1. Presto a casa: un progetto pilota per il recupero dell’autonomia
Comune di Trieste operatore sociale Giuliana Salvador
Il tema della “ casa “ , l’abitare, rappresenta per tutti ed in particolare per la persona
disabile una tappa fondamentale della propria vita.
Trovare ed individuare nuove forme di soluzioni abitative che siano il più possibile
personalizzate e orientate al raggiungimento della massima autonomia abitativa possibile
è un obbiettivo del Comune di Trieste, che attraverso l’Area Promozione e Protezione
Sociale gestisce i Servizi socio-educativi-assistenziali rivolti alle persone disabili dai 0 ai
65 ( e oltre ).
Attualmente l’ Area ha in carico circa 1800 persone disabili di cui circa 1500 adulti.
Le Unità Operative Territoriali e l’Unità Disabili e Anziani in stretta sinergia con l’Azienda
Sanitaria Territoriale Triestina, attraverso lo strumento delle equipe multidisciplinari,
formula assieme alle persone disabili e alle loro famiglie, progetti di vita personalizzati.
C’è quindi la massima attenzione alle persone e ai loro bisogni individuali.
Prima di parlare del progetto Presto a casa è opportuno soffermarsi su due parole
fondamentali: percorso e autonomia.
Quando inizia per qualsiasi persona ed in particolare per una persona disabile il percorso
verso l’autonomia ? Inizia da subito, come per chiunque, dall’infanzia, inizia dalla famiglia,
dalla scuola, dai percorsi formativi verso un lavoro, dal saper socializzare e dal sapersi
rapportare con gli altri.
Tutti, a partire dalle famiglie , dagli operatori , dalle istituzioni, dai politici e dai
professionisti a vario livello, tutti noi cittadini, dovremmo interrogarci sul significato di
queste parole.
Autonomia vuol dire poter fare da soli, fare quello che si desidera, scegliere liberamente ,
decidere di muoversi, potersi sperimentare in situazioni diverse.
Il Comune di Trieste ha come primo obiettivo, rispetto all’abitare, quello di mantenere la
persona disabile all’interno del proprio contesto famigliare. Questo è possibile grazie ad
una varietà di Servizi territoriali di supporto quali il FAP, i centri diurni , il SAP, i moduli
respiro, soggiorni vacanza, ecc.
Laddove la situazione famigliare nel suo contesto risulta problematica o viene a mancare il
suo supporto, vengono promossi progetti mirati ( residenza protetta, comunità alloggio,
ecc.) .
La richiesta di residenzialità da parte delle famiglie non è molto alta.
Solo l’11% delle persone adulte seguite vivono in contesti protetti e circa 160 vivono da
soli con vari supporti da parte dei servizi territoriali.
Laddove vi è la richiesta da parte della persona adulta di uscire dal nucleo famigliare
vengono promossi progetti mirati di sostegno per una autonomia abitativa.
Il tema della CASA rappresenta una tappa fondamentale nella vita di una persona e non
sempre è di facile soluzione, soprattutto per una persona con disabilità.
Ed è per questo che, compito dei Servizi che operano a favore della disabilità è quello di
promuovere e sostenere progetti il più possibile personalizzati e orientati al
raggiungimento della massima autonomia.
2. Sul tema della CASA per persone con disabilità l’Area Promozione e Protezione Sociale è
impegnata attualmente su quattro progetti:
Le Abitazioni Assistite
Cambia la tua idea del possibile: Abitare in autonomia
Presto a casa
Condominio solidale di via Soncini
Dal primo Piano di Zona, uno dei progetti presentati mirava a dare risposte esaurienti ai
bisogni della domiciliarità delle persone con disabilità grave, con l’obbiettivo del loro
mantenimento nella propria casa ed in alcune situazioni promuovendo percorsi di
deistituzionalizzazione attraverso la nascita di nuovi strumenti per la domiciliarità: le
Abitazioni Assistite. Cosa sono le abitazioni assistite?
Sono delle comuni abitazioni ( possono essere di proprietà o in affitto privato delle stesse
persone, di Enti/Fondazioni ) messe a disposizione per le singole progettualità.
Possono ospitare da una a max. di tre persone, presentano caratteristiche di accessibilità
e fruibilità personalizzate, nel caso di coabitazione devono essere previsti degli spazi
comuni e degli spazi personali e la loro gestione ha una forte regia del Comune in
collaborazione con i Servizi Territoriali.
Sono rivolte a persone con disabilità di diverso tipo, in grado di autodeterminarsi ( cioè in
grado di esprimere e progettare azioni o aderire a progetti, a prescindere dal livello di
autonomia ) e che non potrebbero permanere a domicilio senza supporti adeguati
( supporti domotici e umani ).
Attualmente il Comune ha avviato e gestisce direttamente, attraverso l’Unità Disabili, 10
abitazioni assistite che danno risposta a 13 persone. Due di queste abitazioni sono di
proprietà della Fondazione Caccia Burlo, che le ha ristrutturate eliminando le barriere
architettoniche e le ha date in affitto al Comune, una è in affitto da un privato, una di
proprietà e le rimanenti dell’ATER in affitto agli stessi utenti. Sono in cantiere altri quattro
progetti, fra cui uno con il CAD ( Centro Assistenza Domiciliare ) del Comune che ha
messo ha disposizione un appartamento per un progetto convivenza temporanea per due
persone con disabilità.
Il secondo progetto che vede impegnato il Comune è quello Cambia la tua idea del
possibile: “ Abitare in autonomia “ , progetto finanziato dalla Regione FVG e promosso
dalla Provincia di Trieste in collaborazione con il Comune di Trieste, con gli Ambiti di
Muggia e Duino-Aurisina ) e con l’Azienda Sanitaria Territoriale.
Il Progetto ha promosso una serie di azioni di sensibilizzazione proponendo un approccio
“ imprenditoriale “ e rendendo protagoniste le persone direttamente interessate , e ha
finanziato e supportato, nel triennio 2008-2010, per il nostro Comune, 10 progetti di
autonomia abitativa per giovani persone con disabilità fisica. La maggior parte di queste
persone ha un’occupazione fissa, alcuni hanno optato per un appartamento in affitto, altri
hanno preferito comperare l’alloggio.
I progetti del tutto personalizzati e differenziati a seconda delle varie esigenze, hanno
finanziato principalmente l’eliminazione delle barriere architettoniche ( adeguamenti
strutturali all’interno e all’esterno degli appartamenti ), una parte degli arredi personalizzati,
l’apertura delle utenze e/o le spese di agenzia .
Vi ho parlato di questi primi due progetti perché sono strettamente collegati con il Progetto
“ Presto a casa “, progetto finanziato dalla Regione FVG , che con le competenze messe a
disposizione dai partner ( Comune di Trieste, ATER, AREA, con la collaborazione della
Medicina Riabilitativa degli Ospedali Riuniti e della Provincia di Trieste ) ha consentito la
realizzazione di due abitazioni domotiche che verranno utilizzate come “ casa palestra “
dove poter sperimentare ed aumentare, grazie al supporto della tecnologia e con la
supervisione dei terapisti le proprie abilità. Aumentare le proprie abilità produce
autonomia.
3. Le due abitazioni sperimentali sono inserite sul territorio.
All’interno delle abitazioni “ palestra “ le persone potranno sperimentare strumenti,
dispositivi e strutture in grado di aumentare le proprie abilità, tutto ciò con l’obbiettivo di
apportare successivamente le modifiche all’interno delle proprie abitazioni, scegliendo
soluzioni utili, tecnicamente realizzabili ed economicamente sostenibili.
Il Progetto intende formare ed istruire la persona disabile, i suoi famigliari e/o gli operatori
di riferimento. Per questo uno degli appartamenti è stato pensato per persone con famiglia
e l’altro per chi ha un operatore di riferimento.
E’ rivolto a persone in situazione di mobilità ridotta a causa di un evento traumatico o
dall’aggravarsi di una patologia degenerativa, che dopo la degenza ospedaliera vengono
segnalati in via prioritaria dall’Unità di Medicina Riabilitativa dell’Azienda Ospedaliera.
Chi aderisce al Progetto deve avere la capacità di autodeterminarsi, meglio se c’è la
presenza di una rete parentale/amicale, deve sapere che la sua permanenza all’interno di
uno dei due appartamenti-palestra è temporanea.
Tutti questi Progetti sull’abitare, partiti come progetti sperimentali, sono risultati progetti
validi e soprattutto progetti realizzabili.
Lavorare preventivamente sull’autonomia investendo economicamente all’inizio con una
spesa contenuta evita il costo futuro che potrebbe avere una soluzione protetta, portando
molti vantaggi fra i quali quello di avere più autonomia, più integrazione, più qualità di vita.
Per fare ciò credo che la sinergia dei vari Enti coinvolti nei vari Progetti che si occupano
dell’ “ abitare possibile “ sia fondamentale.
Importantissimo il lavoro d’equipe svolto non solo dagli operatori che si occupano
quotidianamente di disabilità ma anche da altri professionisti che hanno “ toccato con
mano il problema “, che hanno capito che ciò che è accessibile non sempre è fruibile, non
solo per le persone con disabilità .
A tal proposito volevo fare un accenno all’ultimo Progetto del Comune di Trieste, che
tramite l’Area Lavori Pubblici ed Edilizia Pubblica, prevede di ristrutturare l’ex Casa di
riposo Malusà che diventerà un “condominio solidale “.
I tecnici dell’Area Lavori Pubblici hanno partecipato ai tavoli del progetto “ Presto a casa “
ed hanno già predisposto che su un piano del condominio verranno realizzati alcuni alloggi
domotici con l’accesso a Internet, gestione delle utenze elettriche tramite telecomando,
automazione di chiusura e apertura delle porte, tapparelle, sensori a raggi infrarossi, ecc.
La cultura dell’ accessibilità e della fruibilità deve essere una risorsa per tutti e non solo
per chi ha un problema di disabilità e le soluzioni domotiche devono poter diventare una
risorsa per tutti i cittadini.