2. L’innominato
• L’innominato è costruito e adattato su una reale
figura storica: quella di Bernardino Visconti, che
commette una lunga serie di delitti e viene citato in
numerose “grida” per i suoi misfatti.
• Nel 1615 riceve nella zona di Lecco la visita
pastorale di Federico Borromeo: è il momento
della conversione, perché nelle “grida “successive
non figura più come bandito. Nel 1647 lascia i suoi
averi all’oratorio di S. Maria delle Grazie in
frazione Caetta di Bagnolo Cremasco. È l’ultima
notizia storica sull’innominato Francesco Hayez
Ritratto dell’innominato
3. • È una figura malvagia, negativa, rappresentante di una società
nella quale dominano la violenza e la corruzione. Ma ha anche
alcuni tratti positivi, alcuni segni di superiorità che lo distinguono
dai più volgari malfattori quali don Rodrigo e che quindi
annunciano da subito un innegabile fascino: egli è comunque un
“grande”, un “eroe”, sia pure del male.
• I due aspetti possono essere immediatamente esemplificati, in uno
dei primi tratti che lo ritraggono, quel misto sentimento di sdegno e
d’ invidia impaziente (cap. XIX - r.282) nei confronti degli altri
prepotenti signori
4. • Dal punto di vista fisico l’innominato era
grande, bruno, calvo; bianchi i pochi
capelli che gli rimanevano, rugosa la
faccia: a prima vista, gli si sarebbe dato
più di sessant’anni che aveva; ma il
contegno, le mosse, la durezza risentita
de’ lineamenti, il lampeggiare sinistro, ma
vivo degli occhi, indicavano una forza di
corpo e di anima, che sarebbe stata
straordinaria in un giovane. (cap. XX rr.
64-68)
Francesco Gonin
L’innominato (Illustrazione dei P.S.)
5. Lucia
• Contrapposta al prepotente signore, Lucia raggiunge nel XX
capitolo l’apice del suo ruolo di vittima predestinata, visualizzato
nella similitudine del pastore e della pecorella (cap. XX rr. 158-
162) Il suo terrore, la sua fragilità, la sua paura si sfoga in pianti,
lamenti, svenimenti
• ma anche nei momenti più drammatici pone le domande
fondamentali sul senso religioso della vita e riesce a indicare la via
e la fiducia nella Fede: “Lucia si rivolge a Colui che tiene in mano
il cuore degli uomini” (cap. XX r. 291)
6. Lucia e l’innominato
Il rapporto tra Lucia e l’innominato è
complesso, drammatico. Si crea tra i due
personaggi uno scambio dinamico dei ruoli.
• Dapprima il colloquio dell’innominato con don
Rodrigo, la responsabilità attiva nel criminale
rapimento, la reclusione di Lucia al castello
definiscono la situazione di partenza:
l’innominato è il “carnefice”, per quanto
turbato e inquieto, e la giovane contadina è la
“vittima innocente”.
Giacomo Mantegazza
Don Rodrigo e l'innominato
8. • Poi l’incontro tra i due nella stanza in cui è reclusa Lucia modifica questi
equilibri, la contrapposizione e l’antagonismo di ruoli restano ben nette,
ma cominciano a entrare in crisi, e si creano i presupposti per una più
deciso cambiamento: ne sono segno la condiscendenza dell’innominato
a consolare la giovane, e la forza di Lucia nell’affermare i propri diritti e
nel pronunciare frasi che agiranno come chiavi per aprire spazi nella
coscienza del signore.
• Infine nella notte, Lucia trova forza nella fede e si addormenta
rasserenata, mentre per l’innominato comincia il lacerante tormento
morale che lo porterà a una cupa disperazione. Proprio in questo
momento, l’immagine di Lucia e le sue parole (“Dio perdona tante cose
per un’opera di misericordia” cap. XXI r. 351) si trasformeranno in unica
fonte di sollievo: la promessa sposa da vittima si trasforma in
salvatrice, e il potente diventa il debole bisognoso di aiuto.
9. Francesco Gonin
Lucia in preghiera (Illustrazione dei P.S.) Giovan Battista Galizzi
L'angoscia dell'innominato
10. La notte di Lucia e dell’innominato: dal buio alla luce
Durante la notte, chiusi nelle loro rispettive stanze , Lucia e l’innominato
compiono i loro dolorosi percorsi interiori, giungendo a opposte mete.
• La promessa sposa si rifugia nella fede e nel ricordo delle persone care
e fa voto di rinunciare per sempre a Renzo , se ritornerà libera. Quindi,
esausta e acquietata, si mette al collo la corona del rosario, quasi a
sottolineare la propria consacrazione alla Vergine, e si addormenta.
• L’innominato invece è tormentato dai più angosciosi pensieri e in preda
alla disperazione si pone le domande sul senso della vita e della morte,
sulle possibilità di un’altra vita. Stravolto da questa veglia (momento
della perdizione), il personaggio si trova all’alba di una nuova vita
(momento della salvezza)