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PUBLIO VIRGILIO MARONE




                         1
BIOGRAFIA
• Nacque il 15 di ottobre del 70 a.C. vicino
  Mantova, e precisamente nel villaggio di
  Andes, figlio di un proprietario terriero ebbe
  istruzione completa.
• Studia a Roma scuola di retorica, si trasferisce
  a Napoli dove studia la filosofia epicurea
  presso Sirone.
• Conduce vita tranquilla e ritirata dal carattere
  timido e schivo.

                                                     2
• Gli anni in cui Virgilio si trova a vivere sono anni di grandi sconvolgimenti a
  causa delle guerre civili: prima lo scontro tra Cesare e Pompeo, culminato
  con la sconfitta di quest’ultimo a Farsalo (48 a.C.),
• poi l’uccisione di Cesare (44 a.C.) in una congiura e lo scontro tra Ottaviano
  e Marco Antonio da una parte e i cesaricidi (Bruto e Cassio)
  dall’altra, culminato con la battaglia di Filippi (42 a.C.).
• Virgilio fu toccato direttamente da queste tragedie: infatti la distribuzione
  delle terre ai veterani dopo la battaglia di Filippi mise in grave pericolo le
  sue proprietà nel mantovano che furono confiscate al padre ed ai fratelli, i
  quali si spostarono poi a Napoli con il poeta.
• Da allora per tutta la vita Virgilio, attraverso la sua opera, cercherà appoggi
  ed aiuto presso diversi personaggi politici (Pollione, Varo, Gallo, Mecenate
  e lo stesso Augusto) ma senza mai riuscire ad ottenere alcunché.




                                                                                3
• Dopo il successo delle Bucoliche, venne in contatto con Mecenate
  ed entrò a far parte del suo circolo, che raccoglieva molti letterati
  famosi dell’epoca. I
• l vate frequentava le tenute terriere di Mecenate, che egli
  possedeva in Campania nei pressi di Atella ed in Sicilia.
• Attraverso Mecenate Virgilio conobbe Augusto e collaborò alla
  diffusione della sua ideologia politica. Divenne il maggiore poeta di
  Roma e dell’impero.
  Morì a Brindisi il 21 settembre del 19 a.C. (calendario giuliano), di
  ritorno da un improvviso viaggio in Grecia, secondo i biografi per un
  colpo di sole.
• Infatti, prima di morire, Virgilio raccomandò ai suoi compagni di
  studio Tucca e Varo di distruggere il manoscritto dell’Eneide. Ma i
  due, per timore o per colpa, consegnarono i manoscritti
  all’imperatore.

                                                                      4
• I resti del grande poeta furono poi trasportati a
  Napoli, dove sono custoditi in un tumulo tuttora
  visibile, sulla collina di Posillipo.
• Purtroppo l’urna che conteneva i suoi resti andò
  dispersa nel Medioevo.
• Sulla tomba fu posto il celebre epitaffio: Mantua
  me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc
  Parthenope; cecini pascua, rura, duces; ovvero:
  "Mi generò Mantova, la Calabria [la Puglia] mi
  rapì: ora mi custodisce Partenope [Napoli]; cantai
  i pascoli [le Bucoliche], i campi [le Georgiche], i
  capi guerrieri(l’Eneide]".

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LE OPERE
•   Un primo gruppo di opere (noto dal Cinquecento come Appendix Vergiliana) fu composto tra il 44
    a.C. ed il 38 a.C. tra Roma e Napoli;
•   Alla spicciolata (Catalepton)
•   Focaccia (Moretum)
•   Canti a Priapo (Priapea)
•   Epigrammi (Epigrammata): che comprendono le Rose (Rosae), E non è (Est et non), Uomo buono
    (Vir bonus), Elegia in Maecenatis obitu, Hortulus, Il vino e Venere (De vino et Venere), Il livore (De
    livore), Il canto delle Sirene (De cantu Sirenarum), Il giorno natale (De die natali), La fortuna (De
    fortuna), Su Orfeo (De Orpheo), Su sè stesso (De se ipso), Le età degli animali (De aetatibus
    animalium), Il gioco (De ludo), De aerumnis Herculis, De Musarum inventis, Lo specchio (De
    speculo), Mira Vergilii versus experientia, Mira Vergilii experientia, I quattro tempi dell'anno (De
    quattuor temporibus anni), La nascita del sole (De ortu solis), I lavori di Ercole (De Herculis
    laboribus), La lettera Y (De littera Y), ed I segni celesti (De signis caelestibus).
•   Oste (Copa) (solo secondo il biografo Servio)
•   Maledizioni (Dirae)
•   Airone (Ciris)
•   Zanzara (Culex)
•   Etna (Aetna)
•   Gesta romane (Res romanae), opera solo progettata e poi abbandonata




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•   Opere successive:
•   Bucoliche (Bucolica): composte in due o tre anni tra il 39 ed il 36 a.C. a Napoli, sono una raccolta di dieci ecloghe di
    stile perlopiù bucolico e che seguono il modello del poeta siciliano Teocrito. La quarta ecloga è dedicata a Pollione,
    la sesta a Varo, e la decima a Gallo: tre potenti governatori della provincia cisalpina presso cui il poeta sperava di
    trovare favore per rientrare in possesso delle proprie terre perdute durante l’esproprio.
•   Georgiche (Georgicon): composte a Napoli in sette anni (tra il 36 a.C. ed il 29 a.C.) e suddivise in quattro libri. È un
    poema didascalico sul lavoro dei campi, sull’arboricoltura (in particolare della vite e dell’olivo), sull’allevamento e
    sull'apicoltura come metafora di un’ideale società umana.
•   Ciascun libro presenta una digressione: il primo sulla morte di Cesare, il secondo con un elogio all’Italia, il terzo
    sulla peste. Il poema si conclude con l’esposizione del mito di Aristeo. In realtà, nella prima stesura delle
    Georgiche, la conclusione del IV libro era dedicata a Cornelio Gallo ma, caduto questi in disgrazia presso Augusto,
    a Virgilio fu poi ordinato di concludere l’opera in modo diverso. L’opera fu dedicata a Mecenate. Si tratta
    sicuramente di uno dei più grandi capolavori della letteratura latina e l’espressione più alta dell’autentica e vera
    poesia virgiliana. I modelli qui seguiti sono Esiodo e Varrone.
•   Eneide (Aeneis): poema epico composto a Napoli, Atella ed in Sicilia in dieci anni (tra il 29 a.C. ed il 19 a.C.) e
    suddiviso in dodici libri. Opera monumentale, considerata dai contemporanei alla stregua di un’Iliade latina, fu il
    libro ufficiale sacro all’ideologia del regime di Augusto sancendo l’origine e la natura divina del potere imperiale.
    Naturalmente il modello fu Omero. Essa narra la storia di Enea, esule da Ilio e fondatore della divina gens Iulia.
    Secondo alcuni biografi l’opera si sarebbe dovuta articolare in ventiquattro libri, che comprendevano la storia
    romana fino ai tempi di Augusto. Il poema rimase privo di revisione, e nonostante Virgilio prima di partire per
    l’Oriente ne avesse chiesto la distruzione e ne avesse vietato la diffusione in caso di sua morte, esso fu pubblicato
    per volere dell’imperatore. Nel XV secolo il poeta Maffeo Vegio compose in esametri il Supplementum Aeneidos,
    cioè il tredicesimo libro a completare il poema virgiliano.




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LE BUCOLICHE
• Le Bucoliche sono un'opera del poeta latino Virgilio (Publio Virgilio
  Marone), pubblicata intorno al 38 a.C. Le Bucoliche sono una
  raccolta di componimenti formata da dieci ecloghe esametriche con
  trattazione e intonazione pastorali; ogni componimento è composto
  da 63 a 111 versi, per un totale di 829 esametri. Questa scelta
  colloca quindi l'opera nel solco neoterico-callimacheo, e
  precisamente nel filone teocriteo.
• “Bucoliche" deriva dal greco Βουκολικά (da βούκολος =
  pastore,mandriano, bovaro); sono state definite anche
  ἔκλογαι, Ecloghe, ovvero “poesie scelte”. Esse furono il primo frutto
  della poesia di Virgilio, ma, nello stesso tempo, possono essere
  considerate la trasformazione in linguaggio poetico dei precetti di
  vita appresi dalla scuola epicurea di Napoli.




                                                                      8
LE BUCOLICHE AMBIENTAZIONE
• L’ambiente dove si svolgono le vicende è una
  sorta di Eden , una campagna idealizzata.
• Il paesaggio riprende il locus amoenus di Teocrito
  , poeta siciliano del III sec. A.C.
• I riferimenti geografici sono vari, la Sicilia, la zona
  di Mantova, la regione montuosa
  dell’Arcadia, divenuta simbolo della poesia
  pastorale raffinata.
• Nella VI egloga Virgilio dichiara apertamente di
  voler fare poesia semplice non complessa
  secondo lo stile alessandrino.
                                                            9
Caratteristiche
• Riprendendo le caratteristiche della poesia neoterica le Bucoliche
  risultano un testo animato dalla forte inquietudine dell’attualità politica e
  sociale.
• Scritto tra il 42 e il 35 a.C. negli anni tra la battaglia di Filippi e quella di
  Azio ripropone da un lato la speranza di rinnovamento della società
  romana e dall’altro la preoccupazione per lutti e devastazioni di
  sanguinose guerre civili.
• I sentimenti dei pastori esprimono psicologicamente una allegoria di
  personaggi e di sfumature che sono proprie del mondo reale.
• Virigilio ama le mezze stagioni , i colori tenui sfumati del tramonto, la
  malinconia del ricordo e del rimpianto.




                                                                                  10
Allegoria delle Bucoliche
• I pastori rappresentati sono i poeti amici di Virgilio
• La realtà idealizzata dell’età dell’oro è l’auspicio
  utopistico che Roma possa ritornare ad essere la città
  idealizzata da un uomo di provincia come lo era
  Virgilio.
• Il testo apparentemente semplice presenta una
  struttura simmetrica particolarmente studiata e
  coordinata.
• Tale ordine richiama la speranza di un ritorno alla
  pace e alla stabilità sociale e politica.
                                                       11
Struttura simmetrica
1. Autobiografia
2. Monologo
3. Dialogo
4. Ecloga semibucolica
5. Centro
6. Ecloga semibucolica
7. Dialogo
8. Monologo
9. Autobiografia
10. Commiato
Se per ciascuno di queste coppie sommiamo i versi ci troviamo davanti ad un
     risultato sorprendente 1+9 =150; 2+8= 181 ; 3+7=181; 4+6 =149;

                                                                          12
Il rapporto tra poesia e potere
• Il complesso rapporto tra mondo bucolico e violenza della
  storia
• Il microcosmo bucolico appare spesso minacciato dalla
  violenza della politica ma la sua stessa sopravvivenza è legata
  alla cultura e alla sensibilità della pace che tale mondo può
  stillare nei potenti.
• Nasce un nuovo paesaggio spirituale un sogno di bellezza e
  armonia che sarà ripreso incessantemente da molti poeti del
  novecento soprattutto dopo le esperienze postbelliche.




                                                                    13
Le Georgiche
• Il poema del lavoro dei campi come simbolo di palingenesi.
• Poema epico didascalico scritto in 4 libri in esametri dal 37
  a.C. fino al 29 a.c.
• Le georgiche non sono un poema didascalico sulle tecniche
  del lavoro come il De Agricultura di Catone ma presentano nei
  versi una teologia del lavoro attraverso un messaggio
  universale che solo la fatica, l’impegno e il lavoro potranno
  portare all’uomo un periodo di pace e tranquillità necessari a
  ritrovare quella dimensione umana sacrificata e distrutta dalla
  guerra civile e dalle lotte politiche.



                                                                14
Le fonti
•   I modelli greci : il primo tra tutti
    Esiodo con le opere e i giorni,
    Teocrito ma soprattutto Nicandro di
    Colofone (II sec. A.C. che aveva scritto
    2 libri di Georgika con appendice sul
    lavoro delle api.)
•   I modelli latini : Catone il vecchio con
    il de agri cultura, Varrone con il de re
    rusitica.
•   Ma il progetto virgiliano è
    completamente originale poichè il
    poeta mantovanonon intende offrire
    un manuale tecnico sulla conduzione
    di un’azienda agricola ma il fine è
    soprattutto ideologico.


                                               15
Le Georgiche e la restaurazione dei
          Mos Maiorum

Violenza delle    Fuga dalla
                                  Bucoliche
 guerre civili      realtà




  Fine delle     Impegno nella
                                  Georgiche
 guerre civili    ricostruzione



                                              16
Elogio del lavoro
• L’elogio del lavoro : labor omnia vicit
• La fatica dei campi non è una punizione inflitta dagli dei ma diventa un
  dono perché le menti degli uomini non vengano degenerate nel vizio.
• La personale fatica quotidiana del contadino sono alla base dei mos
  maiorum.
• Lo scontro tra Ottaviano e Antonio diventa capitale per Roma solo quando
  da una semplice guerra civile diventa lo scontro tra le sane tradizioni
  italiche e i degenerati costumi orientali.
• Il rapporto positivo tra uomo e terra nasce dalla ricompensa che la ricca
  terra da all’uomo per le sue fatiche.
• Virgilio dice che l’uomo che ricava frutti dalla sua terra in ogni stagione è
  ricco come un re nel cuore.
• Si riprende il tema dell’autarkeia di epicuro l’uomo saggio è colui che sa
  vivere con equilibrio e misura.
                                                                              17

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  • 2. BIOGRAFIA • Nacque il 15 di ottobre del 70 a.C. vicino Mantova, e precisamente nel villaggio di Andes, figlio di un proprietario terriero ebbe istruzione completa. • Studia a Roma scuola di retorica, si trasferisce a Napoli dove studia la filosofia epicurea presso Sirone. • Conduce vita tranquilla e ritirata dal carattere timido e schivo. 2
  • 3. • Gli anni in cui Virgilio si trova a vivere sono anni di grandi sconvolgimenti a causa delle guerre civili: prima lo scontro tra Cesare e Pompeo, culminato con la sconfitta di quest’ultimo a Farsalo (48 a.C.), • poi l’uccisione di Cesare (44 a.C.) in una congiura e lo scontro tra Ottaviano e Marco Antonio da una parte e i cesaricidi (Bruto e Cassio) dall’altra, culminato con la battaglia di Filippi (42 a.C.). • Virgilio fu toccato direttamente da queste tragedie: infatti la distribuzione delle terre ai veterani dopo la battaglia di Filippi mise in grave pericolo le sue proprietà nel mantovano che furono confiscate al padre ed ai fratelli, i quali si spostarono poi a Napoli con il poeta. • Da allora per tutta la vita Virgilio, attraverso la sua opera, cercherà appoggi ed aiuto presso diversi personaggi politici (Pollione, Varo, Gallo, Mecenate e lo stesso Augusto) ma senza mai riuscire ad ottenere alcunché. 3
  • 4. • Dopo il successo delle Bucoliche, venne in contatto con Mecenate ed entrò a far parte del suo circolo, che raccoglieva molti letterati famosi dell’epoca. I • l vate frequentava le tenute terriere di Mecenate, che egli possedeva in Campania nei pressi di Atella ed in Sicilia. • Attraverso Mecenate Virgilio conobbe Augusto e collaborò alla diffusione della sua ideologia politica. Divenne il maggiore poeta di Roma e dell’impero. Morì a Brindisi il 21 settembre del 19 a.C. (calendario giuliano), di ritorno da un improvviso viaggio in Grecia, secondo i biografi per un colpo di sole. • Infatti, prima di morire, Virgilio raccomandò ai suoi compagni di studio Tucca e Varo di distruggere il manoscritto dell’Eneide. Ma i due, per timore o per colpa, consegnarono i manoscritti all’imperatore. 4
  • 5. • I resti del grande poeta furono poi trasportati a Napoli, dove sono custoditi in un tumulo tuttora visibile, sulla collina di Posillipo. • Purtroppo l’urna che conteneva i suoi resti andò dispersa nel Medioevo. • Sulla tomba fu posto il celebre epitaffio: Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc Parthenope; cecini pascua, rura, duces; ovvero: "Mi generò Mantova, la Calabria [la Puglia] mi rapì: ora mi custodisce Partenope [Napoli]; cantai i pascoli [le Bucoliche], i campi [le Georgiche], i capi guerrieri(l’Eneide]". 5
  • 6. LE OPERE • Un primo gruppo di opere (noto dal Cinquecento come Appendix Vergiliana) fu composto tra il 44 a.C. ed il 38 a.C. tra Roma e Napoli; • Alla spicciolata (Catalepton) • Focaccia (Moretum) • Canti a Priapo (Priapea) • Epigrammi (Epigrammata): che comprendono le Rose (Rosae), E non è (Est et non), Uomo buono (Vir bonus), Elegia in Maecenatis obitu, Hortulus, Il vino e Venere (De vino et Venere), Il livore (De livore), Il canto delle Sirene (De cantu Sirenarum), Il giorno natale (De die natali), La fortuna (De fortuna), Su Orfeo (De Orpheo), Su sè stesso (De se ipso), Le età degli animali (De aetatibus animalium), Il gioco (De ludo), De aerumnis Herculis, De Musarum inventis, Lo specchio (De speculo), Mira Vergilii versus experientia, Mira Vergilii experientia, I quattro tempi dell'anno (De quattuor temporibus anni), La nascita del sole (De ortu solis), I lavori di Ercole (De Herculis laboribus), La lettera Y (De littera Y), ed I segni celesti (De signis caelestibus). • Oste (Copa) (solo secondo il biografo Servio) • Maledizioni (Dirae) • Airone (Ciris) • Zanzara (Culex) • Etna (Aetna) • Gesta romane (Res romanae), opera solo progettata e poi abbandonata 6
  • 7. Opere successive: • Bucoliche (Bucolica): composte in due o tre anni tra il 39 ed il 36 a.C. a Napoli, sono una raccolta di dieci ecloghe di stile perlopiù bucolico e che seguono il modello del poeta siciliano Teocrito. La quarta ecloga è dedicata a Pollione, la sesta a Varo, e la decima a Gallo: tre potenti governatori della provincia cisalpina presso cui il poeta sperava di trovare favore per rientrare in possesso delle proprie terre perdute durante l’esproprio. • Georgiche (Georgicon): composte a Napoli in sette anni (tra il 36 a.C. ed il 29 a.C.) e suddivise in quattro libri. È un poema didascalico sul lavoro dei campi, sull’arboricoltura (in particolare della vite e dell’olivo), sull’allevamento e sull'apicoltura come metafora di un’ideale società umana. • Ciascun libro presenta una digressione: il primo sulla morte di Cesare, il secondo con un elogio all’Italia, il terzo sulla peste. Il poema si conclude con l’esposizione del mito di Aristeo. In realtà, nella prima stesura delle Georgiche, la conclusione del IV libro era dedicata a Cornelio Gallo ma, caduto questi in disgrazia presso Augusto, a Virgilio fu poi ordinato di concludere l’opera in modo diverso. L’opera fu dedicata a Mecenate. Si tratta sicuramente di uno dei più grandi capolavori della letteratura latina e l’espressione più alta dell’autentica e vera poesia virgiliana. I modelli qui seguiti sono Esiodo e Varrone. • Eneide (Aeneis): poema epico composto a Napoli, Atella ed in Sicilia in dieci anni (tra il 29 a.C. ed il 19 a.C.) e suddiviso in dodici libri. Opera monumentale, considerata dai contemporanei alla stregua di un’Iliade latina, fu il libro ufficiale sacro all’ideologia del regime di Augusto sancendo l’origine e la natura divina del potere imperiale. Naturalmente il modello fu Omero. Essa narra la storia di Enea, esule da Ilio e fondatore della divina gens Iulia. Secondo alcuni biografi l’opera si sarebbe dovuta articolare in ventiquattro libri, che comprendevano la storia romana fino ai tempi di Augusto. Il poema rimase privo di revisione, e nonostante Virgilio prima di partire per l’Oriente ne avesse chiesto la distruzione e ne avesse vietato la diffusione in caso di sua morte, esso fu pubblicato per volere dell’imperatore. Nel XV secolo il poeta Maffeo Vegio compose in esametri il Supplementum Aeneidos, cioè il tredicesimo libro a completare il poema virgiliano. 7
  • 8. LE BUCOLICHE • Le Bucoliche sono un'opera del poeta latino Virgilio (Publio Virgilio Marone), pubblicata intorno al 38 a.C. Le Bucoliche sono una raccolta di componimenti formata da dieci ecloghe esametriche con trattazione e intonazione pastorali; ogni componimento è composto da 63 a 111 versi, per un totale di 829 esametri. Questa scelta colloca quindi l'opera nel solco neoterico-callimacheo, e precisamente nel filone teocriteo. • “Bucoliche" deriva dal greco Βουκολικά (da βούκολος = pastore,mandriano, bovaro); sono state definite anche ἔκλογαι, Ecloghe, ovvero “poesie scelte”. Esse furono il primo frutto della poesia di Virgilio, ma, nello stesso tempo, possono essere considerate la trasformazione in linguaggio poetico dei precetti di vita appresi dalla scuola epicurea di Napoli. 8
  • 9. LE BUCOLICHE AMBIENTAZIONE • L’ambiente dove si svolgono le vicende è una sorta di Eden , una campagna idealizzata. • Il paesaggio riprende il locus amoenus di Teocrito , poeta siciliano del III sec. A.C. • I riferimenti geografici sono vari, la Sicilia, la zona di Mantova, la regione montuosa dell’Arcadia, divenuta simbolo della poesia pastorale raffinata. • Nella VI egloga Virgilio dichiara apertamente di voler fare poesia semplice non complessa secondo lo stile alessandrino. 9
  • 10. Caratteristiche • Riprendendo le caratteristiche della poesia neoterica le Bucoliche risultano un testo animato dalla forte inquietudine dell’attualità politica e sociale. • Scritto tra il 42 e il 35 a.C. negli anni tra la battaglia di Filippi e quella di Azio ripropone da un lato la speranza di rinnovamento della società romana e dall’altro la preoccupazione per lutti e devastazioni di sanguinose guerre civili. • I sentimenti dei pastori esprimono psicologicamente una allegoria di personaggi e di sfumature che sono proprie del mondo reale. • Virigilio ama le mezze stagioni , i colori tenui sfumati del tramonto, la malinconia del ricordo e del rimpianto. 10
  • 11. Allegoria delle Bucoliche • I pastori rappresentati sono i poeti amici di Virgilio • La realtà idealizzata dell’età dell’oro è l’auspicio utopistico che Roma possa ritornare ad essere la città idealizzata da un uomo di provincia come lo era Virgilio. • Il testo apparentemente semplice presenta una struttura simmetrica particolarmente studiata e coordinata. • Tale ordine richiama la speranza di un ritorno alla pace e alla stabilità sociale e politica. 11
  • 12. Struttura simmetrica 1. Autobiografia 2. Monologo 3. Dialogo 4. Ecloga semibucolica 5. Centro 6. Ecloga semibucolica 7. Dialogo 8. Monologo 9. Autobiografia 10. Commiato Se per ciascuno di queste coppie sommiamo i versi ci troviamo davanti ad un risultato sorprendente 1+9 =150; 2+8= 181 ; 3+7=181; 4+6 =149; 12
  • 13. Il rapporto tra poesia e potere • Il complesso rapporto tra mondo bucolico e violenza della storia • Il microcosmo bucolico appare spesso minacciato dalla violenza della politica ma la sua stessa sopravvivenza è legata alla cultura e alla sensibilità della pace che tale mondo può stillare nei potenti. • Nasce un nuovo paesaggio spirituale un sogno di bellezza e armonia che sarà ripreso incessantemente da molti poeti del novecento soprattutto dopo le esperienze postbelliche. 13
  • 14. Le Georgiche • Il poema del lavoro dei campi come simbolo di palingenesi. • Poema epico didascalico scritto in 4 libri in esametri dal 37 a.C. fino al 29 a.c. • Le georgiche non sono un poema didascalico sulle tecniche del lavoro come il De Agricultura di Catone ma presentano nei versi una teologia del lavoro attraverso un messaggio universale che solo la fatica, l’impegno e il lavoro potranno portare all’uomo un periodo di pace e tranquillità necessari a ritrovare quella dimensione umana sacrificata e distrutta dalla guerra civile e dalle lotte politiche. 14
  • 15. Le fonti • I modelli greci : il primo tra tutti Esiodo con le opere e i giorni, Teocrito ma soprattutto Nicandro di Colofone (II sec. A.C. che aveva scritto 2 libri di Georgika con appendice sul lavoro delle api.) • I modelli latini : Catone il vecchio con il de agri cultura, Varrone con il de re rusitica. • Ma il progetto virgiliano è completamente originale poichè il poeta mantovanonon intende offrire un manuale tecnico sulla conduzione di un’azienda agricola ma il fine è soprattutto ideologico. 15
  • 16. Le Georgiche e la restaurazione dei Mos Maiorum Violenza delle Fuga dalla Bucoliche guerre civili realtà Fine delle Impegno nella Georgiche guerre civili ricostruzione 16
  • 17. Elogio del lavoro • L’elogio del lavoro : labor omnia vicit • La fatica dei campi non è una punizione inflitta dagli dei ma diventa un dono perché le menti degli uomini non vengano degenerate nel vizio. • La personale fatica quotidiana del contadino sono alla base dei mos maiorum. • Lo scontro tra Ottaviano e Antonio diventa capitale per Roma solo quando da una semplice guerra civile diventa lo scontro tra le sane tradizioni italiche e i degenerati costumi orientali. • Il rapporto positivo tra uomo e terra nasce dalla ricompensa che la ricca terra da all’uomo per le sue fatiche. • Virgilio dice che l’uomo che ricava frutti dalla sua terra in ogni stagione è ricco come un re nel cuore. • Si riprende il tema dell’autarkeia di epicuro l’uomo saggio è colui che sa vivere con equilibrio e misura. 17