoppiati. Il motivetto che dice impara, impara, impara non scompare mai del tutto, ma diventa relativamente flebile con la pubertà. A quel punto, i bambini cessano di voler seguire i propri genitori nella danza dell'apprendimento. Invece, vogliono seguirsi l'un l'altro nella danza dell'accoppiamento. Noi, naturalmente, in virtù della nostra superiore saggezza abbiamo decretato che l'orologio biologico regolato dai nostri geni debba essere ignorato. Ciò che convince la maggior parte delle persone della necessità della scolarizzazione è il fatto che i bambini non scolarizzati imparano quello che vogliono quando vogliono. Questo è intollerabile per loro, perché sono convinti che i bambini non vogliano imparare nulla - e indicano i bambini scolarizzati per dimostrarlo. Quello che non riescono a capire è che la curva di apprendimento dei bambini non ancora andati a scuola si impenna come una montagna - ma si abbassa rapidamente quando entrano a scuola. Arrivati al terzo o quarto anno, è completamente piatta per la maggior parte dei bambini. Imparare, almeno in quel modo, è
  • 13. diventato una cosa noiosa e dolorosa che adorerebbero poter evitare, se potessero. Ma c'è un altro motivo per cui le persone aborrono l'idea di bambini che imparino quello che vogliono quando vogliono. Non impareranno tutti le stesse cose! Alcuni di loro non impareranno mai ad analizzare un poema! Alcuni di loro non impareranno mai ad analizzare una frase o a scrivere un tema! Alcuni di loro non leggeranno mai il Giulio Cesare! Alcuni non impareranno mai la geometria! Alcuni non sezioneranno mai una rana! Alcuni non impareranno mai come una legge viene approvata dal Congresso! Be', naturalmente questo è troppo orribile da immaginare. Non importa che il 90% di questi studenti non leggerà mai più un altro poema o un'altra opera shakespeariana in vita loro. Non importa che il 90% di loro non avrà mai occasione di analizzare un'altra frase o di scrivere un altro tema in vita loro. Non importa che il 90% non conservi alcuna conoscenza funzionale della geometria o dell'algebra che hanno studiato. Non importa che il 90% di loro non avrà mai alcun utilizzo per la conoscenza che si suppone abbiano ottenuto dal sezionare una rana. Non importa che il 90% di loro si diplomeranno senza avere la minima idea di come una legge viene approvata dal Congresso. Tutto ciò che importa è che l'hanno studiato! La gente che è orripilata dall'idea che i bambini imparino quello che vogliono quando vogliono non ha accettato il basilare fatto psicologico che le persone (tutte le persone, di qualunque età) ricordano le cose che sono importanti per loro - le cose che hanno bisogno di conoscere - e dimenticano il resto. Io sono una prova vivente di questo. Ho frequentato una delle scuole preparatorie migliori della nazione e mi sono diplomato quarto della mia classe, e dubito molto che ora potrei strappare la sufficienza in più di due o tre delle dozzine di corsi che ho frequentato. Ho studiato greco classico per due anni buoni, e ora non saprei leggere a voce alta una sola frase.
  • 14. L'obiezione finale che la gente porta a sostegno dell'idea che i bambini abbiano bisogno di tutta la scolarizzazione che possiamo dar loro è che ci sono molte più cose da imparare oggi di quante ce ne fossero in epoca preistorica o perfino un secolo fa. Be', naturalmente ci sono molte più cose che possono venire apprese, ma sappiamo tutti perfettamente che non vengono insegnate dall'asilo alle superiori. Oggi esistono interi nuovi campi dello scibile umano - cose di cui nessuno aveva mai sentito parlare un secolo fa: astrofisica, biochimica, paleobiologia, aeronautica, fisica delle particelle, etologia, citopatologia, neurofisiologia - potrei continuare a elencarle per ore. Ma sono queste le cose con cui abbiamo riempito i programmi degli anni scolastici dall'asilo alle superiori perché tutti hanno bisogno di saperle? Certo che no. L'idea è assurda. L'idea che i bambini abbiano bisogno di venire scolarizzati per tanto tempo perché c'è moltissimo che può venire appreso è assurda. Se l'educazione pubblica venisse estesa per comprendere tutto ciò che può teoricamente venire appreso, non comprenderebbe dodici anni ma dodicimila, e nessuno riuscirebbe a diplomarsi nel corso di una vita. So naturalmente che nessuno in questa sala dev'essere convinto delle virtù dell'educazione a casa o della descolarizzazione. Spero, comunque, di essere riuscito a fornirvi delle fondamenta storiche, filosofiche, antropologiche e biologiche a sostegno della vostra convinzione che la scuola in realtà non sia come viene dipinta. Daniel Quinn. Traduzione di Dr-Jackal (nrt_ita@libero.it) Originale tratto da: www.ishmael.org Le altre opere di Daniel Quinn sono disponibili in italiano nel sito: NuovaRivoluzioneTribale.uphero.com