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Tipologie dei rischi
Concetti generali e scenari di rischio

                        Dr. Carlo Alberto Cucchia
Obiettivi

   Definizione di rischio
   Dispositivo di PC in generale
   Principali scenari di rischio
         NATURALE
         ANTROPICO
   Strumenti di previsione e prevenzione.
CONCETTO DI RISCHIO
   E’ la possibilità che si verifichi un evento dannoso di
    carattere incerto ed è definibile in termini matematici
    come una funzione di tre termini:



         SCENARIO INCIDENTALE, evoluzione dell’incidente, sequenza di eventi (vedi evento iniziatore)
         PROBABILITA’ (di avvenimento dello scenario), frequenza di accadimento (solitamente in un
          anno)
         DANNO (conseguente all’evento), o magnitudo. N° morti, feriti, danni potenziali alle infrastrutture
          e all’ambiente.


   Più formalmente:
CONCETTO DI RISCHIO
   Quindi avremo che:



   Come abbassiamo il rischio? Ad es. applicando dei
    valori ad azioni di mitigazione:
        α - Strumenti di prevenzione
        β - Procedure operative        sse < 1
        γ - …..
RISCHI
   Quali rischi? (di massima)


                  NATURALI               ANTROPICI

    - Sismico                    - Incidenti industriali (334/99)
    - Vulcanico                  - Incendi
    - Idrologico                 - Strutturali (infrastrutture)
         - Neve                       - NB: diretto o indiretto
         - Valanghe              - Altri…
         - Uragani
         - Siccità               -….Difesa Civile
    - Idrogeologico
         - Frane
PROTEZIONE CIVILE
   Complessa organizzazione nazionale, opera ai fini
    della salvaguarda della vita e dei beni.
       L. 225/92 – Previsione, prevenzione, soccorso, ripristino.
       Ecc ecc ecc….




        La differenza tra Protezione e Difesa, pur di fronte ad un comune
        obiettivo*, è nel modo di leggere il contesto ed attuare l’azione
        necessaria.

        --------- > Resilienza: protezione e difesa del cittadino
FASI
   ATTENZIONE: è noto che in una certa area
    potrebbe verificarsi un certo evento, in un certo
    momento.
         PREVENZIONE, Piani di PC.


   PREALLARME: l’evento è ritenuto tangibile nell’arco
    di poco tempo.
         I Piani di PC vengono implementati


   ALLARME: l’evento è appena avvenuto.
         Si sta operando
RISCHI
NATURALI
SISMICO
   L’Italia è uno dei Paesi a maggiore rischio sismico
    del Mediterraneo ... Perché?
                   ZOLLA EUROASIATICA




                      ZOLLA AFRICANA
SISMICO




    12k km
SISMICO
   Meccanismo d’azione:
       L’involucro solido della superficie del pianeta (litosfera), è
        composto da placche (tettonica a placche o zolle), che
        premono le une contro le altre. I movimenti delle zolle
        determinano in profondità condizioni di sforzo e di
        accumulo di energia.
SISMICO
   Conseguenze:
   in funzione di Δt avremo che il materiale oggetto di sforzo
    arriverà al limite di resistenza, con rottura e formazione di
    faglie.

   L’energia accumulata nel tempo viene liberata e si verifica
    il terremoto.
SISMICO




Qui si generano le onde (P,
S ..poi .. R, L)
SUPERFICIE
SISMICO
SISMICO
   Sistemi di previsione:
       Non esiste alcun metodo che permetta di prevedere
        esattamente data, luogo e dimensione.
       Ma è possibile fare una previsione in termini di probabilità basata
        sullo storico.

       Ciò significa studiare la sismicità storica da un lato, e dall’altro
        seguire i fenomeni sismici in atto. (ricorrenza)

       Fenomeni precursori: studio e rilevamento di valori anomali di
        certi parametri o grandezze (onde P, che possono rallentare fino al
        10%); sollevamento e subsidenza.

       Precursori geochimici, gas inerti come Ar, Rn, He, Ne, Xe liberati
        prima di un terremoto e individuabili nelle acque sotterranee
        limitrofe. Variazione dei livelli di pozzi e portata di sorgenti (acqua
        torbida). ∆t acque
SISMICO
   Sistemi di prevenzione:
       La previsione stessa (in questo caso la zonazione) tende,
        come per gli altri rischi, a prevenire quindi mitigare gli
        eventuali effetti sulle persone.

       Norme di costruzione antisismica

       Idonei sistemi di allarme ed evacuazione

       Procedure di sicurezza e D.P.I.
VULCANICO
   La pericolosità di un vulcano dipende dal tipo di
    eruzione a cui esso dà luogo.

         EFFUSIVA: colate laviche lente, si ha, infatti, tutto il tempo
          necessario per evacuare la zona.

         ESPLOSIVA: emissione di grandi quantità di materiali eiettati
          dal vulcano, solidi e gas (piroclasti), nemmeno un’azione
          tempestiva può scongiurare la catastrofe.
VULCANICO
   la localizzazione dei vulcani è ben nota, gli interventi
    di previsione e di prevenzione possono essere più
    efficaci che nel caso dei sismi.
CLASSIFICAZIONE SISMICA


  Classificazione
 Sismica dell’Italia
    ANNO 2003



 1          2         3         4

     Ordinanza PCM 3274 del 20/03/2003
VULCANICO
   Elementi per la valutazione di attività vulcanica:

         DEFORMAZIONE DEL SUOLO
         CAMPO GRAVIMETRICO variazioni del campo gravitazionale
          in base al magma sottostante
         CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE DELLE FUMAROLE
VULCANICO
   In Italia:
       Stromboli, iperattivo, esplosivo (3-5 eventi l’ora)

       Etna , alta attività effusiva

       Vesuvio, assenza di attività vulcanica evidente (*)

       Campi Flegrei, bassa attività sismica costante

       Vulcano, condizione di riposo, intensa emissione di gas

       Ischia, attività vulcanica limitata, costante, emissione di gas

       I vulcani sottomarini del Tirreno, Marsili vulcano + grande
        d’Europa,(50km), non vi è accesso diretto, ma l’attività è
        dimostrata da fluidi ad alta temperatura che depositano sul fondo
        marino solfuri di piombo, rame, zinco e ossidi e idrossidi di ferro e
        manganese.
IDROLOGICO
   Ciclo dell’acqua…
           « Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma »




                                        RISCHIO PIENA / ESONDAZIONE….
IDROLOGICO
   Bacino idrografico: è l'area topografica di raccolta
    delle acque confluenti verso un determinato corpo
    idrico recettore.

                                            spartiacque
IDROLOGICO
   Corso d’acqua: SI DIFFERENZIA, in 3 tratti:

       SUPERIORE o torrenziale, breve e veloce, erosione verso valle
       INTERMEDIO o vallivo, cascate e rapide ai primi stadi
       INFERIORE o di pianura
           Meandri, accentuano sempre più la loro curvatura, col tempo i due colli si uniscono
            formando un laghetto a ferro di cavallo
           Attività deposizionale, ad es. isole.
IDROLOGICO
   Dimensione verticale:
IDROLOGICO
   Rischio piena ed esondazione:
       Afflusso meteorico sul bacino idrografico (o scioglimento)
       Saturazione del terreno
       Concetto di “pioggia efficace”
       L’acqua confluisce sul canale principale
       Incremento di portata                         AREA
                                                     FLUSSO


                                             VELOCITA’



                                  CONSEGUENZE
Genesi fluviale
???
IDROLOGICO
   Durante una piena vi è un alto trasporto di inerte
    che va a depositarsi dove meno lo si desidera
    creando seri problemi (strade, abitazioni).

   INFLUENZA ANTROPICA:

       TAGLIO DEI BOSCHI: Può ampliare i picchi di piena aumentando il rischio
        d’esondazione.

       URBANIZZAZIONE: impermeabilizza il suolo riducendo l’infiltrazione e
        accelerando il deflusso superficiale
IDROLOGICO
    FATTORI DI VALUTAZIONE:
   Le abitazioni dovrebbero essere costruite nelle zone prive di rischio
    idrologico


   I canali dovrebbero essere lasciati liberi senza ostruzioni


   Il rimboschimento di pendici riduce il deflusso e smorza l’intensità delle
    piene, ma se il suolo è saturo la copertura non serve a niente.


   La velocità di deflusso è anche diminuita da pratiche agricole particolari (ad
    es. arare seguendo le isoipse, terrazzamenti).
IDROLOGICO
   CASSE D’ESPANSIONE:
     Si riempiono quando il livello sale particolarmente, in
      periodi di “magra” possono essere coltivate ma non
      abitate
IDROLOGICO
Fiume Tagliamento –
Regione Friuli

L'area delle tre casse di
espansione-laminazione
previste dal progetto:
1) ha 240
2-3) ha 430
IDROLOGICO
 AZIONI                 D’EMERGENZA
   Il successo operativo di questi interventi dipende dalla capacità di
    previsione delle piene e dall’efficacia dei sistemi d’allarme:

       AVVISI RADIO-TELEVISIVI
       AVVISI DIFFUSI CON ALTOPARLANTI VIA TERRA O ARIA (elicotteri)


       MODELLISTICA IDROLOGICA
           RADIOTRASMITTENTI ACCOPPIATE A PLUVIOMETRI, che inviano dati ad un pc che li
            decodifica e li analizza*
           SCANSIONE RADAR DELLA PIOGGIA, in modo da combinare ad un modello di un idrogramma di
            piena per favorire previsioni in tempo reale mentre una piena sta montando
IDROLOGICO

 IDROLOGICO




          IDROGEOLOGICO
IDROGEOLOGICO
   Rischio connesso all'instabilità dei pendii dovuta
    a particolare conformazione geologica e
    geomorfologica di questi ed in conseguenza di
    particolari condizioni ambientali, meteorologiche
    e climatiche che coinvolgono le acque e il loro
    ciclo nel suolo
   DISSESTO IDROGEOLOGICO
     insieme dei processi morfologici* che hanno
      un'azione incisiva nei confronti del suolo e
      QUINDI dei manufatti.
IDROGEOLOGICO
IDROGEOLOGICO
   FRANE
(dip. dalla morfologia)


       CROLLO
           Distacco di roccia
       RIBALTAMENTO
       SCIVOLAMENTO
       COLAMENTO
       SMOTTAMENTO

           Piccole frane
IDROGEOLOGICO
   FRANE
(dip. dalla morfologia)


       CROLLO
           Distacco di roccia
       RIBALTAMENTO
       SCIVOLAMENTO
       COLAMENTO
       SMOTTAMENTO

           Piccole frane
La frana del Vajont
Un fenomeno naturale trasformato dall’uomo in tragedia



                                     “Un sasso è caduto in un
                                    bicchiere, l’acqua è uscita
                                    sulla tovaglia. Tutto qua. Solo
                                    che il sasso era grande come
                                    una montagna, il bicchiere
                                    alto centinaia di metri, e giù
                                    sulla tovaglia, stavano
                                    migliaia di creature umane
                                    che non potevano
                                    difendersi”.
                                    - Dino Buzzati -
Il 9 ottobre 1963 oltre 240
                                milioni di metri cubi di roccia
                                scivolarono nel lago alla
                                velocità di 20-25 m/s




Longarone 8 0ttobre 1963      Longarone 9 ottobre 1963

               1917 VITTIME
RISCHI
ANTROPICI
RISCHIO INCENDIO

  Boschivi              urbani
Industriali




Triangolo del fuoco….
RISCHIO TRASPORTI
Codice Kemler
CODICE DI PERICOLO

 PRIMA CIFRA                                  CODICE DELLA MATERIA
 = Pericolo principale
 2 Gas                                        N° ONU
 3 Liquido infiammabile   SECONDA CIFRA
 4 Solido infiammabile    = PERICOLO ACCESSORIO
 5 Comburente
 6 Tossico                1 Esplosione
 7 Radioattivo            2 Emanazione gas
 8 Corrosivo              3 Infiammabile
 9 Pericolo di reazione   5 Comburente
 violenta spontanea
                          6 Tossico
                          8 Corrosivo
                          9 Reazione violenta
                          (decomposizione spontanea)
Codice della materia (numero O.N.U.)
1001 acetilene                  1079 anidride solforosa         1613 acido cianidrico

1005 ammoniaca anidra           1089 acetaldeide                1654 nicotina

1011 butano                     1090 acetone                    1680 cianuro potassio

1016 ossido di carbonio         1114 benzolo                    1710 trielina

1017 cloro                      1134 clorobenzene               1779 acido formico

1027 ciclopropano               1170 alcool etilico             1791 ipoclorito di sodio

1028 freon 12                   1202 gasolio                    1805 acido fosforico

1038 etilene                    1203 benzina                    1823 soda caustica

1040 ossido di etilene          1223 kerosene                   1869 magnesio

1045 fluoro                     1230 alcool metilico            1888 cloroformio

1049 idrogeno                   1267 petrolio                   1971 metano

1050 acido cloridrico           1268 olio lubrificanti motori   2015 acqua ossigenata

1053 acido solfidrico           1381 fosforo                    2304 naftalina

1072 ossigeno                   1402 carburo di calcio          2209 formaldeide

1075 GPL                        1428 sodio                      2761 ddt

1076 fosgene                    1547 anilina                    9109 solfato di rame
INDUSTRIALE
   Legge 334/99 e s.m.i.
       Tutte le attività industriali che dichiarano un certo
        quantitativo di sostanze pericolose (vedi allegati) deve
        provvedere a redigere il PEI e il PEE
Contatti:

   carloalberto.cucchia@gmail.com

   +39 347 54 41 134
   +39 335 54 94 195

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Rischi naturali ed antropici

  • 1. Tipologie dei rischi Concetti generali e scenari di rischio Dr. Carlo Alberto Cucchia
  • 2. Obiettivi  Definizione di rischio  Dispositivo di PC in generale  Principali scenari di rischio  NATURALE  ANTROPICO  Strumenti di previsione e prevenzione.
  • 3. CONCETTO DI RISCHIO  E’ la possibilità che si verifichi un evento dannoso di carattere incerto ed è definibile in termini matematici come una funzione di tre termini:  SCENARIO INCIDENTALE, evoluzione dell’incidente, sequenza di eventi (vedi evento iniziatore)  PROBABILITA’ (di avvenimento dello scenario), frequenza di accadimento (solitamente in un anno)  DANNO (conseguente all’evento), o magnitudo. N° morti, feriti, danni potenziali alle infrastrutture e all’ambiente.  Più formalmente:
  • 4. CONCETTO DI RISCHIO  Quindi avremo che:  Come abbassiamo il rischio? Ad es. applicando dei valori ad azioni di mitigazione: α - Strumenti di prevenzione β - Procedure operative sse < 1 γ - …..
  • 5. RISCHI  Quali rischi? (di massima) NATURALI ANTROPICI - Sismico - Incidenti industriali (334/99) - Vulcanico - Incendi - Idrologico - Strutturali (infrastrutture) - Neve - NB: diretto o indiretto - Valanghe - Altri… - Uragani - Siccità -….Difesa Civile - Idrogeologico - Frane
  • 6. PROTEZIONE CIVILE  Complessa organizzazione nazionale, opera ai fini della salvaguarda della vita e dei beni.  L. 225/92 – Previsione, prevenzione, soccorso, ripristino.  Ecc ecc ecc…. La differenza tra Protezione e Difesa, pur di fronte ad un comune obiettivo*, è nel modo di leggere il contesto ed attuare l’azione necessaria. --------- > Resilienza: protezione e difesa del cittadino
  • 7. FASI  ATTENZIONE: è noto che in una certa area potrebbe verificarsi un certo evento, in un certo momento.  PREVENZIONE, Piani di PC.  PREALLARME: l’evento è ritenuto tangibile nell’arco di poco tempo.  I Piani di PC vengono implementati  ALLARME: l’evento è appena avvenuto.  Si sta operando
  • 9. SISMICO  L’Italia è uno dei Paesi a maggiore rischio sismico del Mediterraneo ... Perché? ZOLLA EUROASIATICA ZOLLA AFRICANA
  • 10. SISMICO 12k km
  • 11. SISMICO  Meccanismo d’azione:  L’involucro solido della superficie del pianeta (litosfera), è composto da placche (tettonica a placche o zolle), che premono le une contro le altre. I movimenti delle zolle determinano in profondità condizioni di sforzo e di accumulo di energia.
  • 12.
  • 13. SISMICO  Conseguenze:  in funzione di Δt avremo che il materiale oggetto di sforzo arriverà al limite di resistenza, con rottura e formazione di faglie.  L’energia accumulata nel tempo viene liberata e si verifica il terremoto.
  • 14. SISMICO Qui si generano le onde (P, S ..poi .. R, L)
  • 16.
  • 17.
  • 19. SISMICO  Sistemi di previsione:  Non esiste alcun metodo che permetta di prevedere esattamente data, luogo e dimensione.  Ma è possibile fare una previsione in termini di probabilità basata sullo storico.  Ciò significa studiare la sismicità storica da un lato, e dall’altro seguire i fenomeni sismici in atto. (ricorrenza)  Fenomeni precursori: studio e rilevamento di valori anomali di certi parametri o grandezze (onde P, che possono rallentare fino al 10%); sollevamento e subsidenza.  Precursori geochimici, gas inerti come Ar, Rn, He, Ne, Xe liberati prima di un terremoto e individuabili nelle acque sotterranee limitrofe. Variazione dei livelli di pozzi e portata di sorgenti (acqua torbida). ∆t acque
  • 20. SISMICO  Sistemi di prevenzione:  La previsione stessa (in questo caso la zonazione) tende, come per gli altri rischi, a prevenire quindi mitigare gli eventuali effetti sulle persone.  Norme di costruzione antisismica  Idonei sistemi di allarme ed evacuazione  Procedure di sicurezza e D.P.I.
  • 21. VULCANICO  La pericolosità di un vulcano dipende dal tipo di eruzione a cui esso dà luogo.  EFFUSIVA: colate laviche lente, si ha, infatti, tutto il tempo necessario per evacuare la zona.  ESPLOSIVA: emissione di grandi quantità di materiali eiettati dal vulcano, solidi e gas (piroclasti), nemmeno un’azione tempestiva può scongiurare la catastrofe.
  • 22.
  • 23.
  • 24.
  • 25. VULCANICO  la localizzazione dei vulcani è ben nota, gli interventi di previsione e di prevenzione possono essere più efficaci che nel caso dei sismi.
  • 26. CLASSIFICAZIONE SISMICA  Classificazione Sismica dell’Italia ANNO 2003 1 2 3 4 Ordinanza PCM 3274 del 20/03/2003
  • 27. VULCANICO  Elementi per la valutazione di attività vulcanica:  DEFORMAZIONE DEL SUOLO  CAMPO GRAVIMETRICO variazioni del campo gravitazionale in base al magma sottostante  CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE DELLE FUMAROLE
  • 28. VULCANICO  In Italia:  Stromboli, iperattivo, esplosivo (3-5 eventi l’ora)  Etna , alta attività effusiva  Vesuvio, assenza di attività vulcanica evidente (*)  Campi Flegrei, bassa attività sismica costante  Vulcano, condizione di riposo, intensa emissione di gas  Ischia, attività vulcanica limitata, costante, emissione di gas  I vulcani sottomarini del Tirreno, Marsili vulcano + grande d’Europa,(50km), non vi è accesso diretto, ma l’attività è dimostrata da fluidi ad alta temperatura che depositano sul fondo marino solfuri di piombo, rame, zinco e ossidi e idrossidi di ferro e manganese.
  • 29. IDROLOGICO  Ciclo dell’acqua… « Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma » RISCHIO PIENA / ESONDAZIONE….
  • 30. IDROLOGICO  Bacino idrografico: è l'area topografica di raccolta delle acque confluenti verso un determinato corpo idrico recettore. spartiacque
  • 31.
  • 32. IDROLOGICO  Corso d’acqua: SI DIFFERENZIA, in 3 tratti:  SUPERIORE o torrenziale, breve e veloce, erosione verso valle  INTERMEDIO o vallivo, cascate e rapide ai primi stadi  INFERIORE o di pianura  Meandri, accentuano sempre più la loro curvatura, col tempo i due colli si uniscono formando un laghetto a ferro di cavallo  Attività deposizionale, ad es. isole.
  • 33. IDROLOGICO  Dimensione verticale:
  • 34. IDROLOGICO  Rischio piena ed esondazione:  Afflusso meteorico sul bacino idrografico (o scioglimento)  Saturazione del terreno  Concetto di “pioggia efficace”  L’acqua confluisce sul canale principale  Incremento di portata AREA FLUSSO VELOCITA’ CONSEGUENZE
  • 35.
  • 37. ???
  • 38. IDROLOGICO  Durante una piena vi è un alto trasporto di inerte che va a depositarsi dove meno lo si desidera creando seri problemi (strade, abitazioni).  INFLUENZA ANTROPICA:  TAGLIO DEI BOSCHI: Può ampliare i picchi di piena aumentando il rischio d’esondazione.  URBANIZZAZIONE: impermeabilizza il suolo riducendo l’infiltrazione e accelerando il deflusso superficiale
  • 39. IDROLOGICO FATTORI DI VALUTAZIONE:  Le abitazioni dovrebbero essere costruite nelle zone prive di rischio idrologico  I canali dovrebbero essere lasciati liberi senza ostruzioni  Il rimboschimento di pendici riduce il deflusso e smorza l’intensità delle piene, ma se il suolo è saturo la copertura non serve a niente.  La velocità di deflusso è anche diminuita da pratiche agricole particolari (ad es. arare seguendo le isoipse, terrazzamenti).
  • 40. IDROLOGICO  CASSE D’ESPANSIONE:  Si riempiono quando il livello sale particolarmente, in periodi di “magra” possono essere coltivate ma non abitate
  • 42. Fiume Tagliamento – Regione Friuli L'area delle tre casse di espansione-laminazione previste dal progetto: 1) ha 240 2-3) ha 430
  • 43. IDROLOGICO  AZIONI D’EMERGENZA  Il successo operativo di questi interventi dipende dalla capacità di previsione delle piene e dall’efficacia dei sistemi d’allarme:  AVVISI RADIO-TELEVISIVI  AVVISI DIFFUSI CON ALTOPARLANTI VIA TERRA O ARIA (elicotteri)  MODELLISTICA IDROLOGICA  RADIOTRASMITTENTI ACCOPPIATE A PLUVIOMETRI, che inviano dati ad un pc che li decodifica e li analizza*  SCANSIONE RADAR DELLA PIOGGIA, in modo da combinare ad un modello di un idrogramma di piena per favorire previsioni in tempo reale mentre una piena sta montando
  • 44. IDROLOGICO  IDROLOGICO IDROGEOLOGICO
  • 45. IDROGEOLOGICO  Rischio connesso all'instabilità dei pendii dovuta a particolare conformazione geologica e geomorfologica di questi ed in conseguenza di particolari condizioni ambientali, meteorologiche e climatiche che coinvolgono le acque e il loro ciclo nel suolo  DISSESTO IDROGEOLOGICO  insieme dei processi morfologici* che hanno un'azione incisiva nei confronti del suolo e QUINDI dei manufatti.
  • 47. IDROGEOLOGICO  FRANE (dip. dalla morfologia)  CROLLO  Distacco di roccia  RIBALTAMENTO  SCIVOLAMENTO  COLAMENTO  SMOTTAMENTO  Piccole frane
  • 48. IDROGEOLOGICO  FRANE (dip. dalla morfologia)  CROLLO  Distacco di roccia  RIBALTAMENTO  SCIVOLAMENTO  COLAMENTO  SMOTTAMENTO  Piccole frane
  • 49.
  • 50.
  • 51.
  • 52.
  • 53.
  • 54.
  • 55. La frana del Vajont Un fenomeno naturale trasformato dall’uomo in tragedia “Un sasso è caduto in un bicchiere, l’acqua è uscita sulla tovaglia. Tutto qua. Solo che il sasso era grande come una montagna, il bicchiere alto centinaia di metri, e giù sulla tovaglia, stavano migliaia di creature umane che non potevano difendersi”. - Dino Buzzati -
  • 56. Il 9 ottobre 1963 oltre 240 milioni di metri cubi di roccia scivolarono nel lago alla velocità di 20-25 m/s Longarone 8 0ttobre 1963 Longarone 9 ottobre 1963 1917 VITTIME
  • 58. RISCHIO INCENDIO Boschivi urbani Industriali Triangolo del fuoco….
  • 60. Codice Kemler CODICE DI PERICOLO PRIMA CIFRA CODICE DELLA MATERIA = Pericolo principale 2 Gas N° ONU 3 Liquido infiammabile SECONDA CIFRA 4 Solido infiammabile = PERICOLO ACCESSORIO 5 Comburente 6 Tossico 1 Esplosione 7 Radioattivo 2 Emanazione gas 8 Corrosivo 3 Infiammabile 9 Pericolo di reazione 5 Comburente violenta spontanea 6 Tossico 8 Corrosivo 9 Reazione violenta (decomposizione spontanea)
  • 61. Codice della materia (numero O.N.U.) 1001 acetilene 1079 anidride solforosa 1613 acido cianidrico 1005 ammoniaca anidra 1089 acetaldeide 1654 nicotina 1011 butano 1090 acetone 1680 cianuro potassio 1016 ossido di carbonio 1114 benzolo 1710 trielina 1017 cloro 1134 clorobenzene 1779 acido formico 1027 ciclopropano 1170 alcool etilico 1791 ipoclorito di sodio 1028 freon 12 1202 gasolio 1805 acido fosforico 1038 etilene 1203 benzina 1823 soda caustica 1040 ossido di etilene 1223 kerosene 1869 magnesio 1045 fluoro 1230 alcool metilico 1888 cloroformio 1049 idrogeno 1267 petrolio 1971 metano 1050 acido cloridrico 1268 olio lubrificanti motori 2015 acqua ossigenata 1053 acido solfidrico 1381 fosforo 2304 naftalina 1072 ossigeno 1402 carburo di calcio 2209 formaldeide 1075 GPL 1428 sodio 2761 ddt 1076 fosgene 1547 anilina 9109 solfato di rame
  • 62. INDUSTRIALE  Legge 334/99 e s.m.i.  Tutte le attività industriali che dichiarano un certo quantitativo di sostanze pericolose (vedi allegati) deve provvedere a redigere il PEI e il PEE
  • 63.
  • 64.
  • 65.
  • 66. Contatti:  carloalberto.cucchia@gmail.com  +39 347 54 41 134  +39 335 54 94 195