2. Gli imperatori “adottivi”
(gli ultimi tre sono indicati
come “Antonini”)
COCCEIO NERVA (96-98 d.C.)
ULPIO TRAIANO (98-117 d.C.)
ELIO ADRIANO (117-138 d.C.)
ANTONINO PIO (138-161 d.C.)
MARCO AURELIO e Lucio Vero
(161-180 d.C.)
COMMODO (180-192 d.C.)
4. ULPIO TRAIANO: l’ultimo
conquistatore.
Fu il primo imperatore di origine non
italica (era un romano di Spagna).
Fu un militare di carriera e sulle
campagne militari basò il suo prestigio.
Conquistò:
la Dacia (101-106 d.C.), cioè l’attuale
Romania;
l’Arabia Petrea (105-106 d.C.), cioè la
Giordania;
l’Assiria, la Mesopotamia, l’Armenia
(113-116 d.C.), strappandole ai Parti,
Parti
anche se per breve tempo.
6. ULPIO TRAIANO: un
imperatore modello.
Si dimostrò un buon amministratore
ed ebbe fama di ottimo principe:
mostrò grande rispetto per il senato;
finanziò a Roma grandi opere pubbliche
con il bottino delle sue conquiste (il Foro
di Traiano, i mercati Traianei, il porto
di Ostia ecc.);
prese dei provvedimenti di assistenza
pubblica a sostegno degli orfani italici,
contro la sempre più acuta crisi
economica e demografica dell’Italia.
12. ELIO ADRIANO:
l’intellettuale filoellenico.
È una delle più affascinanti personalità
dell’antichità classica.
Fu un sincero ammiratore della cultura
greca.
Si preoccupò soprattutto di consolidare e
fortificare i confini (limes), evitando
nuove conquiste.
Passò la maggior parte degli anni del suo
regno in lunghi viaggi d'ispezione nelle
province dell'impero.
Operò un'ampia riforma
dell’amministrazione, creando una vera e
propria burocrazia imperiale.
Represse duramente una nuova rivolta
ebraica (132-135 d.C.).
20. Antonino Pio: un lungo regno
di pace e prosperità.
Proseguì nella politica di difesa
dell’impero e di consolidamento dei
confini.
Durante il suo regno fu garantita:
la pace dell’impero;
la buona amministrazione delle province;
la prosperità delle città;
lo sviluppo dei commerci;
la diffusione della civiltà greco-latina in
tutte terre dell’impero (romanizzazione).
21. Elogio di Roma
(Elio Aristide, 144 d.C.)
«Come adunato a festa, tutto il mondo civile ha
deposto il peso delle armi, suo antico
fardello, e si è volto a farsi bello e a godere le
gioie della pace. È scomparsa ogni ragione di
contese fra le città; resta per tutte solo una
gara, quella di apparire più amabili ed
accoglienti che possono.
Tutto l’impero ribocca di ginnasi, di fontane, di
templi, di officine, di scuole ...
Le città sono tutte splendenti di luminosa
bellezza, la terra si è fatta bella come un
giardino incantato...
Oggi è possibile all’elleno e al barbaro viaggiare
facilmente in qualunque direzione, con o
senza i suoi averi, come se passasse da una
patria all’altra...
Per passare incolumi dappertutto basta essere
Romani, anzi basta appartenere al vostro
impero.»
23. MARCO AURELIO:
l’imperatore filosofo.
Fu un sincero e profondo seguace delle
filosofia stoica (vedi i suoi “Pensieri” scritti in
greco).
Proseguì la saggia politica dei suoi
predecessori, con la serietà e l’equilibrio di
un vero filosofo.
Dovette però affrontare alcune gravi crisi:
l’attacco dei Parti in Oriente;
lo scoppio di una gravissima epidemia di
peste:
l’invasione di popolazione germaniche
(Quadi e Marcomanni) lungo la frontiera
Marcomanni
del Danubio, fino in Italia.
25. I fattori che garantirono la prosperità
e la stabilità dell’impero durante il II
sec. d.C.)
Coesione interna fra le varie parti
dell’impero.
Consenso e fedeltà all’impero e ai suoi valori
da parte delle aristocrazie provinciali.
Omogeneità culturale delle élites di tutto
l’impero (stessi valori, stessa lingua, stessi
gusti, stessi modi di vita).
Fioritura delle città: urbanizzazione,
città
autonomia, “evergetismo”.
Le città come “tessuto connettivo”
dell’impero
Relativa prosperità economica.
economica
Pace interna e sicurezza delle
comunicazioni.
26. I PRIMI SINTOMI DELLA CRISI.
Si manifestarono soprattutto
durante il regno di Marco Aurelio:
La decadenza demografica ed
economica dell’Italia.
Lo sfruttamento eccessivo delle
campagne da parte delle città.
L’avanzata del latifondo.
latifondo
L’aumento della pressione fiscale.
fiscale
La svalutazione della moneta.
La pressione dei barbari ai confini (Reno
e Danubio).
La diffusione di gravi epidemie.
epidemie
27. I punti nevralgici dell’impero: Reno,
Reno
Danubio, Eufrate, frontiera del deserto