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Presentation of my Undergraduate Thesis
1. Studio geologico - tecnico della frana contigua all’abitato di Silla (comune di Gaggio Montano - Bologna) Tesi di Laurea di: Danilo Moretti Relatrice: Prof. ssa Monica Ghirotti Correlatore: Dott. Aldo Fantini
2. Scopo del lavoro Caratterizzazione geologico - tecnica della frana contigua all’abitato di Silla (comune di Gaggio Montano – Bologna).
3. Ubicazione geografica dell’area L’area di studio si trova in località Silla nel comune di Gaggio Montano – Bologna, in prossimità della confluenza tra il Fiume Reno ed il Torrente Silla. 1 km
8. Frana A Il movimento franoso A è una colata che ha una superficie pari a 30.000 m². Frana B Il movimento franoso B è una colata che ha una superficie pari a 18.000 m². Frana C Il movimento franoso è classificabile come rototraslazionale ed ha una superficie di 38.000 m². Frana D Il movimento franoso è classificabile come rototraslazionale ed ha una superficie di 2.500 m².
14. Dati inclinometrici nel sondaggio S1I L’analisi dei dati mostra uno spostamento in corrispondenza del passaggio coltre-substrato ad una quota di circa 5 m dal p. c. con uno spostamento di circa 5 cm nel periodo Agosto 2005 Febbraio 2006 . Dati inclinometrici nel sondaggio S3I L’analisi dei dati non sottolinea evidenti spostamenti nel periodo Agosto 2005 Agosto 2006.
15. Dati piezometrici del 2005 L’analisi dei dati indica livelli di falda simili e costanti nel tempo nel corpo di frana A e nel corpo di frana B. Dati piezometrici del 2006 L’analisi dei dati indica livelli di falda differenti ed incostanti nel tempo nel corpo di frana A e simili e stabili nel corpo di frana B.
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Notas do Editor
Il presente lavoro di tesi si è posto come obiettivo principale la caratterizzazione geologico – tecnica della frana contigua all’abitato di Silla,nel comune di Gaggio Montano,in provincia di Bologna. Qui si può osservare la panoramica della zona in esame.
L’area di studio,come abbiamo già menzionato,si trova nella località di Silla,nel comune di Gaggio Montano(Bologna).Essa è in prossimità della confluenza tra il Fiume Reno ed il Torrente Silla, in sinisra idraulica di entrambi.
Lo studio è stato strutturato in diverse fasi.La prima è consistita nella ricerca bibliografica di tutto il materiale disponibile presso la Comunità Montana “Alta e Media Valle del Reno” di Vergato.La seconda fase ha riguardato l’osservazione di foto aeree ed ortofoto della zona in esame.La terza ha comportato il rilevamento geomorfologico dell’area.La quarta ha richiesto il monitoraggio del livello di falda con l’utilizzo di freatimetri lungo i piezometri installati nell’area del corpo di frana.La quinta,invece,è consistita di considerazioni conclusive sul lavoro svolto.
L’assetto geologico dell’area presa in esame è caratterizzato dalla presenza piuttosto diffusa di litologie pelitiche facenti parte delle Formazione delle Argille a Palombini e secondariamente dalle Argille Variegate con Calcari.Il contatto fra queste due unità è da ritenersi di origine tettonico e si sviluppa prevalentemente parallelo al Torrente Silla,ad una quota media di 380 m s.l.m.
L’assetto geomorfologico dell’area in esame è caratterizzato dalla presenza di una serie di movimenti franosi di tipo complesso.Questi fenomeni si sviluppano dalla linea del crinale fino a fondovalle,dove vi è sovrapposizione ed interdigitazione a depositi alluvionali terrazzati.Nel versante sono,inoltre, visibili contropendenze e fratture di trazione riconducibili a fenomeni gravitativi sviluppatisi nei primi metri di terreno.L’acclività dell’area è,in ogni caso,sostanzialmente bassa.Gran parte dei movimenti è classificabile come quiescente.Fenomeni attivi sono sostanzialmente riprese di fenomeni preesistenti,con movimenti di tipo rotazionale vicino alla nicchia di distacco,che pian piano diventano colate nella parte mediana e finale.Si possono,inoltre,osservare i fossi principali e secondari di regimazione delle acque,le nicchie di distacco da cui sono partiti i movimenti franosi maggiori e l’accumulo dell’ultima importante riattivazione,datata 2005.
All’interno del bacino preso in esame,in cui si realizzeranno interventi da parte della Comunità Montana”Alta e Media Valle del Reno”,si possono distinguere 4 diversi movimenti franosi che danno origine ad un movimento complesso.I corpi sono suddivisi in A,B,C,D,come si può vedere dalla carta,per permettere una più facile descrizione.
Il movimento franoso A è una colata che ha una superficie pari a 30.000 m².Il corpo di frana è attivo e sono osservabili tre nicchie di distacco poste tra una quota di 375 m s.l.m. e 425 m s.l.m..Il maggior movimento si è avuto lungo l’asse ed il fianco destro della frana.Il movimento franoso B si tratta di un movimento di tipo colata,che passa a valle ad un deposito quiescente,sviluppatosi su una superficie di circa 18.000 m².La lunghezza dell’intero movimento è di 300 m,la larghezza di 50 m.La frana C è considerata un deposito quiescente.Ha una superficie di 38.000 m² per una lunghezza di 350 m ed una larghezza di 120 m.Il fenomeno franoso è stato classificato come rototraslazionale.Gran parte dell’area è stata oggetto di rimboschimento da parte del Corpo Forestale dello Stato dal 1950 al 1960.Il corpo di frana D,più esterno,posto in prossimità del crinale Silla-Reno è costituito da un movimento a componente rototraslazionale.L’area coinvolta nel movimento è pari a 2.500 m²,per una lunghezza di 100 m ed una larghezza di 40 m.Nel tratto più prossimo al crinale è stata costituita una gabbionata ad arco.
In questo lavoro sono state valutate ed interpretate indagini geognostiche che sono consistite nello studio di sondaggi e delle indagini sismiche.
I sondaggi geognostici sono stati realizzati entro i corpi di frana A e B(in prossimità del limite con C),nel tratto medio-basso del versante per disporre d’informazioni dirette in prossimità delle abitazioni.La stratigrafia di sondaggio S1I mostra come si può osservare uno strato di argille limose nocciola decompresse,seguite da uno strato di argille limose nocciola ed ocra debolmente marnose,seguite successivamente da uno strato di argilliti marnose.La stratigrafia di sondaggio S3I mostra come sia visibile uno strato di circa mezzo m. di argille limose decompresse,seguite da uno strato di argille limose con diffusi clasti calcarei.Vi è poi,come si può vedere,un altro strato di circa 7,5 metri di argille limose scure e nocciola seguite da argilliti marnose.
Lo studio della stratigrafia dei sondaggi ha portato ad un’interpretazione dei dati di sondaggio che ha portato alla realizzazione di questa sezione trasversale in cui si possono vedere le varie unità litotecniche correlate tra loro.Questa interpretazione ha tenuto conto,però,soltanto dei dati di sondaggio.
Successivamente vengono presi in considerazione,però,i dati geofisici.Qui si può vedere la prospezione sismica della linea longitudinale L1 in cui si osservano velocità sismiche differenti che identificato unità litostratigrafiche differenti.Si osserva,infatti,come la porzione più superficiale abbia velocità sismiche abbastanza basse tra 0,2 e 0,6 km/sec ascrivibili allo strato di alterazione superficiale.Vi sono poi velocità sismiche sui 0,7 ed 1,3 km/sec. associabili a terreni argillosi instabili.Si osservano,inoltre,porzioni con velocità sismiche comprese tra 1,6 ed 1,9 km/sec. associabili a substrato,di cui la porzione con valori un po’ più bassi può identificare un substrato localmente decompresso.Qui si può,inoltre,osservare la prospezione sismica della sezione T2 in cui si osserva la porzione più superficiale con velocità sismiche compresse tra 0,2 e 0,6 km/sec. Ascrivibili allo strato di alterazione superficiale.Si possono poi osservare strati di terreno con velocità sismiche un po’ più elevate che possono identificare la coltre alterata e porzioni con valori ancora più alti che identificano un substrato localmente decompresso ed un substrato sismico locale.
La prospezione sismica tramite sismica a rifrazione con l’interpretazione dei sondaggi ha consentito l’identificazione di una successione stratigrafica divise in unità 1 che identifica essenzialmente il suolo composto da argille limose di colore nocciola con abbondanti resti vegetali,l’unità 2.a che identifica la coltre composta da argille limose con clasti centimetrici calcarei,l’unità 2.b che identifica la coltre composta di argille limose con clasti centimetrici che rappresenta il corpo di frana riattivatosi nel 2005,l’unità 3 che descrive il substrato decompresso formato da argilliti marnose con trovanti calcilutitici centimetrici ed unità 4 che descrive il substrato composto da argilliti marnose compatte con trovanti calcilutitici centimetrici.
Il monitoraggio inclinometrico,invece,ha portato l’esecuzione delle letture del tubo inclinometrico S1I.Il grafico mostra un marcato spostamento in corrispondenza del passaggio coltre-substrato ad una quota di circa 5 cm nel periodo Agosto 2005 Febbraio 2006 pari ad una velocità di circa 10 cm/anno.I grafici dell’inclinometro S3I non evidenziano,invece,spostamenti significativi dell’ammasso.Si nota infatti uno spostamento poco evidente di circa 4 mm nel periodo di lettura di 1 anno.
E’ stato successivamente svolto un piccolo studio sulle condizioni idrauliche del versante.I dati raccolti nel 2005 fanno vedere come i piezometri installati nel corpo di frana A(S2C ed S6N)indichino livelli della falda simili e costanti nel tempo,mediamente attestati a –3,70 m –3,80 m dal p.c. senza scostamenti eccessivi tra il Norton ed il Casagrande.Una costanza nelle letture si osserva anche nel corpo di frana B(S4C eS5N)In questo caso il livello del Casagrande risulta inferiore di circa 1 metro al livello del Norton.L’analisi dei dati raccolti nel 2006 evidenzia come i piezometri nel corpo di frana A indichino livelli molto diversi da quelli osservati nello stesso periodo del 2005.Si nota come tra il Norton ed il Casagrande vi sia una continua discrepanza di circa 1 m nelle prime due misurazioni per poi arrivare a circa 50 cm.Vi è invece una sostanziale somiglianza alle letture del 2005 nel corpo di frana B.Si osserva un’analoga distanza tra i livelli misurati nella cella Casagrande e nel Norton.Le letture indicano mediamente livelli di falda a –2,70 m dal p. c. nella cella Casagrande e letture a –2,00 m dal p.c. nel Norton.
Si nota,perciò,una discrepanza tra i dati del 2005 e del 2006 circa i livelli piezometrici del corpo di frana A.Essa può essere spiegata dal fatto che la distribuzione delle pressioni dell’acqua non sia più vicina all’idrostatica.Infatti è solo nel caso di distribuzioni dell’acqua vicina all’idrostatica che sia un piezometro Norton che uno Casagrande danno livelli di falda paragonabili.Nel caso sia presente un moto di filtrazione non parallelo al versante piezometri Casagrande danno differenti livelli rispetto al Norton.Le due ipotesi che spieghino tale cambiamento di condizione può essere associato a:possibili lavori svolti tra Dicembre 2005 e Giugno 2006 ed all’evento di frana avvenuto nel 2005.
Come conclusioni si può perciò definire il pendio come caratterizzato dalla presenza di litologie argillitiche.Il movimento franoso è di tipo complesso ed è diviso in A,B,C e D.Le indagini svolte sono consistite in sdondaggi geognostici e prospezioni geofisiche.Le indagini hanno permesso di distinguere 4 unità litologiche.Le misure piezometriche hanno evidenziato un cambiamento della distribuzione delle pressioninel corpo di frana A dal 2005 al 2006.Le misure inclinometriche hanno indicato spostamenti significativi solo nel corpo di frana A.