2. LE AVANGUARDIE
A partire dalla fine del XIX secolo, la nozione di
avanguardia è stata usata metaforicamente per
caratterizzare i movimenti letterari ed artistici
che volevano essere più "avanti" rispetto ai
contemporanei. In particolare ritenevano
"moderno" rompere con la tradizione e
criticare chi imitava i "classici“ (la morte
dell’arte).
3. LE AVANGUARDIE
Il primo ventennio del XX secolo ha visto il
susseguirsi di fenomeni artistici di avanguardia,
che attraverso i loro manifesti proponevano
nuove forme pittoriche e plastiche in sintonia con
il mutare dei tempi. I movimenti di avanguardia
erano formati da gruppi spesso in polemica tra
loro, ma dalla critica e dal contrasto scaturiva
una grande spinta creativa.
Che si chiamassero cubisti, futuristi,
espressionisti, surrealisti, dadaisti, gli artisti di
questa generazione volevano cambiare tutto. Le
loro battaglie artistiche diedero una nuova
impronta a tutta l'arte del Novecento.
4. LE AVANGUARDIE
Gli elementi fondamentali delle avanguardie
secondo vari studiosi sono stati:
- Attivismo esasperato
- Entusiastico senso dell'avventura
- Gusto di opposizione e antagonismo
- Tendenza alla negazione e al nichilismo
5. LE AVANGUARDIE
I movimenti d'avanguardia, spesso risultano
intrecciati alla scienza e alle sue applicazioni
tecnologiche, basti pensare alle leggi ottiche
enfatizzate dagli Impressionisti, le passioni per
l'aviazione e per l'elettricità evidenziate dai
Futuristi, la psicanalisi trattata dai Surrealisti.
6. DAL PUNTO DI VISTA STORICO,
L’AVANGUARDIA HA ATTRAVERSATO TRE
FASI:
Le prime avanguardie o avanguardie storiche, nella
prima metà del Novecento, caratterizzate da
movimenti e manifesti, con tendenza a riversarsi nella
attività politica.
Le seconde avanguardie, o neoavanguardie, negli
anni Cinquanta-Sessanta, caratterizzate dal dibattito
critico e dalla guerriglia semiologica con i linguaggi
della società di massa;
Le terze avanguardie, ancora da mettere
compiutamente in luce, apparse alla fine del secolo
sotto la formula della terza ondata, caratterizzate
dallo scontro con il postmoderno e dall’uso dei
linguaggi del passato come strumenti eversivi.
8. FAUVISMO
"Bestie selvagge" è l'espressione francese che fu
adottata - inizialmente in senso dispregiativo -
per un gruppo d'artisti che tenne la propria
collettiva a Parigi nell'anno 1905.
Il primo ad utilizzare il termine fauves fu un
critico d’arte che definì la sala in cui esponevano
questi artisti come una "cage aux fauves" cioè una
"gabbia delle belve", per la “selvaggia” violenza
espressiva del colore.
Il pittore fauvista più famoso è Matisse.
13. CUBISMO
Si può tuttavia individuare in Paul Cézanne un
pittore che nelle sue solitarie sperimentazione è
stato in grado di prefigurare quelli che saranno lo
stile, la visione e le tematiche cubiste.
16. CUBISMO
Partendo dalla semplificazione delle forme di Cézanne
e dall'osservazione dell'espressività delle maschere
africane, alcuni artisti iniziarono ad operare una
scomposizione della figuratività.
Questi artisti giungono alla scomposizione dell'oggetto,
abbandonando completamente la visione prospettica e
naturalistica.
ARTISTI: Georges Braque, Pablo Picasso, Juan Gris,
Léger, Francis Picabia, Guillaume Apollinaire.
23. ESPRESSIONISMO
Il linguaggio degli espressionisti tedeschi si fonda
sull'uso di colori violenti e innaturali e sull'uso di linee
dure e spezzate.
Essi non applicano le leggi della prospettiva e non
cercano di dare l'illusione del volume e della
profondità; colori e linee sono sufficienti a comunicare
con impetuosa violenza la visione drammatica e
pessimistica che questi artisti hanno del mondo e
della società in cui vivono.
Descrizioni di squallidi e grotteschi ambienti mondani;
dopo l'esperienza della prima guerra mondiale si
concluderà in una satira sociale.
30. COSTRUTTIVISMO
Nato in Russia nel 1913, di poco precedente
alla rivoluzione del 1917, che esalta una nuova
classe sociale fondata sul proletariato,
destinata a ricostruire il paese, e la cultura su
basi socialiste, superando i canoni borghesi
dell'arte ottocentesca.
Non si limita a riguardare l'architettura ma
incide anche sulle trasformazioni che
riscontriamo nella scultura e nella pittura con
influssi in movimenti successivi come la
Bauhaus tedesca: un fertile terreno di sviluppo
nelle arti grafiche e nella fotografia
sperimentale.
31. COSTRUTTIVISMO
Vladimir Tatlin era stato a Parigi, dove aveva conosciuto,
tra gli altri, anche Picasso ed era entrato in contatto con
l’ambiente futurista:
Assemblamento ingegnoso di materiali diversi
L’arte nuova significa l’uso di materiali nuovi, insoliti.
I nuovi artisti dovevano usare nuovi mezzi espressivi e
soprattutto i 'pezzi' concreti del nuovo mondo stesso.
Gli spunti di Tatlin furono sviluppati poi da Alessander
Rodchenko che realizzò opere simili, integrandosi nel clima
di entusiasmo e di fermento della Rivoluzione d'Ottobre del
1917: il mondo nuovo sembrava davvero possibile, anzi si
stava realizzando sotto gli occhi degli uomini che avevano
lottato contro un regime legato a un passato di torpore e di
asservimento .
34. COSTRUTTIVISMO
La modernità sembrava portare con sè le promesse di
una società migliore e proprio le conquiste tecnologiche
sembravano alleate nella costruzione della nuova
realtà.
L'arte tradizionale fu considerata morta e le opere
realizzate con materiali da costruzione di Tatlin
divennero simbolo dell'arte nascente, rivoluzionaria,
proletaria e bolscevica. Già intorno al 1925 troviamo la
parola Costruttivismo riferita all'arredamento, al
design tessile, alle porcellane, alla scenografia
teatrale.
35. COSTRUTTIVISMO:
ARTE AL SERVIZIO DELLA
RIVOLUZIONE
Mentre si dedicavano al design industriale, i
Costruttivisti lavoravano anche per il governo
Bolscevico del dopo-Rivoluzione d'Ottobre, ideando le
festività pubbliche e le parate di strada.
36. COSTRUTTIVISMO
La fotografia risentirà del fenomeno
costruttivista sul piano formale sia per
le inquadrature che per le prospettive .
I suoi punti di forza sono:
- L'ottimismo progressista.
- Il progresso tecnologico.
- La macchina e l'industria.
L'obiettivo finale era un'arte in funzione
sociale.
39. FUTURISMO
Corrente completamente rivoluzionaria che esalta la
violenza, la guerra, la superiorità dell'uomo ma
soprattutto il progresso scientifico e tecnologico.
Questo è inoltre molto simile alla situazione
internazionale di quell'epoca piena di tensioni che
aveva fatto scoppiare la prima guerra mondiale.
Marinetti espose i principi-base nel Manifesto del
Futurismo (1909), pubblicato inizialmente in vari
giornali italiani.
40. FUTURISMO
Il Futurismo si colloca sull'onda della
rivoluzione tecnologica dei primi anni
del '900 (la Belle Époque),
esaltandone la fiducia illimitata nel
progresso e decretando la fine delle
vecchie ideologie. Marinetti, per
esempio, esalta il dinamismo, la
velocità, l'industria e la guerra intesa
come "igiene dei popoli“.
42. FUTURISMO
Il Futurismo nasce in un periodo (inizio Novecento) dove
tutto il mondo dell'arte e della cultura era stimolato da
moltissimi fattori determinanti:
- Le guerre
- La trasformazione sociale dei popoli
- I grandi cambiamenti politici
- Le nuove scoperte tecnologiche e di comunicazione come
il telegrafo senza fili, la radio, aeroplani e le prime
cineprese.
Tutti fattori che cambiarono completamente la percezione
delle distanze e del tempo, "avvicinando" fra loro i
continenti.
Il XX secolo era quindi invaso da un nuovo vento, che
portava all'interno dell'essere umano una nuova realtà: la
velocità (catene di montaggio, automobili).
43. UMBERTO BOCCIONI
Dinamismo di un giocatore di calcio (1911):
La raffigurazione di uno stesso soggetto in stadi
successivi nel tempo suggerisce efficacemente l'idea
dello spostamento nello spazio.
48. LUIGI RUSSOLO
Firmatario del manifesto L'arte dei rumori, in cui si teorizzava
l'impiego del rumore nel contesto musicale, è considerato il primo
uomo ad aver teorizzato e praticato il concetto di noise music
sostenendo che la musica doveva essere composta
prevalentemente di rumori e non di suoni armonici. La sua
musica veniva eseguita con uno strumento da lui stesso
ideato ,“Intonarumori”, apparecchio meccanico capace di
sviluppare suoni disarmonici e avanguardistici subito battezzati,
nelle performances di quel movimento, "musica futurista“.
51. BAUHAUS
Scuola di architettura, arte e design della Germania che
operò a Weimar fino al 1933.
Erede delle avanguardie anteguerra, fu non soltanto una
scuola, ma anche il punto di riferimento fondamentale per
tutto il movimento d'innovazione nel campo del design e
dell'architettura.
I suoi insegnanti, appartenenti a diverse nazionalità, furono
figure di primissimo piano della cultura europea.
L’esperienza del Bauhaus ha i suoi antecedenti nel clima
culturale che si era venuto a creare da metà Ottocento in
Europa, soprattutto nei paesi anglosassoni, nel periodo
storico successivo alla Rivoluzione industriale, che aveva
prodotto la meccanizzazione dei sistemi produttivi, la
crescita del proletariato e iniziato un processo di
razionalizzazione e riduzione dei prezzi delle merci.
54. DADAISMO
Movimento culturale nato a Zurigo, nella Svizzera neutrale
della Prima guerra mondiale, e sviluppatosi tra il 1916 e il
1920.
Il movimento ha interessato soprattutto le arti visive, la
letteratura (poesia, manifesti artistici), il teatro e la grafica,
che concentrava la sua politica anti bellica attraverso un
rifiuto degli standard artistici attraverso opere culturali
che erano contro l'arte stessa.
Il dadaismo ha inoltre messo in dubbio e stravolto le
convenzioni dell'epoca: dall'estetica cinematografica o
artistica, fino alle ideologie politiche.
Ha inoltre proposto il rifiuto della ragione e della logica, ha
enfatizzato la stravaganza, lo scherno e l'umorismo.
Gli artisti dada erano volutamente irrispettosi, stravaganti,
provavano disgusto nei confronti delle usanze del passato;
ricercavano la libertà di creatività per la quale
utilizzavano tutti i materiali e le forme disponibili.
55. DADAISMO
Le attività dada includevano
manifestazioni pubbliche, dimostrazioni,
pubblicazioni di periodici d'arte e
letteratura. Le tematiche trattate
spaziavano dall'arte alla politica. Dada
nacque come protesta contro il
barbarismo della Prima guerra mondiale.
La ragione e la logica avevano lasciato
alla gente gli orrori della guerra, e l'unica
via di salvezza era il rifiuto della logica
per abbracciare l'anarchia e l'irrazionale.
56. DADAISMO
Secondo i dadaisti stessi, il dadaismo non era
arte, era anti-arte. Tentava, infatti, di
combattere l'arte con l'arte. Per ogni cosa che
l'arte sosteneva, Dada rappresentava l'opposto:
Se l'arte prestava attenzione all'estetica, Dada
ignorava l'estetica.
Se l'arte doveva lanciare un messaggio implicito
attraverso le opere, Dada tentava di non avere
alcun messaggio.
Se l'arte voleva richiamare sentimenti positivi,
Dada offendeva.
58. READY-MADE
Opera realizzata con oggetti reali, non prodotti con
finalità estetiche e presentati come opere d’arte.
I «ready-made» sono un’invenzione di Marcel
Duchamp, il quale inventa anche il termine (in
italiano: «già fatti», «già pronti»).
I «ready-made» nascono ancor prima del movimento
dadaista, dato che il primo «ready-made» di Duchamp,
la ruota di bicicletta, è del 1913.
Meccanismo per la dissacrazione dei concetti
tradizionali d'arte. Soprattutto quando Duchamp, nel
1917, propose uno dei suoi più noti «ready-made»:
fontana.
59. READY-MADE
Con i «ready-made» si ruppe il concetto
per cui l’arte era il prodotto di una
attività manuale coltivata e ben
finalizzata. Opera d’arte poteva essere
qualsiasi cosa.
L’arte non deve separarsi dalla vita
reale, ma confondersi con questa, e
l’opera dell’artista non consiste nella
sua abilità manuale, ma nelle idee che
riesce a proporre. Infatti, il valore dei
«ready-made» era solo nell’idea.
L’artista, non è più colui che sa fare cose
con le proprie mani, ma colui che sa
proporre nuovi significati alle cose,
anche per quelle già esistenti.
Man Ray
62. DADAISMO
Tristan Tzara: “Per comprendere come è nato Dada è
necessario immaginarsi, da una parte, lo stato d'animo
di un gruppo di giovani in quella prigione che era la
Svizzera all'epoca della prima guerra mondiale e,
dall'altra, il livello intellettuale dell'arte e della
letteratura a quel tempo. Verso il 1916-1917, la guerra
sembrava che non dovesse più finire...Di qui il disgusto e
la rivolta. Noi eravamo risolutamente contro la guerra.
Noi sapevamo che non si poteva sopprimere la guerra se
non estirpandone le radici. L'impazienza di vivere era
grande, il disgusto si applicava a tutte le forme della
civilizzazione cosiddetta moderna, alle sue stesse basi,
alla logica, al linguaggio, e la rivolta assumeva dei modi
in cui il grottesco e l'assurdo superavano di gran lunga i
valori estetici“.
65. DADAISMO
HAUSMANN: SPIRITO DEL NOSTRO
TEMPO (TESTA MECCANICA)
"Un giorno era fotomontatore,
l'altro pittore, il terzo libellista,
il quarto disegnatore di moda, il
quinto editore e poeta, il sesto
'Optofonetico' ed il settimo si
riposava con la sua Hannah".
67. SURREALISMO
• Il movimento ebbe come principale
teorico il poeta André Breton, che
canalizzò la vitalità distruttiva del
dadaismo. Breton fu influenzato
dalla lettura dell'interpretazione
dei sogni di Freud; dopo averlo letto
arrivò alla conclusione che era
inaccettabile il fatto che il sogno (e
l'inconscio) avesse avuto così poco
spazio nella civiltà moderna e pensò
quindi di fondare un nuovo
movimento artistico e letterario in
cui il sogno e l'inconscio avessero
un ruolo fondamentale.
68. SURREALISMO
Il primo Manifesto Surrealista del 1924, definì così il
surrealismo:
« Automatismo psichico puro, attraverso il quale ci si
propone di esprimere, con le parole o la scrittura o in
altro modo, il reale funzionamento del pensiero.
Comando del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo
esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni
preoccupazione estetica e morale».
69. SURREALISMO
Suoi referenti sono Marx e Freud: "Trasformare il
mondo, ha detto Marx, cambiare la vita, ha detto
Rimbaud. Queste due parole d'ordine sono per noi una
sola" (André Breton).
Spesso, molti esponenti del surrealismo sposarono la
causa del comunismo e dell'anarchismo, per
contribuire attivamente al cambiamento politico e
sociale che avrebbe poi portato ad una partecipazione
più generale alla surrealtà.
70. SURREALISMO
È quindi un automatismo psichico, ovvero quel processo in
cui l'inconscio, quella parte di noi che emerge durante i
sogni, emerge anche quando siamo svegli e ci permette di
associare libere parole, pensieri e immagini senza freni
inibitori e scopi preordinati.
È una critica radicale alla razionalità cosciente, e la
liberazione delle potenzialità immaginative dell'inconscio
per il raggiungimento di uno stato conoscitivo "oltre" la
realtà (sur-realtà) in cui veglia e sogno sono entrambe
presenti e si conciliano in modo armonico e profondo. Il
Surrealismo è certamente la più 'onirica' delle
manifestazioni artistiche, proprio perché dà accesso a ciò
che sta oltre il visibile.
71. SURREALISMO
Il movimento surrealista è di gran lunga il più longevo
fra le avanguardie storiche, e la sua diffusione in tutto
il mondo ha reso la sua storia molto variegata rispetto
a movimenti circoscritti nel tempo e nello spazio come
il dadaismo o il futurismo.
72. JOAN MIRÒ
(ALLUCINATO MONDO PARALLELO
POPOLATO DI FORME GEOMETRICHE
COLORATE E SOSPESE CHE RICERCA
L'INTERIORITÀ DELLE COSE CON
CRESCENTE ASTRAZIONE)
78. LE SECONDE AVANGUARDIE
Nel secondo dopoguerra si assiste alla rinascita
di sperimentazioni di diversi linguaggi estetici.
I nuovi gruppi di intellettuali si sentono chiamati
a interpretare la società, ora in piena
ricostruzione e sviluppo, e tra gli anni cinquanta
e sessanta intensificano la loro attività.
A differenza delle precedenti avanguardie
storiche, le nuove avanguardie abbandonano ogni
atteggiamento di polemica spettacolare e
sembrano piuttosto decise a conquistare gli spazi
rubati e deteriorati dai mass media.
79. ESPRESSIONISMO ASTRATTO
Fu il primo fenomeno artistico tipicamente americano
ad influenzare il resto del mondo e contribuì a spostare
radicalmente la capitale artistica da Parigi a New
York, e più in generale dall'Europa agli Stati Uniti
d'America.
Il movimento prende il suo nome dalla combinazione
dell'intensità emotiva e autoespressiva degli
espressionisti tedeschi con l'estetica anti-figurativa
delle scuole di astrazione europee come il Futurismo, il
Bauhaus e il Cubismo sintetico.
In aggiunta, il movimento possiede un'immagine di
ribellione, anarchica, altamente idiosincratica e,
secondo il pensiero di alcuni, piuttosto nichilista.
83. ESPRESSIONISMO ASTRATTO
Il New Deal americano, che coincide con la diffusione
delle dittature europee (il fascismo in Italia, il nazismo
in Germania e il franchismo in Spagna), aveva favorito
l'immigrazione degli artisti in fuga dall'Europa che
portarono negli Stati Uniti cellule di ogni tendenza,
soprattutto il Surrealismo, che viene spesso
considerato il più importante predecessore
dell'espressionismo astratto, grazie all'enfasi posta
sulla creazione spontanea, automatica o
subcosciente.
Il dripping (in inglese: sgocciolatura) di Jackson
Pollock su una tela di canapa stesa sul pavimento è
infatti una tecnica che ha le sue radici proprio nel
lavoro di Max Ernst.
86. ESPRESSIONISMO ASTRATTO
CARATTERISTICHE COMUNI:
Predilezione per le ampie tele in canapa.
L'enfasi per superfici particolarmente piatte.
Ogni area della tela viene curata allo stesso modo (per
esempio, al contrario, alcuni stili prediligono
concentrare la raffigurazione nell'area centrale
rispetto ai bordi).
87. ESPRESSIONISMI ASTRATTO
Dimostrò la vitalità e la creatività d’America
negli anni del dopoguerra, così come il suo
bisogno (o abilità) di sviluppare un senso estetico
che non fosse ristretto negli standard europei di
bellezza.
Dal 1960, la corrente perse l'impatto e non fu più
a lungo tanto influente. Alcuni movimenti, come
la pop art e il minimalismo, furono una
controrisposta e una ribellione verso quello che
l'espressionismo astratto aveva generato.
89. POP ART
Deriva dalla parola inglese “popular art” ovvero arte
popolare (arte di massa, prodotta in serie).
Nasce in Gran Bretagna alla fine degli anni cinquanta,
ma si sviluppa soprattutto negli USA a partire dagli
anni sessanta, estendendo la sua influenza in tutto il
mondo occidentale.
In contrapposizione con l'eccessivo intellettualismo
dell'Espressionismo Astratto e rivolge la propria
attenzione agli oggetti, ai miti e ai linguaggi della
società dei consumi.
91. POP ART
La mercificazione dell'uomo moderno, l'ossessivo
martellamento pubblicitario, il consumismo eletto a
sistema di vita sono i fenomeni dai quali gli artisti pop
attingono le loro motivazioni.
È un'arte aperta alle forme più popolari di
comunicazione: i fumetti, la pubblicità, i quadri
riprodotti in serie.
Il fatto di voler mettere sulla tela o in scultura oggetti
quotidiani elevandoli a manifestazione artistica si può
idealmente collegare al movimento svizzero Dada, ma
completamente spogliato da quella carica anarchica e
provocatoria.
92. POP ART
La critica alla società dei consumi, degli hamburger,
delle auto, dei fumetti si trasforma presto in merce, in
oggetto che si pone sul mercato (dell’arte).
Gli artisti che hanno fatto parte di questo movimento
hanno avuto un ruolo rivoluzionario introducendo
nella loro produzione l'uso di strumenti e mezzi non
tradizionali della pittura, come il collage, la fotografia,
il cinema, il video.
94. ANDY WARHOL
La sua attività artistica conta tantissime opere.
Produceva in serie con l'ausilio dell'impianto
serigrafico. Le sue opere più famose sono diventate
delle icone: Marilyn Monroe e tante altre.
La ripetizione era il suo metodo di successo: su
grosse tele riproduceva moltissime volte la stessa
immagine alterandone i colori (prevalentemente vivaci
e forti).
Prendendo immagini pubblicitarie di grandi marchi
commerciali (famose le sue bottiglie di Coca Cola) o
immagini d'impatto come incidenti stradali o sedie
elettriche, riusciva a svuotare di ogni significato le
immagini che rappresentava proprio con la ripetizione
dell'immagine stessa su vasta scala.
100. ARTE CONCETTUALE
Il movimento artistico che porta questo nome si è
sviluppato dagli Stati Uniti d'America a partire dalla
seconda metà degli anni sessanta.
I concetti e le idee espresse sono più importanti del
risultato estetico e percettivo dell'opera stessa.
Critica ironica al mercato
dell’arte, disposto a
comprarlo tutto a patto che
sia firmato.
Merda d’artista (Piero
Manzoni, 1961).
101. ARTE CONCETTUALE
La definizione di arte concettuale nel contesto dell'arte
contemporanea si deve a Joseph Kosuth che lo utilizzò verso
la metà degli anni sessanta per definire il suo obiettivo di
un'arte fondata sul pensiero e non più su un ormai frainteso
ed e.quivoco piacere estetico.
Nel 1965 realizzò l'opera Una e tre sedie che comprendeva
una vera sedia, una sua riproduzione fotografica ed un
pannello su cui era stampata la definizione da dizionario
della parola "sedia": l'artista proponeva tre maniere diverse
di presentare un oggetto artisticamente. L’oggetto appare
nelle sue tre dimensioni: la fotografia come icona, la
definizione come condizione linguistica e l’oggetto stesso.
Kosuth provoca un’attitudine analitica su come si
percepisce un oggetto. La temporalità è inoltre una
conseguenza logica di questi tre livelli: la sedia è presente,
la fotografia passato e il testo atemporale perché diviene un
concetto neutro.
103. ARTE CONCETTUALE
In ambito concettuale fiorirono anche due forme di
azione artistica come l'happening e la performance
che, nonostante forti ed evidenti analogie, si
distinguono invece per la componente
d'improvvisazione anche collettiva tipica
dell'happening che non ritroviamo nella performance,
più vicina alla pianificazione registica e
drammaturgica propria del teatro.
Eventi che in particolare promuovono l’effimero, il
mutevole, il riavvicinamento tra arte e vita.
ANTEFATTI STORICI: Le serate futuriste e il
dadaista Cabaret Voltaire.
104. HAPPENING E PERFORMANCE
Gli happening avvengono generalmente in luogo
pubblico, all'aperto come fosse un gesto di irruzione
nella quotidianità. Hanno conquistato fama gli
happening di Spencer Tunick che coinvolgono una
massa di persone nude.
La Performance art è una forma artistica dove
l'azione di un individuo o di un gruppo, in un luogo
particolare e in un momento particolare costituiscono
l'opera. Può avvenire in qualsiasi luogo e in qualsiasi
momento, o per una durata di tempo qualsiasi.
Coinvolgono quattro elementi base: tempo, spazio, il
corpo dell'artista e la relazione tra artista e pubblico;
in contrapposizione a pittura e scultura, tanto per
citare due esempi, dove un oggetto costituisce l'opera.
107. JOSEPH BEUYS
I LIKE AMERICA AND AMERICA LIKES ME
(1974)
All’aereoporto fu caricato su un’ambulanza e portato a
una galleria di Downtown a New York. Qui aveva
programmato la sua permanenza in compagnia di un
coyote. Beuys aveva rifiutato di mettere ufficialmente
piede negli Stati Uniti, mentre questi avessero
perpetrato la guerra contro il Vietnam. Dopo una
settimana di vita nella galleria a stretto contatto con il
coyote e sotto l’occhio del pubblico, si fece riavvolgere
nelle coperte e portare, senza poter vedere niente,
all’aereo che l’avrebbe ricondotto in Europa.
108. JOSEPH BEUYS
Per Beuys “l’arte è l’unica possibilità di evoluzione,
l’unica possibilità di cambiare la situazione nel mondo
[…] Ogni essere vivente è un artista”.
Con Beuys il concetto di artistico si amplia, l’arte è
tutto ciò che modifica la coscienza, diventa un atto
quotidiano non limitato al contesto artistico. Anche se
nella maggior parte delle azioni di Beuys lo spettatore
è soltanto un osservatore passivo, testimone di ciò che
accade, la modificazione del concetto di creatività
umana rende la ricerca di Beuys estremamente
interessante.
109. LAND ART
In quest’arte spirito documentaristico e nesso tra
azione e territorio esplorarono inusitati ambiti
espressivi con risultati artistici spesso molto
convincenti (dagli impacchettamenti del bulgaro
Christo alle passeggiate dell'inglese Richard Long.
Robert Smithson
113. OP ART (OPTICA ART)
Arte essenzialmente grafica dove si vogliono provocare
principalmente le illusioni ottiche, tipicamente di
movimento, attraverso l’accostamento opportuno di
particolari soggetti astratti o sfruttando il colore.
Viene spesso inclusa nel più grande movimento
dell’arte cinetica, della quale approfondisce l’esame
dell’illusione bidimensionale.
Gli artisti vogliono ottenere effetti che inducono uno
stato di instabilità percettiva. In tal modo, essi
stimolano il coinvolgimento dell'osservatore
116. MINIMALISMO
È una corrente artistica che nacque e si sviluppò negli
Stati Uniti d'America nei primi anni sessanta.
Non ci è stato un gruppo di artisti che ha definito il
proprio lavoro con questo termine o che si è
riconosciuto come appartenente a questa corrente. Il
termine si è quindi diffuso per mezzo dei critici d'arte e
della stampa.
Sono considerati come artisti fondamentali per
l'affermazione di questa corrente Carl Andre, Dan
Flavin, Donald Judd, Sol LeWitt.
117. MINIMALISMO
CARATTERISTICA COMUNE:
-L'utilizzo di un lessico formale essenziale (le
opere sono composte da pochi elementi).
-I materiali in alcuni casi derivano da produzioni
industriali.
-Alcune delle matrici formali sono la geometria,
il cromatismo limitato, l'assenza di decorazione,
l'assenza di un riferimento allegorico.
118. MINIMALISMO
Il risultato è oggettuale. Oggetti geometricamente
definiti, formati dalla ripetizione e variazione di
elementi primari, forme pure, semplici.
La pittura dalla parete passa ad occupare lo spazio
libero individuale, autonomo, a vivere completamente
lo spazio che occupa rendendolo anch'esso parte
integrante dell'opera d'arte.
Spesso le opere sono realizzate attraverso
procedimenti industriali, in sfavore dell'artigianalità.
L'esecuzione è sottratta alla mano dell'artista e
affidata alla precisione dello strumento meccanico
120. DAN FLAVIN SI SERVE DI LAMPADE
FLUORESCENTI UTILIZZANDO GLI ELEMENTI
LUMINOSI IN UN DUALE GIOCO DI
PRESENTAZIONE COMPOSITIVA OGGETTUALE E
RIDEFINIZIONE DELLO SPAZIO.
121. MINIMALISMO
DONALD JUDD DISPONE PARALLELEPIPEDI
IDENTICI, REALIZZATI INDUSTRIALMENTE,
SULLA PARETE SOVRAPPONENDOLI
VERTICALMENTE E LASCIANDO UNA MISURATA E
IDENTICA DISTANZA TRA OGNI ELEMENTO.
122. ARTE POVERA
Fa ricorso a materiali "poveri" come terra, legno,
ferro, stracci, plastica, scarti industriali valorando la
loro fluidità, elasticità, conduttibilità e capacità per
trasformarsi.
Un'altra caratteristica del lavoro degli artisti del
movimento è il ricorso alla forma dell'installazione,
come luogo della relazione tra opera e ambiente.
Gran parte degli artisti del gruppo – Giovanni
Anselmo, Jannis Kounellis, Mario Merz, Michelangelo
Pistoletto - manifestano un interesse esplicito per i
materiali utilizzati; mentre alcuni – segnatamente
Alighiero Boetti e Giulio Paolini – hanno fin dall'inizio
una propensione più concettuale.
123. ARTE POVERA
L'obiettivo di questi artisti era quello di superare l'idea
tradizionale secondo cui l'opera d'arte occupa un livello
di realtà sovratemporale e trascendente.
Per questo motivo risulta importante la provocazione
che deriva dall'opera di Giovanni Anselmo Scultura
che mangia (1968, collezione Sonnabend, New York),
formata da due blocchi di pietra che schiacciano un
cespo di lattuga, vegetale il cui destino inevitabile è
quello di deperire.
125. GIULIO PAOLINI
UNA CRITICA CONTRO
LA CONCEZIONE
DELL'UNICITÀ ED
IRRIPETIBILITÀ
DELL'OPERA D'ARTE:
MIMESIS, CHE
CONSISTE IN DUE
IDENTICI CALCHI DI
GESSO
RAPPRESENTANTI UNA
SCULTURA DELL'ETÀ
CLASSICA, POSTI
L'UNO DI FRONTE
ALL'ALTRO CON LO
SCOPO DI FINGERE
UNA CONVERSAZIONE.
126. I SUOI TANTI IGLOO, CREATI CON DIFFERENTI MATERIALI
(AD ESEMPIO METALLO, VETRO, LEGNO, ETC.), SONO
SUPERFICI PITTORICHE LONTANE DALLA TRADIZIONE. Ê
ANCHE UNA RIFLESSIONE SULLO SPAZIO INTERNO E
ESTERNO.
GLI IGLÙ SONO UNA METAFORA PER DIRE CHE L’ARTE E
TRANSITORIA E SEMPRE CAMBIANTE (COME LE CASE DEI
NOMADI).