1. SPRECHI LUNGO LA FILIERA
DEFINIZIONE DI SPRECO ALIMENTARE
Il concetto più comune di spreco alimentare è quello di
cibo acquistato e non consumato che finisce nella
spazzatura. Ma non ci si deve limitare solo a questo…
Infatti, lungo tutta la catena agroalimentare, a causa di vari
motivi, spesso accade che vengano scartati prodotti
alimentari ancora commestibili.
Da notare che il concetto di spreco alimentare, varia da
Paese a Paese.
2. Per sapere esattamente quali sono i passaggi della filiera, dove
avviene lo spreco alimentare è stata intervistata la dottoressa
Francesca Giarè ricercatrice dell’Inea ( Istituto
Nazionale Economia Agraria).
Le sono state fatte domande ben specifiche alle quali lei ha
risposto in modo preciso e anche semplice in modo da farci
capire meglio tutti i passaggi e cosa avviene in essi.
La prima domanda che le è stata fatta è la seguente:
Dove si produce lo spreco lungo la filiera
agroalimentare?
Lo spreco si produce su tutta la filiera agroalimentare.
In Italia, un paese con molte conoscenze scientifiche
anche in campo agroalimentare, lo spreco è presente
nella parte finale della filiera, cioè sulla tavola dei
consumatori, mentre andando verso l’inizio della filiera
ovvero nella produzione lo spreco si riduce.
3. Quali sono i principali passaggi della filiera agroalimentare
dove avvengono gli sprechi?
Qualsiasi filiera che si rispetti, è composta di varie fasi, in
ognuna delle quali avvengono perdite e sprechi. Per
comprendere come questi ultimi variano all'interno della
“catena”, si individuano 4 fasi principali:
1-coltivazione, produzione e raccolto: durante la
coltivazione e la produzione, molte perdite di alimenti,
avvengono a causa di intemperie climatiche, malattie o
infestazioni. Durante il raccolto, invece, si possono
presentare ulteriori perdite a causa di tecniche di
trattamento e trasporto.
2-prima trasformazionee trasformazioneindustriale: in
queste due fasi, nelle quali i prodotti della terra vengono
trasformati in cibo commestibile, sono presenti molti
sprechi dovuti a scarti durantela lavorazione alimentare e a
limiti di tecniche e tecnologie durante la trasformazione.
3-distribuzione: questafase, comprendela distribuzione di
prodotti alimentari al dettaglio e all'ingrosso. Durante
questo processo, si verificano sprechi a causa di cibo
rimasto invenduto perché, evidentemente, non rispettava gli
standard qualitativi.
4. 4-ristorazione e consumo domestico: in questa ultima
fase, si ha il consumo del prodotto finale in luoghi di
ristorazione o nelle proprie abitazione. In questo caso gli
sprechi di cibo sono dovuti allo
eccesso di porzioniservite o alle quantità di cibo preparate,
alla sovrabbondanzadegli alimenti acquistati, all’incapacità
di consumarli entro il periodo di scadenza.
L’Inea ha avviato un’analisi sullo spreco alimentare,
concentrando l’attenzione sulle perdite e gli sprechi
lungo la filiera agroalimentare, con particolare
attenzione alla fase di produzione, dove i dati sono più
carenti. Che risultati avete riscontrato?
Dalle rilevazioni annuali dell’Istat abbiamo recepito i
dati sulla perdita alimentare e abbiamo fatto delle
elaborazioni per capire dove si presentano le maggiori
perdite. Secondo L’Istat, nel 2011, si è registrato il
2,4% di spreco nella produzione totale, cioè oltre 13
5. milioni di quintali di cibo persi. Si evidenzia una
perdita maggiore negli ortaggi che vengono coltivati in
campi aperti in quanto più soggetti ad agenti
atmosferici, grandine o siccità, o patologie virose. Tra
questi gli ortaggi hanno una perdita molto alta, circa il
28%, l'olivo il 22% , la vite il 15 %.
Quali sono le cause che determinano questi sprechi?
Le varie cause che determinano gli scarti sono: problemi
dovuti a delle virosi, malattie delle piante oppure ad agenti
atmosferici come la grandine o anche dal modo con cui gli
alimenti vengono conservati come ad esempio si guarda
l’immagazzinamento, il trasporto…
Come ridurre questi sprechi?
Per ridurre questi sprechi alimentari, che sono davvero un
numero sproporzionato, si può variare la produzione che,
permetterebbe al terreno di essere più fertile e al prodotto
di trovare una collocazione con più facilità nel mercato.
E infine, ha concluso questa intervista dicendoci una
curiosità, che secondo la mia opinione dovrebbe
interessare a tutti e dove tutti dobbiamo rifletterci:
6. Da questa intervista e da queste informazioni si può
dedurre quanti alimenti buttiamo via a persona ogni anno
e dove questi alimenti vanno a finire. E noi cittadini
dovremmo riflettere su queste informazioni e aiutare, nel
nostro piccolo, facendo delle buone azioni.