Un ingegnere chimico Joseph Davidovitz indagando sui blocchi delle Piramidi di Giza, notò la
presenza di un capello e di una conchiglia fossile inseriti dentro una grande blocco di calcare. Questo
poteva dimostrare che la pietra non era di origine naturale, ma poteva essere fatta da un particolare
tipo di calcestruzzo. Di calcare intorno alle Piramidi ne esiste in grandi quantità, e si mise in ricerca,
questa ricerca lo portò sull’Isola di Seel, nei pressi di Elefantina. Qui scoprì che nel 1889 era stata
tradotta una stele che riguardava un sogno fatto dall’architetto Imhotep, nel sogno il dio Khnun gli
aveva fornito le indicazione di come preparare questo cemento.
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Il Cemento di Imhotep
1. Il cemento di Imhotep
Un ingegnere chimico Joseph Davidovitz indagando sui blocchi delle Piramidi di Giza, notò la
presenza di un capello e di una conchiglia fossile inseriti dentro una grande blocco di calcare. Questo
poteva dimostrare che la pietra non era di origine naturale, ma poteva essere fatta da un particolare
tipo di calcestruzzo. Di calcare intorno alle Piramidi ne esiste in grandi quantità, e si mise in ricerca,
questa ricerca lo portò sull’Isola di Seel, nei pressi di Elefantina. Qui scoprì che nel 1889 era stata
tradotta una stele che riguardava un sogno fatto dall’architetto Imhotep, nel sogno il dio Khnun gli
aveva fornito le indicazione di come preparare questo cemento.
Imhotep ha ideato e costruito la prima piramide della storia umana, la piramide a gradini di Saqqara,
la prima manifestazione della conoscenza più elevata nell’Egitto antico. Egli faceva parte di
2. un’organizzazione chiusa di sacerdoti chiamati scuola dei misteri “dell’occhio di Horus”, i custodi
esclusivi della conoscenza nell’Egitto antico.
Imhotep. il cui nome significa “il saggio che viene in pace”, occupa un posto particolare nella storia.
Era venerato in Egitto da tre millenni- cioè, da quando era in vita durante il regno del Re Djoser sino
alle conquiste greche e romane in Egitto. Suo padre era l’architetto reale Kanofer, sua madre
Khredonkh, una nobile ereditaria. Molto giovane, Imhotep ricevette il sacerdozio e cominciò a vivere
nel tempio di Annu sulle rive del Nilo- un centro della scienza e della religione, con una grande
biblioteva. Là imhotep apprese come leggere e scrivere nella lingua simbolica dei geroglifici.
Imhotep lasciò dei piani di ideazione dei templi che venivano costruiti migliaia di anni dopo la sua
morte, come indicato dagli geroglifici di numerosi templi. Era geometra, dottore in medicina,
inventore del Caduceo, l’attuale simbolo dei medici. La leggenda riporta che Imhotep divise i cieli in
settori di 30°, conosciuti oggi come le zone dello zodiaco, per osservare i movimenti delle stelle e
delle costellazioni.
Un sacerdote-scienziato come Imhotep, che riusciva a fare vasi di pietra, beneficio di uno statuto
speciale, poiché la sua conoscenza gli permise di dare la forma alle pietre e la pietra per gli Egiziani
era il simbolo dell’eternità. Dopo la sua morte, è stato divinizzato dagli Egiziani che lo hanno
identificato con Thoth, la divinità dal volto di Ibis, dio della saggezza. Gli gnostici l’hanno chiamato
Ermete Trismegisto, tre volte grande, fondatore e origine della loro sapienza esoterica.
Servivano 26 ingredienti, fango del Nilo, caolino, conchiglie fossili, sale marino, argilla, ed altri
elementi. Questi elementi sono molto simili alle rocce di cui sono fatte le Piramidi. Davidovitz fece
numerosi tentativi con questa formula ed infine, questo cemento ottenuto è utilizzato in edilizia con
il nome di Geopolimero. Questo Geopolimero si solidifica naturalmente al sole, diventando una
perfetta roccia calcarea di forma e misura desiderata. Con una simulazione fatta da finti operai
egiziani si è simulata una colata di autentici blocchi di calcareo.
3. Dimostrando che mescolando acqua, una percentuale di calcare disgregato, calce e carbonato di
sodio miscelato con lunghi legni si può ottenere un blocco di calcare simile a quello delle grandi
piramidi. Questo potrebbe spiegare come sono riusciti gli antichi egizi a costruire questi colossi fatti
da milioni di pietre pesanti diverse tonnellate, riconoscendo agli egizi tecniche costruttive
all’avanguardia e valide tutt’oggi.
La ricerca di Joseph Davidovits fu accanitamente combattuta da alcuni esperti (egittologi e geologi)
che non esitarono a pubblicare gli attacchi abitualmente lanciati contro ogni nuova teoria. La teoria
fu pubblicata negli USA nel 1898 sotto il titolo”The Pyramids: an enigma solved” [Le piramidi: un
enigma risolto], Hippocrene Books, New York (4 edizioni), poi da Dorset, New York. Nel 1998, Joseph
Davidovits riprese il suo lavoro di ricerca archeologica e presentò dei nuovi risultati editi ai Congressi
Geopolimeri. (I dettagli in Le Applications en archéologie aux Congrès). Ma pubblicò anche in Francia
nuove edizioni di suoi libri dal 2003, vedere il sito di Joseph Davidovits.
La teoria tradizionale del taglio e del trasporto genera numerosi interrogativi che restano senza
risposta. Gli esperti non possono che effettuare delle supposizioni. E gli egittologi ammettono che il
problema non è stato risolto dal loro punto di vista.
Esistono numerose teorie sulla costruzione e si continua ad inventarne altre. Sono tutte basate sul
taglio ed il trasporto della pietra naturale in blocchi e nessuna risolve i problemi posti. Per contro,
la teoria dell’agglomerazione attraverso stampi o compattamento apporta istantaneamente le
soluzioni alla maggioranza dei problemi di logistica, così come per tanti altri.