1. 50 espansione giugno 2013
mercati & business
indagine arval
La cura hi-tech
per le flotte
Carlo Iacovini
Il rilancio del settore dipende da sostenibilità, tecnologia e mobilità integrata.
A dirlo i 5000 fleet manager intervistati per il «Barometro dei veicoli aziendali 2013»
Il car sharing aziendale si presta benissimo anche
all’uso delle auto elettriche. Un mercato dentro
al mercato con potenzialità di crescita a due cifre.
Che l’industria automobilistica sia in
crisi nera è noto. E, per quanto il compar-
to delle flotte sembra stia soffrendo meno ri-
spetto a quello dei privati, è inevitabile che
nei prossimi anni anche il settore delle auto
aziendali dovrà fare i conti con un mercato
stravolto dalla congiuntura economica.
Come? Basandosi su tre pilastri: sostenibili-
tà, telematica e mobilità integrata.
Sono queste, infatti, le strade da battere per
i 5000 fleet manager (i “gestori” delle flot-
Carlo Iacovini
Autore dell’articolo è
senior associate manager
di Clickutility on Earth e
fondatore di Euromobility.
lanci, ma ha anche evidenziato la volontà di
adottare nuove strategie per contenere i co-
sti e rendere più performanti le flotte.
te) di 17 Paesi intervistati dal
Corporate Vehicle Observa-
tory (Il centro studi interna-
zionale di Arval) per l’edizio-
ne 2013 del “Barometro dei
veicoli aziendali”.
L’indagine non solo ha sotto-
lineato i timori delle imprese
(da quelle con meno di 10 addetti, alle multi-
nazionali), alle prese con la congiuntura eco-
nomica e con le difficoltà di far quadrare i bi-
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Più auto aziendali
nei prossimi anni
Interrogate sull’evoluzione potenziale
del loro parco auto nei prossimi tre anni,
le aziende hanno mostrato una certa
“apertura”: circa il 30% delle grandi
aziende dichiara che il numero dei veicoli
in flotta aumenterà. Contestualmente,
continua il trend di crescita della durata
contrattuale, sia per le auto (oltre i 40
mesi), sia per i veicoli commerciali (oltre i
50). Rispetto al 2007, il trend di crescita è
stato del 10% per le auto e ben del 25%
per i veicoli commerciali.
La sostenibilità
La sostenibilità è stata una componente im-
portante delle flotte aziendali negli ultimi
anni, in tutto il mondo: il downsizing (ridu-
zione delle cilindrate e più in generale del-
le categorie di auto) e l’utilizzo di vetture
con carburanti alternativi (gpl e metano)
non solo hanno contribuito a rendere l’aria
più respirabile, ma hanno consentito alle im-
prese di risparmiare nella gestione del par-
co auto. Lo dimostra la FedEx Express, una
divisione di FedEx Corporation: la compa-
gnia statunitense, rinnovando la sua flotta
con mezzi di nuova generazione, prevede di
ridurre il consumo annuale di benzina di 75
milioni di litri, per un risparmio di circa 130
milioni di euro.
Comportamenti virtuosi
Determinanti ai fini del risparmio di benzina
(e di euro) sono anche gli stili di guida delle
persone al volante.
Un guidatore con competenze professiona-
li di sicurezza ed “ecodrive” consente di ri-
durre i costi di carburante fino al 30%, senza
considerare i benefici derivanti da una bassa
incidentalità. Facendo due calcoli, un’auto a
benzina che percorre 15mila km l’anno, per
un costo medio di carburante di oltre 2000
euro, se guidata nel modo giusto potrebbe
garantire un risparmio di 600/700 euro. Pic-
coli numeri? Non se si applicano a flotte con
centinaia di mezzi. Non è un caso che molte
aziende, soprattutto quelle di grandi dimen-
sioni, stiano adottando piani specifici per mi-
gliorare i comportamenti di guida: il 29% dei
fleet manager, fa notare il reportage di Ar-
val, ha già varato politiche per incentivare
comportamenti virtuosi al volante, mentre
il 69% è in procinto di avviarle.
E per monitorare al meglio la qualità delle
flotte e le virtù automobilistiche degli auti-
sti, un ruolo determinante lo gioca la tecno-
logia. La telematica, grazie all’utilizzo di sof-
tware e devices con reportistica integrata,
permette di controllare la propria flotta in
tempo reale, conoscerne i costi aggiornati,
programmare manutenzione e sostituzioni.
Tuttavia, certifica Arval, nel 2012 il 73% del-
le imprese ha utilizzato la telematica solo
per finalità di “tracciamento” dei veicoli, non
sfruttando totalmente le potenzialità dei de-
vice. I fleet manager, però, si dicono convin-
ti che nei prossimi anni la tecnologia avrà
una maggiore considerazione.
Dal possesso all’utilizzo
Il mercato dell’auto, insomma, sta evolven-
do verso nuovi scenari. Dallo stretto posses-
so dei veicoli, si va sempre più verso l’utiliz-
zo dei mezzi.
Le stesse case automobilistiche hanno stu-
diato strategie per trasformarsi in “fornito-
ri” di mobilità, con servizi aggiuntivi e “app”
dedicate. Daimler ha sviluppa-
to una linea di offerta che spazia
da Car2go, un brand di car sha-
ring innovativo, fino ad applicazio-
ni per prenotare taxi o parcheggi.
Anche Bmw, Renault e Ford stan-
no andando in questa direzione.
E nemmeno il settore business è
insensibile a questi cambiamenti.
I fleet manager, infatti, si trasfor-
meranno in mobility manager, fi-
gura introdotta nel 1998 con un
decreto ministeriale e poi svilup-
pata nelle imprese con oltre 300
dipendenti. Il mobility manager predispone
il piano di mobilità prendendo in considera-
zione non solo la flotta auto, ma tutte le esi-
genze di mobilità dell’impresa: dai viaggi bu-
siness fino agli spostamenti casa-lavoro.
E una delle possibilità più interessanti è il
car sharing aziendale: mettere a disposi-
zione dei dipendenti flotte al momento non
assegnate (anche nei week end) è uno dei
modi per ottimizzare le auto aziendali. Il tut-
to gestibile con una tessera magnetica o con
uno smart phone. L’integrazione tra tecnolo-
gie e mobilità, infatti, è già realtà nel 22% del-
le grandi imprese, ma un altro 27% ha deci-
so di adottarla.
Si guarda all’elettrico
Ma il car sharing aziendale si presta benis-
simo anche all’uso delle auto elettriche. Un
mercato dentro al mercato con potenzialità
di crescita a due cifre.
Se gli acquisti da parte dei privati sono pena-
lizzati dalla carenza di infrastrutture, dai co-
sti elevati e dalle basse autonomie, le azien-
de sono il target ottimale per introdurre
piccole flotte di ecovetture: le infrastruttu-
re di ricarica installate presso le sedi, il su-
peramento dei divieti di circolazione in cit-
tà e l’abbattimento dei costi del carburante
sono motivi che hanno spinto alcune azien-
de a completare le loro flotte introducendo
mezzi a zero emissioni.
Al momento i numeri sono minimi, ma le
potenzialità di sviluppo sono considerevoli,
specie guardando il mercato statunitense o
del nord Europa.
Insomma la mobilità integrata ed elettrica è
il futuro anche per le flotte.