C'è una similitudine tra l'evoluzione delle specie viventi e l'evoluzione dell'economia, la correlazione sta nell'adattabilità dei sistemi: biologici (i primi), economici (i secondi). Se tali sistemi non riescono ad adattarsi alle modifiche ambientali, rimanendo chiusi nelle proprie nicchie specialistiche, giungono inevitabilmente all'estinzione. Questo articolo offre spunti di riflessione per gli scenari futuri di avanzamento economico e sociale in Italia e in Europa. Evoluzione economia - Pubblicazione Folio, cnpi - novembre2004
1. L’evoluzione dell’economia come
l’evoluzione della vita
Lo studio dei processi evolutivi
favoriscono una maggiore comprensione
sui sistemi di sviluppo economico in una
complessa struttura di mercato globale
mento a spese di quegli organismi ben-
tonici sessili che vivevano ancorati nei
bassi fondali, ecco allora che nell’Or-
doviciano e all’inizio del Siluriano si svi-
luppano le prime forme vertebrate che
porterannoallaformazionedipesci,suc-
cessivamente dotati di mascella (un’ul-
teriore conquista evolutiva) e in pieno
Siluriano del tutto simili agli odierni.
Quando la competizione diviene fero-
ce e gli ambienti sovraffollati, l’essere
che riesce a conquistare un nuovo ha-
bitat gode di privilegi esclusivi e di re-
lativa pace; circa 440 milioni di anni fa,
le alghe sono i primi esseri che si adat-
tano all’ambiente subaereo occupando
vari spazi umidi nei pressi di bacini e
corsi d’acqua, quasi subito seguiti dai
primi artropodi terrestri, evolutisi dai
progenitori dei moderni crostacei e lo-
ro stessi avi degli odierni insetti.
La ricerca di cibo facilmente disponi-
bile e la sopravvivenza dai predatori
naturali, è il motore che spinge tutti gli
esseri a guadagnare progressivamente
nuovi spazi, e come gli atleti che cer-
cano di migliorare le proprie presta-
zioni fisiche per primeggiare, gli orga-
nismi viventi riadattano le proprie “do-
tazioni” genetiche per vincere la sfida
della vita sulla morte. Così le branchie
si trasformano e diventano polmoni,
l’epidermide s’ispessisce ed acquista
resistenza alla disidratazione fuori dal-
l’ambiente acquatico, e mentre scon-
volgimenti geologici causano l’estin-
zione di chi non è riuscito ad adattar-
si, altri organismi, agevolati dalla pro-
pria evoluzione, acquistano terreno.
Nel periodo che dal Carbonifero va
alla fine del Permiano, da 350 milioni
a 235 milioni di anni fa, il processo di
unione delle terre emerse in un unico
supercontinente, il Pangea, cambia più
volte le condizioni climatiche e am-
Non è retorica affermare che il pas-
sato insegna, non solo la storia
umana ma anche quella molto più an-
tica: la storia della vita.
Per chiunque si accinge allo studio del-
l’evoluzione degli organismi viventi ed
al suo riscontro paleontologico, è qua-
si impossibile non riconoscere una cer-
ta analogia di procedimenti con quel-
lo che è lo sviluppo dell’economia
umana dalla sua preistoria ad oggi.
La società umana, con tutte le sue va-
rietà etniche e culturali non è altro che
un complesso insieme di ambienti dif-
ferenti, all’interno di un più globale
sistema che influenza ed è influenza-
to da tutti i sottoinsiemi di cui è com-
posto, anche quando questi sono tal-
mente distanti tra loro da sembrare to-
talmente indipendenti gli uni dagli al-
tri; così come gli ambienti ecologici
più disparati del nostro pianeta si con-
dizionano a vicenda anche se non di-
rettamente collegati, ed assieme in-
fluenzano il globo intero intervenen-
do in una lunga serie di delicati equi-
libri concatenati tra loro.
Similmente in tutto questo globale mo-
vimento gli ambienti cambiano, si tra-
sformano, e con loro mutano anche
gli esseri viventi ad essi correlati, in
una sorta di ‘gara’ regolata dalle leggi
dell’evoluzione: il premio è salvarsi
dall’estinzione. La formula per rag-
giungere il successo è estremamente
semplice e al contempo stesso terri-
bilmente ardua da mettere in atto : ver-
satilità, adattabilità, ricerca di nicchie
favorevoli, sviluppo in sinergia con la
trasformazione dell’habitat, ottimi si-
stemi difensivi verso i predatori, com-
petitività con le altre specie che con-
dividono lo stesso ambiente.
La specializzazione eccessiva è vincente
all’interno di una nicchia specifica, por-
ta al sicuro predominio su di essa, ma
è estremamente pericolosa quando
cambiano le condizioni di habitat, per-
ché organismi troppo adattati ad un si-
stema quasi mai sono in grado di ri-
evolversi in tempi brevi, e quasi sem-
pre subiscono l’estinzione in percen-
tuale tanto maggiore quanto più im-
provvisi e veloci sono i mutamenti am-
bientali, la stessa cosa avviene nei ter-
ritori ad economia prevalentemente
monotematica, in altre parole quando
un area si specializza troppo su un so-
lo tipo di produzione attorno alla qua-
le orbita tutta l’economia della zona.
Esaminiamo, perciò, quello che è sta-
to il cammino evolutivo della vita, fa-
cendo un sunto degli avvenimenti più
significativamente rilevanti che po-
trebbero chiarire di seguito quanto fi-
nora sostenuto.
Da quando all’inizio del paleozoico,
(era primaria), nel periodo del Cam-
briano, circa 570 milioni di anni fa, la
vita è letteralmente ‘esplosa’ negli am-
bienti marini con numerose e complesse
forme tra invertebrati, alghe, echino-
derma, brachiopodi e molluschi, gli or-
ganismi viventi si sono evoluti ad un
ritmo incrementale adattandosi via via
ai repentini sconvolgimenti ecologici
che più volte hanno modificato il pro-
filo del nostro pianeta, e nel giro di un
periodo relativamente breve, conside-
rando che l’età della terra è di circa
4.750 milioni di anni, si sono sviluppati
in generi e specie altamente sofisticati
nelle numerose varietà che oggi com-
pongono la diversità biologica.
Il cammino, però, non è stato sempli-
ce, da prima si è dovuto conquistare gli
oceani con forme di vita in grado di
muoversi agevolmente nelle acque, per-
correndo anche molta distanza, ciò da-
va la possibilità di trovare più nutri-
CULTURA
60 anno XXIX - n. 11-12
2. 61novembre-dicembre 2004
CULTURA
bientali, favorendo lo sviluppo da pri-
ma dei vegetali con la loro definitiva
conquista dell’ambiente subaereo, ini-
zialmente con le crittogame e in se-
guito con le gimnosperme, quindi con
gli anfibi ed infine con una classe di
vertebrati che nella successiva era do-
mineranno il pianeta.
Infatti, grazie ad uno stratagemma che
ha permesso loro di percorrere gran-
di distanze in un continente arido, ri-
producendosi senza avere più neces-
sità di crescere la prole in ambiente
acquatico ma in un certo qualmodo
portandosi con sé il liquido necessa-
rio alla riproduzione, i rettili e la loro
vincente innovazione, l’uovo amnioti-
co, conquistano il mondo.
Come poc’anzi dicevo la nuova era, il
Mesozoico, ha portato al dominio as-
soluto di questi nuovi esseri, che nel
Giurassico e nel Cretaceo hanno rag-
giunto il massimo sviluppo in forme,
dimensioni e varietà di specie, tanto
da non lasciare spazio ad altre classi
di esseri viventi che, però, in un am-
biente così ostile stavano silenziosa-
mente preparando quella facoltà che
gli permetterà la sopravvivenza e la
conquista della successiva era.
I rettili nelle sottoclassi archosauro-
morphe, i famosi “dinosauri”, domi-
narono il globo per il tempo più lun-
go in assoluto rispetto agli altri esseri
finora mai esistiti, ben 170 milioni di
anni, periodo in cui dominarono in-
contrastati ogni ambiente: marino, ter-
restre e persino aereo. Il loro grado di
specializzazione era estremamente ele-
vato, perfetto per l’ambiente che oc-
cupavano, un pianeta dotato di un uni-
co grande continente con un clima dal
tropicale all’arido.
Nel frattempo però anche altri orga-
nismi si erano sviluppati: tra le piante
le angiosperme, che arrivarono a strap-
pare il primato delle gimnosperme, tra
cui le conifere; esse svilupparono le
molteplici varietà che oggi formano le
piante di latifoglie, le erbe ed i fiori.
Lo sviluppo delle piante non favorì so-
lo l’evoluzione dei grandi rettili erbi-
vori e di conseguenza dei carnosauri,
ma anche quello di altri generi come
uccelli, nuove specie di insetti, ed una
nuova classe di animali: i mammiferi.
I mammiferi, animali placentati di pic-
cole dimensioni dotati di termoregola-
zione interna, riuscivano a sopravvive-
re dai dominatori grazie alle loro parti-
colarità fisiche che li rendevano più agi-
li, veloci, inafferrabili e non vincolati
dalle cura delle uova, il loro svantaggio
iniziò a ridursi quando il Pangea co-
minciòascindersi,variandoilclimacon-
tinentale in uno più rigido; ma quando
circa 65 milioni di anni fa un cataclisma
di dimensioni planetarie cambiò defi-
nitivamente le condizioni climatiche ed
ambientali, i rettili troppo specializzati
non riuscirono a superare la crisi, se non
con pochissime specie ancora presenti
oggi, mentre i mammiferi più versatili
riuscirono a imporsi occupando le nic-
chie ecologiche liberatesi.
Inizia così l’ultima era, quella attuale la
Cenozoica, dove in ‘soli’ 65 milioni di
anni la terra acquista la configurazione
attuale, con oceani, continenti e da 60-
30 milioni di anni con le catene mon-
tuose che contraddistinguono attual-
mente l’Himalaya, le Alpi, e gli Ap-
pennini. Anche la vita acquista pian pia-
no la morfologia a noi famigliare, spe-
cie con l’ultimo periodo, il quaternario,
dove dopo il dominio dei grandi mam-
miferi, inizia ad insediarsi in tutti gli
ambienti la flora e la fauna moderna.
Inizia il periodo glaciale con la forma-
zione di due calotte polari che periodi-
camente si espandono alle basse latitu-
dini per poi ritirarsi nel giro di diverse
decine di migliaia di anni, durante que-
ste trasgressioni e regressioni, il clima
dell’emisfero boreale varia da quello ar-
tico a quello tropicale, alternando flo-
re e faune «fredde» a quelle «calde».
Nel Miocene compaiono degli animali
molto versatili, i primati, la loro par-
ticolarità è quella di riuscire a libera-
re di quando in quando le zampe an-
teriori e ad utilizzarle come attrezzi,
per afferrare, scavare, pulirsi, mani-
polare oggetti, si evolve così quel com-
plesso apparato che costituisce la ma-
no e contemporaneamente si svilup-
pa velocemente il cervello che porte-
rà alcuni primati, proprio all’inizio del
quaternario, circa 2 milioni di anni fa,
ad evolversi attraverso gli Austrolopi-
techi nel genere Homo.
L’esigenza di utilizzare gli arti anterio-
ri porta alla posizione eretta ed al rias-
setto di tutta la struttura corporea, le
crescenti capacità manuali incremen-
tano lo sviluppo cerebrale e le capaci-
tà intellettive dell’uomo, in grado così
di creare strutture sociali complesse,
un linguaggio articolato per comuni-
care, le arti, la religione, la scienza.
La nostra specie, la Sapiens sapiens,
compare in Africa e si insedia in Euro-
pa poco meno di 50-100 mila anni fa,
inizialmente condivide il territorio con
un’altra specie umana, la Sapiens nean-
derthalensis, con la quale ha sporadici
rapporti, a volte conflittuali e a volte
pacifici, ma è verso la fine dell’ultima
glaciazione, la Wurmiana, che acquista
il completo predominio del territorio,
non si conoscono bene i motivi per cui
l’unica razza umana differente esistita
in contemporaneità con la nostra, la
neanderthalensis appunto, circa 30 mi-
la anni fa si sia estinta; forse segue >
3. non ha retto la competizione dello stes-
so territorio con la nostra specie, forse
è stata sopraffatta da questo nuovo uo-
mo, denominato ‘Cro-Magnon’, oppu-
re più semplicemente non è riuscita a
sopravvivere ai cambiamenti climatici
e ambientali che si sono succeduti ver-
so la fine del periodo glaciale.
Comunque andarono le cose, circa 10
mila anni fa il popolo umano emigrò in
tutti i continenti, costituì i primi villag-
gi e forse le prime città, (come Gerico),
sopravvisse ai cataclismi conseguenti lo
scioglimento dei ghiacci continentali,
riportandone l’ancestrale ricordo oral-
mente da padre a figlio, (in tutte le cul-
ture del mondo si parla di un antico
“diluvio universale”), sviluppò tecno-
logie, arti, mestieri, iniziò lo scambio di
beni tra le varie tribù, acquisì la capa-
cità di visualizzare concetti astratti dan-
do vita prima alla simbologia dell’arte,
poi alla scrittura ed infine al ragiona-
mento matematico, ed il resto è storia.
L’uomo è l’unico essere vivente, fino-
ra esistito, che non solo è stato in gra-
do di adattarsi all’ambiente circostante,
ma è intervenuto su di esso adattan-
dolo alle proprie esigenze, è l’unico
essere del pianeta dotato di intelligenza
cognitiva, l’unico in grado di creare
ambienti favorevoli alla propria so-
pravvivenza anche laddove altri esse-
ri simili non potrebbero mai: nel fon-
do dei mari, negli spazi aerei e recen-
temente nello spazio extraterrestre.
Visto la propria evoluzione risulta ov-
vio, quindi, che la sua complessa strut-
tura sociale segua le stesse regole che
ne hanno determinato lo sviluppo na-
turale. L’economia, poi, è nata dal-
l’antico scambio di beni tra villaggi dif-
ferenti per la sopravvivenza della co-
munità, e quello di cui non si dispo-
neva naturalmente lo si costruiva, o lo
si coltivava, o lo si allevava, per potersi
sostenere e poter scambiare le proprie
risorse con altre di uguale valore ma
di cui si era carenti.
Successivamente si sono sostituiti i be-
ni materiali con altri ‘simbolici’, qua-
li preziosi, denaro, titoli, creando una
complessa struttura sociale che si è an-
data via via globalizzando nelle varie
epoche storiche.
Ora siamo ad una reale svolta epoca-
le, l’economia mondiale è strettamen-
te correlata, come se fosse diventata
unica, e ne subiamo tutti gli effetti po-
sitivi e negativi.
Le evoluzioni da sempre causano squi-
libri, economie deboli rischiano di es-
sere schiacciate da quelle più forti, pae-
si retrogradi rimasti isolati per cultura e
religione non riuscendo più a contene-
re il loro isolamento entrano in violen-
to conflitto con l’esuberante occidente,
aziende trainanti settori storici entrano
in crisi per la forte competizione segui-
te di conseguenza da tutto il terziario ad
esso orbitante, ciò causa disoccupazio-
ne, allarmismo, tensione sociale.
I nostri sistemi divenuti altamente sofi-
sticati diventano fragili, basta un ‘baco’
del 2000 per creare scompiglio, un Hac-
ker per provocare milioni di danni, un
black-out per fermare una nazione.
Il futuro non è roseo, la minaccia di
recessione, l’aumento dell’inflazione
reale, la carenza di petrolio, gli spre-
chi di energie e risorse, i conflitti cre-
scenti, per non dimenticare le emer-
genze ambientali causate da un’irre-
sponsabile e criminale tutela del ter-
ritorio, rischiano di porci di fronte ad
un cataclisma sociale di livello plane-
tario, quale spettro ci sta affliggendo?
Nessuno, siamo solo di fronte ad un
meccanismo evolutivo che porterà
l’uomo ad uno stadio di sviluppo su-
62 anno XXIX - n. 11-12
CULTURA
SEGUE > L’evoluzione dell’economia come
l’evoluzione della vita
periore, se sarà tanto intelligente da
espandere i suoi progetti guardando
più ai profitti a lungo termine che a
quelli immediati.
Per evitare “l’estinzione” è necessario
aumentare la versatilità, adattarci alle
nuove situazioni, convertire le nostre
produzioni a tecnologie superiori au-
mentando la qualità del prodotto, tra-
sferendo la produzione di bassa spe-
cializzazione e di grandi quantità a quei
paesi in via di sviluppo con esigenze
economiche ed energetiche inferiori,
ma necessità impellente di aumentare
la propria ricchezza interna.
L’Italia in particolar modo deve im-
parare ad investire nella formazione,
puntare molto sull’istruzione delle gio-
vani menti con una scuola di qualità,
e non fittizia, impegnandovi maggio-
ri risorse e fondi.
Lo sviluppo deve essere legato all’in-
novazione ed alla ricerca, compresa
quella scientifica di base; tutto ciò in-
crementerà la produzione di alte tec-
nologie e delle loro applicazioni pra-
tiche, oggi, purtroppo, i nostri ricer-
catori lavorano all’estero a causa dei
pochi fondi messi a disposizione dal
nostro paese e delle poche opportu-
nità di lavoro n patria, uno spreco
enorme di risorse umane e di investi-
menti per la loro formazione che un
paese moderno non dovrebbe assolu-
tamente permettersi.
Dobbiamo evolverci come un essere vi-
vente in un nuovo habitat, l’economia
industriale del profitto immediato non
può più essere privilegiata nel nostro
paese, è necessaria una responsabiliz-
zazione di tutti, specie dei nostri go-
vernanti che devono essere meno ‘po-
litici’ e diventare più ‘statisti’.
La forte differenziazione imprendito-
riale, artigianale e professionale del-
4. 63novembre-dicembre 2004
l’Italia è la nostra più grande risorsa,
unita all’inventiva ed alla vitalità che
ci contraddistingue può divenire, se
ben indirizzata, l’elemento vincente
per la sopravvivenza evolutiva e per la
conquista di nuove nicchie economi-
che disponibili dai nuovi orizzonti, ma
è necessario aggiudicarcele prima di
altre “specie”.
Uno sviluppo integrato ed eco-soste-
nibile, con sistemi innovativi esporta-
bili anche all’estero per una migliore
tutela ambientale ed una maggiore
qualità di vita può essere una carta vin-
cente a livello globale.
Incrementando servizi, ricerca, qualità
tecnologica e vigilanza, superando gli
egoismi dei profitti ad ogni costo e a
breve termine, limitando le produzioni
uniche che influenzano vasti territori e
soprattutto investendo nel futuro con
una forte crescita culturale e professio-
nale, con minor grandi industrie e mag-
gior piccole imprese più collegate tra
loro, con più professionisti ben prepa-
rati e meno bassa manovalanza, con
maggiore tutela ambientale e cura de-
gli aspetti igienico sanitari, di sicurezza
e benessere psicofisico delle popola-
zioni, con più senso civico e maggior
senso sociale verso il proprio territorio,
sia esso Regione, Stato o Comunità Eu-
ropea, avremo la possibilità di supera-
re le crisi di quest’inizio millennio ed
avviarciaivantaggidifuturiancorainim-
maginabili per l’umanità intera.
Stefano Sghedoni
Qualità, Certificazione, Competitività
Èun libro importante, già come numero
di pagine, ed è la terza edizione del vo-
lume “Certificare la qualità”, ormai di-
ventato un classico della materia.
Di quel volume conserva, pur riscritti e ap-
profonditi, alcuni argomenti molto ap-
prezzati e utili anche per una ripetuta con-
sultazione. E’ il caso della parte VII sulle
Certificazioni, dove sono esaminati i tipi
di certificazione e i modi per valutare la
conformità, e delle appendici che espon-
gono in termini riassuntivi i casi di certifi-
cazione obbligatoria, e i provvedimenti re-
golamentari in materia di salute, sicurez-
za e ambiente, con le coordinate per in-
dividuare gli organismi di certificazione
accreditati dal SINCERT, gli organismi notificati a Bruxelles, i laboratori
di prova accreditati dal SINAL e i centri di taratura del SIT.
Di quel libro conserva anche il taglio didattico, in particolare nelle par-
ti dalla II alla VI che analizzano tutti i punti delle nuove norme ISO 9000:
2000, con una trattazione, affidata a più autori, che ritornano ogni vol-
ta che ritorna lo stesso tema (cliente, risorse, misurazioni). Questa im-
postazione consente di leggere il libro in sequenza, secondo l’ordine
del celebre modello “Plan-Do-Check-Act” (PDCA) e della norma stessa,
o per argomenti, in cui ciascun autore segue un suo percorso come in
un libro monotematico.
Da sottolineare, infine, un aspetto di fondo che differenzia il volume dal-
le precedenti edizioni: l’analisi, nella Introduzione e nella Parte I, del le-
game tra qualità, certificazione e competitività, richiamata dal titolo stes-
so del libro. La parte iniziale approfondisce, infatti, l’ esame dell’ interdi-
pendenza fra competitività delle imprese, ed efficienza del Sistema Qua-
lità Italia e del Sistema Paese, inteso come pubblica Amministrazione.
La trattazione inserisce il manuale in modo puntuale nell’ attuale con-
testo storico ed ha il merito di diffondere la cultura la qualità al di fuo-
ri della ristretta cerchia degli addetti ai lavori, per portarla dove è chia-
mata a dare il suo contributo operativo, ovvero nell’ attività quotidia-
nità di tutte le organizzazioni al fine di soddisfare le loro esigenze di
competitività e sviluppo.
Da qui la giusta scelta di impostare il volume con riferimento alla gui-
da ISO 9004: 2000 per il miglioramento delle prestazioni dei Sistemi di
gestione della qualità e l’approccio che privilegia la trattazione delle
problematiche aziendali.
Curato dal Prof. Pierangelo Andreini, 920 pagine, e 46,00, edito da Li-
breria Internazionale Ulrico Hoepli, Via Hoepli, 5 - 20121 Milano -
tel.02.864871 - fax 02.864322 - e-mail: libreria@hoepli.it
sito web: www.hoepli.it.
HOEPLI
a cura di
PIERANGELO ANDREINI
Nuova edizione di
Certificare la qualità
B i b l i o t e c a T e c n i c a H o e p l i
Qualità
Certificazione
Competitività
QQ
LA NORMA ISO 9001
(VISION 2000) E LA GUIDA
ISO 9004
LA NUOVA FRONTIERA
DELLA QUALITÀ
ANIMA
< A L L E G AT O C D - R O M
CULTURA
SEGUE >
LEBREVI