Pareri del PD di San Donato sul PGT, 13 gennaio 2011
1. Al Sindaco di San Donato Milanese
Dott. Mario Dompè
Al Dirigente dell’area Territorio, Ambiente e
Attività produttive
Arch. Alberto Schgor
Al Segretario Comunale
Dott.ssa Antonella Cambio
Al Presidente del Consiglio Comunale
Luca Compagnone
e p.c. ai Consiglieri Comunali
OGGETTO : Approvazione degli atti costituenti il PGT del Comune di San Donato
Milanese – Parere del Partito Democratico di San Donato Milanese
espresso ai sensi dell’art.13, co.3, della L.R. n.12/2005 della Regione
Lombardia.
Il Segretario cittadino del Partito Democratico, a nome dei cittadini di SDM iscritti e
simpatizzanti di tale Partito, esprime al Sindaco di San Donato Milanese, agli altri Soggetti in
indirizzo nonché ai Consiglieri Comunali, cui tale atto viene inviato per conoscenza, il parere di
cui all’art.13, co.3, della L.R. n.12/2005, in merito agli atti costituenti il PGT, nella sua veste
di “parte sociale” rappresentativa del territorio.
La nostra attenzione nell’esprimere un parere motivato sugli atti costituenti il PGT predisposti
da codesta Amministrazione si è focalizzata su tre aspetti:
1. la capacità del PGT di preservare il più possibile il nostro territorio dall’uso di nuovo suolo
e dalla cementificazione indiscriminata, utilizzando al meglio le edificazioni già presenti in
San Donato e le trasformazioni delle destinazioni d’uso, nel rispetto dell’ambiente e
preservando le aree verdi, una risorsa preziosa che da sempre caratterizza la nostra città;
2. la capacità del PGT di garantire la continuità e la percorribilità di un “sistema” di luoghi
centrali, che permetta di raccordare l’organizzazione delle infrastrutture e della mobilità
pubblica con la mobilità pedonale e ciclo-pedonale e con gli spazi verdi (ad esempio, dal
parco di San Giuliano, attraverso le vie Leopardi e Maritano fino al parco pubblico disposto
intorno al Laghetto; dal Laghetto, attraverso le vie Europa, Gramsci e il “Pratone”, fino
alla Piazza della Pieve e agli spazi intorno alla Cascina Roma; dalla Via Libertà a Piazza
Bobbio; dalle Vie Gramsci e Battisti verso il Viale De Gasperi);
3. la capacità del PGT di presentare opere migliorative rispetto al vigente PRG. A tale
proposito riteniamo non più sostenibile la riproposizione nel PGT tout court di quanto
previsto da un PRG ormai vetusto, pensato per una città che non è più attuale, ad iniziare
da volumetrie che rischiano sempre più di confermare San Donato come cittadella degli
uffici e quartiere dormitorio, appendice di Milano, disattendendo le esigenze dei cittadini
che chiedono di “vivere” la città.
Attraverso questo parere presentiamo all’Amministrazione, ove possibile, soluzioni e proposte
con l’intento di contribuire a migliorare il PGT.
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2. ZONA DI POASCO
Via delle Cascine. Riteniamo questa strada, a scorrimento veloce, totalmente da ripensare,
perché divenuta estremamente pericolosa dal punto di vista della sicurezza per i seguenti
motivi:
A) il sottopasso della ex ferrovia, con l'innalzamento della falda, e le continue infiltrazioni di
acqua dall'alto, ha provocato nel periodo invernale, con la formazione di ghiaccio, numerosi
incidenti (solo in questo scorcio di anno tre di cui uno frontale);
B) su detta via, ove i veicoli sfrecciano ad una velocità minima di 70 km, si affacciano gli
ingressi degli stabili con un marciapiede di dimensioni contenute, situazione pericolosa per i
minori;
C) sul lato esterno della via rispetto all'abitato è di prossima esecuzione il Centro Sportivo, per
il cui accesso è necessario l'attraversamento di questa via; situazione non ottimale per tutti
quei giovani che si recheranno in quel sito.
La cittadinanza si era già espressa più volte sulla realizzazione della variante che prevedeva:
una nuova strada sul confine del territorio di SDM e Milano (già prevista sul PRG);
la richiesta di cessione da parte delle FFSS della massicciata dismessa al fine di realizzare
la variante a raso (con la chiusura del sottopasso).
Riteniamo, pertanto, prioritario realizzare tale variante nei termini già concordati con i cittadini
del luogo, in quanto essa è divenuta un punto nodale di traffico per chi dalla Via Ripamonti si
reca a San Donato Milanese e San Giuliano Milanese, specie verso Sesto Ulteriano.
Centro Sportivo di Poasco. Per discutere sulla realizzazione del Centro Sportivo, si sono
contattate persone competenti, che attualmente gestiscono Centri sportivi nel capoluogo, una
delle quali risiede in Poasco. Hanno tutte dichiarato che: “affinché un Centro sportivo
gestionalmente risulti sostenibile economicamente, deve avere precise caratteristiche e deve
rispettare determinati standard”.
Il progetto approvato dall'Amministrazione comunale non presenta queste caratteristiche, per
cui gli abitanti di Poasco ritengono che piuttosto che realizzare un Centro dove i costi
ricadranno forzatamente sulle casse comunali, è meglio aspettare tempi migliori. Tale
conclusione di buon senso non è stata accettata dall'Amministrazione comunale.
Chiediamo all’Amministrazione un cambio di strategia affinché non vengano spese risorse
pubbliche per realizzare un’opera di cui i cittadini e soprattutto i giovani rischierebbero,
comunque, di non poter usufruire.
Confini Parco Sud. Non condividiamo la modifica avanzata dall'Amministrazione comunale
di allargamento a nord dell'insediamento urbano, a scapito del Parco Sud.
Il Centro Sportivo di nuova realizzazione, ubicato nel Parco Sud è una infrastruttura
compatibile per Statuto di detto Parco, non sono invece compatibili aree destinate alla
realizzazione di nuovi fabbricati ad uso abitativo. I residenti si sono più volte espressi sulla
conservazione dei confini originali come da stralcio della planimetria allegato. Richiediamo
l'attuazione della volontà popolare.
Terreni adiacenti al tracciato dell'ex ferrovia. Detti terreni erano classificati ad uso
sociale e riteniamo debbano rimanere tali. La costruzione di abitazioni ad “Uso sociale”, cioè
fabbricati con qualche percento in meno di costo, rispetto al prezzo di mercato, in linea teorica
potrebbe far comodo a qualche sandonatese, sempre che siano destinati a sandonatesi, ma
non giustifica un'occupazione così massiccia di detto territorio.
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3. Si ricorda le difficoltà che hanno sempre contraddistinto Poasco nell'avere i servizi essenziali:
ancora oggi, dopo decenni di sviluppo abitativo, i residenti sono legati ad una linea telefonica
obsoleta, che è ancora quella di cinquanta anni fa, con frequenti interruzioni, inoltre più della
metà degli abitanti non può avere il collegamento a Internet.
Ci sono stati gravi problemi per il rifornimento del gas e dell'acqua potabile. I cittadini sperano
che ciò non avvenga più con le nuove costruzioni programmate.
Il locale Polivalente è stato declassato e non può contenere più di quaranta persone, per cui la
popolazione non può fare manifestazioni al coperto. I cittadini hanno richiesto un Ufficio
Postale che non riescono ad avere. La linea 77 non è funzionante nei giorni festivi, ecc…
A conclusione di ciò, riteniamo che i terreni adiacenti alla ferrovia debbano essere pensati per
prestazioni collettive.
ZONA DI METANOPOLI
Sesto Palazzo Uffici Eni. Nell'area storica, situata tra la via Emilia (a ridosso dell'impianto
di rifornimento del metano) e la chiesa di Santa Barbara (ove vi è la torre delle
telecomunicazioni del Gruppo), l'Eni ha chiesto di poter costruire circa 250.000 metri cubi (pari
al 2° Palazzo Uffici moltiplicato per circa tre volte).
Rispetto a tale richiesta Eni, che negli anni 2000 ha unilateralmente rotto il sodalizio col
territorio vendendo le proprietà più prestigiose per far cassa, oggi dichiara al contrario di voler
reinvestire, anche se esclusivamente su questa zona storica.
Su tale area si avanzano le seguenti riflessioni:
A) L'area interessata è attualmente coperta di capannoni sorti negli anno '50, che verranno
abbattuti per far posto a un nuovo quartiere della stessa volumetria delle “Torri Lombarde”,
ma in un’area molto più piccola e quindi densa, con costruzioni a soli uffici e con palazzi molto
più alti. L'insediamento è quindi di tipo intensivo e invasivo, dove l'unico verde disponibile
previsto è l'arredo dei parcheggi esterni, anch'essi insufficienti e ne sono previsti di interrati.
B) I parcheggi a raso e quelli interrati, verranno realizzati con i costi di urbanizzazione e quindi
ceduti al Comune, come se fossero liberi ed accessibili ai cittadini, quando si sa a priori che
tutti i parcheggi Eni, pur essendo liberi alla cittadinanza, sono per ragioni ritenute dall'Eni di
sicurezza, blindati. I cittadini non vi possono accedere, se non dietro esibizione di documento
e dichiarazione di dove ci si vuole recare. Si tratta di una appropriazione indebita di spazio
pubblico.
C) Una tale realizzazione prevede un'occupazione di area di almeno 3.500 persone. La viabilità
pertanto non può essere liquidata con due rotonde sulla via Emilia: tra l’altro non si hanno
garanzie sui tempi e sulle modalità di accordo con il Comune di Milano per realizzare la tanto
attesa rotonda al posto dello svincolo fra A1 e Via Emilia. Riteniamo inoltre che lo studio del
traffico per il progetto in questione non sia esaustivo, in quanto considera le sole vie adiacenti
il Sesto Palazzo e non la città nel suo complesso e in particolare nela direttrice Nord - Sud a
partire dal confine con S. Giuliano e in quella Paullese - Via Emilia. La situazione del traffico
deve essere vista nel suo complesso. Nella zona del Sesto Palzzo, inoltre, la situazione è
piuttosto critica, perché non vi è sbocco a Nord, poiché l'area della Metropolitana Gialla blocca
tutta la zona Nord verso Milano.
In più la paventata modifica della viabilità della Provinciale 415 Paullese, limiterà notevolmente
l'accesso a detta via, ad Est. Per cui San Donato si troverà praticamente bloccata su due dei
quattro lati di sfogo. Tutto ciò farà confluire la maggioranza del traffico ancora una volta sulla
Via Emilia e sul lato Sud di San Donato.
Questo richiede una riflessione seria che non può essere liquidata guardando solo un punto
della città.
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4. Alcune considerazioni e proposte:
1) A fronte di un aumento di ben il 30% delle volumetrie concesso dal Comune ad Eni non si
hanno tangibili e netti vantaggi per la città, si avranno invece circa 2000 automobili in più nella
zona. Per quest’area, inoltre, il verde a standard è ridotto del 90% rispetto a quanto previsto
dalla legge.
2) Poiché comunque tale investimento porterà a maggiore cementificazione e a un aggravio di
traffico, si chiede che tale struttura sia realizzata in modo più accentrato nell'area, al fine di
avere una zona meno intensamente edificata nel suo complesso, e risultare meno invasiva per
la città, sulla scia del Center Le Vele di Berlino.
3) I parcheggi interrati devono essere realizzati dall’operatore a propria cura e spesa, senza
scomputare il corrispettivo valore dagli oneri di urbanizzazione dovuti al Comune, e dovranno
essere ad “uso pubblico” e non “pubblici”: in tal modo si potranno investire tali risorse in vere
opere pubbliche effettivamente utili alla città e si risparmieranno i futuri costi di gestione e
manutenzione che, diversamente, ricadranno sull'Amministrazione comunale.
Come vere opere pubbliche pensiamo ad interventi di ristrutturazione del patrimonio scolastico
e a nuovi investimenti per il miglioramento del trasporto pubblico (cfr. fra l’altro il successivo
paragrafo “Via Monticello”) e, finalmente, a nuove piste ciclabili.
Pensiamo anche alla realizzazione a spese di Eni di un grande parco attrezzato di confine con
San Giuliano nei terreni che verranno ceduti al Comune. Pensiamo anche alla realizzazione da
parte di Eni di edilizia convenzionata per giovani coppie sandotesei nell’area presso Via
Ravenna ceduta al Comune.
4) Per quanto riguarda la mobilità dei lavoratori del VI Palazzo Uffici, che vanno ad aggiungersi
agli esistenti, dovranno essere studiate a priori delle soluzioni di trasporto pubblico o percorsi
protetti affinché i lavoratori siano incentivati ad usare tali soluzioni al posto del trasposto
privato. A questo proposito è opportuno che Eni progetti e realizzi da subito dei percorsi ciclo-
pedonali continui e sicuri per il collegamento diretto del Sesto Palazzo Eni con la metropolitana
M3 e con la stazione ferroviaria San Donato, predisponendo, come sta facendo fra gli altri il
Comune di Milano, il bike sharing sia alle fermate dei mezzi citati che all’interno del complesso
del Sesto Palazzo Eni.
ZONA DI CERTOSA
Ambito di trasformazione AT.A4 – parcheggio via Parri:
Non condividiamo la scelta di ulteriore edificazione anche se limitata, in un quartiere che
risulta già densamente abitato. Il quartiere Certosa/Di Vittorio ha, infatti, come dai dati
pubblicati nel Piano dei Servizi, il più basso indice di mq/verde abitante rispetto a tutti gli altri
Quartieri di San Donato.
Il Documento di Piano riporta tra i suoi obiettivi “quello di estendere la qualità ambientale
propria del cuore della città – Metanopoli alle altri parti delle città”, l’ulteriore edificazione
seppur improntata all’acquisizione della restante parte dell’area da destinare a verde pubblico,
andrebbe ad intensificare ulteriormente la popolazione residente del quartiere.
Si sottolinea che nel corso dei prossimi anni a fronte delle nuove edificazioni previste - ex-Bull,
Quinto Miglio, la convenzione appena firmata per l’Area ex Carta E Valori, cui si aggiunge
un’altra area che da PRG vigente risulta essere destinata a residenziale (Area tra Via Arno –
Via Olona – Via Tagliamento –Via Ticino) con Piano Attuativo non ancora applicato, si realizzerà
comunque un aumento consistente della popolazione del Quartiere Certosa.
L’attribuzione all’area di indici per edificazione indiretta permetterebbe di acquisire comunque
l’area a patrimonio pubblico e mantenere la stessa destinazione d’uso prevista dal PRG vigente
(uso pubblico); la monetizzazione derivante dalla firma della convenzione ex Carta e Valori,
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5. nonché gli oneri incassati dal Comune a fronte del riscatto delle case ex 167 - Via Olona (nel
pieno rispetto della Delibera n. 45 del Consiglio Comunale del 24/07/2007) possono essere
utilizzati per l’acquisizione dell’area al fine di destinare la stessa completamente a verde.
Tale acquisizione consentirebbe di creare un unico parco da integrarsi con il contiguo parco
pubblico.
Facciamo nostri i rilievi dell’ARPA che con proprio documento del 17/09/2010 ha indicato
come “non condivisibile una eventuale edificazione in un’area che è a ridosso del cavalcavia di
Via Parri e confinante con la Linea Ferroviaria”.
Compensazione su Carta e Valori (AT.RI2 - AT.V2)
Dal PGT si evidenzia che la compensazione degli standard mancanti per la stipula delle
convenzione ex Carta e Valori è ubicata in un altro quartiere (Monticello), quartiere che
presenta comunque un indice verde /abitante di molto superiore al quartiere Certosa.
Questa compensazione, tuttavia, non porta alcun vantaggio al Quartiere Certosa nè in termini
di verde nè di parcheggi .
Riteniamo che debba essere rivista la soluzione planivolumetrica prevista nel pre-progetto
dell’area ex Carta Valori, al fine di poter trovare eventuali soluzioni per dotare l’area di
maggiori spazi per verde e/o parcheggi pubblici.
ZONA DI VITTORIO
La Campagnetta. La zona di Via Di Vittorio è stretta tra la barriera architettonica della
ferrovia e l'ex Canale navigabile Milano – Cremona. L'area del Canale era stata espropriata a
suo tempo per eseguire quest'opera che non venne mai portata a termine. Detta area,
battezzata dalla popolazione “La Campagnetta”, in quanto soggetta a vincolo e quindi un'area
non costruibile, è tornata ora ai legittimi proprietari.
La proprietà oggi vuol costruire, ma la popolazione di Via Di Vittorio, che non ha altro verde
che quello, non vuole. Ne è nato un contenzioso: può un bene espropriato tornare ai
precedenti proprietari? E se sì, essi possono stravolgere il contesto urbanistico di una zona con
le loro richieste, come se nel frattempo, dopo anni, non fosse successo nulla? E' evidente che
la popolazione che ha acquistato una abitazione con vista su un luogo vincolato a “non
costruire”, ora si trova non d'accordo con quanti hanno revocato tale impegno.
Se si considera in aggiunta che tale terreno è l'unico spazio verde di una zona dove abitano più
di seimila persone allora si può capire la richiesta popolare.
La soluzione trovata con l'intervento della Provincia, che aveva previsto in quella zona il
prolungamento del Parco della Vettabia è una soluzione che ci vede pienamente favorevoli.
Auspichiamo, pertanto, che essa vada in porto quanto prima.
ZONA CONCENTRICO
Il centro storico. Il territorio non offre particolari beni storici o monumenti antichi. Abbiamo
qualcosa sparso qua e là, ma nulla di più. La via considerata centrale è via Libertà, una strada
con case degli anni '50 e '60, che concentra ancora un buon numero di negozi, e taluni di
livello. La città però reclama da anni un centro cittadino che possa essere vissuto come tale,
nell'immaginario collettivo. San Donato annovera nel suo elenco una discreta quantità di
piazze, anche di recente realizzazione, ma queste non hanno scaldato l'animo dei sandonatesi,
che forse hanno bisogno di contesti accoglienti e perciò capaci di attrarre la gente.
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6. L'idea di centro cittadino. Nella mentalità italiana, ma non solo, il centro cittadino è
tutt'uno con il centro storico, cioè la parte più antica del paese o della città. Come si è già
accennato SDM ha piccoli siti antichi, anche simpatici, ma sparsi sul territorio come:
Borgo Triulzio, un piccolo tratto di strada dove si affacciano poche case storiche ed una
chiesetta sconsacrata, annessa ad un locale che è riuscito a movimentare il borgo, e poco
distante Cascina Moro;
Borgo Bolgiano, anche questa località è un contesto carino con le sue trattorie, la sua
chiesetta. E' un borgo che però sembra rimasto ai margini della città;
Zona centrale, in questa area vi sono tre siti antichi da considerare: Cascina Roma, (Cascina
storica e oggi centro culturale); la Biblioteca (una bella villa d'epoca molto frequentata dai
giovani, eletta come punto privilegiato dei loro incontri), Cascina Osterietta (cascina
riadattata, dove risiedono alcuni servizi ristorativi, ma che ha tutt'intorno un'area degradata
che aspetta una eclatante rinascita, venendo a trovarsi nel mezzo di via Libertà, attualmente
ritenuta la via centrale della città).
Il Pratone, è poi, un campo incolto nel centro cittadino, e per questa sua posizione si ritiene
possa assolvere la funzione di centro mancante. Tale area è oggetto delle più incredibili
attese, ma non è affatto detto che gli architetti riescano a soddisfare veramente le esigenze
dei cittadini e a dare a questo spazio quella dignità sufficiente, affinché qui riesca a sorgere
davvero quell'immaginifico centro tanto agognato.
Proposte sul centro cittadino. Da quanto sopra se ne deduce che in attesa del centro che
verrà “forse” costruito sul Pratone, anche se l’amministrazione a tutt’oggi tace, il centro
cittadino riconosciuto dalla gente è nella via Libertà piuttosto che negli spazi delle piazze che
pure sono state realizzate.
La Via Libertà e le zone attigue hanno già una vita propria che va assolutamente mantenuta ed
incrementata, cercando di creare tutt'attorno un contesto di valorizzazione.
La cosa che salta all'occhio della Via Libertà, è la sua vitalità alle sue estremità, ma nella parte
centrale dove vi è pure Cascina Osterietta, c'è il “Grande Vuoto”, manca il raccordo tra i due
spezzoni di via.
Ed è proprio qui, nella parte centrale della via, che ha in sé gli elementi valorizzanti della
vecchia Cascina Osterietta, che dovrebbe sorgere un contesto prestigioso di aggregazione
cittadina. La scommessa degli architetti, nei contesti diluiti come i nostri, dovrebbe essere
quella di trovare degli elementi di congiunzione fra le varie parti già esistenti e fruibili,
piuttosto che inventarsi ex novo situazioni in divenire, che possono o meno avere consenso.
Con riferimento a quanto riportato nel PGT, si evince che l'area è ripensata per riunire le due
parti della città sulla linea Est – Ovest (con tutta la sua complessità avendo di mezzo la Via
Emilia), ma poco sulla linea Nord – Sud, anch’essa necessaria per una ricucitura tra i due
tronconi estremi ed attivi di Via Libertà.
SALVAGUARDIA DELLE CASCINE E DEI TERRENI INCOLTI
Come si è potuto vedere, il patrimonio storico della città è fondato sulle Cascine, sulle Chiese,
una antica Villa e poche Case datate. Le Cascine quindi sono beni da tutelare, è il vivo
racconto degli avi del nostro territorio. Sono praticamente l'unico laico bene storico che
abbiamo, anche se talune sono decentrate e, come si è visto, un territorio senza storia riesce
con fatica a incontrarsi e a coagularsi.
Su tutto il territorio del Comune vi sono aree degradate, cioè terreni lasciati incolti dove
crescono solo rovi ed erbacce. Proponiamo che, per detti terreni sia obbligatorio, per delibera
comunale, la piantumazione con alberi di alto fusto, a spese della proprietà, nonché la
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7. recinzione dei lati che guardano su vie di traffico, anche con siepi, per decoro urbano e per
evitare che detti terreni diventino discariche a cielo aperto.
PIANO ABITATIVO
La situazione di SDM, con gli ultimi permessi a costruire, ha pressoché concluso la
trasformazione di tutte le aree riconvertibili. Ma nonostante i continui massicci permessi,
l’Amministrazione continua a dichiarare sempre che ciò non soddisfa le esigenze dei nostri
giovani. Se ciò fosse vero, vuole dire che tutto ciò che si fa non serve a loro, e altri sono i
motivi che non permettono ai nostri giovani di avere una casa propria. E non è certo
costruendo con qualche percento in meno sul costo che si risolve il problema a chi, se va bene,
guadagna mille euro al mese.
Ci sembra forse che il tema “giovani”, sia la foglia di fico che nasconda il desiderio alla
cementificazione, oppure semplice necessità di cassa. A fronte di ciò sarebbe interessante
conoscere il dato di invenduto degli appartamenti già pronti da un anno in SDM.
PIANO DEL TRAFFICO E DELLA SOSTA
Il Piano Generale del Traffico Urbano si presenta dettagliato ed analitico.
I rilievi del traffico veicolare fatti nel 2006 e nel 2009 mostrano una crescita complessiva
importante e notevoli cambiamenti qualitativi, collegati alle modifiche della viabilità ed
all’aumento del pendolarismo.
Non sono stati fatti rilievi del traffico di persone assorbito dai mezzi pubblici
comunali e intercomunali.
Il PGT prevede importanti modifiche alla viabilità ed alla tipologia delle strade, soprattutto nei
collegamenti con la Paullese, con la MM e nella zona di via Maritano e dell’Ospedale
(costruzione della “bretella”) ed inoltre la realizzazione di una notevole rete di piste ciclabili e
di “zone ambientali” a mobilità ridotta. Inoltre, la costruzione di nuovi quartieri residenziali e di
nuovi insediamenti commerciali e di affari comporteranno una notevole crescita di popolazione
ed anche un forte aumento del pendolarismo.
Il Piano Generale del Traffico Urbano non contiene alcuna previsione dei nuovi flussi di traffico
e del loro sviluppo negli anni, conseguenti al nuovo assetto urbanistico e viario della città, né
dell’adeguatezza della rete viaria e del sistema dei mezzi pubblici come quantità e tipologia.
Una simulazione di tutto il sistema, con i metodi quantitativi ben noti agli specialisti
del settore, è indispensabile per valutare la credibilità degli interventi proposti, sia di
urbanistica, che di viabilità, e la loro sostenibilità per quanto riguarda l’ambiente e la qualità
della vita.
A causa di questa impostazione in termini qualitativi e non quantitativi, i problemi di viabilità
sembrano complessivamente sottovalutati e nel Piano Generale del Traffico Urbano gli
interventi relativi non sono temporizzati, né collegati alla realizzazione degli altri interventi
urbanistici, ma sono incredibilmente soggetti alla disponibilità finanziaria dell’Amministrazione
Comunale, come se in qualche modo fossero facoltativi!
In conclusione, il Piano si presenta dettagliato e ambizioso, ma incompleto e velleitario, in
mancanza di valutazioni quantitative di fattibilità.
La politica della sosta
A San Donato la temporizzazione è attuata tramite il disco orario e non vi sono reali problemi
di sosta, né in centro, tranne che in alcune zone particolari in determinati orari (MM, ospedale).
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8. Il parcheggio coperto della MM svolge comunque efficacemente il servizio per i pendolari a
costi contenuti.
Il Piano prevede, come intervento principale del piano della sosta, l’adozione diffusa della
sosta a pagamento, non distinguendo se tale onere sarà differenziato per i sandonatesi
rispetto a chi non è residente in città. È chiaro il beneficio per le casse del Comune, ma non si
vede quale vantaggio ne derivi ai residenti, né come questo possa essere importante per
migliorare il traffico urbano. A nostro giudizio vanno tutelati i cittadini di San Donato rispetto a
chi, da altri comuni, viene a sostare nella nostra città.
Viabilità da e per la Paullese. La Provinciale 415 Paullese già oggi, si presenta per i cittadini,
come una strada complessa da utilizzare per la difficoltà di accesso nel senso contrario di
marcia, e altrettanto per l'attraversamento molto limitato.
Ciò comporta che il traffico si riversa in massa su alcune strade, che vedono un transito al
limite del sopportabile per quanti abitano in zona. Se poi, come paventato, la Paullese non
dovesse più avere, come ora, tutte le entrate compatibili al senso di marcia, ma fossero ridotte
drasticamente, la situazione in città diverrebbe insostenibile in certe zone come la via
Trivulziana, ma non solo. E' allora ovvio che il traffico si riverserebbe in massa verso Ovest
(Via Emilia) e verso Sud (Via Monticello), già ora con punte di presenza veicolare notevoli.
La Bretella. Uno dei progetti ritenuti strategici per la nostra città e su cui il PGT si sofferma è
la realizzazione dalla “bretella di collegamento” tra la Paullese e la via Emilia.
Basata tecnicamente sulla costruzione di due tratte, nella prima tratta la nuova strada
dovrebbe collegare la rotonda sulla Paullese che porta all’Idroscalo, con il Cimitero di
Monticello, mentre la seconda tratta partirebbe da Monticello per confluire nella Via Emilia,
costeggiando l’attuale Canale Scolmatore (che corre dietro le Vie Leopardi, Pascoli, Mattei e
Largo Volontari del Sangue).
Se ampliamo lo sguardo e proviamo ad osservare cosa effettivamente andrebbe a collegare la
“bretella”, ci rendiamo conto che questa porta in maniera diretta all’Idroscalo, all’aereoporto,
alla Rivoltana e Cassanese, tutte zone e strade forse più trafficate della Paullese.
Questa “bretella” diverrebbe, quindi, la direttrice più comoda per muoversi verso sud da
queste congestionate strade provinciali, dall’aeroporto e da una zona densamente abitata come
la Martesana.
Essa si posizionerebbe come un’agevole alternativa alle Tangenziali attuali e, soprattutto, alla
TEM, futura Tangenziale esterna che, partendo da Melegnano collegherà le autostrade A4 e A1.
E’ nostra convinzione che quest’opera potrebbe essere destinata principalmente al traffico
locale solo se verrà realizzata esclusivamente nella sua prima parte e cioè collegando la
Paullese al Cimitero di Monticello, in modo da permettere a chi viene da San Giuliano, di
prendere la Paullese senza arrivare in città.
I dati di passaggi orari nelle ore di punta riportati nel PGTU, infatti, confermano che il maggior
numero di veicoli che arrivano da sud (Via Ponticello), svoltano poi verso la Paullese.
Solo così essa non diventerà un’alternativa all’utilizzo delle due Tangenziali e soprattutto non
rischierà di essere un rimedio inutile, se non peggiorativo, per gli abitanti delle Vie Morandi,
Maritano, Gramsci, Europa, Martiri di Cefalonia.
A queste criticità, aggiungiamo il fatto che la bretella si allaccerà alla Via Emilia nello spazio tra
l’Hotel Delta e il Mulino, creando ulteriore congestionamento a ridosso della nostra rotonda di
Certosa- Morandi.
Una bretella che invece si arresta su una strada interna, come la strada per Monticello,
dovrebbe richiamare un traffico più leggero, che ha poi la possibilità di diramarsi in più
direzioni, non ultima quella che conduce nella zona industriale di SGM, e sfocia in più punti
sulla Via Emilia, diluendo il traffico.
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9. Con tale opera San Donato perderebbe, altresì, il collegamento col Parco Nord di San Giuliano
ora possibile grazie all’accesso di Via Mattei. Questa frattura tra il territorio di San Giuliano e
San Donato, rappresentata dalla seconda tratta della bretella, renderebbe inutilizzabile la
prevista pista ciclabile di collegamento San Donato/San Giuliano, progettata e già finanziata,
anche con un contributo dalla Provincia (già parzialmente realizzata la parte di San Giuliano)
azzerando anche ogni progetto di Parco fra S. Donato e S. Giuliano nella zona Via Maritano-Via
Leopardi-Via Monticello.
Quest’opera è stata inserita nel PGT senza che siano stati effettuati preliminarmente studi del
traffico a livello sovra comunale, analisi dei flussi e senza che siano state previste opere di
mitigazione degli impatti per chi risiede nelle zone interessate (Barriere antirumore e copertura
del Canale Scolmatore).
Noi riteniamo, pertanto, che quest’opera potrà garantire una migliore viabilità locale, un minor
impatto per tutta la città e una maggiore tutela dell’ambiente se verrà realizzata soltanto nel
primo tratto: dalla Paullese a Monticello.
Via Monticello. La futura viabilità di questa zona di San Donato è sicuramente legata alla
opportuna realizzazione del primo tratto di Bretella come sopra descritto.
Riteniamo, però, che esista anche un ulteriore intervento che può dare delle risposte concrete
e positive alla situazione del traffico della Via Monticello che, in questi ultimi anni, è divenuta
una delle vie preferite di transito da San Giuliano e dintorni verso Nord, in alternativa alla Via
Emilia.
Si può pensare infatti di realizzare il raddoppiamento della via Monticello, destinando le due
nuove corsie ai soli mezzi pubblici e ai mezzi di emergenza, parallelamente alla attuale
strada. Questo intervento potrebbe essere possibile all’interno dell’operazione del Sesto
Palazzo Eni, nella quale è prevista la cessione al Comune di buona parte delle aree adiacenti
alla Via Monticello nelle quali potrebbero essere realizzate le due nuove corsie.
Pensiamo che questo tipo di intervento possa rientrare all’interno della trattativa del Sesto
Palazzo con Eni, proprietario delle aree: l’obbiettivo è ottenere, almeno in parte, la
progettazione e la realizzazione di questo tratto di strada.
I vantaggi di corsie preferenziali per i mezzi pubblici sono indiscutibili: fanno improvvisamente
diventare più efficaci ed appetibili i mezzi pubblici e quindi abbattono sensibilmente il traffico
da sud verso la M3, gli uffici e le scuole di San Donato.
La viabilità del Quartiere Certosa. Il Piano del Traffico, per quanto riguarda la viabilità
nonché le aree di sosta, non è stato rivisto a fronte delle nuove edificazioni, che comunque
porteranno ad una aumento del volume di traffico e di automobili.
Manca una rivisitazione dei sensi unici, e/o previsione di una nuova soluzione per piazza
Tevere, al fine di favorire per esempio una nuova modalità di deflusso in uscita dal quartiere.
Il piano non prevede la realizzazione di percorsi ciclopedonali all’interno del Quartiere Certosa,
a parte quello previsto tra l’Oratorio e l’Area Ex Carta e Valori una volta ultimata l’opera.
Non risulta alcuna previsione o proposta in merito al collegamento da/verso Borgolombardo,
che è attualmente interrotto, ma che, nel momento in cui il cantiere dell’ex-Bull verrà
terminato, rischia di congestionare nelle ore di punta la viabilità di Via Greppi, Via Adda , Via
Adige con sbocco in Piazza Tevere: la possibilità di istituire una zona ZTL, potrebbe evitare un
aumento del traffico interno e salvaguardare peraltro una zona sensibile quale via
Greppi/Adda dove sono presenti Scuola Materna e Scuola Elementare.
Via Emilia: dal Cavalcavia Parri a Piazza Tevere. E' importante tener presente che il
quartiere Certosa - Via Di Vittorio conta circa 8 mila abitanti, i quali hanno come quasi
obbligata via d'uscita dal loro quartiere la Via Emilia nei punti: del cavalcavia Parri e Piazza
Partito Democratico – Circolo di San Donato Milanese
Via Della Libertà, 60 - 20097 San Donato Milanese
Tel. 02-5271033 – C.F. 97490790157
E-mail: partitodemocratico.sdm@gmail.com Sito Internet: www.sdm.pdmilano.net
10. Tevere per cui pensare che poco lontano da Piazza Tevere potrebbe inserirsi la bretella,
vorrebbe dire peggiorare di molto la loro condizione di viabilità, già critica. Se andiamo poi ad
analizzare la viabilità interna delle due aree ci si accorge subito che è doveroso intervenire già
da ora, in quanto la Via Di Vittorio deve sopportare tutto il traffico dei suoi 6 mila abitanti circa,
con una sola entrata ed uscita di questa parte di quartiere, mentre la zona Certosa presenta
come precedentemente evidenziato, un labirinto di vie a senso unico che andrebbe ristudiato
con i residenti.
E da ultimo, ma non ultimo, alle precise osservazioni dell'ARPA su vari aspetti che interessano
la costruzione di questo PGT, non ci pare siano seguite da parte dell’Amministrazione
altrettante risposte puntuali, e ciò lascia aperte questioni che dovranno essere vagliate
attentamente.
Distinti Saluti
San Donato Milanese, 13.01.2011
Andrea Pasqualini
Partito Democratico – Circolo di San Donato Milanese
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