2. Milano soffoca.
Sotto una coltre di metallo.
650,000 autovetture private immatricolate a Milano dispongono
di 150,000 posti in box.
500,000 autovetture “senza fissa dimora”, di cui 360,000
posteggiate in strada. Sempre, in ogni momento del giorno e
della notte.
400.000 tonnellate di metalli, plastiche e vetro abbandonate in
strada, in un ammasso lungo 2,000km.
5,5 miliardi di euro sprecati, che ci costano anche1 miliardo di
euro l’anno come privati ed almeno 250 milioni di euro come
collettività.
3. Community Cars
Con la tecnologia già oggi disponibile, il servizio effettuato
dalle 400.000 auto private senza fissa dimora, non di lusso,
ed utilizzate pochissimo può essere svolto da un parco auto
comunitario di dimensioni minime.
Potremmo infatti attivare via cellulare un'auto pienamente
connesse al flusso informativo che è stata appena utilizzata
da qualcun altro e che ci attende sotto casa o ufficio, usarla, e
lasciarla disponibile per un altro utente a fine tragitto, che nel
frattempo l'avrà attivata via cellulare...
4. Car Sharing
RISULTATI SCORAGGIANTI E FALLIMENTARI:
• RIDUZIONE IMPERCETTIBILE DEL PARCO AUTO
• MANCATO UTILIZZO PARCO AUTO ESISTENTE.
• UTENTI MARGINALI
• LIVELLO DEL SERVIZIO INSUFFICIENTE
• TARIFFE SUPERIORI AI COSTI DELL'AUTO PROPRIA
• IN-SOSTENIBILITA’ ECONOMICA
• ROTAZIONE INSUFFICIENTE DELLA FLOTTA
5. Community Cars: Principi
• Visione chiara ed adeguata ai grandi numeri
• Utilizzo di risorse già esistenti
• Partecipazione attiva stakeholders (in primis, utenti)
• Massimo utilizzo di tecnologie abilitanti disponibili
• Livello di servizio elevato
• Costi accettabili per l’utente (es.tariffe km ACI)
• Sostenibilità economica
• Massimo utilizzo del parco auto comunitario
6. Community Cars: Impresa Sociale
Idealmente, il disegno e la gestione del sistema comunitario
dovrebbero essere effettuate da un soggetto collettivo che
possa “comporre” gli interessi degli stakeholders pubblici,
privati, e della società civile in forma d’impresa.
Poiché gli automobilisti privati ne sarebbero i maggiori
finanziatori ed utenti, potrebbero e dovrebbero anche esserne
i proprietari.
Questa attività si configurerebbe allora come vera impresa
sociale, in grado di massimizzare il valore creato (migliorando
il servizio, riducendo i rischi e liberando risorse/spazi per altri
utilizzi) e di minimizzare quello estratto, con tariffe/prezzi che
possano diminuire i costi privati, e quelli collettivi e pubblici
7. Community Cars: Percorso possibile
1. Valutazione ipotesi di base e pre-fattibilità
2. Animazione
3. Sperimentazione Virtuale 1
4. Sperimentazione Virtuale 2 - Fattibilità
5. Business Plan: Design e Roll Out
8. Community Cars: Tempi
In tempo per l’Expo 2015, Milano potrebbe:
- aver verificato la fattibilità economica e
tecnica delle Community Cars;
- aver avviato e testato le sperimentazioni
virtuali;
- inaugurare il servizio (anche su base
modulare integrabile ed espandibile).