Riva, Psicologia dei Nuovi Media, 2012 - Capitolo 6. Punto di incontro tra scienze umane e nuove tecnologie, questa disciplina ha come oggetto la comprensione, la previsione e l'attivazione dei processi di cambiamento individuali e sociali che scaturiscono dall'interazione con i media digitali. Proposto qui in una nuova edizione riveduta e aggiornata, il volume risulta essere un utile strumento che interseca diversi corsi formativi: dalla psicologia alle scienze della formazione alle scienze della comunicazione, fino al commercio elettronico e all'area dell'informatica applicata.
Riva, Psicologia dei Nuovi Media, 2012 - Capitolo 6
1. Riva, Psicologia dei nuovi media: Azione,
presenza, identità e relazioni, Il Mulino, 2012
CAPITOLO VI:
NUOVI MEDIA E PRESENZA:
ESSERE IN UN MONDO
REALE E VIRTUALE
Sito: www.psicologiadeinuovimedia.com
Blog: www.psicologiadeinuovimedia.info
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2. Riva, Psicologia dei nuovi media: Azione, presenza, identità e relazioni, Il Mulino, 2012
Capitolo VI. NUOVI MEDIA E PRESENZA: ESSERE IN UN MONDO REALE E VIRTUALE
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Riuscendo ad attuare le proprie intenzioni
attraverso l’artefatto
il soggetto diventa presente in esso
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Ma cosa è la presenza?
physical presence l’esistenza di un oggetto in una
particolare regione spaziotemporale
subjective presence la percezione di essere collocato
nello stesso spazio fisico in cui si
verifica un dato evento o si
sviluppa un certo processo o si
trova una certa persona
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Le prime definizioni contrappongono il mondo reale a
quello virtuale...
Illusione percettiva di non
mediazione
Meno il soggetto è consapevole della
mediazione tecnologica, più alto è il
senso di presenza
La presenza sembrerebbe dunque funzione della fedeltà e del
realismo grafico degli ambienti virtuali...
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Tuttavia, l’esperienza degli sviluppatori di RV indica una
direzione differente:
è la capacità d’interazione
l’elemento chiave per indurre più
presenza
«La presenza equivale al numero di azioni attuate con
successo nell’ambiente»
«La presenza è la proprietà dell’agente che manifesta se
stesso attraverso la costituzione di uno spazio durante
l’azione»
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La presenza può essere descritta come un
meccanismo selettivo, adattativo e metacognitivo che
permette al Sé di definire in maniera intuitiva
il confine dell’azione mediante la distinzione tra «interno»
ed «esterno»
Dal punto di vista evolutivo svolge tre funzioni:
consente al soggetto di collocarsi in uno spazio (reale o
virtuale)
permette di controllare l’efficacia dell’azione, confrontando
intenzioni e risultati
garantisce l’evoluzione del Sé attraverso l’identificazione
di esperienze ottimali (flow) e l’incorporazione di artefatti
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In sintesi, possiamo definire la presenza come
la sensazione di «essere» in un ambiente,
reale o virtuale, risultato della capacità di mettere
in atto nell’ambiente intuitivamente (senza pensare
razionalmente) le proprie
intenzioni, anche attraverso gli artefatti che contiene
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Ma come si collega la presenza all’Altro?
neuroni mirror l’individuo che osserva può
mettersi nei panni dell’attore
dell’azione
Il risultato dell’attività dei neuroni mirror è la creazione di
rappresentazioni neurali che sono condivise a due livelli:
- all’interno dello stesso soggetto esecuzione e osservazione
condividono il medesimo substrato neurale
- quando un soggetto osserva l’azione dell’altro soggetto le stesse
rappresentazioni risultano simultaneamente attivate nei cervelli dei
due soggetti
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A livello neurale l’azione eseguita e l’azione osservata
vengono codificate in un formato multisoggettivo
Insieme al Sè, l’Altro viene codificato
immediatamente all’interno del flusso
percettivo
Ciò suggerisce l’esistenza di un secondo meccanismo selettivo
e adattativo: la presenza sociale
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Dal punto di vista evolutivo la presenza sociale svolge tre
funzioni:
1. consentire al soggetto di identificare l’Altro e di attribuirgli
uno statuto ontologico – l’«altro simile a sé» – diverso dagli
altri oggetti percepiti
2. permettere l’interazione e la comunicazione mediante la
comprensione delle intenzioni dell’Altro
3. permettere l’evoluzione del Sé attraverso l’identificazione di
«esperienze condivise ottimali» (networked flow) e
l’incorporazione degli artefatti – fisici e sociali – a esse associati
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In sintesi, possiamo definire la presenza sociale come la
sensazione di «essere con altri Sé»
all’interno di un ambiente reale o virtuale, risultato della
capacità di riconoscere intuitivamente nell’ambiente le
intenzioni degli Altri, anche quando vengono attuate
utilizzando degli artefatti
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Per ogni tipologia di intenzione esiste uno specifico livello di
presenza, neurologicamente separato ed evolutivamente
successivo:
Proto-presenza Intenzioni motorie
(azione corporea)
Presenza nucleare Intenzioni prossimali
(affordances dirette)
Presenza estesa Intenzioni distali
(affordances mediate)
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I livelli della presenza (schema)
Rapporto Funzione Capacità Richiesta Elementi che Livello
con il Sè aumentano il evolutivo
livello di presenza
Proto Sè in Attuare le Associare L’accoppiamento Iniziale
presenza opposizione intenzioni correttamente tra percezione e
al non-Sé Motorie all’interno del azione
(Il corpo attraverso flusso sensoriale
come l’azione gli stimoli correlati
confine) corporea ai propri
movimenti
Presenza Sè in Attuare le Separare e La vividità, la Medio
nucleare opposizione intenzioni accoppiare multisensorialità
al mondo Prossimali rappresentazioni e e la riconoscibilità
esterno che attraverso percezioni,
lo circonda l’identificazione identificando le
(Il mondo delle affordance percezioni rilevanti
presente dirette
come
confine)
Presenza Sè in Attuare le Analizzare le La rilevanza Elevato
estesa relazione al intenzioni Distali rappresentazioni,
mondo attraverso identificando
pensabile l’identificazione quelle rilevanti
(Il mondo delle affordance
possibile mediate
come
confine)
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Qual è il legame tra i 3 livelli della presenza?
La simultanea influenza sull’azione del
soggetto
La percezione di una riduzione nel livello di
presenza legata all’impossibilità di raggiungere il
proprio obiettivo attraverso l’uso di un medium è
detta OPACITA’
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L’elemento che consente di identificare le affordance dirette
e mediate è la rilevanza (relevance) che il soggetto
attribuisce ai diversi stimoli
Uno stimolo è rilevante quando la sua analisi produce un
effetto cognitivo positivo: l’indicazione presente o futura di
un cambiamento positivo o negativo all’interno dei confini in
cui si posiziona il Sè
Uno strumento che consente di concretizzare l’idea di
“intrenalità” è il concetto di “bisogno”: un principio di
attivazione che attraverso la sua soddisfazione consente
l’omeostasi, il mantenimento dei confini del Sè
La rilevanza non è mai assoluta:
è sempre situata e legata all’azione
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Il rapporto tra presenza ed emozioni è di tipo
biunivoco
le variazioni nel livello di presenza e presenza sociale
possono attivare il processo di produzione emotiva: ogni
variazione nella sensazione di presenza e presenza sociale
produce una variazione nel core affect
le variazioni nello stato emotivo possono influenzare il
livello di presenza e presenza sociale: variazioni nell’affetto
nucleare possono produrre una variazione nel livello di
presenza e presenza sociale
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Secondo la Teoria della valutazione sequenziale multilivello,
la valutazione dello stimolo emotigeno avviene a tre livelli,
sovrapponibili ai livelli della presenza:
livello sensomotorio (intenzioni motorie)
livello schematico (intenzioni prossimali)
livello concettuale (intenzioni distali)
L’intensità dell’emozione è legata al livello di presenza, che
a sua volta è legata alle intenzioni del soggetto e alla loro
rilevanza per la sua visione del mondo
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Tre fasi nel processo di sviluppo delle capacità imitative:
1) la capacità di imitare un essere umano
2) la capacità di identificare un essere umano che imita il
bambino
3) la capacità di riconoscere in un essere umano le intenzioni
e le emozioni
Il soggetto è in grado di riconoscere solo le
intenzioni che è in grado di attuare
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Possiamo identificare 3 diversi livelli di presenza sociale,
evolutivamente successivi ma inclusivi
Capacità di riconoscimento delle
PRESENZA intenzioni Motorie che consente al Sé
SOCIALE di riconoscere un Altro intenzionale
IMITATIVA
Capacità di riconoscimento delle
PRESENZA intenzioni Motorie e Prossimali che
SOCIALE consente al Sé di riconoscere un Altro
INTERATTIVA la cui intenzione è rivolta verso di lui
PRESENZA Capacità di riconoscimento delle
SOCIALE intenzioni Motorie, Prossimali e
EMPATICA Distali, che consente al Sé di
riconoscere un Altro le cui intenzioni
corrispondano a quelle del Sè
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I livelli della presenza sociale
Rapporto con Funzione Capacità Attività sociale Livello
l’altro Richiesta possibile evolutivo
Presenza Altro in Riconoscere Il Imitazione Iniziale
sociale opposizione al all’interno del riconoscimento
imitativa Sé (L’Altro ha flusso sensoriale delle intenzioni
delle un «Altro simile Motorie
intenzioni) a sé»
Presenza Altro verso il Riconoscere Il Interazione Medio
sociale Sé (l’Altro ha all’interno del riconoscimento
interattiva come flusso sensoriale delle intenzioni
contenuto un Altro la cui Motorie e
intenzionale il intenzione è Prossimali
Sé) rivolta verso il
Sé
Presenza Altro come il Riconoscere Il Comunicazione Elevato
sociale Sé (l’Altro ha all’interno del riconoscimento
empatica le stesse flusso sensoriale delle intenzioni
intenzioni del un Altro le cui Motorie,
Sé) intenzioni Prossimali e
corrispondano a Distali
quelle del Sé
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Cosa significa dunque essere in un medium?
- i media, influenzando il livello di presenza e presenza
sociale, alterano il flusso informativo e comunicativo e
modificano i confini della situazione
Possiamo ora identificare tre livelli d’interazione tra media e
situazione:
1. Il primo livello è legato al rapporto con la fisicità del medium
2. Il secondo livello è legato alla componente simbolica,
l’interfaccia e i contenuti del medium
3. Il terzo livello riguarda invece la componente pragmatica: i
media aumentano la mia possibilità di interagire con altri Sé
(presenza sociale)
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