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MESSAGGIO 1

si legga qui:

26/04/2008-Veritas liberabit vos
di Monsignor Andrea Gemma

Veritas liberabit vos

                             di Sua Eccellenza Reverendissima
                                 Monsignor Andrea Gemma*
CITTA’ DEL VATICANO - Se avessi voglia di catalogare i motivi di vanto personale -
cosa che non mi è affatto congeniale -, addurrei immediatamente il rumore che ha
suscitato la mia presa di posizione negativa, proprio su queste pagine, a riguardo di
ormai famigerate presunte apparizioni. Mi hanno raggiunto, infatti, molti messaggi di
commento, alcuni decisamente negativi e baldanzosamente volti a negare anche al
sottoscritto il diritto di esprimersi liberamente; altri, molti di più, con un sentimento
liberatorio di gratitudine e di adesione: “Finalmente!...”, sembravano voler dire
questi ultimi commenti. Dopo tanta propaganda sdolcinata e miracolistica, dopo
acritici aggiogamenti al carro del più rumorosamente vociante, è apparsa
opportunamente chiarificatrice questa voce fuori dal coro. A quanti hanno tenuto ad
esprimermi senza mezzi termini la loro soddisfazione, ho dovuto immediatamente far
presente che la mia voce non ha fatto altro che ricalcare e, se si vuole, divulgare,
quella ben più autorevole del Vescovo del luogo ove le presunte apparizioni
avvengono e della pressoché intera conferenza episcopale di cui quell’Ordinario fa
parte. Inoltre, a quanti mi hanno lodato per il coraggio dimostrato, ho dovuto dire che
in Italia un’intera conferenza episcopale regionale - quella della Toscana - ha detto le
stesse cose, con l’autorità che un organismo del genere esercita a proposito di
questi fenomeni. Di più - evidenziamo -, i Vescovi della Toscana hanno affermato in
premessa del loro intervento che a ciò erano stati spinti autorevolmente da un
importante organismo della Santa Sede; quella Santa Sede che alcuni attendono che
si pronunci, quando che sia - ed il sottoscritto lo ha ribadito rispondendo qui sopra
ad un illustre teologo -, affermando che l’autorità competente a giudicare della
credibilità di fenomeni soprannaturali è solo quella del Vescovo locale, come è
avvenuto per Lourdes, per Fatima, per Siracusa. Ribadisco: affermare che la Chiesa -
leggi: il Vescovo del luogo - non si sia pronunziata su tali presunte apparizioni è una
falsità, ingannatrice della buona fede dei devoti. So benissimo che per alcuni
pervicaci fautori dell’altra “verità” ogni argomentazione è buona. A suo tempo si
disse sommessamente, purtroppo, che Giovanni Paolo II era favorevole a quelle
apparizioni. Lo si disse pure a proposito dell’allora Prefetto della Congregazione per
la Dottrina della Fede, il Cardinale Joseph Ratzinger, oggi Benedetto XVI, il quale fu
costretto a smentire con lettera a firma autografa di essersi mai interessato della
questione e meno che mai dato cenni di approvazione. Così stanno le cose. Dispiace
che la vicenda, con il suo rincorrersi di opinioni contrastanti, non faccia bene alla
comunione ecclesiale né alla devozione autentica alla Vergine Santa. Per questo
anche il sottoscritto non tornerà più sulla questione. Egli, infatti, come ha scritto nel
penultimo dei suoi quindici libri mariani, conosce un solo “vero messaggio della
Madonna”, ed è quello scritto a caratteri indelebili nel Vangelo.

                          *Vescovo di Santa Romana Chiesa


e qui:



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07/05/2008-Meminisse Iuvabit
di Monsignor Andrea Gemma

Meminisse Iuvabit
                            di Sua Eccellenza Reverendissima
                                Monsignor Andrea Gemma*
CITTA’ DEL VATICANO - Il sottoscritto, forse a causa di una inveterata deformazione
professionale, derivata dal lungo suo servizio nella scuola, ama gli approfondimenti, le
precisazioni, le puntualizzazioni. È quanto intende fare con questa nota. Mi è stato riferito,
con un poco di scandalizzata meraviglia da miei amici, che un illustre mariologo assai noto
per le sue opere che non ho mancato di leggere con frutto, ha criticato, sia pure con
delicata cortesia, il pensiero da me espresso circa alcune presunte apparizioni, che gli
debbono stare molto a cuore. Fin qui nulla di eccezionale e di strano! Un’ideale stretta di
mano potrebbe concludere, con vicendevole stima, se il sottoscritto la merita, la vicenda.
Tanto più che, circa le “cosiddette rivelazioni private”, resta per tutti i credenti assoluta
libertà di aderirvi o meno, purchè si tenga fede sicura ed inconcussa circa la divina
rivelazione contenuta nella Scrittura e nella sacra Tradizione. Sennonché le motivazioni
addotte dal noto teologo meritano, appunto, qualche precisazione. Il sottoscritto - egli
afferma - non conoscerebbe il reale stato delle cose. Mi permetto di ribattere che,
innanzitutto, “quod gratis affirmatur, gratis negatur”… E poi le informazioni che mi sono
procurato provengono da fonti di primissima mano, addirittura dal primo interessato
dell’evento, dall’attuale vescovo di Mostar col quale ebbi a suo tempo un lunghissimo
colloquio e di cui ho in mano l’ultimo riassuntivo e definitivo pronunciamento, che è stato
ripreso autorevolmente anche da qualche conferenza episcopale regionale d’Italia. E qui
può innestarsi la seconda puntualizzazione. Afferma l’esimio mio interlocutore che la
Chiesa non si sarebbe ancora pronunciata al riguardo: nego recisamente. La buona
teologia dovrebbe farci sapere che giudice primo ed unico di eventi che si sospettano di
origine soprannaturale è l’Ordinario del luogo, a meno che la Santa Sede non avochi a sé
espressamente la questione. I fatti di Lourdes e di Fatima hanno avuto - ed è stata
sufficiente - la sanzione dei rispettivi vescovi diocesani. È successo parimenti di recente
per alcuni fatti accaduti a Banneux in Belgio. Ricordo, come fosse ieri, di aver ascoltato
dalle stesse labbra del venerabile Pio XII la sua gioia per aver appreso che tutta la
Conferenza Episcopale Siciliana si era pronunciata a favore dell’ormai celebre
“lacrimazione” di Siracusa. A proposito dei fatti di cui stiamo parlando ci sono state almeno
tre commissioni dell’episcopato locale e tutte si sono pronunziate a quasi totale unanimità
in maniera decisamente negativa. Non si continui a dire, dunque, che la Chiesa, per bocca
dell’autorità competente, non si sia ancora pronunciata: ciò sarebbe contro la verità, e
anche il mio eccellente interlocutore dovrebbe convenire che ciò dispiacerebbe assai alla
Santissima Vergine, alla quale entrambi vogliamo molto bene. A questo punto posso offrire
la mano idealmente per la stretta definitiva che conclude, spero, l’incidente.

                           *Vescovo di Santa Romana Chiesa
e qui
06/05/2008-Medjugorje, l’atto d’accusa del Vescovo-esorcista.
Monsignor Gemma: “Le apparizioni della Madonna? Tutto falso:
i veggenti mentono sotto ispirazione di Satana per arricchirsi
economicamente”
Il prelato, che segue la vicenda sin dall'inizio, parla di interessi
finanziari e dell'intervento del Maligno teso a spaccare i fedeli.
E ribadisce: “La Chiesa ha già smascherato questa
messinscena”




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 Medjugorje, l’atto d’accusa del Vescovo-esorcista. Monsignor Gemma:
 “Le apparizioni della Madonna? Tutto falso: i veggenti mentono sotto
        ispirazione di Satana per arricchirsi economicamente”

                                    di Gianluca Barile
CITTA’ DEL VATICANO - Un misto tra interessi economici e diabolici, con i presunti
veggenti (nella foto) e i loro collaboratori direttamente coinvolti nei guadagni relativi
all’elevatissimo flusso di pellegrinaggi e soggiorni in paese, e il Maligno ben
contento di seminare zizzania tra i fedeli più convinti delle veridicità delle apparizioni
di Medjugorje e la Chiesa, da sempre scettica verso quello che ha definito a più
riprese, per bocca dei due Vescovi di Mostar succedutisi nel tempo, ‘un grande
inganno’. Monsignor Andrea Gemma, già Vescovo di Isernia-Venafro, tra i più grandi
esorcisti viventi, non usa mezzi termini: altro che la Vergine, a Medjugorje sono
apparsi, sinora, solo fiumi di denaro. Un’accusa grave, che dà la cifra non solo del
coraggio ma anche della levatura morale e spirituale del prelato che ha accettato di
rispondere alle domande di ‘Petrus’ su una vicenda così spinosa.
Dunque, Eccellenza, come definire Medjugorje?
“E’ un fenomeno assolutamente diabolico, intorno al quale girano numerosi interessi
sotterranei. La Santa Chiesa, l’unica a potersi pronunciare per bocca del Vescovo di
Mostar, ha già detto pubblicamente, e ufficialmente, che la Madonna non è mai
apparsa a Medjugorje e che tutta questa messinscena è opera del Demonio”.
Lei parla di ‘interessi sotterranei’… Quali?
“Mi riferisco allo ‘sterco del Diavolo’, al denaro, e a cosa, sennò? A Medjugorje tutto
avviene in funzione dei soldi: pellegrinaggi, pernottamenti, vendita di gadgets.
Cosicché, abusando della buona fede di quei poveretti che si recano lì pensando di
andare incontro alla Madonna, i falsi veggenti si sono sistemati finanziariamente, si
sono accasati e conducono una vita a dir poco agiata. Pensi, uno di loro organizza
direttamente dall’America, con un guadagno economicamente diretto, decine di
pellegrinaggio ogni anno. Ecco, costoro non mi sembrano proprio delle persone
disinteressate. Anzi, unitamente a chi presta il fianco a questo clamoroso raggiro,
hanno palesemente tutto l’interesse materiale di far credere di vedere e parlare con
la Vergine Maria”.
Monsignor Gemma, il Suo è un giudizio senza appello?
“Potrebbe essere diversamente? Queste persone che asseriscono di essere in
contatto con la Madonna, ma che in realtà sono ispirate solo ed esclusivamente da
Satana, stanno creando scompiglio e confusione tra i fedeli per interessi e vantaggi
assolutamente deprecabili. Pensi, poi, alla disobbedienza che hanno alimentato in
seno alla Chiesa: la loro guida spirituale, un frate francescano cacciato dall’Ordine e
sospeso a divinis, continua ad amministrare invalidamente i Sacramenti. E numerosi



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sacerdoti di tutto il mondo, malgrado il divieto esplicito della Santa Sede, non
desistono dall’organizzare e dal prendere parte a pellegrinaggi con destinazione
Medjugorje. E’ una vergogna! Ecco perché parlo di una miscela tra interessi
personali e diabolici: i falsi veggenti e i loro assistenti intascano denaro, e il Diavolo
crea discordia tra i fedeli e la Chiesa; i fedeli più accaniti, infatti, non ascoltano la
Chiesa, che - lo ripeto - ha sin dall’inizio ha messo in guardia dalla mendacia delle
apparizioni di Medjugorje”.
E se i presunti veggenti vedessero davvero la Madonna?
“In realtà vedrebbero Satana sotto mentite spoglie. Perché Satana ha tutto
l’interesse a spaccare la Chiesa contrapponendo le due correnti dei ‘pro’ e dei
‘contro’ Medjugorje. E poi, non sarebbe una novità: lo stesso San Paolo asserisce
che il Demonio può anche apparire come Angelo della Luce, e che cioè può
camuffarsi. Lo faceva, ad esempio, con Santa Gemma Galgani. Ma al di là dei suoi
travestimenti, il Maligno è già intervenuto e vi posso assicurare che è lui ad ispirare i
falsi veggenti sin dall’inizio con la lusinga del denaro facile”.
Questi veggenti non Le piacciono proprio…
“Per carità! Basta vedere come si comportano: sono disobbedienti verso la Chiesa,
avrebbero dovuto ritirarsi a vita privata e invece continuano a propagandare le loro
menzogne per scopi di lucro, facendo così il gioco del Diavolo! Il mio pensiero va
immediatamente a Santa Bernadette, la veggente di Lourdes: questa dolce creatura
volle spogliarsi della sua vita e scelse l’abito da Suora per servire il Signore. Invece,
gli impostori di Medjugorje continuano a vivere comodamente nel mondo senza
manifestare alcun tipo di amore né per Dio, né per la Chiesa”.
I sostenitori di Medjugorje sottolineano che la Santa Sede non si è mai espressa in
materia.
“Questa è un’altra menzogna! Come accennavo in precedenza, il Vaticano ha vietato
i pellegrinaggi da parte di sacerdoti in quel luogo ed ha già parlato per bocca dei due
Vescovi succedutisi in questi anni a Mostar, i Monsignori Zanic e Peric, con cui ho
parlato personalmente e che mi hanno sempre manifestato i loro dubbi. Veda,
neanche per Fatima e Lourdes è accaduto che la Santa Sede si esprimesse
direttamente sulle apparizioni mariane. Perché, dunque, avrebbe dovuto fare
un’eccezione proprio in questo caso? La verità è che quando parla il Vescovo di
Mostar, parla la Chiesa di Cristo ed è a lui, che si esprime con l’autorità conferitagli
dal Vaticano, che bisogna dare ascolto. Quindi, la Santa Sede si è sempre espressa
con le parole del Vescovo di Mostar, evidenziando che Medjugorje è un inganno
diabolico. Ma le farà una confidenza. Vedrà che tra poco il Vaticano interverrà con
qualcosa di esplosivo per smascherare una volta per tutte chi c’è dietro questo
raggiro”.
Gli stessi sostenitori fanno notare che a Medjugorje si registra ogni anno un record
di conversioni e miracoli…
“E’ una forzatura. E poi, chi conta tutte queste conversioni? Veda, se una persona si
converte, è perché ha una certa predisposizione, perché si sa guardare dentro,
perché sa ricevere il dono dello Spirito. Il luogo in cui avviene questa conversione è
del tutto relativo. Pensiamo a San Paolo: si convertì per strada, e allora che
dovremmo fare, scendere tutti in strada e attendere di essere convertiti? Per quanto
riguarda i miracoli, le racconterò un aneddoto personale. Devo all’intercessione di
Nostra Signora del Rosario di Pompei la guarigione miracolosa di una persona della
mia famiglia, eppure non mi risulta che la Madonna sia mai apparsa a Pompei. Ecco,
per credere, per essere guariti dentro e fuori, non occorre necessariamente che
Maria si faccia vedere”.
Che Lei sappia, il Santo Padre Benedetto XVI quale opinione ha di Medjugorje?
“Mi limiterò a sottolineare che fu lui, in quanto Cardinale Prefetto della
Congregazione per la Dottrina della Fede, a emanare delle note ufficiali avverse a
Medjugorje, come quella che vietava ai sacerdoti e ai religiosi di recarsi in




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pellegrinaggio in quella terra. Faccia lei…”.
Invece si dice che Giovanni Paolo II fosse convinto della bontà delle apparizioni.
“Una leggenda tutta da provare, fermo restando che le opinioni personali tali sono e
non rappresentano in alcun modo un atto magisteriale”.


MESSAGGIO 5

Frattanto, confidando nel patrocinio della Vergine Immacolata
che testé volemmo fosse universalmente invocata "Regina
della pace", come pure in quello dei tre novelli Santi (23),
umilmente imploriamo il divino Spirito Paraclito, perché
"conceda propizio alla sua Chiesa il dono dell'unità e della
pace" (24) e con ulteriore effusione di carità, diretta alla
comune salvezza, rinnovi la faccia della terra...

Benedetto XV - Pacem Dei munus pulcherrimum
Benedetto XV
Pacem, Dei munus pulcherrimum
                                            Lettera Enciclica


23 maggio 1920

Una vera pace è fondata sulla riconciliazione e sulla carità

1. La pace, gran dono di Dio, di cui - come dice S. Agostino - nessuna tra le cose mortali è più
gradita, nessuna è più desiderabile e migliore (1) ; la pace per più di quattro anni così vivamente
implorata dai voti dei buoni, dalle preghiere dei fedeli e dalle lagrime delle madri, finalmente ha
cominciato a risplendere sui popoli, e Noi per i primi ne godiamo. Senonché troppe ed amarissime
ansie conturbano questa gioia paterna; poiché, se quasi dovunque la guerra in qualche modo ebbe
fine e furono firmati alcuni patti di pace, restano pur tuttavia i germi di antichi rancori; e voi
comprendete, o Venerabili Fratelli, come nessuna pace possa aver consistenza né alcuna alleanza
aver vigore, quantunque escogitata in diuturne e laboriose conferenze e solennemente sanzionata, se
insieme non si sopiscano gli odi e le inimicizie per mezzo di una riconciliazione fondata sulla carità
vicendevole. Intorno a questo argomento adunque, che è della più alta importanza per il bene
comune, vogliamo Noi intrattenervi, o Venerabili Fratelli, e nel tempo stesso mettere in guardia i
popoli che sono affidati alle vostre cure.

Azione senza sosta del Papa per la ricerca della pace

2. Veramente fin da quando per arcano disegno di Dio fummo assunti a questa Sede di Pietro, mai
Noi abbiamo tralasciato, finché divampò la guerra, di adoperarci senza sosta affinché tutte le nazioni
del mondo riprendessero tra di loro al più presto cordiali relazioni. Perciò non cessammo di pregare,
di rinnovare esortazioni, di proporre vie di accomodamento, di esperire insomma ogni tentativo per
vedere di aprire, col divino aiuto, una qualche apertura ad una pace che fosse giusta, onorevole e
duratura; e frattanto rivolgemmo ogni Nostra paterna premura per lenire ovunque quel cumulo
immenso di dolori e di sventure d'ogni sorta che accompagnavano l'immane tragedia. Orbene, come
fin dall'inizio del Nostro laborioso Pontificato la carità di Gesù Cristo Ci indusse ad adoperarci sia
per il ritorno della pace, sia per mitigare gli orrori della guerra, così ora che una qualche pace è stata
finalmente conchiusa, egualmente è la stessa carità che Ci spinge ad esortare tutti i Figli della
Chiesa, o meglio, tutti gli uomini dell'universo, perché vogliano deporre gli inveterati rancori e dar



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luogo al reciproco amore ed alla concordia.

Il messaggio del Cristianesimo è stato chiamato "Evangelo dl pace"

3. Non occorre che Ci dilunghiamo troppo a dimostrare come l'umanità andrebbe incontro ai più
gravi disastri, se, pur essendo conchiusa la pace, continuassero tra i popoli latenti ostilità ed
avversioni. Non parliamo dei danni di tutto ciò che è frutto della civiltà e del progresso, come dei
commerci e delle industrie, delle lettere e delle arti, le quali cose fioriscono soltanto in seno alla
tranquilla convivenza dei popoli. Ma, ciò che più importa, ne verrebbe colpita la vita stessa del
cristianesimo che è essenzialmente fondato sulla carità, essendo chiamata la predicazione stessa della
legge di Cristo "Evangelo di pace" (2) .

Infatti, come voi ben sapete e più volte Noi abbiamo già ricordato, nessuna cosa fu così spesso e con
tanta insistenza trasmessa dal divino Maestro ai suoi discepoli, quanto questo precetto della carità
fraterna, come quello che in sé racchiude tutti gli altri e Gesù Cristo chiamò nuovo e suo un tale
precetto e volle che esso fosse come la tessera di riconoscimento dei cristiani, per cui si potessero
facilmente distinguere dagli altri. Né diverso infine fu il testamento che egli morendo lasciò ai suoi
seguaci, quando pregò che si amassero fra loro, ed amandosi si sforzassero di imitare quella unità
ineffabile che si riscontra tra le Persone della SS.ma Trinità: "Che siano tutti una sola cosa... come
una sola cosa siam noi.., affinché siano consumati nell'unità" (3).

Gli Apostoli pertanto, seguendo le orme del divin Maestro, ed ammaestrati dalla viva sua voce, erano
di una assiduità meravigliosa nell'esortare così i fedeli: "Sopra tutto poi abbiate perseverante fra voi
stessi la mutua carità" (4). "E sopra tutte queste cose conservate la carità, la quale è il vincolo della
perfezione" (5). "Carissimi amiamoci l'un l'altro; perché la carità è da Dio" (6). A questi avvertimenti
di Gesù Cristo e degli Apostoli erano ben ossequenti quei nostri fratelli di tempi antichi, i quali,
sebbene appartenenti a diverse nazioni talvolta in lotta tra loro, tuttavia, cancellando il ricordo delle
contese con volontario oblio, vivevan in perfetta concordia. E veramente contrastava non poco una
così intima unione di mente e di cuore da quelle mortali ostilità che allora divampavano in seno al
consorzio umano.

Amare anche i nemici secondo il comandamento dl Gesù

4. Ora, quanto si è detto fin qui per imprimere il precetto della carità, vale anche per il perdono delle
offese, non meno solennemente comandato dal Signore: "Ma io vi dico: Amate i vostri nemici; fate
del bene a coloro che vi odiano: e pregate per coloro che vi perseguitano e vi calunniano, affinché
siate figli del Padre vostro che è nei cieli: il quale fa che si levi il suo sole sopra i buoni e sopra i
cattivi" (7). Di qui quel gravissimo monito dell'Apostolo S. Giovanni: "Chiunque odia il suo fratello,
è omicida. E voi sapete, che nessun omicida ha la vita eterna abitante in se stesso" (8). Finalmente,
Gesù Cristo ci ha insegnato a pregare il Signore in modo che noi stessi domandiamo di essere
perdonati a patto di perdonare agli altri: "E rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo
ai nostri debitori" (9). Che se talvolta riesce troppo ardua e difficile l'osservanza di questa legge, a
vincere ogni difficoltà, lo stesso Redentore del genere umano non solo ci assiste con la sua divina
grazia ma anche col suo mirabile esempio, poiché mentre pendeva dalla croce, scusò presso il Padre
coloro che così ingiustamente e iniquamente lo tormentavano, con quelle parole: "Padre, perdona
loro: giacché non sanno quel che si fanno" (10). Noi pertanto, che per i primi dobbiamo imitare la
misericordia e la benignità di Gesù Cristo, di cui, senza alcun merito, teniamo le veci, a suo esempio
Noi perdoniamo di gran cuore a tutti e singoli i Nostri nemici che consapevoli o inconsci ricoprirono
o coprono anche ora la persona e l'opera Nostra con ogni sorta di ingiurie, e tutti abbracciamo con
somma carità e benevolenza non tralasciando alcuna occasione per beneficarli quanto più possiamo:
e ciò stesso son tenuti a praticare i cristiani veramente degni di tal nome, verso coloro dai quali,
durante la guerra, ricevettero offesa.

Il triste spettacolo delle miserie derivanti dalla guerra




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5. Infatti la carità cristiana non si limita a non odiare i nemici e ad amarli come fratelli, ma vuole
ancora che facciamo loro del bene; seguendo in ciò le orme del nostro Divin Redentore, il quale
"compì la sua carriera, facendo del bene e sanando tutti coloro che erano sotto il potere del
diavolo" (11) e terminò il corso della sua vita mortale, spesa tutta nel beneficare immensamente gli
uomini, versando per essi il suo sangue. Per cui disse S. Giovanni: "Da questo abbiamo conosciuto
l'amore: poiché Egli ha dato la sua vita per noi: e noi pure dobbiamo dare la vita per i fratelli. Chi
avesse dei beni di questo mondo, e vedesse il suo fratello in necessità, e gli chiudesse il suo cuore,
come può essere in costui l'amore di Dio? Figlioli miei, non amiamo in parole e con la lingua, ma
con le opere e con verità" (12). Mai però vi fu tempo in cui si dovessero più "dilatare i confini della
carità" quanto in questi giorni di universale angustia e dolore; né mai forse come ora ebbe bisogno
l'umanità di quella comune beneficenza che fiorisce dal sincero amore per il prossimo e che è piena
di sacrificio e di fervore. Poiché, se volgiamo lo sguardo dovunque la guerra ha imperversato
furibonda, ci si parano innanzi immense regioni desolate e squallide, moltitudini ridotte a tale
estremo da mancare di pane, di indumenti e di letto; vedove ed orfani innumerevoli nell'attesa di un
qualche soccorso; infine un'ingente schiera di esseri debilitati, specialmente bambini e fanciulli, i
quali attestano nei loro corpicciuoli miseri l'atrocità della guerra.

La Chiesa ha sempre operato come il buon Samaritano

6. A chi contempla tal quadro di miserie, da cui è oppresso il genere umano, s'affaccia spontaneo alla
mente il ricordo di quel viandante evangelico (13), il quale, recandosi da Gerusalemme a Gerico,
s'imbatté negli assassini, che, spogliatolo e copertolo di ferite, lo abbandonarono semivivo sulla via.
I due casi si assomigliano grandemente; e come a costui si avvicinò pieno di compassione il
Samaritano che versatogli sulle ferite olio e vino lo fasciò, lo condusse all'albergo e si prese cura di
lui; così a risanare le ferite del genere umano è necessario che vi appresti la sua mano Gesù Cristo, di
cui il Samaritano era figura ed immagine.

Tale appunto è l'opera ed il compito che la Chiesa per sé reclama come erede e custode dello spirito
di Gesù Cristo; la Chiesa, diciamo, la cui intera esistenza è tutta intessuta di una mirabile varietà di
benefici: essa, infatti, "quale vera madre dei cristiani, ha tali tenerezze di amore per il prossimo che
per tutti i vari malanni che travagliano l'anima col peccato, ha pronta ogni specie di medicina"; onde
"tratta ed ammaestra puerilmente i fanciulli, i giovani con fortezza, i vecchi con placida calma,
secondo che ciascuno è tale non solo di corpo ma anche di animo" (14). Questi modi cristiani di
comportarsi poi, raddolcendo gli animi, sono di una straordinaria efficacia per ricondurre i popoli
alla tranquillità.

Invito a tutti i cattolici, religiosi e laici, ad operare per ristabilire la concordia

7. Perciò vi preghiamo, o Venerabili Fratelli, e vi scongiuriamo nelle viscere di carità di Gesù Cristo,
adoperatevi pienamente non solo per stimolare i fedeli a voi affidati a deporre gli odi e a condannare
le offese, ma anche per promuovere con più intensità tutte quelle opere di cristiana beneficenza, che
siano di aiuto ai bisognosi, di conforto agli afflitti, di presidio ai deboli, che arrechino insomma un
soccorso opportuno e molteplice a tutti coloro che hanno riportato dalla guerra una più grave
disgrazia. Desideriamo che voi esortiate specialmente i vostri sacerdoti, come ministri di pace,
affinché siano assidui in questo che è il compendio essenziale della vita cristiana, cioè nell'inculcare
l'amore verso i prossimi, anche se nemici, e "fatti tutto a tutti" (15) in modo da essere di luminoso
esempio, combattono ovunque contro 1 inimicizia e l'odio, ben sicuri di fare cosa gratissima al Cuore
amantissimo di Gesù e a Colui che, sebbene indegnamente, ne sostiene le veci qui in terra. A questo
proposito si devono pure caldamente esortare e pregare i giornalisti e scrittori cattolici, perché "come
eletti di Dio, santi ed amati", vogliano rivestirsi "di viscere di misericordia e di benignità" (16),
esprimendola nei loro scritti, con l'astenersi non solo dalle false e vane accuse, ma ancora da ogni
intemperanza e asprezza di linguaggio, la quale, mentre è contraria alla legge cristiana, non farebbe
altro che riaprire piaghe non ancora risanate, tanto più che gli animi già inaspriti da recenti ferite mal
sopportano ogni più lieve ingiuria.




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È necessaria la ripresa di relazioni amichevoli fra i popoli già in guerra fra loro

8. Quanto noi abbiamo qui ricordato ai singoli circa il dovere che essi hanno di praticare la carità,
intendiamo che sia pure esteso a quei popoli che hanno combattuto la grande guerra, affinché,
rimossa, per quanto è possibile, ogni causa di dissidio e salve naturalmente le ragioni della giustizia,
riprendano tra di loro relazioni amichevoli. Poiché non è affatto diversa la legge evangelica della
carità tra gli individui da quella che deve esistere tra gli Stati e le nazioni, non essendo esse infine
che l'insieme dei singoli individui. Dal momento poi che la guerra è cessata, non solo per motivi di
carità ma anche per una certa necessità di cose, si va delineando un legame universale di popoli,
spinti naturalmente ad unirsi fra loro da mutui bisogni, oltreché da vicendevole benevolenza,
specialmente ora con l'accresciuta civilizzazione e con le vie di comunicazione mirabilmente
moltiplicate.

Tolto il divieto ai Sovrani cattolici di venire a Roma in forma ufficiale

9. E veramente questa Sede Apostolica non si stancò mai d'inculcare durante la guerra, come
dicemmo, un tale perdono delle offese e la fraterna riconciliazione dei popoli, conformemente alla
legge santissima di Gesù Cristo e secondo le stesse esigenze del consorzio civile; né permise che
questi principi morali fossero dimenticati anche in mezzo alle rivalità e agli odi; ed ora, dopo i
trattati di pace, questi principi li propugna e li proclama ancor più altamente; come ha fatto poc'anzi
nella lettera ai vescovi della Germania (17) e nell'altra indirizzata all'Arcivescovo di Parigi (18). E
poiché a mantenere ed accrescere questa concordia tra le genti non poco contribuiscono le visite che
i capi degli Stati e dei Governi usano reciprocamente farsi per sbrigare gli affari di maggiore
importanza, Noi, considerando le mutate circostanze dei tempi e la piega pericolosa degli eventi, pur
di cooperare a questo affratellamento dei popoli, non saremmo alieni dal mitigare in qualche modo il
rigore di quelle condizioni che, abbattuto il Governo civile della Santa Sede, furono giustamente
stabilite dai Nostri antecessori ad impedire la venuta dei Sovrani cattolici a Roma in forma ufficiale.
Però nel tempo stesso solennemente proclamiamo che questa Nostra remissività, consigliata, o
meglio voluta, come pare, dalla gravità di tempi che corrono, non si deve affatto interpretare quale
una tacita rinunzia ai sacrosanti diritti, quasi che la Santa Sede si contenti dello stato anormale in cui
si trova al presente. Che anzi "le proteste che i Nostri Predecessori fecero più volte, non affatto mossi
da interessi umani ma dalla santità del dovere, per difendere cioè la dignità e i diritti di questa Sede
Apostolica. Noi qui, in questa circostanza, le rinnoviamo per le identiche ragioni", chiedendo
ripetutamente e con maggior insistenza che, mentre si è pattuita la pace tra le nazioni, "cessi anche
per il Capo della Chiesa questa condizione anormale, che gravemente nuoce, e per più motivi, alla
stessa tranquillità dei popoli" (19).

Invito a costituire una Lega delle nazioni

10. Ristabilite così le cose, secondo l'ordine voluto dalla giustizia e dalla carità, e riconciliate tra di
loro le genti, sarebbe veramente desiderabile, o Venerabili Fratelli, che tutti gli Stati, rimossi i
vicendevoli sospetti, si riunissero in una sola società o meglio famiglia dei popoli, sia per garantire la
propria indipendenza, sia per tutelare l'ordine del civile consorzio. E a formar questa società fra le
genti è di stimolo, per tacere molte altre considerazioni, il bisogno stesso generalmente riconosciuto
di ridurre, se non è dato di abolire, le enormi spese militari che non possono più oltre essere
sostenute dagli Stati, affinché in tal modo si impediscano per l'avvenire guerre così micidiali e
tremende e si assicuri a ciascun popolo nei suoi giusti confini l'indipendenza e l'integrità del proprio
territorio.

La Chiesa nei secoli passati ha sempre operato per l'unione dei popoli

11. E una volta che questa Lega tra le nazioni sia fondata sulla legge cristiana, per tutto ciò che
riguarda la giustizia e la carità, non sarà certo la Chiesa che rifiuterà il suo valido contributo, poiché,
essendo essa il tipo più perfetto di società universale, per la sua stessa essenza e finalità è di una




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meravigliosa efficacia ad affratellare tra loro gli uomini, non solo in ordine alla loro eterna salvezza,
ma anche al loro benessere materiale; li conduce cioè attraverso i beni temporali, in modo da non
perdere gli eterni. Perciò sappiamo dalla storia, che da quando la Chiesa pervase del suo spirito le
antiche e barbariche genti d'Europa, cessarono un po' alla volta le varie e profonde contese che le
dividevano, e federandosi col tempo in una unica società omogenea, diedero origine all'Europa
cristiana, la quale, sotto la guida e l'auspicio della Chiesa, mentre conservò a ciascuna nazione la
propria caratteristica, culminò in una compatta unità, fautrice di prosperità e di grandezza. Molto
bene a questo proposito dice S. Agostino: "Questa città celeste, mentre vive esule quaggiù in terra,
chiama a sé cittadini di ogni nazione, e compone di tutte le genti una sola società pellegrinante; non
si cura di ciò che vi è di diverso nei costumi, nelle leggi e nelle istituzioni; cose tutte che, mirando
alla conquista e al mantenimento della pace terrena, la Chiesa, invece di ripudiare o distruggere,
gelosamente conserva; poiché, quantunque esse variino secondo le nazioni, vengono tutte indirizzate
allo stesso fine della pace terrena, purché non impediscano l'esercizio della religione che insegna ad
adorare l'unico sommo e vero Dio" (20). E lo stesso Santo Dottore così parla alla Chiesa: "Tu, i
cittadini, le genti e gli uomini tutti, rievocando la comune origine, non solo li unisci tra loro ma
ancora li affratelli" (21).

Esortazione finale a tutti i popoli

12. Noi pertanto, rifacendoci al principio del Nostro discorso, Ci rivolgiamo con affetto a tutti i
Nostri figli e li scongiuriamo nel nome di Nostro Signor Gesù Cristo perché vogliamo dimenticare le
reciproche rivalità ed offese, e stringersi nell'amplesso della carità cristiana, dinanzi a cui non vi
sono stranieri; esortiamo inoltre vivamente tutte le nazioni affinché, sotto l'influsso della
benevolenza cristiana, s'inducano a stabilire tra loro una vera pace e a collegarsi in un'unica alleanza,
che, con l'aiuto della giustizia, sia duratura; infine facciamo appello a tutti gli uomini e popoli della
terra perché aderiscano con la mente e con il cuore alla Chiesa Cattolica, e per la Chiesa, a Cristo
Redentore del genere umano: così che possiamo loro rivolgere con tutta verità quelle parole di S.
Paolo agli Efesini: "Ma adesso in Cristo Gesù, voi che eravate una volta lontani, siete diventati
vicini, mercé il Sangue di Cristo. Poiché egli è nostra pace, egli che delle due cose ne ha fatta una
sola, annullando la parete intermedia di separazione... distruggendo in se stesso le inimicizie. E
venne ad annunziare la pace a voi, che eravate lontani, e pace ai vicini". Né sono meno a proposito
quelle parole che il medesimo Apostolo indirizzava ai Colossesi: "Non mentite più l'uno verso
dell'altro, essendovi spogliati dell'uomo vecchio e di tutte le opere di lui, ed essendovi rivestiti del
nuovo, di quello, il quale, si va rinnovando in proporzione della conoscenza, conformandosi
all'immagine di colui che lo creò: dove non c'è Greco e Giudeo, circonciso e incirconciso, Barbaro e
Scita, servo e libero: ma Cristo in ogni cosa ed in tutti" (22).

Frattanto, confidando nel patrocinio della Vergine Immacolata che testé volemmo fosse
universalmente invocata "Regina della pace", come pure in quello dei tre novelli Santi (23),
umilmente imploriamo il divino Spirito Paraclito, perché "conceda propizio alla sua Chiesa il dono
dell'unità e della pace" (24) e con ulteriore effusione di carità, diretta alla comune salvezza, rinnovi
la faccia della terra...


Note

(1) De civitate Dei, lib. XIX, c. XI.
(2) Ef 6, 13.
(3) Gv 17, 21-23.
(4) 1Pt 4, 18.
(5) Col 3,14.
(6) 1Gv 4, 7.
(7) Mt 5, 44-45.
(8) 1Gv 3, 15.




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(9) Mt 6, 12.
(10) Lc 23, 34.
(11) At 10, 38.
(12) 1Gv 3, 16-18.
(13) Lc 10, 30.
(14) Cfr. S. Agostino, De moribus Ecclesiae catholicae, lib. I, c. XXX.
(15) 1Cor 9, 22.
(16) Col 3, 12.
(17) Lettera Apostolica Diuturni, 15 luglio 1919.
(18) Epistola Amore ille singularis, 7 ottobre 1919.
(19) Lettera enciclica, Ad beatissimi, l° novembre 1914.
(20) De civitate Dei, lib. XIX, c. XVII.
(21) De moribus Ecclesiae catholicae, lib. I, c. XXX.
(22) Ibidem, II, 13 ss.: III, 9-11.
(23) S. Gabriele dell'Addolorata, S. Margherita M. Alacoque e S. Giovanna d'Arco.
(24) "Segreta" nella Festa del Corpus Domini.


MESSAGGIO 15

suggerisco questa lettura AUTOREVOLE

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La verità su Medjugorje

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MESSAGGIO 20

Ho trovato anche dei documenti interessanti
http://www.dimarzio.it/srs/modules/news/article.php?
storyid=108 oppure questo del 2004 cliccando qui' (PDF)
In seguito a numerose richieste di informazioni sulla presunta approvazione delle apparizioni di
Medjugorje da parte della gerarchia cattolica pubblichiamo alcune prese di posizione ufficiali.




1991

LA DICHIARAZIONE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DELL'EX JUGOSLAVIA A
PROPOSITO DI MEDJUGORJE


Durante la seduta ordinaria della conferenza episcopale italiana svoltasi a Zara dal 9 all'11
aprile 1991 è stata adottata la seguente

DICHIARAZIONE



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I vescovi sin dall'inizio seguono le apparizioni di Medjugorje tramite il vescovo della diocesi,
la commissione episcopale e la commissione della conferenza episcopale jugoslava per
Medjugorje.
Sulla base delle ricerche sin qui compiute non è possibile affermare che si tratta di
apparizioni e fenomeni soprannaturali.
Tuttavia, i numerosi credenti che arrivano a Medjugorje provenienti da vari luoghi e spinti
da motivi religiosi e di altro genere hanno bisogno dell'attenzione e della cura pastorale
innanzitutto del vescovo della diocesi e poi anche di altri vescovi così che a Medjugorje e
con Medjugorje si possa promuovere una sana devozione verso la Beata Vergine Maria, in
armonia con l'insegnamento della Chiesa.
A tal fine i vescovi forniranno adeguate indicazioni liturgico-pastorali e tramite la
commissione continueranno a seguire e a far luce sugli avvenimenti di Medjugorje.

Zara, 10 aprile 1991
I vescovi jugoslavi




1996

IL VESCOVO FRANCESE E LA CONGREGAZIONE DEL VATICANO A PROPOSITO DI
MEDJUGORJE

Il vescovo di Langres in Francia, monsignor Léon Taverdet si è rivolto alla sede apostolica
il 14 febbraio 1996 per chiedere quale fosse la posizione della Chiesa relativamente alle
apparizioni di Medjugorje e se fosse consentito recarsi in pellegrinaggio in quel luogo. La
Congregazione della Santa Sede per la dottrina della fede ha dato la propria risposta il 23
marzo 1996 tramite il proprio segretario Tarcisio Bertone:


CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

Vaticano, 23 marzo 1996
N. prot. 154/81-01985

Sua Eccellenza,

con la Sua del 14 febbraio 1996 ci ha chiesto quale fosse l'attuale posizione della Chiesa
relativamente alle presunte "apparizioni di Medjugorje" e se fosse consentito ai fedeli
cristiani recarsi in pellegrinaggio in quel luogo.
A riguardo mi fa piacere informarla che i vescovi della ex Jugoslavia nella propria
Dichiarazione di Zara del 10 aprile 1991 hanno stabilito quanto segue relativamente alla
veridicità delle apparizioni in oggetto:
"... Sulla base delle ricerche finora compiute, non si può affermare che si tratti di apparizioni
o fenomeni soprannaturali.
Tuttavia, i numerosi pellegrini che giungono a Medjugorje spinti dalla fede e da altri motivi
richiedono l'attenzione e la cura pastorale del vescovo della diocesi, ma anche di altri
vescovi, affinchè a Medjugorje possa essere incoraggiata una devozione verso la Beata
Vergine Maria in armonia con l'insegnamento della Chiesa.
A tale scopo i vescovi forniranno anche particolari direttive liturgico-pastorali. Inoltre la
Commissione tramite loro continuerà a seguire ed analizzare tutti gli avvenimenti di
Medjugorje."



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Da quanto appena detto consegue che i pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje, intesa come
luogo di autentiche apparizioni della Vergine, non possono essere organizzati nè a livello
parrocchiale, nè diocesano, poichè questo sarebbe in contraddizione con quanto affermato
dai vescovi della ex-Jugoslavia nella suddetta dichiarazione.

Sua Eccellenza, vogliate gradire i miei più cari saluti.

Tarcisio Bertone
CONGREGATIO PRO DOCTRINA FIDEI

Pr. N. 154/81.06419




1998

Città del Vaticano, Palazzo del S. Uffizio 26 maggio 1998

DISCORSO SU MEDJUGORJE DURANTE LA VI. SESSIONE DELLA CONFERENZA
EPISCOPALE DELLA BOSNIA ED ERZEGOVINA

Il 2 e 3 luglio 1996 a Sarajevo si è tenuta la VI. sessione della Conferenza Episcopale della
Bosnia ed Erzegovina. Vi hanno partecipato tutti i suoi membri: il presidente, Cardinale
Vinko Puljic, il vescovo di Banja Luka Franjo Komarica, il vescovo di Mostar Ratko Peric ed
il vescovo ausiliario di Sarajevo Pero Sudar. Di questa seduta riportiamo solo il testo
relativo all'apparizione della Vergine nella parrocchia di Medjugorje.

"Il Vescovo di Mostar ha informato la conferenza sulle lettere ufficiali della Congregazione
per la dottrina della fede inviate a due vescovi francesi in merito ai pellegrinaggi a
Medjugorje. Nelle lettere si dice tra le altre cose che i pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje,
intesa come luogo di autentiche apparizioni della Vergine, non possono essere organizzati
nè a livello parrocchiale, nè diocesano, poichè questo sarebbe in contraddizione con
quanto affermato dai vescovi della ex-Jugoslavia nella propria dichiarazione del 10 aprile
1991 (cfr. Glas Koncila, 30-6-1996). I vescovi hanno preso atto di questa posizione della
Chiesa per la gestione delle proprie diocesi."

Sarajevo, VII (CX), 3, Sarajevo 1996, pag. 171.

A Sua Eccellenza Mons. Gilbert Aubry

vescovo di Saint-Denis de la Rèunion

Eccellenza, con la lettera del 1 gennaio 1998 voi sottoponete a questo Dicastero diverse
questioni concernenti la posizione della Santa Sede e del vescovo di Mostar, in riferimento
alle cosidette "apparizioni" di Medjugorje, ai pellegrinaggi privati o alla cura pastoraledei
fedeli che si recano in quel luogo. Al riguardo, considerando impossibile rispondere a
ciascuna delle domande fatte da vostra Eccellenza, tengo anzitutto a precisare che non è
norma della Santa Sede assumere, in prima istanza, una posizione propria diretta su
supposti fenomeni sopranaturali.
Questo dicastero perciò che concerne la credibilità delle "apparizioni" in questione, si
attiene semplicemente a ciò che è stato stabilito dai vescovi della ex-Jugoslavia nella
dichiarazione di Zara del 10.04.1991: "Sulla base delle indagini finora condotto, non è
possibile affermare che si tratti di apparizioni o di rivelazioni soprannaturali". Dopo la
divisione della Jugoslavia in diverse nazioni indipendenti, spetterebbe ora ai membri della



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Conferenza Episcopale della Bosnia-Erzegovina riprendere eventualmente in esame la
questione ed emettere, se il caso lo richiede, nuove dichiarazioni.
Quello che Mons. Peric' ha affermato in una lettera al Segretario Generale di "Famille
Chrètienne", cioè che "la mia convinzione e posizione non è solo Non constatazione della
soprannaturalità ma ugualmente quella di constatazione della NON soprannaturalità delle
apparizioni o rivelazioni di Medjugorje" deve essere considerata espressione di una
convinzione personale del Vescovo di Mostar, il quale, in quanto ordinario del luogo, ha
tuttti i diritti di esprimere ciò che è e rimane un suo parere personale.
In fine, per quanto concerne i pellegrinaggi a Medjugorje che si svolgono in maniera
privata, questa Congregazione ritiene che sono permessi a condizione che non siano
considerati come una autenticazione degli avvenimenti in corso e che richiedono ancora un
esame da parte della Chiesa.

Mons. Tarcisio Bertone (segretario della Congregazione presiedutadal Card. Ratzinger)




2001

09.10.2001 Intervento al Sinodo dei Vescovi di S.Em.R. Card. Vinko PULJIĆ, Arcivescovo
di Vrhbosna, Presidente della Conferenza Episcopale (Bosnia-Erzegovina)

L'uomo di oggi sente un urgente bisogno di speranza. Lo mettono in evidenza i tragici
avvenimenti del secolo che abbiamo lasciato dietro, come pure le diverse minacce,
soprattutto quelle di intolleranza e di indifferenza, che si alzano agli orizzonti di questo
nuovo secolo appena cominciato. I problemi che assillano l’umanità di oggi sono molteplici
e non sono di facile soluzione. La risposta concreta della Chiesa a tali problemi è il
coraggioso e perseverante annuncio del Vangelo di Cristo e del suo messaggio di perdono,
di riconciliazione e di pace; del suo messaggio di speranza per ogni singola persona e per
tutti i Popoli.

Il testimone privilegiato di tale messaggio è Vescovo, uomo che in qualità di erede
autentico degli Apostoli si è messo in servizio del Vangelo; uomo che si è reso maestro e
pastore dei fratelli, disponibile al costante dialogo ed ai colloqui fidati, gioioso della propria
vocazione.

Per quanto concerne la Chiesa che è in Bosnia ed Erzegovina, i suoi Pastori si impegnano
insieme con i loro sacerdoti, consacrati e fedeli laici per fare sì che la loro testimonianza
diventi lievito della società e sia in grado di trasmettere la luce del Vangelo nelle realtà
economiche, sociali e politiche del loro Paese. Mentre la maggior parte dei consacrati che
operano sul territorio delle circoscrizioni ecclesiastiche locali rimangono fedeli al carisma
del loro Istituto e si impegnano senza riserve per la promozione dell'opera apostolica, del
bene della Chiesa e della società civile, alcuni membri dell'Ordine dei Frati Minori
Francescani o quelli espulsi cercano, purtroppo, di imporre il proprio punto di vista alle
singole Diocesi, sostituendo i carismi autentici con i pseudocarismi, una minaccia seria per
la Chiesa e per la sua unità organizzativa e dottrinale. Basti ricordare i tristi eventi che
nell'estate scorsa hanno visto come protagonisti alcuni appartenenti del suddetto Ordine e
un autodichiarato vescovo: un diacono veterocattolico espulso dalla sua comunità, oppure
una sistematica disobbedienza degli stessi religiosi che vi è da anni nella Diocesi di Mostar-
Duvno.

Con dolore si può constatare che il mondo di oggi è diviso. Tale divisione riguarda vari
settori ed ha diverse origini. Ci sono, purtroppo, anche le divisioni della Chiesa, Corpo




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mistico di Cristo e sacramento universale di salvezza. Cresce la coscienza che la divisione
offusca lo sguardo verso il futuro.

Il superamento delle divisioni esistenti della Chiesa e del mondo attuale offrirà una carica
speciale di speranza all'umanità del nostro tempo. La Chiesa non può rimanere divisa ed è
chiamata ad essere una, santa, cattolica ed apostolica; è chiamata ad essere comunione e
rimanere unita sia al livello locale che al livello universale, sempre con il Successore di
Pietro a capo. Grazie al Vangelo, la Chiesa si presenta al mondo come una forza vitale
capace a renderlo più unito. In tale luce, il dialogo ecumenico riacquista un nuova carica.
Lo stesso vale pure per il dialogo interreligioso.

L'Europa non può rimanere divisa tra l'Europa orientale e l'Europa occidentale. Il mondo
non può restare diviso tra il Nord e il Sud, tra i Paesi ricchi e sviluppati ed i Paesi poveri e
meno sviluppati. Le Nazioni non possono continuar ad essere divise in Nazioni civili e in
Nazioni non considerate civili.

La risposta alle divisione del mondo odierno è il dialogo sincero tra le Nazioni ed i Popoli.
Qualsiasi sia il tema o il motivo del dialogo, esso vede sempre coinvolto le due parti. Non
c'è il dialogo se non c'è pure l'altra parte che ne sia partecipe attiva.

Un notevole contributo all'impegno per il superamento delle divisioni esistenti potrebbe
essere dato particolarmente dai mezzi di comunicazione sociale, che sono in grado di
essere pure mezzi privilegiati dell'annuncio del Vangelo. Quanti operano con questi mezzi e
quanti li dirigono hanno una grande responsabilità.



Per approfondire: Conferenza su Medjugorje tenuta dal Vescovo di Mostar, Mons. Ratko
Perić il 17 Febbraio 2004.
LA CONFERENZA DU MEDJUGORIE E' SU FOGLI A PARTE GIà STAMPATI



o leggendo questo blog
http://www.marcocorvaglia.blog.lastampa.it/mcor/


MARIJA, VLASIC E I FALSI MESSAGGI

In appendice: "Questione Vlašić: dove sbaglia padre Livio Fanzaga"



                                                     Marija Pavlović e padre Tomislav Vlašić , all'epoca
                                                     dei fatti raccontati in questa pagina


                                                     Non è un’illazione né, tanto meno, un’insinuazione,
                                                     bensì un dato di fatto: una delle veggenti di
                                                     Medjugorje, Marija Pavlović, ha una volta
                                                     ammesso, per iscritto e nei termini che ora
                                                     vedremo, di aver lasciato che il suo direttore
                                                     spirituale attribuisse alla Madonna dei falsi
                                                     messaggi, ricevuti proprio tramite lei.

                                                     Per raccontare compiutamente questa vicenda è




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necessario premettere che ai sei veggenti “di prima generazione” si era aggiunta, nel dicembre 1982, Jelena
Vasilj, di 10 anni, che asseriva di avere delle locuzioni interiori, delle "comunicazioni", da parte della Madonna
e, più raramente, delle vere e proprie apparizioni.

Un altro personaggio che deve essere ora introdotto è, appunto, colui che fu il primo direttore spirituale dei
veggenti, il francescano Tomislav Vlašić.

Ecco ciò che accadde: il 25 marzo 1988 Vlašić scrisse una lunga lettera aperta con cui rendeva nota la
fondazione di una nuova comunità religiosa da lui diretta e, a suo dire, richiesta espressamente dalla
Madonna [Cfr. Ogledalo Pravde, pp.28-29]
Tale lettera, il mese successivo, fu pubblicata a Milano (in un opuscoletto di 17 pagine intitolato Una chiamata
nell'anno mariano) per iniziativa della suddetta comunità, che aveva assunto il nome Kraljice Mira, potpuno
tvoji, po Mariji k Isusu ("Regina della pace, siamo completamente tuoi; a Gesù attraverso Maria") e aveva
preso sede in viale Mentana 45, a Parma.
La stampa e la diffusione dell'opuscoletto,“in tutte le principali lingue” [Una chiamata nell'anno mariano, p.1],
fu affidata all' “Associazione Amici di Medjugorje” con sede, ora come allora, in Via Nirone 9, a Milano
(all'epoca presieduta dalla sig.ra Angela Pecorari Piazza).

Nella pubblicazione in questione Vlašić, ripercorrendo il cammino della nascita di quella comunità, scrive:

La veggente di Medjugorje Jelena Vasilj, che ha visioni e locuzioni interiori, è venuta da me il 28 maggio
1983, e mi ha chiesto di presenziare all'apparizione della Madre di Dio, che lei avrebbe avuto in casa sua. Mi
disse che la Madonna desiderava confidarmi qualcosa.
Ho assistito all'apparizione. La Madonna, attraverso la veggente, mi ha rivolto la parola: mi ha chiesto di
riunire un gruppo di preghiera composto perlopiù da giovani che fossero pronti a consacrarsi totalmente a Lei,
e chiese a me come sacerdote di indirizzare il gruppo sul cammino.
Prima che il gruppo cominciasse ad avere incontri regolari, Marija Pavlović, una dei sei veggenti a cui la
Madonna appare dal 1981, ha desiderato verificare se questo era veramente un progetto della Madonna, e
durante un'apparizione ha domandato chiarimenti alla Madonna. Ha ricevuto una risposta positiva: la
Madonna ha detto che quello era un suo progetto, e ha raccomandato ai sei veggenti, secondo le loro
possibilità, di partecipare al gruppo di preghiera. Da allora Marija è membro di tale gruppo. [Una chiamata
nell'anno mariano, pp. 3-4]

In seguito, direttamente Gesù e la Madonna avrebbero chiesto allo stesso francescano e ai veggenti (e più
tardi ad una conoscente tedesca di Vlašić, di nome Agnes Heupel) di trasformare il gruppo di preghiera in una
vera e propria comunità religiosa:

A partire dall'autunno 1985 nostro Signore e la nostra Madre Celeste mi hanno parlato nel cuore in modo
speciale. Mi hanno dato anche messaggi particolari attraverso alcuni veggenti Mi hanno chiesto totale
rinunzia e pronta disposizione per il loro piano.
[...]
Il 7 dicembre 1986, mentre pregavamo insieme il rosario meditando i misteri gaudiosi, Gesù ha dato ad
Agnes un messaggio, in cui annunziava la nascita di una nuova comunità in cui noi dobbiamo offrirci entrambi
a Dio, come Chiara e Francesco. [Una chiamata nell'anno mariano, pp. 4-5]

E arriviamo al punto decisivo:

Ho chiesto anche una conferma esterna. Fra le altre cose ho posto una domanda alla Madonna tramite Marija
Pavlović. Marija ha portato la risposta della Madonna dell'8 marzo 1987: "Questo e un piano di Dio." [Una
chiamata nell'anno mariano, p. 6]

La comunità di Vlašić fu quindi aperta e si insediò, come detto, a Parma.
Vi entrò la stessa Marija, che il 21 aprile 1988 scrisse e firmò una dichiarazione (pubblicata nello stesso
opuscoletto Una chiamata nell'anno mariano).
In essa la veggente afferma testualmente quanto segue, facendo espresso riferimento alla lettera aperta di
padre Tomislav Vlašić:

Sento il bisogno di dire anch'io alcune parole riguardo a questa informazione che ha scritto Padre Tomislav
(Marija quindi conosce il testo scritto da Vlašić, n.d.a.)
[...]
Fin dalla sua costituzione mi sono inserita nel gruppo di preghiera, che la Madonna ha guidato attraverso
Jelena Vasilj e Padre Tomislav Vlašić.




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[...]
Ho visto che i messaggi che giungevano attraverso Jelena chiarivano e completavano i messaggi che la
Madonna dava a me.
All'inizio di quest'anno mi sono ritirata nel silenzio con alcune persone di quel gruppo di preghiera. Un giorno,
qualche tempo prima della partenza, prima dell'apparizione abbiamo pregato la Madonna di darci la luce per
poter comprendere il programma che Lei aveva dato attraverso Agnes Heupel e Padre Tomislav Vlašić.
La Madonna è venuta, era contenta. Ha pregato su tutti noi e ha detto: "Cari figli, vi do un dono speciale, il
dono della libertà, affinché possiate decidervi per Dio. Io benedico la libera decisione di ciascuno di voi". Così
mi fu chiaro che potevo decidermi per questa strada, dal momento che attendevo l'occasione per potermi
ritirare in silenzio e preghiera.
Come vedete, la Madonna ha dato un programma per la Comunità "Regina della Pace, completamente tuoi,
per Maria a Gesù", e conduce questa Comunità attraverso Padre Tomislav e Agnes, attraverso la quale
giungono i messaggi per la Comunità.
Sono nella Comunità da più di un mese e mezzo… [Una chiamata nell'anno mariano, pp. 15-16]

In sostanza, Marija non smentisce la veridicità della lettera aperta scritta da Vlašić (contenente, lo si è visto,
l'esplicita approvazione della nascita della Comunità da parte della Madonna: Marija ha portato la risposta
della Madonna dell'8 marzo 1987: "Questo e un piano di Dio").

All’inizio del successivo mese di luglio, una giornalista statunitense, Suzanne Rini, inviata dal periodico
cattolico Fidelity, giunge in Italia e chiede conto a padre Vlašić di una scabrosa vicenda che lo riguarderebbe.
Il francescano si dichiara estraneo ai fatti.
Comunque stiano le cose, pochi giorni dopo, esattamente l'11 luglio 1988, si verifica qualcosa di inatteso:
Marija (forse temendo di essersi compromessa attribuendo l'appoggio della Madonna ad un frate coinvolto in
uno scandalo?) scrive, in lingua croata e in italiano, un nuovo, clamoroso, comunicato.

Di questo comunicato non c'è in genere traccia nelle pubblicazioni a favore di Medjugorje (Laurentin, che
curava un aggiornamento annuale sugli eventi legati a queste "apparizioni", ne parlò in Dernières Nouvelles
n. 8, 1989; tuttavia eliminò ogni riferimento ad esso nella sua opera principale e più diffusa, La Vergine
appare a Medjugorje?, la cui edizione definitiva risale al 1991).

Il comunicato di Marija è però stato integralmente riportato in una pubblicazione della Curia di Mostar:
Ogledalo Pravde. Biskupski ordinarijat u Mostaru o navodnim ukazanjima i porukama u Me ugorju (La Curia
diocesana di Mostar sulle presunte apparizioni e messaggi di Medjugorje), Mostar, 2001, pp. 30-32.
Eccolo, in traduzione:

Sento il dovere morale di fare le seguenti dichiarazioni davanti a Dio, la Madonna e la Chiesa di Gesù Cristo:

Dal libretto "Una chiamata nell’anno mariano" e dalla testimonianza che porta la mia firma, si ricava che io
abbia riportato una risposta della Madonna a una domanda di fra Tomislav Vlašić. Tale risposta
sarebbe:"Questo è il piano di Dio", cioè conseguentemente io, da parte della Madonna, avrei dato la
conferma a fra Tomislav Vlašić e il permesso esplicito per questa Opera e per il programma iniziato in Italia
con il gruppo di preghiera di Medjugorje.

Adesso dichiaro di non aver mai chiesto alla Madonna nessuna conferma per questa Opera iniziata da fra
Tomislav V. e Agnes Heupel. Non ho mai esplicitamente chiesto alla Madonna, riguardo a me, se devo
prendere parte a questa Opera e non ho mai ricevuto dalla Madonna nessuna approvazione riguardante il
gruppo, salvo il fatto che ciascuno di noi doveva essere libero di fare una scelta per la propria vita.

Dal libretto e dalla testimonianza che porta la mia firma segue che la Madonna mi abbia mostrato che la
comunità e il programma di fra Tomislav V. e Agnese Heupel sono la via di Dio per me e per gli altri. Adesso
ripeto di non aver mai dalla Madonna ricevuto né dato a fra Tomislav, né a qualsiasi altra persona, una tale
conferma e approvazione da parte della Madonna.

La mia prima testimonianza, pubblicata in lingua croata e italiana, non corrisponde alla verità. Personalmente
non avevo alcun desiderio di rilasciare alcuna dichiarazione scritta. Fra Tomislav V. mi ha consigliato,
insistendo parecchie volte, di scrivere, in qualità di veggente, una testimonianza aspettata dal mondo.

Devo dichiarare anche, che il contenuto della lettera così come è presentato e la mia firma pongono alcune
domande. Per adesso, a tutte le domande io posso dare questa unica risposta, che sto per dare, io ripeto,
davanti a Dio, alla Madonna e davanti alla Chiesa di Gesù Cristo: "Tutto ciò che può essere inteso quale
risposta e una conferma esplicita di questa Opera di fra Tomislav V. E Agnes Heupel, da parte della Madonna




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attraverso me, assolutamente non corrisponde alla verità e ugualmente non corrisponde alla verità l’idea che
io abbia avuto desiderio spontaneo di scrivere quella testimonianza".

Quale dovere morale ritengo le dichiarazioni seguenti, davanti a Dio, alla Madonna e davanti alla Chiesa:
Dopo sette anni di apparizioni quotidiane, dopo l’esperienza più intima che ho delle tenerezze e della
prudenza della Madonna, dopo tutto quello di cui mi ricordo dei consigli della Madonna e della risposta della
Madonna alle mie domande personali, posso dichiarare che non regge l’idea che il piano Celeste e il
messaggio globale della Madonna a Medjugorje abbiano per me, come sacra conseguenza e processo
desiderato della Madonna, questa Opera e il programma iniziato in Italia da parte di fra Tomislav V. e Agnes
Heupel.
E' necessario aggiungere a questa dichiarazione che le apparizioni quotidiane continuano.

Firmo questa dichiarazione davanti al Santissimo Sacramento e la destino a tutti quelli che sono di cuore
legati alla “Opera” della Madonna di Medjugorje.


11/7/1988 Marija Pavlović

Ed ecco la seconda facciata della lettera, contenente la firma autografa di Marija Pavlović:




_________________________________________________________________________________________

APPENDICE:

QUESTIONE VLASIC: DOVE SBAGLIA PADRE LIVIO FANZAGA (8/9/2008)

L' 8 settembre 2008, a seguito della diffusione della notizia dei severissimi provvedimenti punitivi adottati dalla
Congregazione per la Dottrina della Fede nei confronti di padre Tomislav Vlašić, Radio Maria ha pubblicato
sul suo sito la lettera di Marija di cui abbiamo trattato in chiusura dell'articolo presente in questa pagina.

Si tratta di un documento molto raro, di cui fin ora, negli ambienti medjugoriani, non si era praticamente mai
parlato.




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Marija, che all’epoca dei fatti, già dal febbraio 1988, viveva in Italia, a Parma, nella sede della Comunità,
pubblicò (lo si è accennato nell'articolo) due versioni della lettera di luglio (così come aveva fatto con la
precedente testimonianza di aprile): una in italiano (che è quella ora resa nota da Radio Maria) ed un’altra in
croato (che è quella a cui mi ero rifatto io, riportandone una traduzione).

Le due versioni sono decisamente sovrapponibili, tuttavia, ora che finalmente, dopo vent’anni, è venuta fuori
la versione italiana autografa, mi sembra più che giusto utilizzare quella.

E così farò.

Padre Livio Fanzaga, nel documento diffuso l'8 settembre 2008, a corredo della lettera di Marija, afferma
quanto segue:

“Nella primavera del 1988 P. Tomislav Vlasic, in una lettera pubblica indirizzata al mondo intero, affermava
che la comunità da lui fondata con Agnes Heupel era stata voluta dalla Regina della pace e a questo riguardo
chiamava in causa delle affermazioni della veggente Maria Pavlovic. Quest’ultima smentiva recisamente con
una dichiarazione pubblica, inviata alla Congregazione della Dottrina della fede e affermava che non vi era
nessun legame fra la Comunità di Padre Tomislav Vlasic e le apparizioni di Medjugorje. Il subdolo tentativo di
accreditare con l’autorità della Madonna la suddetta comunità veniva così stroncato, anche se verrà reiterato
negli anni successivi.”

In sostanza questa lettera, secondo padre Livio, scagionerebbe Marija e i veggenti, dimostrando che non vi è
alcun legame compromettente fra essi e Vlašić.

Che essa costituisca un atto d’accusa nei confronti di Vlašić è, come accennavamo, solo una metà della
verità.
Il problema è che questa lettera costituisce anche una gravissima ammissione di responsabilità da parte della
stessa Marija, che confessa di aver lasciato che Vlašić strumentalizzasse lei e la Madonna. E non mi sembra
poco.

Marija esordisce così:

“Dai testi Una chiamata nell’anno mariano e dalla testimonianza che porta la mia firma (sottolineatura mia,
n.d.a.), appare che io avrei portato come risposta della Madonna a una domanda di Padre Tomislav: Questo
è un piano di Dio”

Pertanto la veggente ammette di aver firmato una testimonianza che avallava un falso messaggio della
Madonna

Lo ribadisce al paragrafo 3:

“Dai testi e dalla testimonianza che porta la mia firma (sottolineatura mia, n.d.a.), appare che la Madonna mi
avrebbe mostrato che la comunità ed il programma di P. Tomislav ed Agnes Heupel erano la strada di Dio per
me e per gli altri”

Al paragrafo 4 conferma per l’ennesima volta:

“La testimonianza tale quale è pubblicata in italiano non corrisponde alla verità a proposito della prima
iniziativa”
( si badi bene che Marija non sta facendo una distinzione tra il contenuto della testimonianza in italiano e
quello della testimonianza in croato. Semplicemente, nella versione italiana di questa lettera, sta facendo un
esplicito riferimento alla testimonianza redatta nella medesima lingua, mentre, nella versione croata di questa
stessa lettera, specifica che la “non corrispondenza alla verità” riguarda sia la testimonianza in italiano che in
croato: Moje prvo svjedočanstvo, takvo kakvo je objavljeno na hrvatskom i talijanskom jeziku, ne odgovara
istinisi [Cfr. "Ogledalo Pravde. Biskupski ordinarijat u Mostaru o navodnim ukazanjima i porukama u
Me ugorju" (La Curia diocesana di Mostar sulle presunte apparizioni e messaggi di Medjugorje), Mostar,
2001, pag. 30].

E non è che Vlašić le avesse messo una pistola alla tempia per costringerla a firmare. Semplicemente,
prosegue Marija:




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"Padre Tomislav mi ha suggerito con insistenza di scrivere come veggente una testimonianza che il mondo
aspettava."

E’ anche il caso di evidenziare qui un’aggravante: come abbiamo visto, la testimonianza falsa era stata
firmata da Marija il 21 aprile 1988 e allora, poiché la lettera risale all’ 11 luglio, la “veggente” è stata complice,
rea confessa, di Vlašić, per circa tre mesi.

Nel paragrafo 5 Marija esprime la consapevolezza delle ombre che questa vicenda getta su di lei e scrive:

“Devo anche dichiarare che la redazione come è presentata e la mia firma suscitano alcune domande”

Bene, che giustificazione dà?
Nessuna, non trova assolutamente nessuna giustificazione, tanto da proseguire così:

“Io per il momento posso dare a tutte le domande possibili questa unica risposta, che do, lo ripeto, davanti a
Dio, davanti alla Madonna e alla Chiesa di Gesù Cristo: "Tutto quello che può essere pecepito come
conferma e approvazione esplicita dell'Opera di P. Tomislav e Agnes Heupel da parte della Madonna tramite
me è assolutamente estraneo alla verità, ed è estraneo alla verità il pensiero che io abbia avuto il desiderio
spontaneo di scrivere quella testimonianza."

In sostanza ribadisce semplicemente la falsità del messaggio e la propria connivenza, senza fornire alcuna
spiegazione.

E qui termina la mia analisi della lettera.

Aggiungo solo il commento della Curia di Mostar a questa vicenda, tratto dall’ultimo numero (agosto-
settembre) di Crkva na kamenu, bollettino pastorale della diocesi, in cui si legge:

"L' affermazione di fra Tomislav e la “testimonianza” di Marija sono state radicalmente smentite nella sua
dichiarazione scritta di proprio pugno, l’11 luglio 1988, “davanti a Dio, davanti alla Madonna e alla Chiesa di
Gesù Cristo”: "Tutto ciò che può essere compreso come conferma e diretta approvazione di quest'Opera di
fra Tomislav e Agnes Heupel, da parte della Madonna, tramite me assolutamente non corrisponde alla verità,
come anche non è vero che io abbia avuto l'idea di aver spontaneamente desiderio di scrivere questa
testimonianza,” così Marija.
Sappiamo che nessuna bugia corrisponde alla verità e da quanto esposto vediamo che le menzogne notorie
a Medjugorje sono state attribuite anche alla Madonna.
[Crkva na Kamenu, 8-9, 2008, p. 28; si veda anche la versione pubblicata online]


A margine di questa disamina, si può notare che Padre Livio, nel suo documento, aggiunge: “Non corrisponde
alla realtà la presuntuosa definizione che lui (Vlašić) dà di se stesso di “guida spirituale dei veggenti”.

Non è una questione particolarmente importante, ma, in realtà, oltre alle dichiarazioni di Vlašić, ci sarebbero
testimonianze contrarie alle affermazioni di padre Livio.

Padre René Laurentin, che frequentava regolarmente Medjugorje già dal 1983 (e quindi è l'unico degli
storiografi di queste "apparizioni" ad aver potuto constatare di persona quale fosse il rapporto tra Vlašić e i
ragazzi), in un paragrafo significativamente intitolato “Una nuova guida spirituale”, scrive:

"Fra Tomislav […] si mette in contatto con i veggenti […] Ne diventa il “direttore spirituale” e sarà questo il
titolo che manterrà nella parrocchia” [R. Laurentin, Racconto e messaggio delle apparizioni di Medjugorje,
Queriniana, 1987, p. 90]

E poi abbiamo…il messaggio della Madonna, del 28 febbraio 1982: “Potete ringraziare tanto Tomislav, perché
vi guida così bene” (E la Gospa disse: Ringraziate tanto padre Tomislav: vi guida così bene! )

E scusate se è poco.



E la Gospa disse: "Ringraziate tanto padre Tomislav: vi guida così



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bene!" (CON AGGIORNAMENTO DEL 13/9/2008)

Sottolineati gli ultimi aggiornamenti



                                                     L'"apparizione" del 25 giugno 1982


                                                     Padre Tomislav Vlašić, in relazione al quale la
                                                     Congregazione per la Dottrina della Fede ha recentemente
                                                     assunto gravissimi provvedimenti, fu in realtà più volte
                                                     citato, con evidente favore, nei "messaggi" della Gospa e
                                                     ottenne anche "risposte" a lui benevolmente indirizzate.


                                                     Il 6 ottobre 1981 venne con le seguenti parole prescelto ed
esortato dalla Madonna, secondo i sei “veggenti”:

“Padre Tomislav deve cominciare con il gruppo di preghiera. E’ necessario. Padre Tomislav deve pregare con
fervore” [R. Laurentin, Corpus Chronologique des Messages, OEIL, 1988, pag. 157]


Il 7 ottobre 1981 il Corpus dei messaggi registra un'altra esortazione a Vlašić:

"Su domanda di padre Tomislav:
Dobbiamo fondare qui una comunità come quella di San Francesco? "
Risposta:
Dio ha scelto San Francesco come suo eletto. Sarebbe bene seguire la sua strada
[Corpus Chronologique des Messages, pag. 157]


Il 20 gennaio 1982 i veggenti sono preoccupati, perché mons. Zanić, vescovo di Mostar, vorrebbe mandar via
Vlašić da Medjugorje, dove si è insediato abusivamente.
La Madonna esorta i veggenti:

"Pregate per lui (Vlašić)"
[Corpus Chronologique des Messages, pag. 170]


Il 28 febbraio 1982 la Madonna dice ai "veggenti":

"Ringraziate tanto Tomislav. Egli vi guida così bene"
[Corpus Chronologique des Messages, pag. 173, messaggio tratto dal Diario di Vicka]
Ma questo messaggio così inequivocabile merita di più. Merita che si prenda direttamente visione della
relativa pagina del diario di Vicka, qui pubblicata in esclusiva. Eccola

                                                               Trascriviamo il testo originale, nella parte che ci
                                                               interessa:

                                                               Bili ja I Jakisa Gospa dosla u 6.3 minute dobro
                                                               nas pogledana.
                                                               Onda je Gospa rekla za Tomislava prvo ga
                                                               pogledala onda rekla mozete mnogo zahvaliti
                                                               Tomislavu sto vas onako ljepo vodi

                                                               Traduzione (con punteggiatura originale):

                                                               "Eravamo io e Jakisa (diminutivo di Jakov,
                                                               n.d.a.) la Madonna è venuta alle 6 e 3 minuti ci




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                                                              ha guardati bene.
Poi la Madonna ha parlato di Tomislav prima ha rivolto lo sguardo su di lui poi ha detto potete ringraziare
tanto Tomislav perché vi guida così bene"


Il 23 giugno 1982, la Gospa risponde a svariate domande poste da padre Vlašić, su diversi argomenti
[cfr.Corpus Chronologique des Messages, pagg. 177/8]


Il 28 maggio 1983, come abbiamo già visto (nella pagina “Marija, Vlašić e i falsi messaggi), è ancora il
francescano il prescelto dalla Gospa per fondare un nuovo gruppo di preghiera, che sarà guidato da lui e
dalla "veggente di seconda generazione" Jelena.

E il successivo 3 giugno, dopo che Vlašić ha intrapreso la fondazione del gruppo di preghiera, i veggenti
"principali" chiedono alla Madonna:

"Cosa desideri da padre Tomislav? Ha cominciato bene?"
Risposta:
"Sì, bene, che egli continui "
[R. Laurentin, Corpus Chronologique des Messages, pag. 189]


Nel gruppo di preghiera, fin dalla sua costituzione, entrerà anche Marija Pavlović, che vi rimarrà, per tutti e
quattro gli anni in cui esso sarà attivo (ricordiamo, per inciso, che a seguito di questa vicenda Marija, nel luglio
1987, scrisse la lettera da me integralmente pubblicata nella citata pagina “Marija, Vlašić e i falsi messaggi. In
tale lettera fece, tra l'altro, delle gravissime ammissioni sul proprio conto).


Il 30 ottobre 1984 la Curia di Mostar emana un documento intitolato "La posizione attuale, non ufficiale, della
Curia Vescovile di Mostar nei confronti degli eventi di Medjugorje", in cui, al paragrafo 22, Vlašić viene definito
dal suo vescovo, mons. Pavao Zanić, "un mistificatore e mago carismatico" (questa definizione è rievocata
anche in un recente documento, Fra Tomislav Vlašić „nel contesto del fenomeno Medjugorje“ , pubblicato
nelle pagine 27-28 del numero 8-9 del 2008 di Crkva na Kamenu (bollettino diocesano). Da rimarcare con
forza che si tratta, in pratica, degli stessi rilievi che ventiquattro anni dopo gli ha mosso la Congregazione per
la Dottrina della Fede.

Ebbene, le dimostrazioni di favore e di predilezione della Gospa nei confronti di Vlašić non si fermano.

Tanto per fare un esempio, il 25 ottobre 1985, nel Corpus dei messaggi troviamo quanto segue:

"Lo stesso Tomislav Vlašić, a cui la Vergine aveva affidato una missione tramite Jelena, fa chiedere [alla
Madonna, n.d.a.] da Marija:

- Come fare?
- Non ti preoccupare. Io ti aiuterò"
[Corpus Chronologique des Messages, pag. 294]




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                                                                In sostanza, per tutto quanto detto, è evidente
che i veggenti hanno, ripetutamente, evidenziato il favore, se non la predilezione, della Madonna nei confronti
di padre Vlašić.

Ricordiamo che egli è accusato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede di "divulgazione di dubbie
dottrine, manipolazione delle coscienze, sospetto misticismo, disobbedienza ad ordini legittimamente impartiti
ed addebiti contra sextum (contro il sesto comandamento: “non commettere adulterio”, n.d.a. ) e sospettato
“di eresia e scisma” (si veda la pagina Pesante pronunciamento della Congregazione per la Dottrina della
Fede su padre Tomislav Vlašić).

Per ulteriori approfondimenti relativi al francescano è possibile leggere anche la pagina Vlašić, Caterina, Ufo
e spiriti.



VLASIC, CATERINA, UFO E SPIRITI

                                                                        “Uno dei compiti più importanti
                                                                        dell’umanità di Alfa Centauri è di
                                                                        comandare la grande flotta
                                                                        interplanetaria. Essa è composta dai più
                                                                        potenti veicoli spaziali e da equipaggi
                                                                        scelti, messi a disposizione dai pianeti
                                                                        fedeli a Dio”

                                                                        A scrivere queste (e molte altre)
                                                                        sconcertanti parole è suor Stefania
                                                                        Caterina, a pagina 123 del suo libro Oltre
                                                                        la grande barriera (Luci dell’Esodo,
                                                                        2008).

                                                                        Chi è Stefania Caterina?

                                                                       Diciamo subito che è una stretta
collaboratrice del francescano Tomislav Vlašić, il quale fu ufficialmente "direttore spirituale" dei veggenti [Cfr.
R. Laurentin, Racconto e messaggio delle apparizioni di Medjugorje, Queriniana, 1987, p. 90] dall'agosto
1981 al settembre 1984 e fu lui stesso a presentarsi come il padre che "guida i veggenti di Medjugorje", in
una lettera del 13 maggio 1984, indirizzata a Giovanni Paolo II [Cfr. Ogledalo Pravde. Biskupski ordinarijat u
Mostaru o navodnim ukazanjima i porukama u Me ugorju, (La Curia diocesana di Mostar sulle presunte
apparizioni e messaggi di Medjugorje), Mostar, 2001, p. 56].


Abbiamo già visto, in modo incontestabile (nella pagina Marija, Vlašić e i falsi messaggi), che il francescano,
dopo avere fondato, nel 1988, la comunità Kraljice Mira, potpuno tvoji po Mariji k Isusu, con sede a Parma,
persuade la “veggente” Marija Pavlović a lasciare che lui attribuisca falsamente alla Madonna dei messaggi
che avallano la fondazione della comunità stessa.

Ebbene, essa viene presto chiusa per decreto del vescovo di Parma, mons. Benito Cocchi (con lettera 68/I/28
del 1 ottobre 1988), anche perché alcuni orientamenti pratici, come la convivenza tra uomini e donne, sono
“ritenuti del tutto estranei ad ogni forma di comunità religiosa accettata dalla Chiesa”.

Vlašić risolve il problema aprendo quattro sedi, tuttora esistenti, in diocesi rette da vescovi meglio disposti.
La comunità, inquadrata, dal punto di vista canonico, come associazione privata di fedeli, è composta di
chierici e laici.
La casa madre è a Lama dei Peligni (in provincia di Chieti), un’altra sede si trova a Penne (Pescara) ed
un’altra ancora a Camporotondo di Fiastrone, località Colfano, nel maceratese.
La quarta si è insediata a Medjugorje, ma lì il problema è stato risolto, secondo lo stile ormai consolidato in
quella località, senza chiedere il prescritto permesso al vescovo.


Stefania Caterina, da suora laica, ha avuto l'incarico di responsabile della casa madre della comunità, situata,
come detto, a Lama dei Peligni e vice-responsabile di tutta la comunità (fungendo quindi da "vice" di padre




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Vlasić).

Sono entrato in possesso di documenti esclusivi, tra cui una Dichiarazione rilasciata, il 20 settembre 1999, ad
Assisi, dai quattro membri dissidenti del Consiglio della Comunità (suor Ivanka Vasilj, suor Senka Zarević, fr.
Ignaz Domej, fr. Marin Jurković), in cui si denuncia che, all’interno della comunità stessa, "sono nate nuove
dinamiche e rapporti" che hanno portato alla manifestazione di “carismi e doni non verificati”. Tutto ciò “è stato
presente con una intensità particolare negli ultimi mesi, nel ciclo di esercizi spirituali per tutti i membri della
Comunità”. Il riferimento è ad un ciclo di esercizi che si tennero, in quell’anno, sotto la guida di padre
Tomislav Vlašić e di suor Stefania Caterina
Ecco il testo in croato, fin ora inedito

                                                                          Il Consiglio della Comunità, inoltre, il
                                                                          successivo 21 ottobre, indirizza al
                                                                          Definitorio della Provincia dei Frati Minori
                                                                          d'Abruzzo (da cui dipende la casa madre
                                                                          di Kraljice Mira) una lettera di denuncia,
                                                                          allegando testimonianze personali e il
                                                                          materiale completo degli esercizi
                                                                          spirituali (per i membri della comunità)
                                                                          tenuti da Vlašić il 16 luglio 1999 a
                                                                          Colfano.

                                                                          In questo materiale rientra la relazione
                                                                          intitolata Guarigione alla radice. Per
                                                                          "guarigione alla radice" (si tenga in
                                                                          mente questo particolare) sarebbe da
                                                                          intendere la liberazione dal peso dei
                                                                          peccati commessi dagli antenati; peccati
                                                                          che, secondo Vlašić e suor Caterina,
                                                                          graverebbero quindi su tutti i discendenti.

                                                                          E' lo stesso Vlašić a raccontare:

                                                                   “Sr Stefania può dire di più. Nel nostro
                                                                   intimo noi abbiamo seguito nella
                                                                   dinamica di vita tutta la guerra in
                                                                   Jugoslavia dall’inizio alla fine […]
                                                                   Una cosa che può essere una bella
                                                                   immagine e introduzione alla dinamica di
                                                                   guarigione è la seguente.
                                                                   Una mattina lei (Stefania) è venuta
                                                                   stanca e oppressa e ha domandato
                                                                   aiuto: “Ci sono tre anime che mi
                                                                   opprimono”. Ho domandato: “Chi sono?”
                                                                   Erano i genitori e lo zio di Milosević [ex
                                                                   presidente ultranazionalista della Serbia,
                                                                   n.d.a.]. Voi sapete che tutti e tre si sono
                                                                   suicidati. Il padre era sacerdote
ortodosso e la famiglia devota […] Naturalmente io come sacerdote sono entrato in rapporto con queste
persone e ho chiesto chi sono e dove sono. Hanno risposto che adesso sono in purgatorio [...]
Ho domandato al padre: "Perché ti sei ucciso? Come hai potuto, tu che sei un sacerdote?" Il padre ha detto
che non sa perché si è suicidato ma sa solo che sentiva un grande peso [...] la madre ha detto che da quando
l'ha concepito ha sentito in sé come l'inferno"

Ed ecco, dai materiali per gli esercizi spirituali tenuti a Colfano dal 15 al 19 luglio 1999, il relativo testo
originale, anche questo inedito, in versione croata e italiana




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Al primo ottobre 1999 risale questa testimonianza, rilasciata a Medjugorje, ma relativa sempre agli esercizi
spirituali di Colfano:


"La preghiera in questione si è svolta nell'ambito dei miei esercizi spirituali svoltisi alla fine di luglio.
Sr. Stefania e padre Tomislav mi aspettavano in sacrestia, mi sono seduta fra loro due e dopo aver invocato
lo S. Santo c’è stato un momento di silenzio.
La prima “anima” che si è presentata attraverso Stefania era quella di mio padre (tuttora vivente)
[…]
Successivamente (padre Tomislav Vlasic) ha invitato i 7 arci-diavoli a presentarsi per vedere se qualcuno di
loro facesse pressioni su di me e si è presentato “Asmodio” che semina ira, discordia e odio in famiglia.
Costui ha detto che io non sarei mai dovuta nascere e che ora che era stato scoperto doveva andar via.
Padre T. ha fatto un segno di benedizione.
Ha poi invitato gli arcangeli a presentarsi ma non è venuto nessuno di essi, è venuta invece dal Paradiso
l'anima di una bambina abortita (la cui parentela con me è assolutamente intima e nessuno poteva saperlo)
che doveva essere una consacrata se fosse vissuta e ha detto che mi ha sempre protetto e spianato la strada
per il mio cammino spirituale. Ha detto che avrei aiutato tante anime dentro e fuori la Comunità.
Si sono poi presentati tanti bimbi abortiti che padre Tomislav ha battezzato col nome di Francesco e Chiara.
Quando nessuno più si è presentato ho chiesto al padre perché certe volte sogno degli spiriti cattivi, delle
donne indemoniate.
Mi ha chiesto se c’era ancora qualcuno e allora si sono presentate delle streghe e una certa Caterina, e lui le
ha benedette tutte ed esse sono andate via. Questo è quanto ricordo.”
(testimonianza firmata)
(Non si riporta il testo, scritto di pugno, per ovvie ragioni di discrezione nei confronti della testimone)

Del resto, ciò che afferma suor Stefania nel suo libro è perfettamente in linea con le testimonianze appena
citate:

“Nell’anno 1999 (lo stesso anno a cui si riferiscono tutti i precedenti documenti, n.d.a.) sono iniziate le
esperienze riguardanti la guarigione delle radici dell’uomo e dell’umanità (tematica a cui faceva riferimento
Vlašić nella sua relazione di Colfano su riportata, n.d.a.)
Gesù ha cominciato a spiegarmi che oltre alla genetica fisica esiste anche la genetica spirituale […] Ogni
individuo porta in sé, fin dal grembo materno, l’impronta delle generazioni che l’hanno preceduto. Per questo i
peccati e le virtù degli antenati si ripercuotono sulla personalità di ciascuno[…] L’albero genealogico di
ciascuno di noi ha bisogno di essere risanato, partendo dalle radici più profonde[…]
Per me era diventato indispensabile pregare per la guarigione delle persone non più da sola ma in comunione
con il sacerdote (padre Tomislav Vlašić, n.d.a.) […]
Il sacerdote era chiamato dunque ad offrire sull’altare se stesso e le anime che venivano toccate nella
preghiera […] Il sacerdote invocava lo Spirito Santo affinché mostrasse nella sua luce ciò che opprimeva la
persona per cui si pregava […] Cominciavano così a presentarsi le anime del purgatorio appartenenti alla
famiglia di quella persona […]
Non di rado si presentavano anime infernali, appartenenti a quella famiglia […]
Durante le preghiere di guarigione, si presentavano molti bambini abortiti […] chiedevano soprattutto il
battesimo. Abbiamo compreso come sia importante che essi siano liberati. In caso contrario, opprimono le
loro famiglie, i genitori che li hanno rifiutati ed i loro fratelli che sono stati accettati, al contrario di loro.
Abbiamo notato che la pressione negativa esercitata dalle anime degli abortiti, si ripercuote su intere
generazioni, provocando spesso malattie inspiegabili […] Ricordo bene il caso di una ragazza che soffriva
delle crisi di panico senza sapere perché. Durante la preghiera di guarigione si presentò l’anima del suo
fratellino abortito. Battezzato e liberato il bambino, la ragazza si sentì immediatamente risollevata [….]
Ci capitò di pregare per una giovane coppia che non poteva avere figli, e provava per questo grande dolore
[…] Si manifestò Asmodeo, uno dei demoni più terribili, che colpisce specialmente le famiglie. Il sacerdote gli
intimò di sottomettersi al potere di Gesù Cristo, e il demonio confessò di aver agito su quella coppia, per
impedirle di procreare, ed infine si allontanò”. [S. Caterina, Oltre la grande barriera, Luci dall’Esodo, 2008,
pag.191-196]

Nel libro sono anche riportati dialoghi che suor Stefania asserisce di aver avuto (e di continuare ad avere) con
lo Spirito Santo, il Padre, Gesù, Maria, S. Giovanni Apostolo, San Paolo, sette Arcangeli, vari abitanti di Alfa
Centauri (tra cui il re-sacerdote Daris, lo scienziato Astar Sheran, il medico Dario (!) ) e altri.
E’ il caso di ricordare che Alfa Centauri è la stella più ricorrente nella letteratura fantascientifica (poi nella
filmografia e, oggi, nei videogiochi), tanto da meritare una apposita voce in Wikipedia: Alpha Centauri in
fiction.

Da notare inoltre che il nome dello scienziato con cui Stefania afferma di parlare, Astar Sheran, appartiene




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alla mitologia New Age, dove si trova anche nella forma Ashtar Sheran: corrisponde al personaggio del
giovane e biondo comandante della Confederazione Intergalattica (!) incaricata di portare sulla Terra la Nuova
Era (uno dei riferimenti più completi che ho trovato in rete è in lingua portoghese: link , ma ce ne sono
migliaia).
E Astar/Ashtar, per di più, altro non è che una variante del nome Astarte, che indica un'antica divinità fenicia
(che veniva a sua volta sincretisticamente fusa e confusa con Ishtar, divinità babilonese).

Inoltre, quando suor Stefania scrive:

“Ho visto anche anime rifiutare totalmente Gesù Cristo e la sua croce, e preferire comandare all’inferno
piuttosto che donarsi in paradiso”

e in nota aggiunge:

“Nelle mie esperienze, ho sentito diverse anime infernali pronunciare questa frase”
[S. Caterina, Oltre la grande barriera, pag. 166]

non si può fare a meno di notare la concordanza con la proverbiale frase “meglio comandare all’inferno
piuttosto che servire in paradiso”, tratta da un classico della letteratura: il poema Il Paradiso Perduto di John
Milton.


Nella sostanza, come si accennava più su, il libro della collaboratrice di padre Vlašić appare fortemente
ispirato alla New Age, non solo per la tematica mitico-ufologica e per quella forma di presunta evocazione
delle anime (apparentemente e sincretisticamente “cristianizzata”, finalizzandola al battesimo “post mortem”
e, addirittura, “post saecula”), ma anche per altri concetti: la vita e l’amore come energia che produce
“vibrazioni” o il riferimento all’aura vitale che circonderebbe gli individui.
Qui sarebbe direttamente lo Spirito Santo a parlare a Stefania, il 27 agosto 2003:

“Il vortice trinitario è generato dal percorso che io compio: discendo dal Padre e dal Figlio e ad essi ritorno […]
Nel vortice trinitario è generata la grande vibrazione della vita […] Ogni creatura inizia così a vibrare secondo
la frequenza che le è propria” [S. Caterina, Oltre la grande barriera, pag. 23]

Qui invece le parlerebbe S. Raffaele Arcangelo, l’ 8 marzo 2001:

“Attorno alla vostra persona si trova l’aura. Essa è un campo energetico che circonda il corpo umano” [S.
Caterina, Oltre la grande barriera, pag. 250].

Il libro ha la prefazione di Giuseppe Ferraro, che, come padre Vlašić e suor Stefania Caterina, è collaboratore
dell' Eco di Maria Regina della Pace (già Eco di Medjugorje), bimestrale pubblicato in quindici lingue, peraltro
diretto da un membro della stessa Comunità Kraljice Mira, potpuno tvoji po Mariji k Isusu, suor Stefania
Consoli.

Suor Stefania Caterina ha infine una rubrica per rispondere ai lettori del suo libro, sul sito gestito dal gruppo
Medjugorje Bolzano.

Da rilevare, per completezza, che nel febbraio del 2007 il vescovo di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte, ha di
fatto "decapitato" i vertici della comunità Kraljice Mira, allontanando dalla stessa, con provvedimento
disciplinare, padre Vlašić e la sua collaboratrice, Stefania Caterina, e rigettandone le "rivelazioni".




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  • 1. Pagina 1 di 25 MESSAGGIO 1 si legga qui: 26/04/2008-Veritas liberabit vos di Monsignor Andrea Gemma Veritas liberabit vos di Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Andrea Gemma* CITTA’ DEL VATICANO - Se avessi voglia di catalogare i motivi di vanto personale - cosa che non mi è affatto congeniale -, addurrei immediatamente il rumore che ha suscitato la mia presa di posizione negativa, proprio su queste pagine, a riguardo di ormai famigerate presunte apparizioni. Mi hanno raggiunto, infatti, molti messaggi di commento, alcuni decisamente negativi e baldanzosamente volti a negare anche al sottoscritto il diritto di esprimersi liberamente; altri, molti di più, con un sentimento liberatorio di gratitudine e di adesione: “Finalmente!...”, sembravano voler dire questi ultimi commenti. Dopo tanta propaganda sdolcinata e miracolistica, dopo acritici aggiogamenti al carro del più rumorosamente vociante, è apparsa opportunamente chiarificatrice questa voce fuori dal coro. A quanti hanno tenuto ad esprimermi senza mezzi termini la loro soddisfazione, ho dovuto immediatamente far presente che la mia voce non ha fatto altro che ricalcare e, se si vuole, divulgare, quella ben più autorevole del Vescovo del luogo ove le presunte apparizioni avvengono e della pressoché intera conferenza episcopale di cui quell’Ordinario fa parte. Inoltre, a quanti mi hanno lodato per il coraggio dimostrato, ho dovuto dire che in Italia un’intera conferenza episcopale regionale - quella della Toscana - ha detto le stesse cose, con l’autorità che un organismo del genere esercita a proposito di questi fenomeni. Di più - evidenziamo -, i Vescovi della Toscana hanno affermato in premessa del loro intervento che a ciò erano stati spinti autorevolmente da un importante organismo della Santa Sede; quella Santa Sede che alcuni attendono che si pronunci, quando che sia - ed il sottoscritto lo ha ribadito rispondendo qui sopra ad un illustre teologo -, affermando che l’autorità competente a giudicare della credibilità di fenomeni soprannaturali è solo quella del Vescovo locale, come è avvenuto per Lourdes, per Fatima, per Siracusa. Ribadisco: affermare che la Chiesa - leggi: il Vescovo del luogo - non si sia pronunziata su tali presunte apparizioni è una falsità, ingannatrice della buona fede dei devoti. So benissimo che per alcuni pervicaci fautori dell’altra “verità” ogni argomentazione è buona. A suo tempo si disse sommessamente, purtroppo, che Giovanni Paolo II era favorevole a quelle apparizioni. Lo si disse pure a proposito dell’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il Cardinale Joseph Ratzinger, oggi Benedetto XVI, il quale fu costretto a smentire con lettera a firma autografa di essersi mai interessato della questione e meno che mai dato cenni di approvazione. Così stanno le cose. Dispiace che la vicenda, con il suo rincorrersi di opinioni contrastanti, non faccia bene alla comunione ecclesiale né alla devozione autentica alla Vergine Santa. Per questo anche il sottoscritto non tornerà più sulla questione. Egli, infatti, come ha scritto nel penultimo dei suoi quindici libri mariani, conosce un solo “vero messaggio della Madonna”, ed è quello scritto a caratteri indelebili nel Vangelo. *Vescovo di Santa Romana Chiesa e qui: file://C:Documents and SettingsutenteDocumentiMEDJUGORIE_ DOCUMENTI ... 18/09/2008
  • 2. Pagina 2 di 25 07/05/2008-Meminisse Iuvabit di Monsignor Andrea Gemma Meminisse Iuvabit di Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Andrea Gemma* CITTA’ DEL VATICANO - Il sottoscritto, forse a causa di una inveterata deformazione professionale, derivata dal lungo suo servizio nella scuola, ama gli approfondimenti, le precisazioni, le puntualizzazioni. È quanto intende fare con questa nota. Mi è stato riferito, con un poco di scandalizzata meraviglia da miei amici, che un illustre mariologo assai noto per le sue opere che non ho mancato di leggere con frutto, ha criticato, sia pure con delicata cortesia, il pensiero da me espresso circa alcune presunte apparizioni, che gli debbono stare molto a cuore. Fin qui nulla di eccezionale e di strano! Un’ideale stretta di mano potrebbe concludere, con vicendevole stima, se il sottoscritto la merita, la vicenda. Tanto più che, circa le “cosiddette rivelazioni private”, resta per tutti i credenti assoluta libertà di aderirvi o meno, purchè si tenga fede sicura ed inconcussa circa la divina rivelazione contenuta nella Scrittura e nella sacra Tradizione. Sennonché le motivazioni addotte dal noto teologo meritano, appunto, qualche precisazione. Il sottoscritto - egli afferma - non conoscerebbe il reale stato delle cose. Mi permetto di ribattere che, innanzitutto, “quod gratis affirmatur, gratis negatur”… E poi le informazioni che mi sono procurato provengono da fonti di primissima mano, addirittura dal primo interessato dell’evento, dall’attuale vescovo di Mostar col quale ebbi a suo tempo un lunghissimo colloquio e di cui ho in mano l’ultimo riassuntivo e definitivo pronunciamento, che è stato ripreso autorevolmente anche da qualche conferenza episcopale regionale d’Italia. E qui può innestarsi la seconda puntualizzazione. Afferma l’esimio mio interlocutore che la Chiesa non si sarebbe ancora pronunciata al riguardo: nego recisamente. La buona teologia dovrebbe farci sapere che giudice primo ed unico di eventi che si sospettano di origine soprannaturale è l’Ordinario del luogo, a meno che la Santa Sede non avochi a sé espressamente la questione. I fatti di Lourdes e di Fatima hanno avuto - ed è stata sufficiente - la sanzione dei rispettivi vescovi diocesani. È successo parimenti di recente per alcuni fatti accaduti a Banneux in Belgio. Ricordo, come fosse ieri, di aver ascoltato dalle stesse labbra del venerabile Pio XII la sua gioia per aver appreso che tutta la Conferenza Episcopale Siciliana si era pronunciata a favore dell’ormai celebre “lacrimazione” di Siracusa. A proposito dei fatti di cui stiamo parlando ci sono state almeno tre commissioni dell’episcopato locale e tutte si sono pronunziate a quasi totale unanimità in maniera decisamente negativa. Non si continui a dire, dunque, che la Chiesa, per bocca dell’autorità competente, non si sia ancora pronunciata: ciò sarebbe contro la verità, e anche il mio eccellente interlocutore dovrebbe convenire che ciò dispiacerebbe assai alla Santissima Vergine, alla quale entrambi vogliamo molto bene. A questo punto posso offrire la mano idealmente per la stretta definitiva che conclude, spero, l’incidente. *Vescovo di Santa Romana Chiesa e qui 06/05/2008-Medjugorje, l’atto d’accusa del Vescovo-esorcista. Monsignor Gemma: “Le apparizioni della Madonna? Tutto falso: i veggenti mentono sotto ispirazione di Satana per arricchirsi economicamente” Il prelato, che segue la vicenda sin dall'inizio, parla di interessi finanziari e dell'intervento del Maligno teso a spaccare i fedeli. E ribadisce: “La Chiesa ha già smascherato questa messinscena” file://C:Documents and SettingsutenteDocumentiMEDJUGORIE_ DOCUMENTI ... 18/09/2008
  • 3. Pagina 3 di 25 Medjugorje, l’atto d’accusa del Vescovo-esorcista. Monsignor Gemma: “Le apparizioni della Madonna? Tutto falso: i veggenti mentono sotto ispirazione di Satana per arricchirsi economicamente” di Gianluca Barile CITTA’ DEL VATICANO - Un misto tra interessi economici e diabolici, con i presunti veggenti (nella foto) e i loro collaboratori direttamente coinvolti nei guadagni relativi all’elevatissimo flusso di pellegrinaggi e soggiorni in paese, e il Maligno ben contento di seminare zizzania tra i fedeli più convinti delle veridicità delle apparizioni di Medjugorje e la Chiesa, da sempre scettica verso quello che ha definito a più riprese, per bocca dei due Vescovi di Mostar succedutisi nel tempo, ‘un grande inganno’. Monsignor Andrea Gemma, già Vescovo di Isernia-Venafro, tra i più grandi esorcisti viventi, non usa mezzi termini: altro che la Vergine, a Medjugorje sono apparsi, sinora, solo fiumi di denaro. Un’accusa grave, che dà la cifra non solo del coraggio ma anche della levatura morale e spirituale del prelato che ha accettato di rispondere alle domande di ‘Petrus’ su una vicenda così spinosa. Dunque, Eccellenza, come definire Medjugorje? “E’ un fenomeno assolutamente diabolico, intorno al quale girano numerosi interessi sotterranei. La Santa Chiesa, l’unica a potersi pronunciare per bocca del Vescovo di Mostar, ha già detto pubblicamente, e ufficialmente, che la Madonna non è mai apparsa a Medjugorje e che tutta questa messinscena è opera del Demonio”. Lei parla di ‘interessi sotterranei’… Quali? “Mi riferisco allo ‘sterco del Diavolo’, al denaro, e a cosa, sennò? A Medjugorje tutto avviene in funzione dei soldi: pellegrinaggi, pernottamenti, vendita di gadgets. Cosicché, abusando della buona fede di quei poveretti che si recano lì pensando di andare incontro alla Madonna, i falsi veggenti si sono sistemati finanziariamente, si sono accasati e conducono una vita a dir poco agiata. Pensi, uno di loro organizza direttamente dall’America, con un guadagno economicamente diretto, decine di pellegrinaggio ogni anno. Ecco, costoro non mi sembrano proprio delle persone disinteressate. Anzi, unitamente a chi presta il fianco a questo clamoroso raggiro, hanno palesemente tutto l’interesse materiale di far credere di vedere e parlare con la Vergine Maria”. Monsignor Gemma, il Suo è un giudizio senza appello? “Potrebbe essere diversamente? Queste persone che asseriscono di essere in contatto con la Madonna, ma che in realtà sono ispirate solo ed esclusivamente da Satana, stanno creando scompiglio e confusione tra i fedeli per interessi e vantaggi assolutamente deprecabili. Pensi, poi, alla disobbedienza che hanno alimentato in seno alla Chiesa: la loro guida spirituale, un frate francescano cacciato dall’Ordine e sospeso a divinis, continua ad amministrare invalidamente i Sacramenti. E numerosi file://C:Documents and SettingsutenteDocumentiMEDJUGORIE_ DOCUMENTI ... 18/09/2008
  • 4. Pagina 4 di 25 sacerdoti di tutto il mondo, malgrado il divieto esplicito della Santa Sede, non desistono dall’organizzare e dal prendere parte a pellegrinaggi con destinazione Medjugorje. E’ una vergogna! Ecco perché parlo di una miscela tra interessi personali e diabolici: i falsi veggenti e i loro assistenti intascano denaro, e il Diavolo crea discordia tra i fedeli e la Chiesa; i fedeli più accaniti, infatti, non ascoltano la Chiesa, che - lo ripeto - ha sin dall’inizio ha messo in guardia dalla mendacia delle apparizioni di Medjugorje”. E se i presunti veggenti vedessero davvero la Madonna? “In realtà vedrebbero Satana sotto mentite spoglie. Perché Satana ha tutto l’interesse a spaccare la Chiesa contrapponendo le due correnti dei ‘pro’ e dei ‘contro’ Medjugorje. E poi, non sarebbe una novità: lo stesso San Paolo asserisce che il Demonio può anche apparire come Angelo della Luce, e che cioè può camuffarsi. Lo faceva, ad esempio, con Santa Gemma Galgani. Ma al di là dei suoi travestimenti, il Maligno è già intervenuto e vi posso assicurare che è lui ad ispirare i falsi veggenti sin dall’inizio con la lusinga del denaro facile”. Questi veggenti non Le piacciono proprio… “Per carità! Basta vedere come si comportano: sono disobbedienti verso la Chiesa, avrebbero dovuto ritirarsi a vita privata e invece continuano a propagandare le loro menzogne per scopi di lucro, facendo così il gioco del Diavolo! Il mio pensiero va immediatamente a Santa Bernadette, la veggente di Lourdes: questa dolce creatura volle spogliarsi della sua vita e scelse l’abito da Suora per servire il Signore. Invece, gli impostori di Medjugorje continuano a vivere comodamente nel mondo senza manifestare alcun tipo di amore né per Dio, né per la Chiesa”. I sostenitori di Medjugorje sottolineano che la Santa Sede non si è mai espressa in materia. “Questa è un’altra menzogna! Come accennavo in precedenza, il Vaticano ha vietato i pellegrinaggi da parte di sacerdoti in quel luogo ed ha già parlato per bocca dei due Vescovi succedutisi in questi anni a Mostar, i Monsignori Zanic e Peric, con cui ho parlato personalmente e che mi hanno sempre manifestato i loro dubbi. Veda, neanche per Fatima e Lourdes è accaduto che la Santa Sede si esprimesse direttamente sulle apparizioni mariane. Perché, dunque, avrebbe dovuto fare un’eccezione proprio in questo caso? La verità è che quando parla il Vescovo di Mostar, parla la Chiesa di Cristo ed è a lui, che si esprime con l’autorità conferitagli dal Vaticano, che bisogna dare ascolto. Quindi, la Santa Sede si è sempre espressa con le parole del Vescovo di Mostar, evidenziando che Medjugorje è un inganno diabolico. Ma le farà una confidenza. Vedrà che tra poco il Vaticano interverrà con qualcosa di esplosivo per smascherare una volta per tutte chi c’è dietro questo raggiro”. Gli stessi sostenitori fanno notare che a Medjugorje si registra ogni anno un record di conversioni e miracoli… “E’ una forzatura. E poi, chi conta tutte queste conversioni? Veda, se una persona si converte, è perché ha una certa predisposizione, perché si sa guardare dentro, perché sa ricevere il dono dello Spirito. Il luogo in cui avviene questa conversione è del tutto relativo. Pensiamo a San Paolo: si convertì per strada, e allora che dovremmo fare, scendere tutti in strada e attendere di essere convertiti? Per quanto riguarda i miracoli, le racconterò un aneddoto personale. Devo all’intercessione di Nostra Signora del Rosario di Pompei la guarigione miracolosa di una persona della mia famiglia, eppure non mi risulta che la Madonna sia mai apparsa a Pompei. Ecco, per credere, per essere guariti dentro e fuori, non occorre necessariamente che Maria si faccia vedere”. Che Lei sappia, il Santo Padre Benedetto XVI quale opinione ha di Medjugorje? “Mi limiterò a sottolineare che fu lui, in quanto Cardinale Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, a emanare delle note ufficiali avverse a Medjugorje, come quella che vietava ai sacerdoti e ai religiosi di recarsi in file://C:Documents and SettingsutenteDocumentiMEDJUGORIE_ DOCUMENTI ... 18/09/2008
  • 5. Pagina 5 di 25 pellegrinaggio in quella terra. Faccia lei…”. Invece si dice che Giovanni Paolo II fosse convinto della bontà delle apparizioni. “Una leggenda tutta da provare, fermo restando che le opinioni personali tali sono e non rappresentano in alcun modo un atto magisteriale”. MESSAGGIO 5 Frattanto, confidando nel patrocinio della Vergine Immacolata che testé volemmo fosse universalmente invocata "Regina della pace", come pure in quello dei tre novelli Santi (23), umilmente imploriamo il divino Spirito Paraclito, perché "conceda propizio alla sua Chiesa il dono dell'unità e della pace" (24) e con ulteriore effusione di carità, diretta alla comune salvezza, rinnovi la faccia della terra... Benedetto XV - Pacem Dei munus pulcherrimum Benedetto XV Pacem, Dei munus pulcherrimum Lettera Enciclica 23 maggio 1920 Una vera pace è fondata sulla riconciliazione e sulla carità 1. La pace, gran dono di Dio, di cui - come dice S. Agostino - nessuna tra le cose mortali è più gradita, nessuna è più desiderabile e migliore (1) ; la pace per più di quattro anni così vivamente implorata dai voti dei buoni, dalle preghiere dei fedeli e dalle lagrime delle madri, finalmente ha cominciato a risplendere sui popoli, e Noi per i primi ne godiamo. Senonché troppe ed amarissime ansie conturbano questa gioia paterna; poiché, se quasi dovunque la guerra in qualche modo ebbe fine e furono firmati alcuni patti di pace, restano pur tuttavia i germi di antichi rancori; e voi comprendete, o Venerabili Fratelli, come nessuna pace possa aver consistenza né alcuna alleanza aver vigore, quantunque escogitata in diuturne e laboriose conferenze e solennemente sanzionata, se insieme non si sopiscano gli odi e le inimicizie per mezzo di una riconciliazione fondata sulla carità vicendevole. Intorno a questo argomento adunque, che è della più alta importanza per il bene comune, vogliamo Noi intrattenervi, o Venerabili Fratelli, e nel tempo stesso mettere in guardia i popoli che sono affidati alle vostre cure. Azione senza sosta del Papa per la ricerca della pace 2. Veramente fin da quando per arcano disegno di Dio fummo assunti a questa Sede di Pietro, mai Noi abbiamo tralasciato, finché divampò la guerra, di adoperarci senza sosta affinché tutte le nazioni del mondo riprendessero tra di loro al più presto cordiali relazioni. Perciò non cessammo di pregare, di rinnovare esortazioni, di proporre vie di accomodamento, di esperire insomma ogni tentativo per vedere di aprire, col divino aiuto, una qualche apertura ad una pace che fosse giusta, onorevole e duratura; e frattanto rivolgemmo ogni Nostra paterna premura per lenire ovunque quel cumulo immenso di dolori e di sventure d'ogni sorta che accompagnavano l'immane tragedia. Orbene, come fin dall'inizio del Nostro laborioso Pontificato la carità di Gesù Cristo Ci indusse ad adoperarci sia per il ritorno della pace, sia per mitigare gli orrori della guerra, così ora che una qualche pace è stata finalmente conchiusa, egualmente è la stessa carità che Ci spinge ad esortare tutti i Figli della Chiesa, o meglio, tutti gli uomini dell'universo, perché vogliano deporre gli inveterati rancori e dar file://C:Documents and SettingsutenteDocumentiMEDJUGORIE_ DOCUMENTI ... 18/09/2008
  • 6. Pagina 6 di 25 luogo al reciproco amore ed alla concordia. Il messaggio del Cristianesimo è stato chiamato "Evangelo dl pace" 3. Non occorre che Ci dilunghiamo troppo a dimostrare come l'umanità andrebbe incontro ai più gravi disastri, se, pur essendo conchiusa la pace, continuassero tra i popoli latenti ostilità ed avversioni. Non parliamo dei danni di tutto ciò che è frutto della civiltà e del progresso, come dei commerci e delle industrie, delle lettere e delle arti, le quali cose fioriscono soltanto in seno alla tranquilla convivenza dei popoli. Ma, ciò che più importa, ne verrebbe colpita la vita stessa del cristianesimo che è essenzialmente fondato sulla carità, essendo chiamata la predicazione stessa della legge di Cristo "Evangelo di pace" (2) . Infatti, come voi ben sapete e più volte Noi abbiamo già ricordato, nessuna cosa fu così spesso e con tanta insistenza trasmessa dal divino Maestro ai suoi discepoli, quanto questo precetto della carità fraterna, come quello che in sé racchiude tutti gli altri e Gesù Cristo chiamò nuovo e suo un tale precetto e volle che esso fosse come la tessera di riconoscimento dei cristiani, per cui si potessero facilmente distinguere dagli altri. Né diverso infine fu il testamento che egli morendo lasciò ai suoi seguaci, quando pregò che si amassero fra loro, ed amandosi si sforzassero di imitare quella unità ineffabile che si riscontra tra le Persone della SS.ma Trinità: "Che siano tutti una sola cosa... come una sola cosa siam noi.., affinché siano consumati nell'unità" (3). Gli Apostoli pertanto, seguendo le orme del divin Maestro, ed ammaestrati dalla viva sua voce, erano di una assiduità meravigliosa nell'esortare così i fedeli: "Sopra tutto poi abbiate perseverante fra voi stessi la mutua carità" (4). "E sopra tutte queste cose conservate la carità, la quale è il vincolo della perfezione" (5). "Carissimi amiamoci l'un l'altro; perché la carità è da Dio" (6). A questi avvertimenti di Gesù Cristo e degli Apostoli erano ben ossequenti quei nostri fratelli di tempi antichi, i quali, sebbene appartenenti a diverse nazioni talvolta in lotta tra loro, tuttavia, cancellando il ricordo delle contese con volontario oblio, vivevan in perfetta concordia. E veramente contrastava non poco una così intima unione di mente e di cuore da quelle mortali ostilità che allora divampavano in seno al consorzio umano. Amare anche i nemici secondo il comandamento dl Gesù 4. Ora, quanto si è detto fin qui per imprimere il precetto della carità, vale anche per il perdono delle offese, non meno solennemente comandato dal Signore: "Ma io vi dico: Amate i vostri nemici; fate del bene a coloro che vi odiano: e pregate per coloro che vi perseguitano e vi calunniano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli: il quale fa che si levi il suo sole sopra i buoni e sopra i cattivi" (7). Di qui quel gravissimo monito dell'Apostolo S. Giovanni: "Chiunque odia il suo fratello, è omicida. E voi sapete, che nessun omicida ha la vita eterna abitante in se stesso" (8). Finalmente, Gesù Cristo ci ha insegnato a pregare il Signore in modo che noi stessi domandiamo di essere perdonati a patto di perdonare agli altri: "E rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori" (9). Che se talvolta riesce troppo ardua e difficile l'osservanza di questa legge, a vincere ogni difficoltà, lo stesso Redentore del genere umano non solo ci assiste con la sua divina grazia ma anche col suo mirabile esempio, poiché mentre pendeva dalla croce, scusò presso il Padre coloro che così ingiustamente e iniquamente lo tormentavano, con quelle parole: "Padre, perdona loro: giacché non sanno quel che si fanno" (10). Noi pertanto, che per i primi dobbiamo imitare la misericordia e la benignità di Gesù Cristo, di cui, senza alcun merito, teniamo le veci, a suo esempio Noi perdoniamo di gran cuore a tutti e singoli i Nostri nemici che consapevoli o inconsci ricoprirono o coprono anche ora la persona e l'opera Nostra con ogni sorta di ingiurie, e tutti abbracciamo con somma carità e benevolenza non tralasciando alcuna occasione per beneficarli quanto più possiamo: e ciò stesso son tenuti a praticare i cristiani veramente degni di tal nome, verso coloro dai quali, durante la guerra, ricevettero offesa. Il triste spettacolo delle miserie derivanti dalla guerra file://C:Documents and SettingsutenteDocumentiMEDJUGORIE_ DOCUMENTI ... 18/09/2008
  • 7. Pagina 7 di 25 5. Infatti la carità cristiana non si limita a non odiare i nemici e ad amarli come fratelli, ma vuole ancora che facciamo loro del bene; seguendo in ciò le orme del nostro Divin Redentore, il quale "compì la sua carriera, facendo del bene e sanando tutti coloro che erano sotto il potere del diavolo" (11) e terminò il corso della sua vita mortale, spesa tutta nel beneficare immensamente gli uomini, versando per essi il suo sangue. Per cui disse S. Giovanni: "Da questo abbiamo conosciuto l'amore: poiché Egli ha dato la sua vita per noi: e noi pure dobbiamo dare la vita per i fratelli. Chi avesse dei beni di questo mondo, e vedesse il suo fratello in necessità, e gli chiudesse il suo cuore, come può essere in costui l'amore di Dio? Figlioli miei, non amiamo in parole e con la lingua, ma con le opere e con verità" (12). Mai però vi fu tempo in cui si dovessero più "dilatare i confini della carità" quanto in questi giorni di universale angustia e dolore; né mai forse come ora ebbe bisogno l'umanità di quella comune beneficenza che fiorisce dal sincero amore per il prossimo e che è piena di sacrificio e di fervore. Poiché, se volgiamo lo sguardo dovunque la guerra ha imperversato furibonda, ci si parano innanzi immense regioni desolate e squallide, moltitudini ridotte a tale estremo da mancare di pane, di indumenti e di letto; vedove ed orfani innumerevoli nell'attesa di un qualche soccorso; infine un'ingente schiera di esseri debilitati, specialmente bambini e fanciulli, i quali attestano nei loro corpicciuoli miseri l'atrocità della guerra. La Chiesa ha sempre operato come il buon Samaritano 6. A chi contempla tal quadro di miserie, da cui è oppresso il genere umano, s'affaccia spontaneo alla mente il ricordo di quel viandante evangelico (13), il quale, recandosi da Gerusalemme a Gerico, s'imbatté negli assassini, che, spogliatolo e copertolo di ferite, lo abbandonarono semivivo sulla via. I due casi si assomigliano grandemente; e come a costui si avvicinò pieno di compassione il Samaritano che versatogli sulle ferite olio e vino lo fasciò, lo condusse all'albergo e si prese cura di lui; così a risanare le ferite del genere umano è necessario che vi appresti la sua mano Gesù Cristo, di cui il Samaritano era figura ed immagine. Tale appunto è l'opera ed il compito che la Chiesa per sé reclama come erede e custode dello spirito di Gesù Cristo; la Chiesa, diciamo, la cui intera esistenza è tutta intessuta di una mirabile varietà di benefici: essa, infatti, "quale vera madre dei cristiani, ha tali tenerezze di amore per il prossimo che per tutti i vari malanni che travagliano l'anima col peccato, ha pronta ogni specie di medicina"; onde "tratta ed ammaestra puerilmente i fanciulli, i giovani con fortezza, i vecchi con placida calma, secondo che ciascuno è tale non solo di corpo ma anche di animo" (14). Questi modi cristiani di comportarsi poi, raddolcendo gli animi, sono di una straordinaria efficacia per ricondurre i popoli alla tranquillità. Invito a tutti i cattolici, religiosi e laici, ad operare per ristabilire la concordia 7. Perciò vi preghiamo, o Venerabili Fratelli, e vi scongiuriamo nelle viscere di carità di Gesù Cristo, adoperatevi pienamente non solo per stimolare i fedeli a voi affidati a deporre gli odi e a condannare le offese, ma anche per promuovere con più intensità tutte quelle opere di cristiana beneficenza, che siano di aiuto ai bisognosi, di conforto agli afflitti, di presidio ai deboli, che arrechino insomma un soccorso opportuno e molteplice a tutti coloro che hanno riportato dalla guerra una più grave disgrazia. Desideriamo che voi esortiate specialmente i vostri sacerdoti, come ministri di pace, affinché siano assidui in questo che è il compendio essenziale della vita cristiana, cioè nell'inculcare l'amore verso i prossimi, anche se nemici, e "fatti tutto a tutti" (15) in modo da essere di luminoso esempio, combattono ovunque contro 1 inimicizia e l'odio, ben sicuri di fare cosa gratissima al Cuore amantissimo di Gesù e a Colui che, sebbene indegnamente, ne sostiene le veci qui in terra. A questo proposito si devono pure caldamente esortare e pregare i giornalisti e scrittori cattolici, perché "come eletti di Dio, santi ed amati", vogliano rivestirsi "di viscere di misericordia e di benignità" (16), esprimendola nei loro scritti, con l'astenersi non solo dalle false e vane accuse, ma ancora da ogni intemperanza e asprezza di linguaggio, la quale, mentre è contraria alla legge cristiana, non farebbe altro che riaprire piaghe non ancora risanate, tanto più che gli animi già inaspriti da recenti ferite mal sopportano ogni più lieve ingiuria. file://C:Documents and SettingsutenteDocumentiMEDJUGORIE_ DOCUMENTI ... 18/09/2008
  • 8. Pagina 8 di 25 È necessaria la ripresa di relazioni amichevoli fra i popoli già in guerra fra loro 8. Quanto noi abbiamo qui ricordato ai singoli circa il dovere che essi hanno di praticare la carità, intendiamo che sia pure esteso a quei popoli che hanno combattuto la grande guerra, affinché, rimossa, per quanto è possibile, ogni causa di dissidio e salve naturalmente le ragioni della giustizia, riprendano tra di loro relazioni amichevoli. Poiché non è affatto diversa la legge evangelica della carità tra gli individui da quella che deve esistere tra gli Stati e le nazioni, non essendo esse infine che l'insieme dei singoli individui. Dal momento poi che la guerra è cessata, non solo per motivi di carità ma anche per una certa necessità di cose, si va delineando un legame universale di popoli, spinti naturalmente ad unirsi fra loro da mutui bisogni, oltreché da vicendevole benevolenza, specialmente ora con l'accresciuta civilizzazione e con le vie di comunicazione mirabilmente moltiplicate. Tolto il divieto ai Sovrani cattolici di venire a Roma in forma ufficiale 9. E veramente questa Sede Apostolica non si stancò mai d'inculcare durante la guerra, come dicemmo, un tale perdono delle offese e la fraterna riconciliazione dei popoli, conformemente alla legge santissima di Gesù Cristo e secondo le stesse esigenze del consorzio civile; né permise che questi principi morali fossero dimenticati anche in mezzo alle rivalità e agli odi; ed ora, dopo i trattati di pace, questi principi li propugna e li proclama ancor più altamente; come ha fatto poc'anzi nella lettera ai vescovi della Germania (17) e nell'altra indirizzata all'Arcivescovo di Parigi (18). E poiché a mantenere ed accrescere questa concordia tra le genti non poco contribuiscono le visite che i capi degli Stati e dei Governi usano reciprocamente farsi per sbrigare gli affari di maggiore importanza, Noi, considerando le mutate circostanze dei tempi e la piega pericolosa degli eventi, pur di cooperare a questo affratellamento dei popoli, non saremmo alieni dal mitigare in qualche modo il rigore di quelle condizioni che, abbattuto il Governo civile della Santa Sede, furono giustamente stabilite dai Nostri antecessori ad impedire la venuta dei Sovrani cattolici a Roma in forma ufficiale. Però nel tempo stesso solennemente proclamiamo che questa Nostra remissività, consigliata, o meglio voluta, come pare, dalla gravità di tempi che corrono, non si deve affatto interpretare quale una tacita rinunzia ai sacrosanti diritti, quasi che la Santa Sede si contenti dello stato anormale in cui si trova al presente. Che anzi "le proteste che i Nostri Predecessori fecero più volte, non affatto mossi da interessi umani ma dalla santità del dovere, per difendere cioè la dignità e i diritti di questa Sede Apostolica. Noi qui, in questa circostanza, le rinnoviamo per le identiche ragioni", chiedendo ripetutamente e con maggior insistenza che, mentre si è pattuita la pace tra le nazioni, "cessi anche per il Capo della Chiesa questa condizione anormale, che gravemente nuoce, e per più motivi, alla stessa tranquillità dei popoli" (19). Invito a costituire una Lega delle nazioni 10. Ristabilite così le cose, secondo l'ordine voluto dalla giustizia e dalla carità, e riconciliate tra di loro le genti, sarebbe veramente desiderabile, o Venerabili Fratelli, che tutti gli Stati, rimossi i vicendevoli sospetti, si riunissero in una sola società o meglio famiglia dei popoli, sia per garantire la propria indipendenza, sia per tutelare l'ordine del civile consorzio. E a formar questa società fra le genti è di stimolo, per tacere molte altre considerazioni, il bisogno stesso generalmente riconosciuto di ridurre, se non è dato di abolire, le enormi spese militari che non possono più oltre essere sostenute dagli Stati, affinché in tal modo si impediscano per l'avvenire guerre così micidiali e tremende e si assicuri a ciascun popolo nei suoi giusti confini l'indipendenza e l'integrità del proprio territorio. La Chiesa nei secoli passati ha sempre operato per l'unione dei popoli 11. E una volta che questa Lega tra le nazioni sia fondata sulla legge cristiana, per tutto ciò che riguarda la giustizia e la carità, non sarà certo la Chiesa che rifiuterà il suo valido contributo, poiché, essendo essa il tipo più perfetto di società universale, per la sua stessa essenza e finalità è di una file://C:Documents and SettingsutenteDocumentiMEDJUGORIE_ DOCUMENTI ... 18/09/2008
  • 9. Pagina 9 di 25 meravigliosa efficacia ad affratellare tra loro gli uomini, non solo in ordine alla loro eterna salvezza, ma anche al loro benessere materiale; li conduce cioè attraverso i beni temporali, in modo da non perdere gli eterni. Perciò sappiamo dalla storia, che da quando la Chiesa pervase del suo spirito le antiche e barbariche genti d'Europa, cessarono un po' alla volta le varie e profonde contese che le dividevano, e federandosi col tempo in una unica società omogenea, diedero origine all'Europa cristiana, la quale, sotto la guida e l'auspicio della Chiesa, mentre conservò a ciascuna nazione la propria caratteristica, culminò in una compatta unità, fautrice di prosperità e di grandezza. Molto bene a questo proposito dice S. Agostino: "Questa città celeste, mentre vive esule quaggiù in terra, chiama a sé cittadini di ogni nazione, e compone di tutte le genti una sola società pellegrinante; non si cura di ciò che vi è di diverso nei costumi, nelle leggi e nelle istituzioni; cose tutte che, mirando alla conquista e al mantenimento della pace terrena, la Chiesa, invece di ripudiare o distruggere, gelosamente conserva; poiché, quantunque esse variino secondo le nazioni, vengono tutte indirizzate allo stesso fine della pace terrena, purché non impediscano l'esercizio della religione che insegna ad adorare l'unico sommo e vero Dio" (20). E lo stesso Santo Dottore così parla alla Chiesa: "Tu, i cittadini, le genti e gli uomini tutti, rievocando la comune origine, non solo li unisci tra loro ma ancora li affratelli" (21). Esortazione finale a tutti i popoli 12. Noi pertanto, rifacendoci al principio del Nostro discorso, Ci rivolgiamo con affetto a tutti i Nostri figli e li scongiuriamo nel nome di Nostro Signor Gesù Cristo perché vogliamo dimenticare le reciproche rivalità ed offese, e stringersi nell'amplesso della carità cristiana, dinanzi a cui non vi sono stranieri; esortiamo inoltre vivamente tutte le nazioni affinché, sotto l'influsso della benevolenza cristiana, s'inducano a stabilire tra loro una vera pace e a collegarsi in un'unica alleanza, che, con l'aiuto della giustizia, sia duratura; infine facciamo appello a tutti gli uomini e popoli della terra perché aderiscano con la mente e con il cuore alla Chiesa Cattolica, e per la Chiesa, a Cristo Redentore del genere umano: così che possiamo loro rivolgere con tutta verità quelle parole di S. Paolo agli Efesini: "Ma adesso in Cristo Gesù, voi che eravate una volta lontani, siete diventati vicini, mercé il Sangue di Cristo. Poiché egli è nostra pace, egli che delle due cose ne ha fatta una sola, annullando la parete intermedia di separazione... distruggendo in se stesso le inimicizie. E venne ad annunziare la pace a voi, che eravate lontani, e pace ai vicini". Né sono meno a proposito quelle parole che il medesimo Apostolo indirizzava ai Colossesi: "Non mentite più l'uno verso dell'altro, essendovi spogliati dell'uomo vecchio e di tutte le opere di lui, ed essendovi rivestiti del nuovo, di quello, il quale, si va rinnovando in proporzione della conoscenza, conformandosi all'immagine di colui che lo creò: dove non c'è Greco e Giudeo, circonciso e incirconciso, Barbaro e Scita, servo e libero: ma Cristo in ogni cosa ed in tutti" (22). Frattanto, confidando nel patrocinio della Vergine Immacolata che testé volemmo fosse universalmente invocata "Regina della pace", come pure in quello dei tre novelli Santi (23), umilmente imploriamo il divino Spirito Paraclito, perché "conceda propizio alla sua Chiesa il dono dell'unità e della pace" (24) e con ulteriore effusione di carità, diretta alla comune salvezza, rinnovi la faccia della terra... Note (1) De civitate Dei, lib. XIX, c. XI. (2) Ef 6, 13. (3) Gv 17, 21-23. (4) 1Pt 4, 18. (5) Col 3,14. (6) 1Gv 4, 7. (7) Mt 5, 44-45. (8) 1Gv 3, 15. file://C:Documents and SettingsutenteDocumentiMEDJUGORIE_ DOCUMENTI ... 18/09/2008
  • 10. Pagina 10 di 25 (9) Mt 6, 12. (10) Lc 23, 34. (11) At 10, 38. (12) 1Gv 3, 16-18. (13) Lc 10, 30. (14) Cfr. S. Agostino, De moribus Ecclesiae catholicae, lib. I, c. XXX. (15) 1Cor 9, 22. (16) Col 3, 12. (17) Lettera Apostolica Diuturni, 15 luglio 1919. (18) Epistola Amore ille singularis, 7 ottobre 1919. (19) Lettera enciclica, Ad beatissimi, l° novembre 1914. (20) De civitate Dei, lib. XIX, c. XVII. (21) De moribus Ecclesiae catholicae, lib. I, c. XXX. (22) Ibidem, II, 13 ss.: III, 9-11. (23) S. Gabriele dell'Addolorata, S. Margherita M. Alacoque e S. Giovanna d'Arco. (24) "Segreta" nella Festa del Corpus Domini. MESSAGGIO 15 suggerisco questa lettura AUTOREVOLE [PDF] La verità su Medjugorje VEDI DOCUMENTO STAMPATO MESSAGGIO 20 Ho trovato anche dei documenti interessanti http://www.dimarzio.it/srs/modules/news/article.php? storyid=108 oppure questo del 2004 cliccando qui' (PDF) In seguito a numerose richieste di informazioni sulla presunta approvazione delle apparizioni di Medjugorje da parte della gerarchia cattolica pubblichiamo alcune prese di posizione ufficiali. 1991 LA DICHIARAZIONE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DELL'EX JUGOSLAVIA A PROPOSITO DI MEDJUGORJE Durante la seduta ordinaria della conferenza episcopale italiana svoltasi a Zara dal 9 all'11 aprile 1991 è stata adottata la seguente DICHIARAZIONE file://C:Documents and SettingsutenteDocumentiMEDJUGORIE_ DOCUMENTI ... 18/09/2008
  • 11. Pagina 11 di 25 I vescovi sin dall'inizio seguono le apparizioni di Medjugorje tramite il vescovo della diocesi, la commissione episcopale e la commissione della conferenza episcopale jugoslava per Medjugorje. Sulla base delle ricerche sin qui compiute non è possibile affermare che si tratta di apparizioni e fenomeni soprannaturali. Tuttavia, i numerosi credenti che arrivano a Medjugorje provenienti da vari luoghi e spinti da motivi religiosi e di altro genere hanno bisogno dell'attenzione e della cura pastorale innanzitutto del vescovo della diocesi e poi anche di altri vescovi così che a Medjugorje e con Medjugorje si possa promuovere una sana devozione verso la Beata Vergine Maria, in armonia con l'insegnamento della Chiesa. A tal fine i vescovi forniranno adeguate indicazioni liturgico-pastorali e tramite la commissione continueranno a seguire e a far luce sugli avvenimenti di Medjugorje. Zara, 10 aprile 1991 I vescovi jugoslavi 1996 IL VESCOVO FRANCESE E LA CONGREGAZIONE DEL VATICANO A PROPOSITO DI MEDJUGORJE Il vescovo di Langres in Francia, monsignor Léon Taverdet si è rivolto alla sede apostolica il 14 febbraio 1996 per chiedere quale fosse la posizione della Chiesa relativamente alle apparizioni di Medjugorje e se fosse consentito recarsi in pellegrinaggio in quel luogo. La Congregazione della Santa Sede per la dottrina della fede ha dato la propria risposta il 23 marzo 1996 tramite il proprio segretario Tarcisio Bertone: CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE Vaticano, 23 marzo 1996 N. prot. 154/81-01985 Sua Eccellenza, con la Sua del 14 febbraio 1996 ci ha chiesto quale fosse l'attuale posizione della Chiesa relativamente alle presunte "apparizioni di Medjugorje" e se fosse consentito ai fedeli cristiani recarsi in pellegrinaggio in quel luogo. A riguardo mi fa piacere informarla che i vescovi della ex Jugoslavia nella propria Dichiarazione di Zara del 10 aprile 1991 hanno stabilito quanto segue relativamente alla veridicità delle apparizioni in oggetto: "... Sulla base delle ricerche finora compiute, non si può affermare che si tratti di apparizioni o fenomeni soprannaturali. Tuttavia, i numerosi pellegrini che giungono a Medjugorje spinti dalla fede e da altri motivi richiedono l'attenzione e la cura pastorale del vescovo della diocesi, ma anche di altri vescovi, affinchè a Medjugorje possa essere incoraggiata una devozione verso la Beata Vergine Maria in armonia con l'insegnamento della Chiesa. A tale scopo i vescovi forniranno anche particolari direttive liturgico-pastorali. Inoltre la Commissione tramite loro continuerà a seguire ed analizzare tutti gli avvenimenti di Medjugorje." file://C:Documents and SettingsutenteDocumentiMEDJUGORIE_ DOCUMENTI ... 18/09/2008
  • 12. Pagina 12 di 25 Da quanto appena detto consegue che i pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje, intesa come luogo di autentiche apparizioni della Vergine, non possono essere organizzati nè a livello parrocchiale, nè diocesano, poichè questo sarebbe in contraddizione con quanto affermato dai vescovi della ex-Jugoslavia nella suddetta dichiarazione. Sua Eccellenza, vogliate gradire i miei più cari saluti. Tarcisio Bertone CONGREGATIO PRO DOCTRINA FIDEI Pr. N. 154/81.06419 1998 Città del Vaticano, Palazzo del S. Uffizio 26 maggio 1998 DISCORSO SU MEDJUGORJE DURANTE LA VI. SESSIONE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DELLA BOSNIA ED ERZEGOVINA Il 2 e 3 luglio 1996 a Sarajevo si è tenuta la VI. sessione della Conferenza Episcopale della Bosnia ed Erzegovina. Vi hanno partecipato tutti i suoi membri: il presidente, Cardinale Vinko Puljic, il vescovo di Banja Luka Franjo Komarica, il vescovo di Mostar Ratko Peric ed il vescovo ausiliario di Sarajevo Pero Sudar. Di questa seduta riportiamo solo il testo relativo all'apparizione della Vergine nella parrocchia di Medjugorje. "Il Vescovo di Mostar ha informato la conferenza sulle lettere ufficiali della Congregazione per la dottrina della fede inviate a due vescovi francesi in merito ai pellegrinaggi a Medjugorje. Nelle lettere si dice tra le altre cose che i pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje, intesa come luogo di autentiche apparizioni della Vergine, non possono essere organizzati nè a livello parrocchiale, nè diocesano, poichè questo sarebbe in contraddizione con quanto affermato dai vescovi della ex-Jugoslavia nella propria dichiarazione del 10 aprile 1991 (cfr. Glas Koncila, 30-6-1996). I vescovi hanno preso atto di questa posizione della Chiesa per la gestione delle proprie diocesi." Sarajevo, VII (CX), 3, Sarajevo 1996, pag. 171. A Sua Eccellenza Mons. Gilbert Aubry vescovo di Saint-Denis de la Rèunion Eccellenza, con la lettera del 1 gennaio 1998 voi sottoponete a questo Dicastero diverse questioni concernenti la posizione della Santa Sede e del vescovo di Mostar, in riferimento alle cosidette "apparizioni" di Medjugorje, ai pellegrinaggi privati o alla cura pastoraledei fedeli che si recano in quel luogo. Al riguardo, considerando impossibile rispondere a ciascuna delle domande fatte da vostra Eccellenza, tengo anzitutto a precisare che non è norma della Santa Sede assumere, in prima istanza, una posizione propria diretta su supposti fenomeni sopranaturali. Questo dicastero perciò che concerne la credibilità delle "apparizioni" in questione, si attiene semplicemente a ciò che è stato stabilito dai vescovi della ex-Jugoslavia nella dichiarazione di Zara del 10.04.1991: "Sulla base delle indagini finora condotto, non è possibile affermare che si tratti di apparizioni o di rivelazioni soprannaturali". Dopo la divisione della Jugoslavia in diverse nazioni indipendenti, spetterebbe ora ai membri della file://C:Documents and SettingsutenteDocumentiMEDJUGORIE_ DOCUMENTI ... 18/09/2008
  • 13. Pagina 13 di 25 Conferenza Episcopale della Bosnia-Erzegovina riprendere eventualmente in esame la questione ed emettere, se il caso lo richiede, nuove dichiarazioni. Quello che Mons. Peric' ha affermato in una lettera al Segretario Generale di "Famille Chrètienne", cioè che "la mia convinzione e posizione non è solo Non constatazione della soprannaturalità ma ugualmente quella di constatazione della NON soprannaturalità delle apparizioni o rivelazioni di Medjugorje" deve essere considerata espressione di una convinzione personale del Vescovo di Mostar, il quale, in quanto ordinario del luogo, ha tuttti i diritti di esprimere ciò che è e rimane un suo parere personale. In fine, per quanto concerne i pellegrinaggi a Medjugorje che si svolgono in maniera privata, questa Congregazione ritiene che sono permessi a condizione che non siano considerati come una autenticazione degli avvenimenti in corso e che richiedono ancora un esame da parte della Chiesa. Mons. Tarcisio Bertone (segretario della Congregazione presiedutadal Card. Ratzinger) 2001 09.10.2001 Intervento al Sinodo dei Vescovi di S.Em.R. Card. Vinko PULJIĆ, Arcivescovo di Vrhbosna, Presidente della Conferenza Episcopale (Bosnia-Erzegovina) L'uomo di oggi sente un urgente bisogno di speranza. Lo mettono in evidenza i tragici avvenimenti del secolo che abbiamo lasciato dietro, come pure le diverse minacce, soprattutto quelle di intolleranza e di indifferenza, che si alzano agli orizzonti di questo nuovo secolo appena cominciato. I problemi che assillano l’umanità di oggi sono molteplici e non sono di facile soluzione. La risposta concreta della Chiesa a tali problemi è il coraggioso e perseverante annuncio del Vangelo di Cristo e del suo messaggio di perdono, di riconciliazione e di pace; del suo messaggio di speranza per ogni singola persona e per tutti i Popoli. Il testimone privilegiato di tale messaggio è Vescovo, uomo che in qualità di erede autentico degli Apostoli si è messo in servizio del Vangelo; uomo che si è reso maestro e pastore dei fratelli, disponibile al costante dialogo ed ai colloqui fidati, gioioso della propria vocazione. Per quanto concerne la Chiesa che è in Bosnia ed Erzegovina, i suoi Pastori si impegnano insieme con i loro sacerdoti, consacrati e fedeli laici per fare sì che la loro testimonianza diventi lievito della società e sia in grado di trasmettere la luce del Vangelo nelle realtà economiche, sociali e politiche del loro Paese. Mentre la maggior parte dei consacrati che operano sul territorio delle circoscrizioni ecclesiastiche locali rimangono fedeli al carisma del loro Istituto e si impegnano senza riserve per la promozione dell'opera apostolica, del bene della Chiesa e della società civile, alcuni membri dell'Ordine dei Frati Minori Francescani o quelli espulsi cercano, purtroppo, di imporre il proprio punto di vista alle singole Diocesi, sostituendo i carismi autentici con i pseudocarismi, una minaccia seria per la Chiesa e per la sua unità organizzativa e dottrinale. Basti ricordare i tristi eventi che nell'estate scorsa hanno visto come protagonisti alcuni appartenenti del suddetto Ordine e un autodichiarato vescovo: un diacono veterocattolico espulso dalla sua comunità, oppure una sistematica disobbedienza degli stessi religiosi che vi è da anni nella Diocesi di Mostar- Duvno. Con dolore si può constatare che il mondo di oggi è diviso. Tale divisione riguarda vari settori ed ha diverse origini. Ci sono, purtroppo, anche le divisioni della Chiesa, Corpo file://C:Documents and SettingsutenteDocumentiMEDJUGORIE_ DOCUMENTI ... 18/09/2008
  • 14. Pagina 14 di 25 mistico di Cristo e sacramento universale di salvezza. Cresce la coscienza che la divisione offusca lo sguardo verso il futuro. Il superamento delle divisioni esistenti della Chiesa e del mondo attuale offrirà una carica speciale di speranza all'umanità del nostro tempo. La Chiesa non può rimanere divisa ed è chiamata ad essere una, santa, cattolica ed apostolica; è chiamata ad essere comunione e rimanere unita sia al livello locale che al livello universale, sempre con il Successore di Pietro a capo. Grazie al Vangelo, la Chiesa si presenta al mondo come una forza vitale capace a renderlo più unito. In tale luce, il dialogo ecumenico riacquista un nuova carica. Lo stesso vale pure per il dialogo interreligioso. L'Europa non può rimanere divisa tra l'Europa orientale e l'Europa occidentale. Il mondo non può restare diviso tra il Nord e il Sud, tra i Paesi ricchi e sviluppati ed i Paesi poveri e meno sviluppati. Le Nazioni non possono continuar ad essere divise in Nazioni civili e in Nazioni non considerate civili. La risposta alle divisione del mondo odierno è il dialogo sincero tra le Nazioni ed i Popoli. Qualsiasi sia il tema o il motivo del dialogo, esso vede sempre coinvolto le due parti. Non c'è il dialogo se non c'è pure l'altra parte che ne sia partecipe attiva. Un notevole contributo all'impegno per il superamento delle divisioni esistenti potrebbe essere dato particolarmente dai mezzi di comunicazione sociale, che sono in grado di essere pure mezzi privilegiati dell'annuncio del Vangelo. Quanti operano con questi mezzi e quanti li dirigono hanno una grande responsabilità. Per approfondire: Conferenza su Medjugorje tenuta dal Vescovo di Mostar, Mons. Ratko Perić il 17 Febbraio 2004. LA CONFERENZA DU MEDJUGORIE E' SU FOGLI A PARTE GIà STAMPATI o leggendo questo blog http://www.marcocorvaglia.blog.lastampa.it/mcor/ MARIJA, VLASIC E I FALSI MESSAGGI In appendice: "Questione Vlašić: dove sbaglia padre Livio Fanzaga" Marija Pavlović e padre Tomislav Vlašić , all'epoca dei fatti raccontati in questa pagina Non è un’illazione né, tanto meno, un’insinuazione, bensì un dato di fatto: una delle veggenti di Medjugorje, Marija Pavlović, ha una volta ammesso, per iscritto e nei termini che ora vedremo, di aver lasciato che il suo direttore spirituale attribuisse alla Madonna dei falsi messaggi, ricevuti proprio tramite lei. Per raccontare compiutamente questa vicenda è file://C:Documents and SettingsutenteDocumentiMEDJUGORIE_ DOCUMENTI ... 18/09/2008
  • 15. Pagina 15 di 25 necessario premettere che ai sei veggenti “di prima generazione” si era aggiunta, nel dicembre 1982, Jelena Vasilj, di 10 anni, che asseriva di avere delle locuzioni interiori, delle "comunicazioni", da parte della Madonna e, più raramente, delle vere e proprie apparizioni. Un altro personaggio che deve essere ora introdotto è, appunto, colui che fu il primo direttore spirituale dei veggenti, il francescano Tomislav Vlašić. Ecco ciò che accadde: il 25 marzo 1988 Vlašić scrisse una lunga lettera aperta con cui rendeva nota la fondazione di una nuova comunità religiosa da lui diretta e, a suo dire, richiesta espressamente dalla Madonna [Cfr. Ogledalo Pravde, pp.28-29] Tale lettera, il mese successivo, fu pubblicata a Milano (in un opuscoletto di 17 pagine intitolato Una chiamata nell'anno mariano) per iniziativa della suddetta comunità, che aveva assunto il nome Kraljice Mira, potpuno tvoji, po Mariji k Isusu ("Regina della pace, siamo completamente tuoi; a Gesù attraverso Maria") e aveva preso sede in viale Mentana 45, a Parma. La stampa e la diffusione dell'opuscoletto,“in tutte le principali lingue” [Una chiamata nell'anno mariano, p.1], fu affidata all' “Associazione Amici di Medjugorje” con sede, ora come allora, in Via Nirone 9, a Milano (all'epoca presieduta dalla sig.ra Angela Pecorari Piazza). Nella pubblicazione in questione Vlašić, ripercorrendo il cammino della nascita di quella comunità, scrive: La veggente di Medjugorje Jelena Vasilj, che ha visioni e locuzioni interiori, è venuta da me il 28 maggio 1983, e mi ha chiesto di presenziare all'apparizione della Madre di Dio, che lei avrebbe avuto in casa sua. Mi disse che la Madonna desiderava confidarmi qualcosa. Ho assistito all'apparizione. La Madonna, attraverso la veggente, mi ha rivolto la parola: mi ha chiesto di riunire un gruppo di preghiera composto perlopiù da giovani che fossero pronti a consacrarsi totalmente a Lei, e chiese a me come sacerdote di indirizzare il gruppo sul cammino. Prima che il gruppo cominciasse ad avere incontri regolari, Marija Pavlović, una dei sei veggenti a cui la Madonna appare dal 1981, ha desiderato verificare se questo era veramente un progetto della Madonna, e durante un'apparizione ha domandato chiarimenti alla Madonna. Ha ricevuto una risposta positiva: la Madonna ha detto che quello era un suo progetto, e ha raccomandato ai sei veggenti, secondo le loro possibilità, di partecipare al gruppo di preghiera. Da allora Marija è membro di tale gruppo. [Una chiamata nell'anno mariano, pp. 3-4] In seguito, direttamente Gesù e la Madonna avrebbero chiesto allo stesso francescano e ai veggenti (e più tardi ad una conoscente tedesca di Vlašić, di nome Agnes Heupel) di trasformare il gruppo di preghiera in una vera e propria comunità religiosa: A partire dall'autunno 1985 nostro Signore e la nostra Madre Celeste mi hanno parlato nel cuore in modo speciale. Mi hanno dato anche messaggi particolari attraverso alcuni veggenti Mi hanno chiesto totale rinunzia e pronta disposizione per il loro piano. [...] Il 7 dicembre 1986, mentre pregavamo insieme il rosario meditando i misteri gaudiosi, Gesù ha dato ad Agnes un messaggio, in cui annunziava la nascita di una nuova comunità in cui noi dobbiamo offrirci entrambi a Dio, come Chiara e Francesco. [Una chiamata nell'anno mariano, pp. 4-5] E arriviamo al punto decisivo: Ho chiesto anche una conferma esterna. Fra le altre cose ho posto una domanda alla Madonna tramite Marija Pavlović. Marija ha portato la risposta della Madonna dell'8 marzo 1987: "Questo e un piano di Dio." [Una chiamata nell'anno mariano, p. 6] La comunità di Vlašić fu quindi aperta e si insediò, come detto, a Parma. Vi entrò la stessa Marija, che il 21 aprile 1988 scrisse e firmò una dichiarazione (pubblicata nello stesso opuscoletto Una chiamata nell'anno mariano). In essa la veggente afferma testualmente quanto segue, facendo espresso riferimento alla lettera aperta di padre Tomislav Vlašić: Sento il bisogno di dire anch'io alcune parole riguardo a questa informazione che ha scritto Padre Tomislav (Marija quindi conosce il testo scritto da Vlašić, n.d.a.) [...] Fin dalla sua costituzione mi sono inserita nel gruppo di preghiera, che la Madonna ha guidato attraverso Jelena Vasilj e Padre Tomislav Vlašić. file://C:Documents and SettingsutenteDocumentiMEDJUGORIE_ DOCUMENTI ... 18/09/2008
  • 16. Pagina 16 di 25 [...] Ho visto che i messaggi che giungevano attraverso Jelena chiarivano e completavano i messaggi che la Madonna dava a me. All'inizio di quest'anno mi sono ritirata nel silenzio con alcune persone di quel gruppo di preghiera. Un giorno, qualche tempo prima della partenza, prima dell'apparizione abbiamo pregato la Madonna di darci la luce per poter comprendere il programma che Lei aveva dato attraverso Agnes Heupel e Padre Tomislav Vlašić. La Madonna è venuta, era contenta. Ha pregato su tutti noi e ha detto: "Cari figli, vi do un dono speciale, il dono della libertà, affinché possiate decidervi per Dio. Io benedico la libera decisione di ciascuno di voi". Così mi fu chiaro che potevo decidermi per questa strada, dal momento che attendevo l'occasione per potermi ritirare in silenzio e preghiera. Come vedete, la Madonna ha dato un programma per la Comunità "Regina della Pace, completamente tuoi, per Maria a Gesù", e conduce questa Comunità attraverso Padre Tomislav e Agnes, attraverso la quale giungono i messaggi per la Comunità. Sono nella Comunità da più di un mese e mezzo… [Una chiamata nell'anno mariano, pp. 15-16] In sostanza, Marija non smentisce la veridicità della lettera aperta scritta da Vlašić (contenente, lo si è visto, l'esplicita approvazione della nascita della Comunità da parte della Madonna: Marija ha portato la risposta della Madonna dell'8 marzo 1987: "Questo e un piano di Dio"). All’inizio del successivo mese di luglio, una giornalista statunitense, Suzanne Rini, inviata dal periodico cattolico Fidelity, giunge in Italia e chiede conto a padre Vlašić di una scabrosa vicenda che lo riguarderebbe. Il francescano si dichiara estraneo ai fatti. Comunque stiano le cose, pochi giorni dopo, esattamente l'11 luglio 1988, si verifica qualcosa di inatteso: Marija (forse temendo di essersi compromessa attribuendo l'appoggio della Madonna ad un frate coinvolto in uno scandalo?) scrive, in lingua croata e in italiano, un nuovo, clamoroso, comunicato. Di questo comunicato non c'è in genere traccia nelle pubblicazioni a favore di Medjugorje (Laurentin, che curava un aggiornamento annuale sugli eventi legati a queste "apparizioni", ne parlò in Dernières Nouvelles n. 8, 1989; tuttavia eliminò ogni riferimento ad esso nella sua opera principale e più diffusa, La Vergine appare a Medjugorje?, la cui edizione definitiva risale al 1991). Il comunicato di Marija è però stato integralmente riportato in una pubblicazione della Curia di Mostar: Ogledalo Pravde. Biskupski ordinarijat u Mostaru o navodnim ukazanjima i porukama u Me ugorju (La Curia diocesana di Mostar sulle presunte apparizioni e messaggi di Medjugorje), Mostar, 2001, pp. 30-32. Eccolo, in traduzione: Sento il dovere morale di fare le seguenti dichiarazioni davanti a Dio, la Madonna e la Chiesa di Gesù Cristo: Dal libretto "Una chiamata nell’anno mariano" e dalla testimonianza che porta la mia firma, si ricava che io abbia riportato una risposta della Madonna a una domanda di fra Tomislav Vlašić. Tale risposta sarebbe:"Questo è il piano di Dio", cioè conseguentemente io, da parte della Madonna, avrei dato la conferma a fra Tomislav Vlašić e il permesso esplicito per questa Opera e per il programma iniziato in Italia con il gruppo di preghiera di Medjugorje. Adesso dichiaro di non aver mai chiesto alla Madonna nessuna conferma per questa Opera iniziata da fra Tomislav V. e Agnes Heupel. Non ho mai esplicitamente chiesto alla Madonna, riguardo a me, se devo prendere parte a questa Opera e non ho mai ricevuto dalla Madonna nessuna approvazione riguardante il gruppo, salvo il fatto che ciascuno di noi doveva essere libero di fare una scelta per la propria vita. Dal libretto e dalla testimonianza che porta la mia firma segue che la Madonna mi abbia mostrato che la comunità e il programma di fra Tomislav V. e Agnese Heupel sono la via di Dio per me e per gli altri. Adesso ripeto di non aver mai dalla Madonna ricevuto né dato a fra Tomislav, né a qualsiasi altra persona, una tale conferma e approvazione da parte della Madonna. La mia prima testimonianza, pubblicata in lingua croata e italiana, non corrisponde alla verità. Personalmente non avevo alcun desiderio di rilasciare alcuna dichiarazione scritta. Fra Tomislav V. mi ha consigliato, insistendo parecchie volte, di scrivere, in qualità di veggente, una testimonianza aspettata dal mondo. Devo dichiarare anche, che il contenuto della lettera così come è presentato e la mia firma pongono alcune domande. Per adesso, a tutte le domande io posso dare questa unica risposta, che sto per dare, io ripeto, davanti a Dio, alla Madonna e davanti alla Chiesa di Gesù Cristo: "Tutto ciò che può essere inteso quale risposta e una conferma esplicita di questa Opera di fra Tomislav V. E Agnes Heupel, da parte della Madonna file://C:Documents and SettingsutenteDocumentiMEDJUGORIE_ DOCUMENTI ... 18/09/2008
  • 17. Pagina 17 di 25 attraverso me, assolutamente non corrisponde alla verità e ugualmente non corrisponde alla verità l’idea che io abbia avuto desiderio spontaneo di scrivere quella testimonianza". Quale dovere morale ritengo le dichiarazioni seguenti, davanti a Dio, alla Madonna e davanti alla Chiesa: Dopo sette anni di apparizioni quotidiane, dopo l’esperienza più intima che ho delle tenerezze e della prudenza della Madonna, dopo tutto quello di cui mi ricordo dei consigli della Madonna e della risposta della Madonna alle mie domande personali, posso dichiarare che non regge l’idea che il piano Celeste e il messaggio globale della Madonna a Medjugorje abbiano per me, come sacra conseguenza e processo desiderato della Madonna, questa Opera e il programma iniziato in Italia da parte di fra Tomislav V. e Agnes Heupel. E' necessario aggiungere a questa dichiarazione che le apparizioni quotidiane continuano. Firmo questa dichiarazione davanti al Santissimo Sacramento e la destino a tutti quelli che sono di cuore legati alla “Opera” della Madonna di Medjugorje. 11/7/1988 Marija Pavlović Ed ecco la seconda facciata della lettera, contenente la firma autografa di Marija Pavlović: _________________________________________________________________________________________ APPENDICE: QUESTIONE VLASIC: DOVE SBAGLIA PADRE LIVIO FANZAGA (8/9/2008) L' 8 settembre 2008, a seguito della diffusione della notizia dei severissimi provvedimenti punitivi adottati dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nei confronti di padre Tomislav Vlašić, Radio Maria ha pubblicato sul suo sito la lettera di Marija di cui abbiamo trattato in chiusura dell'articolo presente in questa pagina. Si tratta di un documento molto raro, di cui fin ora, negli ambienti medjugoriani, non si era praticamente mai parlato. file://C:Documents and SettingsutenteDocumentiMEDJUGORIE_ DOCUMENTI ... 18/09/2008
  • 18. Pagina 18 di 25 Marija, che all’epoca dei fatti, già dal febbraio 1988, viveva in Italia, a Parma, nella sede della Comunità, pubblicò (lo si è accennato nell'articolo) due versioni della lettera di luglio (così come aveva fatto con la precedente testimonianza di aprile): una in italiano (che è quella ora resa nota da Radio Maria) ed un’altra in croato (che è quella a cui mi ero rifatto io, riportandone una traduzione). Le due versioni sono decisamente sovrapponibili, tuttavia, ora che finalmente, dopo vent’anni, è venuta fuori la versione italiana autografa, mi sembra più che giusto utilizzare quella. E così farò. Padre Livio Fanzaga, nel documento diffuso l'8 settembre 2008, a corredo della lettera di Marija, afferma quanto segue: “Nella primavera del 1988 P. Tomislav Vlasic, in una lettera pubblica indirizzata al mondo intero, affermava che la comunità da lui fondata con Agnes Heupel era stata voluta dalla Regina della pace e a questo riguardo chiamava in causa delle affermazioni della veggente Maria Pavlovic. Quest’ultima smentiva recisamente con una dichiarazione pubblica, inviata alla Congregazione della Dottrina della fede e affermava che non vi era nessun legame fra la Comunità di Padre Tomislav Vlasic e le apparizioni di Medjugorje. Il subdolo tentativo di accreditare con l’autorità della Madonna la suddetta comunità veniva così stroncato, anche se verrà reiterato negli anni successivi.” In sostanza questa lettera, secondo padre Livio, scagionerebbe Marija e i veggenti, dimostrando che non vi è alcun legame compromettente fra essi e Vlašić. Che essa costituisca un atto d’accusa nei confronti di Vlašić è, come accennavamo, solo una metà della verità. Il problema è che questa lettera costituisce anche una gravissima ammissione di responsabilità da parte della stessa Marija, che confessa di aver lasciato che Vlašić strumentalizzasse lei e la Madonna. E non mi sembra poco. Marija esordisce così: “Dai testi Una chiamata nell’anno mariano e dalla testimonianza che porta la mia firma (sottolineatura mia, n.d.a.), appare che io avrei portato come risposta della Madonna a una domanda di Padre Tomislav: Questo è un piano di Dio” Pertanto la veggente ammette di aver firmato una testimonianza che avallava un falso messaggio della Madonna Lo ribadisce al paragrafo 3: “Dai testi e dalla testimonianza che porta la mia firma (sottolineatura mia, n.d.a.), appare che la Madonna mi avrebbe mostrato che la comunità ed il programma di P. Tomislav ed Agnes Heupel erano la strada di Dio per me e per gli altri” Al paragrafo 4 conferma per l’ennesima volta: “La testimonianza tale quale è pubblicata in italiano non corrisponde alla verità a proposito della prima iniziativa” ( si badi bene che Marija non sta facendo una distinzione tra il contenuto della testimonianza in italiano e quello della testimonianza in croato. Semplicemente, nella versione italiana di questa lettera, sta facendo un esplicito riferimento alla testimonianza redatta nella medesima lingua, mentre, nella versione croata di questa stessa lettera, specifica che la “non corrispondenza alla verità” riguarda sia la testimonianza in italiano che in croato: Moje prvo svjedočanstvo, takvo kakvo je objavljeno na hrvatskom i talijanskom jeziku, ne odgovara istinisi [Cfr. "Ogledalo Pravde. Biskupski ordinarijat u Mostaru o navodnim ukazanjima i porukama u Me ugorju" (La Curia diocesana di Mostar sulle presunte apparizioni e messaggi di Medjugorje), Mostar, 2001, pag. 30]. E non è che Vlašić le avesse messo una pistola alla tempia per costringerla a firmare. Semplicemente, prosegue Marija: file://C:Documents and SettingsutenteDocumentiMEDJUGORIE_ DOCUMENTI ... 18/09/2008
  • 19. Pagina 19 di 25 "Padre Tomislav mi ha suggerito con insistenza di scrivere come veggente una testimonianza che il mondo aspettava." E’ anche il caso di evidenziare qui un’aggravante: come abbiamo visto, la testimonianza falsa era stata firmata da Marija il 21 aprile 1988 e allora, poiché la lettera risale all’ 11 luglio, la “veggente” è stata complice, rea confessa, di Vlašić, per circa tre mesi. Nel paragrafo 5 Marija esprime la consapevolezza delle ombre che questa vicenda getta su di lei e scrive: “Devo anche dichiarare che la redazione come è presentata e la mia firma suscitano alcune domande” Bene, che giustificazione dà? Nessuna, non trova assolutamente nessuna giustificazione, tanto da proseguire così: “Io per il momento posso dare a tutte le domande possibili questa unica risposta, che do, lo ripeto, davanti a Dio, davanti alla Madonna e alla Chiesa di Gesù Cristo: "Tutto quello che può essere pecepito come conferma e approvazione esplicita dell'Opera di P. Tomislav e Agnes Heupel da parte della Madonna tramite me è assolutamente estraneo alla verità, ed è estraneo alla verità il pensiero che io abbia avuto il desiderio spontaneo di scrivere quella testimonianza." In sostanza ribadisce semplicemente la falsità del messaggio e la propria connivenza, senza fornire alcuna spiegazione. E qui termina la mia analisi della lettera. Aggiungo solo il commento della Curia di Mostar a questa vicenda, tratto dall’ultimo numero (agosto- settembre) di Crkva na kamenu, bollettino pastorale della diocesi, in cui si legge: "L' affermazione di fra Tomislav e la “testimonianza” di Marija sono state radicalmente smentite nella sua dichiarazione scritta di proprio pugno, l’11 luglio 1988, “davanti a Dio, davanti alla Madonna e alla Chiesa di Gesù Cristo”: "Tutto ciò che può essere compreso come conferma e diretta approvazione di quest'Opera di fra Tomislav e Agnes Heupel, da parte della Madonna, tramite me assolutamente non corrisponde alla verità, come anche non è vero che io abbia avuto l'idea di aver spontaneamente desiderio di scrivere questa testimonianza,” così Marija. Sappiamo che nessuna bugia corrisponde alla verità e da quanto esposto vediamo che le menzogne notorie a Medjugorje sono state attribuite anche alla Madonna. [Crkva na Kamenu, 8-9, 2008, p. 28; si veda anche la versione pubblicata online] A margine di questa disamina, si può notare che Padre Livio, nel suo documento, aggiunge: “Non corrisponde alla realtà la presuntuosa definizione che lui (Vlašić) dà di se stesso di “guida spirituale dei veggenti”. Non è una questione particolarmente importante, ma, in realtà, oltre alle dichiarazioni di Vlašić, ci sarebbero testimonianze contrarie alle affermazioni di padre Livio. Padre René Laurentin, che frequentava regolarmente Medjugorje già dal 1983 (e quindi è l'unico degli storiografi di queste "apparizioni" ad aver potuto constatare di persona quale fosse il rapporto tra Vlašić e i ragazzi), in un paragrafo significativamente intitolato “Una nuova guida spirituale”, scrive: "Fra Tomislav […] si mette in contatto con i veggenti […] Ne diventa il “direttore spirituale” e sarà questo il titolo che manterrà nella parrocchia” [R. Laurentin, Racconto e messaggio delle apparizioni di Medjugorje, Queriniana, 1987, p. 90] E poi abbiamo…il messaggio della Madonna, del 28 febbraio 1982: “Potete ringraziare tanto Tomislav, perché vi guida così bene” (E la Gospa disse: Ringraziate tanto padre Tomislav: vi guida così bene! ) E scusate se è poco. E la Gospa disse: "Ringraziate tanto padre Tomislav: vi guida così file://C:Documents and SettingsutenteDocumentiMEDJUGORIE_ DOCUMENTI ... 18/09/2008
  • 20. Pagina 20 di 25 bene!" (CON AGGIORNAMENTO DEL 13/9/2008) Sottolineati gli ultimi aggiornamenti L'"apparizione" del 25 giugno 1982 Padre Tomislav Vlašić, in relazione al quale la Congregazione per la Dottrina della Fede ha recentemente assunto gravissimi provvedimenti, fu in realtà più volte citato, con evidente favore, nei "messaggi" della Gospa e ottenne anche "risposte" a lui benevolmente indirizzate. Il 6 ottobre 1981 venne con le seguenti parole prescelto ed esortato dalla Madonna, secondo i sei “veggenti”: “Padre Tomislav deve cominciare con il gruppo di preghiera. E’ necessario. Padre Tomislav deve pregare con fervore” [R. Laurentin, Corpus Chronologique des Messages, OEIL, 1988, pag. 157] Il 7 ottobre 1981 il Corpus dei messaggi registra un'altra esortazione a Vlašić: "Su domanda di padre Tomislav: Dobbiamo fondare qui una comunità come quella di San Francesco? " Risposta: Dio ha scelto San Francesco come suo eletto. Sarebbe bene seguire la sua strada [Corpus Chronologique des Messages, pag. 157] Il 20 gennaio 1982 i veggenti sono preoccupati, perché mons. Zanić, vescovo di Mostar, vorrebbe mandar via Vlašić da Medjugorje, dove si è insediato abusivamente. La Madonna esorta i veggenti: "Pregate per lui (Vlašić)" [Corpus Chronologique des Messages, pag. 170] Il 28 febbraio 1982 la Madonna dice ai "veggenti": "Ringraziate tanto Tomislav. Egli vi guida così bene" [Corpus Chronologique des Messages, pag. 173, messaggio tratto dal Diario di Vicka] Ma questo messaggio così inequivocabile merita di più. Merita che si prenda direttamente visione della relativa pagina del diario di Vicka, qui pubblicata in esclusiva. Eccola Trascriviamo il testo originale, nella parte che ci interessa: Bili ja I Jakisa Gospa dosla u 6.3 minute dobro nas pogledana. Onda je Gospa rekla za Tomislava prvo ga pogledala onda rekla mozete mnogo zahvaliti Tomislavu sto vas onako ljepo vodi Traduzione (con punteggiatura originale): "Eravamo io e Jakisa (diminutivo di Jakov, n.d.a.) la Madonna è venuta alle 6 e 3 minuti ci file://C:Documents and SettingsutenteDocumentiMEDJUGORIE_ DOCUMENTI ... 18/09/2008
  • 21. Pagina 21 di 25 ha guardati bene. Poi la Madonna ha parlato di Tomislav prima ha rivolto lo sguardo su di lui poi ha detto potete ringraziare tanto Tomislav perché vi guida così bene" Il 23 giugno 1982, la Gospa risponde a svariate domande poste da padre Vlašić, su diversi argomenti [cfr.Corpus Chronologique des Messages, pagg. 177/8] Il 28 maggio 1983, come abbiamo già visto (nella pagina “Marija, Vlašić e i falsi messaggi), è ancora il francescano il prescelto dalla Gospa per fondare un nuovo gruppo di preghiera, che sarà guidato da lui e dalla "veggente di seconda generazione" Jelena. E il successivo 3 giugno, dopo che Vlašić ha intrapreso la fondazione del gruppo di preghiera, i veggenti "principali" chiedono alla Madonna: "Cosa desideri da padre Tomislav? Ha cominciato bene?" Risposta: "Sì, bene, che egli continui " [R. Laurentin, Corpus Chronologique des Messages, pag. 189] Nel gruppo di preghiera, fin dalla sua costituzione, entrerà anche Marija Pavlović, che vi rimarrà, per tutti e quattro gli anni in cui esso sarà attivo (ricordiamo, per inciso, che a seguito di questa vicenda Marija, nel luglio 1987, scrisse la lettera da me integralmente pubblicata nella citata pagina “Marija, Vlašić e i falsi messaggi. In tale lettera fece, tra l'altro, delle gravissime ammissioni sul proprio conto). Il 30 ottobre 1984 la Curia di Mostar emana un documento intitolato "La posizione attuale, non ufficiale, della Curia Vescovile di Mostar nei confronti degli eventi di Medjugorje", in cui, al paragrafo 22, Vlašić viene definito dal suo vescovo, mons. Pavao Zanić, "un mistificatore e mago carismatico" (questa definizione è rievocata anche in un recente documento, Fra Tomislav Vlašić „nel contesto del fenomeno Medjugorje“ , pubblicato nelle pagine 27-28 del numero 8-9 del 2008 di Crkva na Kamenu (bollettino diocesano). Da rimarcare con forza che si tratta, in pratica, degli stessi rilievi che ventiquattro anni dopo gli ha mosso la Congregazione per la Dottrina della Fede. Ebbene, le dimostrazioni di favore e di predilezione della Gospa nei confronti di Vlašić non si fermano. Tanto per fare un esempio, il 25 ottobre 1985, nel Corpus dei messaggi troviamo quanto segue: "Lo stesso Tomislav Vlašić, a cui la Vergine aveva affidato una missione tramite Jelena, fa chiedere [alla Madonna, n.d.a.] da Marija: - Come fare? - Non ti preoccupare. Io ti aiuterò" [Corpus Chronologique des Messages, pag. 294] file://C:Documents and SettingsutenteDocumentiMEDJUGORIE_ DOCUMENTI ... 18/09/2008
  • 22. Pagina 22 di 25 In sostanza, per tutto quanto detto, è evidente che i veggenti hanno, ripetutamente, evidenziato il favore, se non la predilezione, della Madonna nei confronti di padre Vlašić. Ricordiamo che egli è accusato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede di "divulgazione di dubbie dottrine, manipolazione delle coscienze, sospetto misticismo, disobbedienza ad ordini legittimamente impartiti ed addebiti contra sextum (contro il sesto comandamento: “non commettere adulterio”, n.d.a. ) e sospettato “di eresia e scisma” (si veda la pagina Pesante pronunciamento della Congregazione per la Dottrina della Fede su padre Tomislav Vlašić). Per ulteriori approfondimenti relativi al francescano è possibile leggere anche la pagina Vlašić, Caterina, Ufo e spiriti. VLASIC, CATERINA, UFO E SPIRITI “Uno dei compiti più importanti dell’umanità di Alfa Centauri è di comandare la grande flotta interplanetaria. Essa è composta dai più potenti veicoli spaziali e da equipaggi scelti, messi a disposizione dai pianeti fedeli a Dio” A scrivere queste (e molte altre) sconcertanti parole è suor Stefania Caterina, a pagina 123 del suo libro Oltre la grande barriera (Luci dell’Esodo, 2008). Chi è Stefania Caterina? Diciamo subito che è una stretta collaboratrice del francescano Tomislav Vlašić, il quale fu ufficialmente "direttore spirituale" dei veggenti [Cfr. R. Laurentin, Racconto e messaggio delle apparizioni di Medjugorje, Queriniana, 1987, p. 90] dall'agosto 1981 al settembre 1984 e fu lui stesso a presentarsi come il padre che "guida i veggenti di Medjugorje", in una lettera del 13 maggio 1984, indirizzata a Giovanni Paolo II [Cfr. Ogledalo Pravde. Biskupski ordinarijat u Mostaru o navodnim ukazanjima i porukama u Me ugorju, (La Curia diocesana di Mostar sulle presunte apparizioni e messaggi di Medjugorje), Mostar, 2001, p. 56]. Abbiamo già visto, in modo incontestabile (nella pagina Marija, Vlašić e i falsi messaggi), che il francescano, dopo avere fondato, nel 1988, la comunità Kraljice Mira, potpuno tvoji po Mariji k Isusu, con sede a Parma, persuade la “veggente” Marija Pavlović a lasciare che lui attribuisca falsamente alla Madonna dei messaggi che avallano la fondazione della comunità stessa. Ebbene, essa viene presto chiusa per decreto del vescovo di Parma, mons. Benito Cocchi (con lettera 68/I/28 del 1 ottobre 1988), anche perché alcuni orientamenti pratici, come la convivenza tra uomini e donne, sono “ritenuti del tutto estranei ad ogni forma di comunità religiosa accettata dalla Chiesa”. Vlašić risolve il problema aprendo quattro sedi, tuttora esistenti, in diocesi rette da vescovi meglio disposti. La comunità, inquadrata, dal punto di vista canonico, come associazione privata di fedeli, è composta di chierici e laici. La casa madre è a Lama dei Peligni (in provincia di Chieti), un’altra sede si trova a Penne (Pescara) ed un’altra ancora a Camporotondo di Fiastrone, località Colfano, nel maceratese. La quarta si è insediata a Medjugorje, ma lì il problema è stato risolto, secondo lo stile ormai consolidato in quella località, senza chiedere il prescritto permesso al vescovo. Stefania Caterina, da suora laica, ha avuto l'incarico di responsabile della casa madre della comunità, situata, come detto, a Lama dei Peligni e vice-responsabile di tutta la comunità (fungendo quindi da "vice" di padre file://C:Documents and SettingsutenteDocumentiMEDJUGORIE_ DOCUMENTI ... 18/09/2008
  • 23. Pagina 23 di 25 Vlasić). Sono entrato in possesso di documenti esclusivi, tra cui una Dichiarazione rilasciata, il 20 settembre 1999, ad Assisi, dai quattro membri dissidenti del Consiglio della Comunità (suor Ivanka Vasilj, suor Senka Zarević, fr. Ignaz Domej, fr. Marin Jurković), in cui si denuncia che, all’interno della comunità stessa, "sono nate nuove dinamiche e rapporti" che hanno portato alla manifestazione di “carismi e doni non verificati”. Tutto ciò “è stato presente con una intensità particolare negli ultimi mesi, nel ciclo di esercizi spirituali per tutti i membri della Comunità”. Il riferimento è ad un ciclo di esercizi che si tennero, in quell’anno, sotto la guida di padre Tomislav Vlašić e di suor Stefania Caterina Ecco il testo in croato, fin ora inedito Il Consiglio della Comunità, inoltre, il successivo 21 ottobre, indirizza al Definitorio della Provincia dei Frati Minori d'Abruzzo (da cui dipende la casa madre di Kraljice Mira) una lettera di denuncia, allegando testimonianze personali e il materiale completo degli esercizi spirituali (per i membri della comunità) tenuti da Vlašić il 16 luglio 1999 a Colfano. In questo materiale rientra la relazione intitolata Guarigione alla radice. Per "guarigione alla radice" (si tenga in mente questo particolare) sarebbe da intendere la liberazione dal peso dei peccati commessi dagli antenati; peccati che, secondo Vlašić e suor Caterina, graverebbero quindi su tutti i discendenti. E' lo stesso Vlašić a raccontare: “Sr Stefania può dire di più. Nel nostro intimo noi abbiamo seguito nella dinamica di vita tutta la guerra in Jugoslavia dall’inizio alla fine […] Una cosa che può essere una bella immagine e introduzione alla dinamica di guarigione è la seguente. Una mattina lei (Stefania) è venuta stanca e oppressa e ha domandato aiuto: “Ci sono tre anime che mi opprimono”. Ho domandato: “Chi sono?” Erano i genitori e lo zio di Milosević [ex presidente ultranazionalista della Serbia, n.d.a.]. Voi sapete che tutti e tre si sono suicidati. Il padre era sacerdote ortodosso e la famiglia devota […] Naturalmente io come sacerdote sono entrato in rapporto con queste persone e ho chiesto chi sono e dove sono. Hanno risposto che adesso sono in purgatorio [...] Ho domandato al padre: "Perché ti sei ucciso? Come hai potuto, tu che sei un sacerdote?" Il padre ha detto che non sa perché si è suicidato ma sa solo che sentiva un grande peso [...] la madre ha detto che da quando l'ha concepito ha sentito in sé come l'inferno" Ed ecco, dai materiali per gli esercizi spirituali tenuti a Colfano dal 15 al 19 luglio 1999, il relativo testo originale, anche questo inedito, in versione croata e italiana file://C:Documents and SettingsutenteDocumentiMEDJUGORIE_ DOCUMENTI ... 18/09/2008
  • 24. Pagina 24 di 25 Al primo ottobre 1999 risale questa testimonianza, rilasciata a Medjugorje, ma relativa sempre agli esercizi spirituali di Colfano: "La preghiera in questione si è svolta nell'ambito dei miei esercizi spirituali svoltisi alla fine di luglio. Sr. Stefania e padre Tomislav mi aspettavano in sacrestia, mi sono seduta fra loro due e dopo aver invocato lo S. Santo c’è stato un momento di silenzio. La prima “anima” che si è presentata attraverso Stefania era quella di mio padre (tuttora vivente) […] Successivamente (padre Tomislav Vlasic) ha invitato i 7 arci-diavoli a presentarsi per vedere se qualcuno di loro facesse pressioni su di me e si è presentato “Asmodio” che semina ira, discordia e odio in famiglia. Costui ha detto che io non sarei mai dovuta nascere e che ora che era stato scoperto doveva andar via. Padre T. ha fatto un segno di benedizione. Ha poi invitato gli arcangeli a presentarsi ma non è venuto nessuno di essi, è venuta invece dal Paradiso l'anima di una bambina abortita (la cui parentela con me è assolutamente intima e nessuno poteva saperlo) che doveva essere una consacrata se fosse vissuta e ha detto che mi ha sempre protetto e spianato la strada per il mio cammino spirituale. Ha detto che avrei aiutato tante anime dentro e fuori la Comunità. Si sono poi presentati tanti bimbi abortiti che padre Tomislav ha battezzato col nome di Francesco e Chiara. Quando nessuno più si è presentato ho chiesto al padre perché certe volte sogno degli spiriti cattivi, delle donne indemoniate. Mi ha chiesto se c’era ancora qualcuno e allora si sono presentate delle streghe e una certa Caterina, e lui le ha benedette tutte ed esse sono andate via. Questo è quanto ricordo.” (testimonianza firmata) (Non si riporta il testo, scritto di pugno, per ovvie ragioni di discrezione nei confronti della testimone) Del resto, ciò che afferma suor Stefania nel suo libro è perfettamente in linea con le testimonianze appena citate: “Nell’anno 1999 (lo stesso anno a cui si riferiscono tutti i precedenti documenti, n.d.a.) sono iniziate le esperienze riguardanti la guarigione delle radici dell’uomo e dell’umanità (tematica a cui faceva riferimento Vlašić nella sua relazione di Colfano su riportata, n.d.a.) Gesù ha cominciato a spiegarmi che oltre alla genetica fisica esiste anche la genetica spirituale […] Ogni individuo porta in sé, fin dal grembo materno, l’impronta delle generazioni che l’hanno preceduto. Per questo i peccati e le virtù degli antenati si ripercuotono sulla personalità di ciascuno[…] L’albero genealogico di ciascuno di noi ha bisogno di essere risanato, partendo dalle radici più profonde[…] Per me era diventato indispensabile pregare per la guarigione delle persone non più da sola ma in comunione con il sacerdote (padre Tomislav Vlašić, n.d.a.) […] Il sacerdote era chiamato dunque ad offrire sull’altare se stesso e le anime che venivano toccate nella preghiera […] Il sacerdote invocava lo Spirito Santo affinché mostrasse nella sua luce ciò che opprimeva la persona per cui si pregava […] Cominciavano così a presentarsi le anime del purgatorio appartenenti alla famiglia di quella persona […] Non di rado si presentavano anime infernali, appartenenti a quella famiglia […] Durante le preghiere di guarigione, si presentavano molti bambini abortiti […] chiedevano soprattutto il battesimo. Abbiamo compreso come sia importante che essi siano liberati. In caso contrario, opprimono le loro famiglie, i genitori che li hanno rifiutati ed i loro fratelli che sono stati accettati, al contrario di loro. Abbiamo notato che la pressione negativa esercitata dalle anime degli abortiti, si ripercuote su intere generazioni, provocando spesso malattie inspiegabili […] Ricordo bene il caso di una ragazza che soffriva delle crisi di panico senza sapere perché. Durante la preghiera di guarigione si presentò l’anima del suo fratellino abortito. Battezzato e liberato il bambino, la ragazza si sentì immediatamente risollevata [….] Ci capitò di pregare per una giovane coppia che non poteva avere figli, e provava per questo grande dolore […] Si manifestò Asmodeo, uno dei demoni più terribili, che colpisce specialmente le famiglie. Il sacerdote gli intimò di sottomettersi al potere di Gesù Cristo, e il demonio confessò di aver agito su quella coppia, per impedirle di procreare, ed infine si allontanò”. [S. Caterina, Oltre la grande barriera, Luci dall’Esodo, 2008, pag.191-196] Nel libro sono anche riportati dialoghi che suor Stefania asserisce di aver avuto (e di continuare ad avere) con lo Spirito Santo, il Padre, Gesù, Maria, S. Giovanni Apostolo, San Paolo, sette Arcangeli, vari abitanti di Alfa Centauri (tra cui il re-sacerdote Daris, lo scienziato Astar Sheran, il medico Dario (!) ) e altri. E’ il caso di ricordare che Alfa Centauri è la stella più ricorrente nella letteratura fantascientifica (poi nella filmografia e, oggi, nei videogiochi), tanto da meritare una apposita voce in Wikipedia: Alpha Centauri in fiction. Da notare inoltre che il nome dello scienziato con cui Stefania afferma di parlare, Astar Sheran, appartiene file://C:Documents and SettingsutenteDocumentiMEDJUGORIE_ DOCUMENTI ... 18/09/2008
  • 25. Pagina 25 di 25 alla mitologia New Age, dove si trova anche nella forma Ashtar Sheran: corrisponde al personaggio del giovane e biondo comandante della Confederazione Intergalattica (!) incaricata di portare sulla Terra la Nuova Era (uno dei riferimenti più completi che ho trovato in rete è in lingua portoghese: link , ma ce ne sono migliaia). E Astar/Ashtar, per di più, altro non è che una variante del nome Astarte, che indica un'antica divinità fenicia (che veniva a sua volta sincretisticamente fusa e confusa con Ishtar, divinità babilonese). Inoltre, quando suor Stefania scrive: “Ho visto anche anime rifiutare totalmente Gesù Cristo e la sua croce, e preferire comandare all’inferno piuttosto che donarsi in paradiso” e in nota aggiunge: “Nelle mie esperienze, ho sentito diverse anime infernali pronunciare questa frase” [S. Caterina, Oltre la grande barriera, pag. 166] non si può fare a meno di notare la concordanza con la proverbiale frase “meglio comandare all’inferno piuttosto che servire in paradiso”, tratta da un classico della letteratura: il poema Il Paradiso Perduto di John Milton. Nella sostanza, come si accennava più su, il libro della collaboratrice di padre Vlašić appare fortemente ispirato alla New Age, non solo per la tematica mitico-ufologica e per quella forma di presunta evocazione delle anime (apparentemente e sincretisticamente “cristianizzata”, finalizzandola al battesimo “post mortem” e, addirittura, “post saecula”), ma anche per altri concetti: la vita e l’amore come energia che produce “vibrazioni” o il riferimento all’aura vitale che circonderebbe gli individui. Qui sarebbe direttamente lo Spirito Santo a parlare a Stefania, il 27 agosto 2003: “Il vortice trinitario è generato dal percorso che io compio: discendo dal Padre e dal Figlio e ad essi ritorno […] Nel vortice trinitario è generata la grande vibrazione della vita […] Ogni creatura inizia così a vibrare secondo la frequenza che le è propria” [S. Caterina, Oltre la grande barriera, pag. 23] Qui invece le parlerebbe S. Raffaele Arcangelo, l’ 8 marzo 2001: “Attorno alla vostra persona si trova l’aura. Essa è un campo energetico che circonda il corpo umano” [S. Caterina, Oltre la grande barriera, pag. 250]. Il libro ha la prefazione di Giuseppe Ferraro, che, come padre Vlašić e suor Stefania Caterina, è collaboratore dell' Eco di Maria Regina della Pace (già Eco di Medjugorje), bimestrale pubblicato in quindici lingue, peraltro diretto da un membro della stessa Comunità Kraljice Mira, potpuno tvoji po Mariji k Isusu, suor Stefania Consoli. Suor Stefania Caterina ha infine una rubrica per rispondere ai lettori del suo libro, sul sito gestito dal gruppo Medjugorje Bolzano. Da rilevare, per completezza, che nel febbraio del 2007 il vescovo di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte, ha di fatto "decapitato" i vertici della comunità Kraljice Mira, allontanando dalla stessa, con provvedimento disciplinare, padre Vlašić e la sua collaboratrice, Stefania Caterina, e rigettandone le "rivelazioni". file://C:Documents and SettingsutenteDocumentiMEDJUGORIE_ DOCUMENTI ... 18/09/2008