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Periodico bimestrale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Protezione Civile




PROTEZIONE CIVILE
                                                                                                                                             anno 1 n. 1




     2PRIMO PIANO
     Il Capo Dipartimento
     incontra i Presidenti
     delle Regioni
     2FOCUS                          2STORIE
     On-line il nuovo sito Firenze 1966,
     del Dipartimento        l’alluvione e gli
     della Protezione Civile Angeli del fango

DAL TERRITORIO: I NUOVI APPARATI DECORATIVI DELLA CATTEDRALE DI NOTO • DAL DIPARTIMENTO: LA NUOVA ORGANIZZAZIONE INTERNA DEL DIPARTIMENTO
L’editoriale
               I
                     nauguriamo con il 2011 questo progetto di comunicazione che nasce
                     per far circolare idee e informazioni sui temi della protezione civile
                     innanzitutto nel mondo delle istituzioni e del volontariato.
               Dopo il numero zero dedicato a fine 2010 in forma monografica a Terex
               – l’esercitazione internazionale sul rischio sismico che si è tenuta in
               Toscana – questa versione multitematica del magazine, accompagnerà le
               sue uscite bimestrali durante il resto dell’anno.
               Il numero di gennaio/febbraio è focalizzato su tre temi: la riorganizzazione
               interna del Dipartimento e le azioni per consolidare il dialogo con il
               territorio, l’avvio dell’anno europeo del volontariato, l’impegno del nostro
               paese per contribuire anche in campo internazionale alle strategie di
               riduzione dei disastri legati ai rischi naturali o causati dall’uomo.
               Il saluto del Capo Dipartimento, Franco Gabrielli, nelle pagine di Primo
               piano avvia una riflessione a tutto tondo sui risultati raggiunti alla soglia
               dei vent’anni del Servizio Nazionale e dei trent’anni del Dipartimento
               della Protezione Civile, e sulle nuove sfide e impegni istituzionali per il
               futuro. Riflessione cui questa rivista intende contribuire, come organo
               ufficiale del Dipartimento, con approfondimenti che inquadrano i temi
               trattati in un contesto storico più ampio. E se il filo conduttore di questo
               numero è doverosamente rappresentato dal tema del volontariato di
               protezione civile, dedicare lo spazio Storie all’alluvione di Firenze del
               1966, che ha segnato la presa di coscienza e l’avvio del percorso verso la
               moderna organizzazione del Sistema ci è sembrato importante.
               È anche un progetto, il nostro, per contribuire a diffondere con chiarezza
               innanzitutto all’interno del Sistema le informazioni istituzionali sull’assetto,
               l’attività, le strategie del Dipartimento. Per questo abbiamo dedicato
               l’apertura del giornale al punto sulla nuova organizzazione, varata a
               gennaio, e sul ciclo di incontri istituzionali con i governi regionali avviato
               dal Capo Dipartimento. Per questo promuoviamo nelle pagine Focus il
               nuovo sito internet del Dipartimento come strumento di informazione e di
               servizio e invitiamo i nostri lettori a diventare collaboratori attivi delle
               iniziative di comunicazione, inviandoci osservazioni, proposte e
               contributi. Le sezioni Dal territorio e Dal dipartimento, sempre arricchite e
               aggiornate su internet, e la nuova pagina facebook del magazine sono
               i primi nodi di una rete che invitiamo tutti a rafforzare.




               P R OT E Z ION E C I V I L E
               MAGAZINE UFFICIALE DEL DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE
               Anno 1 n. 1                     Redazione                  Hanno collaborato
               gennaio/febbraio 2011           Vincenzo Arena             Michele Barghini
                                               Sara Babusci               Attilio D’Annibale
               Pubblicazione bimestrale        Valeria Bernabei           Elvezio Galanti
               iscritta al Registro degli      Francesca Dottarelli
               Operatori della Comunicazione   Alessandra Esposito        Contatti
               al n. 20383 del 6.12.2010       Mariacristina Giovannini   Dipartimento
                                               Elena Lombardo             della Protezione Civile
               Editore                         Francesca Patti
               Presidenza del Consiglio        Marianna Schiavon          Servizio Comunicazione
               dei Ministri - Dipartimento     Cristina Spatola           e relazioni con il pubblico
               della Protezione Civile         Veronica Tretter
                                                                          00193 - Roma Via Ulpiano, 11
               Direttore responsabile          Art Director               www.protezionecivile.it
               Barbara Altomonte               Maurilio Silvestri         magazine@protezionecivile.it
2 In questo numero


               Editoriale               1                  Focus
                                                   On-line il nuovo sito      10
                                                       del Dipartimento
         Primo piano                             della Protezione Civile
               Il Capo Dipartimento     4
    incontra i Presidenti di Regioni                 “Protezione Civile”      12
                         e Province                        su facebook

               2011:Anno europeo        6                  Provvedimenti      13
                   del volontariato         in sintesi: on-line un nuovo
                                                  servizio per il cittadino
    Programma delle Nazioni Unite       8
        per la riduzione dei disastri
                                                           Storie             14
                                              Firenze 1966, l’alluvione
                                                  e gli angeli del fango




2
Dal territorio                        Lucca, “Villaggio Solidale”: Gabrielli   28
    Cattedrale di Noto: presentati     22     al primo salone del volontariato
       i nuovi apparati decorativi
                                               Sul Cimone i Campionati di sci        28
         In montagna aumentano         24              della Protezione Civile
le presenze ma anche gli incidenti


          Il Miur per l’educazione     25   Dal Dipartimento
                        ambientale                        Dipartimento, nuova        30
                                                        organizzazione interna
      Guardia Costiera, “lezioni di    26
             mare” fino ad aprile                    Incendi boschivi: periodo        32

        Firenze, assistere i minori
                    in emergenza
                                       27
                                                   di attenzione per l’inverno-
                                                              primavera 2011                   c
                                                                                          Normativa
                                                                                          pag. 34

                                             Servizio Civile, al via da febbraio     33   Lettera
Avellino, protezione civile e scuola   27      i tre progetti del Dipartimento

                                                                                               u
                                                                                          pag. 40
2 Primo Piano


Il Capo Dipartimento incontra
i Presidenti di Regioni e Province
Un percorso di confronto e condivisione avviato il 14 gennaio scorso




S
         tabilire un contatto diretto con i gover-    italiano della protezione civile. Importante mo-
        natori locali, consolidare l’impegno sul      mento discussione all'indomani dell'emergen-
        territorio e ribadire il fondamentale rap-    za terremoto Abruzzo, gli incontri hanno per-
porto di sussidiarietà del Dipartimento della         messo di completare il lavoro di analisi e valu-
Protezione Civile con le istituzioni regionali,       tazione di questa esperienza, raccogliendo gli
provinciali e locali. Questi gli obiettivi del ci-    ultimi elementi di riscontro.
clo di incontri istituzionali del Capo Diparti-       Le riunioni tecniche sono state anche occa-
mento con i Presidenti delle Regioni e delle          sione per discutere insieme di previsione,
Province autonome.                                    prevenzione e gestione dell’emergenza, ol-
Attraverso questo percorso – significativamen-         tre che delle questioni di protezione civile le-
te avviato a dieci anni dalla riforma del Titolo V    gate al territorio.
della Costituzione Italiana, che ha individuato per   Nei primi due mesi del 2011, il Capo Dipartimento
la prima volta la Protezione Civile come mate-        ha incontrato i Presidenti delle Regioni Puglia,
ria di legislazione concorrente – il Dipartimen-      Calabria, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia,
to ha realizzato insieme agli interlocutori istitu-   Sardegna, Emilia-Romagna, Campania, Vene-
zionali sul territorio una fotografia del Sistema      to e della Provincia autonoma di Bolzano. 2


4
5


            Il saluto del Capo Dipartimento
            Mi piace pensare che questo magazine bimestrale, organo ufficiale del Dipartimento di cui salutiamo
            oggi il numero 1, oltre a essere strumento di informazione, possa diventare nel tempo un luogo di dibat-
            tito e scambio di esperienze, contribuendo fattivamente alla conoscenza del Sistema di protezione civile.
            Un sistema complesso il nostro, spesso interpretato con approssimazione. Lo immagino non come
            una piramide ma come un movimento circolare nel quale tutte le componenti e le strutture ope-
            rative sono partecipi – ovviamente con responsabilità, funzioni, ruoli diversi – dello stesso pro-
            getto a salvaguardia dell'incolumità di tutti. Ma quello che vedo oggi è ancora un sistema
            a quattro velocità, dove ci sono realtà che rappresentano grandi eccellenze, altre che si stan-
            no fortemente attrezzando per arrivare all'eccellenza, altre ancora con molta volontà ma
            in una fase di non completa realizzazione e infine Regioni dove questa sensibilità è anco-
            ra tutta da costruire. Una grande sfida, quella di far crescere tutti, che dobbiamo perseguire
            instancabilmente. Questo è uno dei motivi per cui dall’inizio del mio mandato ho tenuto a in-
            contrare personalmente tutte le Regioni e le Province autonome, a casa loro. Un “viaggio in Ita-
            lia” che mi vede oggi a metà percorso e che concluderò solo per avviarne altri. La complessità del no-
            stro territorio rende quotidianamente evidente quanto sia fondamentale il ruolo del sistema regionale,
            così come la stessa complessità dimostra quanto sia necessaria una sintesi nazionale, che a sua volta
            non può non traguardare gli aspetti internazionali. In questa dialettica, il Dipartimento della Protezione
            civile, come Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, svolge le sue funzioni istituzionali di
                                                               coordinamento, indirizzo, controllo.
GLI ATTESTATI DI PUBBLICA                                      A quasi venti e trenta anni dalla loro fondazione, il Servi-
BENEMERENZA PER IL                                             zio Nazionale e il Dipartimento possono contare su cono-
TERREMOTO IN ABRUZZO                                           scenze, eccellenze, sistemi di monitoraggio adeguati per
Gli incontri istituzionali del Capo Dipartimento della molti rischi che caratterizzano il nostro paese e anche su
Protezione Civile con i Presidenti delle Regioni e delle un'adeguata capacità di risposta alle emergenze. È un
Province autonome sono spesso anche occasione per sistema fatto di istituzioni, enti di ricerca, organizzazio-
consegnare alcune medaglie d'oro per l'impegno                 ni di volontariato, che necessita di una organizzazione
dimostrato in Abruzzo.                                         sempre più efficiente per definire meglio ruoli, funzioni,
Si tratta dell’attestato di pubblica benemerenza               competenze anche a partire dalla riorganizzazione inter-
concesso con il decreto del Presidente del Consiglio           na del Dipartimento, che ha impegnato l’avvio della mia
dei Ministri dell'11 ottobre 2010 a tutte le                   gestione. Non a caso, nell’anno europeo del volontariato
Componenti e alle Strutture Operative del Servizio             la struttura che si interessa di volontariato, formazione e
Nazionale della Protezione Civile, come                        comunicazione è diventata nel Dipartimento il primo uf-
riconoscimento per l'impegno nell'emergenza                    ficio. Intendiamo arrivare agli Stati Generali del Volonta-
terremoto in Abruzzo del 6 aprile 2009.                        riato in autunno con una seria riflessione sull’oggi e sul per-
Il decreto stabilisce, infatti, che le medaglie d'oro          corso che il volontariato e tutto il Sistema di protezione
vengano conferite per le operazioni di soccorso alla           civile dovranno compiere per assicurare a se stessi e al Pae-
popolazione abruzzese colpita dal terremoto e per il           se un futuro migliore. Con in tasca una copia del nostro ma-
contributo straordinario in termini di risorse umane           gazine, che per tutto l’anno in quarta di copertina porte-
e strumentali per il superamento dell’emergenza.               rà il richiamo all’anniversario dell’Italia unita.
2 Primo Piano




     2011: Anno europeo
     del volontariato
     In tutta Europa iniziative e progetti per la valorizzazione
     e la diffusione della cittadinanza attiva




P
         artecipazione, pluralismo e solidarie-        ropeo un modello sociale che pone al pro-
         tà. Sono questi i principi su cui si basa     prio centro le persone. Questo anno può for-
         il volontariato in Italia e in Europa.        nire inoltre la possibilità di potenziare il vo-
Il Consiglio d’Europa, con la Decisione del 27         lontariato inteso come strumento di promozione
novembre 2009, ha istituito nel 2011 “l’Anno           per una maggiore partecipazione civica.
europeo delle attività di volontariato che pro-        Il tour “Conosciamoci”, la staffetta “Storie
muovono la cittadinanza attiva”, ribadendo             straordinarie di gente comune” e le confe-
che: “Il volontariato è una delle dimensioni           renze “Per costruire le basi per un’eredità du-
fondamentali della cittadinanza attiva e della         ratura dell’Anno europeo del volontariato” so-
democrazia, nella quale assumono forma con-            no le principali iniziative in corso in Europa. In
creta valori europei quali la solidarietà e la non     ogni Stato membro è istituito un Onc-Organi-
discriminazione e in tal senso contribuirà allo        smo nazionale di coordinamento, che si in-
sviluppo armonioso delle società europee”.             terfaccia con le istituzioni europee. In Italia
Tra i principali obiettivi dell’iniziativa: dare vi-   l’Onc è il Ministero del Lavoro e delle Politi-
sibilità al volontariato nell’Unione Europea e         che Sociali-Direzione generale per il volonta-
favorire le iniziative realizzate dal Terzo settore,   riato, l’associazionismo e le formazioni sociali.
valorizzando la comunità e il territorio, dove         Nel nostro Paese in base alle ultime rileva-
si sviluppano relazioni solidali e partecipati-        zioni Istat si registra un incremento – tra il
ve. In questo modo si rafforza in ambito eu-           2001 e il 2003 – del 14,9 per cento delle or-


6
7


                                     DIVENTARE VOLONTARI DI PROTEZIONE CIVILE
                                     Per svolgere attività di protezione civile come volontari è necessario
                                     essere iscritti a una delle organizzazioni inserite negli elenchi
                                     regionali e nazionale. Chi desidera diventare volontario di protezione
                                     civile deve fare richiesta direttamente all’organizzazione prescelta,
                                     in base a:
                                     3 ambito territoriale di evento (nazionale, regionale, comunale);
                                     3 tipologia di eventi in cui si è chiamati ad intervenire, di tipo a), b) c);
                                     3 eventuale specializzazione operativa dell'organizzazione;
                                     3 livello di partecipazione con le attività istituzionali;
                                     3 disponibilità richiesta;
                                     3 vicinanza della sede alla propria abitazione.

                                     L’elenco nazionale e quelli regionali sono consultabili
                                     rispettivamente presso la Regione nella quale si intende svolgere, in
                                     prevalenza, l'attività di protezione civile o presso il Servizio
                                     volontariato del Dipartimento della Protezione Civile.

                                     Per ulteriori informazioni: volontariato@protezionecivile.it



ganizzazioni di volontariato iscritte ai registri      lontariato, nella seduta del 21 dicembre 2009,
regionali con 21.021 realtà.                           e raccoglie le richieste di impegno al Parla-
Le attività svolte dalle organizzazioni volon-         mento europeo nel settore del volontariato.
tarie rientrano principalmente nel settore as-         Anche per il Servizio Nazionale della Protezio-
sistenziale, seguito da sanità, cultura e attività     ne Civile il 2011 è occasione di riflessione per
ricreative, protezione civile, istruzione e ri-        migliorare gli strumenti e la qualità delle attivi-
cerca, ambiente, tutela dei diritti e sport.           tà del volontariato, per incoraggiare la colla-
Il gruppo di lavoro “Volontariato europeo e            borazione in rete, la mobilità, la cooperazione
internazionale a confronto” dell'Osservatorio          e la creazione di sinergie nella società civile.
nazionale per il volontariato – costituitosi nel       L’anno offre inoltre l’opportunità di sensibilizzare
1997 – ha contribuito alla condivisione e al-          l’opinione pubblica al valore e all’importanza
l’elaborazione del Piano nazionale Italia 2011         del volontariato come espressione di parteci-
dell’Organismo nazionale di coordinamento.             pazione civica che contribuisce alla risoluzio-
Nel Piano sono indicati motivazioni e obietti-         ne di questioni di interesse comune come la pre-
vi dell’Anno europeo del volontariato, in coe-         visione, la prevenzione e l’autotutela.          2
renza con il percorso proposto dal Manifesto
del volontariato per l’Europa a cui aderiscono         Maggiori informazioni sull’Anno europeo del volontariato su:
decine di associazioni. Il Manifesto è stato           http://europa.eu/volunteering/it/
deliberato dall’Osservatorio nazionale del vo-         http://www.lavoro.gov.it/AnnoEuropeoVolontariato
2 Primo Piano


Programma delle                                      A margine dell’incontro sono organizzati due
                                                     momenti di riflessione, riservati ai Paesi dell’area
Nazioni Unite per la                                 mediterranea e dell’Europa sud-orientale per
riduzione dei disastri                               esaminare come il piano decennale Hyogo
                                                     2005-2015 sia realizzato a livello regionale.
A Roma presentazione del                             Le riunioni della prima giornata, in linea con
Rapporto di revisione di medio                       il piano Hyogo, sono dedicate al Programma
                                                     euro-mediterraneo di cooperazione per la
termine dedicato ai rischi                           Prevenzione, Preparazione e Risposta ai Di-
                                                     sastri Naturali e Antropici (Pprd South) e al Pro-



L’
         8 e il 9 marzo Roma rinnova l’impe-         gramma dell’Europa sud-orientale per la mi-
         gno per una cultura di prevenzione e        tigazione e l’adeguamento del rischio di disastri
         di riduzione del rischio di calamità. Il    (Seedrmap).
Campidoglio ospita infatti un evento interna-        Il Pprd South mira a rafforzare la coopera-
zionale organizzato dal Dipartimento della           zione nel settore della protezione civile e ad
Protezione Civile e dal Segretariato delle Na-       avvicinare i paesi partner al Meccanismo eu-
zioni Unite della Strategia Internazionale per       ropeo di protezione civile istituito nel 2001. Na-
la Riduzione dei Disastri (UNISDR): lo Hyo-          sce dalla dichiarazione di Barcellona del 1995
go Framework for Action 2005-2015. Launch            e dal programma-pilota del 1998 per la crea-
of the Mid-Term Review Report and Disaster           zione di un partenariato euro-mediterraneo.
Risk Reduction in South Eastern Europe and           Il Seedrmap è un programma gestito dal Se-
in the Mediterranean. Lo Hyogo Framework             gretariato delle Nazioni Unite della Strategia
for Action 2005-2015 è un piano decennale            Internazionale per la Riduzione dei Disastri
per ridurre i danni provocati dai rischi natu-       (UNISDR) e dalla Banca Mondiale, nato per
rali adottato dai 168 Paesi che hanno parte-         promuovere e consolidare le attività di ridu-
cipato alla Conferenza Mondiale di Kobe sul-         zione della vulnerabilità dei Paesi del Sud-
la Riduzione dei Disastri.                           Est europeo.
Dopo cinque anni è stata realizzata la Mid-
Term Review per valutare lo stato di realizza-       U La piattaforma nazionale italiana
zione della Strategia, per verificare se gli obiet-   Gli stati firmatari del piano decennale Hyo-
tivi indicati a Hyogo siano stati raggiunti e per    go Framework for Action coordinano e gesti-
evidenziare gli eventuali correttivi da porre in     scono le attività per la riduzione del rischio
essere per la seconda metà del percorso.             di disastri attraverso il modello flessibile e di-
Il documento così articolato è stato ultimato        namico della piattaforma nazionale: uno stru-
e pubblicato nel febbraio 2011 e viene pre-          mento che garantisce un contributo parteci-
sentato ufficialmente per la prima volta il 9        pato a livello scientifico, culturale, sociale e po-
marzo a Roma alla presenza dell’Assistente           litico per la realizzazione degli obiettivi fissa-
del Segretario Generale dell’ONU per il tema         ti dal piano decennale.
della Riduzione del Rischio da Catastrofi,           Nel caso dell’Italia, a rappresentanza della
Margareta Wahlström.                                 posizione del nostro Paese in materia di ri-


8
9


duzione dei disastri, è stata adottata la piat-     MY CITY IS GETTING READY:
taforma nazionale con Decreto del Presidente        UNA CAMPAGNA ISDR PER
del Consiglio dei Ministri n. 66 del 2008.          CITTÀ RESILIENTI
La normativa ha riconosciuto il Dipartimento
della Protezione Civile quale nucleo di coor-
dinamento della piattaforma con potere de-
cisionale in materia di riduzione del rischio,
composto da un rappresentante della Con-
ferenza Stato-Regioni, dell’Anci-Associazio-
ne nazionale comuni italiani e dei seguenti
Ministeri con e senza portafoglio: Affari Este-
ri, Interno, Difesa, Economia e Finanze, Svi-
luppo Economico, Ambiente e Tutela del Ter-
ritorio e del Mare, Infrastrutture e Trasporti,
Salute, Istruzione Università e Ricerca, Rap-       L’attenzione rivolta alla riduzione della
porti con le Regioni e Coesione territoriale.       vulnerabilità in ambito nazionale e internazionale
                                                    si accompagna ad un imprescindibile impegno
U Hyogo Framework for Action                        anche a livello locale, attraverso contributi mirati.
    2005-2015: obiettivi                            È questo un tema prioritario nell’agenda dello
Il quadro decennale Hyogo Framework for             Hyogo Framework for Action con la campagna
Action 2005-2015 fissa l’importante obietti-        Making Cities Resilient: My city is getting ready
vo di ridurre, entro il 2015, le perdite dovu-      della International Stategy for Disaster
te al verificarsi di una calamità naturale, in      Reduction.
termini di vite umane, di beni sociali, di ri-      La riduzione del rischio di disastri, anche
sorse economiche e ambientali.                      attraverso il potenziamento del sistema
Il piano, che opera nell’ambito della Interna-      scolastico e sanitario, riconosce un ruolo di
tional Strategy for Disaster Reduction, rico-       primo piano ai governi e alla società civile
nosce la riduzione del rischio come fonda-          attraverso l’adozione di piani d’azione dedicati.
mentale presupposto per lo sviluppo sostenibile     L’incontro dell’8 marzo 2011 da’ voce alle
di un Paese. Stabilisce la priorità di rafforza-    esperienze delle città dell'Europa sud-orientale
re la capacità di risposta ai disastri, con una     che già sostengono la campagna, con l’obiettivo
particolare attenzione alla prevenzione, alla mi-   di trarre insegnamento dalle precedenti
tigazione e alla riduzione della vulnerabilità in   esperienze e promuovere un confronto con le
un contesto sociale.                                altre città.
I 168 Stati partecipanti assumono un impe-          Il giorno 9 marzo 2011, durante l’incontro del
gno che coinvolge Istituzioni e società civile      Launch of the Mid-Term Review, i Sindaci di
nella diffusione di una cultura di riduzione        Roma e Firenze sottoscriveranno l’adesione alla
del rischio integrata con i programmi di ri-        campagna, testimoniando l’attenzione al tema
sposta immediata e di recupero delle comu-          della riduzione dei rischi a livello locale.
nità colpite.                                 2
2 Focus



On-line il nuovo sito del Dipartimento
della Protezione Civile
        Trasparenza e
  adattabilità sono le
     parole chiave del
        nuovo sito del
   Dipartimento della
     Protezione Civile,
on-line dal 1° febbraio




                          I
                              l nuovo progetto web          dall’utente, che per la prima
                              nasce all’insegna             volta in un sito istituzionale
                              dell’interattività e offre    può decidere quali
                          una serie di nuovi servizi agli   visualizzare e quali no
                          utenti. L’home-page può           scegliendo la propria
                          essere personalizzata grazie      home-page dal menu di
                          all’organizzazione per            personalizzazione. Questo
                          widget: si tratta di box che      approccio intende veicolare
                          rappresentano delle vere e        una comunicazione
                          proprie scorciatoie per           scomponibile in una serie di
                          raggiungere le diverse            flussi informativi, plasmabili
                          sezioni del sito,                 e riaggregabili dall'utente in
                          mostrandone un’anteprima.         base ai propri interessi o a
                          Simili alle “civette”, i          specifiche esigenze.
                          richiami in prima pagina dei      L’organizzazione dei
                          quotidiani, i box possono         contenuti per temi,
                          essere spostati e posizionati     raggruppati in menu, e la


10
11


navigazione a faccette,           base dei fruitori del sito.       di interattività e funzionalità.
rendono logica e lineare la       Accessibilità e diffusione        Continuate quindi a scriverci
collocazione dei contenuti e      sono favorite anche dalla         e a inviare i vostri
più facile la loro                possibilità di scegliere la       suggerimenti
individuazione. I tre menu        navigazione in lingua             a infosito@protezionecivile.it,
principali (istituzionale, di     inglese, altra novità del sito.   come avete fatto fino ad
navigazione, degli strumenti)     Il portale propone anche un       oggi. Le vostre segnalazioni
sono sempre presenti, in          servizio newsletter e rss         sono lo strumento più
qualsiasi pagina, a qualsiasi     feed. Gli utenti che lo           prezioso per continuare a
livello, e insieme alle           desiderano possono                migliorarci.                  2
“briciole di pane” aiutano a
orientarsi e navigare
velocemente all'interno del
sito. Le faccette permettono
di organizzare e classificare
al meglio le informazioni: i
contenuti sono catalogati
semanticamente,
assegnando a ciascun
contenuto un certo numero
di specificazioni riguardanti
l'argomento trattato, il
contesto, la data, il tipo di
documento. L'insieme di
queste specificazioni genera       registrarsi alla newsletter per    Nella pagina precedente, la sezione del
un albero di proprietà del        ricevere aggiornamenti            nuovo sito dedicata al rischio vulcanico.
contenuto. Il nuovo sito del      settimanali sulle notizie e i        Sopra, la finestra di personalizzazione
Dipartimento, oltre ad essere     contenuti pubblicati. Chi              che consente all’utente di scegliere
orientato alla massima            preferisce un aggiornamento       i contenuti da visualizzare in home-page.
accessibilità e completezza       in tempo reale può utilizzare        Una volta selezionati, i singoli widget,
delle informazioni, ne            i feed rss. Nel primo mese di       o box, possono essere posizionati in un
favorisce la diffusione           vita il sito ha avuto oltre            punto qualsiasi della pagina con un
attraverso gli strumenti          60mila visitatori unici. È un                      semplice drag and drop.
maggiormente usati dagli          buon risultato, ma resta
utenti di internet. È possibile   ancora molto da fare.
condividere ogni pagina sui       L’obiettivo della redazione è
social network più popolari,      quello di rendere agli utenti
come Twitter e Facebook,          un servizio sempre migliore,
allargando così                   incrementando i servizi
potenzialmente anche la           offerti, soprattutto in termini
2 Focus



“Protezione Civile” su facebook
La pagina ufficiale del magazine sul celebre social network,
per approfondire i temi trattati nella rivista e sul sito

                                                                    multimediali pubblicati sul
                                                                    sito del Dipartimento.
                                                                    La pagina è rivolta alle
                                                                    organizzazioni di
                                                                    volontariato, alle strutture
                                                                    operative del Servizio
                                                                    Nazionale, alle istituzioni,
                                                                    ma anche ai privati che
                                                                    possiedono un account
                                                                    facebook e vogliono essere
                                                                    informati su temi come la
                                                                    previsione e la prevenzione
                                                                    dei rischi che interessano il
                                                                    territorio italiano. In
                                                                    bacheca sarà possibile
                                                                    commentare gli articoli del
                                                                    magazine, i contenuti
                                                                    multimediali postati dagli
                                                                    amministratori e rispondere



F
        acebook è diventato il     mondo del volontariato di        ai periodici sondaggi che
        social network più         protezione civile. Per           verranno proposti.
        diffuso in Italia: 18      diffondere al meglio la          Completano la pagina una
milioni di iscritti e 12 milioni   cultura di protezione civile e   galleria multimediale con
di utenti effettuano               creare una rete di               foto e video ufficiali e una
l’accesso ogni giorno. Tra         informazione capillare ed        sezione dedicata agli eventi.
questi, associazioni di            efficace nasce la pagina          Diventando fan della pagina
volontariato, gruppi               ufficiale facebook                gli utenti potranno ricevere
comunali e semplici                “Protezione Civile-magazine      direttamente sul proprio
cittadini condividono              del Dipartimento della           desk gli aggiornamenti in
quotidianamente sul proprio        Protezione Civile”, uno          tempo reale. Per
profilo un link al sito             spazio pensato per               informazioni e chiarimenti
internet del Dipartimento          approfondire i temi trattati     su quest’iniziativa è
della Protezione Civile o a        nella rivista e rilanciare       possibile scrivere a:
iniziative riguardanti il          news, dossier, contenuti         magazine@protezionecivile.it


12
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Provvedimenti in sintesi: on-line
un nuovo servizio per il cittadino
A garanzia di una maggiore semplicità e chiarezza informativa


C
        on il nuovo sito        pubblico, per cui si rimanda      pubblicazione on-line.
        internet del            al testo integrale. Lo stile      Dall’analisi delle visite al
        Dipartimento della      segue le regole di                sito, “Provvedimenti” risulta
Protezione Civile sono stati    semplificazione del               tra le pagine più lette e
progettati e sviluppati vari    linguaggio amministrativo,        consultate: il 20 per cento
strumenti per migliorare        spiegate nelle direttive          del totale dei visitatori
trasparenza e accessibilità     dell’8 maggio 2002 e del 24       naviga nella sezione e
dei contenuti al cittadino.     ottobre 2005, e in generale       sperimenta la nuova ricerca
Uno di questi è la sintesi      le regole di scrittura dei siti   per “faccette”, cioè
per punti di decreti,           web: la struttura sintattica è    categorie che caratterizzano
ordinanze e degli altri atti    lineare, le frasi sono brevi e    i contenuti e che
che sono pubblicati nella       il linguaggio è quello            consentono di selezionarli
sezione “Provvedimenti”.        comune. L'idea di spiegare i      in base a tipo, data di
Il nuovo servizio ha            provvedimenti normativi in        pubblicazione, ambito,
l’obiettivo di spiegare in      modo più semplice nasce           rischio e territorio. Tra i
modo semplice e chiaro il       dall'esperienza fatta in          contenuti più letti, invece, si
contenuto dei                   Abruzzo, dove era                 segnalano i provvedimenti
provvedimenti, per              necessario dare                   più recenti o quelli di
agevolarne la lettura e per     informazioni in tempo reale       maggiore attualità.
facilitarne la comprensione.    a tutta la popolazione, e         Le scelte adottate per
Il riassunto viene pubblicato   non a un pubblico ristretto.      questa sezione, e in
insieme al testo integrale in   Con il nuovo sito web             generale le altre soluzioni
una pagina che consente al      abbiamo deciso di                 del nuovo sito del
lettore di spostarsi da un      estendere quest’esperienza        Dipartimento, sono in linea
tipo di contenuto all’altro a   e abbiamo progettato nella        con il processo di
seconda delle sue esigenze.     nuova sezione dedicata alla       innovazione in corso nella
Le sintesi spiegano in modo     legislazione uno spazio           pubblica amministrazione
dettagliato i contenuti che     specifico per le sintesi. In      che ha individuato nella
possono risultare più           questo modo si è anche            comunicazione, e in
interessanti per gli utenti,    consolidato un metodo di          particolare nella chiarezza e
mentre trattano in modo         lavoro che coinvolge l’ufficio    trasparenza dei contenuti,
meno approfondito gli           del Consigliere giudico nel       uno degli strumenti per
aspetti più tecnici e di        verificare la correttezza         migliorare il rapporto con i
minore interesse per il         delle sintesi prima della         cittadini.                   2
2 Storie


Una sezione dedicata agli        Uno sguardo al passato che
eventi che hanno segnato         è anche occasione di riflessione
la storia italiana e che,        sui temi di previsione
al contempo, hanno contribuito   e prevenzione dei rischi e sulla
alla nascita e all’evoluzione    capacità del Sistema di
di una cultura condivisa         protezione civile di rispondere
di protezione civile.            efficacemente alle emergenze.




                Firenze 1966, l’alluvione
                e gli angeli del fango
                Il 4 novembre l’Arno scatena
                una delle più pesanti catastrofi
                della storia nazionale


              “
                        La mia parola non è un incitamento, non ne avete bisogno, ma il sem-
                        plice annunzio dell’inizio di una gara di trepida sollecitudine, che
                vedrà tutti gli italiani – uomini e donne, grandi e piccini, in Patria e fuori
                dai confini della Patria circondati dal commosso affetto degli altri popoli –
                uniti in un patto di fraternità che, nel limite delle for-



                                                                       ”
                ze umane, vincerà la sofferenza, il dolore, il bisogno1.




                  l 4 novembre 1966 è una data che Firenze e l’Italia non potranno mai di-

              I   menticare. In questo giorno di festa – la ricorrenza delle Forze Armate –
                  l’intera penisola è sotto la pioggia e il bacino dell’Arno, ingrossato da die-
ci lunghi giorni di precipitazioni, scatena una delle più pesanti catastrofi della storia na-
zionale.
    Nel corso della notte tra il 3 e il 4 novembre, infatti, il fiume esonda nel Casentino e nel
Valdarno Superiore, cominciando la sua opera di devastazione e proseguendo, inarresta-
bile, la sua corsa a valle.
    Quando la piena raggiunge il capoluogo toscano lo fa con furia incontenibile: un’onda
alta tre metri percorre le vie della città alla velocità di 60 km orari; dai lungarni, trasfor-
mati in un unico fiume, la melma si riversa ovunque travolgendo ogni cosa, penetrando abi-



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tazioni, chiese, edifici storici. Nel quartiere di Santa Croce, in via dei Neri, una targa ricorda
il punto più alto raggiunto dalla piena: 4 metri e 92 centimetri.
    I fiorentini, sorpresi in casa o nelle strade inondate dalle acque, si trovano a lottare per
difendere la loro stessa vita. Il 6 novembre 1966, quando l’Arno si ritira, abbandona Fi-
renze alla sua disperazione, sepolta sotto 600mila tonnellate di fango.
    Carabinieri, uomini della Polizia di Stato e dell’Esercito, pompieri: tutti convogliano a
Firenze per far fronte all’alluvione. I soli Vigili del Fuoco, nella notte tra il 4 e il 5 novembre,
mettono in salvo migliaia di persone, portando a termine oltre 9mila interventi.
    Superata la fase dei primi soccorsi le attività si concentrano sulla distribuzione di me-
dicinali, viveri e mangime per il bestiame. Massicce anche le operazioni condotte per la po-
tabilizzazione delle acque e il ripristino dell’acquedotto cittadino, oltre che per la disinfe-
zione degli ambienti, per il ripristino della viabilità e per il controllo dei movimenti fra-
nosi.
    Ma le Forze Armate, pur numerose, si trovano a operare prive di quel fondamentale co-
ordinamento che troverà naturale espressione solo nella futura Protezione Civile.
    Per la prima volta in Italia si percepisce l’assoluta mancanza di un Sistema nazionale
in grado non solo di intervenire efficacemente nell’emergenza, ma anche di monitorare ra-
zionalmente il territorio attraverso una costante attività di previsione e prevenzione.
    La vera forza salvifica di questa catastrofe risiede nella risposta spontanea della gente
comune, della “cittadinanza attiva” giunta da ogni parte d’Italia – e da molti Paesi esteri
– per offrire volontario aiuto a una città in ginocchio.
    Nonostante la grande mobilitazione il bilancio dell’alluvione resta pesante: le vittime
ufficiali sono 34, distribuite tra Firenze e i comuni della provincia.
    Gravi anche le conseguenze per il patrimonio artistico-culturale: distrutti migliaia di vo-
lumi della Biblioteca nazionale centrale, irrimediabilmente compromessi i depositi degli Uf-
fizi, danneggiati monumenti, chiese e opere d’arte.
    L’acqua entra a Palazzo Vecchio, nel Duomo, nel Battistero. Il crocifisso di Cimabue, tra-
volto dal fango nella Basilica di Santa Croce, diventa un simbolo della catastrofe e, al con-
tempo, un richiamo a far presto, per strappare le opere d’arte, patrimonio dell’umanità, alla
rovina totale. All’appello rispondono volontari ed esperti da ogni parte del mondo, che tra-
sformano Firenze in un centro internazionale del restauro.
    Uomini e donne, giovani e meno giovani, di ogni estrazione sociale e culturale, accor-
rono a Firenze per spalare fango, distribuire acqua e cibo, recuperare le opere d’arte e i li-
bri travolti dalla piena.
    Da Ted Kennedy a Margherita Hack, da Gerhard Schroeder a Josckha Fischer, sono mi-
gliaia le giovani intelligenze che accorrono a Firenze per offrire il loro contributo. Precur-
sori delle più moderne forme di volontariato associato – espressione di solidarietà, parte-
cipazione e pluralismo – sono gli “angeli del fango”, definiti così per la prima volta dal gior-
nalista Giovanni Grazzini: “Chi viene anche il più cinico, anche il più torpido, capisce su-
bito tre cose: che le perdite sono spaventose, che per restituire a Firenze un volto lumino-
2 Storie


                                                   so e il benessere occorreranno miliardi e forse decenni, ma anche che d’ora innanzi non sarà
                                                   più permesso a nessuno fare dei sarcasmi sui giovani beats. Perché questa stessa gioven-
                                                   tù che sino a ieri ha attirato le vostre ironie, oggi ha dato, a Firenze, un esempio meravi-
                                                   glioso, spinta dalla gioia di mostrarsi utile, di prestare la propria forza e il proprio entu-
                                                   siasmo per la salvezza di un bene comune. Onore ai beats, onore agli angeli del fango2”.

                                                   U 4 NOVEMBRE 1966 - TESTIMONIANZA DI ELVEZIO GALANTI                                           3

                                                                                                                    Erano le 7.30 del mattino, ero
Dipartimento Vigili del Fuoco © Fratelli Alinari




                                                                                                                con mio padre, avevo sedici anni.
                                                                                                                Quel giorno avrei dovuto parteci-
                                                                                                                pare a una gara di judo, e per que-
                                                                                                                sto portavo con me una cinepresa
                                                                                                                Super8. Nonostante avessi un pre-
                                                                                                                zioso strumento tra le mani, però,
                                                                                                                quel giorno non mi fermai a ri-
                                                                                                                prendere i drammatici momenti
                                                                                                                dell’alluvione di Firenze.
                                                                                                                    C’era pudore nel documentare
                                                                                                                quell’inatteso lago silenzioso da-
                                                                                                                vanti a noi, da dove provenivano
                                                   svariati colpi di fucile, mio padre con il buonsenso popolare tutto toscano, misurato e gar-
                                                   bato mi disse sottovoce: “…’un si ripiglia nulla, l’è vergogna…”. Un monito spontaneo, som-
                                                   messo: era di fatto il segnale, la corda antica che vibrava collettivamente e ci diceva che
                                                   era arrivato il momento di agire per la nostra città.
                                                       Il Sindaco Piero Bargellini e il Prefetto di Firenze, invece, la notte tra il 3 e il 4 novembre
                                                   si erano incontrati sul Ponte Vecchio, temendo il peggio per la città, mentre la popolazio-
                                                   ne era completamente inconsapevole di quello che sarebbe avvenuto.
                                                       La situazione di partenza era totalmente sfavorevole: assenti monitoraggio, informazioni,
                                                   piani di emergenza. Gli idrometri c’erano, ma non avevano ancora alcuna funzione di al-
                                                   lerta. Ciò che mancava del tutto era una cultura della prevenzione, ma anche un ordina-
                                                   rio e conosciuto sistema informativo, al punto che Marcello Giannini, giornalista Rai, per
                                                   far capire a Roma la gravità della situazione fu costretto a portare il suo microfono per le
                                                   scale, e a far sentire in diretta lo scroscio delle acque.
                                                       I primi luoghi del coordinamento dei soccorsi furono le parrocchie e le Case del popo-
                                                   lo: lì le prime basi, lì le prime forme di aggregazione, che oggi in modo più scientifico chia-



                                                   (1) Dal messaggio rivolto agli italiani dal Pre-   (2) Giovanni Grazzini, Si calano nel buio del-   (3) Direttore dell’Ufficio Relazioni Istituzionali
                                                   sidente della Repubblica Giuseppe                  la melma, “Corriere della Sera”, 10 novem-       del Dipartimento della Protezione Civile
                                                   Saragat – 9 novembre 1966                          bre 1966




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               Piazza Santa Croce dopo
          l’alluvione del novembre 1966.
Nella pagina precedente, ruspe dei Vigili
    del Fuoco in piazzale Michelangelo.




meremo una forma di Resi-
lienza della città. Uomini e
donne – di Firenze prima, e di
tutto il mondo poi – organiz-
zavano gli interventi per una
comunità la cui sofferenza,
catturata per la prima volta
dalle riprese televisive, feriva
gli occhi di tutti.
    I danni provocati a Fi-
renze dall’alluvione del 1966
furono immensi anche ri-
guardo al patrimonio artisti-
co e culturale custodito dal-
la città.
    Dal 1177 ai giorni nostri, otto grandi alluvioni pari a quella del 1966 colpirono Firen-
ze, ma alla città, e all’Italia tutta, mancava una memoria storica, la sola che avrebbe po-
tuto mitigare se non evitare il disastro in caso di nuova inondazione.
    Nel 1938, nella Biblioteca nazionale, per salvaguardare i libri più preziosi dai bom-
bardamenti, si pensò di spostarli sottoterra, nelle cantine; ma questa operazione espose il
patrimonio librario a un altro, sottovalutato, rischio. La Biblioteca nazionale si trovava in-
fatti – e tuttora si trova – in Santa Croce, nel punto morfologicamente più basso di Firen-
ze che nel novembre del 1966 fu sommerso da oltre quattro metri di fango.
    Migliaia di persone comuni raggiunsero Firenze da ogni parte d’Italia e da molti Pae-
si in tutto il mondo e si misero al lavoro per salvare i volumi della Biblioteca nazionale, che
furono così in gran parte recuperati, ripuliti, interfogliati.
    Firenze era, nell’immaginario collettivo, un bene comune, un patrimonio della civiltà.
Per questo all’accorato appello di aiuto del sindaco Piero Bargellini rispose l’umanità in-
tera: per la prima volta nella storia delle emergenze ci fu una mobilitazione spontanea, uni-
versale, cosmopolita, consegnata alla storia anche dal documentario Per Firenze girato da
Franco Zeffirelli: un filmato che testimonia ancora oggi i duri giorni di Firenze e l’incre-
dibile, alacre schieramento degli “angeli del fango”, i tanti volontari che decisero di accorrere
in città per offrire un loro contributo.
    Un episodio di quei giorni difficili, continua a vivere con forza nei miei ricordi. Un epi-
2 Storie


sodio che, forse inconsciamente, mi ha guidato fin qui dove sono, mi ha insegnato la for-
za d’animo e la capacità di reagire sempre, anche nelle avversità.
    Era già dicembre, quasi un mese era trascorso dalla notte della terribile alluvione, ma
la città recava ancora i segni di una sofferenza profonda, incolmabile. Incamminandomi
verso Santa Maria Nuova da Borgo Pinti, sede della mia palestra, intravidi in Via Folco Por-
tinari, una bottega, una delle tante distrutte. Era stata ripulita da poco dal fango, dalla naf-
ta, e al suo interno non v’erano altro che un omino con il suo grembiule, un panchetto di
legno, con sopra un fornellino a gas, e un bricco. Sull’uscio, invece, un cartello, con su scrit-
to a mano: “Caffè”.
    La voglia di ricostruire di quell’uomo – che fu in quel terribile 1966 la voglia di Firenze
tutta – resta per me un esempio incancellabile di una silenziosa forza, che riaffiora sem-
pre serenamente ogni volta che il mio lavoro mi porta a intervenire per prestare soccorso
alle popolazioni colpite da un disastro. Quella scritta a mano “Caffè” è per me la costan-
te consapevolezza che le popolazioni colpite hanno bisogno certo di beni materiali ma an-
che di speranza.

U I LIBRI E L’ALLUVIONE: IL CENTRO DI RESTAURO DELLA BIBLIOTECA DI FIRENZE
     Il 4 novembre 1966 l’alluvione travolge la Biblioteca nazionale centrale di Firenze som-
mergendo quasi un milione di unità bibliografiche sistemate nel seminterrato, al piano ter-
reno e al piano rialzato dell'edificio.
     Gravemente danneggiati – oltre all’emeroteca – i circa 100mila volumi appartenenti alle
raccolte storiche della Biblioteca e, in particolare, i grandi formati Palatini, il fondo Ma-
gliabechiano e il fondo delle Miscellanee.
     Grazie agli aiuti internazionali e agli esperti accorsi da ogni parte del mondo per pre-
stare aiuto alla popolazione fiorentina nasce un centro di restauro per il recupero dei beni
librari danneggiati.
     Nelle prime settimane dopo l’alluvione, tonnellate di volumi sono estratti dal fango, tra-
sportati in luoghi sicuri, puliti e asciugati. Ogni volume viene corredato da una scheda che,
insieme ai danni, ne descrive la struttura originale.
     Il Laboratorio – dapprima collocato nei locali della Centrale termica della stazione fer-
roviaria e successivamente allestito all'interno della Biblioteca – lavora come una grande
catena di montaggio: dalla collazione alla scucitura, dal rattoppo alla legatura. Grazie a que-
sti interventi, nel corso degli anni, buona parte del patrimonio librario è recuperata e resa
nuovamente disponibile per la consultazione.
     Il centro di restauro di Firenze – frutto di collaborazioni internazionali nate per fron-
teggiare l’emergenza – diventa negli anni Settanta un modello di rilevanza mondiale per
la costituzione di altri laboratori pubblici.
     Fondamentale per la ricostruzione della storia della Biblioteca nazionale di Firenze an-
che il laboratorio fotografico dell’Istituto: oltre 1.500 scatti che documentano i giorni del-
l’alluvione e le diverse fasi delle operazioni di recupero del materiale danneggiato.



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U DAL CINEMA ALLA FOTOGRAFIA: L’ALLUVIONE IN SCATTI E PELLICOLE
    “Adesso Firenze ha bisogno dell'aiuto di tutti, perché Firenze appartiene al mondo, quin-
di è anche la mia città”. Con queste parole, pronunciate in un italiano imperfetto, l’atto-
re Richard Burton lancia il suo appello dal film-documentario Per Firenze girato nel 1966
da Franco Zeffirelli.
    Il documentario, uscito a un mese dalla catastrofe, descrive la situazione della città al-
l’indomani dell’alluvione e raccoglie le testimonianze degli “angeli del fango” accorsi da
tutto il mondo. Tra di loro, anche Robert Kennedy, che chiede aiuto alla comunità inter-
nazionale in favore della città di Firenze.
    L’alluvione entra nell’immaginario collettivo e nella storia nazionale attraverso nume-
rose opere cinematografiche. Anche una delle scene del film La meglio gioventù, di Marco
Tullio Giordana, è ambientata a Firenze nei giorni dell’emergenza del 1966.
    A quarant’anni dall’alluvione, Erasmo D’Angelis – giornalista e promotore del Radu-
no internazionale degli Angeli del Fango del 4 novembre 2006 – presenta il docu-film An-
geli nel Fango. L’alluvione mai vista, che ricostruisce le ore drammatiche del 4 novembre
1966 al ritmo di immagini inedite. Il docu-film ricostruisce la straordinaria esperienza de-
gli “angeli del fango” con la partecipazione di Paolo Hendel come voce narrante.
    Sempre nel quarantennale del disastro, il regista e attore teatrale Marco Paolini inter-
preta 4 novembre ’66. La guerra grande dell’Arno, un testo del toscano Francesco Nicco-
lini. E l’alluvione di Firenze è anche nella mostra Triumph from Tragedy-I giorni dell’al-
luvione che raccoglie gli scatti di David Lees, fotografo della rivista “Life”, sugli avveni-
menti del 1966 suddivisi in tre fasi: la devastazione, il recupero e il restauro.
Ulteriori approfondimenti saranno disponibili su:
www.protezionecivile.it/jcms/it/magazine.wp

U DAGLI ANGELI DEL FANGO AL VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE:
    L’EVOLUZIONE NORMATIVA
    L’alluvione di Firenze del 1966 evidenzia l’inadeguatezza della struttura centrale dei
soccorsi. A causa dell’assenza di una rete di monitoraggio l’esondazione dell’Arno non vie-
ne preannunciata con anticipo e i cittadini vengono colti di sorpresa. Nei primi giorni gli
aiuti e i soccorsi arrivano quasi esclusivamente dagli “angeli del fango” e dalle truppe di
stanza in città. Solo sei giorni dopo l’alluvione il governo è in grado di mettere in campo
una rete di soccorso organizzata.
    La prima svolta arriva con la Legge n. 996 dell’8 dicembre 1970 – “Norme sul soccorso
e l’assistenza alle popolazioni colpite da calamità” – che delinea un quadro complessivo di
interventi di protezione civile.
    Per la prima volta viene riconosciuta l’attività del volontariato di protezione civile. È
il Ministero dell’Interno, attraverso i Vigili del Fuoco, ad istruire, addestrare ed equipag-
giare i cittadini che volontariamente offrono il loro aiuto.
2 Storie


     Nel 1981 il regolamento d’esecuzione della Legge n. 996 del 1970 individua per la pri-
ma volta gli organi di protezione civile ordinari – Ministro dell’Interno, Prefetto, Commissario
di Governo nella Regione, Sindaco – e straordinari – Commissario straordinario – e ne di-
sciplina le rispettive competenze.
     La protezione civile è definita compito primario dello Stato. Si comincia a parlare di pre-
venzione degli eventi calamitosi, attraverso l’individuazione e lo studio delle loro cause. Sono
gli organi statali, Prefetto e Commissario di governo, a svolgere il ruolo più importante nel-
la gestione dell’emergenza.
     Nel 1982, con la legge n. 938 del 1982, viene formalizzata la figura del Ministro per il
Coordinamento della Protezione Civile, una sorta di “commissario permanente” pronto ad
intervenire in caso di emergenza. Il Ministro per il Coordinamento della Protezione Civile
si avvale del Dipartimento della Protezione Civile, istituito sempre nel 1982, nell’ambito
della Presidenza del Consiglio con Ordine di Servizio del 29 aprile.
     La svolta definitiva arriva con la Legge n. 225 del 1992 e la nascita del Servizio Na-
zionale della Protezione Civile, con il compito di “tutelare l’integrità della vita, i beni, gli
insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità natura-
li, da catastrofi e altri eventi calamitosi”. La struttura di protezione civile viene riorganiz-
zata profondamente come un sistema coordinato di competenze al quale concorrono le am-
ministrazioni dello Stato, le Regioni, le Province, i Comuni e gli altri enti locali, gli enti pub-
blici, la comunità scientifica, il volontariato, gli ordini e i collegi professionali e ogni altra
istituzione anche privata.
     La Legge 225 inserisce il volontariato tra le componenti e le strutture operative del Ser-
vizio Nazionale e stabilisce che deve essere assicurata la più ampia partecipazione dei cit-
tadini e delle organizzazioni di volontariato di protezione civile nelle attività di previsio-
ne, prevenzione e soccorso, in vista o in occasione di calamità naturali o catastrofi.

U L’ORGOGLIO DI FIRENZE - INDRO MONTANELLI, “CORRIERE DELLA SERA”, 12 NOVEMBRE 1966
    Col passare dei giorni, le notizie da Firenze, invece di farsi sempre più confortanti, diventano
sempre più drammatiche. Non perché la situazione peggiori in se stessa, ma perché solo ora
si comincia a vedere il disastro nelle sue bibliche proporzioni. Dapprincipio, diciamo la ve-
rità, non le avevamo afferrate. E a trarci in inganno sono state soprattutto due cose: il nu-
mero, per fortuna abbastanza esiguo, delle perdite umane, e i servizi della televisione.
    Quest’ultima non è stata di certo inferiore al suo compito per mancanza di mezzi e di uo-
mini. Essa dispone di macchine, attrezzature e telereporters fra i migliori del mondo che, vo-
lendo, avrebbero potuto fornirci, e subito, il quadro più esauriente e completo della sciagu-
ra. Ma evidentemente non hanno voluto, cioè non hanno potuto, per via di quella maledet-
ta timoratezza, che non è soltanto della televisione, ma che la televisione porta a un paros-
sismo quasi caricaturale e che ci tiene perpetuamente immersi in una melassa di menzogne.
    Tutto, anche le catastrofi, dev’essere presentato in modo da non inquietare, turbare, al-
larmare. E di tutto, più o meno consapevolmente, si tende a sottolineare solo i lati incorag-



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gianti ed edificanti. Sul video l’autentica tragedia di Firenze è passata in secondo piano ri-
spetto agli sforzi – che certamente ci sono stati – dei soccorritori e alle sollecitudini dei diri-
genti. Sembrava che l’alluvione di soldati, pompe, autobotti, camionette, viveri, indumenti, me-
dicinali, attrezzi, ministri e deputati, fosse più imponente di quella dell’Arno. E ora ci domandiamo
fino a che punto questo auto-inganno abbia influito sull’incredibile ritardo, sull’inadeguatezza,
sulla mancanza di coordinazione, insomma sul pessimo funzionamento degli aiuti.
    Comunque, è un fatto che i fiorentini hanno avuto l’impressione di essere abbandonati
a se stessi, il che spiega certe loro reazioni di malumore, in cui di sbagliato c’era solo il ber-
saglio. E ringraziano iddio che la loro scettica natura, il collaudato pessimismo, l’antica sfi-
ducia negli uomini e in tutto abbiano ovattato delusioni e risentimenti. Le testimonianze sono
concordi sulla rabbiosa volontà, sulla silenziosa abnegazione, sullo stoico coraggio con cui
essi lottano per liberarsi dal sudario di fango che li opprime e allontanare lo spettro delle
epidemie che potrebbero svilupparsi dalle putretudini insepolte o dissepolte. Dividono fra-
ternamente pane, pene e fatiche. Chi è rimasto con la casa intatta vi ha accolto il vicino si-
nistrato. Questa gente faziosa, individualista, proterva, ha trovato nel momento del disa-
stro, uno spirito comunitario, uno slancio solidaristico da additare ad esempio a tutto il Pae-
se. Che cosa questo Paese a sua volta debba fare, non sono questi il momento e la sede per
discuterlo. Il consiglio dei ministri è riunito quasi in permanenza. E speriamo – ora che fi-
nalmente tutti si sono svegliati alla realtà – che le decisioni siano adeguate, rapide e soprattutto
efficaci. In linea generale noi crediamo che quanto più si darà ai fiorentini stessi mano li-
bera per la scelta delle provvidenze da adottare e l’impiego dei mezzi disponibili, tanto più
i risultati saranno effettivi.
    A parte l’intermezzo, Firenze è una città che pur nella modestia delle sue risorse, ha sem-
pre saputo amministrarsi molto bene. I secoli di autogoverno (e quale autogoverno!) comunale
non sono passati invano. Ma c’è ad ogni modo una cosa che bisogna non fare: piangere su
Firenze. Questo lo so è l’impegno più difficile da assolvere, perché alle lacrime l’Italia rinunzia
malvolentieri, e infatti in questi giorni ce n’è stato in tutta la stampa un diluvio da fare il
paio con quello piovutoci addosso dal cielo. Questa seconda alluvione, anche se ha danneggiato
i fiorentini meno della prima, li ha irritati e mortificati maggiormente. Più che da giorna-
lista, parlo da fiorentino io stesso, che conosce la sua gente e sa quanto sia refrattaria al
patetico. Le commiserazioni, i «gridi di dolore», i messaggi, gli appelli, i comunicati, i pro-
clami sono una musica che stona maledettamente fra le mura di questa città asciutta (per
modo di dire), ironica e amara, ma coraggiosa e sincera fino alla crudeltà.
     Essa non vuole essere compianta. Forse non vuole nemmeno essere capita. Vuole soltan-
to essere messa in condizione di difendersi e di aiutarsi, soffrendo in segreto del fatto di do-
verne chiedere i mezzi agli altri. Questo scontroso e spesso provocante orgoglio di Firenze
va rispettato, anche perché è la più sicura garanzia della sua rinascita. Tutti gli altri ita-
liani e il loro governo vogliono veramente contribuirvi? Aprano ai fiorentini un conto in ban-
ca quale che sia, e li lascino fare. Ma soprattutto smettano di piangergli addosso. Ad an-
naffiarli, ha già provveduto l’Arno.
2 Dal territorio


 Cattedrale di
         Noto:
   presentati
       i nuovi
     apparati
   decorativi

     Un lungo lavoro di
          ricostruzione e
 restauro ha restituito
      alla Cattedrale di
         Noto gli antichi
    splendori barocchi.
 Il 13 febbraio è stato
   consacrato il nuovo
              altare della
                                 a realizzazione delle nuove ope-    da realizzare la Via Crucis con le
      Cattedrale di San
     Nicolò e sono stati
                             L   re rientra in una più ampia atti-
                             vità di restauro dell’architettura e
                                                                     14 stazioni ad opera di Roberto
                                                                     Ferri, le sculture nelle nicchie e
                             degli apparati decorativi della Cat-    gli affreschi della navata centrale
presentati al pubblico       tedrale cominciata nel 1999.            e del catino absidale.
     gli affreschi della     Dopo la ricostruzione delle parti       La Cattedrale è il monumento
                             strutturali, terminata nel 2007,        simbolo dell’arte barocca della
             cupola e dei    sono stati completati il nuovo          città e del Val di Noto, territorio
          pennacchi e le     altare maggiore, l’ambone e la          dichiarato dall’Unesco Patrimonio
                             croce realizzati in bronzo              dell’umanità. Nel 1996 è andata
 vetrate policrome del       argentato e diaspro siciliano dallo     in parte distrutta per un crollo
tamburo della cupola         scultore Giuseppe Ducrot, gli           che ha interessato la navata
                             affreschi della cupola e dei            centrale e quella destra, alcuni
                             pennacchi eseguiti dal pittore          piloni e gran parte della cupola. Il
                             russo Oleg Supereco e le otto           crollo è da ricondurre al terremoto
                             nuove vetrate della cupola, opera       che ha colpito la Sicilia orientale
                             di Francesco Mori. Restano ancora       nel dicembre del 1990. Nel 1999


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                                                                             IL DIPARTIMENTO
                                                                             DELLA PROTEZIONE
                                                                             CIVILE E LA
                                                                             CATTEDRALE DI NOTO
                                                                             Il Dipartimento della Protezione
                                                                             Civile ha sostenuto
                                                                             finanziariamente il processo
                                                                             di ricostruzione e restauro
                                                                             della Cattedrale di Noto,
                                                                             seguendone fin dall’inizio l’iter
                                                                             tecnico-amministrativo.
                                                                             Attraverso l’emanazione
                                                                             di specifiche ordinanze,
                                                                             l’insediamento di Commissioni,
                                                                             la nomina di esperti e l’invio a
                                                                             Noto di proprio personale
                                                                             tecnico, il Dipartimento della
                                                                             Protezione Civile ha dato – e
                                                                             sta dando tuttora – un
                                                                             contributo fondamentale alla
                                                                             conclusione delle operazioni di
                                                                             restauro.
                                                                             Come tutte le azioni proprie
viene aperto il cantiere per la       della sicurezza e quelle della         della Protezione Civile, anche la
ricostruzione. Nel 2007 la            cultura e dell’arte. Per reintegrare   ricostruzione della Cattedrale di
Cattedrale è stata restituita al      l’opera nel paesaggio urbano           Noto è un lavoro corale e
culto dei fedeli. Da allora sono      della città, la ricostruzione è        collettivo, assicurato dal
proseguiti i lavori per le opere di   stata realizzata in pietra, dopo       Dipartimento, dal Commissario
decorazione interna.                  anni di scavi durante i quali sono     Delegato, il Prefetto di
La complessa ricostruzione è          state recuperate migliaia di           Siracusa, ma realizzato grazie
stata realizzata coniugando le        pietre, alcune delle quali             anche alla collaborazione della
antiche tecniche costruttive con      reimpiantate nella struttura           Soprintendenza per i Beni
le più moderne tecnologie             originaria. Le parti residuate dal     Culturali di Siracusa, della
sviluppate nel campo                  crollo sono state integrate nella      Diocesi e del Comune di Noto,
dell’ingegneria sismica. Sono         nuova costruzione, ad eccezione        della Regione Siciliana e dei
stati sperimentati metodi di          dei pilastri della navata sinistra     membri della Commissione
lavoro e tecniche che hanno           che sono stati demoliti e              Consultiva composta da sette
dimostrato come sia possibile         ricostruiti con la stessa tecnica      esperti italiani in materia di
intervenire sui beni culturali        muraria con cui sono stati rifatti     beni culturali.
senza contrasto tra le esigenze       quelli della navata destra.
2 Dal territorio


Corpo Forestale: nel 2010 aumentano
le presenze in montagna ma anche gli incidenti
     o scorso 11 febbraio il Corpo Forestale ha diffuso il     saggi sulle piste da sci, circa 250 mila passaggi al gior-
L   Rapporto “Montagna sicura. I servizi del Corpo Fore-
stale dello Stato e del Sistema nazionale Meteomont per
                                                               no, con punte di un milione di passaggi quotidiani du-
                                                               rante i fine settimana. Nella stagione 2009/2010 si sono
la sicurezza in montagna”, relativo al 2010. Il Meteomont      avuti 214 incidenti causati da valanghe con 47 morti e
è un servizio garantito dal Corpo Forestale dello Stato e      48 feriti. Nella stagione in corso sono 44 le persone fino-
dal Comando delle Truppe Alpine, con la collaborazione         ra coinvolte, sette i morti e undici i feriti. Gli interventi di
del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare. È na-    soccorso sulle piste da sci del Corpo Forestale sono stati
to nel 1972 per incrementare le condizioni di sicurezza        1.230, di cui 40 con l’ausilio dell’elisoccorso. Cause e re-
della montagna innevata attraverso la previsione del pe-       sponsabilità degli incidenti: l’imprudenza degli sciatori
ricolo valanghe. Il bollettino giornaliero Meteomont infor-    fuoripista che provocano valanghe, i cambiamenti cli-
ma sulle condizioni meteo in montagna e sul rischio va-        matici e i loro effetti sull’ambiente innevato. Il Rapporto
langhe, attraverso il sito internet www.meteomont.org.         ribadisce come negli ultimi anni la temperatura media
Il Rapporto 2010 “Montagna sicura” evidenzia come nel          sia aumentata di circa un grado centigrado, si sia avuto
corso degli ultimi anni sia cresciuto il numero degli aman-    un innalzamento della quota dello zero termico di 150
ti della montagna. Parallelamente è cresciuto il numero del-   metri e una riduzione del 50 per cento delle nevicate e
le vittime da valanga e per incidenti legati a nuove atti-     dell’altezza media del manto nevoso sull’Appennino set-
vità sportive come lo snowboard e l’escursionismo con le       tentrionale e sulle Alpi centro-occidentali, nonché un au-
racchette da neve. Quasi sei milioni gli italiani che nel      mento dal 10 al 28 per cento delle nevicate e dell’altezza
2010 hanno affollato località montane e sciistiche, da         media del manto nevoso sull’Appennino centrale e sulle
gennaio a marzo. Rispetto al 2009 il Rapporto registra un      Alpi orientali. Per ulteriori informazioni sul servizio Meteomont:
incremento delle presenze del 40 per cento. Nel 2010 a         www.meteomont.org
livello nazionale sono stati registrati 26 milioni di pas-     meteomont@corpoforestale.it


IL CORPO FORESTALE DELLO STATO
Presidia e difende l’ambiente montano. È una delle strutture operative del Servizio Nazionale della Protezione
Civile e negli ultimi anni si è dotato di tutti gli strumenti utili a garantire la sicurezza degli abitanti delle zone
montane, degli amanti dell’alta quota e degli sport invernali. Il Corpo Forestale monitora il territorio innevato,
svolge attività di previsione dei pericoli legati al rischio valanghe e attività di soccorso sulle piste da sci.
Aggiorna costantemente la banca dati meteonivometrica, la cartografia e il catasto delle valanghe.

IL SERVIZIO NEVEMONT
Dallo scorso inverno i dati della rete di rilevamento nivometeorologico del Meteomont sono integrati con
quelli dei rilevamenti itineranti effettuati a quote medio-basse: il Corpo Forestale dello Stato garantisce
attraverso il sistema “Nevemont” un puntuale monitoraggio della neve a bassa quota durante gli eventi
estremi che consente di produrre in tempo reale dati e informazioni utili alla circolazione stradale delle aree
più interne e montane d’Italia.



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Il Miur per l’educazione ambientale
Sottoscritto un protocollo d’intesa con la Forestale
     a legge 36/2004 che ha riforma-           dell'Istruzione, dell'Università e      ragazzi una conoscenza più
L    to il Corpo Forestale dello Stato
indica, tra i compiti istituzionali del Cor-
                                               della Ricerca hanno sottoscritto un
                                               protocollo d’intesa triennale per dar
                                                                                       consapevole delle risorse naturali
                                                                                       del territorio e delle funzioni che
po, l’educazione ambientale. L’edu-            vita a progetti formativi di            alberi e foreste assolvono. Ulteriore
cazione a un corretto comportamen-             educazione ambientale. Il progetto      obiettivo è incentivare le attività
to nella fruizione delle risorse natu-         in programma per il 2011 è “La          dei ragazzi a contatto con la
rali ha un’importanza ormai ampia-             scuola adotta il bosco”. L'iniziativa   natura.
mente riconosciuta. La tutela del-             coinvolgerà i docenti e gli studenti    Gli studenti delle scuole interessate
l’ambiente passa per attività di con-          della scuola primaria e secondaria.     adotteranno un bosco presente sul
trollo, ma anche per iniziative di par-        Durante il 2011, anno                   proprio territorio e in collaborazione
tecipazione ed educazione dei citta-           internazionale delle foreste, il        con i Forestali ne studieranno storia
dini a un rapporto consapevole del-            personale della Forestale               e caratteristiche, impareranno ad
l’ambiente naturale.                           collaborerà con gli insegnanti ad       averne cura e saranno finalmente
In ragione del compito di diffusione           educare i giovani ad una cultura        consapevoli dell’opportunità di
della cultura di tutela                        ambientale rispettosa della natura.     segnalare alterazioni
dell’ambiente, il Corpo Forestale              Le “lezioni” di educazione              dell’ecosistema al numero di
dello Stato e il Ministero                     ambientale vogliono trasmettere ai      emergenza ambientale 1515.


                                                                   PREMIO ARTISTICO PER SINGOLI
                                                                   STUDENTI E SCOLARESCHE
                                                                   Nell’ambito del progetto “La scuola adotta il
                                                                   bosco”, anche un premio riservato a singoli
                                                                   studenti e scolaresche. I ragazzi potranno produrre
                                                                   elaborati letterari o artistici che rappresentino il
                                                                   bosco adottato, le sue funzioni e le minacce al suo
                                                                   equilibrio. I lavori vanno inviati entro il 28 aprile
                                                                   2011 al Corpo Forestale dello Stato-Ufficio
                                                                   Territoriale per la Biodiversità di Roma, Sede
                                                                   staccata di Castel Fusano, via Canale della Lingua
                                                                   74, 00124 Castel Fusano (Roma). I migliori lavori
                                                                   singoli saranno premiati con la partecipazione degli
                                                                   autori a un campo scuola nel Centro di educazione
                                                                   ambientale del Corpo Forestale di Castel Fusano. Le
                                                                   scolaresche vincitrici, invece, partiranno per una
                                                                   “settimana verde” in una delle 130 Riserve Naturali
                                                                   Statali gestite dalla Forestale.
2 Dal territorio


Guardia Costiera, “lezioni di mare” fino ad aprile
Un programma didattico rivolto ai ragazzi tra i 10 e i 18 anni
     ifendere l’ambiente marino e
D    diffondere una cultura condi-
visa della protezione del mare. La
Guardia Costiera, parte del Corpo
delle Capitanerie di Porto, svolge
da sempre una costante attività di
salvaguardia del mare e di chi vi
opera. Nel periodo estivo da anni
mette in campo l’operazione “Ma-
re Sicuro”, piano straordinario di
previsione e repressione dei reati
contro l’ambiente marino.
A una giusta attività di repressio-
ne la Guardia Costiera affianca an-
che costanti e organiche iniziative
di sensibilizzazione culturale. Uf-      Matera, manuale di protezione civile in braille
ficiali e sottoufficiali sono impe-   l Gruppo Volontari per l’Ambiente di Matera, in collaborazione con l’Univoc,
gnati sino ad aprile nelle “Lezioni di
mare”, attività didattiche che coin-
                                         I
                                      l’Unione italiana ciechi di Basilicata e la Provincia di Matera, ha promosso
                                   il primo corso di formazione di protezione civile per non vedenti, patrocinato
volgono scuole medie inferiori e su-
                                   dal Dipartimento della Protezione Civile. Durante il corso, il primo in Basilicata,
periori di tutta Italia.           sono stati organizzati una serie di incontri volti ad approfondire le dinami-
Le “Lezioni di mare” hanno come    che di auto-aiuto in situazioni di emergenza per non vedenti. In programma,
                                   otto lezioni da due ore ogni sabato mattina, dal 29 gennaio al 19 marzo, pres-
obiettivo sensibilizzare i giovani tra
                                   so la Sala Operativa di protezione civile della Provincia di Matera. Obiettivo del
i 10 e i 18 anni a una corretta pra-
tica del mare. Le attività didatti-corso, produrre un manuale di protezione civile in tre formati: ingrandito, in-
che prevedono la proiezione di fil-formatico e braille. Il prontuario finale in braille è finanziato dall’ammini-
mati su salvataggi in mare e ap-   strazione provinciale di Matera e rappresenta il primo caso di manuale di pro-
profondimenti sulla normativa vi-  tezione civile per non vedenti in Italia. Gli appuntamenti della formazione ap-
                                   profondiscono i temi del funzionamento del Sistema di protezione civile in
gente. Le lezioni prevedono anche test
finali che consentiranno di com-   Italia, dei rischi – sismico, idrogeologico, antropico, incendi boschivi – della
prendere quanto effettivamente gli loro percezione e della diversa tipologia di eventi in grado di minacciare la
studenti italiani conoscono sulla  sicurezza dei cittadini e dei territori. E ancora: le norme di comportamento da
sicurezza e sulla tutela dell’am-  tenere in caso di terremoto e le procedure per la mitigazione dei rischi.
biente marino.                     Fra gli incontri più attesi del programma, quello inerente le formule di
                                   partecipazione dei non vedenti alla gestione delle emergenze e quello che
Per ulteriori informazioni:        approfondisce l’importanza dell’informazione preventiva alla comunità al
guardiacostiera@guardiacostiera.it fine di diffondere una più consapevole e diffusa cultura di protezione civile.


26
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Firenze, assistere                                                             Avellino, protezione
i minori in emergenza                                                          civile e scuola
   l 19 febbraio al Centro Comuna-                                                      a cultura di Protezione
I le di Protezione Civile di Firenze
si è tenuto il convegno “Mamma…
                                                                               “L       Civile e la Scuola Irpina”
                                                                               è stato il tema del convegno
che è successo? La tutela psicolo-                                             organizzato dal Gruppo Editoriale
gica dei minori nelle calamità”.                                               “Lunaset” il 5 febbraio ad
A introdurre i lavori di una giorna-                                           Avellino, con il patrocinio della
ta ricca di incontri Cristiana Pizzi,   Alessandro Goggioli, responsabile      Provincia e del Comune. L’incontro
funzionaria del Servizio Emergen-       della Formazione Tecnica della         s’è tenuto presso il Teatro
za Sanitaria e Assistenza alla po-      Vab di Bagno di Ripoli, fra i più      “Carlo Gesualdo”.
polazione del Dipartimento della        attivi promotori dell'iniziativa, ha   Hanno partecipato alla giornata di
Protezione Civile, psicologa e psi-     spiegato come l’idea sia nata          studi Elvezio Galanti, direttore
coterapeuta che ha fornito un qua-      dopo aver raccolto le esperienze       dell’Ufficio Relazioni Istituzionali
dro generale di orientamento sui        dei volontari intervenuti nelle        del Dipartimento della Protezione
traumi infantili.                       recenti emergenze italiane e le        Civile, il Ministro per l’Attuazione
Durante il convegno, organizzato        sollecitazioni delle cronache di       del Programma di Governo
dall’Associazione Vab-Vigilanza         tragedie internazionali. In queste     Gianfranco Rotondi e l’Assessore
antincendi boschivi di Bagno di         situazioni, i volontari spesso non     alla Protezione Civile della Regione
Ripoli, è stato presentato un           hanno gli strumenti per gestire il     Campania Edoardo Cosenza.
nuovo servizio che l’associazione       trauma psicologico di chi ha           L’incontro è stato occasione per
attiverà a breve: il supporto           perso i propri beni o addirittura i    distribuire gli atti del convegno
all’assistenza psicologica dei          propri cari. Durante la giornata       “Novembre 1980-novembre 2010:
bambini e degli adolescenti in          sono stati forniti alcuni esempi di    dai lutti e dalle macerie ad una
occasione di calamità naturali. Il      tecniche comportamentali da            moderna cultura della Protezione
servizio sarà attivo al termine di      mettere in atto per controllare e      Civile” che si è tenuto nel
un percorso formativo rivolto a un      gestire le reazioni emotive di chi     trentennale del terremoto in
gruppo di volontari selezionati.        è colpito dalla tragedia ma anche      Irpinia a Sant’Angelo dei
Elena Ricci, psicologa del lavoro       di chi partecipa ai soccorsi. Sono     Lombardi, il 23 novembre 2010.
e delle organizzazioni, volontaria      stati inoltre illustrati i             Gli atti del convegno sono raccolti
della Vab ha spiegato che i             fondamenti teorici e clinici della     nel volume “Memoria e Futuro”,
soccorritori della Vigilanza            psicologia dell’emergenza.             realizzato con il patrocinio della
Antincendi non interverranno in         L’iniziativa è stata sostenuta dal     Presidenza del Consiglio dei
veste di psicologi, ma saranno un       Centro Servizi Volontariato della      Ministri e del Ministro per
ponte tra la popolazione colpita e      Toscana e ha ottenuto la               l’attuazione del Programma di
i medici, gli psicologi, gli            partnership della Provincia di         Governo. Durante l’incontro ad
psicoterapeuti nel tentativo di         Firenze-Servizio di Protezione         Avellino è stata distribuita la
accorciare la distanza tra questi       Civile e dell’associazione             pubblicazione agli studenti delle
professionisti e la popolazione.        Psicologi per i Popoli Toscana.        scuole medie superiori della zona.
2 Dal territorio


Lucca, “Villaggio Solidale”: Gabrielli al primo salone del volontariato
     i è svolto a Lucca, dal 17 al 20 febbraio, “Villaggio Solidale”, primo salone italiano del volontariato aperto agli
S    operatori del settore e a tutti i cittadini interessati.
La manifestazione è stata organizzata dal Centro nazionale per il volontariato e dalla Fondazione volontariato e
partecipazione, con il patrocinio del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, delle Regioni Toscana, Liguria ed
Emilia-Romagna, dell'Anci-Associazione nazionale comuni italiani, dell'Upi-Unione delle province italiane, della
Provincia e del Comune di Lucca, della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, delle Misericordie d'Ita-
lia e del Segretariato Sociale Rai.
Servizi, innovazione, educazione e partecipazione sono stati i temi portanti dell’iniziativa – che ha aperto l'anno
europeo dedicato al volontariato – con cui si è voluto favorire il confronto fra realtà diverse attraverso momenti di
discussione e approfondimento. Al centro del dibattito la capacità di risposta del Servizio Nazionale alla vulnera-
bilità del territorio italiano, esposto a rischi naturali e socioambientali, con un momento di riflessione sul ruolo cen-
trale dei volontari nella diffusione di una cultura condivisa di protezione civile. “Villaggio Solidale” si è concluso do-
menica 20 febbraio con un intervento del Capo Dipartimento della Protezione Civile Franco Gabrielli nell’ambito del
convegno “Protezione civile e vulnerabilità. Il volontariato nell'emergenza e oltre: sentinella del territorio”.
La manifestazione ha chiuso con un bilancio in attivo, segnando la presenza di novemila visitatori che hanno par-
tecipato a convegni, workshop e laboratori organizzati per dare visibilità agli interventi sociali realizzati da orga-
nizzazioni no-profit, enti locali e altre realtà attive nel campo del volontariato e della solidarietà sociale.



Sul Cimone i Campionati di sci della Protezione Civile
      opo quattro anni le nevi dell’Appennino emiliano          Non si è vissuto di solo agonismo nella tre giorni sul
D    sono tornate ad ospitare il Campionato italiano
di sci del Sistema di Protezione Civile, dal 3 al 5 feb-
                                                                Monte Cimone. Oltre alle gare nelle diverse
                                                                discipline – slalom gigante, fondo e snowboard –
braio 2011. Alla Regione Emilia-Romagna non è bastato           sono state organizzate ciaspolate in notturna e
giocare in casa per salire sul gradino più alto del po-         attività alternative per i non sciatori. Spazio anche
dio, conquistato dalla Provincia Autonoma di Trento, pro-       al confronto e al dibattito sul tema dell'integrazione
prio davanti ai padroni di casa. La manifestazione,             tra il coordinamento nazionale e i sistemi regionali:
giunta quest’anno alla nona edizione, è stata pro-              l’ultimo giorno è stata organizzata una tavola
mossa dalla Regione Emilia Romagna e dalla Provin-              rotonda “Il passato e il futuro della Protezione Civile
cia di Modena, in collaborazione con il Dipartimento            Italiana”, presieduta dal Capo Dipartimento della
della Protezione Civile e il coinvolgimento dei comuni          Protezione Civile Franco Gabrielli.
dell’Appennino modenese – Sestola, Fanano, Montecreto           Il campionato italiano di sci del Servizio Nazionale è
e Riolunato – dove si sono svolte le gare. Sono stati           stato un momento di confronto sportivo ma
oltre duemila i partecipanti, tra funzionari e volonta-         soprattutto di incontro tra tutti gli operatori di
ri provenienti da tutta Italia. Oltre alle Regioni, sono sce-   protezione civile e un’occasione per “fare sistema”.
si in pista anche il Dipartimento, il periodico indipen-        L’appuntamento per il prossimo anno è in Valle
dente “La Protezione Civile Italiana” e una rappre-             d’Aosta, per la decima edizione della manifestazione
sentanza della Slovenia.                                        nata sulle nevi del Trentino nel 2002.


28
29




In questa pagina, alcuni momenti
di “Cimone 2011”, IX Campionato italiano
di sci del Sistema di Protezione Civile.
2 Dal Dipartimento


Dipartimento della Protezione Civile,
nuova organizzazione interna
   l 6 dicembre 2010, con          nazionale di Protezione           dell’Ufficio I. Questo nuovo
I  decreto del Presidente del
Consiglio dei Ministri, è stata
                                   Civile che ha il compito di
                                   gestire le relazioni con
                                                                     Servizio si rivolge a istituzioni
                                                                     e cittadini e mantiene un
modificata l’organizzazione         componenti e strutture            raccordo strategico con il
interna del Dipartimento           operative di Protezione           Ministero dell’istruzione,
della Protezione Civile che        Civile. Tra le sue funzioni, la   dell’università e della ricerca
oggi si articola in otto uffici e   concessione di patrocini alle     e le università italiane. Il
37 servizi. Le funzioni dei        manifestazioni di protezione      Servizio cura inoltre i
nuovi uffici e servizi sono         civile e il riconoscimento di     rapporti con l’Ufficio
state individuate il 18            benemerenze ed elargizioni        nazionale per il servizio
gennaio 2011, con decreto          speciali.                         civile.
del Segretario Generale.           Rimangono alle dirette            Anche le strutture interne al
Nel nuovo organigramma, le         dipendenze del Capo               Dipartimento che si
funzioni di Vice Capo              Dipartimento la Segreteria, il    occupano di monitoraggio e
Dipartimento sono                  Consigliere giuridico e           mitigazione dei Rischi sono
assegnate a un’unica               l’Ufficio stampa. A questi si      state riorganizzate. Sono
persona, mentre in passato i       aggiunge il Servizio grandi       stati ricondotti sotto un
Vice Capo Dipartimento             eventi, prima posto sotto         unico Ufficio i Servizi per la
erano due: uno per l’Area          l’Ufficio grandi eventi, risorse   previsione, valutazione,
tecnico-operativa e uno per        tecnologiche e innovazione.       prevenzione e mitigazione
l’Area tecnico-amministrativa      Nasce l’Ufficio I volontariato,    dei rischi naturali e
e gestione delle risorse           formazione e comunicazione        antropici. L’Ufficio II rischi
aeree.                             per racchiudere tre Servizi       idrogeologici e antropici
Tra le novità introdotte dalla     prima separati. Tra questi, il    racchiude infatti il Servizio
riorganizzazione, la               Servizio comunicazione            centro funzionale centrale
costituzione di un Ufficio          acquisisce anche la               per i Settori idro e meteo, il
relazioni istituzionali alle       competenza esplicita delle        Servizio rischio
dirette dipendenze del Capo        relazioni con il pubblico,        idrogeologico, idraulico,
Dipartimento. L’Ufficio si          precedentemente affidata           idrico, marittimo e costiero,
compone dei Servizi rapporti       all’Ufficio amministrazione e      il Servizio rischio
con il sistema nazionale di        bilancio. Per la diffusione       ambientale, il Servizio
protezione civile e relazioni      della conoscenza della            rischio tecnologico e il
internazionali, a cui si           protezione pivile, prima          Servizio incendi boschivi e
aggiunge il nuovo Servizio         accorpata al Servizio             di interfaccia. In particolare,
studi e ricerche. In               pomunicazione, è stato            al Servizio rischio
particolare, è il Servizio         istituito un Servizio ad hoc      ambientale sono assegnate
rapporti con il Sistema            sempre nell’ambito                le competenze per la


30
31




salvaguardia dei beni              l’Ufficio IV gestione delle       sicurezza sui luoghi di
culturali. All’Ufficio II, con la   emergenze si allarga a           lavoro, controllo interno. A
riorganizzazione, è stato          comprendere anche i Servizi      questi, si aggiunge il Servizio
inoltre aggiunto il Servizio       emergenza sanitaria e            informatica e sistemi per le
ispettivo e monitoraggio           assistenza alla popolazione e    comunicazioni, prima posto
tecnico degli interventi           mobilità e servizi essenziali.   sotto l’Ufficio grandi eventi,
strutturali e post-emergenza.      All’Ufficio VI risorse umane e    risorse tecnologiche e
I Servizi legati al rischio        strumentali sono affidati         innovazione.
sismico e al rischio               compiti prima in gran parte      Confermati gli Uffici V
vulcanico, prima collocati in      assegnati all’Ufficio del Capo    amministrazione e bilancio e
due diversi Uffici, sono            Dipartimento: gestione e         VII attività aeronautica, con
riuniti nell’Ufficio III rischio    organizzazione del               una riorganizzazione dei
sismico e vulcanico.               personale, gestione degli        servizi più funzionale allo
Con la riorganizzazione,           immobili, autoparco e            svolgimento delle attività.
Magazine Protezione Civile - Anno 1 - n. 1 - Gennaio-Febbraio 2011
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  • 1. Periodico bimestrale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Protezione Civile PROTEZIONE CIVILE anno 1 n. 1 2PRIMO PIANO Il Capo Dipartimento incontra i Presidenti delle Regioni 2FOCUS 2STORIE On-line il nuovo sito Firenze 1966, del Dipartimento l’alluvione e gli della Protezione Civile Angeli del fango DAL TERRITORIO: I NUOVI APPARATI DECORATIVI DELLA CATTEDRALE DI NOTO • DAL DIPARTIMENTO: LA NUOVA ORGANIZZAZIONE INTERNA DEL DIPARTIMENTO
  • 2. L’editoriale I nauguriamo con il 2011 questo progetto di comunicazione che nasce per far circolare idee e informazioni sui temi della protezione civile innanzitutto nel mondo delle istituzioni e del volontariato. Dopo il numero zero dedicato a fine 2010 in forma monografica a Terex – l’esercitazione internazionale sul rischio sismico che si è tenuta in Toscana – questa versione multitematica del magazine, accompagnerà le sue uscite bimestrali durante il resto dell’anno. Il numero di gennaio/febbraio è focalizzato su tre temi: la riorganizzazione interna del Dipartimento e le azioni per consolidare il dialogo con il territorio, l’avvio dell’anno europeo del volontariato, l’impegno del nostro paese per contribuire anche in campo internazionale alle strategie di riduzione dei disastri legati ai rischi naturali o causati dall’uomo. Il saluto del Capo Dipartimento, Franco Gabrielli, nelle pagine di Primo piano avvia una riflessione a tutto tondo sui risultati raggiunti alla soglia dei vent’anni del Servizio Nazionale e dei trent’anni del Dipartimento della Protezione Civile, e sulle nuove sfide e impegni istituzionali per il futuro. Riflessione cui questa rivista intende contribuire, come organo ufficiale del Dipartimento, con approfondimenti che inquadrano i temi trattati in un contesto storico più ampio. E se il filo conduttore di questo numero è doverosamente rappresentato dal tema del volontariato di protezione civile, dedicare lo spazio Storie all’alluvione di Firenze del 1966, che ha segnato la presa di coscienza e l’avvio del percorso verso la moderna organizzazione del Sistema ci è sembrato importante. È anche un progetto, il nostro, per contribuire a diffondere con chiarezza innanzitutto all’interno del Sistema le informazioni istituzionali sull’assetto, l’attività, le strategie del Dipartimento. Per questo abbiamo dedicato l’apertura del giornale al punto sulla nuova organizzazione, varata a gennaio, e sul ciclo di incontri istituzionali con i governi regionali avviato dal Capo Dipartimento. Per questo promuoviamo nelle pagine Focus il nuovo sito internet del Dipartimento come strumento di informazione e di servizio e invitiamo i nostri lettori a diventare collaboratori attivi delle iniziative di comunicazione, inviandoci osservazioni, proposte e contributi. Le sezioni Dal territorio e Dal dipartimento, sempre arricchite e aggiornate su internet, e la nuova pagina facebook del magazine sono i primi nodi di una rete che invitiamo tutti a rafforzare. P R OT E Z ION E C I V I L E MAGAZINE UFFICIALE DEL DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE Anno 1 n. 1 Redazione Hanno collaborato gennaio/febbraio 2011 Vincenzo Arena Michele Barghini Sara Babusci Attilio D’Annibale Pubblicazione bimestrale Valeria Bernabei Elvezio Galanti iscritta al Registro degli Francesca Dottarelli Operatori della Comunicazione Alessandra Esposito Contatti al n. 20383 del 6.12.2010 Mariacristina Giovannini Dipartimento Elena Lombardo della Protezione Civile Editore Francesca Patti Presidenza del Consiglio Marianna Schiavon Servizio Comunicazione dei Ministri - Dipartimento Cristina Spatola e relazioni con il pubblico della Protezione Civile Veronica Tretter 00193 - Roma Via Ulpiano, 11 Direttore responsabile Art Director www.protezionecivile.it Barbara Altomonte Maurilio Silvestri magazine@protezionecivile.it
  • 3. 2 In questo numero Editoriale 1 Focus On-line il nuovo sito 10 del Dipartimento Primo piano della Protezione Civile Il Capo Dipartimento 4 incontra i Presidenti di Regioni “Protezione Civile” 12 e Province su facebook 2011:Anno europeo 6 Provvedimenti 13 del volontariato in sintesi: on-line un nuovo servizio per il cittadino Programma delle Nazioni Unite 8 per la riduzione dei disastri Storie 14 Firenze 1966, l’alluvione e gli angeli del fango 2
  • 4. Dal territorio Lucca, “Villaggio Solidale”: Gabrielli 28 Cattedrale di Noto: presentati 22 al primo salone del volontariato i nuovi apparati decorativi Sul Cimone i Campionati di sci 28 In montagna aumentano 24 della Protezione Civile le presenze ma anche gli incidenti Il Miur per l’educazione 25 Dal Dipartimento ambientale Dipartimento, nuova 30 organizzazione interna Guardia Costiera, “lezioni di 26 mare” fino ad aprile Incendi boschivi: periodo 32 Firenze, assistere i minori in emergenza 27 di attenzione per l’inverno- primavera 2011 c Normativa pag. 34 Servizio Civile, al via da febbraio 33 Lettera Avellino, protezione civile e scuola 27 i tre progetti del Dipartimento u pag. 40
  • 5. 2 Primo Piano Il Capo Dipartimento incontra i Presidenti di Regioni e Province Un percorso di confronto e condivisione avviato il 14 gennaio scorso S tabilire un contatto diretto con i gover- italiano della protezione civile. Importante mo- natori locali, consolidare l’impegno sul mento discussione all'indomani dell'emergen- territorio e ribadire il fondamentale rap- za terremoto Abruzzo, gli incontri hanno per- porto di sussidiarietà del Dipartimento della messo di completare il lavoro di analisi e valu- Protezione Civile con le istituzioni regionali, tazione di questa esperienza, raccogliendo gli provinciali e locali. Questi gli obiettivi del ci- ultimi elementi di riscontro. clo di incontri istituzionali del Capo Diparti- Le riunioni tecniche sono state anche occa- mento con i Presidenti delle Regioni e delle sione per discutere insieme di previsione, Province autonome. prevenzione e gestione dell’emergenza, ol- Attraverso questo percorso – significativamen- tre che delle questioni di protezione civile le- te avviato a dieci anni dalla riforma del Titolo V gate al territorio. della Costituzione Italiana, che ha individuato per Nei primi due mesi del 2011, il Capo Dipartimento la prima volta la Protezione Civile come mate- ha incontrato i Presidenti delle Regioni Puglia, ria di legislazione concorrente – il Dipartimen- Calabria, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, to ha realizzato insieme agli interlocutori istitu- Sardegna, Emilia-Romagna, Campania, Vene- zionali sul territorio una fotografia del Sistema to e della Provincia autonoma di Bolzano. 2 4
  • 6. 5 Il saluto del Capo Dipartimento Mi piace pensare che questo magazine bimestrale, organo ufficiale del Dipartimento di cui salutiamo oggi il numero 1, oltre a essere strumento di informazione, possa diventare nel tempo un luogo di dibat- tito e scambio di esperienze, contribuendo fattivamente alla conoscenza del Sistema di protezione civile. Un sistema complesso il nostro, spesso interpretato con approssimazione. Lo immagino non come una piramide ma come un movimento circolare nel quale tutte le componenti e le strutture ope- rative sono partecipi – ovviamente con responsabilità, funzioni, ruoli diversi – dello stesso pro- getto a salvaguardia dell'incolumità di tutti. Ma quello che vedo oggi è ancora un sistema a quattro velocità, dove ci sono realtà che rappresentano grandi eccellenze, altre che si stan- no fortemente attrezzando per arrivare all'eccellenza, altre ancora con molta volontà ma in una fase di non completa realizzazione e infine Regioni dove questa sensibilità è anco- ra tutta da costruire. Una grande sfida, quella di far crescere tutti, che dobbiamo perseguire instancabilmente. Questo è uno dei motivi per cui dall’inizio del mio mandato ho tenuto a in- contrare personalmente tutte le Regioni e le Province autonome, a casa loro. Un “viaggio in Ita- lia” che mi vede oggi a metà percorso e che concluderò solo per avviarne altri. La complessità del no- stro territorio rende quotidianamente evidente quanto sia fondamentale il ruolo del sistema regionale, così come la stessa complessità dimostra quanto sia necessaria una sintesi nazionale, che a sua volta non può non traguardare gli aspetti internazionali. In questa dialettica, il Dipartimento della Protezione civile, come Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, svolge le sue funzioni istituzionali di coordinamento, indirizzo, controllo. GLI ATTESTATI DI PUBBLICA A quasi venti e trenta anni dalla loro fondazione, il Servi- BENEMERENZA PER IL zio Nazionale e il Dipartimento possono contare su cono- TERREMOTO IN ABRUZZO scenze, eccellenze, sistemi di monitoraggio adeguati per Gli incontri istituzionali del Capo Dipartimento della molti rischi che caratterizzano il nostro paese e anche su Protezione Civile con i Presidenti delle Regioni e delle un'adeguata capacità di risposta alle emergenze. È un Province autonome sono spesso anche occasione per sistema fatto di istituzioni, enti di ricerca, organizzazio- consegnare alcune medaglie d'oro per l'impegno ni di volontariato, che necessita di una organizzazione dimostrato in Abruzzo. sempre più efficiente per definire meglio ruoli, funzioni, Si tratta dell’attestato di pubblica benemerenza competenze anche a partire dalla riorganizzazione inter- concesso con il decreto del Presidente del Consiglio na del Dipartimento, che ha impegnato l’avvio della mia dei Ministri dell'11 ottobre 2010 a tutte le gestione. Non a caso, nell’anno europeo del volontariato Componenti e alle Strutture Operative del Servizio la struttura che si interessa di volontariato, formazione e Nazionale della Protezione Civile, come comunicazione è diventata nel Dipartimento il primo uf- riconoscimento per l'impegno nell'emergenza ficio. Intendiamo arrivare agli Stati Generali del Volonta- terremoto in Abruzzo del 6 aprile 2009. riato in autunno con una seria riflessione sull’oggi e sul per- Il decreto stabilisce, infatti, che le medaglie d'oro corso che il volontariato e tutto il Sistema di protezione vengano conferite per le operazioni di soccorso alla civile dovranno compiere per assicurare a se stessi e al Pae- popolazione abruzzese colpita dal terremoto e per il se un futuro migliore. Con in tasca una copia del nostro ma- contributo straordinario in termini di risorse umane gazine, che per tutto l’anno in quarta di copertina porte- e strumentali per il superamento dell’emergenza. rà il richiamo all’anniversario dell’Italia unita.
  • 7. 2 Primo Piano 2011: Anno europeo del volontariato In tutta Europa iniziative e progetti per la valorizzazione e la diffusione della cittadinanza attiva P artecipazione, pluralismo e solidarie- ropeo un modello sociale che pone al pro- tà. Sono questi i principi su cui si basa prio centro le persone. Questo anno può for- il volontariato in Italia e in Europa. nire inoltre la possibilità di potenziare il vo- Il Consiglio d’Europa, con la Decisione del 27 lontariato inteso come strumento di promozione novembre 2009, ha istituito nel 2011 “l’Anno per una maggiore partecipazione civica. europeo delle attività di volontariato che pro- Il tour “Conosciamoci”, la staffetta “Storie muovono la cittadinanza attiva”, ribadendo straordinarie di gente comune” e le confe- che: “Il volontariato è una delle dimensioni renze “Per costruire le basi per un’eredità du- fondamentali della cittadinanza attiva e della ratura dell’Anno europeo del volontariato” so- democrazia, nella quale assumono forma con- no le principali iniziative in corso in Europa. In creta valori europei quali la solidarietà e la non ogni Stato membro è istituito un Onc-Organi- discriminazione e in tal senso contribuirà allo smo nazionale di coordinamento, che si in- sviluppo armonioso delle società europee”. terfaccia con le istituzioni europee. In Italia Tra i principali obiettivi dell’iniziativa: dare vi- l’Onc è il Ministero del Lavoro e delle Politi- sibilità al volontariato nell’Unione Europea e che Sociali-Direzione generale per il volonta- favorire le iniziative realizzate dal Terzo settore, riato, l’associazionismo e le formazioni sociali. valorizzando la comunità e il territorio, dove Nel nostro Paese in base alle ultime rileva- si sviluppano relazioni solidali e partecipati- zioni Istat si registra un incremento – tra il ve. In questo modo si rafforza in ambito eu- 2001 e il 2003 – del 14,9 per cento delle or- 6
  • 8. 7 DIVENTARE VOLONTARI DI PROTEZIONE CIVILE Per svolgere attività di protezione civile come volontari è necessario essere iscritti a una delle organizzazioni inserite negli elenchi regionali e nazionale. Chi desidera diventare volontario di protezione civile deve fare richiesta direttamente all’organizzazione prescelta, in base a: 3 ambito territoriale di evento (nazionale, regionale, comunale); 3 tipologia di eventi in cui si è chiamati ad intervenire, di tipo a), b) c); 3 eventuale specializzazione operativa dell'organizzazione; 3 livello di partecipazione con le attività istituzionali; 3 disponibilità richiesta; 3 vicinanza della sede alla propria abitazione. L’elenco nazionale e quelli regionali sono consultabili rispettivamente presso la Regione nella quale si intende svolgere, in prevalenza, l'attività di protezione civile o presso il Servizio volontariato del Dipartimento della Protezione Civile. Per ulteriori informazioni: volontariato@protezionecivile.it ganizzazioni di volontariato iscritte ai registri lontariato, nella seduta del 21 dicembre 2009, regionali con 21.021 realtà. e raccoglie le richieste di impegno al Parla- Le attività svolte dalle organizzazioni volon- mento europeo nel settore del volontariato. tarie rientrano principalmente nel settore as- Anche per il Servizio Nazionale della Protezio- sistenziale, seguito da sanità, cultura e attività ne Civile il 2011 è occasione di riflessione per ricreative, protezione civile, istruzione e ri- migliorare gli strumenti e la qualità delle attivi- cerca, ambiente, tutela dei diritti e sport. tà del volontariato, per incoraggiare la colla- Il gruppo di lavoro “Volontariato europeo e borazione in rete, la mobilità, la cooperazione internazionale a confronto” dell'Osservatorio e la creazione di sinergie nella società civile. nazionale per il volontariato – costituitosi nel L’anno offre inoltre l’opportunità di sensibilizzare 1997 – ha contribuito alla condivisione e al- l’opinione pubblica al valore e all’importanza l’elaborazione del Piano nazionale Italia 2011 del volontariato come espressione di parteci- dell’Organismo nazionale di coordinamento. pazione civica che contribuisce alla risoluzio- Nel Piano sono indicati motivazioni e obietti- ne di questioni di interesse comune come la pre- vi dell’Anno europeo del volontariato, in coe- visione, la prevenzione e l’autotutela. 2 renza con il percorso proposto dal Manifesto del volontariato per l’Europa a cui aderiscono Maggiori informazioni sull’Anno europeo del volontariato su: decine di associazioni. Il Manifesto è stato http://europa.eu/volunteering/it/ deliberato dall’Osservatorio nazionale del vo- http://www.lavoro.gov.it/AnnoEuropeoVolontariato
  • 9. 2 Primo Piano Programma delle A margine dell’incontro sono organizzati due momenti di riflessione, riservati ai Paesi dell’area Nazioni Unite per la mediterranea e dell’Europa sud-orientale per riduzione dei disastri esaminare come il piano decennale Hyogo 2005-2015 sia realizzato a livello regionale. A Roma presentazione del Le riunioni della prima giornata, in linea con Rapporto di revisione di medio il piano Hyogo, sono dedicate al Programma euro-mediterraneo di cooperazione per la termine dedicato ai rischi Prevenzione, Preparazione e Risposta ai Di- sastri Naturali e Antropici (Pprd South) e al Pro- L’ 8 e il 9 marzo Roma rinnova l’impe- gramma dell’Europa sud-orientale per la mi- gno per una cultura di prevenzione e tigazione e l’adeguamento del rischio di disastri di riduzione del rischio di calamità. Il (Seedrmap). Campidoglio ospita infatti un evento interna- Il Pprd South mira a rafforzare la coopera- zionale organizzato dal Dipartimento della zione nel settore della protezione civile e ad Protezione Civile e dal Segretariato delle Na- avvicinare i paesi partner al Meccanismo eu- zioni Unite della Strategia Internazionale per ropeo di protezione civile istituito nel 2001. Na- la Riduzione dei Disastri (UNISDR): lo Hyo- sce dalla dichiarazione di Barcellona del 1995 go Framework for Action 2005-2015. Launch e dal programma-pilota del 1998 per la crea- of the Mid-Term Review Report and Disaster zione di un partenariato euro-mediterraneo. Risk Reduction in South Eastern Europe and Il Seedrmap è un programma gestito dal Se- in the Mediterranean. Lo Hyogo Framework gretariato delle Nazioni Unite della Strategia for Action 2005-2015 è un piano decennale Internazionale per la Riduzione dei Disastri per ridurre i danni provocati dai rischi natu- (UNISDR) e dalla Banca Mondiale, nato per rali adottato dai 168 Paesi che hanno parte- promuovere e consolidare le attività di ridu- cipato alla Conferenza Mondiale di Kobe sul- zione della vulnerabilità dei Paesi del Sud- la Riduzione dei Disastri. Est europeo. Dopo cinque anni è stata realizzata la Mid- Term Review per valutare lo stato di realizza- U La piattaforma nazionale italiana zione della Strategia, per verificare se gli obiet- Gli stati firmatari del piano decennale Hyo- tivi indicati a Hyogo siano stati raggiunti e per go Framework for Action coordinano e gesti- evidenziare gli eventuali correttivi da porre in scono le attività per la riduzione del rischio essere per la seconda metà del percorso. di disastri attraverso il modello flessibile e di- Il documento così articolato è stato ultimato namico della piattaforma nazionale: uno stru- e pubblicato nel febbraio 2011 e viene pre- mento che garantisce un contributo parteci- sentato ufficialmente per la prima volta il 9 pato a livello scientifico, culturale, sociale e po- marzo a Roma alla presenza dell’Assistente litico per la realizzazione degli obiettivi fissa- del Segretario Generale dell’ONU per il tema ti dal piano decennale. della Riduzione del Rischio da Catastrofi, Nel caso dell’Italia, a rappresentanza della Margareta Wahlström. posizione del nostro Paese in materia di ri- 8
  • 10. 9 duzione dei disastri, è stata adottata la piat- MY CITY IS GETTING READY: taforma nazionale con Decreto del Presidente UNA CAMPAGNA ISDR PER del Consiglio dei Ministri n. 66 del 2008. CITTÀ RESILIENTI La normativa ha riconosciuto il Dipartimento della Protezione Civile quale nucleo di coor- dinamento della piattaforma con potere de- cisionale in materia di riduzione del rischio, composto da un rappresentante della Con- ferenza Stato-Regioni, dell’Anci-Associazio- ne nazionale comuni italiani e dei seguenti Ministeri con e senza portafoglio: Affari Este- ri, Interno, Difesa, Economia e Finanze, Svi- luppo Economico, Ambiente e Tutela del Ter- ritorio e del Mare, Infrastrutture e Trasporti, Salute, Istruzione Università e Ricerca, Rap- L’attenzione rivolta alla riduzione della porti con le Regioni e Coesione territoriale. vulnerabilità in ambito nazionale e internazionale si accompagna ad un imprescindibile impegno U Hyogo Framework for Action anche a livello locale, attraverso contributi mirati. 2005-2015: obiettivi È questo un tema prioritario nell’agenda dello Il quadro decennale Hyogo Framework for Hyogo Framework for Action con la campagna Action 2005-2015 fissa l’importante obietti- Making Cities Resilient: My city is getting ready vo di ridurre, entro il 2015, le perdite dovu- della International Stategy for Disaster te al verificarsi di una calamità naturale, in Reduction. termini di vite umane, di beni sociali, di ri- La riduzione del rischio di disastri, anche sorse economiche e ambientali. attraverso il potenziamento del sistema Il piano, che opera nell’ambito della Interna- scolastico e sanitario, riconosce un ruolo di tional Strategy for Disaster Reduction, rico- primo piano ai governi e alla società civile nosce la riduzione del rischio come fonda- attraverso l’adozione di piani d’azione dedicati. mentale presupposto per lo sviluppo sostenibile L’incontro dell’8 marzo 2011 da’ voce alle di un Paese. Stabilisce la priorità di rafforza- esperienze delle città dell'Europa sud-orientale re la capacità di risposta ai disastri, con una che già sostengono la campagna, con l’obiettivo particolare attenzione alla prevenzione, alla mi- di trarre insegnamento dalle precedenti tigazione e alla riduzione della vulnerabilità in esperienze e promuovere un confronto con le un contesto sociale. altre città. I 168 Stati partecipanti assumono un impe- Il giorno 9 marzo 2011, durante l’incontro del gno che coinvolge Istituzioni e società civile Launch of the Mid-Term Review, i Sindaci di nella diffusione di una cultura di riduzione Roma e Firenze sottoscriveranno l’adesione alla del rischio integrata con i programmi di ri- campagna, testimoniando l’attenzione al tema sposta immediata e di recupero delle comu- della riduzione dei rischi a livello locale. nità colpite. 2
  • 11. 2 Focus On-line il nuovo sito del Dipartimento della Protezione Civile Trasparenza e adattabilità sono le parole chiave del nuovo sito del Dipartimento della Protezione Civile, on-line dal 1° febbraio I l nuovo progetto web dall’utente, che per la prima nasce all’insegna volta in un sito istituzionale dell’interattività e offre può decidere quali una serie di nuovi servizi agli visualizzare e quali no utenti. L’home-page può scegliendo la propria essere personalizzata grazie home-page dal menu di all’organizzazione per personalizzazione. Questo widget: si tratta di box che approccio intende veicolare rappresentano delle vere e una comunicazione proprie scorciatoie per scomponibile in una serie di raggiungere le diverse flussi informativi, plasmabili sezioni del sito, e riaggregabili dall'utente in mostrandone un’anteprima. base ai propri interessi o a Simili alle “civette”, i specifiche esigenze. richiami in prima pagina dei L’organizzazione dei quotidiani, i box possono contenuti per temi, essere spostati e posizionati raggruppati in menu, e la 10
  • 12. 11 navigazione a faccette, base dei fruitori del sito. di interattività e funzionalità. rendono logica e lineare la Accessibilità e diffusione Continuate quindi a scriverci collocazione dei contenuti e sono favorite anche dalla e a inviare i vostri più facile la loro possibilità di scegliere la suggerimenti individuazione. I tre menu navigazione in lingua a infosito@protezionecivile.it, principali (istituzionale, di inglese, altra novità del sito. come avete fatto fino ad navigazione, degli strumenti) Il portale propone anche un oggi. Le vostre segnalazioni sono sempre presenti, in servizio newsletter e rss sono lo strumento più qualsiasi pagina, a qualsiasi feed. Gli utenti che lo prezioso per continuare a livello, e insieme alle desiderano possono migliorarci. 2 “briciole di pane” aiutano a orientarsi e navigare velocemente all'interno del sito. Le faccette permettono di organizzare e classificare al meglio le informazioni: i contenuti sono catalogati semanticamente, assegnando a ciascun contenuto un certo numero di specificazioni riguardanti l'argomento trattato, il contesto, la data, il tipo di documento. L'insieme di queste specificazioni genera registrarsi alla newsletter per Nella pagina precedente, la sezione del un albero di proprietà del ricevere aggiornamenti nuovo sito dedicata al rischio vulcanico. contenuto. Il nuovo sito del settimanali sulle notizie e i Sopra, la finestra di personalizzazione Dipartimento, oltre ad essere contenuti pubblicati. Chi che consente all’utente di scegliere orientato alla massima preferisce un aggiornamento i contenuti da visualizzare in home-page. accessibilità e completezza in tempo reale può utilizzare Una volta selezionati, i singoli widget, delle informazioni, ne i feed rss. Nel primo mese di o box, possono essere posizionati in un favorisce la diffusione vita il sito ha avuto oltre punto qualsiasi della pagina con un attraverso gli strumenti 60mila visitatori unici. È un semplice drag and drop. maggiormente usati dagli buon risultato, ma resta utenti di internet. È possibile ancora molto da fare. condividere ogni pagina sui L’obiettivo della redazione è social network più popolari, quello di rendere agli utenti come Twitter e Facebook, un servizio sempre migliore, allargando così incrementando i servizi potenzialmente anche la offerti, soprattutto in termini
  • 13. 2 Focus “Protezione Civile” su facebook La pagina ufficiale del magazine sul celebre social network, per approfondire i temi trattati nella rivista e sul sito multimediali pubblicati sul sito del Dipartimento. La pagina è rivolta alle organizzazioni di volontariato, alle strutture operative del Servizio Nazionale, alle istituzioni, ma anche ai privati che possiedono un account facebook e vogliono essere informati su temi come la previsione e la prevenzione dei rischi che interessano il territorio italiano. In bacheca sarà possibile commentare gli articoli del magazine, i contenuti multimediali postati dagli amministratori e rispondere F acebook è diventato il mondo del volontariato di ai periodici sondaggi che social network più protezione civile. Per verranno proposti. diffuso in Italia: 18 diffondere al meglio la Completano la pagina una milioni di iscritti e 12 milioni cultura di protezione civile e galleria multimediale con di utenti effettuano creare una rete di foto e video ufficiali e una l’accesso ogni giorno. Tra informazione capillare ed sezione dedicata agli eventi. questi, associazioni di efficace nasce la pagina Diventando fan della pagina volontariato, gruppi ufficiale facebook gli utenti potranno ricevere comunali e semplici “Protezione Civile-magazine direttamente sul proprio cittadini condividono del Dipartimento della desk gli aggiornamenti in quotidianamente sul proprio Protezione Civile”, uno tempo reale. Per profilo un link al sito spazio pensato per informazioni e chiarimenti internet del Dipartimento approfondire i temi trattati su quest’iniziativa è della Protezione Civile o a nella rivista e rilanciare possibile scrivere a: iniziative riguardanti il news, dossier, contenuti magazine@protezionecivile.it 12
  • 14. 13 Provvedimenti in sintesi: on-line un nuovo servizio per il cittadino A garanzia di una maggiore semplicità e chiarezza informativa C on il nuovo sito pubblico, per cui si rimanda pubblicazione on-line. internet del al testo integrale. Lo stile Dall’analisi delle visite al Dipartimento della segue le regole di sito, “Provvedimenti” risulta Protezione Civile sono stati semplificazione del tra le pagine più lette e progettati e sviluppati vari linguaggio amministrativo, consultate: il 20 per cento strumenti per migliorare spiegate nelle direttive del totale dei visitatori trasparenza e accessibilità dell’8 maggio 2002 e del 24 naviga nella sezione e dei contenuti al cittadino. ottobre 2005, e in generale sperimenta la nuova ricerca Uno di questi è la sintesi le regole di scrittura dei siti per “faccette”, cioè per punti di decreti, web: la struttura sintattica è categorie che caratterizzano ordinanze e degli altri atti lineare, le frasi sono brevi e i contenuti e che che sono pubblicati nella il linguaggio è quello consentono di selezionarli sezione “Provvedimenti”. comune. L'idea di spiegare i in base a tipo, data di Il nuovo servizio ha provvedimenti normativi in pubblicazione, ambito, l’obiettivo di spiegare in modo più semplice nasce rischio e territorio. Tra i modo semplice e chiaro il dall'esperienza fatta in contenuti più letti, invece, si contenuto dei Abruzzo, dove era segnalano i provvedimenti provvedimenti, per necessario dare più recenti o quelli di agevolarne la lettura e per informazioni in tempo reale maggiore attualità. facilitarne la comprensione. a tutta la popolazione, e Le scelte adottate per Il riassunto viene pubblicato non a un pubblico ristretto. questa sezione, e in insieme al testo integrale in Con il nuovo sito web generale le altre soluzioni una pagina che consente al abbiamo deciso di del nuovo sito del lettore di spostarsi da un estendere quest’esperienza Dipartimento, sono in linea tipo di contenuto all’altro a e abbiamo progettato nella con il processo di seconda delle sue esigenze. nuova sezione dedicata alla innovazione in corso nella Le sintesi spiegano in modo legislazione uno spazio pubblica amministrazione dettagliato i contenuti che specifico per le sintesi. In che ha individuato nella possono risultare più questo modo si è anche comunicazione, e in interessanti per gli utenti, consolidato un metodo di particolare nella chiarezza e mentre trattano in modo lavoro che coinvolge l’ufficio trasparenza dei contenuti, meno approfondito gli del Consigliere giudico nel uno degli strumenti per aspetti più tecnici e di verificare la correttezza migliorare il rapporto con i minore interesse per il delle sintesi prima della cittadini. 2
  • 15. 2 Storie Una sezione dedicata agli Uno sguardo al passato che eventi che hanno segnato è anche occasione di riflessione la storia italiana e che, sui temi di previsione al contempo, hanno contribuito e prevenzione dei rischi e sulla alla nascita e all’evoluzione capacità del Sistema di di una cultura condivisa protezione civile di rispondere di protezione civile. efficacemente alle emergenze. Firenze 1966, l’alluvione e gli angeli del fango Il 4 novembre l’Arno scatena una delle più pesanti catastrofi della storia nazionale “ La mia parola non è un incitamento, non ne avete bisogno, ma il sem- plice annunzio dell’inizio di una gara di trepida sollecitudine, che vedrà tutti gli italiani – uomini e donne, grandi e piccini, in Patria e fuori dai confini della Patria circondati dal commosso affetto degli altri popoli – uniti in un patto di fraternità che, nel limite delle for- ” ze umane, vincerà la sofferenza, il dolore, il bisogno1. l 4 novembre 1966 è una data che Firenze e l’Italia non potranno mai di- I menticare. In questo giorno di festa – la ricorrenza delle Forze Armate – l’intera penisola è sotto la pioggia e il bacino dell’Arno, ingrossato da die- ci lunghi giorni di precipitazioni, scatena una delle più pesanti catastrofi della storia na- zionale. Nel corso della notte tra il 3 e il 4 novembre, infatti, il fiume esonda nel Casentino e nel Valdarno Superiore, cominciando la sua opera di devastazione e proseguendo, inarresta- bile, la sua corsa a valle. Quando la piena raggiunge il capoluogo toscano lo fa con furia incontenibile: un’onda alta tre metri percorre le vie della città alla velocità di 60 km orari; dai lungarni, trasfor- mati in un unico fiume, la melma si riversa ovunque travolgendo ogni cosa, penetrando abi- 14
  • 16. 15 tazioni, chiese, edifici storici. Nel quartiere di Santa Croce, in via dei Neri, una targa ricorda il punto più alto raggiunto dalla piena: 4 metri e 92 centimetri. I fiorentini, sorpresi in casa o nelle strade inondate dalle acque, si trovano a lottare per difendere la loro stessa vita. Il 6 novembre 1966, quando l’Arno si ritira, abbandona Fi- renze alla sua disperazione, sepolta sotto 600mila tonnellate di fango. Carabinieri, uomini della Polizia di Stato e dell’Esercito, pompieri: tutti convogliano a Firenze per far fronte all’alluvione. I soli Vigili del Fuoco, nella notte tra il 4 e il 5 novembre, mettono in salvo migliaia di persone, portando a termine oltre 9mila interventi. Superata la fase dei primi soccorsi le attività si concentrano sulla distribuzione di me- dicinali, viveri e mangime per il bestiame. Massicce anche le operazioni condotte per la po- tabilizzazione delle acque e il ripristino dell’acquedotto cittadino, oltre che per la disinfe- zione degli ambienti, per il ripristino della viabilità e per il controllo dei movimenti fra- nosi. Ma le Forze Armate, pur numerose, si trovano a operare prive di quel fondamentale co- ordinamento che troverà naturale espressione solo nella futura Protezione Civile. Per la prima volta in Italia si percepisce l’assoluta mancanza di un Sistema nazionale in grado non solo di intervenire efficacemente nell’emergenza, ma anche di monitorare ra- zionalmente il territorio attraverso una costante attività di previsione e prevenzione. La vera forza salvifica di questa catastrofe risiede nella risposta spontanea della gente comune, della “cittadinanza attiva” giunta da ogni parte d’Italia – e da molti Paesi esteri – per offrire volontario aiuto a una città in ginocchio. Nonostante la grande mobilitazione il bilancio dell’alluvione resta pesante: le vittime ufficiali sono 34, distribuite tra Firenze e i comuni della provincia. Gravi anche le conseguenze per il patrimonio artistico-culturale: distrutti migliaia di vo- lumi della Biblioteca nazionale centrale, irrimediabilmente compromessi i depositi degli Uf- fizi, danneggiati monumenti, chiese e opere d’arte. L’acqua entra a Palazzo Vecchio, nel Duomo, nel Battistero. Il crocifisso di Cimabue, tra- volto dal fango nella Basilica di Santa Croce, diventa un simbolo della catastrofe e, al con- tempo, un richiamo a far presto, per strappare le opere d’arte, patrimonio dell’umanità, alla rovina totale. All’appello rispondono volontari ed esperti da ogni parte del mondo, che tra- sformano Firenze in un centro internazionale del restauro. Uomini e donne, giovani e meno giovani, di ogni estrazione sociale e culturale, accor- rono a Firenze per spalare fango, distribuire acqua e cibo, recuperare le opere d’arte e i li- bri travolti dalla piena. Da Ted Kennedy a Margherita Hack, da Gerhard Schroeder a Josckha Fischer, sono mi- gliaia le giovani intelligenze che accorrono a Firenze per offrire il loro contributo. Precur- sori delle più moderne forme di volontariato associato – espressione di solidarietà, parte- cipazione e pluralismo – sono gli “angeli del fango”, definiti così per la prima volta dal gior- nalista Giovanni Grazzini: “Chi viene anche il più cinico, anche il più torpido, capisce su- bito tre cose: che le perdite sono spaventose, che per restituire a Firenze un volto lumino-
  • 17. 2 Storie so e il benessere occorreranno miliardi e forse decenni, ma anche che d’ora innanzi non sarà più permesso a nessuno fare dei sarcasmi sui giovani beats. Perché questa stessa gioven- tù che sino a ieri ha attirato le vostre ironie, oggi ha dato, a Firenze, un esempio meravi- glioso, spinta dalla gioia di mostrarsi utile, di prestare la propria forza e il proprio entu- siasmo per la salvezza di un bene comune. Onore ai beats, onore agli angeli del fango2”. U 4 NOVEMBRE 1966 - TESTIMONIANZA DI ELVEZIO GALANTI 3 Erano le 7.30 del mattino, ero Dipartimento Vigili del Fuoco © Fratelli Alinari con mio padre, avevo sedici anni. Quel giorno avrei dovuto parteci- pare a una gara di judo, e per que- sto portavo con me una cinepresa Super8. Nonostante avessi un pre- zioso strumento tra le mani, però, quel giorno non mi fermai a ri- prendere i drammatici momenti dell’alluvione di Firenze. C’era pudore nel documentare quell’inatteso lago silenzioso da- vanti a noi, da dove provenivano svariati colpi di fucile, mio padre con il buonsenso popolare tutto toscano, misurato e gar- bato mi disse sottovoce: “…’un si ripiglia nulla, l’è vergogna…”. Un monito spontaneo, som- messo: era di fatto il segnale, la corda antica che vibrava collettivamente e ci diceva che era arrivato il momento di agire per la nostra città. Il Sindaco Piero Bargellini e il Prefetto di Firenze, invece, la notte tra il 3 e il 4 novembre si erano incontrati sul Ponte Vecchio, temendo il peggio per la città, mentre la popolazio- ne era completamente inconsapevole di quello che sarebbe avvenuto. La situazione di partenza era totalmente sfavorevole: assenti monitoraggio, informazioni, piani di emergenza. Gli idrometri c’erano, ma non avevano ancora alcuna funzione di al- lerta. Ciò che mancava del tutto era una cultura della prevenzione, ma anche un ordina- rio e conosciuto sistema informativo, al punto che Marcello Giannini, giornalista Rai, per far capire a Roma la gravità della situazione fu costretto a portare il suo microfono per le scale, e a far sentire in diretta lo scroscio delle acque. I primi luoghi del coordinamento dei soccorsi furono le parrocchie e le Case del popo- lo: lì le prime basi, lì le prime forme di aggregazione, che oggi in modo più scientifico chia- (1) Dal messaggio rivolto agli italiani dal Pre- (2) Giovanni Grazzini, Si calano nel buio del- (3) Direttore dell’Ufficio Relazioni Istituzionali sidente della Repubblica Giuseppe la melma, “Corriere della Sera”, 10 novem- del Dipartimento della Protezione Civile Saragat – 9 novembre 1966 bre 1966 16
  • 18. 17 Raccolte museali Fratelli Alinari-Collezione Aranguren, Firenze Piazza Santa Croce dopo l’alluvione del novembre 1966. Nella pagina precedente, ruspe dei Vigili del Fuoco in piazzale Michelangelo. meremo una forma di Resi- lienza della città. Uomini e donne – di Firenze prima, e di tutto il mondo poi – organiz- zavano gli interventi per una comunità la cui sofferenza, catturata per la prima volta dalle riprese televisive, feriva gli occhi di tutti. I danni provocati a Fi- renze dall’alluvione del 1966 furono immensi anche ri- guardo al patrimonio artisti- co e culturale custodito dal- la città. Dal 1177 ai giorni nostri, otto grandi alluvioni pari a quella del 1966 colpirono Firen- ze, ma alla città, e all’Italia tutta, mancava una memoria storica, la sola che avrebbe po- tuto mitigare se non evitare il disastro in caso di nuova inondazione. Nel 1938, nella Biblioteca nazionale, per salvaguardare i libri più preziosi dai bom- bardamenti, si pensò di spostarli sottoterra, nelle cantine; ma questa operazione espose il patrimonio librario a un altro, sottovalutato, rischio. La Biblioteca nazionale si trovava in- fatti – e tuttora si trova – in Santa Croce, nel punto morfologicamente più basso di Firen- ze che nel novembre del 1966 fu sommerso da oltre quattro metri di fango. Migliaia di persone comuni raggiunsero Firenze da ogni parte d’Italia e da molti Pae- si in tutto il mondo e si misero al lavoro per salvare i volumi della Biblioteca nazionale, che furono così in gran parte recuperati, ripuliti, interfogliati. Firenze era, nell’immaginario collettivo, un bene comune, un patrimonio della civiltà. Per questo all’accorato appello di aiuto del sindaco Piero Bargellini rispose l’umanità in- tera: per la prima volta nella storia delle emergenze ci fu una mobilitazione spontanea, uni- versale, cosmopolita, consegnata alla storia anche dal documentario Per Firenze girato da Franco Zeffirelli: un filmato che testimonia ancora oggi i duri giorni di Firenze e l’incre- dibile, alacre schieramento degli “angeli del fango”, i tanti volontari che decisero di accorrere in città per offrire un loro contributo. Un episodio di quei giorni difficili, continua a vivere con forza nei miei ricordi. Un epi-
  • 19. 2 Storie sodio che, forse inconsciamente, mi ha guidato fin qui dove sono, mi ha insegnato la for- za d’animo e la capacità di reagire sempre, anche nelle avversità. Era già dicembre, quasi un mese era trascorso dalla notte della terribile alluvione, ma la città recava ancora i segni di una sofferenza profonda, incolmabile. Incamminandomi verso Santa Maria Nuova da Borgo Pinti, sede della mia palestra, intravidi in Via Folco Por- tinari, una bottega, una delle tante distrutte. Era stata ripulita da poco dal fango, dalla naf- ta, e al suo interno non v’erano altro che un omino con il suo grembiule, un panchetto di legno, con sopra un fornellino a gas, e un bricco. Sull’uscio, invece, un cartello, con su scrit- to a mano: “Caffè”. La voglia di ricostruire di quell’uomo – che fu in quel terribile 1966 la voglia di Firenze tutta – resta per me un esempio incancellabile di una silenziosa forza, che riaffiora sem- pre serenamente ogni volta che il mio lavoro mi porta a intervenire per prestare soccorso alle popolazioni colpite da un disastro. Quella scritta a mano “Caffè” è per me la costan- te consapevolezza che le popolazioni colpite hanno bisogno certo di beni materiali ma an- che di speranza. U I LIBRI E L’ALLUVIONE: IL CENTRO DI RESTAURO DELLA BIBLIOTECA DI FIRENZE Il 4 novembre 1966 l’alluvione travolge la Biblioteca nazionale centrale di Firenze som- mergendo quasi un milione di unità bibliografiche sistemate nel seminterrato, al piano ter- reno e al piano rialzato dell'edificio. Gravemente danneggiati – oltre all’emeroteca – i circa 100mila volumi appartenenti alle raccolte storiche della Biblioteca e, in particolare, i grandi formati Palatini, il fondo Ma- gliabechiano e il fondo delle Miscellanee. Grazie agli aiuti internazionali e agli esperti accorsi da ogni parte del mondo per pre- stare aiuto alla popolazione fiorentina nasce un centro di restauro per il recupero dei beni librari danneggiati. Nelle prime settimane dopo l’alluvione, tonnellate di volumi sono estratti dal fango, tra- sportati in luoghi sicuri, puliti e asciugati. Ogni volume viene corredato da una scheda che, insieme ai danni, ne descrive la struttura originale. Il Laboratorio – dapprima collocato nei locali della Centrale termica della stazione fer- roviaria e successivamente allestito all'interno della Biblioteca – lavora come una grande catena di montaggio: dalla collazione alla scucitura, dal rattoppo alla legatura. Grazie a que- sti interventi, nel corso degli anni, buona parte del patrimonio librario è recuperata e resa nuovamente disponibile per la consultazione. Il centro di restauro di Firenze – frutto di collaborazioni internazionali nate per fron- teggiare l’emergenza – diventa negli anni Settanta un modello di rilevanza mondiale per la costituzione di altri laboratori pubblici. Fondamentale per la ricostruzione della storia della Biblioteca nazionale di Firenze an- che il laboratorio fotografico dell’Istituto: oltre 1.500 scatti che documentano i giorni del- l’alluvione e le diverse fasi delle operazioni di recupero del materiale danneggiato. 18
  • 20. 19 U DAL CINEMA ALLA FOTOGRAFIA: L’ALLUVIONE IN SCATTI E PELLICOLE “Adesso Firenze ha bisogno dell'aiuto di tutti, perché Firenze appartiene al mondo, quin- di è anche la mia città”. Con queste parole, pronunciate in un italiano imperfetto, l’atto- re Richard Burton lancia il suo appello dal film-documentario Per Firenze girato nel 1966 da Franco Zeffirelli. Il documentario, uscito a un mese dalla catastrofe, descrive la situazione della città al- l’indomani dell’alluvione e raccoglie le testimonianze degli “angeli del fango” accorsi da tutto il mondo. Tra di loro, anche Robert Kennedy, che chiede aiuto alla comunità inter- nazionale in favore della città di Firenze. L’alluvione entra nell’immaginario collettivo e nella storia nazionale attraverso nume- rose opere cinematografiche. Anche una delle scene del film La meglio gioventù, di Marco Tullio Giordana, è ambientata a Firenze nei giorni dell’emergenza del 1966. A quarant’anni dall’alluvione, Erasmo D’Angelis – giornalista e promotore del Radu- no internazionale degli Angeli del Fango del 4 novembre 2006 – presenta il docu-film An- geli nel Fango. L’alluvione mai vista, che ricostruisce le ore drammatiche del 4 novembre 1966 al ritmo di immagini inedite. Il docu-film ricostruisce la straordinaria esperienza de- gli “angeli del fango” con la partecipazione di Paolo Hendel come voce narrante. Sempre nel quarantennale del disastro, il regista e attore teatrale Marco Paolini inter- preta 4 novembre ’66. La guerra grande dell’Arno, un testo del toscano Francesco Nicco- lini. E l’alluvione di Firenze è anche nella mostra Triumph from Tragedy-I giorni dell’al- luvione che raccoglie gli scatti di David Lees, fotografo della rivista “Life”, sugli avveni- menti del 1966 suddivisi in tre fasi: la devastazione, il recupero e il restauro. Ulteriori approfondimenti saranno disponibili su: www.protezionecivile.it/jcms/it/magazine.wp U DAGLI ANGELI DEL FANGO AL VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE: L’EVOLUZIONE NORMATIVA L’alluvione di Firenze del 1966 evidenzia l’inadeguatezza della struttura centrale dei soccorsi. A causa dell’assenza di una rete di monitoraggio l’esondazione dell’Arno non vie- ne preannunciata con anticipo e i cittadini vengono colti di sorpresa. Nei primi giorni gli aiuti e i soccorsi arrivano quasi esclusivamente dagli “angeli del fango” e dalle truppe di stanza in città. Solo sei giorni dopo l’alluvione il governo è in grado di mettere in campo una rete di soccorso organizzata. La prima svolta arriva con la Legge n. 996 dell’8 dicembre 1970 – “Norme sul soccorso e l’assistenza alle popolazioni colpite da calamità” – che delinea un quadro complessivo di interventi di protezione civile. Per la prima volta viene riconosciuta l’attività del volontariato di protezione civile. È il Ministero dell’Interno, attraverso i Vigili del Fuoco, ad istruire, addestrare ed equipag- giare i cittadini che volontariamente offrono il loro aiuto.
  • 21. 2 Storie Nel 1981 il regolamento d’esecuzione della Legge n. 996 del 1970 individua per la pri- ma volta gli organi di protezione civile ordinari – Ministro dell’Interno, Prefetto, Commissario di Governo nella Regione, Sindaco – e straordinari – Commissario straordinario – e ne di- sciplina le rispettive competenze. La protezione civile è definita compito primario dello Stato. Si comincia a parlare di pre- venzione degli eventi calamitosi, attraverso l’individuazione e lo studio delle loro cause. Sono gli organi statali, Prefetto e Commissario di governo, a svolgere il ruolo più importante nel- la gestione dell’emergenza. Nel 1982, con la legge n. 938 del 1982, viene formalizzata la figura del Ministro per il Coordinamento della Protezione Civile, una sorta di “commissario permanente” pronto ad intervenire in caso di emergenza. Il Ministro per il Coordinamento della Protezione Civile si avvale del Dipartimento della Protezione Civile, istituito sempre nel 1982, nell’ambito della Presidenza del Consiglio con Ordine di Servizio del 29 aprile. La svolta definitiva arriva con la Legge n. 225 del 1992 e la nascita del Servizio Na- zionale della Protezione Civile, con il compito di “tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità natura- li, da catastrofi e altri eventi calamitosi”. La struttura di protezione civile viene riorganiz- zata profondamente come un sistema coordinato di competenze al quale concorrono le am- ministrazioni dello Stato, le Regioni, le Province, i Comuni e gli altri enti locali, gli enti pub- blici, la comunità scientifica, il volontariato, gli ordini e i collegi professionali e ogni altra istituzione anche privata. La Legge 225 inserisce il volontariato tra le componenti e le strutture operative del Ser- vizio Nazionale e stabilisce che deve essere assicurata la più ampia partecipazione dei cit- tadini e delle organizzazioni di volontariato di protezione civile nelle attività di previsio- ne, prevenzione e soccorso, in vista o in occasione di calamità naturali o catastrofi. U L’ORGOGLIO DI FIRENZE - INDRO MONTANELLI, “CORRIERE DELLA SERA”, 12 NOVEMBRE 1966 Col passare dei giorni, le notizie da Firenze, invece di farsi sempre più confortanti, diventano sempre più drammatiche. Non perché la situazione peggiori in se stessa, ma perché solo ora si comincia a vedere il disastro nelle sue bibliche proporzioni. Dapprincipio, diciamo la ve- rità, non le avevamo afferrate. E a trarci in inganno sono state soprattutto due cose: il nu- mero, per fortuna abbastanza esiguo, delle perdite umane, e i servizi della televisione. Quest’ultima non è stata di certo inferiore al suo compito per mancanza di mezzi e di uo- mini. Essa dispone di macchine, attrezzature e telereporters fra i migliori del mondo che, vo- lendo, avrebbero potuto fornirci, e subito, il quadro più esauriente e completo della sciagu- ra. Ma evidentemente non hanno voluto, cioè non hanno potuto, per via di quella maledet- ta timoratezza, che non è soltanto della televisione, ma che la televisione porta a un paros- sismo quasi caricaturale e che ci tiene perpetuamente immersi in una melassa di menzogne. Tutto, anche le catastrofi, dev’essere presentato in modo da non inquietare, turbare, al- larmare. E di tutto, più o meno consapevolmente, si tende a sottolineare solo i lati incorag- 20
  • 22. 21 gianti ed edificanti. Sul video l’autentica tragedia di Firenze è passata in secondo piano ri- spetto agli sforzi – che certamente ci sono stati – dei soccorritori e alle sollecitudini dei diri- genti. Sembrava che l’alluvione di soldati, pompe, autobotti, camionette, viveri, indumenti, me- dicinali, attrezzi, ministri e deputati, fosse più imponente di quella dell’Arno. E ora ci domandiamo fino a che punto questo auto-inganno abbia influito sull’incredibile ritardo, sull’inadeguatezza, sulla mancanza di coordinazione, insomma sul pessimo funzionamento degli aiuti. Comunque, è un fatto che i fiorentini hanno avuto l’impressione di essere abbandonati a se stessi, il che spiega certe loro reazioni di malumore, in cui di sbagliato c’era solo il ber- saglio. E ringraziano iddio che la loro scettica natura, il collaudato pessimismo, l’antica sfi- ducia negli uomini e in tutto abbiano ovattato delusioni e risentimenti. Le testimonianze sono concordi sulla rabbiosa volontà, sulla silenziosa abnegazione, sullo stoico coraggio con cui essi lottano per liberarsi dal sudario di fango che li opprime e allontanare lo spettro delle epidemie che potrebbero svilupparsi dalle putretudini insepolte o dissepolte. Dividono fra- ternamente pane, pene e fatiche. Chi è rimasto con la casa intatta vi ha accolto il vicino si- nistrato. Questa gente faziosa, individualista, proterva, ha trovato nel momento del disa- stro, uno spirito comunitario, uno slancio solidaristico da additare ad esempio a tutto il Pae- se. Che cosa questo Paese a sua volta debba fare, non sono questi il momento e la sede per discuterlo. Il consiglio dei ministri è riunito quasi in permanenza. E speriamo – ora che fi- nalmente tutti si sono svegliati alla realtà – che le decisioni siano adeguate, rapide e soprattutto efficaci. In linea generale noi crediamo che quanto più si darà ai fiorentini stessi mano li- bera per la scelta delle provvidenze da adottare e l’impiego dei mezzi disponibili, tanto più i risultati saranno effettivi. A parte l’intermezzo, Firenze è una città che pur nella modestia delle sue risorse, ha sem- pre saputo amministrarsi molto bene. I secoli di autogoverno (e quale autogoverno!) comunale non sono passati invano. Ma c’è ad ogni modo una cosa che bisogna non fare: piangere su Firenze. Questo lo so è l’impegno più difficile da assolvere, perché alle lacrime l’Italia rinunzia malvolentieri, e infatti in questi giorni ce n’è stato in tutta la stampa un diluvio da fare il paio con quello piovutoci addosso dal cielo. Questa seconda alluvione, anche se ha danneggiato i fiorentini meno della prima, li ha irritati e mortificati maggiormente. Più che da giorna- lista, parlo da fiorentino io stesso, che conosce la sua gente e sa quanto sia refrattaria al patetico. Le commiserazioni, i «gridi di dolore», i messaggi, gli appelli, i comunicati, i pro- clami sono una musica che stona maledettamente fra le mura di questa città asciutta (per modo di dire), ironica e amara, ma coraggiosa e sincera fino alla crudeltà. Essa non vuole essere compianta. Forse non vuole nemmeno essere capita. Vuole soltan- to essere messa in condizione di difendersi e di aiutarsi, soffrendo in segreto del fatto di do- verne chiedere i mezzi agli altri. Questo scontroso e spesso provocante orgoglio di Firenze va rispettato, anche perché è la più sicura garanzia della sua rinascita. Tutti gli altri ita- liani e il loro governo vogliono veramente contribuirvi? Aprano ai fiorentini un conto in ban- ca quale che sia, e li lascino fare. Ma soprattutto smettano di piangergli addosso. Ad an- naffiarli, ha già provveduto l’Arno.
  • 23. 2 Dal territorio Cattedrale di Noto: presentati i nuovi apparati decorativi Un lungo lavoro di ricostruzione e restauro ha restituito alla Cattedrale di Noto gli antichi splendori barocchi. Il 13 febbraio è stato consacrato il nuovo altare della a realizzazione delle nuove ope- da realizzare la Via Crucis con le Cattedrale di San Nicolò e sono stati L re rientra in una più ampia atti- vità di restauro dell’architettura e 14 stazioni ad opera di Roberto Ferri, le sculture nelle nicchie e degli apparati decorativi della Cat- gli affreschi della navata centrale presentati al pubblico tedrale cominciata nel 1999. e del catino absidale. gli affreschi della Dopo la ricostruzione delle parti La Cattedrale è il monumento strutturali, terminata nel 2007, simbolo dell’arte barocca della cupola e dei sono stati completati il nuovo città e del Val di Noto, territorio pennacchi e le altare maggiore, l’ambone e la dichiarato dall’Unesco Patrimonio croce realizzati in bronzo dell’umanità. Nel 1996 è andata vetrate policrome del argentato e diaspro siciliano dallo in parte distrutta per un crollo tamburo della cupola scultore Giuseppe Ducrot, gli che ha interessato la navata affreschi della cupola e dei centrale e quella destra, alcuni pennacchi eseguiti dal pittore piloni e gran parte della cupola. Il russo Oleg Supereco e le otto crollo è da ricondurre al terremoto nuove vetrate della cupola, opera che ha colpito la Sicilia orientale di Francesco Mori. Restano ancora nel dicembre del 1990. Nel 1999 22
  • 24. 23 IL DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE E LA CATTEDRALE DI NOTO Il Dipartimento della Protezione Civile ha sostenuto finanziariamente il processo di ricostruzione e restauro della Cattedrale di Noto, seguendone fin dall’inizio l’iter tecnico-amministrativo. Attraverso l’emanazione di specifiche ordinanze, l’insediamento di Commissioni, la nomina di esperti e l’invio a Noto di proprio personale tecnico, il Dipartimento della Protezione Civile ha dato – e sta dando tuttora – un contributo fondamentale alla conclusione delle operazioni di restauro. Come tutte le azioni proprie viene aperto il cantiere per la della sicurezza e quelle della della Protezione Civile, anche la ricostruzione. Nel 2007 la cultura e dell’arte. Per reintegrare ricostruzione della Cattedrale di Cattedrale è stata restituita al l’opera nel paesaggio urbano Noto è un lavoro corale e culto dei fedeli. Da allora sono della città, la ricostruzione è collettivo, assicurato dal proseguiti i lavori per le opere di stata realizzata in pietra, dopo Dipartimento, dal Commissario decorazione interna. anni di scavi durante i quali sono Delegato, il Prefetto di La complessa ricostruzione è state recuperate migliaia di Siracusa, ma realizzato grazie stata realizzata coniugando le pietre, alcune delle quali anche alla collaborazione della antiche tecniche costruttive con reimpiantate nella struttura Soprintendenza per i Beni le più moderne tecnologie originaria. Le parti residuate dal Culturali di Siracusa, della sviluppate nel campo crollo sono state integrate nella Diocesi e del Comune di Noto, dell’ingegneria sismica. Sono nuova costruzione, ad eccezione della Regione Siciliana e dei stati sperimentati metodi di dei pilastri della navata sinistra membri della Commissione lavoro e tecniche che hanno che sono stati demoliti e Consultiva composta da sette dimostrato come sia possibile ricostruiti con la stessa tecnica esperti italiani in materia di intervenire sui beni culturali muraria con cui sono stati rifatti beni culturali. senza contrasto tra le esigenze quelli della navata destra.
  • 25. 2 Dal territorio Corpo Forestale: nel 2010 aumentano le presenze in montagna ma anche gli incidenti o scorso 11 febbraio il Corpo Forestale ha diffuso il saggi sulle piste da sci, circa 250 mila passaggi al gior- L Rapporto “Montagna sicura. I servizi del Corpo Fore- stale dello Stato e del Sistema nazionale Meteomont per no, con punte di un milione di passaggi quotidiani du- rante i fine settimana. Nella stagione 2009/2010 si sono la sicurezza in montagna”, relativo al 2010. Il Meteomont avuti 214 incidenti causati da valanghe con 47 morti e è un servizio garantito dal Corpo Forestale dello Stato e 48 feriti. Nella stagione in corso sono 44 le persone fino- dal Comando delle Truppe Alpine, con la collaborazione ra coinvolte, sette i morti e undici i feriti. Gli interventi di del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare. È na- soccorso sulle piste da sci del Corpo Forestale sono stati to nel 1972 per incrementare le condizioni di sicurezza 1.230, di cui 40 con l’ausilio dell’elisoccorso. Cause e re- della montagna innevata attraverso la previsione del pe- sponsabilità degli incidenti: l’imprudenza degli sciatori ricolo valanghe. Il bollettino giornaliero Meteomont infor- fuoripista che provocano valanghe, i cambiamenti cli- ma sulle condizioni meteo in montagna e sul rischio va- matici e i loro effetti sull’ambiente innevato. Il Rapporto langhe, attraverso il sito internet www.meteomont.org. ribadisce come negli ultimi anni la temperatura media Il Rapporto 2010 “Montagna sicura” evidenzia come nel sia aumentata di circa un grado centigrado, si sia avuto corso degli ultimi anni sia cresciuto il numero degli aman- un innalzamento della quota dello zero termico di 150 ti della montagna. Parallelamente è cresciuto il numero del- metri e una riduzione del 50 per cento delle nevicate e le vittime da valanga e per incidenti legati a nuove atti- dell’altezza media del manto nevoso sull’Appennino set- vità sportive come lo snowboard e l’escursionismo con le tentrionale e sulle Alpi centro-occidentali, nonché un au- racchette da neve. Quasi sei milioni gli italiani che nel mento dal 10 al 28 per cento delle nevicate e dell’altezza 2010 hanno affollato località montane e sciistiche, da media del manto nevoso sull’Appennino centrale e sulle gennaio a marzo. Rispetto al 2009 il Rapporto registra un Alpi orientali. Per ulteriori informazioni sul servizio Meteomont: incremento delle presenze del 40 per cento. Nel 2010 a www.meteomont.org livello nazionale sono stati registrati 26 milioni di pas- meteomont@corpoforestale.it IL CORPO FORESTALE DELLO STATO Presidia e difende l’ambiente montano. È una delle strutture operative del Servizio Nazionale della Protezione Civile e negli ultimi anni si è dotato di tutti gli strumenti utili a garantire la sicurezza degli abitanti delle zone montane, degli amanti dell’alta quota e degli sport invernali. Il Corpo Forestale monitora il territorio innevato, svolge attività di previsione dei pericoli legati al rischio valanghe e attività di soccorso sulle piste da sci. Aggiorna costantemente la banca dati meteonivometrica, la cartografia e il catasto delle valanghe. IL SERVIZIO NEVEMONT Dallo scorso inverno i dati della rete di rilevamento nivometeorologico del Meteomont sono integrati con quelli dei rilevamenti itineranti effettuati a quote medio-basse: il Corpo Forestale dello Stato garantisce attraverso il sistema “Nevemont” un puntuale monitoraggio della neve a bassa quota durante gli eventi estremi che consente di produrre in tempo reale dati e informazioni utili alla circolazione stradale delle aree più interne e montane d’Italia. 24
  • 26. 25 Il Miur per l’educazione ambientale Sottoscritto un protocollo d’intesa con la Forestale a legge 36/2004 che ha riforma- dell'Istruzione, dell'Università e ragazzi una conoscenza più L to il Corpo Forestale dello Stato indica, tra i compiti istituzionali del Cor- della Ricerca hanno sottoscritto un protocollo d’intesa triennale per dar consapevole delle risorse naturali del territorio e delle funzioni che po, l’educazione ambientale. L’edu- vita a progetti formativi di alberi e foreste assolvono. Ulteriore cazione a un corretto comportamen- educazione ambientale. Il progetto obiettivo è incentivare le attività to nella fruizione delle risorse natu- in programma per il 2011 è “La dei ragazzi a contatto con la rali ha un’importanza ormai ampia- scuola adotta il bosco”. L'iniziativa natura. mente riconosciuta. La tutela del- coinvolgerà i docenti e gli studenti Gli studenti delle scuole interessate l’ambiente passa per attività di con- della scuola primaria e secondaria. adotteranno un bosco presente sul trollo, ma anche per iniziative di par- Durante il 2011, anno proprio territorio e in collaborazione tecipazione ed educazione dei citta- internazionale delle foreste, il con i Forestali ne studieranno storia dini a un rapporto consapevole del- personale della Forestale e caratteristiche, impareranno ad l’ambiente naturale. collaborerà con gli insegnanti ad averne cura e saranno finalmente In ragione del compito di diffusione educare i giovani ad una cultura consapevoli dell’opportunità di della cultura di tutela ambientale rispettosa della natura. segnalare alterazioni dell’ambiente, il Corpo Forestale Le “lezioni” di educazione dell’ecosistema al numero di dello Stato e il Ministero ambientale vogliono trasmettere ai emergenza ambientale 1515. PREMIO ARTISTICO PER SINGOLI STUDENTI E SCOLARESCHE Nell’ambito del progetto “La scuola adotta il bosco”, anche un premio riservato a singoli studenti e scolaresche. I ragazzi potranno produrre elaborati letterari o artistici che rappresentino il bosco adottato, le sue funzioni e le minacce al suo equilibrio. I lavori vanno inviati entro il 28 aprile 2011 al Corpo Forestale dello Stato-Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Roma, Sede staccata di Castel Fusano, via Canale della Lingua 74, 00124 Castel Fusano (Roma). I migliori lavori singoli saranno premiati con la partecipazione degli autori a un campo scuola nel Centro di educazione ambientale del Corpo Forestale di Castel Fusano. Le scolaresche vincitrici, invece, partiranno per una “settimana verde” in una delle 130 Riserve Naturali Statali gestite dalla Forestale.
  • 27. 2 Dal territorio Guardia Costiera, “lezioni di mare” fino ad aprile Un programma didattico rivolto ai ragazzi tra i 10 e i 18 anni ifendere l’ambiente marino e D diffondere una cultura condi- visa della protezione del mare. La Guardia Costiera, parte del Corpo delle Capitanerie di Porto, svolge da sempre una costante attività di salvaguardia del mare e di chi vi opera. Nel periodo estivo da anni mette in campo l’operazione “Ma- re Sicuro”, piano straordinario di previsione e repressione dei reati contro l’ambiente marino. A una giusta attività di repressio- ne la Guardia Costiera affianca an- che costanti e organiche iniziative di sensibilizzazione culturale. Uf- Matera, manuale di protezione civile in braille ficiali e sottoufficiali sono impe- l Gruppo Volontari per l’Ambiente di Matera, in collaborazione con l’Univoc, gnati sino ad aprile nelle “Lezioni di mare”, attività didattiche che coin- I l’Unione italiana ciechi di Basilicata e la Provincia di Matera, ha promosso il primo corso di formazione di protezione civile per non vedenti, patrocinato volgono scuole medie inferiori e su- dal Dipartimento della Protezione Civile. Durante il corso, il primo in Basilicata, periori di tutta Italia. sono stati organizzati una serie di incontri volti ad approfondire le dinami- Le “Lezioni di mare” hanno come che di auto-aiuto in situazioni di emergenza per non vedenti. In programma, otto lezioni da due ore ogni sabato mattina, dal 29 gennaio al 19 marzo, pres- obiettivo sensibilizzare i giovani tra so la Sala Operativa di protezione civile della Provincia di Matera. Obiettivo del i 10 e i 18 anni a una corretta pra- tica del mare. Le attività didatti-corso, produrre un manuale di protezione civile in tre formati: ingrandito, in- che prevedono la proiezione di fil-formatico e braille. Il prontuario finale in braille è finanziato dall’ammini- mati su salvataggi in mare e ap- strazione provinciale di Matera e rappresenta il primo caso di manuale di pro- profondimenti sulla normativa vi- tezione civile per non vedenti in Italia. Gli appuntamenti della formazione ap- profondiscono i temi del funzionamento del Sistema di protezione civile in gente. Le lezioni prevedono anche test finali che consentiranno di com- Italia, dei rischi – sismico, idrogeologico, antropico, incendi boschivi – della prendere quanto effettivamente gli loro percezione e della diversa tipologia di eventi in grado di minacciare la studenti italiani conoscono sulla sicurezza dei cittadini e dei territori. E ancora: le norme di comportamento da sicurezza e sulla tutela dell’am- tenere in caso di terremoto e le procedure per la mitigazione dei rischi. biente marino. Fra gli incontri più attesi del programma, quello inerente le formule di partecipazione dei non vedenti alla gestione delle emergenze e quello che Per ulteriori informazioni: approfondisce l’importanza dell’informazione preventiva alla comunità al guardiacostiera@guardiacostiera.it fine di diffondere una più consapevole e diffusa cultura di protezione civile. 26
  • 28. 27 Firenze, assistere Avellino, protezione i minori in emergenza civile e scuola l 19 febbraio al Centro Comuna- a cultura di Protezione I le di Protezione Civile di Firenze si è tenuto il convegno “Mamma… “L Civile e la Scuola Irpina” è stato il tema del convegno che è successo? La tutela psicolo- organizzato dal Gruppo Editoriale gica dei minori nelle calamità”. “Lunaset” il 5 febbraio ad A introdurre i lavori di una giorna- Avellino, con il patrocinio della ta ricca di incontri Cristiana Pizzi, Alessandro Goggioli, responsabile Provincia e del Comune. L’incontro funzionaria del Servizio Emergen- della Formazione Tecnica della s’è tenuto presso il Teatro za Sanitaria e Assistenza alla po- Vab di Bagno di Ripoli, fra i più “Carlo Gesualdo”. polazione del Dipartimento della attivi promotori dell'iniziativa, ha Hanno partecipato alla giornata di Protezione Civile, psicologa e psi- spiegato come l’idea sia nata studi Elvezio Galanti, direttore coterapeuta che ha fornito un qua- dopo aver raccolto le esperienze dell’Ufficio Relazioni Istituzionali dro generale di orientamento sui dei volontari intervenuti nelle del Dipartimento della Protezione traumi infantili. recenti emergenze italiane e le Civile, il Ministro per l’Attuazione Durante il convegno, organizzato sollecitazioni delle cronache di del Programma di Governo dall’Associazione Vab-Vigilanza tragedie internazionali. In queste Gianfranco Rotondi e l’Assessore antincendi boschivi di Bagno di situazioni, i volontari spesso non alla Protezione Civile della Regione Ripoli, è stato presentato un hanno gli strumenti per gestire il Campania Edoardo Cosenza. nuovo servizio che l’associazione trauma psicologico di chi ha L’incontro è stato occasione per attiverà a breve: il supporto perso i propri beni o addirittura i distribuire gli atti del convegno all’assistenza psicologica dei propri cari. Durante la giornata “Novembre 1980-novembre 2010: bambini e degli adolescenti in sono stati forniti alcuni esempi di dai lutti e dalle macerie ad una occasione di calamità naturali. Il tecniche comportamentali da moderna cultura della Protezione servizio sarà attivo al termine di mettere in atto per controllare e Civile” che si è tenuto nel un percorso formativo rivolto a un gestire le reazioni emotive di chi trentennale del terremoto in gruppo di volontari selezionati. è colpito dalla tragedia ma anche Irpinia a Sant’Angelo dei Elena Ricci, psicologa del lavoro di chi partecipa ai soccorsi. Sono Lombardi, il 23 novembre 2010. e delle organizzazioni, volontaria stati inoltre illustrati i Gli atti del convegno sono raccolti della Vab ha spiegato che i fondamenti teorici e clinici della nel volume “Memoria e Futuro”, soccorritori della Vigilanza psicologia dell’emergenza. realizzato con il patrocinio della Antincendi non interverranno in L’iniziativa è stata sostenuta dal Presidenza del Consiglio dei veste di psicologi, ma saranno un Centro Servizi Volontariato della Ministri e del Ministro per ponte tra la popolazione colpita e Toscana e ha ottenuto la l’attuazione del Programma di i medici, gli psicologi, gli partnership della Provincia di Governo. Durante l’incontro ad psicoterapeuti nel tentativo di Firenze-Servizio di Protezione Avellino è stata distribuita la accorciare la distanza tra questi Civile e dell’associazione pubblicazione agli studenti delle professionisti e la popolazione. Psicologi per i Popoli Toscana. scuole medie superiori della zona.
  • 29. 2 Dal territorio Lucca, “Villaggio Solidale”: Gabrielli al primo salone del volontariato i è svolto a Lucca, dal 17 al 20 febbraio, “Villaggio Solidale”, primo salone italiano del volontariato aperto agli S operatori del settore e a tutti i cittadini interessati. La manifestazione è stata organizzata dal Centro nazionale per il volontariato e dalla Fondazione volontariato e partecipazione, con il patrocinio del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, delle Regioni Toscana, Liguria ed Emilia-Romagna, dell'Anci-Associazione nazionale comuni italiani, dell'Upi-Unione delle province italiane, della Provincia e del Comune di Lucca, della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, delle Misericordie d'Ita- lia e del Segretariato Sociale Rai. Servizi, innovazione, educazione e partecipazione sono stati i temi portanti dell’iniziativa – che ha aperto l'anno europeo dedicato al volontariato – con cui si è voluto favorire il confronto fra realtà diverse attraverso momenti di discussione e approfondimento. Al centro del dibattito la capacità di risposta del Servizio Nazionale alla vulnera- bilità del territorio italiano, esposto a rischi naturali e socioambientali, con un momento di riflessione sul ruolo cen- trale dei volontari nella diffusione di una cultura condivisa di protezione civile. “Villaggio Solidale” si è concluso do- menica 20 febbraio con un intervento del Capo Dipartimento della Protezione Civile Franco Gabrielli nell’ambito del convegno “Protezione civile e vulnerabilità. Il volontariato nell'emergenza e oltre: sentinella del territorio”. La manifestazione ha chiuso con un bilancio in attivo, segnando la presenza di novemila visitatori che hanno par- tecipato a convegni, workshop e laboratori organizzati per dare visibilità agli interventi sociali realizzati da orga- nizzazioni no-profit, enti locali e altre realtà attive nel campo del volontariato e della solidarietà sociale. Sul Cimone i Campionati di sci della Protezione Civile opo quattro anni le nevi dell’Appennino emiliano Non si è vissuto di solo agonismo nella tre giorni sul D sono tornate ad ospitare il Campionato italiano di sci del Sistema di Protezione Civile, dal 3 al 5 feb- Monte Cimone. Oltre alle gare nelle diverse discipline – slalom gigante, fondo e snowboard – braio 2011. Alla Regione Emilia-Romagna non è bastato sono state organizzate ciaspolate in notturna e giocare in casa per salire sul gradino più alto del po- attività alternative per i non sciatori. Spazio anche dio, conquistato dalla Provincia Autonoma di Trento, pro- al confronto e al dibattito sul tema dell'integrazione prio davanti ai padroni di casa. La manifestazione, tra il coordinamento nazionale e i sistemi regionali: giunta quest’anno alla nona edizione, è stata pro- l’ultimo giorno è stata organizzata una tavola mossa dalla Regione Emilia Romagna e dalla Provin- rotonda “Il passato e il futuro della Protezione Civile cia di Modena, in collaborazione con il Dipartimento Italiana”, presieduta dal Capo Dipartimento della della Protezione Civile e il coinvolgimento dei comuni Protezione Civile Franco Gabrielli. dell’Appennino modenese – Sestola, Fanano, Montecreto Il campionato italiano di sci del Servizio Nazionale è e Riolunato – dove si sono svolte le gare. Sono stati stato un momento di confronto sportivo ma oltre duemila i partecipanti, tra funzionari e volonta- soprattutto di incontro tra tutti gli operatori di ri provenienti da tutta Italia. Oltre alle Regioni, sono sce- protezione civile e un’occasione per “fare sistema”. si in pista anche il Dipartimento, il periodico indipen- L’appuntamento per il prossimo anno è in Valle dente “La Protezione Civile Italiana” e una rappre- d’Aosta, per la decima edizione della manifestazione sentanza della Slovenia. nata sulle nevi del Trentino nel 2002. 28
  • 30. 29 In questa pagina, alcuni momenti di “Cimone 2011”, IX Campionato italiano di sci del Sistema di Protezione Civile.
  • 31. 2 Dal Dipartimento Dipartimento della Protezione Civile, nuova organizzazione interna l 6 dicembre 2010, con nazionale di Protezione dell’Ufficio I. Questo nuovo I decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, è stata Civile che ha il compito di gestire le relazioni con Servizio si rivolge a istituzioni e cittadini e mantiene un modificata l’organizzazione componenti e strutture raccordo strategico con il interna del Dipartimento operative di Protezione Ministero dell’istruzione, della Protezione Civile che Civile. Tra le sue funzioni, la dell’università e della ricerca oggi si articola in otto uffici e concessione di patrocini alle e le università italiane. Il 37 servizi. Le funzioni dei manifestazioni di protezione Servizio cura inoltre i nuovi uffici e servizi sono civile e il riconoscimento di rapporti con l’Ufficio state individuate il 18 benemerenze ed elargizioni nazionale per il servizio gennaio 2011, con decreto speciali. civile. del Segretario Generale. Rimangono alle dirette Anche le strutture interne al Nel nuovo organigramma, le dipendenze del Capo Dipartimento che si funzioni di Vice Capo Dipartimento la Segreteria, il occupano di monitoraggio e Dipartimento sono Consigliere giuridico e mitigazione dei Rischi sono assegnate a un’unica l’Ufficio stampa. A questi si state riorganizzate. Sono persona, mentre in passato i aggiunge il Servizio grandi stati ricondotti sotto un Vice Capo Dipartimento eventi, prima posto sotto unico Ufficio i Servizi per la erano due: uno per l’Area l’Ufficio grandi eventi, risorse previsione, valutazione, tecnico-operativa e uno per tecnologiche e innovazione. prevenzione e mitigazione l’Area tecnico-amministrativa Nasce l’Ufficio I volontariato, dei rischi naturali e e gestione delle risorse formazione e comunicazione antropici. L’Ufficio II rischi aeree. per racchiudere tre Servizi idrogeologici e antropici Tra le novità introdotte dalla prima separati. Tra questi, il racchiude infatti il Servizio riorganizzazione, la Servizio comunicazione centro funzionale centrale costituzione di un Ufficio acquisisce anche la per i Settori idro e meteo, il relazioni istituzionali alle competenza esplicita delle Servizio rischio dirette dipendenze del Capo relazioni con il pubblico, idrogeologico, idraulico, Dipartimento. L’Ufficio si precedentemente affidata idrico, marittimo e costiero, compone dei Servizi rapporti all’Ufficio amministrazione e il Servizio rischio con il sistema nazionale di bilancio. Per la diffusione ambientale, il Servizio protezione civile e relazioni della conoscenza della rischio tecnologico e il internazionali, a cui si protezione pivile, prima Servizio incendi boschivi e aggiunge il nuovo Servizio accorpata al Servizio di interfaccia. In particolare, studi e ricerche. In pomunicazione, è stato al Servizio rischio particolare, è il Servizio istituito un Servizio ad hoc ambientale sono assegnate rapporti con il Sistema sempre nell’ambito le competenze per la 30
  • 32. 31 salvaguardia dei beni l’Ufficio IV gestione delle sicurezza sui luoghi di culturali. All’Ufficio II, con la emergenze si allarga a lavoro, controllo interno. A riorganizzazione, è stato comprendere anche i Servizi questi, si aggiunge il Servizio inoltre aggiunto il Servizio emergenza sanitaria e informatica e sistemi per le ispettivo e monitoraggio assistenza alla popolazione e comunicazioni, prima posto tecnico degli interventi mobilità e servizi essenziali. sotto l’Ufficio grandi eventi, strutturali e post-emergenza. All’Ufficio VI risorse umane e risorse tecnologiche e I Servizi legati al rischio strumentali sono affidati innovazione. sismico e al rischio compiti prima in gran parte Confermati gli Uffici V vulcanico, prima collocati in assegnati all’Ufficio del Capo amministrazione e bilancio e due diversi Uffici, sono Dipartimento: gestione e VII attività aeronautica, con riuniti nell’Ufficio III rischio organizzazione del una riorganizzazione dei sismico e vulcanico. personale, gestione degli servizi più funzionale allo Con la riorganizzazione, immobili, autoparco e svolgimento delle attività.