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Identificazione, formazione ed autenticità nel
caso del discente disabile
Leonardo Angelini, Parma 9.6.14
1. Gruppi di protezione e gruppi di
unità sovrapposte in scuola
Docente e discente: stesso etimo
 “dek” = ricevere mentalmente
 Allusione ad una situazione di scambio
 Uno scambio diseguale, ma importante per il
docente  che riceve una conferma della propria
qualità (di docente e di persona) dai progressi e
dall’amore (dall’attaccamento) dei discenti
 Su queste basi poggia l’alleanza educativa
Duplice dimensione dello
scambio
 Per il discente: istruzione  educazione
 In  struere = costruire dentro, instillare il sapere
 Ex  ducere = spostare da un luogo (quello della
ferinità) all’altro (quello della socialità)
 Cioè duplice dimensione come: apprendimento 
e processo maturativo (di tutta la personalità)
 Per il docente: stessa cosa
 Essere confermato sul piano professionale  ed
umano
 La rinuncia del doc. all’educazione - cioè - implica
una duplice riduzione: di se stesso a istruttore 
dei discenti ad alunni
Uno scambio mediato dal fare
 La scuola è un luogo in cui
l’operatività pervade la scena
 (Lo vedremo meglio domattina):
l’affettività è presente, ma viene
filtrata attraverso l’operatività
 L’alleanza educativa centrata sul
fare operativo
 All’interno di questo quadro
operativo le identificazioni
“crociate” svolgono una funzione
importante
 Soprattutto quelle fra docente e
discente, ma non solo quelle 
La camera degli specchi
 Anche quelle – sempre crociate – fra docente e
genitori (att!! questo è poi molto importante nel
caso dei disabili) dei discenti (singoli e come
gruppo)
 Fra docente, altri docenti e classe
Disabilità e ritardo
 La disabilità può essere associata ad un ritardo
intellettivo, o no (es. disabilità a livello neuro-
sensoriale)
 Nel primo caso: problemi a livello intellettivo
(dell’Io) = ritardo
 Nel secondo problemi a livello didattico (ausili) e
a livello dell’immagine di sé
 Noi c’interesseremo prevalentemente al primo
ordine di problemi
Lo scambio docente
- discente disabile
 Accentuazione della diseguaglianza dello scambio 
il docente dà molto e riceve pochissimo, almeno sul
piano degli apprendimenti
 Ciò può sedimentare nel docente vari sentimenti
spesso ambivalenti
 .. e può essere compensato, o meno (e + o –
grandemente) da ciò che accade a livello affettivo
 .. ma se ci si accontenta di questo viene meno il
presupposto che l’alleanza educativa deve essere
centrata sul fare operativo anche di fronte al disc.
Istruzione ed educazione nel caso
del discente disabile
 Istruzione: Apprendimento + o – rallentato a
seconda del tipo di deficit (il disabile con ritardo
presenta problemi a livello dell’Io, cioè a liv.
intellettivo)
 Educazione: processo di autonomizzazione
compromesso (“stabile identità precaria”,
Montobbio)
 Ma nella maggior parte dei casi meno problemi di
“gravosità” rispetto ai b.i e r.i svantaggiati e
deprivati (che presentano invece problemi a
livello del Super Io eo Ideale dell’Io)
------------------
Progressi del discente disabile, e conferme della
Fare operativo e discente
disabile
 Per capire meglio: processo di individuazione –
separazione: unità duale – area transizionale –
gioco – gioco condiviso – operatività –
operatività condivisa (lavoro)
 Con l’arrivo in scuola elem. il normodotato è già
pienam. proteso verso l’operatività
 Ma il disabile meno , o - nel caso del grave -
MOLTO MENO
 La funzione del docente è quella di disporsi come
io ausiliario del discente
 Nel caso dei più gravi 
I docenti di fronte ai bisogni del grave
1. Necessità d'essere contenuto 
funzione di contenimento
2. Necessità di essere ricomposto 
funzione di integrazione fra le varie sue
parti
3. Necessità di avere un complemento -
amplificatore  essere in grado di
sapere calibrare fare e lasciar fare
valorizzando quello che il grave ha fatto,
anche se pochissimo
4. Necessità di avere q.o che faccia da
ponte verso lo sviluppo sociale: da figlio
 Quali parti di me rappresenta? (infantili, opache, fragili,
oscene, etc.)
 E come reagisco di fronte a questi rispecchiamenti?
 e con le loro famiglie? Con la loro impossibilità di
elaborare il lutto per la mancata nascita del figlio
normale? Cosa rappresento io per loro?
 Cosa sono per le altre docenti?
 Identificazione del disabile con i pari (ad es. di fronte
Identificazioni crociate del docente col
disabile e la sua famiglia
Autenticità e apprendimento del
disabile
 Alternativa fra: 1. autenticità  2.
situazione “come se” (non
autentica, falsa)
 Questo vale soprattutto per gli
apprendimenti, che vanno tarati
sui limiti e – sopratt. – sulle
potenzialità residue attuali
 Importanza di una rilettura
puntuale e dinamica delle
potenzialità e dei limiti attuali (il
PEI deve essere aggiornato ogni
anno)
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ns tre incontri: cosa fare con chi,
Autenticità ed educazione del
disabile
 Ex-ducere = percorso che dalla
ferinità conduce alla socialità
 Se l’istruzione si coniuga con
l’educazione ecco che l’opera
del docente (dei docenti!!) con il
disabile si amplia enormemente
 dall’unità duale, all’area
transizionale, al gioco, al gioco
condiviso, all’operatività,
all’operatività condivisa 
 Sotto la guida di un adulto che
testimonia agli occhi del disabile
eo della sua famiglia l’uscita dal
gruppo affettivo primario e
Gruppi di protezione gruppi di unità
sovrapposte a scuola
 Protezione = i componenti di questo tipo
di gruppo tendono a confondersi nel
gruppo, a perdere le proprie componenti
individuali quando sono in esso
 Unità sovrapposte = ciascuno mantiene il
proprio profilo individuale nel gruppo
 (l’esempio del ragioniere tifoso)
 Ogni gruppo presenta questa duplice
dimensione, ma nei gruppi maturi e sani
adulti la dimensione delle unità
sovrapposte prevale
 nel passaggio dalle elementari alle
medie per i normodotati si sviluppa il
processo d’individuazione. Per i disabili
molto più lentamente .. in un continuum
Il disabile in età evolutiva = maggiori
esigenze di protezione
 Normalmente il processo di individuazione
può essere visto anche come una
crescente capacità di abitare gruppi di unità
sovrapposte (che, non dimentichiamolo, in
ogni momento della storia dei gruppi
possono regredire a gruppi di protezione)
 Nel caso dei disabili in età evolutiva le
esigenze di protezione rimangono sempre
alte
 Anche se ciò non toglie che pure per i
disabili si ponga il problema del processo
d’individuazione (il concetto di stabile
identità precaria ci permette ci intuire
Funzioni svolte dal docente del disabile in età
evolutiva Sostenere questa duplice esigenza del
disabile:
1. Protezione (sostegno) all’interno di un
gruppo – classe che si avvia sempre più
verso l’accentuazione della definizione di
un profilo individuale dei singoli via via più
netto.
2. Individuazione all’interno di un quadro in cui
i ritardi a livello dell’io permettono al max di
giungere ad una stabile identità precaria
3. Investimento sulle parti sane residue (al
contrario del riabilitatore che deve prendersi
cura anche di quelle meno sane):
riosservazione!!
4. Alleanza con famiglia, equipe riabilitativa e
altri docenti
Fine
grazie per l’attenzione

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disabili e gruppi, Parma 9.6.14

  • 1. Identificazione, formazione ed autenticità nel caso del discente disabile Leonardo Angelini, Parma 9.6.14 1. Gruppi di protezione e gruppi di unità sovrapposte in scuola
  • 2. Docente e discente: stesso etimo  “dek” = ricevere mentalmente  Allusione ad una situazione di scambio  Uno scambio diseguale, ma importante per il docente  che riceve una conferma della propria qualità (di docente e di persona) dai progressi e dall’amore (dall’attaccamento) dei discenti  Su queste basi poggia l’alleanza educativa
  • 3. Duplice dimensione dello scambio  Per il discente: istruzione educazione  In struere = costruire dentro, instillare il sapere  Ex ducere = spostare da un luogo (quello della ferinità) all’altro (quello della socialità)  Cioè duplice dimensione come: apprendimento e processo maturativo (di tutta la personalità)  Per il docente: stessa cosa  Essere confermato sul piano professionale ed umano  La rinuncia del doc. all’educazione - cioè - implica una duplice riduzione: di se stesso a istruttore dei discenti ad alunni
  • 4. Uno scambio mediato dal fare  La scuola è un luogo in cui l’operatività pervade la scena  (Lo vedremo meglio domattina): l’affettività è presente, ma viene filtrata attraverso l’operatività  L’alleanza educativa centrata sul fare operativo  All’interno di questo quadro operativo le identificazioni “crociate” svolgono una funzione importante  Soprattutto quelle fra docente e discente, ma non solo quelle 
  • 5. La camera degli specchi  Anche quelle – sempre crociate – fra docente e genitori (att!! questo è poi molto importante nel caso dei disabili) dei discenti (singoli e come gruppo)  Fra docente, altri docenti e classe
  • 6. Disabilità e ritardo  La disabilità può essere associata ad un ritardo intellettivo, o no (es. disabilità a livello neuro- sensoriale)  Nel primo caso: problemi a livello intellettivo (dell’Io) = ritardo  Nel secondo problemi a livello didattico (ausili) e a livello dell’immagine di sé  Noi c’interesseremo prevalentemente al primo ordine di problemi
  • 7. Lo scambio docente - discente disabile  Accentuazione della diseguaglianza dello scambio  il docente dà molto e riceve pochissimo, almeno sul piano degli apprendimenti  Ciò può sedimentare nel docente vari sentimenti spesso ambivalenti  .. e può essere compensato, o meno (e + o – grandemente) da ciò che accade a livello affettivo  .. ma se ci si accontenta di questo viene meno il presupposto che l’alleanza educativa deve essere centrata sul fare operativo anche di fronte al disc.
  • 8. Istruzione ed educazione nel caso del discente disabile  Istruzione: Apprendimento + o – rallentato a seconda del tipo di deficit (il disabile con ritardo presenta problemi a livello dell’Io, cioè a liv. intellettivo)  Educazione: processo di autonomizzazione compromesso (“stabile identità precaria”, Montobbio)  Ma nella maggior parte dei casi meno problemi di “gravosità” rispetto ai b.i e r.i svantaggiati e deprivati (che presentano invece problemi a livello del Super Io eo Ideale dell’Io) ------------------ Progressi del discente disabile, e conferme della
  • 9. Fare operativo e discente disabile  Per capire meglio: processo di individuazione – separazione: unità duale – area transizionale – gioco – gioco condiviso – operatività – operatività condivisa (lavoro)  Con l’arrivo in scuola elem. il normodotato è già pienam. proteso verso l’operatività  Ma il disabile meno , o - nel caso del grave - MOLTO MENO  La funzione del docente è quella di disporsi come io ausiliario del discente  Nel caso dei più gravi 
  • 10. I docenti di fronte ai bisogni del grave 1. Necessità d'essere contenuto  funzione di contenimento 2. Necessità di essere ricomposto  funzione di integrazione fra le varie sue parti 3. Necessità di avere un complemento - amplificatore  essere in grado di sapere calibrare fare e lasciar fare valorizzando quello che il grave ha fatto, anche se pochissimo 4. Necessità di avere q.o che faccia da ponte verso lo sviluppo sociale: da figlio
  • 11.  Quali parti di me rappresenta? (infantili, opache, fragili, oscene, etc.)  E come reagisco di fronte a questi rispecchiamenti?  e con le loro famiglie? Con la loro impossibilità di elaborare il lutto per la mancata nascita del figlio normale? Cosa rappresento io per loro?  Cosa sono per le altre docenti?  Identificazione del disabile con i pari (ad es. di fronte Identificazioni crociate del docente col disabile e la sua famiglia
  • 12. Autenticità e apprendimento del disabile  Alternativa fra: 1. autenticità 2. situazione “come se” (non autentica, falsa)  Questo vale soprattutto per gli apprendimenti, che vanno tarati sui limiti e – sopratt. – sulle potenzialità residue attuali  Importanza di una rilettura puntuale e dinamica delle potenzialità e dei limiti attuali (il PEI deve essere aggiornato ogni anno)  Importanza del tema di fondo dei ns tre incontri: cosa fare con chi,
  • 13. Autenticità ed educazione del disabile  Ex-ducere = percorso che dalla ferinità conduce alla socialità  Se l’istruzione si coniuga con l’educazione ecco che l’opera del docente (dei docenti!!) con il disabile si amplia enormemente  dall’unità duale, all’area transizionale, al gioco, al gioco condiviso, all’operatività, all’operatività condivisa   Sotto la guida di un adulto che testimonia agli occhi del disabile eo della sua famiglia l’uscita dal gruppo affettivo primario e
  • 14. Gruppi di protezione gruppi di unità sovrapposte a scuola  Protezione = i componenti di questo tipo di gruppo tendono a confondersi nel gruppo, a perdere le proprie componenti individuali quando sono in esso  Unità sovrapposte = ciascuno mantiene il proprio profilo individuale nel gruppo  (l’esempio del ragioniere tifoso)  Ogni gruppo presenta questa duplice dimensione, ma nei gruppi maturi e sani adulti la dimensione delle unità sovrapposte prevale  nel passaggio dalle elementari alle medie per i normodotati si sviluppa il processo d’individuazione. Per i disabili molto più lentamente .. in un continuum
  • 15. Il disabile in età evolutiva = maggiori esigenze di protezione  Normalmente il processo di individuazione può essere visto anche come una crescente capacità di abitare gruppi di unità sovrapposte (che, non dimentichiamolo, in ogni momento della storia dei gruppi possono regredire a gruppi di protezione)  Nel caso dei disabili in età evolutiva le esigenze di protezione rimangono sempre alte  Anche se ciò non toglie che pure per i disabili si ponga il problema del processo d’individuazione (il concetto di stabile identità precaria ci permette ci intuire
  • 16. Funzioni svolte dal docente del disabile in età evolutiva Sostenere questa duplice esigenza del disabile: 1. Protezione (sostegno) all’interno di un gruppo – classe che si avvia sempre più verso l’accentuazione della definizione di un profilo individuale dei singoli via via più netto. 2. Individuazione all’interno di un quadro in cui i ritardi a livello dell’io permettono al max di giungere ad una stabile identità precaria 3. Investimento sulle parti sane residue (al contrario del riabilitatore che deve prendersi cura anche di quelle meno sane): riosservazione!! 4. Alleanza con famiglia, equipe riabilitativa e altri docenti