2. COWORKING - COS’E’
Dividono i metri di un ufficio con le scrivanie fianco affianco,
spesso si confrontano, qualche volta condividono una o più idee,
di certo l'entusiasmo e la voglia di "costruirsi" un lavoro. In Italia
sono ormai diverse centinaia i giovani che hanno individuato nel
coworking lo strumento per uscire dalla disoccupazione. Non
sono dipendenti di un'azienda, la stessa, ma uomini e donne che
hanno trovato nella condivisione la strada per ridimensionare i
costi di un'attività professionale. E non solo, ognuno cioè insegue
un sogno per proprio conto ma nello scambio indotto dalla
vicinanza trovano la perseveranza per andare avanti
Sole 24 ore - 4 gennaio 2013
Serena Uccello
venerdì 24 maggio 13
3. le prime pratiche di condivisione dei luoghi di lavoro, si sono registrate negli Stati Uniti a seguito
della grande crisi del 1929. I primi business center sono stati realizzati da alcuni studi legali che
per abbattere i costi di gestione dei propri uffici hanno deciso di condividere oltre agli spazi di
lavoro, l’utilizzo in comune delle librerie, di formulari e codici, delle segreterie e delle sale
riunioni
COWORKING - LE ORIGINI
venerdì 24 maggio 13
4. «Il pioniere del coworking è stato Brad Neuberg, un programmatore informatico, talentuoso innovatore, che
ha creato a San Francisco al numero 8o1 di Minnesota Street la Hat Factory, un locale arredato con
l'essenzialità dei mobili Ikea e tutte le connessioni all'universo di internet da condividere con altri, in affitto.
RaccontaNeuberg. "Mi sentivo condannato a una scelta tra l'avere un lavoro stabile con una struttura e dei
colleghi e l'essere un freelance, libero e indipendente. Allora mi sono chiesto: perché non posso avere
entrambe le cose? Perché non posso, allo stesso tempo, realizzare le mie ambizioni individuali e sentirmi
membro di una comunità, di uno stare insieme attraverso il lavoro? Con il coworking ho trovato finalmente
le risposte alle mie domande». Da Neuberg ad oggi il coworking ha galoppato, per comprenderlo basta
navigare sul sito www.the-hub.net che da Londra, a New York, passando per Tel Aviv, Mumbai, Stoccolma e
Dubai, mostra la forza di un network che conta più dicinquemila professionisti che offrono, in cinque
continenti, spazi e locali.
(L'egoismo è finito - La nuova civiltà dello stare insieme di Antonio Galdo- ed. Einaudi)
LA CITAZIONE
venerdì 24 maggio 13
5. In Italia i primi business center nascono a Milano nel 1970. Il processo di diffusione si sviluppa
molto lentamente e nel 2006, secondo una ricerca condotta dall’ANIUR (Associazione
Nazionale Imprenditori Uffici Residence), risultano attivi complessivamente circa 185 business
center di cui la maggior parte dislocati nel Nord Italia (anche se Roma resta la città con il più
alto numero di centri). http://www.ninjamarketing.it/2011/06/23/business-center-o-
coworking-lanalisi-del-fenomeno/
IN ITALIA
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6. Uno dei primi a creare un vero e proprio coworking è stato Massimo Carraro, al tempo non lo sapeva,
ma quello che stava facendo nascere in via Ventura 3 a Milano, sarebbe stato il primo spazio pilota di
una serie che – anni dopo – avrebbe coinvolto una sessantina di realtà in tutta Italia
Carraro ha dato vita anche al progetto Cowo che promuove lo sviluppo di situazioni
di coworking laddove vi sia disponibilità di spazi professionali e di menti aperte al networking
http://coworkingproject.com/affiliazione-a-cowo-cosa-offre/
nel mondo uno dei coworking più importanti è Citizen space http://citizenspace.us/
IL PRIMO IN ITALIA
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7. DA LINKIESTA
Lavorare non stanca, la
creatività ai tempi del co-
working
Dario Ronzoni
Per arrivarci si deve superare un cancello, addentrarsi tra i loft di via Ventura, e poi attraversare
un parcheggio coperto. Si trova in mezzo alle vecchie fabbriche della vecchia Lambrate riadattate
a uffici e studi di architetti e designer. È il covo, o meglio, il Cowo. Il primo (o uno dei primi)
spazi di co-working in Italia. «Lo abbiamo avviato nel 2008», spiega Massimo Carraro,
pubblicitario, che lo ha fondato insieme a Laura Coppola. «Il problema era che avevamo uno
studio troppo grande per noi. In rete abbiamo scoperto il co-working che in California andava per
la maggiore. È un modo di lavorare che prevede la condivisione dello stesso spazio, anche se le
persone fanno cose diverse, cioè hanno attività proprie e indipendenti».
Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/co-working-milano#ixzz2U9gNH1my
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8. 1 Collaboration: One of the great benefits of working in a coworking space is that you will
meet all sorts of people with all sorts of knowledge.
2 Openness: We believe in transparency and openness. In a world where people are free,
but ideas are not, only a few benefit. When ideas are free, everyone benefits. Therefore, we
encourage open spaces and discussions. Sorry, no NDAs allowed.
3 Community: We thrive on connections and mutual support here. It is important that
everyone give into as well as benefit from the strong (international) community coworking
has become.
4 Accessibility: In order to be fully open, we must make the effort to be accessible to all.
This means that we endeavor to create both a financially and a physically accessible space.
We are committed to this principle and welcome feedback on how we can make it even
more accessible.
LA FILOSOFIA
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9. Nella definizione di wikipedia: Il coworking non riguarda solo lo spazio fisico, ma inizialmente
e soprattutto l'istituzione della comunità di coworking
Caratteristiche principali del coworking sono un alto tasso di socialità e condivisione di spazi
permette di sviluppare sinergie, di creare nuovi contatti e di condividere clienti. Un
arricchimento enorme sotto il profilo umano e professionale
il coworking rappresenta una delle esperienze più innovative dei nuovi modelli occupazionali
LE CARATTERISTICHE
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10. Il fenomeno del coworking è in continua ascesa nel mondo, non solo in Italia. Dal 2006 a oggi, la
crescita mondiale degli spazi dedicati al lavoro condiviso è cresciuta in maniera esponenziale,
raddoppiando di anno in anno. Attualmente, gli spazi di coworking a livello globale sono oltre
2mila, dei quali più di 800 solo in Europa. Emerge dal terzo sondaggio globale sul
coworking condotto da Deskmag (webmazine dedicata al fenomeno)
la professione più diffusa è il freelance (54%), poi piccoli imprenditori e società
DESKMAG
http://www.slideshare.net/deskwanted/global-coworking-survey-2012#btnNext
Nel mondo ci sono 2072 coworking
878 Europa
797 North America
126 America Latina
176 Asia
23 Africa
72 Sud asiatico
E' un fenomeno al femminile
nel 2010 c'erano 32% di coworker donne
nel 2011 34%
nel 2012 38%
suddivise così:
42% Europa,
37% North America,
33% America latina,
28% Asia
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11. L’EUROPA
Nel vecchio continente:
Germania 167
Spagna 114
Gran Bretagna 98
Italia 72
Questi spazi si concentrano soprattutto nelle
grandi città come Berlino che da sola ne conta 48
e Londra con 39
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12. Non è un caso, infatti, che tanti dei risultati emersi dal
sondaggio di Deskmag vadano proprio nella direzione di una
maggiore produttività legata alla contaminazione: la maggior
parte degli intervistati sostiene che lavorare in uno spazio
condiviso ha consentito loro di sviluppare nuove idee di
business e creatività, oltre a permettere di focalizzarsi meglio
sugli obiettivi nei tempi concessi. Facile intuire i motivi che
hanno spinto gli intervistati a scegliere il coworking:
atmosfera piacevole, valore della comunità, interazione con
gli altri
e condivisione
PERCHE’?
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13. Si è tenuta ad Alessandria a settembre, è emerso che:
una prima direzione per il coworking italiano va appunto verso una maggiore
integrazione tra le realtà e i servizi attivi.
Da un lato troviamo un’esperienza di “coworking pubblico” come Lab121, non profit che
promuove lo scambio di competenze e il “mutuo soccorso” fra gli associati (oggi circa trecento).
Dall’altro il “franchising d’innovazione” proposto dai Talent Garden, una rete di spazi che
seleziona soltanto professionisti e imprese del settore digitale, partita da Brescia a fine 2011 e
che ora coinvolge altri tre centri per circa 200 ospiti
i romani di Cowo360, stanno sviluppando una piattaforma online per il pagamento e l’accesso
ai servizi che valga per tutta la rete.
Dal Lab121 arriva invece la proposta di cataloghi unici, che riportino le informazioni
sull’offerta formativa dei centri (come incontri di formazione e consulenze) su scala nazionale
LA PRIMA CONFERENZA
NAZIONALE
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14. In futuro gli spazi di coworking si distingueranno fra di loro per tipologia di spazi a disposizione,
attrezzature e anche pubblico. “Io lavoratore non andrò più a cercare uno spazio qualunque, ma
uno congeniale al mio stile: ad esempio gli orari, i ritmi, se voglio rumore attorno a me, se
oppure amo la musica”
Per tutti loro un fattore chiave è la produttività: chi sceglie una scrivania condivisa lo fa per
guadagnarci. A fronte dei 250 euro di spesa media, il coworking può essere uno stimolo alla
creatività, uno strumento per fare rete con altri professionisti, o semplicemente un modo per
lavorare in compagnia e allontanarsi da tv e divano
LA SPECIALIZZAZIONE
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15. La cosa interessante è anche la “morfologia” di questi spazi lavorativi. Molto spesso, infatti,
le prime esperienze mondiali dicoworking trovavano luogo in vecchi capannoni, edifici
industriali dismessi, aree abbandonate rimesse in sesto con pochi soldi, tanto impegno e volontà
come nel caso di Toolbox a Torino (http://www.italicnews.it/2012/02/15/il-luogo-giusto-per-il-
coworking/). Oggi si assiste a una “riscossa” e a una “vendetta” dei luoghi di coworking, che
da location “povere” si impadroniscono di uffici e centri direzionali desertificati dalla
crisi; ora diventano luoghi di lavoro sociale, mettendo definitivamente in soffitta il telelavoro:
comodo, utile ma poco “contaminante”.
Ne parlano gli imprenditori intervistati a Londra: “Dopo il crollo della finanza, il coworking è
diventato l’unico modo di impiegare gli immobili acquistati dalle grandi società”, spiega Gaetano
Prisciantelli.
“Questo significa due cose: si è abbassata la domanda per la finanza, è aumentata la richiesta per
professionisti creativi che vanno a creare start up”.
I LUOGHI
venerdì 24 maggio 13
16. LO SCENARIO
Il fenomento è cresciuto nell'ultimo anno del 93%
In Italia sono ormai diverse centinaia i giovani che hanno individuato nel coworking lo
strumento per uscire dalla disoccupazione. Non sono dipendenti di un'azienda, ma uomini e
donne che hanno trovato nella condivisione la strada per ridimensionare i costi di un'attività
professionale. E non solo, ognuno cioè insegue un sogno per proprio conto ma nello scambio
indotto dalla vicinanza trovano la perseveranza per andare avanti
Il Comune di Milano
ha appena destinato 2oomila euro da erogare sotto forma di voucher
venerdì 24 maggio 13
17. L’ULTIMA NOVITA’
Come trovare un ufficio in coworking
È online Coworkingfor, il motore di ricerca per spazi di lavori condivisi. Una piattaforma con
dietro una start up al femminile
Come funziona. Dall’homepage di
Coworkingfor l’utente può procedere tramite
geolocalizzazione oppure digitando sulla barra
“stile Google” la città di interesse. In
automatico gli compaiono gli spazi disponibili, i
prezzi e le immagini dei potenziali luoghi di
lavoro. I responsabili dei coworking, da parte
loro, possono utilizzare il portale come vetrina
iscrivendosi e indicando i propri servizi
specifici (segreteria, vicinanza ai trasporti
pubblici, cucina, reception e molto altro).
«Il business è basato sulla percentuale che noi tratteniamo sulle prenotazioni degli utenti interessati ad
occupare un posto in uno dei coworking», spiega ancora Claudia, anima e cuore della start up
@davide_lessi La Stampa 24 maggio 2013
http://www.lastampa.it/2013/05/24/tecnologia/come-trovare-un-ufficio-in-coworking-TNA0ClXJx8WoAbo61cMM0J/pagina.html
venerdì 24 maggio 13