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Leibniz -presentazione_completa
1. Leibniz e la scienza moderna Presentazione di: Ceroni Elisabetta D’Innocenzio Scilla Ferrero Filippo Napodano Marta Perasso Sara Sandri Nicolas Terzago Arianna
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6. “ Ora, questa forza è qualcosa di diverso dalla grandezza, dalla figura e dal movimento; e da ciò si può giudicare che tutto quanto si sa dei corpi non consiste solo nell’estensione, come sostengono i moderni. Questo ci costringe a reintrodurre quelle forme che essi hanno bandito.” Leibniz, “Discorso di Metafisica”, XVIII)
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8. "Ma il concetto di un corpo non divisibile è per Leibniz contraddittorio. La divisione, allora, è infinita; ma il suo risultato non è lo zero, il niente, solo si abbandona il presupposto materialistico e si ammette che i "veri" atomi della realtà non sono realtà materiali, ma quella realtà immateriale che è costituita dalle "forze rappresentative", cioè dalle monadi. La monade è quindi il "limite"della divisione infinita dell'esteso“ (E. Severino, La filosofia moderna)
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26. Cartesio aveva escluso l’esistenza, nell’universo, di fini regolatori, spiegando i fenomeni in un’ottica unicamente meccanicista di causa-effetto e ricercandone, quindi, non la causa finale ma la causa efficiente. Anche Leibniz sostiene che i fenomeni corporei possano essere dedotti meccanicisticamente, secondo le leggi della fisica; tuttavia si rende necessaria, a suo avviso, l’introduzione di una causa finale nel momento in cui ci si interroga sul perché esista questo mondo con queste leggi e non un altro con leggi diverse. Secondo Leibniz, infatti, fin dall’eternità, sono presenti nella mente divina infiniti mondi possibili, ognuno esente da contraddizioni, coerente e, pertanto, potenzialmente realizzabile. Soltanto uno fra questi mondi, però, poteva essere creato, poiché l’esistenza di un universo esclude quella di tutti gli altri (il mondo in cui Alessandro Magno sconfigge Dario esclude il mondo in cui non lo sconfigge). Essendo Dio perfetto e dotato di volontà buona, egli era moralmente "necessitato" a scegliere, tra l’infinità dei mondi possibili, quello migliore, che avesse cioè la maggior ricchezza e varietà di fenomeni e fosse governato dalle leggi più semplici. Dio ha, quindi, scelto il mondo più perfetto possibile. Le leggi fisiche dipendono da cause finali (ottenere gli effetti più vari e più ricchi con i mezzi più semplici) dovute, a loro volta, alla volontà di Dio. " Come se Dio non si proponesse alcuno scopo né alcun bene quando agisce, o come se il bene non fosse l’oggetto della sua volontà", mentre "Dio si propone sempre il meglio e ciò che è più perfetto " (G. W. Leibniz, Discorso di metafisica , cap. XIX).