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MANGIASANO 2009 Il mangiare insano dott. Luigi Oliva
I principali ospiti indesiderati Nichel Mercurio Diossine PoliCloroBifenili Polveri sottili e Nanoparticelle
Cosa inquinano? Suoli Acque  Aria
Il Nichel E’ un metallo bianco argenteo con simbolo Ni; Duro ma malleabile Ottima resistenza all’ossidazione e stabilità all’aria
Utilizzi del Nichel Acciaio inox (65%) Superleghe  Batterie  Catalizzatori Monete Altri prodotti
Fonti di emissione (Ni) Inceneritori (nei fumi e nelle ceneri) Impianti energetici (nei fumi e nelle ceneri) Altri impianti industriali
Dove è presente (Ni) Aria Acqua Suolo (ove è stabile in assenza di acidità)
Come arriva all’uomo (Ni) Aria che respiriamo Acqua potabile Alimenti Sigarette
Cosa provoca (Ni) Malattie Infiammatorie croniche immunomediate – IMID  Altro
Il Mercurio
La sindrome autistica Oggi colpisce 1 bambino ogni 150 20 anni fa 1 bambino ogni 2.500 (Harvard School of Public Health) Comitato Montinari Puglia Onlus
Monitoraggio ambientale Il Centro di immunologia clinica e allergologia dell’Ospedale di Campi Salentina (LE) ha condotto uno studio per individuare correlazione fra riscontri ambientali sulla presenza di metalli (nichel, cromo, cobalto, mercurio) e nanoparticelle e le malattie infiammatorie croniche immunomediate – IMID.
Monitoraggio ambientale Le IMID non comprendono solo le dermatiti allergiche ma anche, tra le altre:  apparato gastroenterico:	gastriti e coliti croniche;  apparato endocrino: tireopatie autoimmuni;  apparato neurologico: autismo;  apparato reumatologico: poliartralgie sieronegative
Le Diossine Sono in realtà un gruppo di composti chimici prodotte anche da fenomeni naturali:  eruzioni vulcaniche  incendi ma derivano soprattutto da attività antropiche
Le diossine di origine antropica L’incenerimento dei rifiuti La combustione e la raffinazione di idrocarburi  L’industria chimica e siderurgica L’utilizzo di armi non convenzionali
Gli effetti delle diossine Variano a seconda dell’esposizione, dell’età del soggetto esposto e del tipo di esposizione (acuta, semicronica o cronica)  negli adulti: problemi cutanei, endometriosi e danni all’apparato riproduttivo  nei bambini e nei feti: malformazioni, problemi allo sviluppo del sistema nervoso e del sistema endocrino  alcune diossine (TCDD) sono riconosciute come agenti cancerogeni (IARC)
Le diossine nella catena alimentare Mediamente il 90% dell'esposizione umana alla diossina avviene attraverso gli alimenti (in particolare dal grasso di animali a loro volta esposti a diossina) e non direttamente per via aerea: il fenomeno del bioaccumulo fa sì che la diossina risalga la catena alimentare umana concentrandosi sempre più, a partire dai vegetali, passando agli animali erbivori, ai carnivori ed infine all'uomo.
Le diossine nella catena alimentare Assorbimento radicale o solo deposito? Bioaccumulo anche in alcuni vegetali? Stabilità dell’adsorbimento delle diossine nella componente organica dei terreni o dei sedimenti marini?
La diossina a Taranto Nei latticini Nelle carni ovine Nel latte materno Nel sangue umano Nella falda artesiana Nei pesci?
Le diossine nella catena alimentare 1997: pollame in USA 1999: pollame in Belgio Oggi: latte bovino a Brescia (5 allevamenti chiusi)  Oggi: latte ovicaprino e bufalino in Campania Oggi: carne di maiale in Irlanda Oggi: latte ovicaprino a Taranto
I Poli-Cloro-Bifenili Hanno una struttura chimica molto simile a quella delle diossine Sono ottenuti solo per sintesi chimica I PCB finiscono in atmosfera per volatilizzazione ed attraverso i venti possono essere diffusi per migliaia di Km
IL PCB a Taranto Sebbene vietati dal 1970, a livello internazionale, per l’elevata tossicità, continua ad essere presente nell’Ilva di Taranto da cui è immesso in aria il 10% dei PCB prodotti in tutta Italia nello stesso anno;  Prima del 1970 veniva regolarmente smaltito attraverso le fogne.
Le polveri sottili e le nano particelle Particelle inorganiche, solide, eterne formate prevalentemente da metalli Dimensioni: Nanoparticelle da 10-9 a  10-7 m; Polveri sottili (PM10) < 10 μm (=10-6 m)
Le polveri sottili e le nano particelle La natura produce polveri … : Vulcani Sabbia del deserto Erosione delle rocce incendi
Le polveri sottili e le nano particelle … ma l’uomo ne produce infinitamente di più ed infinitamente più piccole: Discariche, cave, miniere, depositi di rifiuti tossici, intonaci, asfalto, traffico, aerei, cementifici, acciaierie, inceneritori, centrali elettriche, termovalorizzatori, riscaldamento domestico, edilizia, le guerre, etc.
Le polveri sottili e le nano particelle Si sviluppano nei processi industriali ad elevate temperature sotto forma di palline vuote molto fragili che si rompono in milioni di pezzi più piccoli
Le polveri sottili e le nano particelle queste particelle molto leggere restano sospese in aria anche per molto tempo (e quindi possono viaggiare per migliaia di Km) per poi, alla lunga, ricadere sui vegetali che noi mangiamo come frutta, verdura (cavoli), cereali  penetrano all’interno per qualche frazione di millimetro da cui è impossibile rimuoverle con i lavaggi
Le polveri sottili e le nano particelle Tutte le nanoparticelle che respiriamo o che assumiamo attraverso gli alimenti passano dai polmomi o dall’intestino nel sangue ed infine nei vari tessuti ove possono provocare infarti, cancro a mammella, reni, fegato, milza, ghiandole linfatiche e cervello, danni al DNA e malformazioni al feto. (Laboratorio dei Biomateriali dell’Università di Modena)
Le polveri sottili e le nano particelle La legge stabilisce che il peso di tutti i PM10 (particelle con diametro < a 10 μm) non deve essere > 40 mg/m3. Ma la legge non fa differenza tra particelle grosse e piccole al di sotto i 10 μm:  1 particella da 10 μ inquina mentre  999.999 particelle da 0,1 μ non inquinano
I nostri primati Aria:  Mercurio	1.385,1	Kg/anno	49,1% Nichel 	554,9	Kg/anno	1,49% PCB	120,8	Kg/anno	10,6% Diossine	93,0	g/anno	90,3% Polveri	?		? (registro INES dell’APAT – anno 2005)
I nostri primati Acqua:  Mercurio	665,8	Kg/anno	62,5% Nichel 	6.191,2	Kg/anno	14,3% PCB	?	Kg/anno	? Diossine	?	g/anno	? Polveri	?		? (registro INES dell’APAT – anno 2005)
Strategie di intervento 1) Aria: ridurre i valori percentuali a metro cubo Obiettivo per PCB e diossine < 0,4 ng/m3 (nanogrammi a metro cubo normalizzato calcolati in ”tossicità equivalente) Strumenti 1) AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) 2) Raccolta di firme per adeguare i limiti regionali a quelli comunitari - Legge regionale sul modello Friuli Venezia Giulia (fissa valore massimo 0,4 ng/m3); 3) Modifica della normativa nazionale (D.M. 152/2006 fissa il limite di 10000 ng/m3 in concentrazione totale)
Strategie di intervento 2) Aria: ridurre i valori totali annuali Obiettivo Ridurre la quantità totale annuale di diossine emessa (attualmente 122 grammi/anno).  Non basta ridurre le concentrazioni per metro cubo: occorre fissare un ”tetto massimo” annuale di diossine. Se è necessario si deve ridurre la produzione annuale di agglomerato e quindi si devono ridurre i metri cubi di emissioni, eliminando alla radice la controversia Arpa/Ilva sulla ”diluizione” di fumi mediante insufflazione di aria. Strumento AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale)
Strategie di intervento 3) Monitoraggio in continuo di diossine e PCB Obiettivo Monitoraggio in continuo dei POPs (Inquinanti Organici Persistenti), in particolare diossine e PCB nell'Ilva. Strumenti Adottare tecnologie di monitoraggio 24 ore su 24 e 365 giorni all'anno. Vincolare la concessione dell'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) all'adozione di tali strumenti di monitoraggio pagati dall'azienda e gestiti dall'ARPA.
Strategie di intervento 4) Ritornare ai limiti del 1999 per i PCB Obiettivo: Bonifica dei terreni inquinati. Analisi Arpa Puglia: terreni prelevati ai Tamburi, al Cisi e a Statte, 7 volte , 4 volte e 10 volte sopra i limiti del D.M. 471/1999 (limite di 1000 ng/Kg). Il D.M. 152/2006 ha elevato tali limiti di 60 volte (ora il limite è di 60000 ng/Kg) per i terreni residenziali e il verde pubblico. Strumento Modifica della legge per ritornare ai limiti del D.M. 471/1999 per i PCB.
Strategie di intervento 5) Avviare il monitoraggio degli alimenti, del suolo, dell’acqua, dell’aria, del sangue e del latte materno Obiettivo Controllare gli alimenti prodotti in loco, il sangue umano ed il latte materno. Monitorare eventuali infiltrazioni di diossine e PCB nell'acqua della falda. In particolare vanno controllati il latte, le mozzarelle, i formaggi, la carne, il pesce, ecc. ma anche olio, frutta e verdura vicino all'area industriale. Realizzare un S.I.T. per la pianificazione degli interventi e per la pubblicazione dei dati Strumenti Poteri del Sindaco e della ASL Progetto europeo Life+ (Comune, Arpa)
Strategie di intervento 6) Porre limiti nelle aree inquinate A Brescia e Venezia vi sono siti dove è vietato coltivare, allevare e pescare. Obiettivo Tutelare le produzioni locali nelle aree non compromesse e monitorate. Vietare l'agricoltura, l'allevamento e la pesca in aree compromesse dall'inquinamento. Istituire un fondo di risarcimento per gli agricoltori ricadenti nelle aree vincolate. Strumenti Ordinanze del Sindaco
Strategie di intervento 7) Condividere tutte le informazioni Obiettivo Non omettere i dati ambientali in possesso della Pubblica Amministrazione ma darne al pubblico piena diffusione anche via web. Accertare le omissioni e le responsabilità. Strumenti Convenzione di Aarhus (Legge 108/2001) Attuazione della direttiva 2003/4/CE sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale (prevede l'uso di Internet) Magistratura
Strategie di intervento 8) Promuovere la ricerca Obiettivo Istituire un Fondo ed un Coordinamento per incentivare la ricerca scientifica sulla bonifica dei siti inquinati, sulle tecniche di “bioremediation” e sulla cura delle patologie derivate dall’inquinamento Strumenti CNR Università

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Mangiasano 2009

  • 1. MANGIASANO 2009 Il mangiare insano dott. Luigi Oliva
  • 2. I principali ospiti indesiderati Nichel Mercurio Diossine PoliCloroBifenili Polveri sottili e Nanoparticelle
  • 4. Il Nichel E’ un metallo bianco argenteo con simbolo Ni; Duro ma malleabile Ottima resistenza all’ossidazione e stabilità all’aria
  • 5. Utilizzi del Nichel Acciaio inox (65%) Superleghe Batterie Catalizzatori Monete Altri prodotti
  • 6. Fonti di emissione (Ni) Inceneritori (nei fumi e nelle ceneri) Impianti energetici (nei fumi e nelle ceneri) Altri impianti industriali
  • 7. Dove è presente (Ni) Aria Acqua Suolo (ove è stabile in assenza di acidità)
  • 8. Come arriva all’uomo (Ni) Aria che respiriamo Acqua potabile Alimenti Sigarette
  • 9. Cosa provoca (Ni) Malattie Infiammatorie croniche immunomediate – IMID Altro
  • 11.
  • 12.
  • 13.
  • 14.
  • 15.
  • 16.
  • 17. La sindrome autistica Oggi colpisce 1 bambino ogni 150 20 anni fa 1 bambino ogni 2.500 (Harvard School of Public Health) Comitato Montinari Puglia Onlus
  • 18.
  • 19.
  • 20. Monitoraggio ambientale Il Centro di immunologia clinica e allergologia dell’Ospedale di Campi Salentina (LE) ha condotto uno studio per individuare correlazione fra riscontri ambientali sulla presenza di metalli (nichel, cromo, cobalto, mercurio) e nanoparticelle e le malattie infiammatorie croniche immunomediate – IMID.
  • 21. Monitoraggio ambientale Le IMID non comprendono solo le dermatiti allergiche ma anche, tra le altre: apparato gastroenterico: gastriti e coliti croniche; apparato endocrino: tireopatie autoimmuni; apparato neurologico: autismo; apparato reumatologico: poliartralgie sieronegative
  • 22. Le Diossine Sono in realtà un gruppo di composti chimici prodotte anche da fenomeni naturali: eruzioni vulcaniche incendi ma derivano soprattutto da attività antropiche
  • 23. Le diossine di origine antropica L’incenerimento dei rifiuti La combustione e la raffinazione di idrocarburi L’industria chimica e siderurgica L’utilizzo di armi non convenzionali
  • 24. Gli effetti delle diossine Variano a seconda dell’esposizione, dell’età del soggetto esposto e del tipo di esposizione (acuta, semicronica o cronica) negli adulti: problemi cutanei, endometriosi e danni all’apparato riproduttivo nei bambini e nei feti: malformazioni, problemi allo sviluppo del sistema nervoso e del sistema endocrino alcune diossine (TCDD) sono riconosciute come agenti cancerogeni (IARC)
  • 25. Le diossine nella catena alimentare Mediamente il 90% dell'esposizione umana alla diossina avviene attraverso gli alimenti (in particolare dal grasso di animali a loro volta esposti a diossina) e non direttamente per via aerea: il fenomeno del bioaccumulo fa sì che la diossina risalga la catena alimentare umana concentrandosi sempre più, a partire dai vegetali, passando agli animali erbivori, ai carnivori ed infine all'uomo.
  • 26. Le diossine nella catena alimentare Assorbimento radicale o solo deposito? Bioaccumulo anche in alcuni vegetali? Stabilità dell’adsorbimento delle diossine nella componente organica dei terreni o dei sedimenti marini?
  • 27. La diossina a Taranto Nei latticini Nelle carni ovine Nel latte materno Nel sangue umano Nella falda artesiana Nei pesci?
  • 28. Le diossine nella catena alimentare 1997: pollame in USA 1999: pollame in Belgio Oggi: latte bovino a Brescia (5 allevamenti chiusi) Oggi: latte ovicaprino e bufalino in Campania Oggi: carne di maiale in Irlanda Oggi: latte ovicaprino a Taranto
  • 29. I Poli-Cloro-Bifenili Hanno una struttura chimica molto simile a quella delle diossine Sono ottenuti solo per sintesi chimica I PCB finiscono in atmosfera per volatilizzazione ed attraverso i venti possono essere diffusi per migliaia di Km
  • 30. IL PCB a Taranto Sebbene vietati dal 1970, a livello internazionale, per l’elevata tossicità, continua ad essere presente nell’Ilva di Taranto da cui è immesso in aria il 10% dei PCB prodotti in tutta Italia nello stesso anno; Prima del 1970 veniva regolarmente smaltito attraverso le fogne.
  • 31. Le polveri sottili e le nano particelle Particelle inorganiche, solide, eterne formate prevalentemente da metalli Dimensioni: Nanoparticelle da 10-9 a 10-7 m; Polveri sottili (PM10) < 10 μm (=10-6 m)
  • 32. Le polveri sottili e le nano particelle La natura produce polveri … : Vulcani Sabbia del deserto Erosione delle rocce incendi
  • 33. Le polveri sottili e le nano particelle … ma l’uomo ne produce infinitamente di più ed infinitamente più piccole: Discariche, cave, miniere, depositi di rifiuti tossici, intonaci, asfalto, traffico, aerei, cementifici, acciaierie, inceneritori, centrali elettriche, termovalorizzatori, riscaldamento domestico, edilizia, le guerre, etc.
  • 34. Le polveri sottili e le nano particelle Si sviluppano nei processi industriali ad elevate temperature sotto forma di palline vuote molto fragili che si rompono in milioni di pezzi più piccoli
  • 35. Le polveri sottili e le nano particelle queste particelle molto leggere restano sospese in aria anche per molto tempo (e quindi possono viaggiare per migliaia di Km) per poi, alla lunga, ricadere sui vegetali che noi mangiamo come frutta, verdura (cavoli), cereali penetrano all’interno per qualche frazione di millimetro da cui è impossibile rimuoverle con i lavaggi
  • 36. Le polveri sottili e le nano particelle Tutte le nanoparticelle che respiriamo o che assumiamo attraverso gli alimenti passano dai polmomi o dall’intestino nel sangue ed infine nei vari tessuti ove possono provocare infarti, cancro a mammella, reni, fegato, milza, ghiandole linfatiche e cervello, danni al DNA e malformazioni al feto. (Laboratorio dei Biomateriali dell’Università di Modena)
  • 37. Le polveri sottili e le nano particelle La legge stabilisce che il peso di tutti i PM10 (particelle con diametro < a 10 μm) non deve essere > 40 mg/m3. Ma la legge non fa differenza tra particelle grosse e piccole al di sotto i 10 μm: 1 particella da 10 μ inquina mentre 999.999 particelle da 0,1 μ non inquinano
  • 38. I nostri primati Aria: Mercurio 1.385,1 Kg/anno 49,1% Nichel 554,9 Kg/anno 1,49% PCB 120,8 Kg/anno 10,6% Diossine 93,0 g/anno 90,3% Polveri ? ? (registro INES dell’APAT – anno 2005)
  • 39. I nostri primati Acqua: Mercurio 665,8 Kg/anno 62,5% Nichel 6.191,2 Kg/anno 14,3% PCB ? Kg/anno ? Diossine ? g/anno ? Polveri ? ? (registro INES dell’APAT – anno 2005)
  • 40. Strategie di intervento 1) Aria: ridurre i valori percentuali a metro cubo Obiettivo per PCB e diossine < 0,4 ng/m3 (nanogrammi a metro cubo normalizzato calcolati in ”tossicità equivalente) Strumenti 1) AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) 2) Raccolta di firme per adeguare i limiti regionali a quelli comunitari - Legge regionale sul modello Friuli Venezia Giulia (fissa valore massimo 0,4 ng/m3); 3) Modifica della normativa nazionale (D.M. 152/2006 fissa il limite di 10000 ng/m3 in concentrazione totale)
  • 41. Strategie di intervento 2) Aria: ridurre i valori totali annuali Obiettivo Ridurre la quantità totale annuale di diossine emessa (attualmente 122 grammi/anno). Non basta ridurre le concentrazioni per metro cubo: occorre fissare un ”tetto massimo” annuale di diossine. Se è necessario si deve ridurre la produzione annuale di agglomerato e quindi si devono ridurre i metri cubi di emissioni, eliminando alla radice la controversia Arpa/Ilva sulla ”diluizione” di fumi mediante insufflazione di aria. Strumento AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale)
  • 42. Strategie di intervento 3) Monitoraggio in continuo di diossine e PCB Obiettivo Monitoraggio in continuo dei POPs (Inquinanti Organici Persistenti), in particolare diossine e PCB nell'Ilva. Strumenti Adottare tecnologie di monitoraggio 24 ore su 24 e 365 giorni all'anno. Vincolare la concessione dell'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) all'adozione di tali strumenti di monitoraggio pagati dall'azienda e gestiti dall'ARPA.
  • 43. Strategie di intervento 4) Ritornare ai limiti del 1999 per i PCB Obiettivo: Bonifica dei terreni inquinati. Analisi Arpa Puglia: terreni prelevati ai Tamburi, al Cisi e a Statte, 7 volte , 4 volte e 10 volte sopra i limiti del D.M. 471/1999 (limite di 1000 ng/Kg). Il D.M. 152/2006 ha elevato tali limiti di 60 volte (ora il limite è di 60000 ng/Kg) per i terreni residenziali e il verde pubblico. Strumento Modifica della legge per ritornare ai limiti del D.M. 471/1999 per i PCB.
  • 44. Strategie di intervento 5) Avviare il monitoraggio degli alimenti, del suolo, dell’acqua, dell’aria, del sangue e del latte materno Obiettivo Controllare gli alimenti prodotti in loco, il sangue umano ed il latte materno. Monitorare eventuali infiltrazioni di diossine e PCB nell'acqua della falda. In particolare vanno controllati il latte, le mozzarelle, i formaggi, la carne, il pesce, ecc. ma anche olio, frutta e verdura vicino all'area industriale. Realizzare un S.I.T. per la pianificazione degli interventi e per la pubblicazione dei dati Strumenti Poteri del Sindaco e della ASL Progetto europeo Life+ (Comune, Arpa)
  • 45. Strategie di intervento 6) Porre limiti nelle aree inquinate A Brescia e Venezia vi sono siti dove è vietato coltivare, allevare e pescare. Obiettivo Tutelare le produzioni locali nelle aree non compromesse e monitorate. Vietare l'agricoltura, l'allevamento e la pesca in aree compromesse dall'inquinamento. Istituire un fondo di risarcimento per gli agricoltori ricadenti nelle aree vincolate. Strumenti Ordinanze del Sindaco
  • 46. Strategie di intervento 7) Condividere tutte le informazioni Obiettivo Non omettere i dati ambientali in possesso della Pubblica Amministrazione ma darne al pubblico piena diffusione anche via web. Accertare le omissioni e le responsabilità. Strumenti Convenzione di Aarhus (Legge 108/2001) Attuazione della direttiva 2003/4/CE sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale (prevede l'uso di Internet) Magistratura
  • 47. Strategie di intervento 8) Promuovere la ricerca Obiettivo Istituire un Fondo ed un Coordinamento per incentivare la ricerca scientifica sulla bonifica dei siti inquinati, sulle tecniche di “bioremediation” e sulla cura delle patologie derivate dall’inquinamento Strumenti CNR Università