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Progetto Factor 20 - Seminario
La sfida della sostenibilità energetica
per le imprese agricole

Novamont ed il suo modello di bioraffineria
integrata

Michele Falce ( Novamont S.p.A. )

Metaponto, 9 dicembre 2013
LA STORIA (1989)

ERIDANIA-BEGHIN SAY
MATERIE PRIME AGRICOLE

MONTECATINI
TECNOLOGIE CHIMICHE

FERTEC
FERRUZZI
RESEARCH
AND
TECHNOLOGIES

PROGETTI DI RICERCA&SVILUPPO
CON FOCUS SU: MATERIALI,
COBUILDERS PER DETERGENZA,
BIOCARBURANTI, ADDITIVI PER
CARTA, INTERMEDI CHIMICI DA
HYDROCRACKING, ETC.

INTEGRAZIONE DI CHIMICA,
AGRICOLTURA E AMBIENTE

“CHIMICA VIVENTE PER LA QUALITÀ DELLA VITA”
LA NOSTRA MISSION

Chimica Vivente per la Qualità della Vita

Sviluppare materiali e biochemicals attraverso l’integrazione
di chimica e agricoltura, attivando
bioraffinerie di terza generazione
nel territorio e fornendo soluzioni
applicative che garantiscano lungo
tutto il ciclo di vita un uso efficiente
delle risorse con vantaggi sociali,
economici ed ambientali di sistema.
BIORAFFINERIE
DI TERZA GENERAZIONE
Cos’è una bioraffineria di terza generazione integrata nel territorio?
Dedicata primariamente alla
produzione di chemicals e bioplastiche

Diverse materie prime locali
(aridocolture, scarti, etc. - rispetto per
la biodiversità)
Utilizzo di aree marginali e rilancio di
siti deindustrializzati
Integrazione di un’ampia e crescente
gamma di tecnologie ed impianti
Energia prodotta da “scarti” grazie a
tecnologie a basso impatto

Investimenti in:
Ricerca
Impianti
Formazione delle Risorse Umane
Multidisciplinarietà

Creazione di partnership
NOVAMONT COME IMPRESA
INDUSTRIALE
1996 - Centro di ricerca → 2012 - Fatturato di 140 mln/€

Pioniere e market leader nel
settore delle bioplastiche da
fonti rinnovabili

Disponibilità di un’ampia
gamma di materiali per
applicazioni industriali tailormade: compostaggio,
agricoltura, packaging,
catering, igiene, etc.

Capacità produttiva:
Compounding: 120.000 ton/y
Poliesteri: 70.000 ton/y
Insignita dall’EPO e dalla
Ricerca&Sviluppo come
Commissione Europea del
“motore” dello120 articoli e
Più “Inventore industriale:
premio di sviluppo europeo
Investimenti pari al una del
presentazioni per 5% serie
dell’anno 2007”a congressi
fatturato, negli ultimi 3 anni +62%,
internazionali, circa 1.000
di brevetti depositati tra il
20% 1992 ed il 2001 che hanno
degli addetti impiegati in R&S
brevetti
+consentito la realizzazione
46% per personale di R&S
delle prime bioplastiche da
fonti rinnovabili di origine
270 addetti al 31/12/2012
agricola stabilmente entrate
nel mercato
NETWORK DEI SITI
PRODUTTIVI E DI RICERCA
ADRIA (RO) - VENETO
MATER-BIOTECH (100% NOVAMONT)
PRODUZIONE BIO-BUTANDIOLO

NOVARA - PIEMONTE
SEDE GENERALE E
CENTRO DI RICERCA
TERNI - UMBRIA
PRODUZIONE MATER-BI E RICERCA SU
INTERMEDI DA FONTE RINNOVABILE

PATRICA (FR) - LAZIO
PRODUZIONE POLIESTERI

PIANA DI MONTEVERNA (CE) - CAMPANIA
PIATTAFORMA BIOTECNOLOGICA

PORTO TORRES (SS) - SARDEGNA
IL “POLO VERDE”

CENTRO DIREZIONALE
SITI PRODUTTIVI
CENTRI DI R&S
SEDE E CENTRO
DIREZIONALE
NOVARA - PIEMONTE
SITI PRODUTTIVI

TERNI - UMBRIA
PATRICA (FR) - LAZIO

Principali competenze: sviluppo e produzione gradi di
Mater-Bi® e poliesteri, ingegneria di processo, controllo
qualità, tecnologie di compounding, trattamento oli, sintesi
di polimeri a livello pilota.
SITI DI RICERCA (I)

NOVARA - PIEMONTE
TERNI - UMBRIA

Principali competenze: sintesi monomeri, sintesi polimeri,
reologia, caratterizzazione meccanica, caratterizzazioni
chimico-fisiche, tecnologie di trasformazione dei materiali
plastici, biodegradazione, chimica degli oli vegetali e dei
carboidrati, biotecnologie applicate ai chemicals, ecologia
dei pro-dotti ed environmental footprint, ingegneria
SITI DI RICERCA (II)

PIANA DI MONTE VERNA (CE) - CAMPANIA

Nell’ambito della Piattaforma Biotecnologica Novamont
per l’integrazione di processi chimici e biotecnologie
industriali per la produzione di chemicals a partire da
risorse rinnovabili.
Acquisizione di un ramo di azienda da Tecnogen, il centro di
ricerca sulle biotecnologie controllato da Sigma Tau
Finanziaria S.p.A. e da tempo in liquidazione.
Integrazione del capitale di conoscenze e know-how nello
sviluppo di processi fermentativi di Tecnogen con i
programmi di R&S Novamont per lo sviluppo di nuove
filiere. Impatto positivo non solo sul comparto chimico, ma
anche su tutta l’industria a valle e sull’agricoltura.
IL NETWORK NOVAMONT

50%

50%

50%

50%

100%

MATER-BIOTECH
JV 80/20 CON

SINCRO

ORO VERDE
SOC. COOP. AGR.
IL PROGETTO BIO-BDO

MATER-BIOTECH: PROGETTO BIO-BDO
ADRIA (RO) - VENETO
Nell’ambito della Piattaforma Biotecnologica Novamont e
in partnership con
Genomatica, società statunitense leader nello sviluppo di
microrganismi per la produzione di intermedi chimici da
fonti rinnovabili
Riconversione di sito ex BioItalia fermo dal 2006 in primo
impianto dimostrativo per la produzione industriale di
Butandiolo (BDO) da fonte rinnovabile via fermentazione
in unico step
Bio-BDO prodotto per uso captive
Avvio produzione: 2014
Capacità produttiva: circa 20.000 ton/y
IL “POLO VERDE”
IL “POLO VERDE”
PORTO TORRES (SS) - SARDEGNA

Joint Venture 50/50 tra Novamont e
per la
trasformazione del sito chimico ENI di Porto Torres in una
bioraffineria di terza generazione per la produzione di
monomeri bio, biolubrificanti, biofiller, additivi per
elastomeri e bioplastiche.
Filiera agricola integrata: colture pluriennali a basso input,
terreni non irrigui.
Centro di ricerca a supporto dei processi innovativi del sito.
Utilizzo di oli non food e gradualmente di scarti
lignocellulosici per alimentare i diversi impianti.
Matrìca
Le ragioni fondamentali della scelta

•Siamo utilizzatori di olio vegetale meglio se ad alto contenuto di
acido oleico e di biomassa anche per il suo contenuto in cellulosa
ed emicellulose.
•Non vogliamo competere con food e feed ed intendiamo
valorizzare i terreni marginali.
•ISTAT

Il cardo, una coltura non convenzionale dalle molteplici risorse.
Una opportunità per l’agricoltura sarda?
4
Cynara cardunculus L.
• Asteraceae (Compositae)
• Origine Mediterraneo
• Erbacea perenne
•Ciclo di crescita annuale
•Apparato radicale molto sviluppato
•Infiorescenza alte fino a 2-3 metri
•Grossi Capolini raggruppati in corimbi
•Frutti: acheni come nel girasole
C. cardunculus L. subsp. scolymus (L.) Hegi.
(Carciofo)

Cynara cardunculus L. (Raccuia S.A.)

C. cardunculus L. var. sylvestris Lam.
(Cardo selvatico)
C. cardunculus L. var. altilis DC
(Cardo domestico)
3
Le ragioni fondamentali della scelta
•Il CARDO è una specie erbacea perenne dalle radici molto
profonde originaria del bacino del Mediterraneo, che si adatta
perfettamente ai climi caldo aridi. Vegeta nel periodo autunnale ed
invernale quindi sfrutta al meglio tutte le piogge che si concentrano
in queste stagioni, con ottime produzioni di biomassa (da 15 a 20 t
ha-1) in assenza di irrigazione. Inoltre trattandosi di una specie
poliennale le semina viene effettuata solo il primo anno mentre
annualmente si avranno solo costi di raccolta.
•Il particolare ciclo biologico unito alle notevoli potenzialità
produttive consentono di proporre l’impiego di questa specie come
coltura da biomassa in ambiente mediterraneo per l’ottenimento di
specifiche produzioni (biomassa lignocellulosica e seme) senza
irrigazione anche su terreni difficili di aree marginali.
6
Potenziali aree di produzione del cardo

18
Campi di cardo nel sito di Porto Torres

Il bordo rosso indica le semine 2011 il verde quelle 2012. Il bordo blu delimita i 3 campi
sperimentali: cardo alto oleico, cartamo e cardo mariano.
Campi di cardo in Nurra

Cardo seminato fuori pivot
Porto Torres – primo anno
Porto Torres – marzo 2012
Porto Torres – marzo 2013 1/2
Porto Torres – marzo 2013 2/2
Due anni di cardo

9
Porto Torres – maggio 2013
Porto Torres – maggio 2013
Porto Torres – giugno 2013
Porto Torres – agosto 2013
Porto Torres – agosto 2013
Porto Torres – agosto 2013
Porto Torres – agosto 2013
Utilizzazioni della coltura
BIOMASSA

Acheni

Olio

Biomassa lignocellulosica

Proteine

Chimica verde

Radici

Prodotti di Base per
Chimica Verde ed Energia

Alimentazione zootecnica
21
Le direttrici di Ricerca & Sviluppo
1

Consolidamento dei processi produttivi in fase di industrializzazione

Materiali di partenza

Processo

Prodotti finali

Acidi
Monocarbossilici

Biolubrificanti

Acidi Dicarbossilici

Poliesteri

Glicerina

Materiali
Biodegradabili

Oli
Crushing

Girasole

Cardo

(Helianthus
Anuu)

(Carduus)

Cavolo
d‘Abissinia
(Brassica
carinata)
TECNOLOGIE NOVAMONT

R
I
C
E
R
C
A
&
S
V
I
L
U
P
P
O

SVILUPPO
Gir
aso
le
(Hel
iant
SEMI hus
SPECIALIZZATI
Anu
u)

2008

Car
do
(Ca
rdu
us)

COSTRUZIONE
NUOVO
IMPIANTO

Cav
olo
d‘A
biss
inia

COLTURE

DEDICATE

CRUSHING
DEI SEMI

2004

TRATTAMENTI
DELLE BIOMASSE

PROCESSO DIACIDI
C9-C13

AUMENTO
CAPACITÀ
PRODUTTIVA

PROCESSO
POLIESTERI

2004

CENTRALE
ELETTRICA

Mater-Biotech (Bio-1,4 BDO)
(80/20 JV con Genomatica)

ADDITIVI PER GOMME

2011

ALTRI INTERMEDI
CHIMICI

Sincro
BIOLUBRIFICANTI
2011

M
E
R
C
A
T
I
A

B
A
S
S
O

1989

MONOMERO 1: DIACIDI
C9-C13
BIOLUBRIFICANTI

PIATTAFORMA
BIOTECNOLOGICA PER
CHEMICALS:
MONOMERO 2

1997

PROCESSO
AMIDI
COMPLESSATI

N
U
O
V
I

50/50 JV con
Coldiretti

I
M
P
A
T
T
O
Potenziale utilizzazione del cardo coltivato in
Sardegna
Panello di Cardo come integratore proteico nei mangimi destinati alla filiera dell’allevamento
ovi-caprino sardo
Si stima che attualmente vengano importati ogni anno in Sardegna 61.500 tonnellate di Soia, 42.000
tonnellate di piselli, 14.000 tonnellate di favino, 11.000 tonnellate di girasole, 3.000 tonnellate di lupino per
un totale di 131.500 tonnellate di integratori proteici per mangimi

Valore di mercato stimato € 60.000.000

La soia importata e quasi tutta
geneticamente modificata

Costo €/q

Integratore
proteico

%

Pisello, favino

15

30-35

Soia

17

65

utiliz
zata

Il panello di Cardo ottenuto dopo l’estrazione dell’olio costituirebbe un ottimo
sostituto della soia, ottenuto in loco, senza pericolo di OGM e sicuramente più
economico
Potenziale utilizzazione del cardo coltivato in
Sardegna
Appare opportuno rilanciare la filiera apistica in Sardegna
perché dalla sopravvivenza delle api dipende anche quella
dell’ambiente e dell’agricoltura dell’isola.
Questo comparto conta 450 aziende professionali e
circa 2mila hobbisti e produce fra i 6.600 e 8.000
quintali di miele all’anno con una Produzione lorda
vendibile di 2 – 3 milioni di euro, è necessaria una
valorizzazione delle nostre produzioni.
Il miele più caratteristico dell’Isola è certamente quello
di corbezzolo, di aroma e sapore unico, seguito da
quelli di cardo, di asfodelo, d’arancio, di eucaliptus
(maggiormente prodotto), di macchia mediterranea
(frutto del mix di fioriture spontanee) e i
particolarissimi mieli di rosmarino, di cisto, di mirto,
di timo o di erica
Fonte: L’Apicoltore Italiano
*
Cosa si può ricavare dal Cardo?
•Un ottimo fiore per le Api, un incremento alla filiera del miele in
Sardegna
•Un integratore proteico per i mangimi, un sostituto valido ed
economico ai tradizionali integratori proteici (NO OGM)
•Una materia prima per l’Industria Chimica, fonte di olio, cellulosa
e lignina come feedstock per la bioraffineria di Porto Torres
•Degli intermedi per l’industria della Chimica fine e dei prodotti
chimici per la salute

*
La Filiera
Presupposti della ns. filiera:
•impegno contrattuale pluriennale;
•studio di modalità innovative di pricing;
•pagamento differenziato in funzione della qualità del prodotto;
•partecipazione agli utili;
•impegno nella riduzione del costo di produzione:
•
miglioramento management;
•
economie di scala attraverso accordi con fornitori mezzi
tecnici e programmazione fabbisogni;
•
economie nell’uso di macchine ed attrezzi;
•
agricoltura a basso input;
•impegno nell’aumento della PLV:
•
valorizzazione coprodotti;
23
Sincro
Presentazione generale del Progetto
Partner del progetto
1)Sincro – è una società paritetica, cioè JV 50% – 50%, tra
Novamont ed Oro Verde.
2)Novamont – è azienda leader nel settore delle bioplastiche il
cui modello di sviluppo la “Bioraffineria Integrata nel
Territorio” guarda in particolare a filiere integrate tra agricoltura
ed industria.
3)Oro Verde – è una Cooperativa di circa 600 imprenditori
agricoli afferenti a Coldiretti.
Elementi di interesse riguardano l’uso dei
lubrificanti
• Il settore agricolo e quello forestale sono molto interessanti per
l’utilizzazione dei biolubrificanti di origine vegetale poiché comportano
un contatto diretto tra il lubrificante e l’ambiente con la possibilità
di inquinamento del suolo, dell’acqua e delle colture.
– Circa il 50% dei lubrificanti venduti e usati nel mondo sono
dispersi nell'ambiente spesso accidentalmente.
– Tali prodotti sono prevalentemente basati su oli minerali di
origine petrolifera, tossici e scarsamente biodegradabili
costituiscono a tutti gli effetti un considerevole problema per
l’ambiente.
– Al contrario i lubrificanti a base di oli vegetali sono caratterizzati
da elevata biodegradabilità e bassa tossicità ma al momento
rappresentano una fetta molto piccola del mercato dei lubrificanti –
circa il 4% in Europa.
Presentazione generale del Progetto
•Gli agricoltori soci di Oro Verde producono il seme di girasole
alto oleico.
•Sincro lo acquista, estrae l’olio e lo “trasforma” in
biolubrificanti venduti attraverso la rete dei Consorzi Agrari
(CAI).
– UTTO – lubrificante universale per trasmissioni trattori.

– Lubrificanti idraulici a diverso grado di viscosità:
• ISO VG 32 (fluido)
• ISO VG 46 (medio)
• ISO VG 68(viscoso)

– Grasso vegetale al litio.
LA RETE COMMERCIALE

ESCHBORN - DE
PARIS - FR
NOVARA - IT
DANBURY, CT - USA

SEDE PRINCIPALE
SEDI ESTERE
DISTRIBUTORI
Mater-Bi®: Applicazioni Industriali
Pacciamatura biodegradabile in Mater-Bi:
Un ruolo chiave nella riduzione dei rifiuti plastici in agricoltura
I numeri delle plastiche in agricoltura in Italia…e non solo

Le dimensioni del mercato e le tendenze europee: settore film
• In Europa nel 2010 utilizzate 0,58 milioni ton di film per usi
agricoli

• Per il settore film le tre applicazioni principali sono:
insilati: 45 % del totale
serre: 31 % del totale
pacciamatura: 24 % del totale
•Nel Sud Europa si consuma ca. il 50 %
della plastica del settore film
• Spagna, Francia, Italia, Germania e
Benelux sono i paesi a maggior
consumo di film per pacciamatura
(Fonte: Agricultural Film 2010 e 2011, AMI International)
I teli per pacciamatura biodegradabile: quale ruolo?

Perché la pacciamatura biodegradabile in Mater-Bi?
 Non necessita rimozione e smaltimento alla fine dell’uso: la
pacciamatura biodegradabile deve essere incorporata nel terreno
dove biodegrada = riduzione netta di rifiuti plastici a fine ciclo

 Riduzione di costi di lavorazione e manodopera (rimozione,
smaltimento, trasporto)
 Riduzione di impatti sull’ambiente quando la plastica tradizionale
non viene adeguatamente rimossa e smaltita
(es.: “white pollution”, gas tossici nell’aria nel caso di combustione
incontrollata in campo)
Alcune conclusioni
Colture, Costi, Compatibilità ambientale

• Teli biodegradabili: commerciali e usati sulle
principali colture orticole con ottimi risultati
agronomici
• Costi colturali paragonabili o migliorativi rispetto
all’uso di plastiche tradizionali
• Compatibilità ambientale. Sono conformi agli
standards internazionali in materia di
biodegradazione e impatto ambientale che
garantiscono una completa biodegradazione in
suolo senza fenomeni di tossicità per l’ambiente

NOVAMONT CONFIDENTIAL
Stesura del telo e trapianto contemporaneamente (macchina
pacciamatrice e trapiantatrice) o, ridurre al minimo il tempo che intercorre
tra queste due operazioni, per sfruttare al massimo le caratteristiche
meccaniche ottimali del telo.
I teli biodegradabili in Mater-Bi biodegradano completamente nel suolo al termine
del ciclo colturale. Il telo biodegradabile deve essere lavorato nel suolo insieme ai
residui colturali al termine del suo utilizzo
Un telo biodegradabile trova nel suolo l’ambiente privilegiato per la sua
biodegradazione a opera dei microrganismi del suolo
Telo biodegradabile in uso

Suolo coltivato con teli in MB un anno dopo
Grazie per l’attenzione

Michele Falce
Novamont S.p.A.
Responsabile sviluppo filiere agronomiche

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Novamont e il suo modello di bioraffineria integrata - Michele Falce

  • 1. Progetto Factor 20 - Seminario La sfida della sostenibilità energetica per le imprese agricole Novamont ed il suo modello di bioraffineria integrata Michele Falce ( Novamont S.p.A. ) Metaponto, 9 dicembre 2013
  • 2. LA STORIA (1989) ERIDANIA-BEGHIN SAY MATERIE PRIME AGRICOLE MONTECATINI TECNOLOGIE CHIMICHE FERTEC FERRUZZI RESEARCH AND TECHNOLOGIES PROGETTI DI RICERCA&SVILUPPO CON FOCUS SU: MATERIALI, COBUILDERS PER DETERGENZA, BIOCARBURANTI, ADDITIVI PER CARTA, INTERMEDI CHIMICI DA HYDROCRACKING, ETC. INTEGRAZIONE DI CHIMICA, AGRICOLTURA E AMBIENTE “CHIMICA VIVENTE PER LA QUALITÀ DELLA VITA”
  • 3. LA NOSTRA MISSION Chimica Vivente per la Qualità della Vita Sviluppare materiali e biochemicals attraverso l’integrazione di chimica e agricoltura, attivando bioraffinerie di terza generazione nel territorio e fornendo soluzioni applicative che garantiscano lungo tutto il ciclo di vita un uso efficiente delle risorse con vantaggi sociali, economici ed ambientali di sistema.
  • 4. BIORAFFINERIE DI TERZA GENERAZIONE Cos’è una bioraffineria di terza generazione integrata nel territorio? Dedicata primariamente alla produzione di chemicals e bioplastiche Diverse materie prime locali (aridocolture, scarti, etc. - rispetto per la biodiversità) Utilizzo di aree marginali e rilancio di siti deindustrializzati Integrazione di un’ampia e crescente gamma di tecnologie ed impianti Energia prodotta da “scarti” grazie a tecnologie a basso impatto Investimenti in: Ricerca Impianti Formazione delle Risorse Umane Multidisciplinarietà Creazione di partnership
  • 5. NOVAMONT COME IMPRESA INDUSTRIALE 1996 - Centro di ricerca → 2012 - Fatturato di 140 mln/€ Pioniere e market leader nel settore delle bioplastiche da fonti rinnovabili Disponibilità di un’ampia gamma di materiali per applicazioni industriali tailormade: compostaggio, agricoltura, packaging, catering, igiene, etc. Capacità produttiva: Compounding: 120.000 ton/y Poliesteri: 70.000 ton/y Insignita dall’EPO e dalla Ricerca&Sviluppo come Commissione Europea del “motore” dello120 articoli e Più “Inventore industriale: premio di sviluppo europeo Investimenti pari al una del presentazioni per 5% serie dell’anno 2007”a congressi fatturato, negli ultimi 3 anni +62%, internazionali, circa 1.000 di brevetti depositati tra il 20% 1992 ed il 2001 che hanno degli addetti impiegati in R&S brevetti +consentito la realizzazione 46% per personale di R&S delle prime bioplastiche da fonti rinnovabili di origine 270 addetti al 31/12/2012 agricola stabilmente entrate nel mercato
  • 6. NETWORK DEI SITI PRODUTTIVI E DI RICERCA ADRIA (RO) - VENETO MATER-BIOTECH (100% NOVAMONT) PRODUZIONE BIO-BUTANDIOLO NOVARA - PIEMONTE SEDE GENERALE E CENTRO DI RICERCA TERNI - UMBRIA PRODUZIONE MATER-BI E RICERCA SU INTERMEDI DA FONTE RINNOVABILE PATRICA (FR) - LAZIO PRODUZIONE POLIESTERI PIANA DI MONTEVERNA (CE) - CAMPANIA PIATTAFORMA BIOTECNOLOGICA PORTO TORRES (SS) - SARDEGNA IL “POLO VERDE” CENTRO DIREZIONALE SITI PRODUTTIVI CENTRI DI R&S
  • 8. SITI PRODUTTIVI TERNI - UMBRIA PATRICA (FR) - LAZIO Principali competenze: sviluppo e produzione gradi di Mater-Bi® e poliesteri, ingegneria di processo, controllo qualità, tecnologie di compounding, trattamento oli, sintesi di polimeri a livello pilota.
  • 9. SITI DI RICERCA (I) NOVARA - PIEMONTE TERNI - UMBRIA Principali competenze: sintesi monomeri, sintesi polimeri, reologia, caratterizzazione meccanica, caratterizzazioni chimico-fisiche, tecnologie di trasformazione dei materiali plastici, biodegradazione, chimica degli oli vegetali e dei carboidrati, biotecnologie applicate ai chemicals, ecologia dei pro-dotti ed environmental footprint, ingegneria
  • 10. SITI DI RICERCA (II) PIANA DI MONTE VERNA (CE) - CAMPANIA Nell’ambito della Piattaforma Biotecnologica Novamont per l’integrazione di processi chimici e biotecnologie industriali per la produzione di chemicals a partire da risorse rinnovabili. Acquisizione di un ramo di azienda da Tecnogen, il centro di ricerca sulle biotecnologie controllato da Sigma Tau Finanziaria S.p.A. e da tempo in liquidazione. Integrazione del capitale di conoscenze e know-how nello sviluppo di processi fermentativi di Tecnogen con i programmi di R&S Novamont per lo sviluppo di nuove filiere. Impatto positivo non solo sul comparto chimico, ma anche su tutta l’industria a valle e sull’agricoltura.
  • 11. IL NETWORK NOVAMONT 50% 50% 50% 50% 100% MATER-BIOTECH JV 80/20 CON SINCRO ORO VERDE SOC. COOP. AGR.
  • 12. IL PROGETTO BIO-BDO MATER-BIOTECH: PROGETTO BIO-BDO ADRIA (RO) - VENETO Nell’ambito della Piattaforma Biotecnologica Novamont e in partnership con Genomatica, società statunitense leader nello sviluppo di microrganismi per la produzione di intermedi chimici da fonti rinnovabili Riconversione di sito ex BioItalia fermo dal 2006 in primo impianto dimostrativo per la produzione industriale di Butandiolo (BDO) da fonte rinnovabile via fermentazione in unico step Bio-BDO prodotto per uso captive Avvio produzione: 2014 Capacità produttiva: circa 20.000 ton/y
  • 13. IL “POLO VERDE” IL “POLO VERDE” PORTO TORRES (SS) - SARDEGNA Joint Venture 50/50 tra Novamont e per la trasformazione del sito chimico ENI di Porto Torres in una bioraffineria di terza generazione per la produzione di monomeri bio, biolubrificanti, biofiller, additivi per elastomeri e bioplastiche. Filiera agricola integrata: colture pluriennali a basso input, terreni non irrigui. Centro di ricerca a supporto dei processi innovativi del sito. Utilizzo di oli non food e gradualmente di scarti lignocellulosici per alimentare i diversi impianti.
  • 15. Le ragioni fondamentali della scelta •Siamo utilizzatori di olio vegetale meglio se ad alto contenuto di acido oleico e di biomassa anche per il suo contenuto in cellulosa ed emicellulose. •Non vogliamo competere con food e feed ed intendiamo valorizzare i terreni marginali. •ISTAT Il cardo, una coltura non convenzionale dalle molteplici risorse. Una opportunità per l’agricoltura sarda? 4
  • 16. Cynara cardunculus L. • Asteraceae (Compositae) • Origine Mediterraneo • Erbacea perenne •Ciclo di crescita annuale •Apparato radicale molto sviluppato •Infiorescenza alte fino a 2-3 metri •Grossi Capolini raggruppati in corimbi •Frutti: acheni come nel girasole C. cardunculus L. subsp. scolymus (L.) Hegi. (Carciofo) Cynara cardunculus L. (Raccuia S.A.) C. cardunculus L. var. sylvestris Lam. (Cardo selvatico) C. cardunculus L. var. altilis DC (Cardo domestico) 3
  • 17. Le ragioni fondamentali della scelta •Il CARDO è una specie erbacea perenne dalle radici molto profonde originaria del bacino del Mediterraneo, che si adatta perfettamente ai climi caldo aridi. Vegeta nel periodo autunnale ed invernale quindi sfrutta al meglio tutte le piogge che si concentrano in queste stagioni, con ottime produzioni di biomassa (da 15 a 20 t ha-1) in assenza di irrigazione. Inoltre trattandosi di una specie poliennale le semina viene effettuata solo il primo anno mentre annualmente si avranno solo costi di raccolta. •Il particolare ciclo biologico unito alle notevoli potenzialità produttive consentono di proporre l’impiego di questa specie come coltura da biomassa in ambiente mediterraneo per l’ottenimento di specifiche produzioni (biomassa lignocellulosica e seme) senza irrigazione anche su terreni difficili di aree marginali. 6
  • 18. Potenziali aree di produzione del cardo 18
  • 19. Campi di cardo nel sito di Porto Torres Il bordo rosso indica le semine 2011 il verde quelle 2012. Il bordo blu delimita i 3 campi sperimentali: cardo alto oleico, cartamo e cardo mariano.
  • 20. Campi di cardo in Nurra Cardo seminato fuori pivot
  • 21. Porto Torres – primo anno
  • 22. Porto Torres – marzo 2012
  • 23. Porto Torres – marzo 2013 1/2
  • 24. Porto Torres – marzo 2013 2/2
  • 25. Due anni di cardo 9
  • 26. Porto Torres – maggio 2013
  • 27. Porto Torres – maggio 2013
  • 28. Porto Torres – giugno 2013
  • 29. Porto Torres – agosto 2013
  • 30. Porto Torres – agosto 2013
  • 31. Porto Torres – agosto 2013
  • 32. Porto Torres – agosto 2013
  • 33. Utilizzazioni della coltura BIOMASSA Acheni Olio Biomassa lignocellulosica Proteine Chimica verde Radici Prodotti di Base per Chimica Verde ed Energia Alimentazione zootecnica 21
  • 34. Le direttrici di Ricerca & Sviluppo 1 Consolidamento dei processi produttivi in fase di industrializzazione Materiali di partenza Processo Prodotti finali Acidi Monocarbossilici Biolubrificanti Acidi Dicarbossilici Poliesteri Glicerina Materiali Biodegradabili Oli Crushing Girasole Cardo (Helianthus Anuu) (Carduus) Cavolo d‘Abissinia (Brassica carinata)
  • 35. TECNOLOGIE NOVAMONT R I C E R C A & S V I L U P P O SVILUPPO Gir aso le (Hel iant SEMI hus SPECIALIZZATI Anu u) 2008 Car do (Ca rdu us) COSTRUZIONE NUOVO IMPIANTO Cav olo d‘A biss inia COLTURE DEDICATE CRUSHING DEI SEMI 2004 TRATTAMENTI DELLE BIOMASSE PROCESSO DIACIDI C9-C13 AUMENTO CAPACITÀ PRODUTTIVA PROCESSO POLIESTERI 2004 CENTRALE ELETTRICA Mater-Biotech (Bio-1,4 BDO) (80/20 JV con Genomatica) ADDITIVI PER GOMME 2011 ALTRI INTERMEDI CHIMICI Sincro BIOLUBRIFICANTI 2011 M E R C A T I A B A S S O 1989 MONOMERO 1: DIACIDI C9-C13 BIOLUBRIFICANTI PIATTAFORMA BIOTECNOLOGICA PER CHEMICALS: MONOMERO 2 1997 PROCESSO AMIDI COMPLESSATI N U O V I 50/50 JV con Coldiretti I M P A T T O
  • 36. Potenziale utilizzazione del cardo coltivato in Sardegna Panello di Cardo come integratore proteico nei mangimi destinati alla filiera dell’allevamento ovi-caprino sardo Si stima che attualmente vengano importati ogni anno in Sardegna 61.500 tonnellate di Soia, 42.000 tonnellate di piselli, 14.000 tonnellate di favino, 11.000 tonnellate di girasole, 3.000 tonnellate di lupino per un totale di 131.500 tonnellate di integratori proteici per mangimi Valore di mercato stimato € 60.000.000 La soia importata e quasi tutta geneticamente modificata Costo €/q Integratore proteico % Pisello, favino 15 30-35 Soia 17 65 utiliz zata Il panello di Cardo ottenuto dopo l’estrazione dell’olio costituirebbe un ottimo sostituto della soia, ottenuto in loco, senza pericolo di OGM e sicuramente più economico
  • 37. Potenziale utilizzazione del cardo coltivato in Sardegna Appare opportuno rilanciare la filiera apistica in Sardegna perché dalla sopravvivenza delle api dipende anche quella dell’ambiente e dell’agricoltura dell’isola. Questo comparto conta 450 aziende professionali e circa 2mila hobbisti e produce fra i 6.600 e 8.000 quintali di miele all’anno con una Produzione lorda vendibile di 2 – 3 milioni di euro, è necessaria una valorizzazione delle nostre produzioni. Il miele più caratteristico dell’Isola è certamente quello di corbezzolo, di aroma e sapore unico, seguito da quelli di cardo, di asfodelo, d’arancio, di eucaliptus (maggiormente prodotto), di macchia mediterranea (frutto del mix di fioriture spontanee) e i particolarissimi mieli di rosmarino, di cisto, di mirto, di timo o di erica Fonte: L’Apicoltore Italiano *
  • 38. Cosa si può ricavare dal Cardo? •Un ottimo fiore per le Api, un incremento alla filiera del miele in Sardegna •Un integratore proteico per i mangimi, un sostituto valido ed economico ai tradizionali integratori proteici (NO OGM) •Una materia prima per l’Industria Chimica, fonte di olio, cellulosa e lignina come feedstock per la bioraffineria di Porto Torres •Degli intermedi per l’industria della Chimica fine e dei prodotti chimici per la salute *
  • 39. La Filiera Presupposti della ns. filiera: •impegno contrattuale pluriennale; •studio di modalità innovative di pricing; •pagamento differenziato in funzione della qualità del prodotto; •partecipazione agli utili; •impegno nella riduzione del costo di produzione: • miglioramento management; • economie di scala attraverso accordi con fornitori mezzi tecnici e programmazione fabbisogni; • economie nell’uso di macchine ed attrezzi; • agricoltura a basso input; •impegno nell’aumento della PLV: • valorizzazione coprodotti; 23
  • 41. Presentazione generale del Progetto Partner del progetto 1)Sincro – è una società paritetica, cioè JV 50% – 50%, tra Novamont ed Oro Verde. 2)Novamont – è azienda leader nel settore delle bioplastiche il cui modello di sviluppo la “Bioraffineria Integrata nel Territorio” guarda in particolare a filiere integrate tra agricoltura ed industria. 3)Oro Verde – è una Cooperativa di circa 600 imprenditori agricoli afferenti a Coldiretti.
  • 42. Elementi di interesse riguardano l’uso dei lubrificanti • Il settore agricolo e quello forestale sono molto interessanti per l’utilizzazione dei biolubrificanti di origine vegetale poiché comportano un contatto diretto tra il lubrificante e l’ambiente con la possibilità di inquinamento del suolo, dell’acqua e delle colture. – Circa il 50% dei lubrificanti venduti e usati nel mondo sono dispersi nell'ambiente spesso accidentalmente. – Tali prodotti sono prevalentemente basati su oli minerali di origine petrolifera, tossici e scarsamente biodegradabili costituiscono a tutti gli effetti un considerevole problema per l’ambiente. – Al contrario i lubrificanti a base di oli vegetali sono caratterizzati da elevata biodegradabilità e bassa tossicità ma al momento rappresentano una fetta molto piccola del mercato dei lubrificanti – circa il 4% in Europa.
  • 43. Presentazione generale del Progetto •Gli agricoltori soci di Oro Verde producono il seme di girasole alto oleico. •Sincro lo acquista, estrae l’olio e lo “trasforma” in biolubrificanti venduti attraverso la rete dei Consorzi Agrari (CAI). – UTTO – lubrificante universale per trasmissioni trattori. – Lubrificanti idraulici a diverso grado di viscosità: • ISO VG 32 (fluido) • ISO VG 46 (medio) • ISO VG 68(viscoso) – Grasso vegetale al litio.
  • 44. LA RETE COMMERCIALE ESCHBORN - DE PARIS - FR NOVARA - IT DANBURY, CT - USA SEDE PRINCIPALE SEDI ESTERE DISTRIBUTORI
  • 46. Pacciamatura biodegradabile in Mater-Bi: Un ruolo chiave nella riduzione dei rifiuti plastici in agricoltura
  • 47. I numeri delle plastiche in agricoltura in Italia…e non solo Le dimensioni del mercato e le tendenze europee: settore film • In Europa nel 2010 utilizzate 0,58 milioni ton di film per usi agricoli • Per il settore film le tre applicazioni principali sono: insilati: 45 % del totale serre: 31 % del totale pacciamatura: 24 % del totale •Nel Sud Europa si consuma ca. il 50 % della plastica del settore film • Spagna, Francia, Italia, Germania e Benelux sono i paesi a maggior consumo di film per pacciamatura (Fonte: Agricultural Film 2010 e 2011, AMI International)
  • 48. I teli per pacciamatura biodegradabile: quale ruolo? Perché la pacciamatura biodegradabile in Mater-Bi?  Non necessita rimozione e smaltimento alla fine dell’uso: la pacciamatura biodegradabile deve essere incorporata nel terreno dove biodegrada = riduzione netta di rifiuti plastici a fine ciclo  Riduzione di costi di lavorazione e manodopera (rimozione, smaltimento, trasporto)  Riduzione di impatti sull’ambiente quando la plastica tradizionale non viene adeguatamente rimossa e smaltita (es.: “white pollution”, gas tossici nell’aria nel caso di combustione incontrollata in campo)
  • 49. Alcune conclusioni Colture, Costi, Compatibilità ambientale • Teli biodegradabili: commerciali e usati sulle principali colture orticole con ottimi risultati agronomici • Costi colturali paragonabili o migliorativi rispetto all’uso di plastiche tradizionali • Compatibilità ambientale. Sono conformi agli standards internazionali in materia di biodegradazione e impatto ambientale che garantiscono una completa biodegradazione in suolo senza fenomeni di tossicità per l’ambiente NOVAMONT CONFIDENTIAL
  • 50.
  • 51.
  • 52.
  • 53.
  • 54. Stesura del telo e trapianto contemporaneamente (macchina pacciamatrice e trapiantatrice) o, ridurre al minimo il tempo che intercorre tra queste due operazioni, per sfruttare al massimo le caratteristiche meccaniche ottimali del telo.
  • 55. I teli biodegradabili in Mater-Bi biodegradano completamente nel suolo al termine del ciclo colturale. Il telo biodegradabile deve essere lavorato nel suolo insieme ai residui colturali al termine del suo utilizzo Un telo biodegradabile trova nel suolo l’ambiente privilegiato per la sua biodegradazione a opera dei microrganismi del suolo
  • 56. Telo biodegradabile in uso Suolo coltivato con teli in MB un anno dopo
  • 57. Grazie per l’attenzione Michele Falce Novamont S.p.A. Responsabile sviluppo filiere agronomiche