1. GLI INCAS
La cronologia ufficiale consegna
Luoghi:La valle del Cuzco, in Perù,È una lista di 12 governanti, finche
stata la culla della civiltà inca, uno dei nel 1532, con l'invasione
maggiori popoli nativi americani. spagnola, si interrompe dando
Unificò, conquistando o annettendo fine alla dinastia. L'ascesa al
pacificamente, la maggior parte dei trono nell'anno 1438 dell'Inca
territori occidentali dell' Yupanqui (grande statista
America del Sud. nominato "Pachacuti" ovvero
"colui che inizia una nuova era")
diede inizio all'espansione e
all'organizzazione del
Periodo:L' esistenza dell'impero degli Tahuantinsuyu o impero "delle
incas va dal XIII secolo fino al quattro regioni.
XVI secolo.
La lingua: quechua
2. La storia di questa civiltà
Le origini:L'origine dello stato e della dinastia Inca sono avvolti nel mistero e nella leggenda.
La loro storia ebbe inizio con un regno locale originatosi per distacco dall'impero Huari.
Gli inca furono una carovana di emigranti che alla fine del XII secolo fuggivano da Taipicala
(Tiahuanaco) cercando rifugio, dato che la loro terra d'origine era assalita e invasa da ondate
umane provenienti dal Sud. Questi invasori erano i chiamati Aymara.
Quale che sia la loro origine, agli
albori del XIII secolo gli Inca erano
stabilmente stanziati nella valle del
Cuzco. Non erano l'unica comunità che
abitava la valle, perché dai racconti che
ci sono stati tramandati, apprendiamo
che dovevano dividere il territorio con
altre tribù consanguinee e,
probabilmente, con genti autoctone che
avevano trovato lì al loro arrivo.
3. L'importanza del tempio
Un unico fattore li differenziava dalle altre genti: il possesso del TEMPIO che avevano edificato
nel Cuzco e che era divenuto il punto di riferimento per le pratiche culturali di tutta la vallata. Il
prestigio degli Inca era legato a quello del loro luogo sacro e dipendeva, ovviamente, da quello dei
loro sacerdoti che esercitavano un'importante attrazione in tutto il territorio. I capi della etnia Inca
non avevano un potere riconosciuto oltre che tra la loro gente. Erano dei "Sinchi", ovvero dei capi
militari, scelti per l'occasione, in caso di necessità belliche e destinati a lasciare il potere a
pacificazione raggiunta.
4. Mayta capac e l'inizio dell'impero
Un cambiamento significativo si manifesta durante il regno del quarto
sovrano,Mayta capac. La sua figura è sempre mitica, ma il corpo di leggende che
lo riguardano, pongono l'accento su una nuova concezione dei rapporti con le
etnie confinanti.
La sua politica si differenziò da quella attuata dai sovrani precedenti, l'attrazione
dovuta alla maestosità del tempio di Cuzco stava ormai scemando, diventando
una vera e propria dominazione. Questa sua politica si scontrò però con il potere
sacerdotale, che vedeva la sottomissione delle altre popolazioni solo attraverso le
pratiche religiose.
5. Inca Roca e la divisione fra i due poteri
● La sua opera fu continuata da Capac Yupanqui, sotto il quale gli inca
consolidarono la loro politica egemonica riunendo tutte le popolazioni
in una confederazione da loro guidata. Alla sua morte il successore
inca roca non mostrò di essere intenzionato a scontrarsi con il potere
sacerdotale, e fu il primo sovrano a rivendicare la sua differenza
rispetto ai capi delle tribù circostanti.
● La sua dimora si trovava nella parte superiore della città non più nel
tempio assieme ai sacerdoti, distinguendo quindi i due poteri.
● Continuò la politica espansionistica di Mayta Capac, ampliando
notevolmente la supremazia di Cuzco grazie a numerose guerre
6. Pachacutec e l'inizio dell'impero
● Successivamente vi fu un periodo di totale anarchia del paese, avvenuta dopo la morte del
successore. Questo periodo di crisi fu però risanato da Viracocha Inca, ultimo sovrano della
federazione. Questo sovrano manifestò una notevole capacità organizzativa, ampliando
considerevolmente i suoi domini, ma non si dimostrò all'altezza dei suoi compiti quando si
presentò un pericolo esterno particolarmente angoscioso per la sopravvivenza stessa dello
Stato Inca.
● A confrontarsi con la dinastia dei Cancha fu il suo successore, conosciuto con il nome
Pachacutec,che ebbe il merito di sconfiggere le popolazioni avverse nel 1400 e di
comprendere che l'organo confederativo dello stato non si prestava più alla posizione politica
che si era determinata.
● Sotto la sua guida l'impero inglobò le varie etnie, mostrando tolleranza verso religioni e
culture altrui ma soffocando ogni velleità di indipendenza.
● I confini dell'impero furono ampliati dai suoi successori dall'Ecuador al Cile, consolidando la
nuova struttura sociale secondo i canoni previsti dal suo fondatore.
● La conquista e la fine dell'impero Inca è avvenuta nei primi decenni del Cinquecento per
mano degli avventurieri spagnoli, detti conquistadores, che con un colpo di mano riuscirono a
cancellare un impero vasto e consolidato. Lo scontro decisivo, avvenuto nella piazza
principale di Cajamarca, nell'attuale Perù, decise in poche ore di lotta la fine di una dinastia
che aveva forgiato uno stato nell'altipiano andino.
7. ORGANIZZAZIONE
● La società
● I sovrani
● I sacerdoti
● Le classi
sociali
● I tributi
Grazie alla loro curata
amministrazione il loro fu
un grande e prosperoso
impero fino all'arrivo dei
conquistadores.
8. La società
La società inca, nella fase imperiale, era suddivisa in classi sociali distinte e
determinate. All'apice della costruzione piramidale risiedeva l'Inca supremo,
garante del legame con le forze celesti che presiedevano alla continuità
dell'impero. Seguivano i sacerdoti che erano visti come gli interpreti del volere
delle divinità. Gli altri componenti della classe dominante, genericamente
appellati "Inca", i nobili o i signori, erano proposti alla conduzione delle
strutture imperiali. I "curaca", i capi delle etnie conquistate, mantenuti nel loro
potere, erano i responsabili del potere esecutivo nelle singole province. Il
popolo, infine, in cui si raggruppava la massa complessiva dei sudditi, forniva la
necessaria manodopera per la sopravvivenza dell'intero sistema. In epoca tarda si
manifestò la nascita di una classe ulteriore: quella degli yanacona, i servi
particolari dei signori, a metà strada tra la condizione di servitù e quella di
inservienti, anche di alto livello.
9. I sovrani
● Il sovrano era solito esser chiamato con l'appellativo di Quapac inca, che
significava signore supremo, così come il suo potere. Godeva inoltre di
prerogative che rispecchiavano la sua presunta origine divina.
● Ad ogni sovrano veniva costruito un palazzo, e quello del predecessore
restava appannaggio della famiglia, vestiva con abiti pregiati e mangiava su
vasellame d'oro.
● Per preservare la purezza della
stirpe era solito sposarsi con la
sorella, e questo accadde con
maggiore frequenza negli ultimi
anni dell'impero, mentre
inizialmente le mogli erano scelte
tra le famiglie nobili. Il
successore era il figlio ottenuto
da madre di sangue puro, mentre
quelli provenienti dalle
concubine non godevano di
nessun privilegio.
10. I sacerdoti
● Il corpo sacerdotale era governato da un sommo sacerdote, detto Villac Umu,
rivestì sempre una funzione importante nell'impero inca, spesso in contrasto
con quello regio. Vi era una gerarchia anche all'interno del potere
sacerdotale.
Inti, dio del sole
Erano i
principali corpi
sacerdotali.
Dio Viracocha
Godevano
anch'essi di
Dio illapa, del tuono elevato
E del fulmine prestigio.
11. I sacerdoti
● La loro importanza era legata al dio che pregavano.
● Essi erano i destinatari dei proventi delle terre attribuite agli dei e coltivate dalla
comunità. Sebbene gli appezzamenti non fossero molti erano sufficienti per
garantire una condizione di relativa agiatezza.
● Vi erano incarichi poi di minore importanza, come i celebranti dei sacrifici e gli
indovini.
12. Le classi sociali
● Gli inca costituivano una vera e propria casta all'interno dell'impero, con
privilegi rispetto ai comuni sudditi. A questa elitè ci si poteva unire solo per
diritto di nascita o per eccezionali meriti militari.
I giovani aspiranti, dopo lunghi studi
nelle più diverse discipline, dovevano
infatti sottoporsi ad un duro tirocinio
La nobiltà, i curaca e, al culmine di difficili prove, anche
cruente, ricevevano, in caso di
successo il beneplacito del monarca.
Questa sorta di iniziazione, detta
huarachico, terminava con una
solenne cerimonia che prevedeva la
foratura dei lobi auricolari e
l'introduzione al loro interno di quei
Il popolo dischi d'oro che erano l'insegna della
casta e che avrebbero procurato agli
Inca l'appellativo di "orejones" da
parte degli spagnoli. Da quel
momento il nuovo inca entrava a far
parte della nobiltà e poteva impiegarsi
Le popolazioni in uno dei numerosi compiti che
I servi
trasferite comportava la sua raggiunta
condizione.
13. La nobiltà
● I Curaca erano i capi delle popolazioni annesse, ai quali venivano lasciate
tutte le loro prerogative precedenti, chiedendo però la loro sottomissione alle
istituzioni incaiche e rendendo conto del loro operato alla corte del Cuzco.
La successione avveniva quasi sempre pre via patrilineare, ma nonostante
questo venivano conservate le tradizioni del contado. Il successore doveva
però essere approvato dal cuzco. Se eseguivano il loro compito ricevevano
onori e garanzie dagli inca, e in cambio offrivano al sovrano figlie o
congiunte per creare legami di sangue.
14. IL popolo
● L'ayllu era l'unità di parentela basilare della struttura sociale andina; esso si
riferisce ad una sorta di famiglia allargata, che vedeva partecipare al diritto
collettivo delle terre assegnate:
Tra i componenti dell'ayllo esisteva una solidarietà assoluta. I compiti
individuali erano ripartiti tra i suoi membri sia in caso di impedimento di uno o
più individui, sia in caso di assenza per operazioni di guerra, sia in caso di
malattia o decesso del singolo. L'ayllo riceveva in dotazione una porzione di
terra e la coltivava a beneficio di tutte le singole famiglie che partecipavano alla
sua composizione e rispondeva collettivamente del comportamento dei suoi
elementi. Al suo interno i singoli si organizzavano in famiglie tradizionali, ma
conservavano tuttavia il legame comune.
15. IL popolo
● L'ayllu era l'unità di parentela basilare della struttura sociale andina; esso si
riferisce ad una sorta di famiglia allargata, che vedeva partecipare al diritto
collettivo delle terre assegnate:
Tra i componenti dell'ayllo esisteva una solidarietà assoluta. I compiti
individuali erano ripartiti tra i suoi membri sia in caso di impedimento di uno o
più individui, sia in caso di assenza per operazioni di guerra, sia in caso di
malattia o decesso del singolo. L'ayllo riceveva in dotazione una porzione di
terra e la coltivava a beneficio di tutte le singole famiglie che partecipavano alla
sua composizione e rispondeva collettivamente del comportamento dei suoi
elementi. Al suo interno i singoli si organizzavano in famiglie tradizionali, ma
conservavano tuttavia il legame comune.
16. L'ayllu
I loro doveri:
● coltivavano le terre loro assegnate e quelle degli inca e del culto;
● manutenzione delle strade del territorio;
● uomini per gli esercizi di guerra e staffette(chasqui) per la comunicazione;
● Le donne:tessevano e filavano vestiti per l'elitè e per il popolo.
17. I servi
● Questa classe sociale venne a crearsi sotto il potere di Tupac Yupanqui, e si
trattava degli yanacuna, classe che stava tra schiavi e servi. La loro nascita
avvenne quando, successivamente alla scoperta di una congiura avversa al
sovrano, e condannati a morte i componenti, la regina né impedì la morte
consigliando di renderli servi perennemente.
● Essi rispondevano solo ai loro signori; addetti alla cura della casa di un
monarca o di signori più importanti.
18. Le popolazioni deportate
● Per evitare le ostilità dunque che si frapponevano alla loro politica di
integrazione delle popolazioni si servirono della deportazione di particolari
gruppi sociali, detti mitmaq.
Motivi:
● Etnie che si dimostravano ostili al processo di assimilazione.
● Etnie che dimostravano invece totale fedeltà trasportate all'interno di popoli
più ribelli per darne l'esempio.
Queste deportazioni avvenivano nel rispetto delle abitudini climatiche,
mantenevano le loro caratteristiche e costumi e non potevano mutuare quelle
delle popolazioni del territorio di destinazioni. Potevano portare con sé
oggetti sacri e mantenere la stessa religione ma non potevano mai, in nessun
caso, sotto pena di morte, tornare al luogo d'origine.
19. I tributi
● La caratteristica fondamentale, almeno per quanto riguarda la contribuzione
alle risorse dello Stato, era quella della solidarietà.
Esisteva una categoria di opere solidali, quella chiamata "Mitta" o "Mita" che si
riferiva ad una vera e propria forma di lavoro collettivo prestata in favore dello
Stato. La "Mita" costituiva l'unica forma di tributo conosciuta all'epoca degli
Inca. In una società che non conosceva la moneta e nella quale la proprietà
individuale era assai limitata, la forza lavoro era, infatti, il vero ed unico
supporto dell'economia dello Stato. Un esempio sono i proventi raccolti dai
campi che venivano consegnati (la maggior parte) all'elitè e al clero; in annate
fertili il surplus veniva mantenuto per la comunità negli anni di carestia.
20. L'amministrazione
● Essa si è sviluppata di pari passo con l'aumento del potere e di estensione dell'impero.
Inizialmente erano utilizzati pochi funzionari per regolare la vita delle comunità, ma quando
le etnie assimilate divennero numerose fu necessario espandere le strutture addette al loro
controllo. La caratteristica principale era quella di RIDISTRIBUZIONE e reciprocità.
● Il fulcro era il curaca, amministratore del proprio territorio e intermediario con il Cuzco.
Sopra di lui vi era un gruppo di funzionari che controllava il suo operato.
● I funzionari regi dovevano sorvegliare tutto l'impero che, allo scopo era suddiviso
amministrativamente in quantità di sudditi raggruppati in gruppi di cento, mille e diecimila
famiglie. Ogni gruppo aveva un suo referente che ovviamente era di grado più elevato quanto
più il numero era maggiore.
● Su tutto il sistema vegliava un corpo di ispettori, i temuti "Tucuiricuc" che riferivano
personalmente all'Inca o ai suoi incaricati. L'inca supremo comandava aiutato da un Consiglio
composto dai rappresentanti di ciascuna parte dell'impero.
● L'organizzazione amministrativa, pur elaborata e articolata, era quanto mai rapida ed efficace
e, soprattutto, non era minimamente affetta dalla paralisi e dalla corrutela, i mali che
affliggono di solito, la burocrazia.
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21. La lingua
● Il quechua, o Runa Simi, è una delle lingue native del Perú, la cui diffusione risale
probabilmente alla metà dell'anno 1000. Parlata da 8-10 milioni di persone, oggi
rappresenta il ceppo linguistico più diffuso in Bolivia , Perú e Ecuador dopo le
lingue indoeuropee.
● Oggi è la lingua nativa americana più estesa in tutto il mondo e la quarta lingua più
estesa nel continente. È seguita dall'aymara e dal guarani. È lingua ufficiale in Perù
e Bolivia assieme allo spagnolo e all'aymara.
● È una lingua agglutinante sintetica nel quale né l'accento né il tono della voce
modificano il significato della parola. Alcuni studiosi la considerano una famiglia di
lingue.
● Yayayku hanaq pachapi kaq / sutiyki yupaychasqa kachun/ Kamachikuq-kayniyki
takyachisqa kachun / munayniyki kay pachapi ruwakuchum/ Imaynan hanaq
● http://www.youtube.com/watch?v=A0Vusk1jgfs