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FRANCESCO FELICI
medico
specialista in
Medicina dello
Sport, insegna
Fisiologia umana e
Fisiologia
applicata
allo sport e
all’esercizio presso
la Facoltà di
Scienze motorie
dell’Università di
Roma Foro Italico.
ha avviato il primo
corso di Dottorato
di ricerca in
scienze dello
Sport e coordinato
il corso di Laurea
in Scienza e
tecnica dello
sport.
è autore e
coautore di
numerosi lavori
scientifici in tema
di funzionamento
del sistema di
controllo neurale
del movimento
e dei suoi
adattamenti
all’allenamento.
FEDERICA
MARZOLI
laureata in Scienza
e Tecnica dello
Sport e in Scienze
Motorie e Sportive,
è allenatrice di
ginnastica artistica
dal 2009.
Le sue atlete
annoverano
numerose
convocazioni.
Inoltre, è tecnico
di terzo livello FGI
e giudice di primo
grado FGI.
Felici F., Marzoli F.
tà evolutiva
e produzione di forza
E
S&C
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 23 / Gennaio-Marzo 2018 5
S&C(Ita)n.23,Gennaio-Marzo2018,pp.5-10
INTRODUZIONE
L’idea che il muscolo sia capace di generare forza
è talmente radicata all’interno dell’immagine che
ogni individuo ha di se stesso da farla sembra-
re, ai più, banale se non, addirittura, inapparen-
te. È solo quando perdiamo forza, o quando non
ne abbiamo a sufficienza, che ci rendiamo conto
di quanto essa sia importante per ogni attività.
Non sorprende, dunque, che ci siano persone in-
teressate ad escogitare metodi per migliorare (o
per recuperare) la capacità di produzione di forza:
queste persone sono gli allenatori. A partire dagli
studi pioneristici di G. A. Borelli (De Motu Anima-
lium), molto oggi si conosce circa i meccanismi
molecolari di produzione di forza muscolare nel-
la nostra specie. Meno ben conosciute, tuttora,
sono le modalità con le quali il sistema nervoso
centrale governa e coordina la produzione di for-
za in ogni singola circostanza, da gesti semplici,
senza movimento, a complessi ed ipercomplessi.
L’indagine scientifica del funzionamento del siste-
ma sensitivo-motorio (SM) è senza dubbio molto
complessa ed è questa, probabilmente, la ragione
principale per la quale la maggior parte dei ricer-
catori attivi in ambito di fisiologia neuromuscolare
preferisce dedicarsi ad altri argomenti che, per
loro natura, sono più facilmente circoscrivibili ad
un numero limitato di variabili. Tuttavia, per un al-
lenatore come per un riabilitatore, poter dispor-
re di informazioni adeguate al riguardo sarebbe
fondamentale. Tanto più vero se si considera quel
terreno speciale che è rappresentato dall’indivi-
duo in età evolutiva, che pratichi una qualunque
disciplina sportiva oppure no, che sia agonista op-
pure no, che sia maschio o femmina. A tale propo-
sito, primo dovere per allenatori e medici è quello
di non provocare danni alle persone che ad essi,
con fiducia, si rivolgono ed è per questo che tanto
1. Department
of Health and
Exercise Science,
The College of
New Jersey,
Ewing, New Jersey;
2. Department
of Physical
Education,
Hillsborough
High School,
Hillsborough,
New Jersey;
3. Department
of Physical
Activity and
Sport, European
University of
Madrid, Madrid,
Spagna; e
4. Sports Medicine
Biodynamics
Center, Cincinnati
Children’s Hospital
Medical Center,
Cincinnati, Ohio
Indirizzare la
corrispondenza
a Avery D.
Faigenbaum,
faigenba@tcnj.
edu.
Avery D. Faigenbaum1
, James E. Mcfarland2
, Robert E. Herman2
, Fernando Naclerio3
,
Nicholas A. Ratamess1
, Jie Kang1
e Gregory D. Myer4
Affidabilità del test per il
rilevamento di 1RM
(ripetizione massima) al power
clean (girata in semiaccosciata)
negli atleti adolescenti
S&C
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 23 / Gennaio-Marzo 2018 11
S&C(Ita)n.23,Gennaio-Marzo2018,pp.11-18
INTRODUZIONE
L’allenamento contro resistenza ha dimo-
strato costantemente di essere una moda-
lità sicura ed efficace di praticare l’attività
fisica per i bambini e gli adolescenti purché
siano seguite linee guida appropriate per
l’età e siano disponibili istruzioni qualificate
(10, 25).
Gli attuali obiettivi di sanità pubblica mirano
ad aumentare il numero dei giovani in età
scolastica che partecipano ad attività di
rafforzamento muscolare e le organizzazioni
mediche e sportive sono concordi nell’ac-
cettare, a tali condizioni, l’allenamento con
sovraccarichi dei giovani (3, 9, 23, 29).
Tuttavia, i metodi per valutare la forza e la
potenza nelle giovani popolazioni rimangono
controversi. Benché il test per il rilevamen-
to della 1RM (ripetizione massima) sia so-
stenuto dalla National Strength and Condi-
tioning Association (NSCA) e sia usato dai
ricercatori per valutare il fitness muscolare
nei bambini e negli adolescenti in buona sa-
lute (7, 9, 15, 31), alcuni osservatori sono
contrari al sollevamento massimale nelle po-
polazioni più giovani, poiché ritengono che il
carico ad elevata intensità possa causare
un danno strutturale (2).
Queste opinioni differenti riportate dalla
letteratura hanno fatto sorgere una certa
ambiguità intorno all’esecuzione dei test di
forza e potenza nei giovani. Inoltre, non si
hanno dati sufficienti sull’affidabilità dei test
per valutare il fitness muscolare nei giovani
pesisti.
Negli atleti adulti, i requisiti di test come
quello del power clean per il rilevamento della
1RM sono comunemente usati per sviluppa-
re programmi personalizzati e valutare l’ef-
ficacia di un ciclo di allenamento (16, 20).
GIAN MARIO
MIGLIACCIO
Dottore di
ricerca in Sport
Science, direttore
scientifico Sport
Science Lab.
Migliaccio Gian Mario
Sport Science Lab
ALLENAMENTO
COMPETIZIONE
CONTINUA LA SERIE DI CONTRIBUTI ALLA
CONOSCENZA DEL FENOMENO ALLENA-
MENTO/COMPETIZIONE COORDINATA E
REALIZZATA DA GIAN MARIO MIGLIACCIO
S&C
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 23 / Gennaio-Marzo 2018 19
L’allenamento è probabilmente la materia che rac-
chiude una così vasta quantità di variabili che, alle
volte, manderebbe in tilt il più sofisticato pro-
cessore. Ma quel processore è parte di noi ed il
compito primario è nell’elaborazione delle variabili,
in funzione di dare una risposta ad ogni singola
esigenza del nostro atleta. Più saremo accurati
ed avremo limitato il margine di errore e maggiori
probabilità avremo di competere ai massimi livelli.
Un allenatore deve quindi, molto semplicemente,
elaborare innumerevoli variabili, attuare le giuste
risposte, prevedere i possibili effetti e puntare
alla vittoria.
Ecco, il ruolo dell’allenatore è questo. E lo deve
fare per ogni atleta, per ogni situazione ed in qual-
siasi scenario, sapendo che ogni volta non è detto
che la vittoria precedente possa indicarci la via
per l’allenamento della vittoria successiva. Il cam-
mino è lungo, accidentato ed a volte la mappa è
confusa. Ma se troveremo la strada ci si aprirà
un mondo diverso e quella strada la potremo ri-
trovare ogni volta e, con le giuste competenze,
non sarà più un caso fortuito. Sarà la strada per
il successo.
HIIT, ALLENARSI CON IL CORPO
O CON LA MENTE?
L’allenamento intervallato ad alta intensità, HIIT,
è diventato senza dubbio un caso di successo
in tempi rapidi, nel 99% dei casi il marketing ha
oscurato i veri contenuti scientifici ma, allo stes-
so tempo, i praticanti non ne hanno colto la dif-
ferenza. Perché? Semplice, perché è motivante.
Sì, negli anni 2000, abbiamo riscoperto quanto
sia sempre fondamentale la locuzione latina di
Decimo Giunio Giovenale: “Mens sana in corpore
sano” di quasi 2000 anni fa. Sia nelle finalità ro-
mane, militari, che in quelle greche, agonistiche,
il motto portava l’essenza della qualità della vita.
L’HIIT porta ad unire le due visioni riscoprendo il
vantaggio dell’attività con l’energia della mente.
Nell’evoluzione dei programmi di allenamento de-
gli ultimi cento anni, grande attenzione si è data
alle metodiche, con carichi, ripetizioni, serie, re-
cuperi. Tabelle precise fin nell’ultimo dettaglio,
sempre più accurate e con strumenti di valuta-
zione sofisticati, ma dotati di una risposta ad
ogni domanda.
Peccato che la domanda finale non ce la siamo mai
fatta per davvero: perché lo facciamo?
Sì, abbiamo lasciato la mente da una parte ed ab-
biamo usato il corpo come un robot staccato dal
resto.
S&C(Ita)n.23,Gennaio-Marzo2018,pp.19-26
High
Intensity
Interval
training
HIIT
SECONDA PARTE
DONATO
FORMICOLA
è docente a
contratto di Teoria
dell’Allenamento,
di Metodologia
dell’Allenamento
e di Chinesiologia
Sportiva presso
il Centro
Servizi SUISM
dell’Università degli
Studi di Torino;
è consulente
scientifico
dell’Evolutionfit,
azienda leader
in Italia di sistemi
cloud per la
realizzazione di
programmi di
allenamento.
È docente di
nutrizione e
integrazione
sportiva nella
Scuola di
Nutrizione e
Integrazione nello
Sport (SANIS);
è docente
federale e
coordinatore
della formazione
presso il Comitato
Regione Piemonte
della Federazione
Italiana Pesi (FIPE)
Donato Formicola, PhD
SUISM Centro Servizi, Università degli Studi di Torino
a biomeccanica
del sarcomero,
all’origine della
forza muscolare
L
S&C
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 23 / Gennaio-Marzo 2018 27
S&C(Ita)n.23,Gennaio-Marzo2018,pp.27-33
BACKGROUND
La funzione del sarcomero è spiegata dai significa-
ti dei tre lemmi del greco antico che compongono
l’etimologia del termine, sarx, arché e méros, i
quali definiscono il singolo elemento (méros) della
parte densa ed elastica della carne (sarx) in grado
di generare forza (arché)1
. Il sarcomero è la par-
te delle cellule dei muscoli striati in cui avviene la
contrazione volontaria. In una cellula (o fibra) mu-
scolare striata si concatenano in parallelo e in se-
rie le miofibrille, sottili filamenti contrattili com-
posti dall’unione di più sarcomeri. Ci sono circa
4000 sarcomeri in serie in una miofibrilla lunga 10
mm2
. Gli impulsi elettrochimici originati dal siste-
ma nervoso raggiungono la miofibrilla e sollecitano
i sarcomeri ad accorciarsi fino a tendere l’intero
tessuto muscolare di cui la cellula è parte.
La contrazione muscolare è un chiaro esempio di
come una fitta rete di connessioni intercellulari
può trasformare la motilità cellulare in mobilità
delle leve scheletriche e movimento di tutto il cor-
po3
. Infatti i muscoli - organi che muovono il corpo
-, riportano su scala macroscopica le principali
proprietà di cui i sarcomeri - organi che muovono
i tessuti muscolari -, godono su scala microsco-
pica2
. Tra queste, le sei più importanti sono: 1)
eccitabilità elettromeccanica in risposta agli sti-
moli chimici; 2) conduttività per la propagazione
di impulsi elettrici; 3) contrattilità, con produzio-
ne di forza mediante riduzione della lunghezza; 4)
contrazione a volume costante, ovvero durante
l’accorciamento le parti contrattili cambiano po-
sizione lasciando invariata la loro struttura; 5) de-
formabilità elastica, per assorbire le sollecitazioni
meccaniche; 6) adattabilità, con rigenerazione del-
le componenti biologiche secondo le stimolazioni
ricevute.
INTRODUZIONE
Sono più di 60 anni che l’anatomia e la fisiologia
del sarcomero è studiata4
. Ad ogni nuovo passo
che il progresso tecnologico ha compiuto nel set-
tore della biologia molecolare, le analisi morfolo-
giche e funzionali del sarcomero hanno mostrato
sempre nuovi dettagli. Passando da una scala mi-
crometrica ad una nanometrica, è stato possibile
osservare precise interazioni molecolari5
, scrivere
nuovi algoritmi di bio-informatica che ne simulano
PRIMA PARTE
S&C
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 23 / Gennaio-Marzo 2018 35
S&C(Ita)n.23,Gennaio-Marzo2018,pp.35-43
Alberto Andorlini
ALBERTO
ANDORLINI
Preparatore presso
F.C. Internazionale
Milano.
Chief Therapist
presso Training
Lab di Firenze.
Svolge attività
didattica nel
corso di Laurea in
Scienza e Tecnica
dello Sport e
delle Attività
Motorie Preventive
e Adattative
dell’Università
di Firenze.
IL LUOGO
DELL’ESERCIZIO
Viaggio euristico per
menti allenabili
Q U INTA PARTE
CONTRIBUTO
ORIGINALE
TEST CONDIZIONALI
Mattia Gargano
I
MATTIA GARGANO
FIPE TRAINER
Resp. Tecnico
Regionale (Puglia)
Preparazione
Atletica - KOMBAT
LEAGUE
Preparatore
Atletico di Fighters
Pro (Muay Thai -
Boxe – Judo - BJJ
– MMA) Personal
Trainer
S&C
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 23 / Gennaio-Marzo 2018 45
Nella organizzazione di un programma di
allenamento (questo vale per la preparazio-
ne atletica di qualsiasi disciplina sportiva),
una fase fondamentale ed imprescindibile
è quella dei Test Condizionali generali di in-
gresso.
Se infatti intendiamo la preparazione atle-
tica come l’insieme delle procedure effet-
tuate per migliorare la prestazione sporti-
va di un atleta, appare chiaro come questa
serva a portare un soggetto, in un periodo
di tempo predeterminato, da un livello pre-
stativo “A” ad un livello prestativo “B” mi-
gliorato.
Al fine di rendere la periodizzazione e la or-
ganizzazione degli allenamenti realmente
utili e funzionanti, è quindi necessario ac-
quisire tutte le informazioni possibili circa il
livello condizionale iniziale del soggetto per
poterne migliorare i punti deboli ed esaltar-
ne quelli forti.
È solo in base a questa acquisizione di dati
iniziali che si possono stabilire degli obiet-
tivi realisticamente raggiungibili e, di con-
seguenza, organizzare programmazioni ef-
ficaci ed efficienti (l’efficacia è la capacità
generale di raggiungere un obiettivo; l’effi-
cienza è la stessa capacità ma con il minor
dispendio di tempo ed energia da parte dell’
atleta).
Sui valori quantitativi ottenuti dai test di
ingresso si fonda tutta l’impostazione delle
programmazioni successive (nanocicli, mi-
crocicli, mesocicli e macrocicli). È quindi di
fondamentale importanza ottenere, in que-
sta fase, degli indicatori che siano quanto
più possibile realistici ed aderenti alla real-
tà, pena gravi errori di impostazione suc-
cessiva.
Programmare cicli di allenamento senza
prima organizzare ed effettuare test condi-
zionali è come immaginare di costruire una
casa senza realizzarne prima delle solide
fondamenta.
S&C(Ita)n.23,Gennaio-Marzo2018,pp.45-50
Alberto Gaudio, Rosario Abramo, Federica Gentile, Irene Bui, Sara Ottobrini, Luca Marin
S&C
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 23 / Gennaio-Marzo 2018 51
INTRODUZIONE
Attualmente più di 2,5 milioni di persone in tutto
il mondo sono affette da Sclerosi Multipla (SM)
(1). In numerosi studi, si è dimostrato che l’at-
tività fisica adattata (AFA), se svolta in maniera
adeguata e corretta, favorisce il mantenimento
e/o il miglioramento dell’indipendenza funzionale
del paziente e influisce positivamente sui principali
sintomi della patologia. In particolare, la pratica
dell’AFA riduce il senso di affaticamento, i disturbi
posturali, dell’equilibrio, della deambulazione e mi-
gliora la qualità della vita, diminuendo il senso di
sconforto e depressione (2). Nonostante queste
evidenze, la maggior parte delle persone affette
da SM risulta fisicamente inattiva (3); numerose
ricerche dimostrano che il 78% delle persone af-
fette da SM non pratica alcuna attività motoria
(4,5). Attualmente, non vi sono evidenze che giu-
stifichino tale comportamento; tuttavia, si ipotiz-
za che le cause si possano identificare nella man-
canza di informazione e di corrette indicazioni.
Ulteriore fonte di scarsa partecipazione potrebbe
essere la prescrizione di programmi di allenamen-
to che non tengono conto delle inclinazioni indivi-
duali. Sia Young, nel 1953, sia più recentemente
Parfitt, nel 2006, nei loro studi hanno dimostrato
che le persone che provano sensazioni positive
durante la pratica dell’attività fisica tendono a
ripetere l’esperienza con dedizione e regolarità.
Risulta quindi necessario indirizzare, promuovere
ed incoraggiare le persone affette da SM alla pra-
tica dell’attività fisica adattata (6).
OBIETTIVO
Lo scopo di questo lavoro è stato quello di ela-
borare programmi di attività fisica adattata per
un soggetto affetto da SM. I programmi erano
volti alla gestione della fatica, al mantenimento
e, ove possibile, all’incremento delle capacità di
equilibrio, mobilità e forza.
MATERIALI E METODI
Da Ottobre 2014, il Servizio di Assistenza e Inte-
grazione Studenti Disabili (SAISD) dell’Università
di Pavia, in collaborazione con Centro Universita-
rio Sportivo (CUS Pavia) e il Laboratorio di Attività
ALBERTO GAUDIO
Dottore in
Scienze Motorie,
Laboratorio
attività motoria
adattata (LAMA)
Università di
Pavia.
ROSARIO
ABRAMO
Dottore
Magistrale in
Scienze Motorie,
Laboratorio
attività motoria
adattata (LAMA)
Università di
Pavia.
FEDERICA GENTILE
Dottore
Magistrale in
Scienze Motorie,
Laboratorio
attività motoria
adattata (LAMA)
Università di
Pavia.
S&C(Ita)n.23,Gennaio-Marzo2018,pp.51-55
benefici
dell’attività
fisica
adattata
(AFA) nella
Sclerosi
Multipla.
Studio
di un caso
I
S&C
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 23 / Gennaio-Marzo 2018 61
1. Non avrei accettato il cortese invito ad inter-
venire in questo Simposio1
che mi è stato fat-
to mesi orsono, tra l’altro da un collega con cui
condivido la medesima provenienza di scuola di
pensiero e di cammino di vita (abbiamo avuto i
medesimi maestri ed i medesimi insegnamenti),
ecco non avrei accettato, perché non più avvezzo
alla partecipazione a Convegni e Congressi (faccio
adesso altre cose nella vita, rispetto a quelle fat-
te per quarant’anni circa, alquanto deludendomi
per la “qualità” che non vi trovai e la non moralità
che invece assai spesso vi rinvenni), se non fossi
stato spinto – sì certo anche dalla affabilità di chi
mi contattò – ma soprattutto dalla tematica af-
fontata, perché questo tema, quello più generale
che si dibatte qui e quello più particolare che mi è
stato personalmente e generosamente affidato,
da molti anni si agitava nella mia mente, al punto
che ne ho spesso, a suo tempo, parlato e con gli
esperti del ramo (ma senza alcun giovamento e
senza riscontri) e con gli studenti dell’epoca (dav-
vero con grande mio vantaggio, in quel caso), ma
senza mai risolvermi a scriverne puntualmente,
mancandomene in fondo l’occasione. E me ne fa-
cevo una ragione ormai, perché non ne ho viste
– di occasioni degne – in questo paese, almeno
non così degne come avrei auspicato, fino a quella
odierna, che mi è apparsa come prima valida e for-
se anche come ultima occasione per me, che me
ne occupo oggi davvero assai meno di una volta
e sono in procinto, anzi, di non interessarmene
punto. Epperò il tema è di importanza decisiva,
poiché chiama in campo dell’uomo la cosa più im-
portante che egli/ella possiede, che dovrebbe pos-
sedere, che sovente non possiede o possiede ad
un infimo grado: i valori, le “cose” che valgono o
non valgono nella vita: valori, ripeto, e disvalori.
Procedo per pochi sommari punti, ma mi prefig-
go di esprimere comunque un pensiero compiuto,
che resti e possa essere chiaramente compreso
ed accettato o al contrario non resti, dopo che
- ben capito - lo si abbia non accettato o decisa-
mente rifiutato e messo da parte. Può capitare,
ma la cosa, oggi, non mi fa disperare. Normale, in
una società in buona parte anormale.
2. Il tema dei valori, di ciò che vale per noi, perché
in essi ci riconosciamo (potremo poi dire: ci rico-
nosciamo persone) e perché attribuiamo loro un
significato di utilità per la nostra vita (comples-
siva vita) personale e sociale e che dovrebbero
appunto valere, avere valore e considerazione e,
magari, invece, non valgono perché altro vale o
varrebbe nel presente: affronto un tema che oggi
urge definire, di cui credo si debba prendere co-
scienza e che significa, alla fine, proprio “valoriz-
zare”, caricare di valori la persona e dare valore
ai suoi comportamenti, ai suoi atti.
1. Si tratta della Relazione svolta nell’ambito del Simposio “Il ruolo culturale del laureato in scienze motorie nella società di
oggi: quale identità?”, svoltosi nell’Università degli Studi di Roma “Foro Italico”, il giorno 11 maggio 2017.
L’Autore ha inteso conservare il testo preparato per l’occasione, senza effettuare modifiche di sorta, salvo precisazioni e
minimi rimaneggiamenti, per una più comoda lettura, reintegrando però la parte cui - per scarsità tempo – aveva dovuto
rinunciare nella specifica occasione.
lruoloculturale
dellaureatoin
scienzemotorie
nellasocietà
dioggi:quale
identitàdalpunto
divistabioetico?
I PASQUALE
BELLOTTI
PASQUALE
BELLOTTI
(pasquale.bellotti@
gmail.com),
medico, esperto di
movimento e di alle-
namento, bieticista,
insegna attualmente
alla LUMSA.
Molti libri e molti
articoli al suo attivo,
in quasi 50 anni di
studio, di esperienza
e di pratica profes-
sionale.
È anche Presidente
de L’Amàca Onlus,
associazione di
volontariato, con
numerosi progetti
di assistenza e di
supporto in Africa
ed in Italia (www.
amacaonlus.org).
Sta dando vita, con
suoi allievi eccellenti
ed altri grandi esper-
ti, a La Scuoletta
Onlus, vera e propria
« Accademia di
Princìpi e Libera
Scuola di pensiero
e di formazione
permanente in
gioco, movimento
dell’uomo e sport» .
S&C(Ita)n.23,Gennaio-Marzo2018,pp.61-66
Pasquale Bellotti, MD
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 23 / Gennaio-Marzo 2018
LO SCENARIO ATTUALE
DELLA FORMAZIONE:
ALCUNE CONSIDERAZIONI
I cambiamenti economici, culturali e so-
ciali a cui abbiamo assistito più o meno
consapevolmente nell’ultimo decennio, na-
scono - almeno in parte - da un cambia-
mento dei bisogni delle persone e della so-
cietà in genere relativamente agli aspetti
connessi all’attività sportiva e al benesse-
re individuale. Tali bisogni non hanno però
trovato riscontro in un altrettanto cam-
biamento della cultura delle organizzazioni
sportive che continuano a perseguire a)
modalità organizzative, b) di sviluppo delle
conoscenze e c) di gestione della forma-
zione dei dirigenti, senza tener conto dei
cambiamenti che nel frattempo sono in-
tervenuti, richiedendo prese d’atto e con-
seguenti adeguamenti e trasformazioni
dei comportamenti e delle prassi.
E così, in buona sostanza, le organizza-
zioni sportive si sono mosse solo cercan-
do lo status quo e il consolidamento di
conoscenze, a volte (per non dire quasi
sempre) non al passo con le innovazioni
tecnologiche e conoscitive che nel frat-
tempo sono state sviluppate e risultano
disponibili.
Ecco perché vi è sempre di più il bisogno di
attivare sistemi basati su una conoscen-
za più condivisa, dinamica, in costante
mutamento, che fornisca risposte ade-
guate ai bisogni delle nuove generazioni e
dei nuovi contesti tecnici, sociali, tecnolo-
gici e metodologici. Sistemi in cui risultino
fondamentali, sia il lavoro intellettuale col-
laborativamente prodotto, sia la capacità
di lavorare creativamente con le idee, per
migliorare la conoscenza attuale e rende-
re abituali e routinari tutti quei processi
di innovazione utili allo sviluppo dello sport
e del benessere complessivo degli indivi-
dui.
Dunque, se il ruolo della creatività risul-
ta centrale nella società in cui viviamo,
una società definita per l’appunto della
“conoscenza”, il compito principale per i
formatori dovrebbe consistere in quello di
preparare i soggetti che concorrono alla
67
S&C
V. Borellini, M. Lazzarotti, P. Parisi, A. Schisano
aformazionedeimedicidi
garemotociclistiche:
uncasodibestpractice
nelpanoramadella
formazionesportivainItalia
L
PASQUALE PARISI
Responsabile
organizzativo
del Dipartimento
di Formazione
Federazione
Motociclistica
Italiana.
ANTONINO
SCHISANO
Coordinatore
del Dipartimento
di Formazione
Federazione
Motociclistica
Italiana.
MONICA
LAZZAROTTI
Presidente della
Commissione
Medica Federale
Federazione
Motociclistica
Italiana.
VALTER
BORELLINI
Trainer, Executive
e Business
Coach. Laurea
In Psicologia del
lavoro e delle
organizzazioni
presso Università
“ La Sapienza”
Roma, svolge
attività di
formazione
manageriale,
coaching e
counseling career.
67
S&C(Ita)n.23,Gennaio-Marzo2018,pp.67-72
S&C
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 23 / Gennaio-Marzo 2018 73
Abbiamo rivolto ad Arianna
Fontana alcune domande relative
alla preparazione muscolare
prevista nel suo sistema di
allenamento. Qui di seguito
riportiamo, dopo le domande, le
risposte che ci sono state date.
Quale è il ruolo – in genere –
del rapporto allenatore/atleta
nel raggiungimento di elevate
prestazioni?
Non c’è alcun dubbio che il rap-
porto tra allenatore ed atleta sia
importante, direi fondamentale.
Se non c’è fiducia e sintonia tra i
due, non si riesce a lavorare pro-
ficuamente ed i risultati ne risen-
tirebbero in modo significativo.
Che ruolo attribuisci
all’allenamento della forza
nel raggiungimento di alte
prestazioni nel tuo sport?
È chiaro che lo Short Track è uno
sport che necessita prevalente-
mente di forza, in molteplici for-
BINOMICHECONTANO
S&C(Ita)n.23,Gennaio-Marzo2018,pp.73-75
Il ricorso ai
sovraccarichi ed
all’allenamento
con i sovraccarichi
può risultare
utile e funzionale
alle attività
quotidiane e per il
mantenimento di
un corretto stile
di vita
Arianna Fontana e Carlo Varalda
Intervistare per provare a capire come cambiare
Dalla voce, cogliere dalla voce dei veri esperti di allenamento e dei
grandi atleti, veri grandi.
Cogliere dai pochi veramente esperti di allenamento che abbiamo e
dai grandi atleti disponibili a farsi intervistare,
sfruttare l’attimo, lasciarsi prendere dall’ascolto.
Come si cambia? Come si può?
Chi ci dice parole che servono davvero?
Chi ci dice cosa realmente pensa?
Mettiamo noi stessi alla prova e cerchiamoli.
E infatti: ecco il binomio che funziona!
BINOMICHECONTANO
ARIANNA FONTANA (nata a Polag-
gia, frazione di Berbenno di Valtellina,
provincia di Sondrio, il 14 aprile 1990)
è una pattinatrice di short track italia-
na, vincitrice di un argento e di quat-
tro bronzi olimpici e della Coppa del
Mondo di short track 2012, specialità
dei 500 m.
Nel corso della sua carriera, si è lau-
reata Campionessa europea nelle
edizioni dei campionati svoltesi a Ven-
tspils nel 2008, Torino nel 2009, Heeren-
veen nel 2011, Mladá Boleslav 2012,
Malmö 2013 e a Torino nel 2017, con-
quistando la medaglia d’argento a
Krynica-Zdrój nel 2006 e a Dresda nel
2010, e chiudendo in terza posizione a
Dresda nel 2014.
Ai campionati mondiali di Sheffield
2011 e di Shanghai 2012 ha vinto la
medaglia di bronzo nella classifica
generale (overall). Nel 2015, a Mosca,
ha disputato il suo miglior mondiale,
conquistando una medaglia in tutte
le discipline (oro sui 1500, bronzo su
500 e 1000 e in staffetta), che le val-
gono il secondo posto e la medaglia
d’argento finale (Fonte Wikipedia,
modificata). Arianna Fontana sarà
la portabandiera dell’Italia a Pyeon-
gchang 2018, in occasione dei Giochi
Olimpici Invernali.
“
“
S&C
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 23 / Gennaio-Marzo 2018 77
PREMESSA
Scopo di questo lavoro è quello di provare a vede-
re il “gioco” oltre che nelle funzioni in cui è sta-
to storicamente descritto, e come campo d’os-
servazione privilegiato di antropologi e psicologi,
anche come strumento complesso per proporre
esperienze riabilitative, alternativo all’intero bloc-
co delle cosiddette “metodiche” di trattamento.
Gli ultimi studi evidenziano come l’AZIONE influen-
zi sia la percezione che il pensiero, oltre ad essere
da loro influenzata. I processi cognitivi sono la ri-
sultante di vari fattori, in primo luogo delle dina-
miche senso-motorie fra agente e ambiente. Inol-
tre, percezione ed azione sono compenetrate: - il
movimento non è mai fine a se stesso - se il corpo
non è più inteso come un mero strumento fisico,
ma è tutt’uno con l’attività cognitiva che congiun-
tamente interagisce con l’ambiente e, se il gioco
è un’attività divertente, che dà piacere e motiva il
bambino al “FARE”, non può essere escluso dalle
“metodiche “neuro-evolutive.
Gli aspetti delle “metodiche” neuro-evolutive con-
tro cui principalmente si vuole reagire sono pro-
prio quelli che hanno a che fare con l’esclusione da
queste teorie di un qualsiasi contesto. Lo studio di
movimenti astratti perché non connessi con “chi”
si muove e “dove” il movimento avviene - ovvero in
quale situazione e con quale scopo - ha giustifi-
cato un’interpretazione semplificatoria del movi-
mento che si è concretizzata nell’eliminazione di
ogni variabile non facilmente quantificabile. Ridot-
ta al suo scheletro, alla sua “forma essenziale”,
l’azione si è frantumata in riflessi, unità motorie,
fasci muscolari o, nella migliore delle ipotesi, grup-
pi muscolari. È stato interrotto ogni rapporto con
gli elementi che del movimento umano fanno un
comportamento adattivo e complesso e quindi su-
scettibile di scelte e correzioni in vista di un fine.
Una volta privato il movimento del suo significato,
ovvero del suo “uso” - perché il movimento prima
di ogni altra cosa è il suo proprio uso -, rimane
GiocosaMente
S&C(Ita)n.23,Gennaio-Marzo2018,pp.77-85
IN QUESTO NUMERO:
L’APPROCCIO LUDICO
NEL TRATTAMENTO RIABILITATIVO.
(PARALISI CEREBRALI INFANTILI)
Maria Grassi, Antonio Mazzoni, Maria Pia Albanese
MARIA GRASSI
Fisioterapista,
esperta in
tecniche
neuroriabilitative,
tecniche di
terapie manuali
e tecniche
di terapie
strumentali.
Psicomotricista,
con titolo
conseguito
presso il Consorzio
Humanitas e
Università Lumsa di
Roma. Lavora con
adulti neurologici,
ed anche con
bambini con
disabilità sia fisiche
che cognitivo-
comportamentali,
elaborando
e definendo -
anche in équipe
multidisciplinare
- il programmi di
riabilitazione volti
all’individuazione
dei bisogni di
salute del disabile.
ANTONIO
MAZZONI
Insegnante di
educazione fisica
presso nidi, scuole
dell’infanzia
e primarie,
psicomotricista,
esperto CONI e
docente della
Scuola dello Sport
del CONI Lazio,
collaboratore
del CIP,
Comitato Italiano
Paraolimpico,
formatore della
FGIC, tecnico di
primo livello FIDAL,
tutor del progetto
Alfabetizzazione
motoria e Sport di
classe del CONI
Lazio, autore di
Fiabe Motorie.
Docente al master
di psicomotricità
presso il Consorzio
Humanitas e
Università Lumsa
di Roma.
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  • 1. FRANCESCO FELICI medico specialista in Medicina dello Sport, insegna Fisiologia umana e Fisiologia applicata allo sport e all’esercizio presso la Facoltà di Scienze motorie dell’Università di Roma Foro Italico. ha avviato il primo corso di Dottorato di ricerca in scienze dello Sport e coordinato il corso di Laurea in Scienza e tecnica dello sport. è autore e coautore di numerosi lavori scientifici in tema di funzionamento del sistema di controllo neurale del movimento e dei suoi adattamenti all’allenamento. FEDERICA MARZOLI laureata in Scienza e Tecnica dello Sport e in Scienze Motorie e Sportive, è allenatrice di ginnastica artistica dal 2009. Le sue atlete annoverano numerose convocazioni. Inoltre, è tecnico di terzo livello FGI e giudice di primo grado FGI. Felici F., Marzoli F. tà evolutiva e produzione di forza E S&C STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 23 / Gennaio-Marzo 2018 5 S&C(Ita)n.23,Gennaio-Marzo2018,pp.5-10 INTRODUZIONE L’idea che il muscolo sia capace di generare forza è talmente radicata all’interno dell’immagine che ogni individuo ha di se stesso da farla sembra- re, ai più, banale se non, addirittura, inapparen- te. È solo quando perdiamo forza, o quando non ne abbiamo a sufficienza, che ci rendiamo conto di quanto essa sia importante per ogni attività. Non sorprende, dunque, che ci siano persone in- teressate ad escogitare metodi per migliorare (o per recuperare) la capacità di produzione di forza: queste persone sono gli allenatori. A partire dagli studi pioneristici di G. A. Borelli (De Motu Anima- lium), molto oggi si conosce circa i meccanismi molecolari di produzione di forza muscolare nel- la nostra specie. Meno ben conosciute, tuttora, sono le modalità con le quali il sistema nervoso centrale governa e coordina la produzione di for- za in ogni singola circostanza, da gesti semplici, senza movimento, a complessi ed ipercomplessi. L’indagine scientifica del funzionamento del siste- ma sensitivo-motorio (SM) è senza dubbio molto complessa ed è questa, probabilmente, la ragione principale per la quale la maggior parte dei ricer- catori attivi in ambito di fisiologia neuromuscolare preferisce dedicarsi ad altri argomenti che, per loro natura, sono più facilmente circoscrivibili ad un numero limitato di variabili. Tuttavia, per un al- lenatore come per un riabilitatore, poter dispor- re di informazioni adeguate al riguardo sarebbe fondamentale. Tanto più vero se si considera quel terreno speciale che è rappresentato dall’indivi- duo in età evolutiva, che pratichi una qualunque disciplina sportiva oppure no, che sia agonista op- pure no, che sia maschio o femmina. A tale propo- sito, primo dovere per allenatori e medici è quello di non provocare danni alle persone che ad essi, con fiducia, si rivolgono ed è per questo che tanto
  • 2. 1. Department of Health and Exercise Science, The College of New Jersey, Ewing, New Jersey; 2. Department of Physical Education, Hillsborough High School, Hillsborough, New Jersey; 3. Department of Physical Activity and Sport, European University of Madrid, Madrid, Spagna; e 4. Sports Medicine Biodynamics Center, Cincinnati Children’s Hospital Medical Center, Cincinnati, Ohio Indirizzare la corrispondenza a Avery D. Faigenbaum, faigenba@tcnj. edu. Avery D. Faigenbaum1 , James E. Mcfarland2 , Robert E. Herman2 , Fernando Naclerio3 , Nicholas A. Ratamess1 , Jie Kang1 e Gregory D. Myer4 Affidabilità del test per il rilevamento di 1RM (ripetizione massima) al power clean (girata in semiaccosciata) negli atleti adolescenti S&C STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 23 / Gennaio-Marzo 2018 11 S&C(Ita)n.23,Gennaio-Marzo2018,pp.11-18 INTRODUZIONE L’allenamento contro resistenza ha dimo- strato costantemente di essere una moda- lità sicura ed efficace di praticare l’attività fisica per i bambini e gli adolescenti purché siano seguite linee guida appropriate per l’età e siano disponibili istruzioni qualificate (10, 25). Gli attuali obiettivi di sanità pubblica mirano ad aumentare il numero dei giovani in età scolastica che partecipano ad attività di rafforzamento muscolare e le organizzazioni mediche e sportive sono concordi nell’ac- cettare, a tali condizioni, l’allenamento con sovraccarichi dei giovani (3, 9, 23, 29). Tuttavia, i metodi per valutare la forza e la potenza nelle giovani popolazioni rimangono controversi. Benché il test per il rilevamen- to della 1RM (ripetizione massima) sia so- stenuto dalla National Strength and Condi- tioning Association (NSCA) e sia usato dai ricercatori per valutare il fitness muscolare nei bambini e negli adolescenti in buona sa- lute (7, 9, 15, 31), alcuni osservatori sono contrari al sollevamento massimale nelle po- polazioni più giovani, poiché ritengono che il carico ad elevata intensità possa causare un danno strutturale (2). Queste opinioni differenti riportate dalla letteratura hanno fatto sorgere una certa ambiguità intorno all’esecuzione dei test di forza e potenza nei giovani. Inoltre, non si hanno dati sufficienti sull’affidabilità dei test per valutare il fitness muscolare nei giovani pesisti. Negli atleti adulti, i requisiti di test come quello del power clean per il rilevamento della 1RM sono comunemente usati per sviluppa- re programmi personalizzati e valutare l’ef- ficacia di un ciclo di allenamento (16, 20).
  • 3. GIAN MARIO MIGLIACCIO Dottore di ricerca in Sport Science, direttore scientifico Sport Science Lab. Migliaccio Gian Mario Sport Science Lab ALLENAMENTO COMPETIZIONE CONTINUA LA SERIE DI CONTRIBUTI ALLA CONOSCENZA DEL FENOMENO ALLENA- MENTO/COMPETIZIONE COORDINATA E REALIZZATA DA GIAN MARIO MIGLIACCIO S&C STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 23 / Gennaio-Marzo 2018 19 L’allenamento è probabilmente la materia che rac- chiude una così vasta quantità di variabili che, alle volte, manderebbe in tilt il più sofisticato pro- cessore. Ma quel processore è parte di noi ed il compito primario è nell’elaborazione delle variabili, in funzione di dare una risposta ad ogni singola esigenza del nostro atleta. Più saremo accurati ed avremo limitato il margine di errore e maggiori probabilità avremo di competere ai massimi livelli. Un allenatore deve quindi, molto semplicemente, elaborare innumerevoli variabili, attuare le giuste risposte, prevedere i possibili effetti e puntare alla vittoria. Ecco, il ruolo dell’allenatore è questo. E lo deve fare per ogni atleta, per ogni situazione ed in qual- siasi scenario, sapendo che ogni volta non è detto che la vittoria precedente possa indicarci la via per l’allenamento della vittoria successiva. Il cam- mino è lungo, accidentato ed a volte la mappa è confusa. Ma se troveremo la strada ci si aprirà un mondo diverso e quella strada la potremo ri- trovare ogni volta e, con le giuste competenze, non sarà più un caso fortuito. Sarà la strada per il successo. HIIT, ALLENARSI CON IL CORPO O CON LA MENTE? L’allenamento intervallato ad alta intensità, HIIT, è diventato senza dubbio un caso di successo in tempi rapidi, nel 99% dei casi il marketing ha oscurato i veri contenuti scientifici ma, allo stes- so tempo, i praticanti non ne hanno colto la dif- ferenza. Perché? Semplice, perché è motivante. Sì, negli anni 2000, abbiamo riscoperto quanto sia sempre fondamentale la locuzione latina di Decimo Giunio Giovenale: “Mens sana in corpore sano” di quasi 2000 anni fa. Sia nelle finalità ro- mane, militari, che in quelle greche, agonistiche, il motto portava l’essenza della qualità della vita. L’HIIT porta ad unire le due visioni riscoprendo il vantaggio dell’attività con l’energia della mente. Nell’evoluzione dei programmi di allenamento de- gli ultimi cento anni, grande attenzione si è data alle metodiche, con carichi, ripetizioni, serie, re- cuperi. Tabelle precise fin nell’ultimo dettaglio, sempre più accurate e con strumenti di valuta- zione sofisticati, ma dotati di una risposta ad ogni domanda. Peccato che la domanda finale non ce la siamo mai fatta per davvero: perché lo facciamo? Sì, abbiamo lasciato la mente da una parte ed ab- biamo usato il corpo come un robot staccato dal resto. S&C(Ita)n.23,Gennaio-Marzo2018,pp.19-26 High Intensity Interval training HIIT SECONDA PARTE
  • 4. DONATO FORMICOLA è docente a contratto di Teoria dell’Allenamento, di Metodologia dell’Allenamento e di Chinesiologia Sportiva presso il Centro Servizi SUISM dell’Università degli Studi di Torino; è consulente scientifico dell’Evolutionfit, azienda leader in Italia di sistemi cloud per la realizzazione di programmi di allenamento. È docente di nutrizione e integrazione sportiva nella Scuola di Nutrizione e Integrazione nello Sport (SANIS); è docente federale e coordinatore della formazione presso il Comitato Regione Piemonte della Federazione Italiana Pesi (FIPE) Donato Formicola, PhD SUISM Centro Servizi, Università degli Studi di Torino a biomeccanica del sarcomero, all’origine della forza muscolare L S&C STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 23 / Gennaio-Marzo 2018 27 S&C(Ita)n.23,Gennaio-Marzo2018,pp.27-33 BACKGROUND La funzione del sarcomero è spiegata dai significa- ti dei tre lemmi del greco antico che compongono l’etimologia del termine, sarx, arché e méros, i quali definiscono il singolo elemento (méros) della parte densa ed elastica della carne (sarx) in grado di generare forza (arché)1 . Il sarcomero è la par- te delle cellule dei muscoli striati in cui avviene la contrazione volontaria. In una cellula (o fibra) mu- scolare striata si concatenano in parallelo e in se- rie le miofibrille, sottili filamenti contrattili com- posti dall’unione di più sarcomeri. Ci sono circa 4000 sarcomeri in serie in una miofibrilla lunga 10 mm2 . Gli impulsi elettrochimici originati dal siste- ma nervoso raggiungono la miofibrilla e sollecitano i sarcomeri ad accorciarsi fino a tendere l’intero tessuto muscolare di cui la cellula è parte. La contrazione muscolare è un chiaro esempio di come una fitta rete di connessioni intercellulari può trasformare la motilità cellulare in mobilità delle leve scheletriche e movimento di tutto il cor- po3 . Infatti i muscoli - organi che muovono il corpo -, riportano su scala macroscopica le principali proprietà di cui i sarcomeri - organi che muovono i tessuti muscolari -, godono su scala microsco- pica2 . Tra queste, le sei più importanti sono: 1) eccitabilità elettromeccanica in risposta agli sti- moli chimici; 2) conduttività per la propagazione di impulsi elettrici; 3) contrattilità, con produzio- ne di forza mediante riduzione della lunghezza; 4) contrazione a volume costante, ovvero durante l’accorciamento le parti contrattili cambiano po- sizione lasciando invariata la loro struttura; 5) de- formabilità elastica, per assorbire le sollecitazioni meccaniche; 6) adattabilità, con rigenerazione del- le componenti biologiche secondo le stimolazioni ricevute. INTRODUZIONE Sono più di 60 anni che l’anatomia e la fisiologia del sarcomero è studiata4 . Ad ogni nuovo passo che il progresso tecnologico ha compiuto nel set- tore della biologia molecolare, le analisi morfolo- giche e funzionali del sarcomero hanno mostrato sempre nuovi dettagli. Passando da una scala mi- crometrica ad una nanometrica, è stato possibile osservare precise interazioni molecolari5 , scrivere nuovi algoritmi di bio-informatica che ne simulano PRIMA PARTE
  • 5. S&C STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 23 / Gennaio-Marzo 2018 35 S&C(Ita)n.23,Gennaio-Marzo2018,pp.35-43 Alberto Andorlini ALBERTO ANDORLINI Preparatore presso F.C. Internazionale Milano. Chief Therapist presso Training Lab di Firenze. Svolge attività didattica nel corso di Laurea in Scienza e Tecnica dello Sport e delle Attività Motorie Preventive e Adattative dell’Università di Firenze. IL LUOGO DELL’ESERCIZIO Viaggio euristico per menti allenabili Q U INTA PARTE CONTRIBUTO ORIGINALE
  • 6. TEST CONDIZIONALI Mattia Gargano I MATTIA GARGANO FIPE TRAINER Resp. Tecnico Regionale (Puglia) Preparazione Atletica - KOMBAT LEAGUE Preparatore Atletico di Fighters Pro (Muay Thai - Boxe – Judo - BJJ – MMA) Personal Trainer S&C STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 23 / Gennaio-Marzo 2018 45 Nella organizzazione di un programma di allenamento (questo vale per la preparazio- ne atletica di qualsiasi disciplina sportiva), una fase fondamentale ed imprescindibile è quella dei Test Condizionali generali di in- gresso. Se infatti intendiamo la preparazione atle- tica come l’insieme delle procedure effet- tuate per migliorare la prestazione sporti- va di un atleta, appare chiaro come questa serva a portare un soggetto, in un periodo di tempo predeterminato, da un livello pre- stativo “A” ad un livello prestativo “B” mi- gliorato. Al fine di rendere la periodizzazione e la or- ganizzazione degli allenamenti realmente utili e funzionanti, è quindi necessario ac- quisire tutte le informazioni possibili circa il livello condizionale iniziale del soggetto per poterne migliorare i punti deboli ed esaltar- ne quelli forti. È solo in base a questa acquisizione di dati iniziali che si possono stabilire degli obiet- tivi realisticamente raggiungibili e, di con- seguenza, organizzare programmazioni ef- ficaci ed efficienti (l’efficacia è la capacità generale di raggiungere un obiettivo; l’effi- cienza è la stessa capacità ma con il minor dispendio di tempo ed energia da parte dell’ atleta). Sui valori quantitativi ottenuti dai test di ingresso si fonda tutta l’impostazione delle programmazioni successive (nanocicli, mi- crocicli, mesocicli e macrocicli). È quindi di fondamentale importanza ottenere, in que- sta fase, degli indicatori che siano quanto più possibile realistici ed aderenti alla real- tà, pena gravi errori di impostazione suc- cessiva. Programmare cicli di allenamento senza prima organizzare ed effettuare test condi- zionali è come immaginare di costruire una casa senza realizzarne prima delle solide fondamenta. S&C(Ita)n.23,Gennaio-Marzo2018,pp.45-50
  • 7. Alberto Gaudio, Rosario Abramo, Federica Gentile, Irene Bui, Sara Ottobrini, Luca Marin S&C STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 23 / Gennaio-Marzo 2018 51 INTRODUZIONE Attualmente più di 2,5 milioni di persone in tutto il mondo sono affette da Sclerosi Multipla (SM) (1). In numerosi studi, si è dimostrato che l’at- tività fisica adattata (AFA), se svolta in maniera adeguata e corretta, favorisce il mantenimento e/o il miglioramento dell’indipendenza funzionale del paziente e influisce positivamente sui principali sintomi della patologia. In particolare, la pratica dell’AFA riduce il senso di affaticamento, i disturbi posturali, dell’equilibrio, della deambulazione e mi- gliora la qualità della vita, diminuendo il senso di sconforto e depressione (2). Nonostante queste evidenze, la maggior parte delle persone affette da SM risulta fisicamente inattiva (3); numerose ricerche dimostrano che il 78% delle persone af- fette da SM non pratica alcuna attività motoria (4,5). Attualmente, non vi sono evidenze che giu- stifichino tale comportamento; tuttavia, si ipotiz- za che le cause si possano identificare nella man- canza di informazione e di corrette indicazioni. Ulteriore fonte di scarsa partecipazione potrebbe essere la prescrizione di programmi di allenamen- to che non tengono conto delle inclinazioni indivi- duali. Sia Young, nel 1953, sia più recentemente Parfitt, nel 2006, nei loro studi hanno dimostrato che le persone che provano sensazioni positive durante la pratica dell’attività fisica tendono a ripetere l’esperienza con dedizione e regolarità. Risulta quindi necessario indirizzare, promuovere ed incoraggiare le persone affette da SM alla pra- tica dell’attività fisica adattata (6). OBIETTIVO Lo scopo di questo lavoro è stato quello di ela- borare programmi di attività fisica adattata per un soggetto affetto da SM. I programmi erano volti alla gestione della fatica, al mantenimento e, ove possibile, all’incremento delle capacità di equilibrio, mobilità e forza. MATERIALI E METODI Da Ottobre 2014, il Servizio di Assistenza e Inte- grazione Studenti Disabili (SAISD) dell’Università di Pavia, in collaborazione con Centro Universita- rio Sportivo (CUS Pavia) e il Laboratorio di Attività ALBERTO GAUDIO Dottore in Scienze Motorie, Laboratorio attività motoria adattata (LAMA) Università di Pavia. ROSARIO ABRAMO Dottore Magistrale in Scienze Motorie, Laboratorio attività motoria adattata (LAMA) Università di Pavia. FEDERICA GENTILE Dottore Magistrale in Scienze Motorie, Laboratorio attività motoria adattata (LAMA) Università di Pavia. S&C(Ita)n.23,Gennaio-Marzo2018,pp.51-55 benefici dell’attività fisica adattata (AFA) nella Sclerosi Multipla. Studio di un caso I
  • 8. S&C STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 23 / Gennaio-Marzo 2018 61 1. Non avrei accettato il cortese invito ad inter- venire in questo Simposio1 che mi è stato fat- to mesi orsono, tra l’altro da un collega con cui condivido la medesima provenienza di scuola di pensiero e di cammino di vita (abbiamo avuto i medesimi maestri ed i medesimi insegnamenti), ecco non avrei accettato, perché non più avvezzo alla partecipazione a Convegni e Congressi (faccio adesso altre cose nella vita, rispetto a quelle fat- te per quarant’anni circa, alquanto deludendomi per la “qualità” che non vi trovai e la non moralità che invece assai spesso vi rinvenni), se non fossi stato spinto – sì certo anche dalla affabilità di chi mi contattò – ma soprattutto dalla tematica af- fontata, perché questo tema, quello più generale che si dibatte qui e quello più particolare che mi è stato personalmente e generosamente affidato, da molti anni si agitava nella mia mente, al punto che ne ho spesso, a suo tempo, parlato e con gli esperti del ramo (ma senza alcun giovamento e senza riscontri) e con gli studenti dell’epoca (dav- vero con grande mio vantaggio, in quel caso), ma senza mai risolvermi a scriverne puntualmente, mancandomene in fondo l’occasione. E me ne fa- cevo una ragione ormai, perché non ne ho viste – di occasioni degne – in questo paese, almeno non così degne come avrei auspicato, fino a quella odierna, che mi è apparsa come prima valida e for- se anche come ultima occasione per me, che me ne occupo oggi davvero assai meno di una volta e sono in procinto, anzi, di non interessarmene punto. Epperò il tema è di importanza decisiva, poiché chiama in campo dell’uomo la cosa più im- portante che egli/ella possiede, che dovrebbe pos- sedere, che sovente non possiede o possiede ad un infimo grado: i valori, le “cose” che valgono o non valgono nella vita: valori, ripeto, e disvalori. Procedo per pochi sommari punti, ma mi prefig- go di esprimere comunque un pensiero compiuto, che resti e possa essere chiaramente compreso ed accettato o al contrario non resti, dopo che - ben capito - lo si abbia non accettato o decisa- mente rifiutato e messo da parte. Può capitare, ma la cosa, oggi, non mi fa disperare. Normale, in una società in buona parte anormale. 2. Il tema dei valori, di ciò che vale per noi, perché in essi ci riconosciamo (potremo poi dire: ci rico- nosciamo persone) e perché attribuiamo loro un significato di utilità per la nostra vita (comples- siva vita) personale e sociale e che dovrebbero appunto valere, avere valore e considerazione e, magari, invece, non valgono perché altro vale o varrebbe nel presente: affronto un tema che oggi urge definire, di cui credo si debba prendere co- scienza e che significa, alla fine, proprio “valoriz- zare”, caricare di valori la persona e dare valore ai suoi comportamenti, ai suoi atti. 1. Si tratta della Relazione svolta nell’ambito del Simposio “Il ruolo culturale del laureato in scienze motorie nella società di oggi: quale identità?”, svoltosi nell’Università degli Studi di Roma “Foro Italico”, il giorno 11 maggio 2017. L’Autore ha inteso conservare il testo preparato per l’occasione, senza effettuare modifiche di sorta, salvo precisazioni e minimi rimaneggiamenti, per una più comoda lettura, reintegrando però la parte cui - per scarsità tempo – aveva dovuto rinunciare nella specifica occasione. lruoloculturale dellaureatoin scienzemotorie nellasocietà dioggi:quale identitàdalpunto divistabioetico? I PASQUALE BELLOTTI PASQUALE BELLOTTI (pasquale.bellotti@ gmail.com), medico, esperto di movimento e di alle- namento, bieticista, insegna attualmente alla LUMSA. Molti libri e molti articoli al suo attivo, in quasi 50 anni di studio, di esperienza e di pratica profes- sionale. È anche Presidente de L’Amàca Onlus, associazione di volontariato, con numerosi progetti di assistenza e di supporto in Africa ed in Italia (www. amacaonlus.org). Sta dando vita, con suoi allievi eccellenti ed altri grandi esper- ti, a La Scuoletta Onlus, vera e propria « Accademia di Princìpi e Libera Scuola di pensiero e di formazione permanente in gioco, movimento dell’uomo e sport» . S&C(Ita)n.23,Gennaio-Marzo2018,pp.61-66 Pasquale Bellotti, MD
  • 9. STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 23 / Gennaio-Marzo 2018 LO SCENARIO ATTUALE DELLA FORMAZIONE: ALCUNE CONSIDERAZIONI I cambiamenti economici, culturali e so- ciali a cui abbiamo assistito più o meno consapevolmente nell’ultimo decennio, na- scono - almeno in parte - da un cambia- mento dei bisogni delle persone e della so- cietà in genere relativamente agli aspetti connessi all’attività sportiva e al benesse- re individuale. Tali bisogni non hanno però trovato riscontro in un altrettanto cam- biamento della cultura delle organizzazioni sportive che continuano a perseguire a) modalità organizzative, b) di sviluppo delle conoscenze e c) di gestione della forma- zione dei dirigenti, senza tener conto dei cambiamenti che nel frattempo sono in- tervenuti, richiedendo prese d’atto e con- seguenti adeguamenti e trasformazioni dei comportamenti e delle prassi. E così, in buona sostanza, le organizza- zioni sportive si sono mosse solo cercan- do lo status quo e il consolidamento di conoscenze, a volte (per non dire quasi sempre) non al passo con le innovazioni tecnologiche e conoscitive che nel frat- tempo sono state sviluppate e risultano disponibili. Ecco perché vi è sempre di più il bisogno di attivare sistemi basati su una conoscen- za più condivisa, dinamica, in costante mutamento, che fornisca risposte ade- guate ai bisogni delle nuove generazioni e dei nuovi contesti tecnici, sociali, tecnolo- gici e metodologici. Sistemi in cui risultino fondamentali, sia il lavoro intellettuale col- laborativamente prodotto, sia la capacità di lavorare creativamente con le idee, per migliorare la conoscenza attuale e rende- re abituali e routinari tutti quei processi di innovazione utili allo sviluppo dello sport e del benessere complessivo degli indivi- dui. Dunque, se il ruolo della creatività risul- ta centrale nella società in cui viviamo, una società definita per l’appunto della “conoscenza”, il compito principale per i formatori dovrebbe consistere in quello di preparare i soggetti che concorrono alla 67 S&C V. Borellini, M. Lazzarotti, P. Parisi, A. Schisano aformazionedeimedicidi garemotociclistiche: uncasodibestpractice nelpanoramadella formazionesportivainItalia L PASQUALE PARISI Responsabile organizzativo del Dipartimento di Formazione Federazione Motociclistica Italiana. ANTONINO SCHISANO Coordinatore del Dipartimento di Formazione Federazione Motociclistica Italiana. MONICA LAZZAROTTI Presidente della Commissione Medica Federale Federazione Motociclistica Italiana. VALTER BORELLINI Trainer, Executive e Business Coach. Laurea In Psicologia del lavoro e delle organizzazioni presso Università “ La Sapienza” Roma, svolge attività di formazione manageriale, coaching e counseling career. 67 S&C(Ita)n.23,Gennaio-Marzo2018,pp.67-72
  • 10. S&C STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 23 / Gennaio-Marzo 2018 73 Abbiamo rivolto ad Arianna Fontana alcune domande relative alla preparazione muscolare prevista nel suo sistema di allenamento. Qui di seguito riportiamo, dopo le domande, le risposte che ci sono state date. Quale è il ruolo – in genere – del rapporto allenatore/atleta nel raggiungimento di elevate prestazioni? Non c’è alcun dubbio che il rap- porto tra allenatore ed atleta sia importante, direi fondamentale. Se non c’è fiducia e sintonia tra i due, non si riesce a lavorare pro- ficuamente ed i risultati ne risen- tirebbero in modo significativo. Che ruolo attribuisci all’allenamento della forza nel raggiungimento di alte prestazioni nel tuo sport? È chiaro che lo Short Track è uno sport che necessita prevalente- mente di forza, in molteplici for- BINOMICHECONTANO S&C(Ita)n.23,Gennaio-Marzo2018,pp.73-75 Il ricorso ai sovraccarichi ed all’allenamento con i sovraccarichi può risultare utile e funzionale alle attività quotidiane e per il mantenimento di un corretto stile di vita Arianna Fontana e Carlo Varalda Intervistare per provare a capire come cambiare Dalla voce, cogliere dalla voce dei veri esperti di allenamento e dei grandi atleti, veri grandi. Cogliere dai pochi veramente esperti di allenamento che abbiamo e dai grandi atleti disponibili a farsi intervistare, sfruttare l’attimo, lasciarsi prendere dall’ascolto. Come si cambia? Come si può? Chi ci dice parole che servono davvero? Chi ci dice cosa realmente pensa? Mettiamo noi stessi alla prova e cerchiamoli. E infatti: ecco il binomio che funziona! BINOMICHECONTANO ARIANNA FONTANA (nata a Polag- gia, frazione di Berbenno di Valtellina, provincia di Sondrio, il 14 aprile 1990) è una pattinatrice di short track italia- na, vincitrice di un argento e di quat- tro bronzi olimpici e della Coppa del Mondo di short track 2012, specialità dei 500 m. Nel corso della sua carriera, si è lau- reata Campionessa europea nelle edizioni dei campionati svoltesi a Ven- tspils nel 2008, Torino nel 2009, Heeren- veen nel 2011, Mladá Boleslav 2012, Malmö 2013 e a Torino nel 2017, con- quistando la medaglia d’argento a Krynica-Zdrój nel 2006 e a Dresda nel 2010, e chiudendo in terza posizione a Dresda nel 2014. Ai campionati mondiali di Sheffield 2011 e di Shanghai 2012 ha vinto la medaglia di bronzo nella classifica generale (overall). Nel 2015, a Mosca, ha disputato il suo miglior mondiale, conquistando una medaglia in tutte le discipline (oro sui 1500, bronzo su 500 e 1000 e in staffetta), che le val- gono il secondo posto e la medaglia d’argento finale (Fonte Wikipedia, modificata). Arianna Fontana sarà la portabandiera dell’Italia a Pyeon- gchang 2018, in occasione dei Giochi Olimpici Invernali. “ “
  • 11. S&C STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 23 / Gennaio-Marzo 2018 77 PREMESSA Scopo di questo lavoro è quello di provare a vede- re il “gioco” oltre che nelle funzioni in cui è sta- to storicamente descritto, e come campo d’os- servazione privilegiato di antropologi e psicologi, anche come strumento complesso per proporre esperienze riabilitative, alternativo all’intero bloc- co delle cosiddette “metodiche” di trattamento. Gli ultimi studi evidenziano come l’AZIONE influen- zi sia la percezione che il pensiero, oltre ad essere da loro influenzata. I processi cognitivi sono la ri- sultante di vari fattori, in primo luogo delle dina- miche senso-motorie fra agente e ambiente. Inol- tre, percezione ed azione sono compenetrate: - il movimento non è mai fine a se stesso - se il corpo non è più inteso come un mero strumento fisico, ma è tutt’uno con l’attività cognitiva che congiun- tamente interagisce con l’ambiente e, se il gioco è un’attività divertente, che dà piacere e motiva il bambino al “FARE”, non può essere escluso dalle “metodiche “neuro-evolutive. Gli aspetti delle “metodiche” neuro-evolutive con- tro cui principalmente si vuole reagire sono pro- prio quelli che hanno a che fare con l’esclusione da queste teorie di un qualsiasi contesto. Lo studio di movimenti astratti perché non connessi con “chi” si muove e “dove” il movimento avviene - ovvero in quale situazione e con quale scopo - ha giustifi- cato un’interpretazione semplificatoria del movi- mento che si è concretizzata nell’eliminazione di ogni variabile non facilmente quantificabile. Ridot- ta al suo scheletro, alla sua “forma essenziale”, l’azione si è frantumata in riflessi, unità motorie, fasci muscolari o, nella migliore delle ipotesi, grup- pi muscolari. È stato interrotto ogni rapporto con gli elementi che del movimento umano fanno un comportamento adattivo e complesso e quindi su- scettibile di scelte e correzioni in vista di un fine. Una volta privato il movimento del suo significato, ovvero del suo “uso” - perché il movimento prima di ogni altra cosa è il suo proprio uso -, rimane GiocosaMente S&C(Ita)n.23,Gennaio-Marzo2018,pp.77-85 IN QUESTO NUMERO: L’APPROCCIO LUDICO NEL TRATTAMENTO RIABILITATIVO. (PARALISI CEREBRALI INFANTILI) Maria Grassi, Antonio Mazzoni, Maria Pia Albanese MARIA GRASSI Fisioterapista, esperta in tecniche neuroriabilitative, tecniche di terapie manuali e tecniche di terapie strumentali. Psicomotricista, con titolo conseguito presso il Consorzio Humanitas e Università Lumsa di Roma. Lavora con adulti neurologici, ed anche con bambini con disabilità sia fisiche che cognitivo- comportamentali, elaborando e definendo - anche in équipe multidisciplinare - il programmi di riabilitazione volti all’individuazione dei bisogni di salute del disabile. ANTONIO MAZZONI Insegnante di educazione fisica presso nidi, scuole dell’infanzia e primarie, psicomotricista, esperto CONI e docente della Scuola dello Sport del CONI Lazio, collaboratore del CIP, Comitato Italiano Paraolimpico, formatore della FGIC, tecnico di primo livello FIDAL, tutor del progetto Alfabetizzazione motoria e Sport di classe del CONI Lazio, autore di Fiabe Motorie. Docente al master di psicomotricità presso il Consorzio Humanitas e Università Lumsa di Roma.
  • 12. www.calzetti-mariucci.it Visita il nostro sito Collegandoti al sito puoi visionare nel dettaglio e acquista- re gli articoli (libri, video, dvd, riviste), grazie ad un sistema di ricerca semplice ed intuitivo. CATALOGO ON LINE Inoltre il sito è sempre aggiornato con sezioni specifiche di approfon- dimento su tutti gli argomenti più interes- santi legati allo sport, come eventi, convegni e corsi di aggiornamento. APPROFONDIMENTI Iscrivendoti e dando la preferen- za alla disciplina sportiva che più ti interessa potrai ricevere tutte le news al tuo indiriz- zo e-mail. NEWSLETTER libri,videoerivisteperlosportlibri,videoerivisteperlosport