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INFIAMMAZIONE




In ricordo del mio maestro il Prof. Ruggero Rossi
Smith Papyrus circa 1650 B.C.




  sh   -   m   -   m - t
I MOMENTI DEL PROCESSO
    INFIAMMATORIO
RUBOR
CALOR           AULO CORNELIO CELSO
TUMOR           (scrittore romano del I. sec)
DOLOR



FUNCTIO LAESA            GALENO (180 d.c.)
                         VIRCHOV (1858)
Julius Cohnheim 1839-1884
INFIAMMAZIONE:
 “LA SPINA DORSALE DELLA PATOLOGIA”
                 (L. FLOREY)
Il processo infiammatorio (acuto) può essere
definito come una sequela di eventi, articolati
nel tempo e circoscritti nello spazio, a sede
prevalentemente vascolare e mesenchimale,
che si producono in un tessuto come risposta,
generica ed aspecifica, ma con significato
difensivo di fronte ad un agente dannoso
qualsiasi.
Pattern Recognition Receptors (PRR)
MBL




Riconoscimento di residui glucidici nella loro distribuzione sulla superficie batterica
Recettori per i peptidi formilati
Recettori “Toll-like”
Evoluzione dei recettori “Toll-like”
Cooperazione CD14-TLR4
Programma trascrizionale dell’infiammazione
CITOCHINE


Peculiarità:
-ridondanza
-pleiotropismo
-multifunzionalità
1) Regolanti funzioni linfocitarie (IL-2, IL-4, IL-10, TGFβ)
2) Implicate nell’immunità nat. (IL-1β, TNFα, IFNα e β, IL6)
3) Attivanti le cell. infiamm (IFNγ, TNFα e β, IL-5, IL-10, IL-12)
4) Chemochine (IL-8, RANTES,…)
5) Stimolanti emopoiesi (IL-3, IL-7, lig. C-kit, CSFs, stem cell GF)
Cinetica della produzione di citochine
Network delle citochine infiammatorie
IL-1
TNF
IL-6
Regolazione negativa delle citochine infiammatorie
Inflammosoma e ruolo nelle malattie autoinfiammatorie


                                                 1

                                             2


                                            3



Febbre mediterranea familiare: mutazione pirina (inibitore dell’inflammosoma)
DOVE? CHI?



       VASCOLARIZZATO




                        PLASMA




INFIAMMAZIONE:
1) ACUTA (ex angioflogosi)
2) CRONICA (ex istoflogosi)
A – Caratteristiche basilari di un letto capillare. La distribuzione del
 flusso ematico cambia continuamente in risposta alle modificazioni
            regionali della domanda tissutale di ossigeno


                                      B – Letto capillare osservato su
                                              tessuto vivente
INFIAMMAZIONE

NOXA

⇓

DANNO

⇓                    DISTRUZIONE,

INFIAMMAZIONE CONFINAMENTO,
                     DILUIZIONE dell’agente lesivo
⇓
                 RIGENERAZIONE
RISOLUZIONE      RIPARAZIONE
    Lesioni, compromissione funzionale
    (fibrosi, autoimmunità, etc.)
I MOMENTI DEL PROCESSO
    INFIAMMATORIO
 1. Fase iniziale o della vasocostrizione
 2. Fase della vasodilatazione arteriosa, o
    iperemia attiva
 3. Aumento della permeabilità capillare e
    fuoriuscita dai vasi di liquido (essudazione)
 4. Fuoriuscita dai vasi di elementi cellulari
    (chemiotassi e diapedesi)
 5. Fase di rallentamento del circolo, o
    dell’iperemia passiva (stasi)
 6. Fenomeni produttivi e riparativi
AGENTI EZIOLOGICI
DELL’INFIAMMAZIONE
1.CAUSE ENDOGENE
A. Immunologiche
     Stati di ipersensibilità
     Malattie autoimmuni


B. Chimiche
     Sostanze che originano dal metabolismo
     intermedio: acido urico, ecc.
AGENTI EZIOLOGICI
DELL’INFIAMMAZIONE
2.CAUSE ESOGENE
A. Fisiche
      Radiazioni luminose ed eccitanti (raggi U.V.)
      Correnti elettriche
      Temperatura
      Cause meccaniche (traumi)
      Ultrasuoni
      Corpi estranei inerti
AGENTI EZIOLOGICI
DELL’INFIAMMAZIONE
B. Chimiche
      Sostanze corrosive alcaline o acide (alcali o
      acidi forti)
      Sostanze flogogene (olio di croton,
   trementina, calomelano)
      Sostanze che si originano dal metabolismo
   dei nicrorganismi (tossine, veleni, ecc.)
      Metalli e minerali vari: asbesto, silicio,
   berillio, ecc.
C. Biologiche
      Batteri, miceti, virus e parassiti
I MOMENTI DEL PROCESSO
    INFIAMMATORIO
 1.Fase iniziale o della
   vasocostrizione
 2. Fase della vasodilatazione arteriosa, o iperemia attiva
 3. Aumento della permeabilità capillare e fuoriuscita dai vasi
    di liquido (essudazione)
 4. Fuoriuscita dai vasi di elementi cellulari (chemiotassi e
    diapedesi)
 5. Fase di rallentamento del circolo, o dell’iperemia passiva
    (stasi)
 6. Fenomeni produttivi e riparativi
I MOMENTI DEL PROCESSO
    INFIAMMATORIO
 1. Fase iniziale o della vasocostrizione


 2.Fase della vasodilatazione
   arteriosa, o iperemia attiva
 3. Aumento della permeabilità capillare e fuoriuscita dai vasi
    di liquido (essudazione)
 4. Fuoriuscita dai vasi di elementi cellulari (chemiotassi e
    diapedesi)
 5. Fase di rallentamento del circolo, o dell’iperemia passiva
    (stasi)
 6. Fenomeni produttivi e riparativi
MEDIATORI CHIMICI DELL’INFIAMMAZIONE
ROTEASI PLASMATICHE: IL COMPLEMENTO




 -C3a e C5a (anafilotossine)⇒ ⇑permeabilità, vasodilat.,
        ⇑istamina, LT

 -C5a ⇒ chemiotassi neutro, eo, baso, mono e ⇑affinità
        legame superficie

 -C3b e C3bi ⇒opsonizzazione batteri ⇒fagocitosi
 Attivazione anche da enzimi proteolitici (plasmina, enzimi
        neutrofili)
 Inibizione:
 1)     Regolazione C3conv e C5conv
                -DAF
                -Fattore I (taglio proteolitico C3b)
 2)     Legame proteine plasmatiche
                -Inibitore di C1 (C1NIH)
                -CD59 (inibitore di superficie del MAC)
 Patologie:
 -      emoglobinuria parossistica notturna (carenza di
        DAF)
 -      edema angioneurotico ereditario (carenza di
        C1INH)
PROTEASI PLASMATICHE: CHININE E COAGULAZIONE

                                                                      (superfici cariche negativamente)



                                         C5 C5a




                                                                                                                   serin-proteasi


                                                                                                           Xa



                                                           x
                                                     chininasi
                                                     ACE



                              -Vasodilatazione
                              -Contr. Musc. Liscio
                              -Dolore
                              -⇑permeabilità


                                                                                                          - ⇑ permeabilità
                                                                                                          - chemiotassi




              + importanti:                      BRADICHININA
                                                                 permeabilità
                                                 C3a e C5a
                                                 C5a             chemiotassi

                                                 TROMBINA
METABOLITI DELL’ACIDO ARACHIDONICO
                                                                 ⇓Cox
                                                                 ⇓ IL-1
                                                                 ⇓ TNFα
                                                                 ⇓ NOS
                                                                 ⇑lipocortina



                                   Cox1
      neutrofili                   Cox2
                   FLAP




                                                                                -Azione locale, decadimento
                                                                                spontaneo ed inattivazione


                                endotelio                    piastrine          -Compartimentalizzazione in
                                                                                “corpi lipidici”intracell.


                                                                                -Biosintesi transcellulare




                          - ⇓adesione e chemiotassi neutro
                          - azione pro- e anti-flogistica
                          - modulatori negativi endogeni di LT
OSSIDO NITRICO




                                                                     TNF, IFNγ




Effetti pleitropici                                   Effetti:
Rilassamento muscolatura liscia                       ⇓adesione ed aggregazione piastrine
Prodotti da endotelio, mφ, alcuni neuroni             ⇓alcuni fenomeni mediati da mastociti
⇑GMPc ⇒ rilassamento                                  ⇓adesione e reclutamento leucocitario (compensazione)
Emivita: pochi secondi ⇒effetto locale                ⇑attività microbicida(S-nitrosotioli, perossinitr., NO2)
NO + gruppi tiolici ⇒ S-nitrosoprot ⇒ altri effetti
3 tipi di NOS:                                        Ruolo in: aterosclerosi, diabete, ipertensione, shock settico)
                 eNOS (topi KO sono ipertesi)
                 nNOS
                 iNOS
Endotelina e sue regolazioni
NEUROPEPTIDI


Sostanza P (fibre nervose polmone e digerente)
         -trasmissione dolore
         -stimolazione cellule endocrine
         -⇑ permeabilità vasale
         -recettore a 7 domini transm. NK-1R (G protein)
         -assente nella talpa eterocefalo glabro (resistente al dolore e a sangue freddo)


Neurochinina A
I MOMENTI DEL PROCESSO
    INFIAMMATORIO
1. Fase iniziale o della vasocostrizione
2. Fase della vasodilatazione arteriosa, o iperemia attiva


3.Aumento della permeabilità
  capillare e fuoriuscita dai
  vasi di liquido (essudazione)

4. Fuoriuscita dai vasi di elementi cellulari (chemiotassi e
   diapedesi)
5. Fase di rallentamento del circolo, o dell’iperemia passiva
   (stasi)
6. Fenomeni produttivi e riparativi
CARATTERISTICHE GENERALI DELL’ESSUDATO E DEL TRASUDATO
                  RISPETTO AL PLASMA
                            Essudato                 Trasudato         Plasma


  Densità                 oltre 1.018               sotto 1.012        1.027


  Proteine              oltre 2-3 g% ml             sotto 2 g% ml    7-8 g% ml


                numerosi: granulociti, linfociti,
  Leucociti                                             rari        7-8 x103/mm3
                monociti secondo la causa


                numerosi nelle infiammazioni
  Eritrociti                                           assenti      4-5 x103/mm3
                emorragiche


  Fibrinogeno   solo in alcune infiammazioni           assente      2-300 mg% ml


                                                     attorno alla
  pH                  anche inferiore a 6                               7.4
                                                      neutralità

  LA REAZIONE DI RIVALTA PERMETTE DI DISTINGUERE UN
             ESSUDATO DA UN TRASUDATO
I MOMENTI DEL PROCESSO
    INFIAMMATORIO
1. Fase iniziale o della vasocostrizione
2. Fase della vasodilatazione arteriosa, o iperemia attiva
3. Aumento della permeabilità capillare e fuoriuscita dai vasi di
   liquido (essudazione)


4.Fuoriuscita dai vasi di elementi
  cellulari (chemiotassi e
  diapedesi)

5. Fase di rallentamento del circolo, o dell’iperemia passiva (stasi)
6. Fenomeni produttivi e riparativi
Principali fasi della migrazione dei neutrofili che porta alla formazione
                        dell’essudato infiammatorio
Prevalentemente nei granulociti
Adesione tra molecole
                                                   omologhe
Difetti genetici:
1)    Sindrome da ridotta adesione leucocitaria 1 (alterazione catene β2 integrine)
2)    Sindrome da ridotta adesione leucocitaria 2 (Sialil Lewis X)
Risultati:
Neutrofili 6-24h
Monociti 24-48h
Eccezioni (specifici microrganismi, etc.)
Chemochine
  -CHEMIOTASSI
  -DUE COPPIE DI CISTEINE CONSERVATE LEGATE CON DUE PONTI S-S


  1)   α (CXC) ⇒ neutrofili (indotte da IL-1 e TNF)
  2)   β ( CC ) (MCP-1; eotassina, MIP-1α, RANTES)
  3)   γ ( C ) (no C1 e C3) linfotattina
  4)   (CX3C) (frattalchina sol. e di membr. ⇒ades. e chemiot. mono/mφ


  -    Possono essere immobilizzate dalla matrice (gradienti di [c])
  -    I recettori CXCR o CCR sono a 7 anse transmembrana
  -    + recettori ≠ sulle stesse cellule
Chemochine   HIV
CHEMIOTASSI
                                                          -movimento orientato lungo un gradiente chimico
                                                          -agenti:
                                                          a)    esogeni: prodotti batterici
                                                                      (N-formil-Met terminale, lipidi)
                                                          a)    Endogeni:
                                                                - componenti C’
                                                                -LT
                                                                -chemochine (IL-8, RANTES; etc.)

                            Trascrizione




Metaboliti attivi




   Check ad ogni passo (gradienti di [c], altri R, etc.


   GLI STESSI PROCESSI SONO ALLA BASE DELL’
   ATTIVAZIONE LEUCOCITARIA
FORMAZIONE DEL FAGOSOMA
FAGOCITOSI E KILLING
                                       Meccanismi O2 indipendenti:
Collectine
                                       -proteina permeabilizzante battericida BPI⇒fosfolipasi ⇒ alterazioni membrana
                                       -lisozima ⇒ idrolisi peptidoglicano
          CR1, 2, 3(Mac1)              -lattoferrina
   FcγR
                                       -MBP (eosinifili) (cationica)
                                       -difensine (cationiche)




                               PEROSSIDAZIONE LIPIDICA

                               ALOGENAZIONE



                            2O2 + e-NADPH ossidasi 2O. +NADP+ + H+
                                                     2


                          O. + 2H+
                            2      dismutaz. spont H 2O 2 + O 2
                     Fattori separati ⇒ controllo vs. attivazione inappr.
Cellule che intervengono
      nella risposta flogistica
Ematiche:                 Non ematiche:
•Granulociti neutrofili   •Tessuto danneggiato
•Granulociti basofili     •Mastcellule
•Granulociti eosinofili   •Endotelio
•Monociti                 •Macrofagi tissutali
•Linfociti                •fibroblasti
•Piastrine
DANNI TISSUTALI MEDIATI DAI LEUCOCITI
-enzimi lisosomiali
-metaboliti reattivi dell’O2
-PG e LT


Come:
1)   Rigurgito durante l’ingestione
2)   Fagocitosi ostacolata (su superfici)
3)   Fagocitosi di superficie
4)   Rilascio citotossico (dopo ingestione fattori tossici)
5)   Esocitosi
I MOMENTI DEL PROCESSO
    INFIAMMATORIO
 1. Fase iniziale o della vasocostrizione
 2. Fase della vasodilatazione arteriosa, o iperemia attiva
 3. Aumento della permeabilità capillare e fuoriuscita dai vasi
    di liquido (essudazione)
 4. Fuoriuscita dai vasi di elementi cellulari (chemiotassi e
    diapedesi)


 5.Fase di rallentamento del
   circolo, o dell’iperemia
   passiva (stasi)
 6. Fenomeni produttivi e riparativi
I MOMENTI DEL PROCESSO
    INFIAMMATORIO
 1. Fase iniziale o della vasocostrizione
 2. Fase della vasodilatazione arteriosa, o iperemia attiva
 3. Aumento della permeabilità capillare e fuoriuscita dai vasi
    di liquido (essudazione)
 4. Fuoriuscita dai vasi di elementi cellulari (chemiotassi e
    diapedesi)
 5. Fase di rallentamento del circolo, o dell’iperemia passiva
    (stasi)


 6.Fenomeni produttivi e
   riparativi
INFIAMMAZIONE ACUTA: CARATTERISTICHE CLASSIFICATIVE

INFIAMMAZIONE SIEROSA e SIEROFIBRINOSA
-essudato abbondante (tra derma ed epiderm. o tra strati basali e superf. epiderm. , sierose)
-eventuale organizzazione di fibrina (briglie ed aderenze)


INFIAMMAZIONE FIBRINOSA
-essudazione ricca di fibrina (permeabilità) e drenaggio parte del liquido
-aderenze, sfregamenti (pericardico, pleurico)
-frequente origine batterica
-sulla trama di fibrina (se non viene eliminata) si organizza la reazione fibroblastica
-tipica: polmonite da pneumococco
-pseudomembrane difterite


INFIAMMAZIONE CATARRALE
-tipica dei tessuti capaci di elaborare muco
-l’iperemia aumenta la produzione stessa di muco che prevale nell’essudato
-può essere anche muco-purulenta


INFIAMMAZIONE PURULENTA
-confinata: ascessi, pioartri, empiemi, pioceli
-non confinata:flemmone
-in genere cencio necrotico cntrale e membrana piogenica


INFIAMMAZIONE EMORRAGICA E NECROTICO EMORRAGICA
-rottura di vasi o grande alterazione permeabilità
-la componente necrotica deriva dai fattori tossici o vascolari (tifo)


INFIAMMAZIONE ALLERGICA
-eosinofilia marcata
SCHEMA DI VARI TIPI DI INFIAMMAZIONE DEL POLMONE, LORO
      PROCESSI DI GUARIGIONE E LORO COMPLICANZE
RAPPRESENTAZIONE SCHEMATICA DELLE CARATTERISTICHE
DELL’EVOLUZIONE DELL’ESSUDATO NELLA POLMONITE LOBARE
POLMONITE LOBARE: STADIO DELLA CONGESTIONE
              (Col. E.E. 190 X)
POLMONITE LOBARE: STADIO DELLA EPATIZZAZIONE ROSSA
                   (Col. E.E. 148 X)
POLMONITE LOBARE: STADIO DELLA EPATIZZAZIONE GRIGIA
         (Col. WEIGERT PER LA FIBRINA 263 X)
POLMONITE LOBARE: STADIO DELLA EPATIZZAZIONE GIALLA
               (Col. VAN GIESON 255 X)
POLMONITE CRONICA (Col. ELASTICA-VAN GIESON 152 X)
FIBROSI POLMONARE INTERSTIZIALE (Col. E.E. 560 X)
1. Ascesso vestibolare              1
2. Ascesso della regione
   sottomandibolare
3. Ascesso che si solleva
   dalla fossa canina
                                            2
4. Angina di Ludwig
5. actinomicosi




                            3
                                        4

                                5
CELLULE TIFOSE DETTE “CELLULE DI RINDFLEISH”
               (Col. E.E. 640 X)
TIFO: ESCARA CON ULCERAZIONE (Col. E.E. 82 X)
TIFO: ESCARA CON ULCERAZIONE (Col. E.E. 9 X)
INFIAMMAZIONE CRONICA
INFIAMMAZIONE CRONICA

       Coesistenza di:
                 -flogosi attiva
                 -distruzione tissutale
                 -riparazione



Distruzione tissutale

                                                    Infiltrato di cellule
                                                    mononucleate e
                                                    manicotti perivascolari




                                          fibrosi
Forme:
          -diffusa (interstiziale)
          -granulomatosa


Cause:
          -infezioni persistenti (TBC, sifilide)
          -esposizione prolungata ad agenti lesivi
          -autoimmunità


Esempi:
          -AR
          -LES
          -aterosclerosi
          -TBC
          -BPCO
Possibili risultati dell’incontro tra i macrofagi e materiale estraneo
                             (vivente o meno)
C5a
MCP1
TGFβ
fibrina
Polarizzazione delle
risposte infiammatorie
croniche

                         JAK1+JA
                                K3   STAT6




                                         L-ornitinaprolinacollagene
RAPPRESENTAZIONE SCHEMATICA DI VARIE CELLULE GIGANTI
   OSSEVABILI IN CONDIZIONI NORMALI E PATOLOGICHE
RAPPRESENTAZIONE SCHEMATICA DI VARIE CELLULE GIGANTI
   OSSEVABILI IN CONDIZIONI NORMALI E PATOLOGICHE
ASPETTI ISTOLOGICI DEL TUBERCOLO. EVOLUZIONE DEL
             TUBERCOLO NEL POLMONE
TUBERCOLO MILIARE (Col. E.E. 99 X)
TUBERCOLO MILIARE (Col. E.E. 99 X)
CAVERNA TUBERCOLARE (Col. E.E. 8 X)
CAVERNA TUBERCOLARE (DETTAGLIO) (Col. VAN GIESON 82 X)
SILICOSI POLMONARE (Col. E.E. 15 X)
ASBESTOSI (Col. E.E. 255 X)
ANTRACOSI POLMONARE (Col. E.E. 48 X)
ACTINOMICOSI (Col. E.E. 300 X)
Il granuloma apicale consiste
      quindi in una reazione
   infiammatoria proliferativa
 aspecifica che provoca l’estesa
    distruzone del legamento
parodontale e dell’osso alveolare
     adiacente con possibile
      riassorbimento apicale
SCHEMA EZIOPATOGENETICO E CORRELAZIONE DELLE LESIONI

      Focolaio carioso, Traumi, Manovre/Sostanze iatrogene

                                            PULPITE NECROTICA
                 PULPITE                               +
                                             SOVRAINFEZIONE


  Canale radicolare    diffusione microbica/prodotti

                       permeazione elementi di disfacimento cellualere

                       propagazione dei mediatori flogistici e progressione
                       del processo infiammatorio

    Tessuti
                           GRANULOMA                   CISTI
   periapicali


                                         ASCESSO
1. Ascesso vestibolare              1
2. Ascesso della regione
   sottomandibolare
3. Ascesso che si solleva
   dalla fossa canina
                                            2
4. Angina di Ludwig
5. actinomicosi




                            3
                                        4

                                5
1. Patogenesi di una cisti
   follicolare
2. Patogenesi di una cisti
   radicolare
                                     2
3. Ampia cisti follicolare
   biloculare con il terzo
   molare non spuntato       1
4. Sezione attraverso la
   parete di una cisti
   follicolarei                          3




                                 4
SCHEMA DEL DECORSO DELL’INFIAMMAZIONE REUMATICA
RIGONFIMENTO FRIBINOIDE RECENTE (Col.E.E.280 X)
GRANULOMA DI ASCHOFF “FLORIDO” (Col.E.E.120 X)
GRANULOMA DI ASCHOFF “FLORIDO” (Col.E.E.330 X)
SCHEMA DELLE CARATTERISTICHE DELLA SOSTANZA FIBRINOIDE
NECROSI FRIBINOIDE DI UN’ARTERIA
SCHEMA DI VARI TIPI DI INFIAMMAZIONE DEI VASI
Effetti sistemici dell’infiammazione: citochine
Caratteristiche della fase acuta
Proteine di fase acuta
Letture consigliate
www.pubmed.org

Pontieri “Patologia Generale” Piccin Nuova Libraria S.p.A.




Robbins “Le basi patologiche delle malattie” 7.a Ed. Elsevier Italia




Rubin “Patologia” 2006 Casa Editrice Ambrosiana




C. A. Janeway ”IMMUNOBIOLOGIA - Il sistema immunitario in stato di salute e malattia”, III ed. Picci




 Abbas “Immunologia cellulare e molecolare” 2006 Elsevier

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  • 1. INFIAMMAZIONE In ricordo del mio maestro il Prof. Ruggero Rossi
  • 2. Smith Papyrus circa 1650 B.C. sh - m - m - t
  • 3. I MOMENTI DEL PROCESSO INFIAMMATORIO RUBOR CALOR AULO CORNELIO CELSO TUMOR (scrittore romano del I. sec) DOLOR FUNCTIO LAESA GALENO (180 d.c.) VIRCHOV (1858)
  • 4.
  • 6. INFIAMMAZIONE: “LA SPINA DORSALE DELLA PATOLOGIA” (L. FLOREY) Il processo infiammatorio (acuto) può essere definito come una sequela di eventi, articolati nel tempo e circoscritti nello spazio, a sede prevalentemente vascolare e mesenchimale, che si producono in un tessuto come risposta, generica ed aspecifica, ma con significato difensivo di fronte ad un agente dannoso qualsiasi.
  • 7.
  • 8.
  • 9.
  • 10.
  • 12. MBL Riconoscimento di residui glucidici nella loro distribuzione sulla superficie batterica
  • 13. Recettori per i peptidi formilati
  • 15. Evoluzione dei recettori “Toll-like”
  • 18. CITOCHINE Peculiarità: -ridondanza -pleiotropismo -multifunzionalità 1) Regolanti funzioni linfocitarie (IL-2, IL-4, IL-10, TGFβ) 2) Implicate nell’immunità nat. (IL-1β, TNFα, IFNα e β, IL6) 3) Attivanti le cell. infiamm (IFNγ, TNFα e β, IL-5, IL-10, IL-12) 4) Chemochine (IL-8, RANTES,…) 5) Stimolanti emopoiesi (IL-3, IL-7, lig. C-kit, CSFs, stem cell GF)
  • 20. Network delle citochine infiammatorie
  • 21. IL-1
  • 22. TNF
  • 23.
  • 24. IL-6
  • 25. Regolazione negativa delle citochine infiammatorie
  • 26. Inflammosoma e ruolo nelle malattie autoinfiammatorie 1 2 3 Febbre mediterranea familiare: mutazione pirina (inibitore dell’inflammosoma)
  • 27.
  • 28. DOVE? CHI? VASCOLARIZZATO PLASMA INFIAMMAZIONE: 1) ACUTA (ex angioflogosi) 2) CRONICA (ex istoflogosi)
  • 29. A – Caratteristiche basilari di un letto capillare. La distribuzione del flusso ematico cambia continuamente in risposta alle modificazioni regionali della domanda tissutale di ossigeno B – Letto capillare osservato su tessuto vivente
  • 30. INFIAMMAZIONE NOXA ⇓ DANNO ⇓ DISTRUZIONE, INFIAMMAZIONE CONFINAMENTO, DILUIZIONE dell’agente lesivo ⇓ RIGENERAZIONE RISOLUZIONE RIPARAZIONE Lesioni, compromissione funzionale (fibrosi, autoimmunità, etc.)
  • 31. I MOMENTI DEL PROCESSO INFIAMMATORIO 1. Fase iniziale o della vasocostrizione 2. Fase della vasodilatazione arteriosa, o iperemia attiva 3. Aumento della permeabilità capillare e fuoriuscita dai vasi di liquido (essudazione) 4. Fuoriuscita dai vasi di elementi cellulari (chemiotassi e diapedesi) 5. Fase di rallentamento del circolo, o dell’iperemia passiva (stasi) 6. Fenomeni produttivi e riparativi
  • 32. AGENTI EZIOLOGICI DELL’INFIAMMAZIONE 1.CAUSE ENDOGENE A. Immunologiche Stati di ipersensibilità Malattie autoimmuni B. Chimiche Sostanze che originano dal metabolismo intermedio: acido urico, ecc.
  • 33. AGENTI EZIOLOGICI DELL’INFIAMMAZIONE 2.CAUSE ESOGENE A. Fisiche Radiazioni luminose ed eccitanti (raggi U.V.) Correnti elettriche Temperatura Cause meccaniche (traumi) Ultrasuoni Corpi estranei inerti
  • 34. AGENTI EZIOLOGICI DELL’INFIAMMAZIONE B. Chimiche Sostanze corrosive alcaline o acide (alcali o acidi forti) Sostanze flogogene (olio di croton, trementina, calomelano) Sostanze che si originano dal metabolismo dei nicrorganismi (tossine, veleni, ecc.) Metalli e minerali vari: asbesto, silicio, berillio, ecc. C. Biologiche Batteri, miceti, virus e parassiti
  • 35. I MOMENTI DEL PROCESSO INFIAMMATORIO 1.Fase iniziale o della vasocostrizione 2. Fase della vasodilatazione arteriosa, o iperemia attiva 3. Aumento della permeabilità capillare e fuoriuscita dai vasi di liquido (essudazione) 4. Fuoriuscita dai vasi di elementi cellulari (chemiotassi e diapedesi) 5. Fase di rallentamento del circolo, o dell’iperemia passiva (stasi) 6. Fenomeni produttivi e riparativi
  • 36. I MOMENTI DEL PROCESSO INFIAMMATORIO 1. Fase iniziale o della vasocostrizione 2.Fase della vasodilatazione arteriosa, o iperemia attiva 3. Aumento della permeabilità capillare e fuoriuscita dai vasi di liquido (essudazione) 4. Fuoriuscita dai vasi di elementi cellulari (chemiotassi e diapedesi) 5. Fase di rallentamento del circolo, o dell’iperemia passiva (stasi) 6. Fenomeni produttivi e riparativi
  • 37.
  • 39.
  • 40.
  • 41.
  • 42.
  • 43.
  • 44. ROTEASI PLASMATICHE: IL COMPLEMENTO -C3a e C5a (anafilotossine)⇒ ⇑permeabilità, vasodilat., ⇑istamina, LT -C5a ⇒ chemiotassi neutro, eo, baso, mono e ⇑affinità legame superficie -C3b e C3bi ⇒opsonizzazione batteri ⇒fagocitosi Attivazione anche da enzimi proteolitici (plasmina, enzimi neutrofili) Inibizione: 1) Regolazione C3conv e C5conv -DAF -Fattore I (taglio proteolitico C3b) 2) Legame proteine plasmatiche -Inibitore di C1 (C1NIH) -CD59 (inibitore di superficie del MAC) Patologie: - emoglobinuria parossistica notturna (carenza di DAF) - edema angioneurotico ereditario (carenza di C1INH)
  • 45. PROTEASI PLASMATICHE: CHININE E COAGULAZIONE (superfici cariche negativamente) C5 C5a serin-proteasi Xa x chininasi ACE -Vasodilatazione -Contr. Musc. Liscio -Dolore -⇑permeabilità - ⇑ permeabilità - chemiotassi + importanti: BRADICHININA permeabilità C3a e C5a C5a chemiotassi TROMBINA
  • 46.
  • 47.
  • 48. METABOLITI DELL’ACIDO ARACHIDONICO ⇓Cox ⇓ IL-1 ⇓ TNFα ⇓ NOS ⇑lipocortina Cox1 neutrofili Cox2 FLAP -Azione locale, decadimento spontaneo ed inattivazione endotelio piastrine -Compartimentalizzazione in “corpi lipidici”intracell. -Biosintesi transcellulare - ⇓adesione e chemiotassi neutro - azione pro- e anti-flogistica - modulatori negativi endogeni di LT
  • 49.
  • 50.
  • 51. OSSIDO NITRICO TNF, IFNγ Effetti pleitropici Effetti: Rilassamento muscolatura liscia ⇓adesione ed aggregazione piastrine Prodotti da endotelio, mφ, alcuni neuroni ⇓alcuni fenomeni mediati da mastociti ⇑GMPc ⇒ rilassamento ⇓adesione e reclutamento leucocitario (compensazione) Emivita: pochi secondi ⇒effetto locale ⇑attività microbicida(S-nitrosotioli, perossinitr., NO2) NO + gruppi tiolici ⇒ S-nitrosoprot ⇒ altri effetti 3 tipi di NOS: Ruolo in: aterosclerosi, diabete, ipertensione, shock settico) eNOS (topi KO sono ipertesi) nNOS iNOS
  • 52.
  • 53.
  • 54. Endotelina e sue regolazioni
  • 55. NEUROPEPTIDI Sostanza P (fibre nervose polmone e digerente) -trasmissione dolore -stimolazione cellule endocrine -⇑ permeabilità vasale -recettore a 7 domini transm. NK-1R (G protein) -assente nella talpa eterocefalo glabro (resistente al dolore e a sangue freddo) Neurochinina A
  • 56.
  • 57. I MOMENTI DEL PROCESSO INFIAMMATORIO 1. Fase iniziale o della vasocostrizione 2. Fase della vasodilatazione arteriosa, o iperemia attiva 3.Aumento della permeabilità capillare e fuoriuscita dai vasi di liquido (essudazione) 4. Fuoriuscita dai vasi di elementi cellulari (chemiotassi e diapedesi) 5. Fase di rallentamento del circolo, o dell’iperemia passiva (stasi) 6. Fenomeni produttivi e riparativi
  • 58.
  • 59. CARATTERISTICHE GENERALI DELL’ESSUDATO E DEL TRASUDATO RISPETTO AL PLASMA Essudato Trasudato Plasma Densità oltre 1.018 sotto 1.012 1.027 Proteine oltre 2-3 g% ml sotto 2 g% ml 7-8 g% ml numerosi: granulociti, linfociti, Leucociti rari 7-8 x103/mm3 monociti secondo la causa numerosi nelle infiammazioni Eritrociti assenti 4-5 x103/mm3 emorragiche Fibrinogeno solo in alcune infiammazioni assente 2-300 mg% ml attorno alla pH anche inferiore a 6 7.4 neutralità LA REAZIONE DI RIVALTA PERMETTE DI DISTINGUERE UN ESSUDATO DA UN TRASUDATO
  • 60.
  • 61.
  • 62. I MOMENTI DEL PROCESSO INFIAMMATORIO 1. Fase iniziale o della vasocostrizione 2. Fase della vasodilatazione arteriosa, o iperemia attiva 3. Aumento della permeabilità capillare e fuoriuscita dai vasi di liquido (essudazione) 4.Fuoriuscita dai vasi di elementi cellulari (chemiotassi e diapedesi) 5. Fase di rallentamento del circolo, o dell’iperemia passiva (stasi) 6. Fenomeni produttivi e riparativi
  • 63.
  • 64.
  • 65.
  • 66. Principali fasi della migrazione dei neutrofili che porta alla formazione dell’essudato infiammatorio
  • 68. Adesione tra molecole omologhe Difetti genetici: 1) Sindrome da ridotta adesione leucocitaria 1 (alterazione catene β2 integrine) 2) Sindrome da ridotta adesione leucocitaria 2 (Sialil Lewis X) Risultati: Neutrofili 6-24h Monociti 24-48h Eccezioni (specifici microrganismi, etc.)
  • 69.
  • 70.
  • 71.
  • 72.
  • 73.
  • 74. Chemochine -CHEMIOTASSI -DUE COPPIE DI CISTEINE CONSERVATE LEGATE CON DUE PONTI S-S 1) α (CXC) ⇒ neutrofili (indotte da IL-1 e TNF) 2) β ( CC ) (MCP-1; eotassina, MIP-1α, RANTES) 3) γ ( C ) (no C1 e C3) linfotattina 4) (CX3C) (frattalchina sol. e di membr. ⇒ades. e chemiot. mono/mφ - Possono essere immobilizzate dalla matrice (gradienti di [c]) - I recettori CXCR o CCR sono a 7 anse transmembrana - + recettori ≠ sulle stesse cellule
  • 75. Chemochine HIV
  • 76.
  • 77.
  • 78.
  • 79.
  • 80.
  • 81.
  • 82. CHEMIOTASSI -movimento orientato lungo un gradiente chimico -agenti: a) esogeni: prodotti batterici (N-formil-Met terminale, lipidi) a) Endogeni: - componenti C’ -LT -chemochine (IL-8, RANTES; etc.) Trascrizione Metaboliti attivi Check ad ogni passo (gradienti di [c], altri R, etc. GLI STESSI PROCESSI SONO ALLA BASE DELL’ ATTIVAZIONE LEUCOCITARIA
  • 83.
  • 85.
  • 86. FAGOCITOSI E KILLING Meccanismi O2 indipendenti: Collectine -proteina permeabilizzante battericida BPI⇒fosfolipasi ⇒ alterazioni membrana -lisozima ⇒ idrolisi peptidoglicano CR1, 2, 3(Mac1) -lattoferrina FcγR -MBP (eosinifili) (cationica) -difensine (cationiche) PEROSSIDAZIONE LIPIDICA ALOGENAZIONE 2O2 + e-NADPH ossidasi 2O. +NADP+ + H+ 2 O. + 2H+ 2 dismutaz. spont H 2O 2 + O 2 Fattori separati ⇒ controllo vs. attivazione inappr.
  • 87.
  • 88.
  • 89. Cellule che intervengono nella risposta flogistica Ematiche: Non ematiche: •Granulociti neutrofili •Tessuto danneggiato •Granulociti basofili •Mastcellule •Granulociti eosinofili •Endotelio •Monociti •Macrofagi tissutali •Linfociti •fibroblasti •Piastrine
  • 90.
  • 91.
  • 92.
  • 93.
  • 94.
  • 95.
  • 96. DANNI TISSUTALI MEDIATI DAI LEUCOCITI -enzimi lisosomiali -metaboliti reattivi dell’O2 -PG e LT Come: 1) Rigurgito durante l’ingestione 2) Fagocitosi ostacolata (su superfici) 3) Fagocitosi di superficie 4) Rilascio citotossico (dopo ingestione fattori tossici) 5) Esocitosi
  • 97.
  • 98. I MOMENTI DEL PROCESSO INFIAMMATORIO 1. Fase iniziale o della vasocostrizione 2. Fase della vasodilatazione arteriosa, o iperemia attiva 3. Aumento della permeabilità capillare e fuoriuscita dai vasi di liquido (essudazione) 4. Fuoriuscita dai vasi di elementi cellulari (chemiotassi e diapedesi) 5.Fase di rallentamento del circolo, o dell’iperemia passiva (stasi) 6. Fenomeni produttivi e riparativi
  • 99. I MOMENTI DEL PROCESSO INFIAMMATORIO 1. Fase iniziale o della vasocostrizione 2. Fase della vasodilatazione arteriosa, o iperemia attiva 3. Aumento della permeabilità capillare e fuoriuscita dai vasi di liquido (essudazione) 4. Fuoriuscita dai vasi di elementi cellulari (chemiotassi e diapedesi) 5. Fase di rallentamento del circolo, o dell’iperemia passiva (stasi) 6.Fenomeni produttivi e riparativi
  • 100. INFIAMMAZIONE ACUTA: CARATTERISTICHE CLASSIFICATIVE INFIAMMAZIONE SIEROSA e SIEROFIBRINOSA -essudato abbondante (tra derma ed epiderm. o tra strati basali e superf. epiderm. , sierose) -eventuale organizzazione di fibrina (briglie ed aderenze) INFIAMMAZIONE FIBRINOSA -essudazione ricca di fibrina (permeabilità) e drenaggio parte del liquido -aderenze, sfregamenti (pericardico, pleurico) -frequente origine batterica -sulla trama di fibrina (se non viene eliminata) si organizza la reazione fibroblastica -tipica: polmonite da pneumococco -pseudomembrane difterite INFIAMMAZIONE CATARRALE -tipica dei tessuti capaci di elaborare muco -l’iperemia aumenta la produzione stessa di muco che prevale nell’essudato -può essere anche muco-purulenta INFIAMMAZIONE PURULENTA -confinata: ascessi, pioartri, empiemi, pioceli -non confinata:flemmone -in genere cencio necrotico cntrale e membrana piogenica INFIAMMAZIONE EMORRAGICA E NECROTICO EMORRAGICA -rottura di vasi o grande alterazione permeabilità -la componente necrotica deriva dai fattori tossici o vascolari (tifo) INFIAMMAZIONE ALLERGICA -eosinofilia marcata
  • 101. SCHEMA DI VARI TIPI DI INFIAMMAZIONE DEL POLMONE, LORO PROCESSI DI GUARIGIONE E LORO COMPLICANZE
  • 102.
  • 103.
  • 104.
  • 105.
  • 106.
  • 107.
  • 108.
  • 109.
  • 110. RAPPRESENTAZIONE SCHEMATICA DELLE CARATTERISTICHE DELL’EVOLUZIONE DELL’ESSUDATO NELLA POLMONITE LOBARE
  • 111.
  • 112. POLMONITE LOBARE: STADIO DELLA CONGESTIONE (Col. E.E. 190 X)
  • 113. POLMONITE LOBARE: STADIO DELLA EPATIZZAZIONE ROSSA (Col. E.E. 148 X)
  • 114. POLMONITE LOBARE: STADIO DELLA EPATIZZAZIONE GRIGIA (Col. WEIGERT PER LA FIBRINA 263 X)
  • 115. POLMONITE LOBARE: STADIO DELLA EPATIZZAZIONE GIALLA (Col. VAN GIESON 255 X)
  • 116.
  • 117. POLMONITE CRONICA (Col. ELASTICA-VAN GIESON 152 X)
  • 118. FIBROSI POLMONARE INTERSTIZIALE (Col. E.E. 560 X)
  • 119.
  • 120.
  • 121.
  • 122.
  • 123. 1. Ascesso vestibolare 1 2. Ascesso della regione sottomandibolare 3. Ascesso che si solleva dalla fossa canina 2 4. Angina di Ludwig 5. actinomicosi 3 4 5
  • 124.
  • 125.
  • 126.
  • 127.
  • 128. CELLULE TIFOSE DETTE “CELLULE DI RINDFLEISH” (Col. E.E. 640 X)
  • 129. TIFO: ESCARA CON ULCERAZIONE (Col. E.E. 82 X)
  • 130. TIFO: ESCARA CON ULCERAZIONE (Col. E.E. 9 X)
  • 131.
  • 132.
  • 133.
  • 134.
  • 135.
  • 137. INFIAMMAZIONE CRONICA Coesistenza di: -flogosi attiva -distruzione tissutale -riparazione Distruzione tissutale Infiltrato di cellule mononucleate e manicotti perivascolari fibrosi
  • 138. Forme: -diffusa (interstiziale) -granulomatosa Cause: -infezioni persistenti (TBC, sifilide) -esposizione prolungata ad agenti lesivi -autoimmunità Esempi: -AR -LES -aterosclerosi -TBC -BPCO
  • 139. Possibili risultati dell’incontro tra i macrofagi e materiale estraneo (vivente o meno)
  • 141.
  • 142. Polarizzazione delle risposte infiammatorie croniche JAK1+JA K3 STAT6 L-ornitinaprolinacollagene
  • 143.
  • 144.
  • 145. RAPPRESENTAZIONE SCHEMATICA DI VARIE CELLULE GIGANTI OSSEVABILI IN CONDIZIONI NORMALI E PATOLOGICHE
  • 146. RAPPRESENTAZIONE SCHEMATICA DI VARIE CELLULE GIGANTI OSSEVABILI IN CONDIZIONI NORMALI E PATOLOGICHE
  • 147.
  • 148.
  • 149.
  • 150.
  • 151.
  • 152. ASPETTI ISTOLOGICI DEL TUBERCOLO. EVOLUZIONE DEL TUBERCOLO NEL POLMONE
  • 153. TUBERCOLO MILIARE (Col. E.E. 99 X)
  • 154. TUBERCOLO MILIARE (Col. E.E. 99 X)
  • 155.
  • 157. CAVERNA TUBERCOLARE (DETTAGLIO) (Col. VAN GIESON 82 X)
  • 158.
  • 159.
  • 160.
  • 161.
  • 162.
  • 163.
  • 164.
  • 165.
  • 168.
  • 169.
  • 171.
  • 173.
  • 174. Il granuloma apicale consiste quindi in una reazione infiammatoria proliferativa aspecifica che provoca l’estesa distruzone del legamento parodontale e dell’osso alveolare adiacente con possibile riassorbimento apicale
  • 175. SCHEMA EZIOPATOGENETICO E CORRELAZIONE DELLE LESIONI Focolaio carioso, Traumi, Manovre/Sostanze iatrogene PULPITE NECROTICA PULPITE + SOVRAINFEZIONE Canale radicolare diffusione microbica/prodotti permeazione elementi di disfacimento cellualere propagazione dei mediatori flogistici e progressione del processo infiammatorio Tessuti GRANULOMA CISTI periapicali ASCESSO
  • 176.
  • 177. 1. Ascesso vestibolare 1 2. Ascesso della regione sottomandibolare 3. Ascesso che si solleva dalla fossa canina 2 4. Angina di Ludwig 5. actinomicosi 3 4 5
  • 178. 1. Patogenesi di una cisti follicolare 2. Patogenesi di una cisti radicolare 2 3. Ampia cisti follicolare biloculare con il terzo molare non spuntato 1 4. Sezione attraverso la parete di una cisti follicolarei 3 4
  • 179.
  • 180.
  • 181.
  • 182.
  • 183.
  • 184. SCHEMA DEL DECORSO DELL’INFIAMMAZIONE REUMATICA
  • 185.
  • 187. GRANULOMA DI ASCHOFF “FLORIDO” (Col.E.E.120 X)
  • 188. GRANULOMA DI ASCHOFF “FLORIDO” (Col.E.E.330 X)
  • 189. SCHEMA DELLE CARATTERISTICHE DELLA SOSTANZA FIBRINOIDE
  • 190. NECROSI FRIBINOIDE DI UN’ARTERIA
  • 191. SCHEMA DI VARI TIPI DI INFIAMMAZIONE DEI VASI
  • 192.
  • 193.
  • 197. Letture consigliate www.pubmed.org Pontieri “Patologia Generale” Piccin Nuova Libraria S.p.A. Robbins “Le basi patologiche delle malattie” 7.a Ed. Elsevier Italia Rubin “Patologia” 2006 Casa Editrice Ambrosiana C. A. Janeway ”IMMUNOBIOLOGIA - Il sistema immunitario in stato di salute e malattia”, III ed. Picci Abbas “Immunologia cellulare e molecolare” 2006 Elsevier