2. Nella Grecia, ma anche nella Magna Grecia del V sec.
a C. il rituale della ospitalità si esprimeva attraverso la
separazione delle attività connesse al cibo e quelle
connesse alle bevande, secondo precise abitudini
rimaste immutate nel tempo.
3. Il simposio rappresentava il momento importante
dell’educazione. La sala dove esso si teneva si chiamava
inizialmente megaron, poi andron. Era caratterizzato da
due momenti principali: deipnon e simposion. Durante
il deipnon si mangiava e si beveva. Il simposion, invece,
era dedicato al vino e ai vari tipi di intrattenimento.
4. i commensali mangiavano semisdraiati su letti conviviali
(klinai), appoggiati al braccio sinistro, sostenuto da
alcuni cuscini. I servi disponevano davanti ai letti piccoli
e bassi tavolini (trápezai) su cui erano collocati i piatti
con le vivande.
5. Durante il vero e
proprio pasto non si
beveva vino; non si
usavano né tovaglie,
né tovaglioli e
nemmeno posate, ma i
cibi già tagliati
venivano serviti su
piatti di vario genere, e
presi con le mani.
6. Al banchetto seguiva il simposio, in questa fase venivano
tolte le prime mense e portate le seconde e si servivano
cibi stuzzicanti, dolci e vino in abbondanza. Il vino veniva
servito sempre annacquato, con acqua fredda o tiepida
ed era compito del simposiarca deciderne le proporzioni.
Quindi veniva preparata in un cratere centrale la miscela
di acqua e vino dalla quale i coppieri attingevano con i
mestoli la bevanda da versare nei calici.
7. Durante il simposio i convitati si cingevano la testa con
bende, fiori e corone, offrivano libagioni in onore delle
divinità, si davano ai divertimenti ed assistevano a
spettacoli musicali o di altro genere.
8. Il vino greco fu
considerato il migliore
nel mondo antico e
molti scrittori ne
descrissero le modalità
di produzione.
Grande fu anche la
produzione dell’olio che
ebbe vasto impiego in
tutto il mondo
mediterraneo.
9. Ma l’alimento base del mondo greco fu sicuramente il
pane che era prodotto in diverse forme (fiori o
animali) e con vari tipi di farina di cereali quali il
frumento e l’orzo; molto diffuso era l’uso di
cospargere il pane con semi di papavero, ma anche
con cumino, semi di lino e sesamo.
10. Più che per la
carne, che era
utilizzata soprattutto
nelle cerimonie
religiose, già dall’età
arcaica, la
gastronomia greca si
distingueva per l’uso
dei vegetali, del
pesce e dei dolci.
11. Citate dagli autori antichi sono le zuppe di lenticchie e
di ceci che secondo Ateneo erano stati introdotti dal
dio Poseidone, e molto diffusa presso i Greci era la
consuetudine di cucinare i vegetali anche quelli che
crescevano spontanei nei campi e venivano raccolti a
primavera: cipolle, rape, cardi, asparagi, lattuga; pare
che si mangiassero anche i funghi, nonostante fosse
nota la tossicità di alcune specie.
12. Grande era la varietà dei pesci conosciuti: seppie,
gamberi, polipi, anguille, tonni, cui si aggiungeva anche
un gran numero di molluschi, frutti di mare e crostacei:
cozze, ostriche, aragoste, e vari generi di conchiglie tra
le quali note erano i chichiballi a noi sconosciuti. Il
pescato veniva cucinato in vari modi; si spaziava dal
grigliato, al rosolato, allo stufato e negli autori
antichi è citato l’uso di avvolgere alcuni tipi di pesce
nelle foglie di fico e poi passarli alla brace; ma spesso
veniva mangiato anche crudo.
13. Si consumava grande varietà di frutta sia fresca (mele,
pere, uva, melegrane, fichi ecc.) che secca (mandorle,
nocciole, noci); molto apprezzate e note erano le
mandorle di Nasso; ed è tramandato l’uso di fare
bollire a lungo fichi e mele cotogne nel mosto molto
concentrato, tanto da ottenerne uno sciroppo che
poteva essere usato anche come dolcificante.
14. Nel periodo ellenistico, cioè intorno al IV sec. a.C. il
banchetto greco divenne sfarzoso ma anche più raffinato
per influsso di abitudini provenienti dal mondo orientale
che esercitò sempre un grande fascino sul popolo greco.