Elements de reflexion dans le choix des modes de viticulture
Po riccagioia def_240412 (2)
1. RICCAGIOIA S.C.p.A.
CONVENZIONE Regione Lombardia - ERSAF - RICCAGIOIA S.C.p.A.
d.g.r. 01/02/2011 n. IX/1259
CONVENZIONE QUADRO Regione Lombardia - ERSAF
(d.g.r. 15/12/2010 n. IX/978)
PROGRAMMA ANNUALE Anno 2012
(d.g.r. 29/12/2011 n. IX/2846)
PIANO OPERATIVO 2012
Programma Operativo DGA
PO 1 Sostegno all’imprenditoria PMI e Reti
AREA “TERRITORIALE”
Obiettivo Programma ERSAF
1.1 Sostegno all’imprenditoria PMI e Reti: la valorizzazione e sviluppo del patrimonio
agroforestale regionale
Obiettivo Specifico
OS 1.5 Migliorare la qualità delle filiere del settore agroalimentare
Obiettivo Operativo
OO 1.5.2 Sviluppare e trasferire innovazioni alle imprese agroalimentari
OO 1.5.3 Sviluppo e promozione delle filiere
Azioni
1.5.2.4 Trasferimento delle innovazioni alle imprese agroalimentari tramite i “Servizi
innovativi”
1.5.3.19 Valorizzazione del patrimonio enologico-culturale e sviluppo polo di Riccagioia:
Enoteca regionale in Oltrepò Pavese e lavori di valorizzazione e rifunzionalizzazione del polo
viticolo di Riccagioia
1.5.3.21 Impostazione e organizzazione attività del Polo di Riccagioia in raccordo con ERSAF
e Università.
Per ERSAF Per Riccagioia S.C.p.A.
Sauro Coffani Carlo Alberto Panont
PREMESSA
La maggior parte delle attività indicate nel piano strategico triennale di Riccagioia S.C.p.A.,
approvato con decreto D.G. Agricoltura n. 7659 del 11/08/2011, hanno trovato piena
attuazione nel terzo quadrimestre del 2011, realizzando in buona parte gli obiettivi
prefissati, nonostante le difficoltà incontrate nei modi e nei tempi e considerato il vasto
ambito di collaborazioni scientifiche e tecniche esterne che si sono dovute coinvolgere
nella realizzazione dei diversi progetti ai fini di una più ampia condivisione regionale.
Le attività programmate e realizzate autonomamente da Riccagioia non sono state oggetto
di variazioni e sono state compiute rispettando le linee generali del programma annuale,
2. ambito di collaborazioni scientifiche e tecniche esterne che si sono dovute coinvolgere
nella realizzazione dei diversi progetti ai fini di una più ampia condivisione regionale.
Le attività programmate e realizzate autonomamente da Riccagioia non sono state oggetto
di variazioni e sono state compiute rispettando le linee generali del programma annuale,
mentre si è rivelato molto oneroso e non sempre in linea con la tempistica delineata
l’impegno profuso nella realizzazione degli obiettivi relativi ai progetti a più lungo respiro e
per i quali è fin d’ora necessario fissare la progettualità futura anche in funzione delle nuove
esigenze produttive della filiera vite-vino.
Il progetto che presenta attualmente maggiori incertezze anche economiche di sostenibilità
nella visione straordinaria della mission di Riccagioa è relativo alle azioni formative
(FORMAT), in particolare per quanto riguarda la prosecuzione dei corsi di laurea tenuti
dall’Università degli Studi di Milano e che richiedono un impegno molto importante sia in
risorse umane che finanziarie della Società. Nell’ambito dello stesso progetto Riccagioia ha
conseguito il certificato di conformità regionale per l’esercizio di attività formativa, mentre
manca ancora l’accreditamento al fine di poter essere riconosciuti dalla Regione Lombardia
per la progettazione ed erogazione di servizi di formazione professionale nell’ambito
vitivinicolo che le consentirà di accedere agli aiuti comunitari per l’organizzazione di corsi
specifici e quindi utilizzare al meglio il patrimonio scientifico in dote a Riccagioia da parte
dell’Università partner quali Milano, Pavia e, anche se non socia, Piacenza.
Analogamente il Laboratorio di analisi chimico-fisiche ha ottenuto l’accreditamento presso
ACCREDIA e l’inserimento nell’elenco nazionale dei laboratori autorizzati ad effettuare
analisi ufficiali nel settore enologico, rendendo il progetto RICCALAB operativo a tutti gli
effetti con l’appalto al momento dei certificati di analisi per le D.O. Oltrepò pavese e San
Colombano. Lo sviluppo delle attività del Laboratorio anche e soprattutto con l’attivazione di
collaborazioni con altri territori viticoli per le analisi di certificazione come ad esempio la
Valtellina o la vicina Piacenza sono obiettivi che dovranno conseguirsi nel 2012 al fine di
aumentare significativamente il numero di analisi . Anche per le analisi del terreno e ci
auguriamo ben presto anche per quelle di microbiologia dovrà essere attuato un
programma di collaborazioni quanto più ampio possibile sempre fermo restando la
necessità parallelamente di sviluppare professionalità sempre più specializzate e in grado
di attivare anche programmi sperimentali in autonomia.
Produttive sono state anche le azioni mirate a coinvolgere il territorio vitivinicolo lombardo
attraverso il potenziamento dei progetti sul miglioramento genetico e sanitario della vite
(MIGLIORVITE) e di premoltiplicazione viticola attraverso il Nucleo di Riccagioia (NPV) che
hanno anche portato alla richiesta ufficiale da parte del Centro Vitivinicolo Provinciale di
Brescia di sottoscrizione di una quota del capitale sociale di Riccagioia S.C.p.A. affinché la
programmazione delle attività di interesse comune possa essere ulteriormente condivisa.
La nuova strategia di gestione diretta di un pool di tecnici individuati nelle diverse zone
viticole della Lombardia per la realizzazione dei progetti MIGLIORVITE e LONGEVIT,
nonostante il ritardo nella partenza, è stata realizzata in maniera proficua, con netto
incremento delle attività svolte a Riccagioia, come le micro e le meso vinificazioni, le analisi
sensoriali dei vini ottenuti, i controlli analitici e sanitari ha permesso di avere maggior
controllo e interazione fra i progetti ottimizzando le risorse e creando figure professionali
specifiche che possano garantire anche un futuro ampliamento degli obiettivi primari.
Oltre alla realizzazione dei progetti acquisiti da ERSAF e all’ampliamento dei laboratori con
l’attivazione dell’unità di microbiologia (MICROVINI) e della cantina di meso-
microvinificazione, il 2011 è stato speso principalmente per la programmazione e la
condivisione dei piani operativi all’interno e all’esterno di Riccagioia S.C.p.A.,
nell’impostazione della nuova politica di gestione che tende alla centralità regionale del
Centro Vitivinicolo di Torrazza Coste.
Il 2012 sarà particolarmente concentrato sulla valorizzazione dell’azienda Riccagioia quale
sede di un patrimonio genetico viticolo di inestimabile valore considerati i rischi di erosione
genetica che minacciano, come accade per la maggior parte delle essenze coltivate, la
viticoltura mondiale. La superficie vitata, oltre ai vigneti di produzione, comprende infatti i
campi di una preziosissima collezione di germoplasma viticolo proveniente da tutto il
mondo fra cui, ad esempio, i vitigni georgiani e quelli provenienti dalle aree viticole
balcaniche; ma anche i vitigni di antica coltivazione provenienti dalle principali aree
vitivinicole lombarde: Oltrepò Pavese, Valtellina, Franciacorta, province di Bergamo e di
Mantova. Si tratta di una della più vaste collezioni presenti in Italia, costituita da più di mille
biotipi di cloni e varietà, la cui integrità deve essere scrupolosamente salvaguardata. Dai
risultati del monitoraggio effettuato nel settembre 2011 in collaborazione con il Servizio
Fitosanitario regionale emerge uno stato sanitario da controllare con molta attenzione,
caratterizzato dalla presenza di piante affette da virosi, giallumi, tracheomicosi e di
numerose fallanze. Questo certo è da rapportare alla specificità dell’impianto, appunto di
3. risultati del monitoraggio effettuato nel settembre 2011 in collaborazione con il Servizio
Fitosanitario regionale emerge uno stato sanitario da controllare con molta attenzione,
caratterizzato dalla presenza di piante affette da virosi, giallumi, tracheomicosi e di
numerose fallanze. Questo certo è da rapportare alla specificità dell’impianto, appunto di
collezione e con la condizione che ogni operazione colturale e di ripristino deve essere
effettuata in modo da non arrecare alcun danno o impoverimento della variabilità genetica e
quindi mantenimento della biodiversità esistente necessaria per poter portare avanti ogni
programma integrato di miglioramento genetico l’ oggi e per il domani.
Nel 2012 un particolare impegno sarà quindi profuso nelle azioni volte alla conservazione
del materiale genetico, alla prosecuzione dell’attività di miglioramento genetico e al
potenziamento del Nucleo di premoltiplicazione.
Tutte le attività che si sono implementate, compresi i nuovi servizi di laboratorio inseriti nei
piani operativi, sono inoltre propedeutiche e di supporto alla sperimentazione e parziale
realizzazione di un Servizio di assistenza tecnica territoriale per la viticoltura della Regione
Lombardia moderna e rinnovata in grado di garantire non solo l’applicazione dei dispositivi
comunitari sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (direttiva 128/2009) che impongono
agli stati membri di adottare tutte le misure necessarie per incentivare la difesa fitosanitaria
a basso apporto di presidi potenzialmente nocivi alla salute umana e all’ambiente ma anche
di rispondere alle esigenze produttive per un uso certificato e codificato del territorio
dall’uva al vino al fine di rispondere concretamente a livello di territorio e non più di singola
azienda.
LE ATTIVITA’ PROGETTUALI
N. 1. MIGLIORAMENTO GENETICO E SANITARIO DELLA VITE IN LOMBARDIA
(MIGLIORVITE).
N. 2. NUCLEO DI PREMOLTIPLICAZIONE VITICOLA DELLA LOMBARDIA “C.
GALLINI” (NPV).
N. 3. Indagine sulla longevità dei vigneti ed importanza delle vecchie viti sulla qualità dei
viNI (longevit).
N. 4. LISTE DI ORIENTAMENTO VARIETALE PER IL MELO E I PICCOLI FRUTTI IN
LOMBARDIA (LISTEFRUTTA).
N. 5. GESTIONE DELL’AZIENDA SPERIMENTALE RICCAGIOIA COMPRENSIVA DI
C O L L EZ I O N I VAR I ET AL I , VI G N ET I SPER I M EN T AL I E C AN T I N A D I
MICROVINIFICAZIONE (GESPRI).
N. 6. ATTIVAZIONE E MANTENIMENTO DI UN SISTEMA QUALITA’ PER IL
LABORATORIO DI ANALISI MERCEOLOGICHE DEI VINI (RICCALAB).
N. 7. ATTIVAZIO NE LABO RATO RIO PER LA DIAG NO STICA DEL PRO FILO
COMPOSITIVO E DI SALUBRITA’ DEI VINI LOMBARDI (DIVINI).
N. 8. ATTIVAZIONE LABORATORIO DI MICROBIOLOGIA E BIOTECNOLOGIA
MICROBICA A SUPPORTO DELL’ENOLOGIA LOMBARDA (MICROVINI).
N. 9. Sviluppo di azioni formative nell’ambito della filiera vitivinicola (FORMAT).
PROGETTO N. 1
MIGLIORAMENTO GENETICO E SANITARIO DELLA VITE IN LOMBARDIA - ANNO 2012
ACRONIMO
4. MIGLIORVITE
1. Analisi dei fabbisogni e stato dell’arte
La selezione genetico-sanitaria, in decenni di studi effettuati anche con il contributo di
Regione Lombardia, ha portato alla registrazione di un cospicuo numero di cloni delle varietà
maggiormente diffuse e di alcuni vitigni di antica coltivazione in Valtellina, in Oltrepò Pavese e
nella provincia di Brescia a rischio di estinzione. La continua evoluzione dei mercati del vino, i
sensibili cambiamenti climatici in atto, i grandi rischi quotidiani connessi alla diffusione delle
malattie virali e alla semplificazione genetica nei vigneti sono motivo di impegno costante sul
fronte del miglioramento genetico che deve sempre più farsi carico di scelte cruciali in grado
di condizionare la qualità globale della futura viticoltura lombarda.
Nel primo anno di gestione Riccagioia S.C.p.A. si è impegnata per impostare una nuova
politica di gestione diretta della maggior parte delle attività di selezione, in particolare per
quelle che fanno capo alle due Università coinvolte, lasciando piena autonomia alla
Fondazione Fojanini di Sondrio e al Centro Vitivinicolo Provinciale di Brescia per quelle di
interesse locale rispettivamente in Valtellina e nel bresciano.
I programmi di lavoro sono stati realizzati come da piano operativo, con la prosecuzione dei
protocolli previsti per l’omologazione dei candidati cloni e delle vecchie varietà in studio.
L’attività relativa allo studio e al confronto tra portinnesti tradizionali e di nuova generazione e
le indagini attinenti la valutazione agronomica ed enologica di nuovi portinnesti e di nuovi
vitigni ottenuti da incrocio intraspecifico attraverso l’autofecondazione di ceppi di Chardonnay
sono state rimandate all’annata 2012 a seguito dell’andamento meteorologico che ha inficiato
almeno parzialmente i dati. Queste ultime indagini sono particolarmente importanti, soprattutto
per quanto riguarda i portinnesti, considerata la scarsità di materiale di propagazione
disponibile; altrettanto interessante è il lavoro sull’individuazione di resistenze ai “giallumi della
vite” che potrebbe essere conseguita attraverso l’autofecondazione in varietà
particolarmente importanti per la nostra produzione spumantistica regionale e altrettanto
sensibili ai giallumi.
Nel 2012 è pertanto previsto il proseguimento di tutte le attività già prospettate nel programma
2011 con il dettaglio che viene di seguito illustrato.
2. Obiettivi del progetto
L’obiettivo principale rimane quello di omologare il maggior numero di cloni e varietà che
possano rispondere alle esigenze sanitarie, di adattamento ambientale, di caratterizzazione e
tipicizzazione delle produzioni enologiche e di innovazione di prodotto che il comparto
vitivinicolo deve poter soddisfare per migliorare la propria competitività.
Tutte le richieste di registrazione saranno proposte inserendo anche il riferimento a
Riccagioia con particolare riguardo alla sigla di identificazione del clone o nuova varietà.
3. Risultati attesi , Ricaduta e destinatari dei risultati
Nel 2012 ci si propone di portare a buon fine le seguenti registrazioni al Catalogo Nazionale
delle varietà di vite, in particolare, con la supervisione scientifica dell’Università Cattolica di
Piacenza:
! n. 3 cloni di Croatina,
! n. 2 cloni di Ughetta di Canneto
! n. 1 clone di Uva Rara
e con la supervisione scientifica dell’Università degli Studi di Milano:
! n. 3 cloni di Barbera
! n. 2 cloni di Croatina
! n. 2 cloni di Croà acino grande
! n. 2 cloni di Croà acino piccolo
! n. 1 clone di Brugnola
! n. 3 cloni di Merlina
! n. 2 cloni di Pignola
! n. 1 clone di Rossola
! n. 3 cloni di Zinfandel
5. Il materiale iniziale dei cloni e varietà che otterranno l’omologazione sarà conferito al Nucleo
di premoltiplicazione “C. Gallini” per la conservazione e l’avvio della produzione vivaistica.
La ricaduta delle attività si concretizza in un arricchimento della piattaforma ampelografica
lombarda mediante l’inserimento di nuovi incroci e cloni, anche di vecchie varietà, con
spiccate capacità di resistenza alle malattie e adattamento a condizioni produttive anche
estreme, strategici per la viticoltura di questa regione che può trovare maggiori sbocchi di
mercato attraverso la produzione di vini molto tipici e di alta qualità.
Destinatari dei risultati saranno, in primo luogo, le aziende vitivinicole della Lombardia che
potranno usufruire di materiale vivaistico con elevati standard sanitari e genetici, a monte di
queste beneficeranno in tempi brevi dei prodotti di questa attività le aziende vivaistiche
lombarde. Questa linea strategica ha l’ambizione di disegnare la viticoltura dei prossimi 10
anni non solo regionale ma nazionale viste le forze in campo. I cambiamenti a cui siamo
chiamati a rispondere sono paragonabili a quelli avvenuti in viticoltura alla metà degli anni ’80,
ma con la consapevolezza di un consumatore ormai maturo ed in grado di riconoscere sia la
qualità del vino e sia dell’ambiente che lo circonda .
4. DESCRIZIONE ANALITICA DEL PROGETTO E PIANO DI ATTIVITA’
4.1 Approccio metodologico e partners coinvolti
Mediante la stipula di opportune convenzioni, sarà garantita la supervisione dei seguenti
responsabili scientifici:
! Prof. Piero Attilio Bianco del Dipartimento di Produzione Vegetale, Sezione di Patologia
vegetale dell’Università degli Studi di Milano;
! Prof. Attilio Scienza e dott. Lucio Brancadoro del Dipartimento di Produzione Vegetale,
Sezione di Coltivazioni arboree dell’Università degli Studi di Milano;
! Prof. Alberto Vercesi dell’Istituto di Frutti-Viticoltura dell’Università Cattolica del Sacro
Cuore di Milano - Sede di Piacenza;
e la collaborazione del Centro Vitivinicolo Provinciale di Brescia e della Fondazione Fojanini di
Studi Superiori di Sondrio.
Oltre al coordinamento generale e alla divulgazione dei risultati, RICCAGIOIA partecipa alla
realizzazione del progetto eseguendo direttamente la maggior parte delle attività, in
particolare :
! Potatura di standardizzazione sui ceppi individuati quali possibili capostipiti.
! Esecuzione saggi biologici sui nuovi cloni in fase di omologazione.
! Completamento microvinificazioni e imbottigliamento vini vendemmia 2011.
! Analisi enologiche.
! Analisi sensoriale.
! Rilievi e campionamenti di materiale vegetale per il controllo della presenza di malattie
virali e fitoplasmi.
! Verifica attitudini agronomiche e produttive dei presunti cloni in omologazione, rilievo
di: peso del legno di potatura, fertilità reale, produttività, dimensioni medie del grappolo.
! Verifica delle attitudini enologiche dei cloni in omologazione attraverso la
determinazione di zuccheri, acidità titolabile, acidi fissi e pH del mosto.
! Raccolta campioni delle uve.
! Microvinificazione campioni di uve dei presunti cloni, incroci e vecchie varietà in
omologazione
Inoltre Riccagioia si impegna a corrispondere a UNIMI un importo relativo a parte di una
borsa per giovani promettenti per la realizzazione di attività di selezione afferenti alla Sezione
di Coltivazioni Arboree.
L’Istituto di Frutti-Viticoltura dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Sede di
Piacenza provvederà:
! alla supervisione scientifica delle attività di selezione in corso;
! alle necessarie analisi viticole di campo, immunoenzimatiche, biomolecolari comprese
quelle dei microsatelliti (SSRs) per il riconoscimento varietale e dei parentali, sule viti
6. oggetto di studio;
! alla formazione del personale di Riccagioia impiegato nelle attività di propria
competenza, secondo il protocollo scientifico di seguito dettagliato.
Il lavoro di selezione genetica della vite proseguirà secondo le due direttrici della selezione
varietale per incrocio intraspecifico e della selezione clonale di alcune delle più importanti
varietà lombarde.
Sui genotipi ad oggi selezionati, nell’ambito del progetto MIGLIORVITE dall’Istituto di Frutti-
Viticoltura dell’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano Facoltà di Agraria - Sede di
Piacenza (le nuove varietà di vite: Celtica, Virgilio e Pliniana, già iscritte al Registro Nazionale
ed i nuovi sei cloni delle varietà Croatina, Uva rara ed Ughetta di Canneto, in corso di
registrazione) verranno sviluppati i rilievi vegeto-produttivi sulle piante degli impianti oggi
adulti, negli anni allestiti nelle zone di importante riferimento viticolo a livello regionale, per
meglio conoscerne l’interazione con i diversi ambienti di coltivazione e per divulgarne la
conoscenza presso i viticoltori delle zone viticole più significative. In particolare le nuove
varietà verranno controllate a Montalto Pavese (PV), Oltrepò Pavese e Gussago (BS),
Franciacorta.
Proseguiranno inoltre i rilievi nel vigneto di selezione ed omologazione varietale di Riccagioia,
dove sono coltivati i ceppi campione delle altre possibili nuove varietà ottenute per incrocio:
Pinot NeroXBarbera, CroatinaXCabernet Sauvignon e ChardonnayXTrebbiano romagnolo.
Presumibilmente nel 2012 verranno completati i dati necessari per l’individuazione di 2-4
nuove varietà di vite da inoltrare agli uffici competenti per la registrazione che potrebbe
avvenire nell’arco del 2013
Le varietà oggetto di selezione clonale saranno Croatina, Moradella e Moscato e i cloni
saranno individuati nei vigneti collezione messi a dimora presso aziende vitivinicole della
zona e quello allestito a Riccagioia.
INCROCI n. di incroci
Pinot nero x Barbera 20 (Az. Riccagioia - PV)
Chardonnay x Trebbiano r. 52 (Az. Riccagioia - PV)
Croatina x Cabernet S. 54 (Az. Riccagioia - PV)
VARIETÀ n. di cloni
Croatina 3 nuovi cloni ( Az. Ferrari - PV)
Moradella 5 presunti cloni (Az. Montellio, Az. Girani - PV)
Pinot Nero 1 (Az. Riccagioia - PV)
32 presunti cloni (Az. diverse in località
Moscato
Volpara - PV)
Gli individui prescelti (6-12 viti per singolo incrocio o clone) saranno oggetto delle seguenti
determinazioni:
• numero delle gemme totali;
• numero di gemme cieche;
• fertilità media di campo;
alla vendemmia
• numero di grappoli;
• produzione di uva (Kg/ceppo);
• peso medio del grappolo (g);
• peso medio della bacca (g);
• grado zuccherino del mosto (°Brix; con rifrattometro digitale da tavolo);
• pH;
• acidità titolabile del mosto (g/L; con titolatore semiautomatico, dati espressi in
equivalenti di acido tartarico);
• acido tartarico (g/L; con metodo spettrofotometrico);
• acido malico (g/L; con metodo enzimatico);
• polifenoli ed antoc iani ( genotipi a bac c a r os s a, g/L, c on metodo
spettrofotometrico)
alla caduta delle foglie
• peso del legno di potatura (g).
7. I vini sperimentali prodotti presso la cantina di microvinificazione di Riccagioia, saranno
valutati, per il necessario completamento delle valutazioni viticole-enologiche richieste,
secondo l’analisi sensoriale sviluppata con le metodiche sperimentate al riguardo (sistema di
rilievo dei dati in due sedute di analisi ed elaborazione non parametrica dei dati).
Durante l’anno saranno anche condotti i rilievi ed i campionamenti di materiale vegetale per il
controllo della presenza di virus (legno prelevato in riposo vegetativo) e fitoplasmi (germogli
raccolti a primavera).
Alla vendemmia verranno raccolti campioni di uve (min 50 Kg per genotipo) per la
microvinificazione di circa 30 campioni; i vini ottenuti saranno sottoposti ad analisi chimica e
sensoriale.
Infine si opererà per assolvere i disposti di legge, per quanto di competenza, per le
registrazioni.
Il dettaglio della tempistica delle attività svolte nel 2011 sono riportate nella tabella seguente.
mes
i
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
attiv
ità
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Il Dipartimento di Produzione Vegetale dell’Università degli Studi di Milano proseguirà
l’attività di selezione clonale e sanitaria, finalizzata all’iscrizione al Registro Nazionale delle
Varietà di Vite, di nuovi cloni di vitigni autoctoni selezionati in Oltrepò pavese, e nelle province
di Bergamo, Brescia, Mantova e Sondrio. Verranno completate le valutazioni di carattere
generale, già illustrate nei precedenti piani di attività e inoltrate ai competenti organi ministeriali
le richieste ufficiali di omologazione dei nuovi genotipi selezionati.
Le sezioni di Coltivazioni Arboree e di Patologia Vegetale del Dipartimento di Produzione
Vegetale dell’Università degli Studi di Milano, si occuperanno rispettivamente della parte
genetico-enologica e di quella sanitaria, seguendo l’iter indicato dalle normative attualmente
vigenti, ed in coordinamento l’una con l’altra.
Sezione di Coltivazioni Arboree
L’attività della sezione di Coltivazioni Arboree del Dipartimento di Produzione Vegetale, per
l’anno 2012, riguarderà i seguenti punti:
! Indagini del protocollo agronomico-enologico per l’ottenimento di cloni di vite da vino,
queste indagini sono relative ai candidati cloni dei vitigni autoctoni della Lombardia posti
8. in selezione con il presente programma MIGLIORVITE.
! Indagini per la valutazione e il confronto agronomico-enologico di portainnesti di vite
tradizionali e di nuova costituzione in tre differenti aree della viticoltura regionale
(Oltrepò pavese, Franciacorta e Valtellina).
a) Selezione Clonale.
La selezione verrà condotta sui candidati cloni presenti presso il campo di confronto ed
omologazione sito a Riccagioia delle varietà Nibiò, Timorasso, Moscato di Scanzo,
Barzemino, Cabernet sauvignon, Cabernet franc e Carmenère, per un totale di 35 candidati
cloni; inoltre sarà completata la raccolta di dati necessari per la richiesta di omologazione dei
candidati cloni dei vitigni indagati negli anni passati ed elencati in precedenza. In particolare le
indagini agronomico-enologiche del protocollo genetico di selezione clonale prevedono le
seguenti attività:
! Potatura di standardizzazione e rilievo del peso del legno di potatura/ceppo per
definire i valori di espressione vegetativa e di vigore dei candidati cloni oltre al calcolo di
indici vegeto/produttivi (Ravaz) atti a valutare le prestazioni agronomiche ed enologiche
dei candidati cloni.
! Organizzazione e realizzazione delle sedute di degustazione atte a valutare i vini
monoclonali realizzati durante la vendemmia 2010; raccolta, inserimento ed
elaborazione dei dati forniti dal panel allenato di degustatori
! Rilievi delle caratteristiche vegeto-produttive dei candidati cloni, queste riguarderanno
i parametri: n° grappoli/ceppo, n° germogli/ceppo, fertilità reale, produzione/ceppo, peso
medio del grappolo e saranno condotti su un campione di 6 ceppi rappresentativi del
candidato clone.
! Rilievi dei parametri qualitativi delle uve dei candidati cloni, queste riguarderanno i
parametri: solidi solubili rifrattometrici, pH, acidità titolabile, antociani e polifenoli totali
delle bucce; queste indagini saranno condotte su un campione di uva rappresentativo
di ciascuno dei 6 ceppi precedentemente individuati.
! Raccolta dell’uva necessaria alla realizzazione di una microvinificazione
rappresentativa delle caratteristiche enologiche del candidato clone.
! Analisi del quadro fenolico dei vini dei candidati cloni.
! Inserimento ed elaborazione statistica dei dati raccolti.
Per i candidati cloni dei vitigni: Croatina, Brugnola, Merlina, Pignola, Primitivo, Rossola e
Barbera, per i quali è stato completata la raccolta dei dati necessari alla richiesta di
omologazione si procederà alla stesura, relativa alla parte agronomica ed enologica, della
documentazione e all’invio contestuale della documentazione per l’iscrizione al Registro
Nazionale delle varietà di uva da vino relativa alla Merlina e alla Brugnola e dei loro candidati
cloni.
b) Valutazione agronomica ed enologica di nuovi portainnesti mediante confronto
con portainnesti tradizionali.
La presente indagine mira a confrontare le performance ottenibili con 4 nuovi ibridi
portainnesti realizzati dal Di.Pro.Ve. con 6 dei più diffusi portainnesti commerciali. La prova è
condotta in tre zone della Regione e precisamente:
! Oltrepò pavese, vigneto sperimentale presso l’azienda ERSAF di Riccagioia,
portainnesti innestati con Barbera e Chardonnay;
! Franciacorta, Comune di Adro, vigneto presso un’azienda privata, portainnesti
innestati con Chardonnay;
! Valtellina azienda della Fondazione di Studi Superiori Fojanini di Sondrio, portainnesti
innestati con Nebbiolo biotipo Chiavennasca.
Questi campi con l’annata 2012 saranno al quinto anno dall’impianto quindi considerati in
produzione. Per valutare l’effetto sulle prestazioni agronomiche ed enologiche di questi
combinazioni d’innesto sarà realizzato il presente protocollo di indagine:
! Potatura di standardizzazione e rilievo del peso del legno di potatura/ceppo per
9. definire i valori di espressione vegetativa e di vigore dei candidati cloni oltre al calcolo di
indici vegeto/produttivi (Ravaz) atti a valutare le prestazioni agronomiche ed enologiche
delle differenti combinazioni d’innesto, questi rilievi saranno condotti su un campione di
8 ceppi rappresentativi delle differenti combinazioni d’innesto.
! Rilievi delle caratteristiche vegeto-produttive delle differenti combinazioni d’innesto,
queste riguarderanno i parametri: n° grappoli/ceppo, n° germogli/ceppo, fertilità reale,
produzione/ceppo, peso medio del grappolo e saranno condotti su un campione di 8
ceppi rappresentativi delle differenti combinazioni d’innesto.
! Rilievi dei parametri qualitativi delle uve delle differenti combinazioni d’innesto, queste
riguarderanno i parametri: solidi solubili rifrattometrici, pH, acidità titolabile, antociani e
polifenoli totali delle bucce, contenuto in K+ ed APA dei mosti; queste indagini saranno
condotte su un campione di uva rappresentativo di ciascuno dei 8 ceppi
precedentemente individuati.
! Raccolta dell’uva necessaria alla realizzazione di una micro vinificazione
rappresentativa delle caratteristiche enologiche delle combinazioni d’innesto più
promettenti per ciascuna zona .
! Analisi del quadro fenolico dei vini delle differenti combinazioni d’innesto.
! Inserimento ed elaborazione statistica dei dati raccolti.
Le attività previste ai punti 1, 2 saranno condotte in coordinamento con la sezione di
Patologia Vegetale del Di.Pro.Ve., e con questa si realizzerà un‘attività di supervisione
scientifica delle attività delle altre U.O. afferenti al presente progetto di ricerca MIGLIORVITE.
Sezione di Patologia Vegetale
La sezione di Patologia Vegetale del Dipartimento di Produzione Vegetale - Università degli
Studi di Milano avrà in capo tutti i controlli sanitari relativi ai cloni che verranno proposti alla
registrazione.
In particolare, eseguirà presso il proprio laboratorio ufficiale:
i saggi sierologici E.L.I.S.A. - Enzyme Llinked Iimmunosorbent Assay per rilevare la presenza
dei virus la cui assenza è richiesta dalle vigenti normative (D.M. 24/6/08),
le analisi molecolari (rt-PCR, nested-PCR ed RFLP) per la determinazione dei fitoplasmi.
Proseguirà inoltre la supervisione scientifica delle attività di selezione genetica e sanitaria in
corso secondo il protocollo tecnico-scientifici di seguito dettagliato.
a) Selezione clonale.
Proseguimento dei protocolli sanitari previsti per portare a omologazione cloni di vitigni
autoctoni. In particolare, dalle indagini condotte in questi anni, sono stati individuati, in tre aree
viticole lombarde, vitigni autoctoni di particolare interesse.
Sono stati individuate e accertate piante virus esenti delle seguenti varietà:
! in Oltrepò pavese: Duragussa, Moradella, Nibiò, Rossarone, Timorasso, Uva di
Mornico, Vermiglio;
! in provincia di Bergamo: Barzemino, Moscato di Scanzo, Schiava;
! in provincia di Mantova: Grappello ruberti, Lambrusco viadanese;
! in provincia di Brescia: Trebbiano di Lugana.
Per i cloni selezionati in Oltrepò Pavese, a Bergamo e Mantova verranno continuate le analisi
di laboratorio per il controllo dello stato sanitario, inoltre proseguiranno le osservazioni
dell’eventuale comparsa di sintomi sulle viti indicatrici (Barbera e Kober 5BB) utilizzate per i
saggi biologici.
Per i cloni di Trebbiano di Lugana selezionati dal Centro Vitivinicolo Provinciale di Brescia,
dopo aver ottenuto i risultati derivanti dai saggi sierologici per escludere i virus indicati dal
protocollo sanitario per la selezione, verranno allestiti i saggi di trasmissione agli indicatori
biologici come previsto dal decreto. A tale scopo saranno innestate viti sane di Kober 5BB e
di Barbera (MIB12 o altro clone sano) mediante metodologia “chip budding” o “a gemma”.
b) Verifica dell’effettivo stato sanitario di alcuni portainnesti.
Le normative nazionali in materia di moltiplicazione della vite, applicate già nel corso del 2003,
per i portainnesti vietano l’utilizzo di materiale standard, ossia non derivante da selezione
10. clonale.
La sanità del portainnesto - riguardo alle malattie da virus e fitoplasmi - è la condizione
fondamentale su cui è basato il vivaismo viticolo moderno per produrre barbatelle di “qualità”.
I risultati delle ricerche condotte, fino ad oggi, mostrano che i portainnesti sono più o meno
tolleranti (asintomatici quando infetti) sia alle malattie ad eziologia virale che ad eziologia
batterica (fitoplasmi). Va però sottolineato che gli studi più recenti condotti con tecniche
innovative dimostrano la presenza di virus non descritti in precedenza, sia in viti sintomatiche
che asintomatiche. Inoltre, le ricerche condotte su germoplasma del genere Vitis dimostrano
la presenza di virus appartenenti a diversi generi quali potyvirus, marafavirus, oryzavirus
ananovirus endornavirus, mycovirus etc, alcuni dei quali mai ricercati nei cloni omologati o in
via di omologazione sia di Vitis vinifera che dei vari portainnesti.
Poiché la prevenzione riguardo la diffusione di nuove malattie può essere attuata se si
dispone di tecniche diagnostiche rapide e sensibili, in grado di identificare non solo patogeni
noti, ma anche quelli ad oggi non identificati, ci proponiamo di utilizzare tecniche diagnostiche
innovative al fine di verificare lo stato sanitario dei portainnesti in omologazione o in via di
omologazione in quanto, essendo asintomatici potrebbero costituire pericolose fonti di
inoculo.
Scansione temporale delle attività
TRIMESTRE
Descrizione attività per il 2012
I II IV
III
Prelievo legno
per analisi
X X
virologiche e
saggi biologici
Esecuzione
saggi diagnostici
X
sierologici e
molecolari
Esecuzione
saggi biologici su
nuovi cloni in X
fase di
omologazione
Rilievi
sintomatologici
malattie da virus X X
e fitoplasmi su
nuovi cloni
Osservazioni su
viti indicatrici X
innestate
Verifica attitudini
agronomiche e
X X
vegeto-
produttive
Verifica delle
attitudini
enologiche e
delle
X X
caratteristiche
qualitative delle
uve per le attività
previste.
Degustazioni vini
dei vini
monoclonali per X X
l’attività prevista
al punto 1
Verifica delle
caratteristiche
dei vini
attraverso
microvinificazioni X X
seguite dalle
11. l’attività prevista
al punto 1
Verifica delle
caratteristiche
dei vini
attraverso
microvinificazioni X X
seguite dalle
analisi chimiche
per le attività
previste
Moltiplicazione
X X
del materiale
Inserimento dati
e loro
X X X X
elaborazione
statistica
Supervisione
scientifica e X X X X
Coordinamento
Il Centro Vitivinicolo Provinciale di Brescia proseguirà il programma di selezione clonale
concentrandosi sulla varietà Trebbiano di Lugana con la supervisione scientifica e i controlli
sanitari del Di.Pro.Ve. dell’Università degli Studi di Milano. I presunti cloni che risulteranno
sani all’analisi virologica saranno moltiplicati a cura di aziende vivaistiche che aderiranno
formalmente al programma di selezione dichiarandosi disponibili alla collaborazione, sia nelle
fasi iniziali delle attività, sia a registrazione avvenuta. A fronte di questo impegno e per
favorire la rapida diffusione sul mercato dei nuovi cloni selezionati potrà essere oggetto di
valutazione il riconoscimento alle aziende vivaistiche convenzionate con il Centro la vendita
in esclusiva per un periodo significativo tra 5 e 10 anni del materiale di base per la produzione
di barbatelle certificate.
Si procederà quindi alla individuazione di aziende private disposte a realizzare, anch’esse a
titolo gratuito, i campi di confronto clonale. I medesimi presunti cloni, corredati di certificato di
analisi che ne certifichino lo stato sanitario, saranno conservati in vasetto anche presso la
serra in vetro di Riccagioia.
Durante la stagione vegeto-produttiva 2012 proseguiranno inoltre le ricerche di ulteriori biotipi
sul territorio, si effettueranno i rilievi e la raccolta dei dati produttivi sulle piante madri, si
inizierà la caratterizzazione e la descrizione ampelografica di ogni nuovo singolo biotipo
individuato quale candidato clone.
La Fondazione Fojanini di Studi superiori di Sondrio, potendo contare sull’ampia
disponibilità genetica ancora presente sul territorio valtellinese, continuerà a valorizzarne le
potenzialità vitivinicole attraverso un programma articolato in diversi linee di ricerca.
a) Selezione clonale del Nebbiolo - Chiavennasca
Il lavoro è molto apprezzato dai viticoltori valtellinesi che attualmente mettono a dimora nei
nuovi reimpianti e per la sostituzione delle fallanze esclusivamente i cloni selezionati in
Valtellina.
Nel 2012 proseguiranno i rilievi vegeto-produttivi, le microvinificazioni e le analisi dei vini su 9
cloni;
riguardo ai cloni di Chiavennasca omologati nel 2003 (12, 21 e 34) si continua la raccolta dei
dati per una verifica sulla stabilità degli aspetti agronomici ed enologici e loro migliore
combinazione da suggerire ai viticoltori nei reimpianti.
Nel corso della primavera 2012 sarà completato il campo di viti madre categoria “base”, per
un complessivo di n. 1250 viti, per la produzione di barbatelle “certificate” a disposizione dei
viticoltori valtellinesi.
b) Selezione storica del Nebbiolo-Chiavennasca per la conservazione della
biodiversità
Si procederà alla caratterizzazione agronomica, produttiva e sanitaria sui 10 biotipi messi in
collezione nella primavera 2009, alla messa a dimora di 88 nuovi biotipi, per un totale di 880
barbatelle, individuati nel vigneto valtellinese nel corso dell’annata 2010, all’estensione
dell’indagine virologica e alle analisi di controllo dell’identità genetica su questi 88 biotipi e al
prosieguo della ricerca sul territorio per l’individuazione di altri biotipi secolari.
c) Recupero di portinnesti di antica coltivazione.
12. A partire in particolare dal recupero dei portainnesti che supportano i ceppi secolari di
Chiavennasca, obiettivo del lavoro è di salvaguardare e valorizzare questo materiale
vegetale ottimamente adattato all’ambiente pedoclimatico valtellinese e dotato di ottima affinità
di innesto con la Chiavennasca. Finalità della ricerca sono di rafforzare l’identità viticola
valtellinese, migliorare la qualità delle produzioni, garantire longevità alle viti.
Sui 15 soggetti individuati nel corso del 2011 si procederà alla loro identificazione e all’analisi
virologica.
d) Recupero di vitigni rari a rischio di estinzione.
Lo scopo è di conservare questo prezioso germoplasma e procedere alla caratterizzazione
agronomica, enologica delle 42 varietà messe a dimora nella primavera 2009 nel campo
collezione e preparazione di una scheda ampelografica; sono previste 30 microvinificazioni
sulle varietà più precoci mentre per quelle che non garantiranno una adeguata produzione si
procederà all’analisi tecnologica e fenolica sulle uve.
Inoltre si procederà all’implementazione del campo collezione con l’inserimento di 121 nuove
varietà, per un totale di 605 barbatelle, individuate nei vigneti sul territorio nel corso
dell’annata 2010, all’estensione dell’indagine sanitaria, virologica, su questi 121 vitigni nonché
dell’analisi di controllo dell’identità genetica e al proseguo dell’indagine territoriale per
l’individuazione di altri vitigni eventualmente presenti.
e) Selezione clonale di vitigni autoctoni.
Si procederà alle microvinificazioni e alle relative analisi chimiche e sensoriali sui vini dei
candidati 6 cloni di Merlina, 3 cloni di Pignola, 3 cloni di Zinfandel, 3 cloni di Rossola, 2 cloni di
Brugnola.
Avvio alla registrazione dei suddetti cloni e nuova iscrizione della Brugnola come varietà
valtellinese.
4.2 Iniziative di informazione e trasferimento dei risultati
Nel 2011 le principali iniziative di divulgazione e trasferimento dei risultati sono state le
seguenti:
La selezione clonale da buoni Lombardia Verde, gennaio
Articoli
grappoli 2011
Giornata tecnica in campo:
visita alla collezione di cloni
Berbenno (SO), 8/9/2011
omologati e in fase di
Giornate dimostrative omologazione
Visita ai campi sperimentali
Sondrio, 2/12/2011
della Fondazione Fojanini
Miglioramento genetico e
Campagna viticola 2011
Comunicazioni presentate a sanitario per la viticoltura
To rra zza Co st e (P V ),
convegni lombarda e premoltiplicazione
13/12/2011
viticola
http://www.ersaf.lombardia.it/
servizi/menu/dinamica.aspx?
Sito ERSAF
idArea=16946&idCat=21189
&ID=21204
http://www.riccagioia.it/ricerca-
Pagine web
e-innovazione/ricerca/ Sito Riccagioia SCPA
progetto-migliorvite
http://
fondazionefojanini.provincia.s Sito Fondazione Fojanini
o.it/viticoltura.asp#attività
Nel 2012 Riccagioia:
! completerà la pubblicazione delle schede descrittive dei cloni registrati nel triennio
precedente;
divulgherà le informazioni relative a tali cloni attraverso il Portale Riccagioia che sarà
potenziato con l’attivazione di una web-radio nell’ambito di un progetto “RICCAGIOIA
WEB”, la cui fase di start-up si svilupperà nel triennio 2012-14 e si propone di istituire, a
livello regionale, un servizio avanzato di informazione e comunicazione vitivinicola.
13. ! organizzerà almeno 3 giornate dimostrative nei campi collezioni situati nelle diverse
aree coinvolte nell’attività;
! realizzerà almeno 2 incontri mirati con la filiera vivaistica e le aziende vitivinicole per
illustrare i risultati delle attività, verificare l’orientamento dei mercati e l’insorgenza di
nuove problematiche che potrebbero dare utili indicazioni nella definizione delle linee
strategiche di miglioramento genetico-sanitario.
5. Dotazioni disponibili e personale coinvolto
5.1 L’ente attuatore e i diversi partner mettono a disposizione le strutture e attrezzature
necessaire alla realizzazione del presente progetto; in particolare sono disponibili
a Riccagioia:
• Serre per la moltiplicazione del materiale vegetale;
• Serre per la conservazione del materiale vegetale;
• Laboratori per le analisi chimiche dei mosti e dei vini per i diversi parametri
necessari alla richiesta di omologazione;
• Laboratori per indagini ampelometriche e carpologiche per la descrizione
varietale e clonale.
• Serre per la conservazione del materiale vegetale;
• Sala di degustazione attrezzata per l’analisi sensoriale
• Laboratori per analisi sierologiche (E.L.I.S.A.)
presso l’Istituto di Frutti-Viticoltura dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
(sede di Piacenza):
• Laboratori per le analisi immunoenzimatiche e biomolecolari necessarie alle
preliminari verifiche sanitarie dei ceppi;
• Laboratorio per le analisi chimiche inerenti le determinazioni sui mosti delle uve
(zuccheri, acidità, acido malico ed acido tartarico, pH, presenza dei principali cationi);
• Laboratorio per l’analisi sensoriale dei vini.
•
presso il Di.Pro.Ve. - Sezioni di Coltivazioni arboree e Patologia Vegetale:
• Strumentazione per le determinazioni biotecnologiche PCR - PROGENE -
TECHNE e molecolari (RT-PCT, nested-PCR ed RFLP) per la certificazione sanitaria:
• Laboratori per le analisi genetiche (Microsetalliti, AFLP e SSR)per l’accertamento
varietale.
presso il Centro Vitivinicolo Provinciale di Brescia:
• Cantine per la realizzazione delle microvinificazione;
• Laboratori per le analisi chimiche dei mosti e dei vini per i diversi parametri
necessari alla richiesta di registrazione.
presso la Fondazione Fojanini di Sondrio:
• Campi di confronto clonale in ampliamento
• Cantine per la realizzazione delle microvinificazione;
• Laboratori per le analisi chimiche dei mosti e dei vini per i diversi parametri
necessari alla richiesta di registrazione.
5.2 Il personale complessivamente coinvolto nelle attività progettuali è il seguente:
Ente Personale Qualifica / funzione Attività
Direzione generale
Programmazione e
Direttore (Contratto
controllo
C.A. Panont Dirigente)
Microvinificazioni e
R. Pontiroli Tecnico laureato
analisi sensoriale
B. Savinelli Tecnico laureato
Gestione agronomica
RICCAGIOIA G. Canobbio Perito agrario
14. Ente Personale Qualifica / funzione Attività
Direzione generale
Programmazione e
Direttore (Contratto
controllo
C.A. Panont Dirigente)
Microvinificazioni e
R. Pontiroli Tecnico laureato
analisi sensoriale
B. Savinelli Tecnico laureato
Gestione agronomica
RICCAGIOIA G. Canobbio Perito agrario
collezioni
I. Pasquale Tecnico laureato
Rilievi agronomici e
P. Prè (Co.co.pro.)
micro vinificazioni
A. Albertotti Ragioniere
Rendicontazione
Tecnico laureato
finanziaria
Amministrazione
Coordinamento
scientifico di
A. Vercesi Professore competenza
U.C.S.C. - Istituto di
M. Gatti Tecnico Rilievi agronomici ed
Frutti-viticoltura
C. Bricchi Segretaria elaborazione dati
Rendicontazione
finanziaria
A. Scienza Professore ordinario
Coordinamento
O. Failla Professore associato
UniMi - Di.Pro.Ve. scientifico di
L. Brancadoro Ricercatore
sez. Coltivazioni competenza
E. Arioni Amministrativo
arboree Rilievi agronomici
P. Carnevali Assegnista di ricerca
Elaborazione dati
L. Rustioni Assegnista di ricerca
Coordinamento
UniMi - Di.Pro.Ve. P.A. Bianco Professore ordinario
scientifico
sez. Patologia P. Casati Ricercatore
Controlli sanitari
Vegetale S. Prati Tecnico laureato
Allestimento serre
M. Tonni Agronomo Rilievi agronomici
Centro Vitivinicolo di A. Piotti Tecnico Micro vinificazioni
Brescia E. Rizzi Tecnico laureato Analisi chimico-fisiche
S. Bonomelli Enologo Degustazione vini
Gestione campo
G. Murada Direttore sperimentale
Fondazione Fojanini
N. Bongiolatti Tecnico Rilievi agronomici
di Sondrio
I. Fojanini Tecnico Microvinificazioni e
Analisi chimico-fisiche
6. DATI FINANZIARi
Descrizione dei costi - Anno 2012 Importo €
RICCAGIOIA
Personale: Direzione
Co.Co.Pro. per rilievi agronomici,
campionamenti ed elaborazione dati, micro-
vinificazioni, analisi sensoriale e
collaborazione gestione di cantina
Spese di esercizio (prodotti enologici,
reagenti, bottiglie, tappi, capsule, etichette e
cartoni) cartoni, e analisi sensoriale)
Spese per servizi e consulenze:
Incarico per collaborazione panel
degustazione, sedute analisi sensoriali ed
elaborazione dati.
Rimborso al CIRIVE per borsa giovani
promettenti (in parte)
Spese generali
Totale
DiProVe - Sezione di Patologia Vegetale
dell’Università degli Studi di Milano
Personale
Missioni
Spese di esercizio (materiale di consumo per
laboratori)
Spese per servizi e consulenze
15. Personale
Missioni
Spese di esercizio (materiale di consumo per
laboratori)
Spese per servizi e consulenze
Spese generali
Totale
DiProVe - Sezione di Coltivazioni Arboree
dell’Università degli Studi di Milano
Personale
Missioni
Spese di esercizio (materiale di consumo per
gestione campi)
Spese per servizi e consulenze
Spese generali
Totale
Istituto di Frutti-Viticoltura dell’Università
C
a
t
t
o
l
i
c
a
d
e
l
S
a
c
r
o
C
u
o
r
e
d
i
P
i
a
c
e
n
z
a
Personale
Missioni
Spese per servizi e consulenze (analisi: di
foglie e terreni, dei virus, dei fitoplasmi, del
DNA, dei profili aromatici e dei polifenolici,
analisi sensoriale).
Spese generali
Totale
Centro Vitivinicolo Provinciale di Brescia
Personale
Spese di esercizio: materiale di consumo di
cantina
Spese per servizi e consulenze: per raccolta
uve e microvinificazioni.
Spese generali
16. Spese di esercizio: materiale di consumo di
cantina
Spese per servizi e consulenze: per raccolta
uve e microvinificazioni.
Spese generali
Totale
Fondazione Fojanini di Studi Superiori di
Sondrio
Personale
Missioni
Spese di esercizio (materiale di laboratorio,
gestione campi e microvinificazioni)
Spese per servizi e consulenze
Spese generali
Totale
Totale generale
RIEPILOGO DATI FINANZIARI Importo €
Valore totale progetto
Costo a carico della Regione Lombardia
Cofinanziamento totale
Dettaglio cofinanziamento
DiProVe - sez. Patologia Vegetale
dell’Università degli Studi di Milano.
DiProVe - sezione Coltivazioni Arboree
dell’Università degli Studi di Milano
Istituto di Frutti-Viticoltura dell’Università
Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Facoltà
Agraria di Piacenza
Centro Vitivinicolo Provinciale di Brescia.
Fondazione Fojanini di Studi Superiori di
Sondrio.
PROGETTO N. 2
NUCLEO DI PREMOLTIPLICAZIONE VITICOLA DELLA LOMBARDIA “C. GALLINI”
- Anno 2012
ACRONIMO
NPV
1. PREMESSA
Espletate le procedure necessarie per il passaggio da ERSAF, Riccagioia S.C.p.A. ha
ottenuto dal Servizio Fitosanitario Regionale in data 7 giugno 2011 il Certificato di iscrizione al
Registro ufficiale dei Produttori e l’Autorizzazione Regionale alla produzione e al commercio di
vegetali, assumendo ufficialmente la gestione delle attività relative al Nucleo di
premoltiplicazione viticola.
Nel secondo semestre del 2011 è stata portata a compimento la produzione del materiale di
base destinato alla vendita ai vivaisti; si è provveduto inoltre al mantenimento in collezione del
materiale iniziale coltivato sia in vaso che in terra all’interno delle 4 screen-house, alla
razionalizzazione dell’utilizzo delle strutture protette e alla preparazione dei terreni per i nuovi
impianti in campo.
Infine è stata portata a termine la convenzione con i costitutori ed è stata formulata una
richiesta ufficiale per il conferimento di nuovi cloni di interesse per la viticoltura Lombarda.
Nonostante la riduzione della richiesta vivaistica di materiale di base, diretta conseguenza
della crisi che investe tutti i settori produttivi, il Nucleo intende proseguire nel proprio
potenziamento produttivo preparandosi a moltiplicare la maggior parte del materiale
disponibile che potrà essere impiegato anche per la ricostituzione della superficie vitata
17. dell’azienda Riccagioia.
2. OBIETTIVI E RISULTATI ATTESI
Riccagioia intende mantenere fermi gli obiettivi primari di:
• offrire un servizio alla filiera vitivinicola attraverso la conservazione e la diffusione
di materiale di propagazione viticola della migliore qualità, sia dal punto di vista genetico
che sanitario.
• aumentare progressivamente la produzione di materiale sia “base” che
“certificato” tale da contribuire significativamente all’autofinanziamento di Riccagioia
attraverso le vendite alle imprese vivaistiche
e nel 2012 oltre alla produzione delle barbatelle necessarie a soddisfare le prenotazioni che
perverranno, si propone di ampliare la produzione di materiale di propagazione alla categoria
certificato .
3. RICADUTA E DESTINATARI DEI RISULTATI
La produzione di barbatelle di base e certificate interessa e tutela dal punto di vista qualitativo
tutte le imprese vitivinicole della Lombardia in primis e mondiali per le varietà internazionali.
4. PIANO DI ATTIVITA’ 2012
Si elencano di seguito le principali attività in ordine cronologico:
! Confezionamento e vendita del materiale di base annata 2011-2012 per un totale di
626 barbatelle.
! Raccolta marze categoria iniziale e conferimento presso l’azienda vivaistica di fiducia
Golferenzo Guido per innesto, paraffinatura, forzatura e impianto in vivaio di circa 5000
innesti per la produzione delle barbatelle di base annata 2012-2013.
! Operazioni colturali finalizzate al mantenimento del materiale iniziale conservato nelle
screen-houses, secondo la nuova disposizione indicata nelle mappe di seguito
riportate; a questo proposito si intende valutare l’inserimento di ulteriori cloni da parte
dei costitutori, sia nell’ottica di estendere la collaborazione con la filiera vivaistica, sia
per incrementare le entrate del settore a Riccagioia S.C.p.A.
! Impianto di circa ha 00.50.00 di piante madri delle marze (PMM) utilizzando le
barbatelle di base residue conservate in cella frigorifera e dei portinnesti (PMP)
utilizzando circa 200 barbatelle conservate in vasetti. Il trasferimento dei cloni
all’esterno permetterà di incrementare notevolmente la produttività del Nucleo e di
rendere un importante servizio alla filiera vivaistica e vitivinicola, ma aumenterà anche
la possibilità di contrarre infezioni che ne pregiudicano la validità. Per questo il vigneto
dovrà essere impiantato in un’area sicura dal punto di vista sanitario, opportunamente
sottoposto a efficaci trattamenti fitosanitari e protetto da infezioni ad opera di vettori di
virus attraverso l’utilizzo di reti antiafidi e pacciamatura integrale del terreno; inoltre
dovrà essere effettuato un continuo monitoraggio dello stato sanitario che non
riguarderà solo l’impianto in questione, ma l’intera area vitata di Riccagioia.
Rilevamenti sintomatologici verranno svolti durante i periodi di massima espressione
(manifestazione) delle principali malattie che colpiscono la vite:
- a fine primavera verrà rilevata la presenza di sintomi di arricciamento,
- da inizio luglio si possono iniziare i controlli sui giallumi i cui sintomi
diventano però particolarmente evidenti nel mese di settembre,
- a fine estate verranno rilevati sintomi di accartocciamento fogliare.
I campioni prelevati su viti con dubbia sintomatologia saranno inviati presso il
Laboratorio regionale di Minoprio per l’esecuzione delle analisi diagnostiche di
laboratorio che verranno effettuate su campioni legnosi prelevati durante la stagione
invernale (legno di potatura) e su foglie prelevate durante la stagione vegetativa
(es tate autunno) mediante tec nic a s ierologia E.L.I.S.A. (Enz y me link ed
Immunosorbent Assay).
Con il Laboratorio Fitosanitario Regionale è in corso di definizione un accordo che
prevede la realizzazione delle analisi anche con personale di Riccagioia presso la
sede di Minoprio.
18. In particolare, saranno richiesti i saggi E.L.I.S.A. per gli 8 virus indicati dal protocollo
fitosanitario riportato nel DM 24 giugno 2008, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 21
agosto 2008, ovvero:
- virus dell’arricciamento della vite (GFLV) e del mosaico dell’Arabis
(ArMV);
- virus GLRaV-1, GLRaV-2 e GLRaV-3, associati all’accartocciamento
fogliare della vite;
- virus GVA e GVB, associati rispettivamente a “Kober stem grooving” e
“Corky bark”, sindromi comprese nel complesso del legno riccio;
- virus della maculatura infettiva o “fleck” (GFkV); la cui assenza è
richiesta solo per i portinnesti.
Nell’ottica di potenziare le collaborazioni con la filiera vivaistica è stata accolta la richiesta da
parte dell’associazione AMPELOS di conferimento, ai fini della sola conservazione, di
materiale iniziale relativo a cloni/varietà di propria costituzione; l’inserimento del nuovo
materiale comporterà una modificazione della mappa delle screen-houses che sarà in
seguito comunicata.
Durante tutto l’anno vengono inoltre espletati i necessari adempimenti burocratici previsti
dalla vigente normativa (compilazione dei registri, denuncia di produzione, ecc.);
4.2 Iniziative di informazione e trasferimento dei risultati
! Inserimento delle schede descrittive, oltre alle 31 realizzate nel 2011, relative ai nuovi
cloni che verranno iscritti nel 2012 attraverso il progetto Migliorvite e conferiti a Nucleo
sulla sezione dedicata del Portale Riccagioia. Nel 2012 il Portale sarà potenziato con
l’attivazione di una web-radio, nell’ambito di un progetto “RICCAGIOIA WEB”, la cui
fase di start-up si svilupperà nel triennio 2012-14 e si propone di istituire, a livello
regionale, un servizio avanzato di informazione e comunicazione vitivinicola.
! Organizzazione di almeno 1 incontro con i principali rappresentanti della filiera
vivaistica per illustrare le disponibilità di materiale di base. In particolare questi momenti
saranno caratterizzati dalla presentazione delle schede tecniche anche accompagnate
da alcune degustazione significative dei cloni in collezione
! Consolidamento dei rapporti di convenzione con i costitutori ai fini di aumentare in
maniera significativa il numero di cloni a disposizione per poter rispondere
adeguatamente alle più ampie esigenze di mercato.
5. DOTAZIONI DISPONIBILI E ATTREZZATURE NECESSARIE
Il Nucleo svolge la propria attività utilizzando le seguenti strutture e attrezzature:
! Screen house destinate alla premoltiplicazione in terra del materiale iniziale.
! Screen house destinate alla conservazione in vaso del materiale iniziale.
! Serra in vetro a supporto del Nucleo per la conservazione di presunti cloni in vaso,
virus esenti, in corso di selezione genetica.
Di seguito si riporta la nuova disposizione dei cloni e delle varietà nei settori 1,2,3 e 4 in
seguito a razionalizzazione degli stessi.
Screen-house n. 1
19. Screen-house n. 2
Screen-house n. 3
Screen-house n. 4
All’interno dell’area aziendale destinata al Nucleo sono state individuate e predisposte con
adeguata lavorazione profonda e analisi nematologica le superficie nel Comune di Montebello
della Battaglia FGL XV part. 210 e 76 per effettuare l’impianto di viti madri categoria base delle
marze e part. 505 dei portinnesti.
Le operazioni colturali nelle screen-houses saranno effettuate in parte con attrezzature
meccaniche automatizzate (irrigazione e lavorazione del terreno) e in parte manualmente
(potatura e trattamenti fitosanitari).
La produzione delle barbatelle categoria base sarà effettuata, come nell’anno precedente,
presso l’impresa vivaistica locale Golferenzo Guido - Stradella (PV), associata al MIVA con la
quale verrà stipulata specifica convenzione. Ogni operazione viene svolta in presenza dei
responsabili fitosanitari preposti di ERSAF e di Riccagioia e dopo notifica alla Direzione
Generale Agricoltura.
20. Il materiale prodotto, pronto per la vendita o l’impianto in azienda, viene conservato a
Riccagioia, in apposita cella frigorifera a disposizione del Nucleo, in idonee condizioni di
temperatura e umidità.
Le operazioni colturali nei nuovi impianti in campo saranno gestite con personale e
attrezzature di Riccagioia.
6. PERSONALE COINVOLTO E GESTIONE DELLA PARTNERHIP
Ente Personale Qualifica/funzione Attività
Direzione generale
Responsabile
Direttore
C.A. Panont fitosanitario
Tecnico laureato
R. Pontiroli Gestione delle serre
Perito agrario
M. Torra e degli impianti
RICCAGIOIA Tecnico laureato
A. Zorloni Controlli fitosanitari e
(Co.co.pro.)
P. Prè analitici
Ragioniere
A. Albertotti Rendicontazione
Tecnico laureato
finanziaria
Amministrazione
Le linee generali di programmazione e di sviluppo delle attività del Nucleo vengono
concordate nell’ambito degli incontri con tutti gli associati, in particolare con i costitutori dei
cloni in premoltiplicazione e la filiera vivaistica.
7. DATI FINANZIARI
Descrizione dei costi - Anno 2012 Importo €
RICCAGIOIA
Personale: Direzione
+ Co.Co.Pro per tecnico laureato specialista in
patologia vegetale
Spese di esercizio: concimi, pesticidi,
carburanti,
Materiale durevole: pali, fili, sostegni e reti
anti-insetto, materiale vario per nuovi impianti
Spese per servizi e consulenze:
contratto attività vivaistica Az. Golferenzo,
manutenzione serre
Spese generali
Totale CONTRIBUTO REGIONE LOMBARDIA
PROGETTO N 3
Indagine sulla longevità dei vigneti e importanza delle vecchie viti sulla qualità dei
vini - TERZO ANNO DI ATTIVITA’
ACRONIMO
LONGEVIT
1. Analisi dei fabbisogni e stato dell’arte
I risultati conseguiti nei due anni di sperimentazione sono particolarmente preoccupanti ed
identificano una consistente od elevata diffusione dei sintomi attribuibili a Flavescenza dorata
e a Mal dell’esca nelle più importanti zone viticole lombarde; i riscontri sui vigneti considerabili
adulti o vecchi fanno presumere dette malattie fra le principali cause che determinano le
decisioni dei viticoltori di espiantare e sostituire i vigneti. Inoltre è notevole o addirittura
gravissimo è il numero di ceppi che i viticoltori debbono sostituire ogni anno per le morie
anticipate di molte piante negli appezzamenti.
A minacciare la longevità degli impianti viticoli sono fenomeni riconducibili, da un lato al
21. degrado dell’ambiente di coltura, il terreno soprattutto, che spesso ospita la vite da secoli con
poche soluzioni di continuità e dall’altro a cause prettamente patologiche(Vercesi, 1989;
Vercesi, 1990).
In particolar modo nella viticoltura lombarda recente, alcune gravi patologie hanno accentuato
in misura significativa la loro diffusione, causando incrementi preoccupanti di “fallanze” nei
vigneti, riconducibili soprattutto al Mal dell’Esca, alla Flavescenza dorata e al Legno nero.
Le aziende vitivinicole lombarde, così come risulta anche dalle considerazioni delle strutture
impegnate da tempo nella ricerca e nell’assistenza tecnica sul territorio, lamentano: il
sostegno di costi annuali, per la sostituzione delle “fallanze”, sempre più elevati e significativi
nella gestione economica dei vigneti, come pure una scarsa longevità di molti vigneti con
particolare nocumento economico per l’insufficiente ammortamento delle spese sostenute
per l’impianto da un lato e, dall’altro, per l’importanza accreditata al contributo dei vecchi
vigneti alla qualità ed alla tipicità dei vini prodotti.
Molto scarsi risultano in bibliografia risultati di studi volti all’osservazione integrata e
ponderata sul territorio della longevità e mortalità delle viti, nonché alla valutazione della
qualità dei vini in correlazione all’età delle piante e la presente ricerca, avviata nel 2010
tenendo in considerazione le principali realtà viticole della Lombardia, potrà dare alla fine di un
triennio di indagine, nel 2012, un contributo utile allo studio della problematica di così grave
rilevanza regionale per le aziende vitivinicole.
2. Obiettivi del progetto
Nel 2012, terzo anno della ricerca che però si concluderà a giugno con soli sei mesi
operativi, ci si propone di completare:
• le degustazioni dei vini prodotti;
• l’analisi delle sezioni dei ceppi campionati nell’arco dell’inverno 2011/2012 nei
vigneti campione scelti;
• l’elaborazione dei dati raccolti nell’intera durata della sperimentazione.
Per i diversi vitigni oggetto di osservazione (cvv Barbera, Riesling italico, Pinot nero,
Croatina, Nebbiolo, Trebbiano di Lugana, Lambrusco Marani) delle varie zone lombarde
interessate (Provv. Pavia, Brescia, Mantova e Sondrio) saranno quindi conclusi:
• i rilievi sui ceppi asportati dal campo per la presenza del Mal dell’esca, ma anche i
riscontri di sintomi fogliari primaverili di fitoplasmi della vite (FD e LN) nei vigneti
prescelti;
• la verifica della “variabilità” del manifestarsi stagionale dei sintomi negli anni e
dell’evoluzione della moria delle piante, come pure il controllo sulla presenza delle
malattie nei vigneti giovani;
• la valutazione del contributo qualitativo delle viti vecchie alla qualità dei vini,
mediante analisi chimica e sensoriale strutturato, i vini ottenuti alla vendemmia del
2011.
3. Risultati attesi
I principali risultati che si attendono dalla presente ricerca possono ricondursi :
• alla stima delle longevità medie e massime dei vigneti di alcune delle più importanti
zone viticole della Lombardia e dell’attuale patrimonio di vigneti di diversa età: giovani,
adulti e vecchi;
• alla conoscenza dell’effettivo contributo qualitativo dei ceppi/vigneti di diversa età
ed in particolare di quelli più vecchi, alla qualità dei vini prodotti;
• all’individuazione dell’incidenza nei vigneti di fenomeni e patologie in grado di
minacciare la longevità delle viti e degli impianti viticoli.
3.1 Prodotti concreti del progetto
L’individuazione delle principali problematiche che minacciano la longevità delle viti (tipi di
degrado ambientale e/o malattie) permetterà di attivare gli interventi più idonei nelle scelte e
nelle tecniche colturali delle aziende viticole. La conoscenza da parte delle aziende vitivinicole
del tipo di contributo qualitativo soprattutto delle uve prodotte dai vigneti vecchi, consentirà
alle aziende di ottimizzare l’impiego delle uve prodotte dai vari appezzamenti nell’ottica del
miglioramento della qualità dei vini.
22. 3.2 Indicatori di risultato
Due principali indicatori di risultato verranno considerati:
1. per la verifica dell’incidenza delle malattie negli appezzamenti verrà presa in
considerazione la % di piante con sintomi visibili di FD e LN (sintomi che saranno
ulteriormente studiati per la conferma della causa eziologica, anche dalle analisi PCR
per l’identificazione dei fitoplasmi responsabili). Nel caso del Mal dell’esca, oltre alla
registrazione dei sintomi visibili, probabilmente su vigneti della zona dove è già previsto
l’espianto, ovviamente in modo concordato con i tecnici e le aziende partecipi del
progetto, verranno analizzate sezioni longitudinali di un numero congruo di ceppi (circa
100 per appezzamento) casualmente campionate nell’appezzamento, per
l’identificazione della presenza della malattia nel legno, rendendo possibile il raffronto fra
la % di sintomi visibili nell’anno nel vigneto, con la % di ceppi realmente (diagnosi della
sezione dei fusti) già colpiti dal morbo;
2. per la verifica della qualità dei vini ottenuti da vecchie viti, si produrranno
microvinificazioni separate di uve provenienti da ceppi posti nello stesso ambiente:
“vecchi”, “giovani” e “adulti” (70-100 kg di uve per tesi per due repliche); i vini ottenuti
per le diverse classi di età delle viti saranno sottoposti all’analisi sensoriale strutturata,
operata da appositi panel di degustatori istruiti (in numero variabile fra 12 e 14),
secondo il metodo della definizione qualitativa dei principali descrittori sensoriali dei vini
(tavola rotonda) e della misurazione quantitativa degli stessi (seduta di analisi
sensoriale) cui seguirà l’elaborazione non parametrica dei riscontri per l’individuazione
delle differenze significative mediante il test di Friedman (con i degustatori trattati come
“blocchi”) e l’applicazione di appropriati test di comparazione delle singole medie che
verranno definiti in funzione dei riscontri offerti dal test di Friedman.
4. Ricaduta e destinatari dei risultati
La ricaduta del contributo conoscitivo che deriverà dalla presente ricerca è di fatto l’intera
viticoltura lombarda poiché consentirà di identificare l’incidenza delle malattie del ceppo della
vite e le altre possibili cause della riduzione della complessiva longevità degli impianti viticoli
sulle principali varietà coltivate in Lombardia, nei diversi areali colturali (la casistica esaminata
- combinazioni vitigni/zone - rappresenta la quasi totalità della viticoltura lombarda
economicamente produttiva). I destinatari del progetto sono: le aziende vitivinicole lombarde,
gli Enti preposti allo studio ed alla programmazione degli interventi nei territori viticoli, i tecnici
e le strutture pubbliche e private che erogano assistenza tecnica avanzata alle aziende
viticole.
5. DESCRIZIONE ANALITICA DEL PROGETTO E PIANO DI ATTIVITA’
5.1 Approccio metodologico
Saranno presi nuovamente in considerazione i vigneti campione identificati negli anni passati
del lavoro, nei territori più significativi della viticoltura della Regione Lombardia (Oltrepò
Pavese, Valtellina, province di Brescia e di Mantova), in collaborazione con tecnici e strutture
operative nell’ambito dell’assistenza tecnica territoriale. Responsabile scientifico del progetto
è il Prof. Alberto Vercesi dell’Istituto di Frutti-Viticoltura dell’Università Cattolica del Sacro
Cuore di Milano - Sede di Piacenza.
RICCAGIOIA svolge un ruolo articolato nelle seguenti attività:
• coordinamento e organizzazione generale del progetto;
• organizzazione di incontri sul territorio regionale a scopo divulgativo e consultivo;
• microvinificazione dei campioni di uve provenienti dall’Oltrepò Pavese;
• partecipazione ai panel di degustazione dei vini ottenuti da tutti i campioni
microvinificati.
5.2 Programma e tempistica delle attività
In ogni area viticola considerata nel territorio vitivinicolo regionale saranno seguiti i vigneti
oggetto di studio nel 2011: 2 vigneti in Provincia di Sondrio (cv Chiavennasca), 1 in provincia
di Brescia (cv Lugana), 2 in Provincia di Mantova (cv Lambrusco), 10 in Oltrepò Pavese
(cvv Barbera, Croatina, Pinot nero e Riesling italico), solo per quanto riguarda le
manifestazioni sintomatiche eventualmente riscontrabili fino alle prime fasi vegetative. Più in
23. particolare nei vigneti campione ad oggi seguiti, verranno condotti rilievi sullo stato dei terreni
e del complessivo ambiente di coltura, con particolare riguardo alle dotazione organiche, ai
livelli di compattamento e ai rischi di erosione, come pure rilievi sanitari condotti anche negli
anni precedenti sulle viti delle diverse aree.
Nella primavera del 2012, perfezionata la produzione dei vini sperimentali della vendemmia
2011, verranno organizzate le sedute di assaggio e le analisi dei vini prodotti, per la
valutazione del contributo alle qualità enologiche dei vigneti di differente età. L’analisi
sensoriale relativa a n. 20 campioni di vini, con tavola rotonda per l’individuazione dei
descrittori principali e la successiva seduta analitica per la loro valutazione nei vini
provenienti da viti di differenti età, sarà la metodologia adottata con elaborazione dei dati non
parametrica con il test di Friedman, con i degustatori come “blocchi”.
201
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
1
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5.3 Iniziative di informazione e trasferimento dei risultati
La divulgazione dei risultati sarà sviluppata, alla fine del triennio di studio, attraverso:
• l’organizzazione di un convegno finale a Riccagioia;
• la stesura di una pubblicazione o più pubblicazioni su riviste nazionali o
internazionali, senza alcun costo ulteriore a carico del progetto;
• pubblicazione dei risultati sul Portale Riccagioia con tagli differenti per le diverse
aree di utenza.
Nel 2012 il Portale sarà potenziato con l’attivazione di una web-radio, nell’ambito di un
progetto “RICCAGIOIA WEB”, la cui fase di start-up si svilupperà nel triennio 2012-14 e si
24. propone di istituire, a livello regionale, un servizio avanzato di informazione e comunicazione
vitivinicola.
6. DOTAZIONI DISPONIBILI E PERSONALE COINVOLTO
Gli enti attuatori del progetto hanno a loro disposizione le diverse strutture necessaire alla
realizzazione del presente programma.
a Riccagioia:
• laboratorio attrezzato per le analisi enologiche.
• sala di degustazione attrezzata per l’analisi sensoriale.
• cantina di microvinificazione;
• usuale attrezzatura per la conservazione (celle frigorifere regolabili e da campo).
presso l’Istituto di Frutti-Viticoltura di Piacenza
• strumentazione per le determinazioni biotecnologiche PCR - PROGENE -
TECHNE;
• strumento per la stima ottica della clorofilla in campo e laboratorio SPAD-520
MINOLTA;
presso il Centro Vitivinicolo Provinciale di Brescia
• Cantine per la realizzazione delle microvinificazione;
presso la Fondazione Fojanini di Sondrio
• Cantine per la realizzazione delle micro vinificazione.
Il personale complessivamente coinvolto nelle attività progettuali è il seguente:
Ente Personale Qualifica/funzione Attività
! Direzione
generale
! Programmazione
C.A. Panont e controllo
Direttore
R. Pontiroli ! Microvinificazioni
Tecnico laureato
B. Savinelli
Tecnico laureato e analisi sensoriale
RICCAGIOIA I. Pasquale
Tecnico laureato !
(Co.co.pro.)
Ragioniere Microvinificazione e
P. Prè
Tecnico laureato analisi sensoriale
A. Albertotti
! Rendicontazione
finanziaria
! Amministrazione
! Coordinamento
scientifico
U.C.S.C. - Istituto di A. Vercesi Ricercatore
Frutti-viticoltura di M. Gatti Tecnico
! Elaborazione
Piacenza N. Ferrari Segretaria dati
! Stesura relazioni
annuali
Coldiretti di Mantova M. Bernini Tecnico ! Divulgazione
Centro Vitivinicolo di
Brescia
M. Tonni Tecnico ! Divulgazione
Fondazione Fojanini
di Sondrio
N. Bongiolatti Tecnico ! Divulgazione
7. DATI FINANZIARI
Descrizione dei costi - Anno 2012 Importo €
RICCAGIOIA
Personale:
Direzione +
1 Co.Co.Pro. per 3 mesi
25. Descrizione dei costi - Anno 2012 Importo €
RICCAGIOIA
Personale:
Direzione +
1 Co.Co.Pro. per 3 mesi
Spese di esercizio: prodotti enologici e
materiale di consumo cantina
Spese generali
Totale
Istituto di Frutti-Viticoltura di Piacenza
Personale
Missioni
Spese di esercizio: (Materiale di consumo per
analisi chimiche e sensoriali)
Spese generali
Totale
Valore totale progetto
Costo a carico della Regione Lombardia
Cofinanziamento Università di Piacenza
PROGETTO N.4
LISTE DI ORIENTAMENTO VARIETALE PER IL MELO E I PICCOLI FRUTTI IN
LOMBARDIA - ANNO 2011
ACRONIMO
LISTEFRUTTA
1. Analisi dei fabbisogni e stato dell’arte
1.1 Melo
Con i suoi 1919 ettari in coltivazione (Istat, 2010), il melo in Regione Lombardia rappresenta
la specie da frutto più importante, occupando il 44% della superficie a fruttiferi. La produzione,
di 50.483 t, è ottenuta soprattutto in provincia di Sondrio (35.870 t), seguita da quelle di
Mantova (6.510 t) e Pavia (5.302 t). In totale queste tre province producono più del 94% delle
mele lombarde. In queste aree la melicoltura rappresenta una tradizione che fonda le sue
radici nella prima metà del novecento, quando le coltivazioni erano di tipo famigliare (per
autoconsumo o per i mercati locali), estensive e caratterizzate da una elevata consociazione
di specie (mele, pere, pesche , susine e ciliegie) e di cultivar. Ad esempio in Valtellina le più
diffuse erano Renetta del Canada, la Rosa Mantovana, la Belfiore rossa, la Pearmain dorata,
la Calvilla bianca. Ad un certo punto queste coltivazioni furono sostituite da impianti
specializzati, intensivi, che, per quanto riguarda la Valtellina, furono realizzati a seguito della
riconversione di vigneti, seminativi, prati, avviata già prima della seconda guerra mondiale da
lungimiranti imprenditori di Ponte in Valtellina. Delle mele prodotte a Sondrio nel 1948 il “15%
era di Delicious giallo, il 10% di Deliciuos rosso, il 10% di Renetta Canadà, il 5% di Starking e
il 5% di Stayman “ (Breviglieri, 1949); quindi molte cultivar straniere (americane) adatte a
soddisfare un mercato più ampio di quello locale. Questa tradizione è andata sempre più
consolidandosi fino al riconoscimento qualitativo IGP (2010) relativamente alle mele della
Valtellina.
Il mondo dei mele e delle mele è una realtà molto dinamica soprattutto per la vivace e
costante offerta di novità varietali in grado di meglio rispondere sia alle richieste di un
consumatore sempre più informato ed esigente - che consuma prodotto fresco, ma anche
trasformato in succhi, frutta essiccata, IV gamma - sia alle necessità di sviluppare modelli
colturali sostenibili, quindi in primo luogo utilizzando genotipi di comprovata resistenza agli
stress biotici o abiotici a cui la pianta è sottoposta, sia , infine, in grado di essere produttive,
commercialmente valide e serbevoli. Sembra un po’ il problema della quadratura del cerchio
quello di mettere insieme tutti gli aspetti pregevoli in una cultivar! Comunque oggi ai
consumatori, sempre più studiati e distinti in tipologie geografiche (es. consumatori del bacino
del mediterraneo, del centro nord Europa, asiatici, arabi, ecc.) vengono offerte mele
26. distinguibili dal punto di vista organolettico in tipologie in funzione del sapore dolce e o acido,
della compattezza e croccantezza della polpa e della aromaticità più o meno spiccata. Inoltre,
sono sempre più frequenti novità varietali rappresentate da cultivar resistenti ad avversità
biotiche, come è il caso di quelle Ticchiolatura Resistenti (TR) delle quali le più recenti
mostrano elevata qualità organolettica e commerciale e sono molto adatte alla coltura
biologica.
Per il futuro la melicoltura regionale Lombarda deve saper mantenere rinnovata l’offerta
varietale se intende conservare spazi sia sul mercato locale, sia e soprattutto su quello
extralocale.
Il melo, forse più di ogni altra specie da frutto, consente il raggiungimento di elevati standard
qualitativi, solo dove viene ottimizzato il binomio cultivar - ambiente. Ciò perché certi ambienti
sono in grado di esaltarne importanti caratteristiche qualitative del frutto quali la forma, il
colore, e la croccantezza. Perciò, senza un’adeguata valutazione agronomica e pomologica,
l’elevato numero di nuove cultivar commercializzate può disorientare il frutticoltore e
rappresentare un fattore di rischio per il settore commerciale. Quindi è opportuno che sia
preventivamente saggiata per la verifica del suo adattamento ai differenti areali di
coltivazione. Fin dal 1997, quando ha preso avvio il progetto regionale “Valorizzazione della
frutticoltura lombarda”, sono stati allestiti campi di confronto varietale, per fornire orientamenti
nella scelta delle diverse cultivar per la frutticoltura lombarda. Tali campi, realizzati nei tre
tipici ambienti di coltura della regione, montagna, collina e pianura, nel tempo, sono stati
opportunamente ampliati con la posa a dimora dei nuovi genotipi resisi disponibili. Nel 2002, a
tale lavoro è subentrato il progetto, sempre di respiro regionale, denominato “Osservazione
di nuove varietà di melo e selezione di ecotipi locali ai fini della caratterizzazione della
frutticoltura lombarda”, che aveva tra gli obiettivi la prosecuzione delle attività di rilevamento
bio-agronomico per il confronto varietale di genotipi vecchi e nuovi. A partire dal 2008 l’attività
di sperimentazione è stata riconosciuta a livello regionale come Servizio. Questa nuova
veste assicura al progetto il sostegno tecnico-economico della Regione Lombardia
1.2 Piccoli frutti
Per quanto riguarda i piccoli frutti, nonostante il diffuso e crescente interesse dei consumatori
l’Italia figura agli ultimi posti nelle statistiche di produzione dei Paesi Europei anche se,
recentemente si è assistito ad un incremento sia delle superfici coltivate che della
produzione. Le statistiche ufficiali, probabilmente sottostimate per la difficoltà di rilevare le
produzioni degli impianti più piccoli, autoconsumata o commercializzata sul posto, riportano,
per il 2010, una produzione di lamponi di 1800 t, su una superficie totale di 350 Ha e una
produzione di 1500 t di mirtilli su una superficie complessiva di 200 Ha (FAO). Questi dati,
confrontati con quelli di circa quindici anni fa (ISTAT e ISMEA) che indicano una sostanziale
stazionarietà nella produzione di lampone, ma soprattutto per il mirtillo si è assistito ad un
notevole incremento della superficie che è più che raddoppiata dal 1994 con un incremento
della produzione da 172 a 1500 t, ossia di quasi 8 volte. Di questo vero e proprio boom della
coltivazione del mirtillo ne abbiamo un chiaro esempio, in Lombardia dove in Valtellina in pochi
anni, partendo da zero, si sono superati i 30 Ha di mirtillo e si assiste talvolta all’espianto del
melo, principale coltura frutticola Valtellinese, per far posto al mirtillo. I piccoli frutti fan
concorrenza alla frutticoltura tradizionale! Il lampone, invece, è tradizionalmente presente
nelle province di Bergamo, Como, Varese e Lecco, con una produzione complessiva
regionale di poco più di 150 t. Nonostante il lusinghiero sviluppo delle produzioni nazionali di
piccoli frutti, siamo però ancora molto lontani dal soddisfare la richiesta nazionale che si
aggira oggi sulle 15.000 t totali di cui almeno 3-4.000 t di prodotto fresco
Nel 2002 venne avviato il primo progetto in Regione Lombardia relativo ai piccoli frutti di
durata triennale dal titolo” “Valorizzazione aree marginali attraverso la coltivazione di specie
frutticole in grado di fornire prodotti di qualità” (D.G.R. 31 maggio 2002 n. 7/9182) che aveva
tra gli scopi di “favorirne la diffusione in aree vocate, e quindi idonee a produzioni di qualità, di
nuove cultivar e di migliori tecniche di coltivazione di lampone, rovo e mirtillo gigante,
valorizzando aree marginali a rischio di abbandono ed anche di stimolare l’associazionismo a
livello dei piccoli produttori”. Esso rappresentava un convinto intervento di finanziamento
pubblico a favore di coltivazioni con caratteristiche molto interessanti per la frutticoltura
lombarda. Infatti esse ben si prestano alla coltivazione in zone dove la coltura con specie più
“classiche” (es. melo) è marginale; i loro costi d’impianto sono relativamente bassi e
comunque velocemente ammortizzati; il know how tecnico è relativamente facile (es.
potatura) e sono adatti a coltivazioni altamente ecocompatibili (es. produzioni biologiche); il
prodotto può essere auto raccolto, venduto direttamente in azienda fresco o trasformato,
fornito dalle mani del produttore o da distributori automatici (es. Valtellina). La loro coltivazione
27. è adatta a zone turistiche, dove si pratica agriturismo, anche se talvolta sarebbe auspicabile
la costituzione di forme associative di produttori/commercianti in grado di concentrare
l’offerta, spesso troppo frammentata, verso mercati meno locali. Non ultimo è l’interesse per i
piccoli frutti dei frutticoltori hobbisti che li coltivano in giardino, piuttosto che in vaso.
Quindi ad oggi esistono in aree rappresentative della frutticoltura lombarda esperienze di
coltivazione diretta di novità varietali di melo e piccoli frutti a cui fanno sempre più riferimento i
frutticoltori locali o comunque coloro che intendono avviare la coltivazione di queste specie
sempre più tipiche per la Regione Lombardia. I risultati sinora ottenuti hanno consentito di
stilare Liste varietali regionali pubblicate in specifici quaderni, nonché di collaborare alla
redazione delle Liste varietali nazionali che annualmente vengono pubblicate su riviste
tecnico-scientifiche del settore.
1.3 Bibliografia
Di seguito viene riportata tutta la bibliografia relativa a pubblicazioni vere e proprie e ad
opuscoli prodotti dalle UU.OO nell’ultimo quinquennio, avente come oggetto le cultivar
elencate in questo progetto.
AA.VV., 2007. La coltivazione dei piccoli frutti per la valorizzazione delle aree marginali.
Quaderni della ricerca Regione Lombardia, n. 66, pp.64.
AA.VV., 2007. Liste varietali. Piccoli frutti. Terra e vita, suppl. n.26 :76-83 .A
AA.VV., 2008. Lampone, mirtillo e rovo , le varietà consigliate per il 2008.L’Inf. Agrario, 19 :
55-60.
AA.VV., 2008. Coltivazione dei piccoli frutti nelle aree marginali Valtellinesi. Concreta
Magazine n. 55, settembre: 80-83.
AA.VV., 2008. Varietà più interessanti di Mirtillo Gigante Americano da coltivare in Valtellina e
Lombardia. Opuscolo prodotto in occasione della mostra pomologica tenutasi alla
Fondazione Fojanini nel corso dell’iniziativa “Porte Aperte Fojanini”.
AA.VV., 2009. Scegliere la varietà giusta di lampone, mirtillo e rovo. L’Inf. Agrario, 19: 40-45.
AA.VV., 2010. Sempre più mirtillo nelle liste dei piccoli frutti. L’Inf. Agrario, 15: 41-45.
AA.VV. 2011. Scegliere la cultivar di lampone, mirtillo e rovo per il 2011. L’Inf. Agrario, 20 :
58-61.i
AA.VV.2011. Dal mirtillo alla mora, tanti piccoli frutti da coltivare. Lombardia verde, luglio :
37-41
AA.VV. 2012. Alla scoperta del fior fiore della melicoltura. Lombardia verde, gennaio : 37-41.
Casiraghi E., Sinelli N., Beghi R., Guidetti R., Spinardi A, Folini L., 2008.Evaluation for grapes
and blueberries quality parameters by a NIR spectroscopy. Ninth International
Vaccinium Symposium. Corvallis, OR, 13-17 July.
Colombo A., Ughini V., Eccher T., Granelli G., Perego I., Folini L., 2008. Valutazioni varietali e
di tecnica colturale per la filiera piccoli frutti per il consumo fresco e la IV gamma.
Convegno “Stato della ricerca agricola in Lombardia. Settore Coltivazioni Arboree”.
Colombo, A., Perego, I., Eccher, T., Granelli, G., Ughini,. V. 2007. Osservazione di nuove
varietà di melo e selezione di ecotipi locali ai fini della caratterizzazione della frutticoltura
lombarda. Convegno “Stato della ricerca agricola in Lombardia. Settore Coltivazioni
Erbacee.
Eccher T., Bacchetta M ., Granelli G., 2008 - Long Term Effects of Ericoid Endomycorrhizae
on the Growth of Micropropagated Plants of Vaccinium corymbosum L. in the Field. Acta
Hort. 810:657-664.
Eccher T., Genna A., Granelli G., Senesi E., Ughini V., 2008.Screening of raspberry and
blackberry cultivars for ready to eat products. Europe-Asia Symposium on Quality
Mangement in Post harvest Systems, Acta Hort. 804: 399-404.
Eccher T., Granelli G., 2006 - Fruit Quality and Yield of Different Apple Cultivars as Affected
by Tree Density. Fourth Int. Conf.on Managing Quality in Chain. Acta Horticulturae 712:
535-540.
Eccher T., Noè N., Bacchetta M., 2006 - The Influence of Ericoid Endomycorrhizae and
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8th international Symposium on Vaccinium Culture, Oeiras, Portugal, and Seville, Spain,
3-9 May, 2004. Acta Horticulturae, 715: 411-416.