1. Comune di Viareggio
Cinema GOLDONI
Lunedì 13 gennaio 2014
Ore 21,15
Cinema GOLDONI
VENERE IN PELLICCIA
di Roman Polanski
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Con: Emmanuelle Seigner, Mathieu Amalric.
Francia, Polonia 2013 - Durata 96 min.
Dario Zonta L'Unità
Si potrebbe parlare e scrivere di Roman Polanski per ore, tanto è essenziale, preciso e millimetrico il suo
cinema. Più passa il tempo maggiore è la forza dei suoi dispositivi a orologeria, macchine infinitamente
accurate. Questa ingegnosità, l'ingegneria cinematografica di un autore che tende all'essenziale senza
mai essere perfetto … Questa rincorsa all'essenzialità, questo spogliarsi di tutti gli orpelli inutili al fine
di mostrare la precisa natura dei rapporti tra le classi sociali e tra i sessi, tutti rapporti di potere, è
arrivata con 'Venere in pelliccia' ad una efficacia che si trasforma, del tutto consapevolmente, in
parodia, sottilmente sottesa ad ogni gesto, ad ogni parola detta e recitata, ad ogni sguardo lanciato.
'Venere in pelliccia', dunque, è un Polanski allo stato puro, e non interessa se il dispositivo narrativo
così sofisticato, cede in qualche punto, mostrando il limite di una messa in scena ardita per quanto
semplice. Una magia, un incanto, un esercizio di intelligenza e ironia. Protagonista assoluta di questa
performance è Emmanuelle Seigner, musa e sposa di Polanski, perfetta e irridente maschera di un
masochismo al contrario che si fa beffe dell'uomo e del regista, vittima delle sue stesse idiosincrasie. E
come sempre quando si vede un film di Roman Polanski, tutto è normale ma niente lo è. E questa è una
sensazione che pochissimi registi al mondo riescono a trasmettere. Questo stare perfettamente in bilico
tra il verosimile e l'immaginato, come fosse la traduzione possibile di uno stato mentale. Così, quando la
Venere sparisce alla fine del film, chiunque ha diritto di credere che non sia mai apparsa in carne e ossa,
ma fruizione libera di una mente aperta.
Giulia D’Agnolo Vallan Il Manifesto
Dopo 'Death and the Maiden' (del cileno Ariel Dorfman) e 'Carnage' (di Yasmina Reza), un altro hit dal
teatro newyorkese per Roman Polanski, che porta sullo schermo il testo del drammaturgo americano
David Ives, a sua volta ispirato dal romanzo di Leopold von Sacher-Masoch 'Venere in pelliccia',
'Venus in Fur' (1870). Presentato in concorso a Cannes è un adattamento fedele per un film liberissimo
che capovolge la claustrofobicità della premessa - due persone sole in un teatro - in uno scambio
continuo tra scena e proscenio, «attore» e «regista». Comico, erotico, a tratti quasi gioioso, nella sua
spumeggiante, affilata, parodia della lotta tra sessi, e dei suoi stereotipi, 'Venere in pelliccia' è un arioso
gioco di specchi a rimandi infiniti. Polanski è coinvolto in prima persona - non solo perché è la storia
dell'incontro tra un regista e un'attrice, ma anche perché sua moglie (Emmanuelle Seigner) è uno dei due
protagonisti e l'altro (Mathieu Almaric) sembra un gemello del regista da giovane.
Tempestosa in apertura e poi sempre più vicina al coro da tragedia greca previsto dal gran finale, anche
la colonna sonora di Alexander Desplat registra la sottile vena di humor che attraversa lo scontro, il suo
gusto del gioco. Anche visivamente (la fotografia, in scope, è di Pavel Edelman) 'Venere in pelliccia'
sembra un film che Polanski si è molto divertito a fare. Bellissimo.
2. Giancarlo Zappoli MyMovies
Thomas è un regista teatrale che sta cercando l'attrice giusta per il ruolo di Vanda nel suo adattamento
per le scene del romanzo «Venere in pelliccia» di Leopold Von Sacher-Masoch. Arriva in teatro, fuori
tempo massimo, Vanda, un'attricetta apparentemente del tutto inadatta al ruolo se non per l'omonimia.
La donna riesce a convincerlo all'audizione e improvvisamente Thomas viene attratto dalla
trasformazione a cui assiste. Dopo poche battute si accorge che nessun'altra può aderire come lei al
personaggio. Ha così inizio un sottile e ambiguo gioco a due.
Roman Polanski torna con un duo ad affrontare un testo teatrale; se infatti di base c'è il libro omonimo
datato 1870, il film è l'adattamento per lo schermo di uno spettacolo di David Ives. La scena iniziale si
preoccupa di segnalarci questa origine con un camera-car in piano sequenza che, mentre si annuncia un
temporale, ci conduce da … un viale alberato … all’interno di un teatro. Non smarrendo mai il fil rouge
della commedia, Polanski vi annoda sviluppi di dramma esistenziale. Il teatro e il cinema (che ne
espande a livello universale la visibilità) sin dalle loro reciproche origini si sono interrogati sul gioco
della seduzione. Polanski non ha mai smesso di indagarne i processi e la sua filmografia ne costituisce la
migliore testimonianza. In questa occasione, avvalendosi di due attori come Seigner e Amalric, riesce ad
evidenziare luci ed ombre di un gioco che si rivela perverso non tanto sul piano del banale incontro tra
sadismo e masochismo. In Venere in pelliccia si va oltre, si mettono a nudo non i corpi ma le anime con
il loro lato oscuro, con le verità non dette, con i ruoli che uomini e donne si trovano a recitare in quel
copione non scritto che chiamiamo vita.
Alessandra Levantesi Kezich La Stampa
Per chi conosce il cinema di Polanski, non è difficile capire cosa può averlo attirato della commedia:
l’ironia e il gioco erotico, l’ambiguità e il confronto dei sessi, l’ossessività e l’umorismo. Tratto dal testo
teatrale di Davis Ives, i protagonisti sotto la guida di Polanski, sia Amalric che la Seigner sono
fantastici: nervoso, nevrotico e mercuriale, lui potrebbe essere un alter ego del regista polacco, che si
perde estasiato nella visione della sua creatura artistica; lei presta al personaggio di Wanda matura
bellezza, indecifrabile voluttà, divertita perversione.
Spiritoso, grottesco, magnificamente recitato, ben musicato e girato con implacabile ritmo. Puro
Polanski.
Il cinema ed oltre è promosso dal Cinema Goldoni e Politeama, in collaborazione con il Comune di Viareggio.
Programmazione a cura di Giulio Marlia