Strength & Conditioning, n°26
ANNO EDIZIONE: 2018
GENERE: Rivista
CATEGORIE: Rivista Strength & Conditioning
PAGINE: 96
Editoriale
Antonio Urso
Talento atletico: prerequisiti biologici e psicologici (prima parte)
Vladimir Issurin
Le basi teoriche e metodologiche della selezione sportiva e dell’orientamento nel moderno sport di alto livello
Vladimir Platonov
La biomeccanica del sarcomero, all’origine della forza muscolare (quarta e ultima parte)
Donato Formicola
Identificare un test per monitorare le prestazioni del sollevamento pesi in pesisti e pesiste professionisti
S. Kyle Travis, Jacob R. Goodin, George K. Beckham, Caleb D. Bazyler
I pesi rendono lenti?
Maddalena Cuccia
Complex training for volleyball (prima parte)
Jacopo Forza
PNEI e attività sportiva giovanile: come lo stress alimentare modella il corpo dell’atleta
Marco Bruscolotti, Marco Chiera, Nicola Barsotti
L'aggiunta di un programma di Sprint-Interval-Training alle sessioni standard di allenamento può portare al miglioramento della performance degli esercizi di pesistica?
V. Carnevale Pellino, L. Correale, L. Marin, E. Ricagno, M. Vandoni
Riflessioni
Pasquale Bellotti
Correlazioni tra tratti della personalità e strategie di coping come fattori che influenzano la performance sportiva
Francesco Riccardo
Siamo tornati alla casella di partenza
Guido Martinelli
pagine da manuale tecnico del pilates terza edizione.pdf
Pagine da Strength & Conditioning 26
1. S&C
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 26 / Ottobre-Dicembre 2018 5
S&C(Ita)n.26,Ottobre-Dicembre2018,pp.5-14
Il Talento Atletico possiede una strut-
tura complessa e multiforme in cui le
componenti ambientali, biologiche e
psicologiche sono di primaria impor-
tanza.
Le componenti biologiche e psicologi-
che del talento necessitano di un ap-
profondimento: le informazioni dispo-
nibili al riguardo sono riportate qui di
seguito.
DETERMINANTI GENETICHE
DEL TALENTO ATLETICO
Per comprendere la natura del Talento
Atletico e le possibilità e i limiti del-
la preparazione atletica, si dovrebbe
essere in grado di rispondere alle se-
guenti domande:
- l’eredità genetica contribuisce ai
grandi successi sportivi?
- In che modo la genetica condiziona i
principali tratti somatici e funzionali?
- In che misura la risposta agli stimoli
dell’allenamento (effetto cumulativo
dell’allenamento) dipende dalla gene-
tica?
Tali domande appartengono prevalen-
temente all’area della genetica spor-
tiva mentre, negli ultimi decenni, è an-
dato ad accumularsi un ampio corpus
di fatti e riscontri relativi al contributo
dell’ereditarietà alla prestazione atle-
tica e all’eccezionale potenziale degli
atleti fuoriclasse. Nello specifico, tali
indagini genetiche consistono in stu-
di sui gemelli, indagini sulla famiglia e
studi sperimentali nella branca della
genetica molecolare.
Famiglie di fuoriclasse sportivi
Gli studi sulla famiglia non vengono uti-
lizzati spesso nelle indagini genetiche.
Tratti somatici e fisiologici di genitori e
Vladimir Issurin
ALENTO ATLETICO:
prerequisiti biologici
e psicologici
T PRIMA PARTE
Il testo del Prof.
Issurin fa parte di
un'ampia monografia
sul talento nello
sport in uscita
presso l'Editore.
2. STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 26 / Ottobre-Dicembre 2018 17
S&C(Ita)n.26,Ottobre-Dicembre2018,pp.17-26
S&C
LA SELEZIONE E L’ORIENTAMENTO SPORTIVO
Il livello di prestazioni nello sport moderno è tal-
mente elevato che per superarlo l’atleta deve
avere doti morfologiche e funzionali molto ele-
vate, una combinazione davvero unica tra doti e
capacità psicofisiche molto sviluppate. Una simile
combinazione è molto rara. La predisposizione na-
turale a ottenere risultati elevati in un particola-
re sport non determina, tuttavia, il successo, se
la selezione e l’allenamento durante diverse fasi
di preparazione a lungo termine mantengono un
carattere standard che non tiene conto di crite-
ri di selezione tipici di ogni fase di preparazione
pluriennale e senza una costante attenzione sullo
sviluppo delle doti caratteristiche di un particola-
re atleta, oltre che una considerazione delle parti-
colarità della sua età e del suo sviluppo sessuale.
La selezione nello sport è un processo di ricerca
di persone che sono in grado di raggiungere ele-
vate prestazioni in uno sport particolare e la loro
inclusione in un sistema di preparazione di alto
livello.
La selezione nello sport si basa su concetti come
«attitudini» («задатки»), «capacità», «inclinazioni»
(«склонности»), «doti» (одаренность»), «talento».
Le attitudini sono le caratteristiche naturali della
persona presenti dalla nascita e che determinano
notevolmente il suo sviluppo.
Le attitudini sono le caratteristiche anatomiche
e fisiologiche congenite della struttura corporea,
dell’apparato motorio, degli organi di sensi e le
caratteristiche neuro-dinamiche del cervello. Le
attitudini si sviluppano - sotto l’influenza dell’am-
biente esterno - in capacità.
Le capacità non possono essere innate. Solo le
attitudini possono essere innate; il risultato dello
sviluppo delle attitudini sono le capacità che non
si possono «far nascere» al di fuori di una relativa
attività reale (1). La formazione delle capacità è
determinata in gran parte dalle inclinazioni, che
dipendono dal rapporto tra l’uomo e l’attività e
rappresentano un importante elemento motiva-
zionale.
La mancanza di inclinazioni rende il processo di
sviluppo delle capacità poco efficace, così come
anche la mancanza di un’attività organizzata in
modo razionale non permette di indirizzare con-
cretamente lo sviluppo delle inclinazioni.
Le doti sono un insieme di attitudini, determinate
geneticamente, necessarie per un potenziale svi-
luppo delle capacità che influenzano il risultato di
prestazione in una particolare attività.
Vladimir Platonov
e basi teoriche e
metodologiche della
selezione sportiva e
dell’orientamento nel
moderno sport di alto livello
L Il testo del Prof.
Platonov è parte di
un lavoro, più ampio
ed esauriente, che
presto uscirà per i
tipi dell'Editore.
I riferimenti
bibliografici possono
essere richiesti
direttamente ai
contatti dell'Editore.
3. S&C
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 26 / Ottobre-Dicembre 2018 27
S&C(Ita)n.26,Ottobre-Dicembre2018,pp.27-37
BACKGROUND
L’efficienza meccanica di una cellula muscolare in
contrazione è determinata da quattro fattori: 1)
il livello di attivazione elettrica dei suoi sarcomeri
a riposo, 2) il picco di forza massima che ogni sar-
comero può generare, 3) la disposizione spaziale
dei sarcomeri al suo interno, 4) la sinergia delle
produzioni di forza tra i sarcomeri.
1. Il livello di attivazione elettrica che posseggono i
sarcomeri a riposo è caratterizzato dalla frequen-
za e dall’intensità dei segnali elettrochimici che
provengono dal sistema nervoso, dalla quantità di
cariche elettriche presenti nell’ambiente extra-
sarcomerale in stato di riposo, dalla densità del
sarcoplasma che varia in relazione ai livelli residui
di stress meccanico e metabolico accumulati con
le precedenti contrazioni muscolari. Più molecole
elettrosensibili circolano sulla membrana cellula-
re, più gli impulsi nervosi possono essere amplifi-
cati prima di penetrare nella fibra muscolare. Più
cariche elettriche sono presenti nel sarcoplasma,
più in quest’ultimo circolano correnti ioniche e
moti convettivi che favoriscono lo scorrimento dei
filamenti contrattili.
2. Il picco di forza massima che ogni sarcomero
può generare dipende dalla sua tripla conforma-
zione proteica: funzionale, strutturale e bioener-
getica. La componente proteica funzionale, capa-
ce di convertire una forza elettrochimica in una
forza meccanica, è rappresentata dal complesso
actinico-miosinico-titinico-nebulinico. Più moleco-
le actiniche e miosiniche possiede, più spessi e
lunghi sono i filamenti di nebulina e titina, più il
sarcomero produce alti picchi di forza. La compo-
nente proteica strutturale è definita dalle com-
ponenti citoscheletriche che, diramandosi inter-
namente ed esternamente al sarcomero, evitano
il suo disgregamento durante le contrazioni. Per
mezzo del telaio citoscheletrico, la forza di accor-
ciamento di un sarcomero si trasmette sull’asse
principale dell’intera fibra muscolare e su tutti gli
strati connettivali di rivestimento. Più rigide sono
le strutture citoscheletriche, meno dispersioni di
forza contrattile avvengono nel corpo cellulare,
più gli estremi della cellula muscolare si muovono
velocemente. La componente proteica bioenerge-
tica, che regola i processi energetici cellulari, è
determinata dagli enzimi deputati al blocco delle
DONATO
FORMICOLA
è docente a
contratto di Teoria
dell’Allenamento,
di Metodologia
dell’Allenamento
e di Chinesiologia
Sportiva presso
il Centro
Servizi SUISM
dell’Università degli
Studi di Torino;
è consulente
scientifico
dell’Evolutionfit,
azienda leader
in Italia di sistemi
cloud per la
realizzazione di
programmi di
allenamento.
È docente di
nutrizione e
integrazione
sportiva nella
Scuola di
Nutrizione e
Integrazione nello
Sport (SANIS);
è docente
federale e
coordinatore
della formazione
presso il Comitato
Regione Piemonte
della Federazione
Italiana Pesi (FIPE)
Donato Formicola, PhD
SUISM Centro Servizi, Università degli Studi di Torino
a biomeccanica
del sarcomero,
all’origine della
forza muscolare
L QUARTA E ULTIMA PARTE
5. Maddalena Cuccia
PESI RENDONO LENTI?I
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 26 / Ottobre-Dicembre 2018 49
S&C(Ita)n.26,Ottobre-Dicembre2018,pp.49-55
INTRODUZIONE
Creare un modello di allenamento, in qual-
siasi disciplina, implica priorità biologica ed
evidenza scientifica.
Quella attuale è l’epoca in cui la metodologia
dell’allenamento (nel pugilato così come in
numerosi altri sport) è in grado di mette-
re in campo le nozioni teoriche sugli aspetti
fisiologici e neuromuscolari, per elaborare
modelli specifici di attività fisica adattata
ed in continuo aggiornamento.
Con il termine di “adattamento” si fa rife-
rimento a quei processi attraverso i quali
l’organismo si adegua all’esercizio fisico ri-
petuto nel tempo. Esso comporta un miglio-
ramento funzionale permettendo di avere
una migliore capacità di affrontare e soste-
nere stimoli esterni.
Nell’ambiente pugilistico, soprattutto a li-
vello dilettantistico, è ancora forte la dif-
fusione di luoghi comuni. In questo sport,
l’impostazione dell’allenamento si basa sulla
trasmissione dell’esperienza: questo por-
ta a volte a ritenere l’uso dei pesi come
un “pericolo” perché - supponendo che “in-
grossino” i muscoli - avrebbero conseguen-
temente l’effetto di farli “rallentare”.
In questo lavoro, si cercherà di spiegare
come, basandosi su evidenze scientifiche,
anche il lavoro con i sovraccarichi attra-
verso specifiche metodologie possa effet-
tivamente portare a sensibili miglioramen-
ti nelle prestazioni (valgano come esempio
concettuale le sedute di pesi svolte da nu-
merosi atleti di discipline di potenza, come i
velocisti dell’atletica leggera).
Una volta analizzata la disciplina, passando
dagli obiettivi specifici della competizione ed
il regolamento, è tempo di studiare in modo
scientifico e rigoroso le caratteristiche fi-
siologiche e neuromuscolari dei gesti tecnici
richiesti dalla specialità.
Altra difficoltà è data dalla definizione di un
modello di prestazione, poiché ciascun tec-
nico ha il proprio modello definito, frutto di
ciò che pensa, dell’esperienza che ha fatto
(come atleta e come tecnico), e del conte-
sto culturale (inteso come modo di intende-
re lo sport) in cui egli è immerso.
S&C
MADDALENA
CUCCIA
Docente.
Tecnico di IV
livello (CONI).
Tecnico FIPE.
Tecnico di
III livello FPI.
Ha seguito la
preparazione
di atleti
selezionati per le
convocazioni in
nazionale.
6. S&C
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 26 / Ottobre-Dicembre 2018 57
S&C(Ita)n.26,Ottobre-Dicembre2018,pp.57-63
INTRODUZIONE
Il Complex training è un metodo di allena-
mento che non richiede molto tempo per
essere realizzato e che, secondo alcuni ar-
ticoli scientifici (Masamoto et al., 2003),
sembra essere molto efficace nell’incre-
mento della potenza. Questo metodo non
è stato sufficientemente studiato nello
specifico mondo della pallavolo e quindi non
sono ancora chiare le conseguenze dell’ap-
plicazione dello stesso in un contesto di
preparazione fisica per la pallavolo.
L’obiettivo di questo studio consiste nell’in-
dagare gli effetti di un Complex training su
di una popolazione di pallavolisti di età com-
presa tra 17 e 18 anni che si allenano 3
volte a settimana (di cui una con una se-
duta di preparazione fisica focalizzata sulla
forza rapida) e partecipano ad una o due
competizioni a settimana, per una media
di dodici partite nell’arco delle 8 settima-
ne che sono state considerate in questo
lavoro.
STATO DELL’ARTE
COMPLEX TRAINING
Il Complex Training è definito come un me-
todo di allenamento nel quale un esercizio
eseguito con sovraccarico ed uno biomec-
canicamente simile, eseguito sotto forma
di esercizio balistico, si susseguono (Miha-
lik et al., 2008). Si ritiene questo meto-
do più efficace dei metodi tradizionali per
l’allenamento della potenza grazie ad una
maggiore attivazione neuro-muscolare
(Masamoto et al., 2003).
Questo metodo è nato probabilmente dal-
la necessità di allenatori come Cometti
e Verkoshanskij di ottenere del transfert
dall’esercizio con sovraccarichi all’eserci-
zio di gara (Cometti, 1999). Per transfert
si intende un “trasferimento di adattamen-
to”: se al migliorare dell’esercizio utilizzato
come mezzo allenante migliora anche il ge-
sto o l’abilità specifica della disciplina (es.
lo sprint, l’elevazione, la velocità di schiac-
ciata, ecc.), allora c’è stato transfert.
Più che di complex training, si dovrebbe
parlare di “serie complex”. I vantaggi della
serie complex rispetto alla serie tradizio-
nale sono di natura neuromuscolare, ormo-
nale, metabolica, miogena e psicomotoria
(Ali et al., 2017).
Jacopo Forza
OMPLEX TRAINING
FOR VOLLEYBALL
JACOPO
FORZA
Laureato in
Scienze Motorie,
Master di
primo livello in
Posturologia.
Si occupa di
preparazione
fisica nel rugby e
nella pallavolo e
prepara atleti di
livello nazionale
ed internazionale
di Judo e Karate
(kata).
Il suo interesse di
ricerca è volto
all'allenamento
della forza ed al
transfer tra gesti
con schema
motorio simile.
C PRIMA PARTE
7. S&C
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 26 / Ottobre-Dicembre 2018
S&C(Ita)n.26,Ottobre-Dicembre2018,pp.65-73
Per affrontare una problematica com-
plessa ed articolata quale la gestione
alimentare dell’atleta nelle sue molte-
plici declinazioni è doveroso riflettere da
un punto di vista epistemologico sulle
strutture logiche e sulla metodologia che
si intende adottare. Il paradigma scienti-
fico occidentale almeno fino agli anni ’50
è stato complessivamente caratterizzato
da un approccio di tipo riduzionista. Ciò è
avvenuto nei diversi ambiti della scienza
umana e da questa visione non sono sta-
te esenti discipline come l’economia, con
la formulazione della teoria della decisione
razionale (Von Neumann, Friedman), con
l’idea di un’economia fondata su un model-
lo razionale obbediente a leggi matemati-
che, la psicologia, con l’affermazione del
Comportamentismo e del Cognitivismo e
l’affermazione dell’idea della mente come
una scatola nera (Barrhus F. Skinner
1904-1990) o come un computer (Janos
von Neumann 1903-1957). Nell’ambito
della biologia e della genetica si è assistito
all’affermazione della matematizzazione
dell’evoluzionismo e del riduzionismo mo-
lecolare, all’idea di un genoma come parte
invariante fondamentale. Nei decenni que-
sto processo è risultato nell’ambito so-
prattutto medico, ma non solo, nella radi-
calizzazione del processo di diagnosi ed a
seguire nella scelta di terapie sempre più
iperspecialistiche. Purtroppo paradossal-
mente ciò ha determinato (1) una crisi dei
sistemi sanitari internazionali sia in riferi-
mento all’enorme aumento di costi, sia in
relazione allo scarso grado di soddisfazio-
ne espresso dai pazienti e dagli addetti ai
lavori, all’aumento di frequenza di errori
“medici”, all’aumento delle disparità nei
trattamenti e ad una perdita complessiva
di qualità dell’outcome clinico.outcome clinico.outcome
INTRODUZIONE ALLA PNEI
In realtà non tutta la ricerca scientifica
dell’ultimo secolo si è mossa seguendo il
paradigma su esposto anzi, la ricerca biop-
sicosociale (2) nata nel 1977 con Engel si
pone in antitesi rispetto al pensiero riduzio-
nista dominante, inquadrando l’idea di “sa-
lute” non più soltanto sotto l’aspetto biolo-
gico, ma anche sotto l’aspetto psicologico
e sociale. Oggi l’approccio biopsicosociale
sta facendo passi da gigante, tant’è vero
che lo stesso Goldstein (3) ha avvertito
la necessità di qualificare la cosiddet-
ta “medicina scientifica integrativa” come
nuovo paradigma intellettuale. Paradigma
che, applicando la teoria dei sistemi per
la comprensione della normale fisiologia
e dei disturbi clinici, costituisce un fon-
damento essenziale per la comprensione
della complessità dinamica tipica di tut-
to ciò che minaccia l’integrità del nostro
65
MARCO
BRUSCOLOTTI
Osteopata
D.O. membro
R.O.I. - Diploma
I.S.E.F. - L. Scienze
Motorie.
Membro della
Commissione
Nazionale di
Ricerca Discipline
Corporee (DIS-
CO) della SIPNEI.
Docente di
metodologia
della ricerca
clinica presso il
C.S.O.T. di Roma.
NEIeATTIVITÀ
SPORTIVAGIOVANILE:
comelostressalimentare
modellailcorpodell’atleta
P
Marco Bruscolotti, Marco Chiera, Nicola Barsotti
NICOLA BARSOTTI
Osteopata D.O.
membro R.O.I. -
Fisioterapista.
Coordinatore
della Commissione
Nazionale di
Ricerca Discipline
Corporee (DIS-
CO) della SIPNEI.
Socio Fondatore
C.M.O. Centro
di Medicina
Osteopatica e
Terapie Integrate,
Firenze.
Docente di
anatomo-
fisiologia del
sistema nervoso
autonomo e
fisiologia integrata
PNEI presso il C.I.O.
Collegio Italiano
di Osteopatia di
Bologna e Parma.
Membro C.O.M.E.
Collaboration.
Insegnante
PNEIMED.
Ancora un contributo originale
sulla PNEI per S&C.
8. S&C
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 26 / Ottobre-Dicembre 2018 75
S&C(Ita)n.26,Ottobre-Dicembre2018,pp.75-79
LUCA CORREALE
Dottore Magistrale
in Scienze Motorie,
PhD Student
Laboratorio
Attività Motoria
Adattata (LAMA)
Università di Pavia.
VITTORIA
CARNEVALE
PELLINO
Dottore in Scienze
Motorie.
Laboratorio
Attività Motoria
Adattata (LAMA)
Università di Pavia.
Carnevale Pellino V., Correale L., Marin L. , Ricagno E. , Vandoni M.
Laboratory of Adapted Motor Activity (LAMA), Department of Public Health, Experimental Medicine & Forensic Science,
University of Pavia, Pavia, Italy
LUCA MARIN
Dottore Magistrale
in Scienze
Riabilitative,
Fisioterapista
Laboratorio
Attività Motoria
Adattata (LAMA)
Università di Pavia.
aggiunta di un programma
di Sprint-Interval-Training
alle sessioni standard di
allenamento può portare
al miglioramento della
performance degli esercizi
di pesistica?
L’
9. Francesco Riccardo
FRANCESCO
RICCARDO
è laureato
in Psicologia
dinamica
e clinica
dell’infanzia,
adolescenza e
famiglia;
ha conseguito
un Master
Universitario
di II° Livello in
Neurofisiologia
e Psicologia
dello Sport;
è Psicologo
delle squadre
nazionali
di pesistica
e docente
presso i corsi
di formazione
per Personal
Trainer della
FIPE. È Personal
Trainer 1° livello
FIPE, Maestro di
Karate e cintura
nera 5° Dan
FIJLKAM.
Specializzato in
psicoterapia,
tecnico di IV
livello, presidente
dell’Associazione
Psicologi Tecnici
Sportivi.
orrelazioni tra tratti
della personalità e
strategie di coping come
fattori che influenzano la
performance sportiva
C
S&C
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VII - Numero 26 / Ottobre-Dicembre 2018 83
S&C(Ita)n.26,Ottobre-Dicembre2018,pp.83-90
Il presente articolo è il frutto di una ri-
cerca su un campione di atleti di livello
nazionale ed internazionale appartenen-
ti a squadre nazionali e tutti ancora im-
pegnati in attività agonistica.
Partendo dalla convinzione che l’atleta,
spesso considerato e trattato come
una macchina prestativa, è prima di
tutto un individuo, ho orientato la mia
attenzione a ciò che potrebbe interferi-
re con la performance sportiva parten-
do proprio da alcune considerazioni ri-
guardanti costrutti quali la personalità,
lo stress e il coping.
Ogni individuo-atleta non può sfuggire a
questo triangolo che rappresenta l’es-
senza stessa del proprio essere; ma
non può sfuggirvi neanche il tecnico, l’al-
lenatore, anch’essi individui impegnati
per ottenere una prestazione ottimale.
Alla luce di quanto sopra ritengo che la
valutazione della personalità di un indivi-
duo, il “carattere”, rappresenta il punto
di partenza per comprendere determi-
nati atteggiamenti, sia degli atleti che
degli allenatori, in vista del raggiungi-
mento di un obiettivo.
Ognuno ha la propria personalità frutto
della predisposizione genetica (tempe-
ramento), delle prime e fondamenta-
li esperienze infantili con il caregiver,
dell’ambiente sociale e culturale nel
quale la personalità si è potuta espri-
mere. E quando diverse personalità si
confrontano non sempre si riesce a tro-
vare uno spazio comune relazionale in
10. www.calzetti-mariucci.it
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