Esercitazione Psicologia Sociale dei Media - Presentazione Omnicam
Educare ai nuovi media: La sfida delle scienze cognitive
1. Educare ai Nuovi Media:
La sfida delle Scienze
Cognitive
Prof. Giuseppe Riva
LICENT
Università Cattolica del Sacro
Cuore
E-mail: giuseppe.riva@unicatt.it
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2. Una definizione di
MEDIA EDUCATION
L’educazione ai e con i media:
• ai media, cioè corsi di educazione a un
utilizzo e a una comprensione critici dei
media.
• con i media, cioè programmi didattici che
utilizzino i media come strumenti di
supporto ai processi educativi generali.
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3. Il fuoco di questa presentazione
Mi concentrerò in particolare sull’educazione AI MEDIA
Cercando di raccontare come la Psicologia dei Nuovi Media
descrive la Media Literacy (Competenza all’uso dei media)
I punti chiave sono:
- Che cosa sono i media da un punto di vista psicologico?
- Come usiamo i media?
- Usare i media richiede un cambiamento? Se si, di che
tipo?
- Che cos’è dal punto di vista cognitivo la Media Literacy?
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4. PARTE 1
Psicologia dei nuovi media:
Comprendere il rapporto tra media e
cambiamento
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5. Qual è il ruolo della
PSICOLOGIA DEI NUOVI MEDIA?
Lo studio, la comprensione, la
previsione e l’attivazione dei
processi di cambiamento che
hanno la loro principale origine
nell’interazione con i nuovi media
comunicativi. 5
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6. Il medium (1)
COS’ E’ UN MEDIUM?
Ogni artefatto in grado di permettere ai soggetti di superare i
vincoli della comunicazione faccia a faccia, la situazione
interattiva più naturale
I MEDIA SONO DISPOSITIVI DI MEDIAZIONE
Facilitano il processo di Sostituiscono l’esperienza
comunicazione, superando i diretta, ponendosi “in mezzo”
limiti imposti dal faccia-a- tra i soggetti interagenti.
faccia.
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7. Il medium (2)
Ciascun MEDIUM si caratterizza per 3 dimensioni, che stanno tra
loro in rapporto dialettico: il cambiamento di un elemento può
portare ad un cambiamento negli altri.
Include l’insieme delle caratteristiche
FISICA naturali del medium
Include l’insieme dei significati
SIMBOLICA convenzionali espressi attraverso il
medium
Include l’insieme dei comportamenti con
PRAGMATICA cui gli utilizzatori comunicano attraverso il
medium
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8. Nuovi media e interfaccia (1)
Definiamo NUOVI MEDIA
l’insieme dei mezzi di comunicazione che utilizzano il
linguaggio digitale nella codifica delle informazioni
L’INTERFACCIA
assume con i nuovi media un ruolo centrale che non aveva con
i media precedenti
Con l’evoluzione dei media infatti il
supporto fisico diventa una “finestra” che
consente la visualizzazione parziale di un
insieme più ampio di informazioni
disponibili
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9. Nuovi media e interfaccia (2)
Le 3 funzioni dell’interfaccia nei nuovi media:
Rappresentare le caratteristiche del medium attraverso un modello
Rendere visibili gli oggetti digitali contenuti al suo interno
Facilitarne l’uso mediante un’opera di filtro e e selezione
L’interfaccia diventa un METAMEDIUM
Ha le caratteristiche di un Utilizza la dimensione fisica del
medium medium tradizionale
(sostituisce l’esperienza diretta (pur essendo caratterizzata da
con una percezione mediata) dimensioni simboliche e
pragmatiche proprie, non ha una
dimensione fisica propria)
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10. Nuovi media e cambiamento
L’introduzione di un nuovo medium implica una
RICONFIGURAZIONE DELLE OPPORTUNITA’ DI
MEDIAZIONE CULTURALE a disposizione dei suoi utenti:
modifica la struttura dell’interazione e
obbliga i soggetti ad adattarsi alla nuova
situazione
rimuove dall’interazione il corpo ed i
significati che questo porta con sé dando
autonomia al messaggio
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11. Il cambiamento (1)
Secondo Safran and Greenberg (1991), esistono
due diversi approcci alla comprensione del
cambiamento: bottom-up (dal basso verso l’alto) e
top-down (dall’alto verso il basso):
• Bottom-up: parte dall’analisi delle percezioni e
delle emozioni (individuali e sociali) per poi arrivare
ad un cambiamento di tipo comportamentale (prima)
e concettuale (dopo);
• Top-down: parte dall’analisi delle credenze e delle
regole implicite che guidano il comportamento
(individuale o sociale) per intervenire su di esso
(prima) e poi influenziare il livello emotivo (dopo).
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12. Il cambiamento (2)
Questi due modelli di cambiamento hanno come punto di
partenza due diversi sistemi cognitivi (Kahneman, Nobel
Prize Lecture, 2002):
• Sistema 1 (Intuizione): genera impressioni relative alle
caratteristiche degli oggetti percepiti e pensati. Queste
impressioni non sono volontarie e spesso non sono
immediatamente consapevoli.
• Sistema 2 (Ragionamento): genera giudizi, che sono sempre
esplitici e intenzionali.
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13. La differenza tra intuizione e
ragionamento (1)
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14. La differenza tra intuizione e
ragionamento (2)
L’esistenza di due sistemi cognitivi separati è
evidente nella distinzione tra saper fare (intuitivo) e
sapere (razionale):
• Siamo in grado di controllare sistemi dinamici
complessi intuitivamente senza essere in grado di
spiegare le regole che ci permettono di farlo (per es.
Andare in Bicicletta);
• Siamo in grado descrivere razionalmente le regole
con cui il sistema funziona senza essere in grado
di metterle in pratica (per es. Esame di guida)
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15. Intuizione: non solo innata
Una caratteristica di base dei processi intuitivi è che sono
spontanei (impressioni), come i processi percettivi.
• Alcune impressioni, che Tversky e Kahneman
(1983) chiamano natural assessments, sono
innate and vengono attivate dai contenuti
percettivi : sorpresa, valenza affettiva
(emozioni)
• Altre invece sono apprese e legate all’uso
efficace degli strumenti: competenze motorie
(per es., Prendere appunti usando la
penna). Giuseppe Riva Psicologia dei
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16. PARTE 2
Dalla percezione all’azione:
come una competenza diventa intuitiva?
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17. Dalla percezione all’azione (1)
Noe, A., (2004), Action
Le ricerche delle scienze cognitive In perception. Cambridge,
sottolineano lo stretto legame tra azione MA: MIT Press
e percezione:
“La percezione non è qualcosa che ci
accade, fuori o dentro di noi, ma è
qualcosa che facciamo” (Noe, p. 12)
La percezione e la consapevolezza
percettiva dipendono dalle nostre
capacita di azione e di pensiero e
viceversa.
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18. Psicologia Cognitiva Corporea (1)
Le ricerche di Rizzolatti hanno scoperto nella corteccia premotoria
della scimmia e in seguito anche in quella dell’uomo, l’esistenza di
due gruppi particolari di neuroni (bimodali – motori e percettivi):
•il primo gruppo di neuroni (F5ab-AIP) – chiamati neuroni “canonici” si attivano
anche quando il soggetto guarda un oggetto a cui potrebbe essere rivolta la
propria azione;
•il secondo gruppo di neuroni (F5c-PF) – chiamati neuroni “specchio” - si attivano
invece quando il soggetto osserva un altro individuo che compie la stessa azione.
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19. Psicologia Cognitiva Corporea (2)
In pratica, i neuroni canonici consentono una comprensione intuitiva delle
opportunità di interazione che gli oggetti offrono a un soggetto percepiente
(nel caso del manico della tazzina da caffé la possibilità di essere
afferrato).
Mentre, i neuroni specchio permettono una comprensione intuitiva delle
intenzioni degli altri individui (l'intenzione ad esempio di portare la tazzina
alla bocca per bere il caffé).
Ciò suggerisce l’esistenza di un
sistema simulativo basato sui
schemi di tipo motorio che
consente al soggetto di
organizzare e comprendere
l’azione in maniera intuitiva
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20. Psicologia Cognitiva Corporea (2)
Embodied Cognition: considera i processi cognitivi come il
risultato dall’interazione in tempo reale e diretta verso un obiettivo
tra un organismo e l’ambiente.
Conoscenza (Clancey, 1997): capacità verso un’azione interattiva.
Tale capacità viene attivata attraverso una sequenza di
coordinazioni sensomotorie in atto, cioè mediante la simulazione di
un’intera sequenza comportamentale e degli effetti che ha
sull’ambiente.
Per questo la conoscenza è necessariamente situata e incarnata:
richiede un feedback esterno continuo per coordinare tra loro
percezione e azione.
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21. Azione: il punto di incontro tra intuizione
e ragionamento
• Il modo migliore di
imparare qualcosa
è farlo (azione),
verificando
l’esito di quello
che viene fatto
(metacognizione)
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22. Dalla percezione all’azione
A partire da queste riflessioni si sono sviluppate due
aree di ricerca:
LA PSICOLOGIA COGNITIVA LO STUDIO
“CORPOREA” DELL’INTERAZIONE
che considera la mente come il risultato CORPOREA
di un fenomeno distribuito, che risiede che ha come principale obiettivo l’uso
non solo nella testa, e descrive i processi della corporeità per facilitare
cognitivi come il risultato dall’interazione l’interazione uomo-computer,
in tempo reale e diretta verso un obiettivo realizzando interfacce e metafore e
tra un organismo e l’ambiente oggetti fisici in grado di comprendere
le necessità dell’utente
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23. Nuovi media e corporeità (1)
LA MANIPOLAZIONE DIRETTA
Un approccio basato sull’idea di rappresentare gli
oggetti digitali in maniera esplicita e caratterizzata in
modo che l’utente possa agire su di essi allo
intuitivamente: don’t make me think
AFFORDANCE
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24. Nuovi media e corporeità (2)
Possiamo definire l’AFFORDANCE l'insieme di azioni che un
oggetto "invita intuitivamente" a compiere su di esso (Gibson,
Norman)
L’opportunità d’azione (o di inibizione)
fornita dall’ambiente all’individuo
In pratica il soggetto identifica intuitivamente, in base ai propri obiettivi,
il tipo di proprietà più utile a lui tra quelle che un oggetto è in grado di
offrire. Il livello d’utilità è legato, oltre che al tipo di obiettivo, alla struttura
fisica del soggetto (affordance diretta), al significato (affordance mediata)
attribuito all’oggetto e al contesto in cui è collocato.
Un’affordance è tale solo quando è visibile ed in grado di guidare l’azione
intuitivamente.
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25. Nuovi media e corporeità (3)
L’uso efficace di un artefatto modifica l’esperienza del corpo
Durante un’azione efficace – in cui il soggetto è in grado di
attuare intuitivamente la propria intenzione – l’artefatto viene
percettualmente “incorporato” dal soggetto.
Riuscendo ad attuare le proprie intenzioni attraverso
l’artefatto, il soggetto diventa presente in esso.
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26. Intuizione e corporeità
La psicologia cognitiva ha mostrato che la capacità di usare un
medium intuitivamente ha due effetti diversi sulla nostra
esperienza corporea:
Azione Mediata Diretta: Azione Mediata Indiretta:
INCORPORAZIONE INCARNAZIONE
(PRESENCE) (TELEPRESENCE)
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27. Azione Mediata Diretta
INCORPORAZIONE (PRESENZA)
L’artefatto diventa parte della rappresentazione
del corpo (il soggetto è presente in esso) =>
L’esperienza intuitiva del corpo si estende
all’artefatto
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28. Azione Mediata Indiretta
INCARNAZIONE
(TELEPRESENZA)
L’uso efficace dell’avatar
sposta temporaneamente
il soggetto all’interno dello
spazio remoto/virtuale in
(il soggetto è
telepresente in esso) =>
L’esperienza intuitiva del
corpo si estende all’avatar
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29. PARTE 3:
Conclusioni
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30. La media literacy
è intuizione
Le ricerche delle scienze cognitive
sottolineano come le competenze di tipo
percettivo-motorio, che ci permettono di
utilizzare un medium, sono
prevalentemente di tipo intuitivo.
• Quando ho la media literacy il
medium è trasparente: posso realizzare
attraverso di esso le mie intenzioni senza
dovermi chiedere come farlo.
• Quando non c’è, il medium è opaco:
richiede il ragionamento per riuscire a
usarlo
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31. Usare i media ci cambia nel
profondo
Imparare ad usare intuitivamente un
medium ha un effetto sulla nostra
corporeità (bodyframe): di fatto il medium
diventa una estensione diretta o indiretta
(avatar) del nostro corpo:
- Il cambiamento è profondo: porta a
vedere in modo diverso l’ambiente
circostante (brainframe)
- Il soggetto non è consapevole del
cambiamento: per cui non capisce la
diversità/difficoltà di un altro che non ha le
stesse competenze
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32. La media education
è esperienziale e metacognitiva
Come funziona:
• Si osservano fenomeni e
comportamenti,
• si interviene con la propria azione per
modificarli,
• si osservano gli effetti della propria
azione, si riprova a intervenire, e così via.
Si ripetono tipicamente cicli di percezione
e azione ciascuno operante sul risultato
dell'altro: si prova e riprova. => La
conoscenza e il cambiamento emergono
da questo «fare esperienza».
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33. Per saperne di più
• Sulla psicologia dei nuovi media, sulla presenza
e i suoi aspetti cognitivi:
Riva, G. (2012),
Psicologia dei nuovi
media, Bologna: Il
Mulino
Morganti, F., Riva G.
(2006), Conoscenza,
comunicazione e
tecnologia: Aspetti
Cognitivi della RV,
Milano: LED
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Notas do Editor
Awareness of the distortion: The patients are instructed to develop an awareness of the distortion. This is approached by a number of techniques including the presentation of feedback regarding one's self-image. Videotape feedback is also usually used. Patients are videotaped engaging in a range of activities. Modification of the body image: The patients are instructed to imagine themselves as different on several dimensions including size, race, and being larger or smaller in particular areas. They also are asked to imagine themselves as younger, older, what they look and feel like before and after eating, as well as before and after academic-vocational and social successes and failures.