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IL   CONTRIBUTO DELLA NARRAZIONE ALL’INTERVENTO SOCIALE
         Università degli studi di Padova –16 aprile 2010




“Narrare in cerchio”: i gruppi di auto mutuo
 aiuto sul lutto come risorsa individuale e
                 comunitaria




                    di Alessandra Micalizzi
          Università IULM – Istituto di Comunicazione
                 alessandra.micalizzi@iulm.it
Elementi di scenario: per una definizione di
               gruppo AMA


       Kats e Bender (anni 70)

    «strutture di piccolo gruppo, a base volontaria,
       finalizzate al mutuo aiuto e al raggiungimento di
       particolari scopi. Essi sono, di solito, costituiti da
       pari che si riuniscono per assicurarsi reciproca
       assistenza nel soddisfare bisogni comuni»
Elementi di scenario: per una definizione di
               gruppo AMA


     Albanesi (2004)

  «essi creano non solo maggiore consapevolezza,
    empowerment e simili: essi mutano il rapporto tra
    attori del discorso terapeutico, rendendo quelli che
    sono    utenti/pazienti,  soggetti   in  grado     di
    promuovere autonomamente azioni di cura e di
    cambiamento (Albanesi, 2004)»
Elementi di scenario: per una definizione di
               gruppo AMA


      Elementi costitutivi:
         Parità
         Reciprocità
         Responsabilità (verso se stessi e gli altri)
         Senso di appartenenza
         Azione



   «la narrazione che diviene comune perché insieme
       prodotta si apre all’ascolto e all’accoglienza di
       colui che sopraggiunge, sconosciuto e diverso»
Elementi di scenario: per una definizione di
               gruppo AMA


      La metafora dei cerchi narranti (Petrucci,
       2007):

   «La narrazione e la scrittura, ed il loro potente
     significato metaforico, sono un passo ulteriore,
     difficile da fare, ma in grado di aprire nuovi
     orizzonti e nuovi percorsi nella ricerca del senso,
     del significato, che sappiamo forte di fronte al
     disagio».
Elementi di scenario: l’approccio narrativo


   Il bisogno individuale:
   «lo statuto di narrabilità appartiene a pieno titolo
      all’esistente umano: gli appartiene come un
      aspetto irrinunciabile della vita»  (Cavarero,
      1997)


   Il principio della condivisione:
   «il parlare di sé in un gruppo attraverso il sapere
       biografico è un evento che ha luogo tra gli altri,
       nel senso che espone colui che parla alla loro
       presenza e al loro sguardo, rilevando la sua
       identità» (Longoni, 2004)
Elementi di scenario: narrazione e lutto


 Blixen
 «Ogni dolore può essere sopportabile se lo si narra o
   se ne fa una storia»


 Perché

 «La storia rivela il significato di ciò che altrimenti
   rimarrebbe una sequenza intollerabile di eventi»
   (Arendt, 1989)
Elementi di scenario: narrazione e lutto


 … E quando la narrazione si fa scrittura:

    scrivere di sé «ci insegna a non disperderci, a
      guardare alla morte come ad un’occasione per
      penetrare ancora di più nella vita, per non farla
      mai tacere» (Demetrio, 2006).
La ricerca empirica: obiettivi e metodologia


       Obiettivi della ricerca:

          Mappare la realtà italiana dei gruppi ama on e
           off   line    sul   lutto,  descrivendone   le
           caratteristiche strutturali

          Individuare le pratiche di partecipazione e di
           condivisione del proprio sapere biografico

          Stabilire   le   funzioni   riconosciute    dai
           partecipanti a questo tipo di percorsi narrativi
           condivisi, nella particolare esperienza della
           perdita
La ricerca empirica: obiettivi e metodologia

      Questionario CAWI di screening (oltre 400)

      Questionario CAWI approfondito (tot raccolti 91 su
       100 realtà mappate)

      20 Interviste in profondità con:
         opinion Leader
         facilitatori

      20 Interviste narrative con i partecipanti dei gruppi
       AMA (on e off line)

      Osservazioni etnografiche:
         3 in gruppi on-line
         3 in gruppi vis a vis (3 mesi ciascuna)
I risultati: caratteristiche sintetiche
        dell’esperienza italiana


   Distribuzione geografica: prevalentemente al
    centro Nord in centri medio-grandi 
    Pregiudizio sociale

   Distribuzione  per    genere       ed    età:
    prevalentemente donne tra i 45 e i 60 anni

«vecchie, streghe o sagge nutrici, nonne o cicogne,
  fate    o    sibille, stanno     in   ogni     punto
  dell’immaginario letterario a testimoniare le fonti e
  le pratiche femminili del narrare» (Cavarero,
  1997)
I risultati: caratteristiche sintetiche
        dell’esperienza italiana


   Caratteristiche strutturali:

      Durata degli incontri: mediamente 1.30 h
      Numero di partecipanti: mediamente 8-10
      Numero    degli    incontri  in   un   mese:
       mediamente 4

     Denotano lo spazio e il tempo di una narrazione
       circoscritta e situata (che coincide con il
       bisogno di trovare un tempo e uno spazio
       nuovo per il lutto e la memoria)
I risultati: gruppi omogenei o eterogenei?


      La realtà italiana è molto variegata:
         Gruppi eterogenei
         Gruppi omogenei rispetto al lutto

      Complessità vs Riconoscimento mimetico (nel
       breve periodo)
      Ricchezza vs appiattimento (nel lungo periodo)

      L’omogeneità funziona:
         nel breve periodo
         nel caso di lutti particolarmente traumatici
          (suicidio, perdita di un figlio, lutto perinatale)
I risultati: il ruolo del facilitatore



  Chi facilita il gruppo                    Percentuali

  Facilitatore che condivide l’esperienza   32,5%

  Esperto che condivide l’esperienza        11,4%

  Esperto che non elabora un lutto          25,4%

  Facilitatore che non elabora un lutto     27,2%

  Nessuno                                   3,5%




  Capo                                       Invisibile
sciamano                                     presenza
I risultati: il ruolo del facilitatore

                                            si



                     Gruppi di                        Gruppi AMA
                     sostegno                           guidati




Condivisione   no                                                     si
 esperienza


                    Gruppi AMA                      Gruppi AMA
                      facilitati                 propriamente detti



                                            no
                                   Specializzazione
                                    professionale
I risultati: la funzione meta narrativa del
                   “verbale”


   A cosa serve il verbale                              Percentuali

   Garantire la coesione del gruppo                     2,5%

   Garantire il reinserimento nella vita del gruppo     7,5%

   Garantire la continuità degli incontri               35,8%

   Tradurre in narrazione la storia del gruppo          28,4%

   Occasione di ulteriore elaborazione per chi scrive   16%
   e rilegge
   Altro                                                9,9%
I risultati: la meta-narrazione digitale


   “Fissa” la storia (memoria)

   Consente un percorso a ritroso di rilettura da
    parte dell’autore (elaborazione e presa di
    coscienza)

   Favorisce il meccanismo mimetico dei nuovi
    membri (rispecchiamento)

   Paradossalmente immediata nella scrittura –
    mediata nella rilettura
I risultati: le evoluzioni interne al gruppo



  «il dolore o si ritrae nel silenzio muto, nell’assenza
      di prospettiva, o esplode nel pianto e nel grido,
      che si lasciano sì guardare ma che non
      permettono a chi soffre né di vedere nè di
      sentire la presenza e e la voce dell’altro. Se
      non si muore, il dolore riesce, in un secondo
      tempo, anche a parlare per chiedere perché»
  (Longoni, 2004).
I risultati: le evoluzioni interne al gruppo
                   vis a vis


      Disorientamento:       “avevo     paura     di
       impazzire”
      Verifica delle aspettative: “volevo solo stare
       meglio”
      Superamento della soglia critica
      Narrazione ego-centrata
      Narrazione altrui-centrata
      Evoluzione del ruolo all’interno del gruppo
       oppure uscita
I risultati: le evoluzioni interne al gruppo
                    on-line


 1.   la fase di presentazione  introduzione
      della propria storia  accoglienza (rito)

 2.   la fase di ambientazione 
      prevalentemente lettura 
      identificazione/proiezione

 3.   la fase di partecipazione 
      scrittura/lettura

 4.   la fase della responsabilizzazione 
      scrittura agli e per gli altri  assistenza
I risultati: funzioni del gruppo


   contenimento
   rispecchiamento (orizzontale e verticale)
   condivisione  confronto
   comprensione piena  conforto
   conservazione:
      della memoria della storia della persona
        cara
      del proprio percorso attraverso la meta-
        narrazione
      Del proprio ruolo perduto (I fase)
Conclusioni: una possibile rappresentazione
                              concettuale

                                        Relazione


Relazione con effetti                                Relazione d’aiuto situata
 psico-terapeutici Gruppi on-line
                            sincroni
                Gruppi on-line                           Gruppi AMA
                    asincroni
Narr-azione                                                             Azione

                        Forum
                         aperti

                                 Blog
    Auto - narrazione                                   Percorso individuale

                                   Non - Relazione

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  • 1. IL CONTRIBUTO DELLA NARRAZIONE ALL’INTERVENTO SOCIALE Università degli studi di Padova –16 aprile 2010 “Narrare in cerchio”: i gruppi di auto mutuo aiuto sul lutto come risorsa individuale e comunitaria di Alessandra Micalizzi Università IULM – Istituto di Comunicazione alessandra.micalizzi@iulm.it
  • 2. Elementi di scenario: per una definizione di gruppo AMA  Kats e Bender (anni 70) «strutture di piccolo gruppo, a base volontaria, finalizzate al mutuo aiuto e al raggiungimento di particolari scopi. Essi sono, di solito, costituiti da pari che si riuniscono per assicurarsi reciproca assistenza nel soddisfare bisogni comuni»
  • 3. Elementi di scenario: per una definizione di gruppo AMA  Albanesi (2004) «essi creano non solo maggiore consapevolezza, empowerment e simili: essi mutano il rapporto tra attori del discorso terapeutico, rendendo quelli che sono utenti/pazienti, soggetti in grado di promuovere autonomamente azioni di cura e di cambiamento (Albanesi, 2004)»
  • 4. Elementi di scenario: per una definizione di gruppo AMA  Elementi costitutivi:  Parità  Reciprocità  Responsabilità (verso se stessi e gli altri)  Senso di appartenenza  Azione «la narrazione che diviene comune perché insieme prodotta si apre all’ascolto e all’accoglienza di colui che sopraggiunge, sconosciuto e diverso»
  • 5. Elementi di scenario: per una definizione di gruppo AMA  La metafora dei cerchi narranti (Petrucci, 2007): «La narrazione e la scrittura, ed il loro potente significato metaforico, sono un passo ulteriore, difficile da fare, ma in grado di aprire nuovi orizzonti e nuovi percorsi nella ricerca del senso, del significato, che sappiamo forte di fronte al disagio».
  • 6. Elementi di scenario: l’approccio narrativo Il bisogno individuale: «lo statuto di narrabilità appartiene a pieno titolo all’esistente umano: gli appartiene come un aspetto irrinunciabile della vita» (Cavarero, 1997) Il principio della condivisione: «il parlare di sé in un gruppo attraverso il sapere biografico è un evento che ha luogo tra gli altri, nel senso che espone colui che parla alla loro presenza e al loro sguardo, rilevando la sua identità» (Longoni, 2004)
  • 7. Elementi di scenario: narrazione e lutto Blixen «Ogni dolore può essere sopportabile se lo si narra o se ne fa una storia» Perché «La storia rivela il significato di ciò che altrimenti rimarrebbe una sequenza intollerabile di eventi» (Arendt, 1989)
  • 8. Elementi di scenario: narrazione e lutto … E quando la narrazione si fa scrittura: scrivere di sé «ci insegna a non disperderci, a guardare alla morte come ad un’occasione per penetrare ancora di più nella vita, per non farla mai tacere» (Demetrio, 2006).
  • 9. La ricerca empirica: obiettivi e metodologia  Obiettivi della ricerca:  Mappare la realtà italiana dei gruppi ama on e off line sul lutto, descrivendone le caratteristiche strutturali  Individuare le pratiche di partecipazione e di condivisione del proprio sapere biografico  Stabilire le funzioni riconosciute dai partecipanti a questo tipo di percorsi narrativi condivisi, nella particolare esperienza della perdita
  • 10. La ricerca empirica: obiettivi e metodologia  Questionario CAWI di screening (oltre 400)  Questionario CAWI approfondito (tot raccolti 91 su 100 realtà mappate)  20 Interviste in profondità con:  opinion Leader  facilitatori  20 Interviste narrative con i partecipanti dei gruppi AMA (on e off line)  Osservazioni etnografiche:  3 in gruppi on-line  3 in gruppi vis a vis (3 mesi ciascuna)
  • 11. I risultati: caratteristiche sintetiche dell’esperienza italiana  Distribuzione geografica: prevalentemente al centro Nord in centri medio-grandi  Pregiudizio sociale  Distribuzione per genere ed età: prevalentemente donne tra i 45 e i 60 anni «vecchie, streghe o sagge nutrici, nonne o cicogne, fate o sibille, stanno in ogni punto dell’immaginario letterario a testimoniare le fonti e le pratiche femminili del narrare» (Cavarero, 1997)
  • 12. I risultati: caratteristiche sintetiche dell’esperienza italiana  Caratteristiche strutturali:  Durata degli incontri: mediamente 1.30 h  Numero di partecipanti: mediamente 8-10  Numero degli incontri in un mese: mediamente 4 Denotano lo spazio e il tempo di una narrazione circoscritta e situata (che coincide con il bisogno di trovare un tempo e uno spazio nuovo per il lutto e la memoria)
  • 13. I risultati: gruppi omogenei o eterogenei?  La realtà italiana è molto variegata:  Gruppi eterogenei  Gruppi omogenei rispetto al lutto  Complessità vs Riconoscimento mimetico (nel breve periodo)  Ricchezza vs appiattimento (nel lungo periodo)  L’omogeneità funziona:  nel breve periodo  nel caso di lutti particolarmente traumatici (suicidio, perdita di un figlio, lutto perinatale)
  • 14. I risultati: il ruolo del facilitatore Chi facilita il gruppo Percentuali Facilitatore che condivide l’esperienza 32,5% Esperto che condivide l’esperienza 11,4% Esperto che non elabora un lutto 25,4% Facilitatore che non elabora un lutto 27,2% Nessuno 3,5% Capo Invisibile sciamano presenza
  • 15. I risultati: il ruolo del facilitatore si Gruppi di Gruppi AMA sostegno guidati Condivisione no si esperienza Gruppi AMA Gruppi AMA facilitati propriamente detti no Specializzazione professionale
  • 16. I risultati: la funzione meta narrativa del “verbale” A cosa serve il verbale Percentuali Garantire la coesione del gruppo 2,5% Garantire il reinserimento nella vita del gruppo 7,5% Garantire la continuità degli incontri 35,8% Tradurre in narrazione la storia del gruppo 28,4% Occasione di ulteriore elaborazione per chi scrive 16% e rilegge Altro 9,9%
  • 17. I risultati: la meta-narrazione digitale  “Fissa” la storia (memoria)  Consente un percorso a ritroso di rilettura da parte dell’autore (elaborazione e presa di coscienza)  Favorisce il meccanismo mimetico dei nuovi membri (rispecchiamento)  Paradossalmente immediata nella scrittura – mediata nella rilettura
  • 18. I risultati: le evoluzioni interne al gruppo «il dolore o si ritrae nel silenzio muto, nell’assenza di prospettiva, o esplode nel pianto e nel grido, che si lasciano sì guardare ma che non permettono a chi soffre né di vedere nè di sentire la presenza e e la voce dell’altro. Se non si muore, il dolore riesce, in un secondo tempo, anche a parlare per chiedere perché» (Longoni, 2004).
  • 19. I risultati: le evoluzioni interne al gruppo vis a vis  Disorientamento: “avevo paura di impazzire”  Verifica delle aspettative: “volevo solo stare meglio”  Superamento della soglia critica  Narrazione ego-centrata  Narrazione altrui-centrata  Evoluzione del ruolo all’interno del gruppo oppure uscita
  • 20. I risultati: le evoluzioni interne al gruppo on-line 1. la fase di presentazione  introduzione della propria storia  accoglienza (rito) 2. la fase di ambientazione  prevalentemente lettura  identificazione/proiezione 3. la fase di partecipazione  scrittura/lettura 4. la fase della responsabilizzazione  scrittura agli e per gli altri  assistenza
  • 21. I risultati: funzioni del gruppo  contenimento  rispecchiamento (orizzontale e verticale)  condivisione  confronto  comprensione piena  conforto  conservazione:  della memoria della storia della persona cara  del proprio percorso attraverso la meta- narrazione  Del proprio ruolo perduto (I fase)
  • 22. Conclusioni: una possibile rappresentazione concettuale Relazione Relazione con effetti Relazione d’aiuto situata psico-terapeutici Gruppi on-line sincroni Gruppi on-line Gruppi AMA asincroni Narr-azione Azione Forum aperti Blog Auto - narrazione Percorso individuale Non - Relazione