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Il naturalista
RIVISTA DELLA
SOCIETÀ GDN


GLI ALBERI
  NELLA
 STORIA
                      A N N O   1   N U M E R O   3                           E S T A T E   2 0 1 1
DEI GIAR-
    DINI

SPESSO LA
NATURA
PUÒ ESSERE
USATA PER
CREARE
STUPENDE
OPERE
D’ARTE ...




  E’ final-
   mente
                In questo numero:
 stato ap-
  provato       I nostri amici: gerarchia casalinga
 lo statuto
                Stanno scomparendo: la tigre del Bengala
  ufficiale
  della as-     Cara pianta, tu mi aiuti a respirare: le piante, spesso ignorate
 sociazion      da noi, possono essere valide alleate per la nostra salute.
      e
                Le foreste primarie: alcune foreste sono così vaste da essere delle
                risorse indispensabili per la vita sulla terra; e se qualcosa causasse la
                loro scomparsa?
Editoriale
      PAGINA          2




                            Carissimi soci e lettori,      cui peraltro è partita       sto strano mondo e in
                            Bentornati dalle vacanze       l‟idea di questo numero,     occasione dell‟anno in-
                            estive!                        è molto riduttivo, perché    ternazionale delle fore-
                                                           anche le piante sono af-     ste, vi invito caldamente
                            Sperando che vi siate
                                                           fascinanti creature da       a leggere gli articoli di
                            divertiti e rilassati sono
                                                           salvaguardare. Purtrop-      questa edizione.
                            lieto di introdurvi questo
                                                           po però le piante sono       Concludo dando il ben-
                            numero della rivista.
                                                           spesso ignorate da am-       venuto nella associazio-
                            Questo è però un nume-
Bosco canadese                                             bientalisti e naturalisti,   ne a Martino Manca,
                            ro particolare, come pre-
                                                           forse perché meno accat-     Fabio Mazza e Fiammet-
(P. Klausner, 2009)         sto sicuramente capirete.
                                                           tivanti e interessanti di    ta Carolini e ringrazian-
                            Di solito infatti gli arti-
                                                           quanto non lo sia            do Eleonora Mentaschi,
                            coli di questa rivista par-
                                                           un‟elegante ghepardo in      Cinzia Callegaro, Paolo
                            lano e trattano principal-
                                                           corsa.                       Carniti e Antonella Ger-
                            mente di animali e temi
                            riguardanti questi, ma         Ma in verità il mondo        vasini che sempre mi
 BENTORNATI
                            ciò, come mi ha fatto          vegetale se conosciuto è     aiutano per la redazione
 DALLE VACANZE                                             assai appassionante. Per     di questa rivista.
                            notare la socia protettri-
 ESTIVE!                                                   introdurvi quindi a que-
                            ce Marina Rimazza, da                                             Alessandro P. Carniti




                                      L’ animale in copertina
                           Nome volgare: Stam-            Distribuzione:Arco
                           becco delle Alpi               alpino (Italia, Francia,    Foto scattata da Ales-
                           Nome scientifico: Ca-          Svizzera, Austria)          sandro Paolo Carniti,
                           pra ibex obex                  Alimentazione: vege-        nel parco naturale di
                           Famiglia: Bovidi               tali.                       Contamines Montjoie,
  LO STAMBECCO
                           Ordine: Ungulati               Peso: 60-117 Kg             Col du Bonhomme.
                           Classe: Mammiferi              Lunghezza: 149-171
                           Habitat: boschi di co-         Stato di conservazio-
                           nifere e alpeggi monta-        ne: Rischio minimo.
                           ni.




               IL     NATURALISTA
ANNO    1   NUMERO      3                                            PAGINA       3




                                    SOMMARIO
GLI ARTICOLI                                   RUBRICHE
-Cara pianta, tu mi aiu-
ti a respirare
Come le piante possono aiutarci a vi-
                                           G   Editoriale
                                               Legislazione
vere bene nella nostra dimora …                I nostri amici
Testo e foto a cura di M. Rimazza              La rubrica sugli animali dome-
                                               stici
Gli alberi nella storia
dei giardini                                   Stanno scompa-
Spesso la natura può essere usata per
                                               rendo


                                           D
creare opere d‟arte …                          La rubrica sulle specie selvati-
Testo a cura di Nadia Fagioli                  che che si stanno estinguendo


-Le foreste primarie
Le più grandi foreste del mondo sono
gli ultimi “polmoni” per il nostro pia-
neta … purtroppo innumerevoli mi-
nacce rischiano di farle sparire per
sempre.

Testo di A.P.Carniti foto prese dalla
rete internet. Con la collaborazione




                                           N
scientifica di A. Gervasini e P. Carniti
PAGINA          4


                                                    Legislazione
                           Ecco a voi uno statuto sociale, che dopo rielaborazioni, correzioni,
                           scontri di idee e tante altre cose, dovrebbe essere quello definitivo.
da oggi, per               Certo questo non cambierà di molto la vita nella società, ma almeno
approvazione del           grazie a questo regolamento abbiamo un riferimento su cui basarci
                           e su cui basare la nostra identità di associazione. Una parola anche
Consiglio                  sul cambiamento di nome: da oggi, per approvazione del Consiglio
Direttivo, ci              Direttivo, ci chiamiamo Giovani Guardiani Della Natura (La sigla è
                           invece la stessa: GDN). Questo perché come ricorderete, altre socie-
chiamiamo
                           tà e aziende avevano nomi simili e per necessità abbiamo aggiunto
Giovani Guardiani          un “Giovani” al nostro nome.
Della Natura (La

sigla è invece la                                ARTICOLI FONDAMENTALI
stessa: GDN).
                           Art. 1) Scopo della Società dei Giovani Guardiani Della Natura (GDN) è
                           quella di riunire in un gruppo unito e coeso gli amanti di quella Natura
                           che è la nostra stessa casa. Scopo dell‟associazione è quello di tutelare
                           l‟ambiente naturale, i suoi esseri viventi e le sue infinite meraviglie.
                           Art. 2) Ogni socio della Società dei Giovani Guardiani Della Natura è
                           tenuto a non uccidere animali o piante senza alcun motivo, e deve anche
                           cercare di evitare che degli animali o piante siano uccisi senza motivo da
                           non soci. Ogni socio deve inoltre cercare di aiutare animali in difficoltà
                           o in pericolo di vita. Per ogni salvataggio deve essere mandato un picco-
                           lo rapporto al presidente della sezione di appartenenza. Questi deciderà
                           se si può premiare il salvatore con un riconoscimento.
                           Art.3) La rivista ufficiale della società è “Il Naturalista”, redatto dal pre-
                           sidente della società, che e pubblicata il 30 settembre, il 30 dicembre, il
                           30 marzo e il 30 giugno di ogni anno.
                           Art. 4) L‟ anno sociale ha inizio il 1°Marzo, data corrispondente o co-
                           munque vicina all‟inizio della primavera, la stagione in cui la Natura si
                           risveglia dopo il lungo periodo invernale.
                                                              I SOCI
                           Art. 5) La società è composta da guardie, guardiani e soci adulti protet-
                           tori. I primi sono piccoli amanti delle meraviglie naturali (bambini o po-
                           co di più); i secondi, i guardiani, sono il vero corpo operativo della so-
                           cietà e sono ragazzi con l‟intenzione e la volontà di difendere il patrimo-
                           nio naturale; i terzi sono adulti che, dal momento che non hanno a dispo-
                           sizione molto tempo per operare attivamente nella società, sono comun-
                           que membri importanti della associazione che appoggiano e sorreggono




                IL   NATURALISTA
ANNO     1   NUMERO       3                                                                         PAGINA      5


l‟operato degli altri soci.
Art 6) Hanno il grado di guardia tutti i nuovi arruolati che hanno una età compresa tra gli zero e gli
undici anni Quando la guardia raggiunge l‟età per diventare guardiano (11 anni), questa deve essere
presentata al presidente della società che giudicherà con mezzi a sua libera scelta se la guardia può
passare al livello di guardiano. Ogni guardia ha diritto a ricevere la rivista e la spilla della società e
può partecipare ai progetti di ricerca e conservazione della società.
Art. 7) Si può entrare nella associazione come guardiani dagli 11 ai 21 anni. Chi è socio da prima del
raggiungimento dei 21 anni può rimanere guardiano fino ai 30 anni. I guardiani possono concorrere
alle cariche sociali e hanno diritto alla spilla di società al ricevimento della rivista.
Art.8) I soci adulti protettori sono soci entrati nella società dopo i 21 anni d’età o guardiani che han-
no passato i 30 anni. Non possono accedere alle cariche sociali nei limiti dello statuto. Possono co-
munque aiutare, collaborare, consigliare, ricoprire qualunque carica speciale.
                                                 CARICHE
Art. 9) Il presidente della società, eletto da tutti i guardiani ogni anno, rappresenta la società, approva
 il reclutamento di nuove guardie, approva la promozione delle guardie a guardiani, è capo redattore
della rivista della società, nomina i capo-guardia e può emettere decreti di ogni sorta ma che non va-
dano contro lo statuto che rimangono in pieno vigore fino alla fine del suo mandato. Tutti i guardiani
                                         sono eletti a questa carica.
Art. 10) Il vicepresidente ha gli stessi poteri del presidente tranne quello di emettere decreti vinco-
lanti fino alla fine della sua carica. E‟ scelto dal presidente con suo decreto, resta in carica fino a
quando viene deposto dal presidente o lo stesso termina l‟anno di carica.
Art. 11) Il rappresentante dei soci è eletto annualmente dai guardiani. Ha il diritto di veto sulle deci-
sioni del consiglio direttivo che ritiene lesive per i soci e funge da tramite tra i soci e il consiglio o il
presidente della società
Art. 12) Il capo-guardia è eletto annualmente delle guardie. Ha gli stessi diritti dei guardiani ma non
può accedere alle cariche. Insegna alle guardie a rispettare e ad apprezzare il mondo naturale e a co-
noscere i regolamenti. Ha diritto di veto sui decreti del consiglio e del presidente ritenuti lesivi per le
guardie.
Art. 13) Il direttore esecutivo è eletto dai membri del consiglio dei soci, ma non è obbligatorio eleg-
gerlo. Questi fa parte del consiglio direttivo e si occupa di supervisionare i vari progetti della società
e fa in modo che questi siano portati avanti. Rimane in carica per un anno.
Art. 14) I direttori responsabili sono a capo di un certo progetto di ricerca e/conservazione e si preoc-
cupano di gestire le azioni che sono collegate a questo progetto. Il fondatore di un certo progetto ne
prende la direzione o può delegarla a qualcun altro; in altri casi sarà il consiglio direttivo a eleggere
il direttore per un certo progetto. Una persona può dirigere più progetti insieme.
                                        CONSIGLIO DIRETTIVO
Art. 15) Il consiglio direttivo è composto dal presidente di società, dal vice-presidente ,dal rappre-
sentante dei soci e facoltativamente da un direttore esecutivo. Il consiglio direttivo può decidere
l‟espulsione di un socio e eventuali modifiche dello statuto; inoltre si consulta per prendere le deci-
sioni più importanti e gravose.
PAGINA   6
                                      RICONOSCIMENTI E PUNIZIONI
             Art. 16) Per salvataggi e partecipazioni a progetti il presidente di società può
             assegnare ai soci vari riconoscimenti:
                Nastro azzurro: per aver salvato invertebrati o per piccoli interventi.
                Nastro verde: vale due nastri azzurri e viene dato per la partecipazione a pro-
                   grammi e operazioni della società.
                Nastro rosso: vale due nastri azzurri e viene dato per un salvataggio finito
                   male di un rettile, anfibio, uccello o mammifero quando il socio premiato
                   ha cercato in tutti i modi di evitare la drastica fine dell‟operazione.
                Stella di bronzo: vale due nastri azzurri e viene data per interventi di mag-
                    giore importanza o per altro per decisione del presidente.
                Stella d‟argento: vale due stelle di bronzo e viene data per il salvataggio di
                    animali come anfibi e rettili o per altro per decisone del presidente.
                Stella d‟oro: è il massimo fregio della società, vale due stelle d‟argento e vie-
                    ne conferito quando ad essere salvati sono stati vertebrati come uccelli e
                    mammiferi o per altro per decisione del presidente.
             Art 17) Ogni trasgressione a un articolo può essere punita per decisione del pre-
             sidente di sezione di cui il colpevole fa parte con un Nastro nero. Quando un
             guardiano totalizza tre nastri neri, il consiglio direttivo può decidere di espeller-
             lo dalla società. Un nastro nero viene tolto solo se il punito ottiene una stella di
             bronzo, che verrà cancellata assieme al nastro nero. Nel caso il punito abbia già
             vari riconoscimenti, gli verrà tolto quello più alto che ha secondo la scala detta-
             ta nello statuto. Nel caso un socio trasgredisse l‟articolo 2, il consiglio direttivo
             dovrà immediatamente decidere se espellerlo o no.
             Art. 18) Le spille di cui si fregiano i soci sono:
                     Spilla di società: è portata da tutti i soci e raffigura il logo della società
                Spilla della stella d‟oro: è portata dai soci che sono stati fregiati del ricono-
                    scimento della stella d‟oro per decisione del presidente della società. E‟
                    composta da una stella gialla a cinque punte su sfondo marrone.
                Spilla onorifica: E‟ conferita per iniziativa e decisione del consiglio dei soci
                    a persone che hanno svolto un ruolo importante nell‟evoluzione della
                    società: per esempio ex presidenti di società e sezioni molto abili duran-
                    te la carica, fondatori di nuove sezioni, promotori di progetti di ricerca e/
                    o conservazione. Si compone di un planisfero nero su sfondo blu. Lo
                    sfondo è rosso per gli esterni a cui viene dato il titolo di “socio onorario”
                Spilla presidenziale: E’ portata dal solo presidente di società, è unica e viene
                    passata di presidente in presidente. E‟ composta dal logo della società
                    ma con lo sfondo rosso.
                Spilla commemorativa: Spilla conferita ai partecipanti a un progetto di con-
                    servazione e/o ricerca importante.



    IL   NATURALISTA
ANNO     1   NUMERO      3                                                                        PAGINA     7




                   Stanno scomparendo
                  TIGRE DEL BENGALA                                                 Nome scientifico:
                                                                                    Famiglia: Felini
                                                                                    Ordine: Carnivori
                                                                                    Classe: Mammiferi
                                                                                    Habitat: mangrovie-
                                                                                    ti, foreste pluviali
                                                                                    tropicali, foreste
                                                                                    monsoniche tropicali
                                                                                    foreste temperate,
                                                                                    foreste di conifere.

                                                                                    Distribuzione: India,
                                                                                    Nepal
                                                                                    Alimentazione: bu-
                                                                                    fali, conigli, cervi,
                                                                                    capre, cinghiali, gaur
                                                                                    (Specie di di buoi)

                                                                                    Peso: fino a 630 Kg
                                                                                    Lunghezza: fino a
                                                                                    4.6 m
                                                                                    Stato di conserva-
                                                                                    zione: In pericolo


Le culture antiche vedevano la tigre come una divinità e diceva che fosse
“uno spirito inquieto che può comparire in diverse forme”.

Purtroppo questi animali sono stati sradicati dalla faccia della terra, uccisi
per la passione della caccia o per paura o per denaro. In alcuni paesi asiatici
inoltre le ossa ed altre parti del corpo della tigre sono usati come medicinali,
e questo fa sì che vari bracconieri le uccidano illegalmente per poi venderne
il corpo in nero alle industrie farmaceutiche.

Animali solitari, le tigre vivono e vanno a caccia da sole, ad eccezione del
breve periodo dell‟accoppiamento e di quello passato dalla madre con i cuc-
cioli. Le tigri adulte controllano un ampio territorio, che nel caso di alcuni
maschi può essere anche di centinaia di chilometri. Le tigri che vivono in
territori confinanti si conoscono fra loro e talvolta si dividono le prede. Pos-
                                                                                    -Testo di A. P. Car-
sono però nascere sanguinose lotte se compare una tigre sconosciuta o se una        niti
tigre tenta di rubare cibo all‟altra.                                               -Foto prese da
                                                                                    www.ngm.com
Anche se spesso attaccano l‟uomo e sono altamente nocive per il bestiame,
se la tigre dovesse per sempre sparire credo che tutti, sia noi occidentali che i
contadini autoctoni, saremmo dispiaciuti della perdita del misterioso e leg-
giadro spirito sanguinario dell‟India.

                                                      Alessandro Paolo Carniti
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                                  I nostri amici
                         LA GERARCHIA CASALINGA
Secondo quanto scoperto sulle sue origini, il cane è attualmente considerato una sotto—specie del lupo. Per
questo motivo può essere utile studiare il comportamento dei lupi per comprendere il comportamento del cane
domestico.
A questo proposito devo specificare che questo non è del tutto corretto e, nel campo dell‟etologia, si discute
molto delle similitudini tra lupo e cani. Il cane infatti è stato sottoposto dall‟uomo ad una forte selezione geneti-
ca che ha prodotto un grandissimo numero di razze differenti. I cani domestici, inoltre, vivono a stretto contatto
con l‟uomo e questo ha inevitabilmente prodotto dei comportamenti specifici che non ritroviamo nel lupo. Te-
nendo conto delle debite considerazioni, lo studio del lupo può comunque aiutarci, come vedremo in seguito.
I lupi, come i cani, sono animali sociali che vivono in branco. Il branco è una sorta di grande famiglia compo-
sta da entrambi i sessi. Il branco si muove, caccia e si ciba insieme. Gli accoppiamenti avvengono all‟interno
del branco e tutti i componenti cooperano per la difesa e la crescita dei cuccioli.
All’interno del branco esiste una gerarchia, cioè ci sono soggetti dominanti e soggetti sottomessi secondo
una scala gerarchica.
Il “capo branco” o “leader” o “individuo alfa” è il soggetto a cui tutti gli altri sono sottomessi, cui tutti fanno
riferimento e che prende le decisioni per il branco intero. Lui è il primo ad avere accesso a tutte le risorse: il
cibo, il luogo di riposo, le femmine. Dopo di lui, a scala, ci sono tutti gli altri, fino al più subordinato.
La gerarchia non è rigida, ma può cambiare col tempo. Maschi e femmine tendono ad avere gerarchie separate.
I soggetti dominanti hanno accesso secondo un ordine preciso alle risorse e tendono sempre ad instigare le atti-
vità del gruppo. Generalmente sono i lupi più adulti e più forti. I sottomessi, in ordine, accederanno solo in se-
guito alle risorse. Il più subordinato, che potrebbe essere il più giovane o il meno forte, è l‟ultimo.
Ci sono soggetti che hanno un temperamento dominante e tendono sempre a voler raggiungere il “rango” più
elevato. Può capitare che questi soggetti, una volta maturi, riescano a risalire la scala gerarchica e a diventare
dominanti.
Scott e Fuller (1965) hanno dimostrato che i cuccioli che abbiano avuto contatti con l‟uomo prima delle 12-14
settimane di vita, considereranno i loro proprietari come componenti del proprio branco. Alcuni di questi cani
considereranno quindi a formare una relazione di dominanza/sottomissione con i componenti umani del branco.
Comprendere come si comporta un cane leader è essenziale per comprendere come comportarci con il nostro
cane. Infatti per il cane noi dobbiamo essere il suo branco, dobbiamo creare la giusta scala gerarchica. Que-
sto, anche se è sempre vero, lo è in particolar modo per quei proprietari che notano nel loro cane una spiccata
tendenza ad essere dominanti nei loro confronti.
Questo però non significa essere più forti di lui, più cattivi o più aggressivi. Un vero capo branco infatti,
non ricorre praticamente mai alla violenza: sono il suo comportamento generale, gli atteggiamenti nei
confronti delle risorse ed il linguaggio de l corpo a dimostrarlo. Se siamo violenti con un cane, se lo sgri-
diamo fisicamente o se continuiamo a gridare contro di lui non capirà mai che siamo i leader cui affidar-
si, ma solo ad avere paura e a voler scappare da noi.
Dobbiamo dimostrare al cane che siamo i leader e che lui deve far riferimento a noi per qualsiasi cosa, che può
fidarsi di noi come capobranco: In una famiglia il cane deve essere il soggetto più subordinato




               IL   NATURALISTA
ANNO      1   NUMERO       3                                                                            PAGINA          9

mentre le persone devono essere tutte considerate un gradino più alto nella scala gerarchica. Questo permette a
noi di poter controllare il cane, ma anche al cane di sentirsi più tranquillo e sereno. I cani infatti hanno bisogno
di un leader, un soggetto che decida per loro, un individuo di cui possano ciecamente fidarsi, a cui possano rife-
rirsi in ogni momento, questo li rende meno insicuri ed ansiosi. E questo leader dobbiamo essere noi.

Analizziamo allora come si comporta un leader. Il capo branco:
A)     Mangia per primo
B)     Cammina davanti a tutti, è il primo a passare attraverso porte, recinti ecc.
C)     Decide lui quando è il momento di andare a caccia, quando è il momento di riposare o quando giocare
D)     Dorme più in alto degli altri, per tenere sotto controllo il territorio
E)     Ha accesso per primo alle femmine
Una volta compresi questi punti fondamentali siamo in grado di applicarli al cane, in modo tale da stabili-
re la giusta gerarchia:
A)     Il cane deve sempre mangiare per ultimo, dopo che la famiglia ha terminato. Questo perché se lo facessi-
       mo mangiare prima lui percepirebbe se stesso come il leader che ha accesso per primo al cibo e noi come i
       subordinati che mangiano dopo di lui.
B)     Il cane deve essere l‟ultimo a passare porte, cancelli, ecc. Per lo stesso motivo sopra descritto.
C)     Dobbiamo essere noi a decidere i tempi di gioco, riposo e alimentazione. Il leader del branco, come detto
       in precedenza, decide quando andare a caccia, quando riposare, ecc. Il leader prende l‟iniziativa: il subor-
       dinata, ad esempio, deve attendere che esso decida di giocare con lui, altrimenti dovrà attendere. Così dob-
       biamo essere noi a voler iniziare il gioco con il nostro cane. Se il cane viene e cerca un contatto per gioca-
       re, noi dobbiamo ignorarlo un momento. Non bisogna sgridarlo, semplicemente rimanere indifferenti ai
       suoi tentativi di richiamare la nostra attenzione. Quando se ne sarà andato, allora prenderemo la pallina e
       lo inviteremo a giocare. Sono passati pochi minuti, ma il cane percepisce che siamo noi a decidere quando
       giocare o meno.
D)     Il cane non deve dormire nel letto, ma sempre in una posizione più bassa della nostra. Siamo noi che rima-
       nendo più in alto, controlliamo la situazione e ci prendiamo cura del branco.
Queste indicazioni andrebbero applicate sempre, anche se bisogna considerare il tipo di carattere di ogni cane.
Infatti è soprattutto con i cani più dominanti che queste regole diventano essenziali. Non tutti i cani sono por-
tati ad essere dominanti. Alcuni possono assumere atteggiamenti sottomessi in alcune situazioni (ad esempio nei
corsi di addestramento) ed in altre situazioni dimostrarsi dominanti (ad esempio a casa).
I proprietari di cani dominanti, devono portare molta attenzione nel mantenere chiara la scala gerarchica, per non
essere sopraffatti dal cane e poterlo gestire in modo tranquillo.
                                                                                              Eleonora Mentaschi
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                                  GLI ARTICOLI
                          Cara pianta, tu mi aiuti a respirare
                     Atmosfera pesante, aria irrespirabile…quando si parla di inquina-
                     mento atmosferico, solitamente si pensa agli agglomerati urbani sorti
                     attorno a grandi fabbriche, si pensa a grandi ed affollati luoghi pub-
                     blici, si pensa allo smog urbano. Quasi mai il pensiero si rivolge
                     all‟inquinamento rilevabile all‟interno di ogni singola casa. Ciascuno
                     di noi, a fine giornata, rientra nella propria abitazione convinto di la-
                     sciarsi alle spalle il tanto e troppo inquinamento che ci circonda ogni
                     giorno. Ma siamo sicuri che l‟aria che respiriamo a casa nostra sia
                     leggera, pura e non inquinata?
                     Tutti, da tempo, siamo vittime di inquinanti chimici provenienti dai
                     vari materiali da costruzione, dai tanti apparecchi vari, mobili,stufe,
                     etc.

Immagine di una      Accurati studi scientifici, hanno contribuito a scoprire che nella no-
   Dracena           stra “home sweet home”, non siamo per nulla al riparo! Negli anni
                     ‟80, la NASA condusse studi sulla qualità dell‟aria nelle stazioni spa-
                     ziali abitate, constatando che talune piante avevano la capacità di as-
                     sorbire gli inquinanti presenti nell‟atmosfera. In Francia, il “Centre
                     Scientifique et Technique du Batiment”, la Facoltà di Farmacia di
                     Lille e il “Laboratoire Physico-chimie des Processus de Combustione
                     t de l‟Atmosphère (PC2A) de l‟Université des Sciences et Technolo-
                     gies di Lille, hanno condotto congiuntamente uno studio
                     sull‟argomento con il programma Phyt‟air. (Programma di ricerca
                     sulla fattibilità della bio-sorveglianza dell‟aria all‟interno degli edifi-
                     ci attraverso le piante). Gli studi internazionali non cessano di prose-
                     guire perché ogni pianta è in grado di disinquinare l‟atmosfera di-
                     ventando senza dubbio un prezioso e necessario aiuto all‟essere uma-
                     no aiutandolo nella sua funzione primaria, la respirazione! Le piante
                     verdi arricchiscono l‟aria di ossigeno vitale ed assorbono l‟anidride
                     carbonica che può rivelarsi tossica in forti concentrazioni (dal 7%).In
                     ogni locale della casa possono essere messe “piante”, camere da letto
                     comprese. Malgrado una credenza diffusa, l‟emissione di anidride
                     carbonica delle piante da interno è assai trascurabile rispetto alla
                     quantità di ossigeno rilasciata durante il giorno. I ricercatori hanno
                     dimostrato la funzione purificante di diverse piante sugli inquinanti


         IL    NATURALISTA
ANNO    1   NUMERO   3                                                          PAGINA      11




dissolti nell‟aria. Non si tratta di un semplice assorbimento, ma di un vero e proprio
processo messo in atto da quasi tutte le piante.
Ma quali piante e in quale stanza della casa, per aiutare la nostra respirazione?
Si suggeriscono: cactus (contro le radiazioni elettromagnetiche), aglaonema (contro il
benzene), ficus elastica (assorbimento della formaldeide), spatifilio (contro il benzene,
lo xilene, la formaldeide, l‟ammoniaca)…piante adatte in un ufficio e nel bagno.
Ficus Benjamina, Aglaonema, Dracena “Warneckei”, Gerbera, Raphis (contro tutti i tipi
di inquinamento provocati da moquette, colle, tende lavate a secco, fumo di sigaretta,
mobili in truciolato)…piante adatte alla camera da letto di adulti.
Felce di Boston, Clorofito, Dracena, (contro tutti i tipi di inquinamento provocati da
moquette, cera, vernice) e Spatifilio (contro benzene, xilene, formaldeide, ammoniaca)
…piante adatte alla camera da letto di bambini.
Dracena, Anturium, Raphis, Ficus Benjamina, Spatifilio…piante adatte in cucina.
Ficus Benjamina, Dracena, Palma da dattero, Filodendro, Sansevieria, Dracena, Po-
tos,Clorofito, Aglaonema, Spatifilio…piante adatte in soggiorno.
Insomma come da sopra, per ogni locale della casa, si potrà trovare una pianta da collo-
care la cui scelta dipenderà dallo spazio a disposizione, dal gusto personale, da quanto
si vuole spendere per l‟acquisto della pianta stessa.
La Palma d‟oro contro tutte le categorie di inquinanti (fatta eccezione per il monossido
di carbonio) va sicuramente allo Spatifilio.
Ad oggi non si è in grado di sapere quante piante occorrano per raggiungere lo scopo di
disinquinamento totale all‟interno di un appartamento, né se debbano essere sostituite e
con quale frequenza, ma la presenza di qualche pianta fra quelle suggerite abbellirà co-
munque le nostre case e contribuirà, senza dubbio alcuno, a migliorare la nostra sensa-
zione di benessere e ci aiuterà a respirare meglio!




P.S. Caro “Il Naturalista”, ricordati di dare sempre spazio al mondo vegetale, come fai
con tanta bravura con quello animale, perché molte specie sono in pericolo di estinzio-
ne…impegnamoci a salvaguardare il patrimonio vegetale, tutti, anche assieme a GDN!
                                                                         Marina Rimazza
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                In queste pagine:

                SOPRA: Immagini di Ficus

                ACCANTO IN ALTO: Immagine di Spatifilio

                ACCANTO IN BASSO: Immagine di Felce di Boston

                (Foto prese da siti web)




     IL    NATURALISTA
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                             Gli alberi nella storia dei giardini
                       L‟uomo ha sempre subito il fascino dell‟albero, questo dispensatore di ombra e
                       di quiete, che forse ha colpito la sua fantasia sia perché supera di tanto la durata
“L’uomo ha             della sua esistenza sia per l‟impressione di forza che offre il suo possente tron-
sempre subito          co; a cui però non vanno disgiunte né la poesia che scaturisce dal canto degli
il fascino             uccelli ospiti fra le sue fronde né la gratitudine per essere talvolta generoso di
                       cibo e di protezione.
dell’albero,
questo dispen-         Certo la prima manifestazione dell‟uomo nei riguardi degli alberi fu quella di
                       rispetto religioso, comune d‟altra parte a tutte le cose che venivano divinizzate,
satore di om-          come testimoniano i boschi sacri presso i Greci, i Romani, i Galli e i Germani .
bra e di quiete        I primi consacrarono la quercia la sommo Giove e il frassino a Poseidone. La
…”                     quercia fu sacra anche alle popolazioni celtiche e a quelle germaniche che la
                       dedicarono a Thor.
                       Che anche l‟uomo moderno avverta ancora qualcosa di arcano e di nobile
                       nell‟albero ce lo indica però la loro scelta quali testimoni dell‟estremo sacrifi-
                       cio dei combattenti nei „ Parchi della Rimembranza‟.
                       Dall‟antichità abbiamo notizie di giardini egizi a disposizione regolare di quelli
                       assiro-babilonesi pensili con viali rettilinei di quelli greci di tipo più naturale
                       con alberi a gruppi e aiuole di fiori. Maggiori notizie si hanno sui giardini ro-
                       mani il cui fulcro era rappresentato da un piazzale con fontane e viali perpendi-
                       colari di cipressi, pini, lecci, palme, olivi, tigli insieme a siepi di rosmarino,
                       mirto e bosso con gruppi di agrifogli e lauri.
                       Fin da molti secoli avanti Cristo il giardino cinese, era in fiore con la sua strut-
                       tura irregolare; gli elementi che lo costituivano erano assai complessi; in essi si
                       sfruttavano sapientemente le acque le rocce le grotte e boschetti. Gli alberi era-
                       no i pruni da fiore gli aceri nani le magnolie, le camelie, i bambù, le ortensie
                       etc..
                       Il giardino giapponese estremamente allusivo e simbolico con conifere nane.
                       Nel giardino islamico grande importanza rivestiva l‟acqua (vedi l‟Alhambra a
                       Granata) che serviva a mitigare la temperatura nei numerosi cortili.
                       Nel Medioevo i giardini si rinserrarono fra le mura dei castelli e dei monasteri
                       con piante da frutto.
                       Nel rinascimento abbiamo il giardino all‟italiana caratterizzato da rigorosità
                       geometrica siepi di sempreverdi, pergolati , labirinti e alberi dalla chioma rego-
                       lare. Gli alberi formavano gruppi con finalità „costruttive‟.
                       Lo stile rigoroso del giardino all‟italiana fu ripreso e rielaborato in Francia per
                       merito del grande Le Notre che inserì l‟importante elemento della prospettiva.
                       Il giardino all‟inglese pittorico o naturale cerca di adeguarsi al paesaggio circo-


         IL    NATURALISTA
ANNO     1   NUMERO      3                                                                     PAGINA         15


-stante, si abbandona la simmetria e si da importanza ai prati verdi ben curati, viali ad andamento sinu-
oso. Gli alberi isolati erano di grande sviluppo e i boschetti a contorno irregolare composti di solito da
una stessa specie.
Nel nostro secolo è da notare la diffusione dei giardini pubblici cittadini a scapito di quelli privati as-
solvendo funzioni sociali in quanto disponibili per tutti i cittadini.
La scelta delle piante in un giardino dipende dalle caratteristiche peculiari: una latifoglia ombreggia
durante la stagione calda, ma è spoglia d‟inverno mentre le conifere non sono piante da ombra però
mantengono il loro effetto decorativo. Anche le consociazioni fra alberi e arbusti dovranno essere scel-
te con cura al fine di evitare contrasti di forme e di colori. Inoltre è importante scegliere le specie in
base al loro futuro sviluppo se un giardino è di limitata superficie.
Per concludere l‟albero ha sempre occupato una parte molto importante nella vita dell‟uomo e possia-
mo senza dubbio aggiungere che l‟uomo non potrebbe esistere senza gli alberi
                                                                                              Nadia Fagioli
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                                      Le foreste primarie
                Alberi, eleganti ed imponenti, ma per noi non sono altro che decorazioni delle
                vie cittadine. Infatti non bisogna assolutamente scordare il ruolo primario che gli
                alberi e tutte le altre piante svolgono nel ciclo della vita sul nostro pianete: noi
                tutti sappiamo che le piante, attraverso la fotosintesi clorofilliana, immettono
                nell‟atmosfera terrestre l‟ossigeno che ci permette di vivere. Naturalmente non
                grazie ai due alberi dei parchi cittadini l‟ossigeno necessario per far vivere mi-
                liardi di esseri viventi continua ad essere prodotto né per mezzo di boschi e fore-
                ste dalla piccola estensione; così proprio per questo, sono di vitale importanza le
                grandi foreste della Terra, le cosiddette “Foreste primarie”.
                Le foreste primarie della Terra costituiscono il “polmone verde” del nostro pia-
                neta; esse sono la nostra riserva di ossigeno, e inoltre regolano la temperatura,
                impediscono i processi di smottamento del terreno, e riducono la quantità di bi-
                ossido di carbonio (CO2) che viene rilasciato nell’atmosfera, fissandolo attraver-
                so il processo della fotosintesi. Insomma, esse permettono di mantenere
                l‟equilibrio dell‟ecosistema necessario alla vita del nostro pianeta. E‟ per tutti
                questi motivi che la loro riduzione, che negli ultimi decenni ha avuto
                un‟accelerazione incontrollata, causa serie preoccupazioni per il corretto equili-
                brio dell‟ecosistema Terra e rientra tra i grandi danni ambientali causati
                dall‟uomo. Le grandi foreste mondiali sono:

                Foreste del Nord America: tra il Canada meridionale e gli Stati Uniti, si esten-
                     dono vaste zone boschive, in cui vive circa il 28% del totale di alberi nel
                     mondo. In queste foreste boreali, di conifere e latifoglie, vivono molte ani-
                     mali e vegetali e grandi mammiferi come lupi, alci, cervi e orsi bruni, sicu-
                     ramente simboli di queste foreste e animali emblemi di tutto il Nord Ameri-
                     ca. Purtroppo però in questa zona alcune aree non sono collegate tra loro, e
                     gli animali non possono per questo muoversi liberamente sul territorio se-
                     condo le proprie necessità. Inoltre ogni anno 10 mila chilometri quadrati di
                foresta vengono abbattuti in questa immensa zona.




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ANNO    1   NUMERO       3                                                                  PAGINA        17


Foreste del Cile: In questo paese me-
ridionale ci sono vaste foreste di arau-
caria, che ospitano varie tribù di popo-
li indios e vari animali. Qui abita an-
che un timido e poco famoso animale:
il cervo delle Ande (Hippocamelus
bisulcus), diffuso solamente nelle fo-
reste della parte meridionale delle An-
de.

Foreste del Pacifico: situate sulle co-
ste dell‟oceano pacifico e sulle grandi
isole come Borneo, Nuova Guinea …)
variegate e immense, queste foreste
sono l‟habitat di migliaia di specie vegetali (Tra cui più di 2000 specie di orchidee). Qui abitano an-
che varie specie di scimmie, di cui una, l‟orangutang (Pongo pygmeus) è un nostro stretto parente.

Foreste dell’Europa: le grandi foreste europee ospitano solo il 3 % del quantitativo di alberi nel
mondo e si trovano tra la Scandinavia e la Russia. Abitate da antichi popoli che allevano renne, que-
ste foreste sono continuamente minacciate dall‟industria del legno.

Foresta dell’Amazzonia: la foresta amazzonica è sicuramente la più grande foresta del mondo: la
maggior parte del territorio che ricopre non è mai stato esplorato e nasconde dentro di sé migliaia di
specie vegetali e animali, in gran parte sconosciuti. Ci sono note 60.000 specie vegetali, 1000 di uc-
celli e 300 di mammiferi (Di cui il più famoso è sicuramente il giaguaro) e ancora molte di più di in-
setti e artropodi in generale. Questa estensione di territorio purtroppo però favorisce anche contrab-
bando di qualunque
cosa su sconosciute
vie nella foresta e
ovviamente il disbo-
scamento intensivo,
spesso praticato ille-
galmente. In appena
tre decenni, sono stati
distrutti più di 55 mi-
lioni di ettari di fore-
sta.

Foreste pluviali a-
fricane: Di queste
immense foreste plu-
viali purtroppo abbia-
mo già perso l‟85 %.
Anche qui il legname
viene illegalmente
PAGINA    18




                 (Almeno nella maggior parte dei casi) prelevato, minacciando la vita di mol-
                 te specie animali e vegetali tra cui lo scimpanzé, il gorilla e il timido elefante
                 delle foreste, da poco riconosciuto specie a sé stante (Loxodonta cyclotis)
                                                    Foreste della Siberia: Sebbene se ne senta
                                                    parlare poco la foresta siberiana è la più
                                                    vasto zona boschiva del mondo intero, abi-
                                                    tata da fantastiche creature adattate per so-
                                                    pravvivere ai rigidi inverni russi, come la
                                                    tigre siberiana, l‟orso dell‟ Himalaia o il
                                                    cervo muschiato.




                 Quali sono le principali minacce per la sopravvivenza delle
                 foreste primarie?
                 Deforestazione: l‟avanzata umana per prelevare legno, costruire campi col-
                 tivati, abitazioni, strade, ecc. causa il disboscamento e quindi la morte di
                 piante, la distruzione di habitat per gli animali e il rimpicciolimento delle
                 foreste stesse.
                 Effetto serra: più appropriatamente “aumento dell‟effetto serra”, è dovuto
                 all‟innalzamento della concentrazione nell‟aria dei cosiddetti “gas ser-
                 ra” (Anidride carbonica, vapore acqueo, metano … ) e causa l‟innalzamento
                 della temperatura media della Terra. L‟aumento di anidride carbonica è cau-
                 sato principalmente dalla combustione dei combustibili fossili per il traffico
                 aereo e veicolare e per la produzione di energia. L‟aumento della temperatu-
                 ra terrestre è nocivo per le piante e gli animali delle foreste perché sono spe-
                 cie abituare a vivere a una determinata temperatura che, se alterata, causa
                 una modificazione del loto bioritmo.

                 Piogge acide: la pioggia naturale senza inquinamento è debolmente acida a
                 causa della presenza di CO2 , disciolta nella pioggia stessa. L’impiego di
                 combustibili (legno, carbone, petrolio e gas) dà luogo a inquinanti come os-
                 sidi di zolfo (SOx ) e ossidi di azoto (NOx ), che si trasformano nell’aria in
                 acido solforico (H2SO4 ) e acido nitrico (HNO3) che sono acidi minerali forti
                 che innalzano l‟acidità della pioggia. Le piogge acide hanno un effetto disa-
                 stroso sul suolo e sulla vegetazione delle foreste. L‟aumento di acidità del



     IL    NATURALISTA
ANNO     1   NUMERO      3                                                                    PAGINA        19




terreno (cioè abbassamento del pH) può compromettere l‟attività dei molti processi microbiologici
che vi hanno luogo. Il terreno si impoverisce di calcio, magnesio, potassio, sodio, utili elementi per
le piante. Il meccanismo di aggressione delle piogge acide sulla vegetazione è sia diretto che indiret-
to: diretto, attraverso il fogliame che, esposto direttamente alle precipitazioni subisce modificazioni
quali rallentamento della crescita, ingiallimento e precoce caduta; indiretto, attraverso la modifica-
zione della composizione del terreno. Infatti nel suolo si libera lo ione alluminio che può sostituire il
calcio causando una diminuzione dell‟apporto di nutrimento; le piante si indeboliscono diventando
più esposte all‟attacco di insetti, parassiti e varie malattie.



Per questi tre motivi le foreste e i loro animali stanno scomparendo. Non più di un quinto delle fore-
ste originarie del pianeta è rimasto intatto. E‟ opportuno ricordare che molte specie di animali e ve-
getali vengono fatte estinguere prima ancora di essere state scoperte! Se si continua di questo passo,
si può stimare che nel giro di 20 anni circa le foreste primarie saranno dimezzate, con orribili conse-
guenze!!!

                                                                               Alessandro Paolo Carniti
La rivista “Il Naturalista” esce ogni tre
                                              mesi e ed è la rivista sociale della associa-
      GDN
                                              zione GDN, società ambientalistica che
                                              riunisce amanti, soprattutto giovani, della
                                              natura
     Guardiani Della Natura
                                              REDAZIONE
Presidente: A. P. Carniti                     Capo-redattore: Alessandro P. Carniti
Vice-presidente: G. Ronzani                   Responsabili rubriche: Eleonora Mentaschi,
Rappresentante dei soci P. Pastorino
                                              Guglielmo Ronzani
                                              Correttrice bozze: Cinzia Callegaro
E-mail: alessandrop,carniti@fastwebnet.it     Consulenza scientifica: Antonella Gervasini,
                                              Alessandro P. Carniti
“Mai dubitare che un piccolo                  Responsabile grafica e impaginazione:
gruppo di persone possa cambiare              A.P.Carniti
il mondo, perché è l’unica cosa che
è sempre successa”

                                                     GDN




                                    Per i più piccoli
     Una famiglia di orsi,              famigliola di orsi ave-       primo ma una talpa
     composta da orso                   va viveri per l’inverno       gli tirò una zampata
     Grizzly, orsa bruna, la            ma nessun riparo.             sul muso.
     madre e la figlia or-              I castori si offrirono        Dopo una lotta con
     setta bianca, aveva                per ospitarli, ma la          un porcospino e una
     trovato durante                    loro casetta di legno         con un lupo la fami-
     l’estate un bel posto              era troppo piccola.           glia orsi trovò una ta-
     per passare l’inverno,             Chiesero ad un gufo           na adatta a loro.
     vicino al fiume e vici-            ma questi disse che           Questa tana era stata
     no a dove passavano                le uniche tane vuote          costruita da un grup-
     i salmoni. Ma alla fine            che conosceva si tro-         po di ambientalisti
     dell’estate una inon-              vano sugli alberi.            che aveva saputo
     dazione distrusse tut-
                                        Dopo un po’ di tempo          dell’allagamento di
     te la loro caverna,
                                        videro una bella buca         alcune tane per orsi.
     anche se portò sulla
                                        accogliente: orso                Cecilia Paola Carniti
     terraferma molti sal-
                                        Grizzly ci entrò per
     moni morti. Per ciò la

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IL NATURALISTA Anno 1 numero 3

  • 1. Il naturalista RIVISTA DELLA SOCIETÀ GDN GLI ALBERI NELLA STORIA A N N O 1 N U M E R O 3 E S T A T E 2 0 1 1 DEI GIAR- DINI SPESSO LA NATURA PUÒ ESSERE USATA PER CREARE STUPENDE OPERE D’ARTE ... E’ final- mente In questo numero: stato ap- provato I nostri amici: gerarchia casalinga lo statuto Stanno scomparendo: la tigre del Bengala ufficiale della as- Cara pianta, tu mi aiuti a respirare: le piante, spesso ignorate sociazion da noi, possono essere valide alleate per la nostra salute. e Le foreste primarie: alcune foreste sono così vaste da essere delle risorse indispensabili per la vita sulla terra; e se qualcosa causasse la loro scomparsa?
  • 2. Editoriale PAGINA 2 Carissimi soci e lettori, cui peraltro è partita sto strano mondo e in Bentornati dalle vacanze l‟idea di questo numero, occasione dell‟anno in- estive! è molto riduttivo, perché ternazionale delle fore- anche le piante sono af- ste, vi invito caldamente Sperando che vi siate fascinanti creature da a leggere gli articoli di divertiti e rilassati sono salvaguardare. Purtrop- questa edizione. lieto di introdurvi questo po però le piante sono Concludo dando il ben- numero della rivista. spesso ignorate da am- venuto nella associazio- Questo è però un nume- Bosco canadese bientalisti e naturalisti, ne a Martino Manca, ro particolare, come pre- forse perché meno accat- Fabio Mazza e Fiammet- (P. Klausner, 2009) sto sicuramente capirete. tivanti e interessanti di ta Carolini e ringrazian- Di solito infatti gli arti- quanto non lo sia do Eleonora Mentaschi, coli di questa rivista par- un‟elegante ghepardo in Cinzia Callegaro, Paolo lano e trattano principal- corsa. Carniti e Antonella Ger- mente di animali e temi riguardanti questi, ma Ma in verità il mondo vasini che sempre mi BENTORNATI ciò, come mi ha fatto vegetale se conosciuto è aiutano per la redazione DALLE VACANZE assai appassionante. Per di questa rivista. notare la socia protettri- ESTIVE! introdurvi quindi a que- ce Marina Rimazza, da Alessandro P. Carniti L’ animale in copertina Nome volgare: Stam- Distribuzione:Arco becco delle Alpi alpino (Italia, Francia, Foto scattata da Ales- Nome scientifico: Ca- Svizzera, Austria) sandro Paolo Carniti, pra ibex obex Alimentazione: vege- nel parco naturale di Famiglia: Bovidi tali. Contamines Montjoie, LO STAMBECCO Ordine: Ungulati Peso: 60-117 Kg Col du Bonhomme. Classe: Mammiferi Lunghezza: 149-171 Habitat: boschi di co- Stato di conservazio- nifere e alpeggi monta- ne: Rischio minimo. ni. IL NATURALISTA
  • 3. ANNO 1 NUMERO 3 PAGINA 3 SOMMARIO GLI ARTICOLI RUBRICHE -Cara pianta, tu mi aiu- ti a respirare Come le piante possono aiutarci a vi- G Editoriale Legislazione vere bene nella nostra dimora … I nostri amici Testo e foto a cura di M. Rimazza La rubrica sugli animali dome- stici Gli alberi nella storia dei giardini Stanno scompa- Spesso la natura può essere usata per rendo D creare opere d‟arte … La rubrica sulle specie selvati- Testo a cura di Nadia Fagioli che che si stanno estinguendo -Le foreste primarie Le più grandi foreste del mondo sono gli ultimi “polmoni” per il nostro pia- neta … purtroppo innumerevoli mi- nacce rischiano di farle sparire per sempre. Testo di A.P.Carniti foto prese dalla rete internet. Con la collaborazione N scientifica di A. Gervasini e P. Carniti
  • 4. PAGINA 4 Legislazione Ecco a voi uno statuto sociale, che dopo rielaborazioni, correzioni, scontri di idee e tante altre cose, dovrebbe essere quello definitivo. da oggi, per Certo questo non cambierà di molto la vita nella società, ma almeno approvazione del grazie a questo regolamento abbiamo un riferimento su cui basarci e su cui basare la nostra identità di associazione. Una parola anche Consiglio sul cambiamento di nome: da oggi, per approvazione del Consiglio Direttivo, ci Direttivo, ci chiamiamo Giovani Guardiani Della Natura (La sigla è invece la stessa: GDN). Questo perché come ricorderete, altre socie- chiamiamo tà e aziende avevano nomi simili e per necessità abbiamo aggiunto Giovani Guardiani un “Giovani” al nostro nome. Della Natura (La sigla è invece la ARTICOLI FONDAMENTALI stessa: GDN). Art. 1) Scopo della Società dei Giovani Guardiani Della Natura (GDN) è quella di riunire in un gruppo unito e coeso gli amanti di quella Natura che è la nostra stessa casa. Scopo dell‟associazione è quello di tutelare l‟ambiente naturale, i suoi esseri viventi e le sue infinite meraviglie. Art. 2) Ogni socio della Società dei Giovani Guardiani Della Natura è tenuto a non uccidere animali o piante senza alcun motivo, e deve anche cercare di evitare che degli animali o piante siano uccisi senza motivo da non soci. Ogni socio deve inoltre cercare di aiutare animali in difficoltà o in pericolo di vita. Per ogni salvataggio deve essere mandato un picco- lo rapporto al presidente della sezione di appartenenza. Questi deciderà se si può premiare il salvatore con un riconoscimento. Art.3) La rivista ufficiale della società è “Il Naturalista”, redatto dal pre- sidente della società, che e pubblicata il 30 settembre, il 30 dicembre, il 30 marzo e il 30 giugno di ogni anno. Art. 4) L‟ anno sociale ha inizio il 1°Marzo, data corrispondente o co- munque vicina all‟inizio della primavera, la stagione in cui la Natura si risveglia dopo il lungo periodo invernale. I SOCI Art. 5) La società è composta da guardie, guardiani e soci adulti protet- tori. I primi sono piccoli amanti delle meraviglie naturali (bambini o po- co di più); i secondi, i guardiani, sono il vero corpo operativo della so- cietà e sono ragazzi con l‟intenzione e la volontà di difendere il patrimo- nio naturale; i terzi sono adulti che, dal momento che non hanno a dispo- sizione molto tempo per operare attivamente nella società, sono comun- que membri importanti della associazione che appoggiano e sorreggono IL NATURALISTA
  • 5. ANNO 1 NUMERO 3 PAGINA 5 l‟operato degli altri soci. Art 6) Hanno il grado di guardia tutti i nuovi arruolati che hanno una età compresa tra gli zero e gli undici anni Quando la guardia raggiunge l‟età per diventare guardiano (11 anni), questa deve essere presentata al presidente della società che giudicherà con mezzi a sua libera scelta se la guardia può passare al livello di guardiano. Ogni guardia ha diritto a ricevere la rivista e la spilla della società e può partecipare ai progetti di ricerca e conservazione della società. Art. 7) Si può entrare nella associazione come guardiani dagli 11 ai 21 anni. Chi è socio da prima del raggiungimento dei 21 anni può rimanere guardiano fino ai 30 anni. I guardiani possono concorrere alle cariche sociali e hanno diritto alla spilla di società al ricevimento della rivista. Art.8) I soci adulti protettori sono soci entrati nella società dopo i 21 anni d’età o guardiani che han- no passato i 30 anni. Non possono accedere alle cariche sociali nei limiti dello statuto. Possono co- munque aiutare, collaborare, consigliare, ricoprire qualunque carica speciale. CARICHE Art. 9) Il presidente della società, eletto da tutti i guardiani ogni anno, rappresenta la società, approva il reclutamento di nuove guardie, approva la promozione delle guardie a guardiani, è capo redattore della rivista della società, nomina i capo-guardia e può emettere decreti di ogni sorta ma che non va- dano contro lo statuto che rimangono in pieno vigore fino alla fine del suo mandato. Tutti i guardiani sono eletti a questa carica. Art. 10) Il vicepresidente ha gli stessi poteri del presidente tranne quello di emettere decreti vinco- lanti fino alla fine della sua carica. E‟ scelto dal presidente con suo decreto, resta in carica fino a quando viene deposto dal presidente o lo stesso termina l‟anno di carica. Art. 11) Il rappresentante dei soci è eletto annualmente dai guardiani. Ha il diritto di veto sulle deci- sioni del consiglio direttivo che ritiene lesive per i soci e funge da tramite tra i soci e il consiglio o il presidente della società Art. 12) Il capo-guardia è eletto annualmente delle guardie. Ha gli stessi diritti dei guardiani ma non può accedere alle cariche. Insegna alle guardie a rispettare e ad apprezzare il mondo naturale e a co- noscere i regolamenti. Ha diritto di veto sui decreti del consiglio e del presidente ritenuti lesivi per le guardie. Art. 13) Il direttore esecutivo è eletto dai membri del consiglio dei soci, ma non è obbligatorio eleg- gerlo. Questi fa parte del consiglio direttivo e si occupa di supervisionare i vari progetti della società e fa in modo che questi siano portati avanti. Rimane in carica per un anno. Art. 14) I direttori responsabili sono a capo di un certo progetto di ricerca e/conservazione e si preoc- cupano di gestire le azioni che sono collegate a questo progetto. Il fondatore di un certo progetto ne prende la direzione o può delegarla a qualcun altro; in altri casi sarà il consiglio direttivo a eleggere il direttore per un certo progetto. Una persona può dirigere più progetti insieme. CONSIGLIO DIRETTIVO Art. 15) Il consiglio direttivo è composto dal presidente di società, dal vice-presidente ,dal rappre- sentante dei soci e facoltativamente da un direttore esecutivo. Il consiglio direttivo può decidere l‟espulsione di un socio e eventuali modifiche dello statuto; inoltre si consulta per prendere le deci- sioni più importanti e gravose.
  • 6. PAGINA 6 RICONOSCIMENTI E PUNIZIONI Art. 16) Per salvataggi e partecipazioni a progetti il presidente di società può assegnare ai soci vari riconoscimenti: Nastro azzurro: per aver salvato invertebrati o per piccoli interventi. Nastro verde: vale due nastri azzurri e viene dato per la partecipazione a pro- grammi e operazioni della società. Nastro rosso: vale due nastri azzurri e viene dato per un salvataggio finito male di un rettile, anfibio, uccello o mammifero quando il socio premiato ha cercato in tutti i modi di evitare la drastica fine dell‟operazione. Stella di bronzo: vale due nastri azzurri e viene data per interventi di mag- giore importanza o per altro per decisione del presidente. Stella d‟argento: vale due stelle di bronzo e viene data per il salvataggio di animali come anfibi e rettili o per altro per decisone del presidente. Stella d‟oro: è il massimo fregio della società, vale due stelle d‟argento e vie- ne conferito quando ad essere salvati sono stati vertebrati come uccelli e mammiferi o per altro per decisione del presidente. Art 17) Ogni trasgressione a un articolo può essere punita per decisione del pre- sidente di sezione di cui il colpevole fa parte con un Nastro nero. Quando un guardiano totalizza tre nastri neri, il consiglio direttivo può decidere di espeller- lo dalla società. Un nastro nero viene tolto solo se il punito ottiene una stella di bronzo, che verrà cancellata assieme al nastro nero. Nel caso il punito abbia già vari riconoscimenti, gli verrà tolto quello più alto che ha secondo la scala detta- ta nello statuto. Nel caso un socio trasgredisse l‟articolo 2, il consiglio direttivo dovrà immediatamente decidere se espellerlo o no. Art. 18) Le spille di cui si fregiano i soci sono: Spilla di società: è portata da tutti i soci e raffigura il logo della società Spilla della stella d‟oro: è portata dai soci che sono stati fregiati del ricono- scimento della stella d‟oro per decisione del presidente della società. E‟ composta da una stella gialla a cinque punte su sfondo marrone. Spilla onorifica: E‟ conferita per iniziativa e decisione del consiglio dei soci a persone che hanno svolto un ruolo importante nell‟evoluzione della società: per esempio ex presidenti di società e sezioni molto abili duran- te la carica, fondatori di nuove sezioni, promotori di progetti di ricerca e/ o conservazione. Si compone di un planisfero nero su sfondo blu. Lo sfondo è rosso per gli esterni a cui viene dato il titolo di “socio onorario” Spilla presidenziale: E’ portata dal solo presidente di società, è unica e viene passata di presidente in presidente. E‟ composta dal logo della società ma con lo sfondo rosso. Spilla commemorativa: Spilla conferita ai partecipanti a un progetto di con- servazione e/o ricerca importante. IL NATURALISTA
  • 7. ANNO 1 NUMERO 3 PAGINA 7 Stanno scomparendo TIGRE DEL BENGALA Nome scientifico: Famiglia: Felini Ordine: Carnivori Classe: Mammiferi Habitat: mangrovie- ti, foreste pluviali tropicali, foreste monsoniche tropicali foreste temperate, foreste di conifere. Distribuzione: India, Nepal Alimentazione: bu- fali, conigli, cervi, capre, cinghiali, gaur (Specie di di buoi) Peso: fino a 630 Kg Lunghezza: fino a 4.6 m Stato di conserva- zione: In pericolo Le culture antiche vedevano la tigre come una divinità e diceva che fosse “uno spirito inquieto che può comparire in diverse forme”. Purtroppo questi animali sono stati sradicati dalla faccia della terra, uccisi per la passione della caccia o per paura o per denaro. In alcuni paesi asiatici inoltre le ossa ed altre parti del corpo della tigre sono usati come medicinali, e questo fa sì che vari bracconieri le uccidano illegalmente per poi venderne il corpo in nero alle industrie farmaceutiche. Animali solitari, le tigre vivono e vanno a caccia da sole, ad eccezione del breve periodo dell‟accoppiamento e di quello passato dalla madre con i cuc- cioli. Le tigri adulte controllano un ampio territorio, che nel caso di alcuni maschi può essere anche di centinaia di chilometri. Le tigri che vivono in territori confinanti si conoscono fra loro e talvolta si dividono le prede. Pos- -Testo di A. P. Car- sono però nascere sanguinose lotte se compare una tigre sconosciuta o se una niti tigre tenta di rubare cibo all‟altra. -Foto prese da www.ngm.com Anche se spesso attaccano l‟uomo e sono altamente nocive per il bestiame, se la tigre dovesse per sempre sparire credo che tutti, sia noi occidentali che i contadini autoctoni, saremmo dispiaciuti della perdita del misterioso e leg- giadro spirito sanguinario dell‟India. Alessandro Paolo Carniti
  • 8. PAGINA 8 I nostri amici LA GERARCHIA CASALINGA Secondo quanto scoperto sulle sue origini, il cane è attualmente considerato una sotto—specie del lupo. Per questo motivo può essere utile studiare il comportamento dei lupi per comprendere il comportamento del cane domestico. A questo proposito devo specificare che questo non è del tutto corretto e, nel campo dell‟etologia, si discute molto delle similitudini tra lupo e cani. Il cane infatti è stato sottoposto dall‟uomo ad una forte selezione geneti- ca che ha prodotto un grandissimo numero di razze differenti. I cani domestici, inoltre, vivono a stretto contatto con l‟uomo e questo ha inevitabilmente prodotto dei comportamenti specifici che non ritroviamo nel lupo. Te- nendo conto delle debite considerazioni, lo studio del lupo può comunque aiutarci, come vedremo in seguito. I lupi, come i cani, sono animali sociali che vivono in branco. Il branco è una sorta di grande famiglia compo- sta da entrambi i sessi. Il branco si muove, caccia e si ciba insieme. Gli accoppiamenti avvengono all‟interno del branco e tutti i componenti cooperano per la difesa e la crescita dei cuccioli. All’interno del branco esiste una gerarchia, cioè ci sono soggetti dominanti e soggetti sottomessi secondo una scala gerarchica. Il “capo branco” o “leader” o “individuo alfa” è il soggetto a cui tutti gli altri sono sottomessi, cui tutti fanno riferimento e che prende le decisioni per il branco intero. Lui è il primo ad avere accesso a tutte le risorse: il cibo, il luogo di riposo, le femmine. Dopo di lui, a scala, ci sono tutti gli altri, fino al più subordinato. La gerarchia non è rigida, ma può cambiare col tempo. Maschi e femmine tendono ad avere gerarchie separate. I soggetti dominanti hanno accesso secondo un ordine preciso alle risorse e tendono sempre ad instigare le atti- vità del gruppo. Generalmente sono i lupi più adulti e più forti. I sottomessi, in ordine, accederanno solo in se- guito alle risorse. Il più subordinato, che potrebbe essere il più giovane o il meno forte, è l‟ultimo. Ci sono soggetti che hanno un temperamento dominante e tendono sempre a voler raggiungere il “rango” più elevato. Può capitare che questi soggetti, una volta maturi, riescano a risalire la scala gerarchica e a diventare dominanti. Scott e Fuller (1965) hanno dimostrato che i cuccioli che abbiano avuto contatti con l‟uomo prima delle 12-14 settimane di vita, considereranno i loro proprietari come componenti del proprio branco. Alcuni di questi cani considereranno quindi a formare una relazione di dominanza/sottomissione con i componenti umani del branco. Comprendere come si comporta un cane leader è essenziale per comprendere come comportarci con il nostro cane. Infatti per il cane noi dobbiamo essere il suo branco, dobbiamo creare la giusta scala gerarchica. Que- sto, anche se è sempre vero, lo è in particolar modo per quei proprietari che notano nel loro cane una spiccata tendenza ad essere dominanti nei loro confronti. Questo però non significa essere più forti di lui, più cattivi o più aggressivi. Un vero capo branco infatti, non ricorre praticamente mai alla violenza: sono il suo comportamento generale, gli atteggiamenti nei confronti delle risorse ed il linguaggio de l corpo a dimostrarlo. Se siamo violenti con un cane, se lo sgri- diamo fisicamente o se continuiamo a gridare contro di lui non capirà mai che siamo i leader cui affidar- si, ma solo ad avere paura e a voler scappare da noi. Dobbiamo dimostrare al cane che siamo i leader e che lui deve far riferimento a noi per qualsiasi cosa, che può fidarsi di noi come capobranco: In una famiglia il cane deve essere il soggetto più subordinato IL NATURALISTA
  • 9. ANNO 1 NUMERO 3 PAGINA 9 mentre le persone devono essere tutte considerate un gradino più alto nella scala gerarchica. Questo permette a noi di poter controllare il cane, ma anche al cane di sentirsi più tranquillo e sereno. I cani infatti hanno bisogno di un leader, un soggetto che decida per loro, un individuo di cui possano ciecamente fidarsi, a cui possano rife- rirsi in ogni momento, questo li rende meno insicuri ed ansiosi. E questo leader dobbiamo essere noi. Analizziamo allora come si comporta un leader. Il capo branco: A) Mangia per primo B) Cammina davanti a tutti, è il primo a passare attraverso porte, recinti ecc. C) Decide lui quando è il momento di andare a caccia, quando è il momento di riposare o quando giocare D) Dorme più in alto degli altri, per tenere sotto controllo il territorio E) Ha accesso per primo alle femmine Una volta compresi questi punti fondamentali siamo in grado di applicarli al cane, in modo tale da stabili- re la giusta gerarchia: A) Il cane deve sempre mangiare per ultimo, dopo che la famiglia ha terminato. Questo perché se lo facessi- mo mangiare prima lui percepirebbe se stesso come il leader che ha accesso per primo al cibo e noi come i subordinati che mangiano dopo di lui. B) Il cane deve essere l‟ultimo a passare porte, cancelli, ecc. Per lo stesso motivo sopra descritto. C) Dobbiamo essere noi a decidere i tempi di gioco, riposo e alimentazione. Il leader del branco, come detto in precedenza, decide quando andare a caccia, quando riposare, ecc. Il leader prende l‟iniziativa: il subor- dinata, ad esempio, deve attendere che esso decida di giocare con lui, altrimenti dovrà attendere. Così dob- biamo essere noi a voler iniziare il gioco con il nostro cane. Se il cane viene e cerca un contatto per gioca- re, noi dobbiamo ignorarlo un momento. Non bisogna sgridarlo, semplicemente rimanere indifferenti ai suoi tentativi di richiamare la nostra attenzione. Quando se ne sarà andato, allora prenderemo la pallina e lo inviteremo a giocare. Sono passati pochi minuti, ma il cane percepisce che siamo noi a decidere quando giocare o meno. D) Il cane non deve dormire nel letto, ma sempre in una posizione più bassa della nostra. Siamo noi che rima- nendo più in alto, controlliamo la situazione e ci prendiamo cura del branco. Queste indicazioni andrebbero applicate sempre, anche se bisogna considerare il tipo di carattere di ogni cane. Infatti è soprattutto con i cani più dominanti che queste regole diventano essenziali. Non tutti i cani sono por- tati ad essere dominanti. Alcuni possono assumere atteggiamenti sottomessi in alcune situazioni (ad esempio nei corsi di addestramento) ed in altre situazioni dimostrarsi dominanti (ad esempio a casa). I proprietari di cani dominanti, devono portare molta attenzione nel mantenere chiara la scala gerarchica, per non essere sopraffatti dal cane e poterlo gestire in modo tranquillo. Eleonora Mentaschi
  • 10. PAGINA 10 GLI ARTICOLI Cara pianta, tu mi aiuti a respirare Atmosfera pesante, aria irrespirabile…quando si parla di inquina- mento atmosferico, solitamente si pensa agli agglomerati urbani sorti attorno a grandi fabbriche, si pensa a grandi ed affollati luoghi pub- blici, si pensa allo smog urbano. Quasi mai il pensiero si rivolge all‟inquinamento rilevabile all‟interno di ogni singola casa. Ciascuno di noi, a fine giornata, rientra nella propria abitazione convinto di la- sciarsi alle spalle il tanto e troppo inquinamento che ci circonda ogni giorno. Ma siamo sicuri che l‟aria che respiriamo a casa nostra sia leggera, pura e non inquinata? Tutti, da tempo, siamo vittime di inquinanti chimici provenienti dai vari materiali da costruzione, dai tanti apparecchi vari, mobili,stufe, etc. Immagine di una Accurati studi scientifici, hanno contribuito a scoprire che nella no- Dracena stra “home sweet home”, non siamo per nulla al riparo! Negli anni ‟80, la NASA condusse studi sulla qualità dell‟aria nelle stazioni spa- ziali abitate, constatando che talune piante avevano la capacità di as- sorbire gli inquinanti presenti nell‟atmosfera. In Francia, il “Centre Scientifique et Technique du Batiment”, la Facoltà di Farmacia di Lille e il “Laboratoire Physico-chimie des Processus de Combustione t de l‟Atmosphère (PC2A) de l‟Université des Sciences et Technolo- gies di Lille, hanno condotto congiuntamente uno studio sull‟argomento con il programma Phyt‟air. (Programma di ricerca sulla fattibilità della bio-sorveglianza dell‟aria all‟interno degli edifi- ci attraverso le piante). Gli studi internazionali non cessano di prose- guire perché ogni pianta è in grado di disinquinare l‟atmosfera di- ventando senza dubbio un prezioso e necessario aiuto all‟essere uma- no aiutandolo nella sua funzione primaria, la respirazione! Le piante verdi arricchiscono l‟aria di ossigeno vitale ed assorbono l‟anidride carbonica che può rivelarsi tossica in forti concentrazioni (dal 7%).In ogni locale della casa possono essere messe “piante”, camere da letto comprese. Malgrado una credenza diffusa, l‟emissione di anidride carbonica delle piante da interno è assai trascurabile rispetto alla quantità di ossigeno rilasciata durante il giorno. I ricercatori hanno dimostrato la funzione purificante di diverse piante sugli inquinanti IL NATURALISTA
  • 11. ANNO 1 NUMERO 3 PAGINA 11 dissolti nell‟aria. Non si tratta di un semplice assorbimento, ma di un vero e proprio processo messo in atto da quasi tutte le piante. Ma quali piante e in quale stanza della casa, per aiutare la nostra respirazione? Si suggeriscono: cactus (contro le radiazioni elettromagnetiche), aglaonema (contro il benzene), ficus elastica (assorbimento della formaldeide), spatifilio (contro il benzene, lo xilene, la formaldeide, l‟ammoniaca)…piante adatte in un ufficio e nel bagno. Ficus Benjamina, Aglaonema, Dracena “Warneckei”, Gerbera, Raphis (contro tutti i tipi di inquinamento provocati da moquette, colle, tende lavate a secco, fumo di sigaretta, mobili in truciolato)…piante adatte alla camera da letto di adulti. Felce di Boston, Clorofito, Dracena, (contro tutti i tipi di inquinamento provocati da moquette, cera, vernice) e Spatifilio (contro benzene, xilene, formaldeide, ammoniaca) …piante adatte alla camera da letto di bambini. Dracena, Anturium, Raphis, Ficus Benjamina, Spatifilio…piante adatte in cucina. Ficus Benjamina, Dracena, Palma da dattero, Filodendro, Sansevieria, Dracena, Po- tos,Clorofito, Aglaonema, Spatifilio…piante adatte in soggiorno. Insomma come da sopra, per ogni locale della casa, si potrà trovare una pianta da collo- care la cui scelta dipenderà dallo spazio a disposizione, dal gusto personale, da quanto si vuole spendere per l‟acquisto della pianta stessa. La Palma d‟oro contro tutte le categorie di inquinanti (fatta eccezione per il monossido di carbonio) va sicuramente allo Spatifilio. Ad oggi non si è in grado di sapere quante piante occorrano per raggiungere lo scopo di disinquinamento totale all‟interno di un appartamento, né se debbano essere sostituite e con quale frequenza, ma la presenza di qualche pianta fra quelle suggerite abbellirà co- munque le nostre case e contribuirà, senza dubbio alcuno, a migliorare la nostra sensa- zione di benessere e ci aiuterà a respirare meglio! P.S. Caro “Il Naturalista”, ricordati di dare sempre spazio al mondo vegetale, come fai con tanta bravura con quello animale, perché molte specie sono in pericolo di estinzio- ne…impegnamoci a salvaguardare il patrimonio vegetale, tutti, anche assieme a GDN! Marina Rimazza
  • 12. PAGINA 12 In queste pagine: SOPRA: Immagini di Ficus ACCANTO IN ALTO: Immagine di Spatifilio ACCANTO IN BASSO: Immagine di Felce di Boston (Foto prese da siti web) IL NATURALISTA
  • 13. ANNO 1 NUMERO 3 PAGINA 13
  • 14. PAGINA 14 Gli alberi nella storia dei giardini L‟uomo ha sempre subito il fascino dell‟albero, questo dispensatore di ombra e di quiete, che forse ha colpito la sua fantasia sia perché supera di tanto la durata “L’uomo ha della sua esistenza sia per l‟impressione di forza che offre il suo possente tron- sempre subito co; a cui però non vanno disgiunte né la poesia che scaturisce dal canto degli il fascino uccelli ospiti fra le sue fronde né la gratitudine per essere talvolta generoso di cibo e di protezione. dell’albero, questo dispen- Certo la prima manifestazione dell‟uomo nei riguardi degli alberi fu quella di rispetto religioso, comune d‟altra parte a tutte le cose che venivano divinizzate, satore di om- come testimoniano i boschi sacri presso i Greci, i Romani, i Galli e i Germani . bra e di quiete I primi consacrarono la quercia la sommo Giove e il frassino a Poseidone. La …” quercia fu sacra anche alle popolazioni celtiche e a quelle germaniche che la dedicarono a Thor. Che anche l‟uomo moderno avverta ancora qualcosa di arcano e di nobile nell‟albero ce lo indica però la loro scelta quali testimoni dell‟estremo sacrifi- cio dei combattenti nei „ Parchi della Rimembranza‟. Dall‟antichità abbiamo notizie di giardini egizi a disposizione regolare di quelli assiro-babilonesi pensili con viali rettilinei di quelli greci di tipo più naturale con alberi a gruppi e aiuole di fiori. Maggiori notizie si hanno sui giardini ro- mani il cui fulcro era rappresentato da un piazzale con fontane e viali perpendi- colari di cipressi, pini, lecci, palme, olivi, tigli insieme a siepi di rosmarino, mirto e bosso con gruppi di agrifogli e lauri. Fin da molti secoli avanti Cristo il giardino cinese, era in fiore con la sua strut- tura irregolare; gli elementi che lo costituivano erano assai complessi; in essi si sfruttavano sapientemente le acque le rocce le grotte e boschetti. Gli alberi era- no i pruni da fiore gli aceri nani le magnolie, le camelie, i bambù, le ortensie etc.. Il giardino giapponese estremamente allusivo e simbolico con conifere nane. Nel giardino islamico grande importanza rivestiva l‟acqua (vedi l‟Alhambra a Granata) che serviva a mitigare la temperatura nei numerosi cortili. Nel Medioevo i giardini si rinserrarono fra le mura dei castelli e dei monasteri con piante da frutto. Nel rinascimento abbiamo il giardino all‟italiana caratterizzato da rigorosità geometrica siepi di sempreverdi, pergolati , labirinti e alberi dalla chioma rego- lare. Gli alberi formavano gruppi con finalità „costruttive‟. Lo stile rigoroso del giardino all‟italiana fu ripreso e rielaborato in Francia per merito del grande Le Notre che inserì l‟importante elemento della prospettiva. Il giardino all‟inglese pittorico o naturale cerca di adeguarsi al paesaggio circo- IL NATURALISTA
  • 15. ANNO 1 NUMERO 3 PAGINA 15 -stante, si abbandona la simmetria e si da importanza ai prati verdi ben curati, viali ad andamento sinu- oso. Gli alberi isolati erano di grande sviluppo e i boschetti a contorno irregolare composti di solito da una stessa specie. Nel nostro secolo è da notare la diffusione dei giardini pubblici cittadini a scapito di quelli privati as- solvendo funzioni sociali in quanto disponibili per tutti i cittadini. La scelta delle piante in un giardino dipende dalle caratteristiche peculiari: una latifoglia ombreggia durante la stagione calda, ma è spoglia d‟inverno mentre le conifere non sono piante da ombra però mantengono il loro effetto decorativo. Anche le consociazioni fra alberi e arbusti dovranno essere scel- te con cura al fine di evitare contrasti di forme e di colori. Inoltre è importante scegliere le specie in base al loro futuro sviluppo se un giardino è di limitata superficie. Per concludere l‟albero ha sempre occupato una parte molto importante nella vita dell‟uomo e possia- mo senza dubbio aggiungere che l‟uomo non potrebbe esistere senza gli alberi Nadia Fagioli
  • 16. PAGINA 16 Le foreste primarie Alberi, eleganti ed imponenti, ma per noi non sono altro che decorazioni delle vie cittadine. Infatti non bisogna assolutamente scordare il ruolo primario che gli alberi e tutte le altre piante svolgono nel ciclo della vita sul nostro pianete: noi tutti sappiamo che le piante, attraverso la fotosintesi clorofilliana, immettono nell‟atmosfera terrestre l‟ossigeno che ci permette di vivere. Naturalmente non grazie ai due alberi dei parchi cittadini l‟ossigeno necessario per far vivere mi- liardi di esseri viventi continua ad essere prodotto né per mezzo di boschi e fore- ste dalla piccola estensione; così proprio per questo, sono di vitale importanza le grandi foreste della Terra, le cosiddette “Foreste primarie”. Le foreste primarie della Terra costituiscono il “polmone verde” del nostro pia- neta; esse sono la nostra riserva di ossigeno, e inoltre regolano la temperatura, impediscono i processi di smottamento del terreno, e riducono la quantità di bi- ossido di carbonio (CO2) che viene rilasciato nell’atmosfera, fissandolo attraver- so il processo della fotosintesi. Insomma, esse permettono di mantenere l‟equilibrio dell‟ecosistema necessario alla vita del nostro pianeta. E‟ per tutti questi motivi che la loro riduzione, che negli ultimi decenni ha avuto un‟accelerazione incontrollata, causa serie preoccupazioni per il corretto equili- brio dell‟ecosistema Terra e rientra tra i grandi danni ambientali causati dall‟uomo. Le grandi foreste mondiali sono: Foreste del Nord America: tra il Canada meridionale e gli Stati Uniti, si esten- dono vaste zone boschive, in cui vive circa il 28% del totale di alberi nel mondo. In queste foreste boreali, di conifere e latifoglie, vivono molte ani- mali e vegetali e grandi mammiferi come lupi, alci, cervi e orsi bruni, sicu- ramente simboli di queste foreste e animali emblemi di tutto il Nord Ameri- ca. Purtroppo però in questa zona alcune aree non sono collegate tra loro, e gli animali non possono per questo muoversi liberamente sul territorio se- condo le proprie necessità. Inoltre ogni anno 10 mila chilometri quadrati di foresta vengono abbattuti in questa immensa zona. IL NATURALISTA
  • 17. ANNO 1 NUMERO 3 PAGINA 17 Foreste del Cile: In questo paese me- ridionale ci sono vaste foreste di arau- caria, che ospitano varie tribù di popo- li indios e vari animali. Qui abita an- che un timido e poco famoso animale: il cervo delle Ande (Hippocamelus bisulcus), diffuso solamente nelle fo- reste della parte meridionale delle An- de. Foreste del Pacifico: situate sulle co- ste dell‟oceano pacifico e sulle grandi isole come Borneo, Nuova Guinea …) variegate e immense, queste foreste sono l‟habitat di migliaia di specie vegetali (Tra cui più di 2000 specie di orchidee). Qui abitano an- che varie specie di scimmie, di cui una, l‟orangutang (Pongo pygmeus) è un nostro stretto parente. Foreste dell’Europa: le grandi foreste europee ospitano solo il 3 % del quantitativo di alberi nel mondo e si trovano tra la Scandinavia e la Russia. Abitate da antichi popoli che allevano renne, que- ste foreste sono continuamente minacciate dall‟industria del legno. Foresta dell’Amazzonia: la foresta amazzonica è sicuramente la più grande foresta del mondo: la maggior parte del territorio che ricopre non è mai stato esplorato e nasconde dentro di sé migliaia di specie vegetali e animali, in gran parte sconosciuti. Ci sono note 60.000 specie vegetali, 1000 di uc- celli e 300 di mammiferi (Di cui il più famoso è sicuramente il giaguaro) e ancora molte di più di in- setti e artropodi in generale. Questa estensione di territorio purtroppo però favorisce anche contrab- bando di qualunque cosa su sconosciute vie nella foresta e ovviamente il disbo- scamento intensivo, spesso praticato ille- galmente. In appena tre decenni, sono stati distrutti più di 55 mi- lioni di ettari di fore- sta. Foreste pluviali a- fricane: Di queste immense foreste plu- viali purtroppo abbia- mo già perso l‟85 %. Anche qui il legname viene illegalmente
  • 18. PAGINA 18 (Almeno nella maggior parte dei casi) prelevato, minacciando la vita di mol- te specie animali e vegetali tra cui lo scimpanzé, il gorilla e il timido elefante delle foreste, da poco riconosciuto specie a sé stante (Loxodonta cyclotis) Foreste della Siberia: Sebbene se ne senta parlare poco la foresta siberiana è la più vasto zona boschiva del mondo intero, abi- tata da fantastiche creature adattate per so- pravvivere ai rigidi inverni russi, come la tigre siberiana, l‟orso dell‟ Himalaia o il cervo muschiato. Quali sono le principali minacce per la sopravvivenza delle foreste primarie? Deforestazione: l‟avanzata umana per prelevare legno, costruire campi col- tivati, abitazioni, strade, ecc. causa il disboscamento e quindi la morte di piante, la distruzione di habitat per gli animali e il rimpicciolimento delle foreste stesse. Effetto serra: più appropriatamente “aumento dell‟effetto serra”, è dovuto all‟innalzamento della concentrazione nell‟aria dei cosiddetti “gas ser- ra” (Anidride carbonica, vapore acqueo, metano … ) e causa l‟innalzamento della temperatura media della Terra. L‟aumento di anidride carbonica è cau- sato principalmente dalla combustione dei combustibili fossili per il traffico aereo e veicolare e per la produzione di energia. L‟aumento della temperatu- ra terrestre è nocivo per le piante e gli animali delle foreste perché sono spe- cie abituare a vivere a una determinata temperatura che, se alterata, causa una modificazione del loto bioritmo. Piogge acide: la pioggia naturale senza inquinamento è debolmente acida a causa della presenza di CO2 , disciolta nella pioggia stessa. L’impiego di combustibili (legno, carbone, petrolio e gas) dà luogo a inquinanti come os- sidi di zolfo (SOx ) e ossidi di azoto (NOx ), che si trasformano nell’aria in acido solforico (H2SO4 ) e acido nitrico (HNO3) che sono acidi minerali forti che innalzano l‟acidità della pioggia. Le piogge acide hanno un effetto disa- stroso sul suolo e sulla vegetazione delle foreste. L‟aumento di acidità del IL NATURALISTA
  • 19. ANNO 1 NUMERO 3 PAGINA 19 terreno (cioè abbassamento del pH) può compromettere l‟attività dei molti processi microbiologici che vi hanno luogo. Il terreno si impoverisce di calcio, magnesio, potassio, sodio, utili elementi per le piante. Il meccanismo di aggressione delle piogge acide sulla vegetazione è sia diretto che indiret- to: diretto, attraverso il fogliame che, esposto direttamente alle precipitazioni subisce modificazioni quali rallentamento della crescita, ingiallimento e precoce caduta; indiretto, attraverso la modifica- zione della composizione del terreno. Infatti nel suolo si libera lo ione alluminio che può sostituire il calcio causando una diminuzione dell‟apporto di nutrimento; le piante si indeboliscono diventando più esposte all‟attacco di insetti, parassiti e varie malattie. Per questi tre motivi le foreste e i loro animali stanno scomparendo. Non più di un quinto delle fore- ste originarie del pianeta è rimasto intatto. E‟ opportuno ricordare che molte specie di animali e ve- getali vengono fatte estinguere prima ancora di essere state scoperte! Se si continua di questo passo, si può stimare che nel giro di 20 anni circa le foreste primarie saranno dimezzate, con orribili conse- guenze!!! Alessandro Paolo Carniti
  • 20. La rivista “Il Naturalista” esce ogni tre mesi e ed è la rivista sociale della associa- GDN zione GDN, società ambientalistica che riunisce amanti, soprattutto giovani, della natura Guardiani Della Natura REDAZIONE Presidente: A. P. Carniti Capo-redattore: Alessandro P. Carniti Vice-presidente: G. Ronzani Responsabili rubriche: Eleonora Mentaschi, Rappresentante dei soci P. Pastorino Guglielmo Ronzani Correttrice bozze: Cinzia Callegaro E-mail: alessandrop,carniti@fastwebnet.it Consulenza scientifica: Antonella Gervasini, Alessandro P. Carniti “Mai dubitare che un piccolo Responsabile grafica e impaginazione: gruppo di persone possa cambiare A.P.Carniti il mondo, perché è l’unica cosa che è sempre successa” GDN Per i più piccoli Una famiglia di orsi, famigliola di orsi ave- primo ma una talpa composta da orso va viveri per l’inverno gli tirò una zampata Grizzly, orsa bruna, la ma nessun riparo. sul muso. madre e la figlia or- I castori si offrirono Dopo una lotta con setta bianca, aveva per ospitarli, ma la un porcospino e una trovato durante loro casetta di legno con un lupo la fami- l’estate un bel posto era troppo piccola. glia orsi trovò una ta- per passare l’inverno, Chiesero ad un gufo na adatta a loro. vicino al fiume e vici- ma questi disse che Questa tana era stata no a dove passavano le uniche tane vuote costruita da un grup- i salmoni. Ma alla fine che conosceva si tro- po di ambientalisti dell’estate una inon- vano sugli alberi. che aveva saputo dazione distrusse tut- Dopo un po’ di tempo dell’allagamento di te la loro caverna, videro una bella buca alcune tane per orsi. anche se portò sulla accogliente: orso Cecilia Paola Carniti terraferma molti sal- Grizzly ci entrò per moni morti. Per ciò la