2. Obiettivi
Definizione di rischio
Dispositivo di PC in generale
Principali scenari di rischio
NATURALE
ANTROPICO
Strumenti di previsione e prevenzione.
3. CONCETTO DI RISCHIO
E’ la possibilità che si verifichi un evento dannoso di
carattere incerto ed è definibile in termini matematici
come una funzione di tre termini:
SCENARIO INCIDENTALE, evoluzione dell’incidente, sequenza di eventi (vedi evento iniziatore)
PROBABILITA’ (di avvenimento dello scenario), frequenza di accadimento (solitamente in un
anno)
DANNO (conseguente all’evento), o magnitudo. N° morti, feriti, danni potenziali alle infrastrutture
e all’ambiente.
Più formalmente:
4. CONCETTO DI RISCHIO
Quindi avremo che:
Come abbassiamo il rischio? Ad es. applicando dei
valori ad azioni di mitigazione:
α - Strumenti di prevenzione
β - Procedure operative sse < 1
γ - …..
5. RISCHI
Quali rischi? (di massima)
NATURALI ANTROPICI
- Sismico - Incidenti industriali (334/99)
- Vulcanico - Incendi
- Idrologico - Strutturali (infrastrutture)
- Neve - NB: diretto o indiretto
- Valanghe - Altri…
- Uragani
- Siccità -….Difesa Civile
- Idrogeologico
- Frane
6. PROTEZIONE CIVILE
Complessa organizzazione nazionale, opera ai fini
della salvaguarda della vita e dei beni.
L. 225/92 – Previsione, prevenzione, soccorso, ripristino.
Ecc ecc ecc….
La differenza tra Protezione e Difesa, pur di fronte ad un comune
obiettivo*, è nel modo di leggere il contesto ed attuare l’azione
necessaria.
--------- > Resilienza: protezione e difesa del cittadino
7. FASI
ATTENZIONE: è noto che in una certa area
potrebbe verificarsi un certo evento, in un certo
momento.
PREVENZIONE, Piani di PC.
PREALLARME: l’evento è ritenuto tangibile nell’arco
di poco tempo.
I Piani di PC vengono implementati
ALLARME: l’evento è appena avvenuto.
Si sta operando
11. SISMICO
Meccanismo d’azione:
L’involucro solido della superficie del pianeta (litosfera), è
composto da placche (tettonica a placche o zolle), che
premono le une contro le altre. I movimenti delle zolle
determinano in profondità condizioni di sforzo e di
accumulo di energia.
12.
13. SISMICO
Conseguenze:
in funzione di Δt avremo che il materiale oggetto di sforzo
arriverà al limite di resistenza, con rottura e formazione di
faglie.
L’energia accumulata nel tempo viene liberata e si verifica
il terremoto.
19. SISMICO
Sistemi di previsione:
Non esiste alcun metodo che permetta di prevedere
esattamente data, luogo e dimensione.
Ma è possibile fare una previsione in termini di probabilità basata
sullo storico.
Ciò significa studiare la sismicità storica da un lato, e dall’altro
seguire i fenomeni sismici in atto. (ricorrenza)
Fenomeni precursori: studio e rilevamento di valori anomali di
certi parametri o grandezze (onde P, che possono rallentare fino al
10%); sollevamento e subsidenza.
Precursori geochimici, gas inerti come Ar, Rn, He, Ne, Xe liberati
prima di un terremoto e individuabili nelle acque sotterranee
limitrofe. Variazione dei livelli di pozzi e portata di sorgenti (acqua
torbida). ∆t acque
20. SISMICO
Sistemi di prevenzione:
La previsione stessa (in questo caso la zonazione) tende,
come per gli altri rischi, a prevenire quindi mitigare gli
eventuali effetti sulle persone.
Norme di costruzione antisismica
Idonei sistemi di allarme ed evacuazione
Procedure di sicurezza e D.P.I.
21. VULCANICO
La pericolosità di un vulcano dipende dal tipo di
eruzione a cui esso dà luogo.
EFFUSIVA: colate laviche lente, si ha, infatti, tutto il tempo
necessario per evacuare la zona.
ESPLOSIVA: emissione di grandi quantità di materiali eiettati
dal vulcano, solidi e gas (piroclasti), nemmeno un’azione
tempestiva può scongiurare la catastrofe.
22.
23.
24.
25. VULCANICO
la localizzazione dei vulcani è ben nota, gli interventi
di previsione e di prevenzione possono essere più
efficaci che nel caso dei sismi.
26. CLASSIFICAZIONE SISMICA
Classificazione
Sismica dell’Italia
ANNO 2003
1 2 3 4
Ordinanza PCM 3274 del 20/03/2003
27. VULCANICO
Elementi per la valutazione di attività vulcanica:
DEFORMAZIONE DEL SUOLO
CAMPO GRAVIMETRICO variazioni del campo gravitazionale
in base al magma sottostante
CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE DELLE FUMAROLE
28. VULCANICO
In Italia:
Stromboli, iperattivo, esplosivo (3-5 eventi l’ora)
Etna , alta attività effusiva
Vesuvio, assenza di attività vulcanica evidente (*)
Campi Flegrei, bassa attività sismica costante
Vulcano, condizione di riposo, intensa emissione di gas
Ischia, attività vulcanica limitata, costante, emissione di gas
I vulcani sottomarini del Tirreno, Marsili vulcano + grande
d’Europa,(50km), non vi è accesso diretto, ma l’attività è
dimostrata da fluidi ad alta temperatura che depositano sul fondo
marino solfuri di piombo, rame, zinco e ossidi e idrossidi di ferro e
manganese.
29. IDROLOGICO
Ciclo dell’acqua…
« Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma »
RISCHIO PIENA / ESONDAZIONE….
30. IDROLOGICO
Bacino idrografico: è l'area topografica di raccolta
delle acque confluenti verso un determinato corpo
idrico recettore.
spartiacque
31.
32. IDROLOGICO
Corso d’acqua: SI DIFFERENZIA, in 3 tratti:
SUPERIORE o torrenziale, breve e veloce, erosione verso valle
INTERMEDIO o vallivo, cascate e rapide ai primi stadi
INFERIORE o di pianura
Meandri, accentuano sempre più la loro curvatura, col tempo i due colli si uniscono
formando un laghetto a ferro di cavallo
Attività deposizionale, ad es. isole.
34. IDROLOGICO
Rischio piena ed esondazione:
Afflusso meteorico sul bacino idrografico (o scioglimento)
Saturazione del terreno
Concetto di “pioggia efficace”
L’acqua confluisce sul canale principale
Incremento di portata AREA
FLUSSO
VELOCITA’
CONSEGUENZE
38. IDROLOGICO
Durante una piena vi è un alto trasporto di inerte
che va a depositarsi dove meno lo si desidera
creando seri problemi (strade, abitazioni).
INFLUENZA ANTROPICA:
TAGLIO DEI BOSCHI: Può ampliare i picchi di piena aumentando il rischio
d’esondazione.
URBANIZZAZIONE: impermeabilizza il suolo riducendo l’infiltrazione e
accelerando il deflusso superficiale
39. IDROLOGICO
FATTORI DI VALUTAZIONE:
Le abitazioni dovrebbero essere costruite nelle zone prive di rischio
idrologico
I canali dovrebbero essere lasciati liberi senza ostruzioni
Il rimboschimento di pendici riduce il deflusso e smorza l’intensità delle
piene, ma se il suolo è saturo la copertura non serve a niente.
La velocità di deflusso è anche diminuita da pratiche agricole particolari (ad
es. arare seguendo le isoipse, terrazzamenti).
40. IDROLOGICO
CASSE D’ESPANSIONE:
Si riempiono quando il livello sale particolarmente, in
periodi di “magra” possono essere coltivate ma non
abitate
42. Fiume Tagliamento –
Regione Friuli
L'area delle tre casse di
espansione-laminazione
previste dal progetto:
1) ha 240
2-3) ha 430
43. IDROLOGICO
AZIONI D’EMERGENZA
Il successo operativo di questi interventi dipende dalla capacità di
previsione delle piene e dall’efficacia dei sistemi d’allarme:
AVVISI RADIO-TELEVISIVI
AVVISI DIFFUSI CON ALTOPARLANTI VIA TERRA O ARIA (elicotteri)
MODELLISTICA IDROLOGICA
RADIOTRASMITTENTI ACCOPPIATE A PLUVIOMETRI, che inviano dati ad un pc che li
decodifica e li analizza*
SCANSIONE RADAR DELLA PIOGGIA, in modo da combinare ad un modello di un idrogramma di
piena per favorire previsioni in tempo reale mentre una piena sta montando
45. IDROGEOLOGICO
Rischio connesso all'instabilità dei pendii dovuta
a particolare conformazione geologica e
geomorfologica di questi ed in conseguenza di
particolari condizioni ambientali, meteorologiche
e climatiche che coinvolgono le acque e il loro
ciclo nel suolo
DISSESTO IDROGEOLOGICO
insieme dei processi morfologici* che hanno
un'azione incisiva nei confronti del suolo e
QUINDI dei manufatti.
55. La frana del Vajont
Un fenomeno naturale trasformato dall’uomo in tragedia
“Un sasso è caduto in un
bicchiere, l’acqua è uscita
sulla tovaglia. Tutto qua. Solo
che il sasso era grande come
una montagna, il bicchiere
alto centinaia di metri, e giù
sulla tovaglia, stavano
migliaia di creature umane
che non potevano
difendersi”.
- Dino Buzzati -
56. Il 9 ottobre 1963 oltre 240
milioni di metri cubi di roccia
scivolarono nel lago alla
velocità di 20-25 m/s
Longarone 8 0ttobre 1963 Longarone 9 ottobre 1963
1917 VITTIME
62. INDUSTRIALE
Legge 334/99 e s.m.i.
Tutte le attività industriali che dichiarano un certo
quantitativo di sostanze pericolose (vedi allegati) deve
provvedere a redigere il PEI e il PEE