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agenda 21 locale della città della Spezia
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
Novembre 2001
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
2
Coordinamento e elaborazione a cura di:
Gruppo operativo di Ambiente Italia:
Orsola Bolognani, Stefania Calzetta, Dario Franchini
Alessandro Ghiandai, Francesco Paolo Nicoletti, Piergiorgio Secci
Hanno collaborato:
il responsabile Agenda 21 del Comune della Spezia, Lanfranco Biso
i coordinatori dei gruppi di lavoro Agenda 21: Pietro Lazagna, Fabio Giacomazzi, Paolo Vagaggini
il personale e i collaboratori dell’Ufficio Ambiente del Comune della Spezia
il personale e i collaboratori del Laboratorio Territoriale per l’Educazione Ambientale (LABTER)
Un particolare ringraziamento è rivolto a tutti i soggetti della comunità locale che
hanno partecipato alle sessioni di lavoro di Agenda 21, portando il loro
indispensabile e appassionato contributo
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
3
INDICE
INTRODUZIONE 11
1. Premessa 11
2. Il percorso di Agenda 21 della Spezia 11
3. I temi di lavoro per il Piano d’Azione 15
4. L’impostazione metodologica del Piano d’Azione 18
5. Agenda 21 e Piano Strategico della città della Spezia 18
6. L’implementazione del Piano d’azione 19
MOBILITÀ, INQUINAMENTO ATMOSFERICO E ACUSTICO 23
Indirizzo strategico: migliorare la qualità e la vivibilità dell’ambiente urbano
per tutelare la salute, il benessere, la sicurezza dei cittadini 23
1. Premessa 24
2. Obiettivi generali 25
2.1 Migliorare la qualità dell’aria 25
2.2 Ridurre l’esposizione della popolazione all’inquinamento acustico 27
2.3 Migliorare l’accessibilità e la fruibilità dell’ambiente urbano 29
3. Strategie e azioni attivate a livello regionale, provinciale e comunale 32
3.1 Agenda XXI della Regione Liguria 32
3.2 Il Piano di risanamento e tutela della qualità dell’aria della Regione Liguria 34
3.3 Il Piano Urbano del Traffico 36
3.4 Le scelte del preliminare di Piano Urbanistico Comunale 37
3.5 Il Piano dei trasporti pubblici 39
3.6 Il Piano del trasporto marittimo 40
3.7 Il progetto biciclette 40
3.8 Il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico 41
3.9 I provvedimenti per la riduzione delle emissioni inquinanti e acustiche 43
3.10 La zonizzazione acustica 44
3.11 Il Piano di Risanamento acustico 45
3.12 Le ipotesi progettuali del Piano Strategico 45
4. Valutazione delle strategie e azioni attivate 48
5. I settori di intervento: strategie e azioni da attivare o consolidare 55
5.1 Linea strategica n. 1 - Promuovere una mobilità sostenibile 55
5.2 Linea strategica n. 2 - Ridurre e ottimizzare la necessità di spostamento:
informatizzazione, telelavoro e pianificazione dei tempi 62
5.3 Linea strategica n. 3 – Garantire la sostenibilità ambientale degli interventi sulle
infrastrutture per la mobilità e delle trasformazioni urbanistiche che possono
comportare impatti significativi sul sistema della mobilità 63
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
4
5.4 Linea strategica n. 4 – Promuovere una pianificazione territoriale e settoriale che
garantiscano il miglioramento della qualità dell’aria, la riduzione dell’inquinamento
acustico e la promozione di una mobilità sostenibile 64
5.5 Linea strategica n. 5 – Migliorare il sistema di monitoraggio 65
5.6 Linea strategica n. 6 – Informare e sensibilizzare la comunità locale 66
6. Le azioni prioritarie da attivare 67
6.1 Azione n. 1 – Moderazione e fluidificazione del traffico e ottimizzazione della mobilità
ciclopedonale: progetto biciclette 67
6.2 Azione n. 2 – Promozione di un servizio di TPL più sostenibile, più accessibile, più
confortevole e più competitivo con il mezzo privato 71
6.3 Azione n. 3 – Attivazione dei Mobility Managers aziendali e del Mobility Manager
d’Area 72
6.4 Azione n. 4 – Valorizzazione della funzione di pubblica utilità del servizio taxi 74
6.5 Azione n. 5 – Pianificazione dei tempi 75
6.6 Azione n. 6 – Prescrizioni per l’attuazione e l’aggiornamento del PUT e dei relativi Piani
Particolareggiati e Piani di settore 78
6.7 Azione n. 7 – Studio di sostenibilità ambientale degli interventi sulle infrastrutture per
la mobilità e degli interventi di trasformazione urbanistica e partecipazione della
comunità locale alla definizione degli interventi 80
6.8 Azione n. 8 - Aggiornamento della mappa del clima acustico - definizione e attuazione
del Piano di Risanamento acustico 82
6.9 Azione n. 9 – Potenziamento e integrazione del sistema di monitoraggio
dell’inquinamento atmosferico e provvedimenti di restrizione del traffico veicolare 84
7. Le fonti di finanziamento 87
RISORSE IDRICHE 93
Indirizzo strategico: garantire l’uso sostenibile e una qualità elevata delle
risorse idriche 93
1. Premessa 94
2. Situazione attuale: gli elementi di criticità 95
3. Gli obiettivi specifici e i target 96
4. Strategie e azioni attivate a livello regionale, provinciale e comunale 97
4.1 Agenda XXI della Regione Liguria 97
4.2 Interventi su reti fognarie e impianti di depurazione 99
4.3 Il monitoraggio della qualità delle acque superficiali 101
4.4 Pulizia, disostruzione e ripristino dei tombini 102
5. Valutazione delle strategie e azioni attivate 103
6. I settori di intervento: strategie e azioni da attivare o consolidare 105
6.1 Linea strategica n.1 – Tutelare le acque per il consumo umano (acquifero del Magra)105
6.2 Linea strategica n.2 – Utilizzare in modo sostenibile le risorse idriche 105
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
5
6.3 Linea strategica n.3 – Recuperare e valorizzare gli ambienti fluviali e l’ambiente marino108
6.4 Linea strategica n. 4 – Informare e sensibilizzare la comunità locale 110
7. Le azioni prioritarie da attivare 111
7.1 Azione n. 1 – Misure di salvaguardia nella zona di ricarica dell’acquifero del Magra 111
7.2 Azione n. 2 – Risparmio idrico e reti duali per i nuovi insediamenti e le grandi utenze
idriche 112
7.3 Azione n. 3 – Campagna per la diffusione di apparecchi per l’uso efficiente dell’acqua113
7.4 Azione n. 4 – Progettazioni sostenibili nelle abitazioni 115
8. Le fonti di finanziamento 116
PAESAGGIO E NATURA 118
Indirizzo strategico: Valorizzare il paesaggio e la natura per renderli più
fruibili ai cittadini e ai turisti 118
1. Premessa 119
2. Situazione attuale: gli elementi di criticità 120
3. Gli obiettivi specifici e i target 121
4. Strategie e azioni attivate a livello regionale, provinciale e comunale 122
4.1 Agenda XXI della Regione Liguria 122
4.2 I progetti sulla gestione del verde dell’Amministrazione comunale 122
4.3 Le aree protette 123
4.4 Le scelte del Preliminare di Piano Urbanistico Comunale 124
4.5 Le scelte del Piano strategico: “Quali turismi” e “Fare comunità: il progetto quartieri”125
4.6 Il progetto “Città dei bambini” 126
4.7 Diserbo e sfalcio delle scalinate 127
4.8 Inventario dei Biotopi dell’area urbana 127
4.9 I progetti sul paesaggio e natura di altri soggetti delle comunità locale 127
5. Valutazione delle strategie e azioni attivate 128
6. I settori di intervento: strategie e azioni da attivare o consolidare 130
6.1 Linea strategica n.1 – Valorizzare il golfo attraverso il suo mare 130
6.2 Linea strategica n.2 – Valorizzare il paesaggio urbano 131
6.3 Linea strategica n.3 – Valorizzare il paesaggio collinare nell’ottica di un Parco dell’Arco
collinare 132
6.4 Linea strategica n.4 – Protezione dagli incendi e dal dissesto idrogeologico 133
6.5 Linea strategica n.5 – Promuovere un turismo ecosostenibile 134
7. Le azioni prioritarie da attivare: riqualificazione e valorizzazione della rete delle
scalinate e dei sentieri 136
7.1 Azione n. 1 – Riqualificazione della sentieristica 136
7.2 Azione n. 2 – Valorizzazione delle scalinate storiche 137
7.3 Azione n. 3 – Aumento del patrimonio di conoscenza sui sentieri 138
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
6
7.4 Azione n. 4 – Rivitalizzare l’utilizzo dei sentieri 138
7.5 Azione n. 5 - Favorire l’azione del volontariato e l’interesse culturale sui sentieri 139
7.6 Risultati attesi 139
7.7 Attori 139
7.8 Strumenti 141
8. Le fonti di finanziamento 142
ENERGIA 145
Indirizzo strategico: migliorare l’innovazione energetica nel sistema pubblico
e privato 145
1. Premessa 146
2. Situazione attuale: gli elementi di criticità 146
3. Gli obiettivi specifici e i target 148
4. Strategie e azioni attivate a livello regionale, provinciale e comunale 149
4.1 Agenda XXI della Regione Liguria 149
4.2 Il Piano regionale di risanamento e tutela della qualità dell’aria 151
4.3 Il Piano Energetico Comunale 153
4.4 Il Progetto di ambientalizzazione della Centrale ENEL 160
4.5 Analisi preliminare di fattibilità per l’introduzione del teleriscaldamento a La Spezia162
5. Valutazione delle strategie e azioni attivate 163
6. I settori di intervento: strategie e azioni da attivare o consolidare 165
6.1 Linea strategica n.1 – Valorizzazione delle fonti rinnovabili 166
6.2 Linea strategica n.2 – Valorizzazione delle fonti assimilabili 170
6.3 Linea strategica n.3 – Risparmio energetico nella Pubblica Amministrazione 171
6.4 Linea strategica n.4 – Risparmio energetico nel residenziale e terziario 173
6.5 Linea strategica n.5 – Risparmio energetico nei trasporti 174
6.6 Linea strategica n.6 – Risparmio energetico nei settori produttivi 176
6.7 Linea strategica n.7 – Sostenibilità ambientale della Centrale ENEL 176
6.8 Linea strategica n. 8 – Informare e sensibilizzare la comunità locale 178
7. Le azioni prioritarie da attivare 179
7.1 Azione n. 1 – Utilizzo dell’energia solare per la produzione di acqua calda sanitaria
negli edifici pubblici o ad uso pubblico secondo il DPR 412/93 179
7.2 Azione n. 2 – Studio di fattibilità di interventi solari passivi su larga scala. Selezione
di un quartiere adeguato per la realizzazione di interventi pilota e per il loro
monitoraggio 180
7.3 Azione n. 3 – Realizzazione di impianti fotovoltaici integrati negli edifici 181
7.4 Azione n. 4 – Piano Comunale della Illuminazione Pubblica 182
7.5 Azione n. 5 – Certificazione energetica degli edifici di proprietà del Comune e di Enti
da esso dipendenti 183
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
7
7.6 Azione n. 6 – Realizzazione di un ”Catasto Energetico Informatizzato” per gli edifici e
gli impianti 184
7.7 Azione n. 7 – Campagna di diffusione delle tecnologie e tecniche di raffrescamento
passivo di edifici nel settore terziario 185
7.8 Azione n. 8 – Piano di intervento sul parco edilizio pubblico ad uso terziario per il
contenimento dei consumi energetici per la climatizzazione estiva 186
7.9 Azione n. 9 – Campagna elettrodomestici ad alta efficienza 187
7.10 Azione n. 10 – PUC, Norme di conformità e di congruenza, Regolamento Edilizio 188
8. Le fonti di finanziamento 189
8.1 Risorse Nazionali 189
8.2 Risorse regionali 191
8.3 Risorse della Unione Europea 191
INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO 195
Indirizzo strategico: ridurre l’impatto delle sorgenti di inquinamento
elettromagnetico sulla salute della popolazione e sull’ambiente 195
1. Premessa 196
2. Situazione attuale: gli elementi di criticità 196
3. Riferimenti utilizzati per la definizione del Piano d’Azione 197
3.1 Le linee guida ANPA 197
3.2 Studi epidemiologici 199
4. Gli obiettivi specifici e i target 200
5. Strategie e azioni attivate a livello regionale, provinciale e comunale 200
5.1 Agenda XXI della Regione Liguria 200
5.2 Il Piano comunale di adeguamento e organizzazione degli impianti di
teleradiocomunicazione 201
5.3 I controlli 201
5.4 La disciplina paesistica del Piano Urbanistico Comunale 202
6. Valutazione delle strategie e azioni attivate 203
7. I settori di intervento: strategie e azioni da attivare o consolidare 204
7.1 Linea strategica n.1 – ridurre l’impatto sulla salute della popolazione e sull’ambiente
degli impianti di teleradiocomunicazione 204
7.2 Linea strategica n.2 – ridurre l’impatto sulla salute della popolazione e sull’ambiente
delle sorgenti ELF (elettrodotti, cabine di traspormazione, utenze elettriche) 206
7.3 Linea strategica n. 3 – Informare e sensibilizzare la comunità locale 207
8. Le azioni prioritarie da attivare 208
8.1 Azione n. 1 – Piano comunale di adeguamento e organizzazione degli impianti di
teleradiocomunicazione 208
8.2 Azione n. 2 – Catasto comunale delle sorgenti di inquinamento elettromagnetico 211
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
8
8.3 Azione n. 3 – Fasce di rispetto e misure di cautela per linee e impianti elettrici 212
8.4 Azione n. 4 – Monitoraggio 213
9. Le fonti di finanziamento 214
RAPPORTI TRA CITTÀ, MARE E PORTO 215
Indirizzo strategico: sviluppo sostenibile del Golfo della Spezia 215
1. Premessa 216
2. Le azioni prioritarie da attivare: valutazione di impatto ambientale del Piano
Regolatore Portuale e inchiesta pubblica 218
3. Riferimenti da utilizzare per sviluppare l’azione di Piano 220
3.1 Ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale del Comune della Spezia nella
seduta del 6 aprile 2001 220
3.2 Intesa sul Piano Regolatore Portuale del Porto della Spezia 220
3.1 Ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale del Comune della Spezia nella
seduta del 12 novembre 2001 222
3.3 Legge 28 gennaio 1994, n. 84: “Riordino della legislazione in materia portuale” 222
3.3 La normativa nazionale sulla Valutazione di Impatto Ambientale 223
3.4 La normativa comunitaria sulla Valutazione di Impatto Ambientale 226
3.5 La partecipazione del pubblico nella normativa sulla VIA 227
3.6 Strumenti normativi in materia di diritto di accesso e partecipazione ai procedimenti231
3.7 Scheda: un modello procedurale di Inchiesta Pubblica 233
4. Le fonti di finanziamento 238
RIFIUTI 240
Indirizzo strategico: garantire piena attuazione al sistema di gestione
integrata del ciclo dei rifiuti (riduzione, riutilizzo, riciclaggio, recupero) 240
1. Premessa 241
2. Situazione attuale: gli elementi di criticità 241
3. Gli obiettivi specifici e i target 241
4. Strategie e azioni attivate a livello regionale, provinciale e comunale 242
4.1 L’Agenda XXI regionale 242
4.2 Il Piano regionale di gestione dei rifiuti 242
4.3 Il Piano per l’organizzazione del sistema integrato di gestione dei RU nella Provincia
della Spezia 244
4.4 Il Piano integrato di gestione rifiuti di ACAM 244
5. Valutazione delle strategie e azioni attivate 247
6. I settori di intervento: strategie e azioni da attivare o consolidare 251
6.1 Linea strategica n. 1 – Ridurre la produzione di rifiuti 251
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
9
6.2 Linea strategica n. 2 – Ottimizzare la Raccolta Differenziata 253
6.3 Linea strategica n. 3 – Valorizzazione e collocazione di mercato delle materie
recuperate 255
6.4 Linea strategica n. 4 – Garantire la sostenibilità ambientale delle attività di raccolta,
trattamento e smaltimento dei rifiuti 256
6.5 Linea strategica n. 5 – Sviluppo di nuove imprese e posti di lavoro mirati alla
sostenibilità del settore 258
7. Le azioni prioritarie da attivare 260
7.1 Azione n. 1 – Promozione del compostaggio domestico 260
7.2 Azione n. 2 – Raccolta differenziata dello scarto alimentare 262
7.3 Azione n. 3 – Acquisti verdi nel Comune della Spezia (Green Public Procurement) 263
7.4 Azione n. 4 – Requisiti relativi all’utilizzo di materiali riciclati negli appalti pubblici 264
7.5 Azione n. 5 – Realizzazione di una ricicleria 265
7.6 Azione n. 6 – Ecovolontari 266
7.7 Azione n. 7 – Informazione, comunicazione e educazione ambientale 267
7.8 Altre azioni 269
8. Le fonti di finanziamento 270
BONIFICA DEI SITI INQUINATI 272
Indirizzo strategico: bonificare e riqualificare i siti inquinati 272
1. Premessa 273
2. Le azioni prioritarie da attivare: l’Osservatorio tecnico bonifiche 274
2.1 La proposta delle associazioni 274
2.2 La proposta di documento costitutivo del Comune e della Provincia della Spezia 275
INFORMAZIONE E PARTECIPAZIONE 276
Indirizzo strategico: promuovere la partecipazione della comunità locale alle
scelte di sviluppo del territorio e alla definizione delle politiche ambientali 276
1. Premessa 277
2. Il progetto A21Speak 278
2.1 Le azioni da attivare 279
2.2 I risultati attesi 281
2.3 Gli attori 281
2.4 Gli strumenti 281
LA NECESSITÀ DI INTEGRAZIONE 285
1. Premessa 286
2. Integrazione tra Piano d’azione e Piano Urbanistico Comunale 288
3. Integrazione tra Piano d’azione e Regolamento Edilizio 289
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
10
3.1 Azione integrata n. 1 – Regolamento Edilizio Ecocompatibile 289
4. Integrazione delle azioni di contabilità ambientale 290
4.1 Azione integrata n. 2 – Lo sportello ambientale 291
5. Acquisti verdi nella Pubblica Amministrazione 292
5.1 Azione integrata n. 3 – Acquisti verdi nel Comune della Spezia (Green Public
Procurement) 292
QUADRO DI SINTESI - ALLEGATO 1 310
QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO 310
1. Mobilità, inquinamento atmosferico e acustico 311
1.1 Inquinamento atmosferico 311
1.2 Inquinamento acustico 316
1.3 Accessibilità e fruibilità dell’ambiente urbano 320
2. Risorse idriche 330
2.1 La normativa nazionale 330
2.2 La normativa regionale 336
3. Paesaggio e natura 338
3.1 La normativa nazionale 338
3.2 La normativa regionale 340
4. Energia 341
4.1 Riferimenti normativi internazionali 341
4.2 La normativa italiana 342
4.3 La normativa regionale 346
5. Inquinamento elettromagnetico 348
5.1 La legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed
elettromagnetici 348
5.2 La disciplina degli elettrodotti: il DPCM 23/4/1992 350
5.3 La VIA per gli elettrodotti 351
5.4 La disciplina nazionale per impianti di telecomunicazione e radiotelevisioni 351
5.5 La disciplina regionale 354
6. Rifiuti 357
6.1 La normativa nazionale 357
6.2 La normativa regionale 358
7. Bonifica dei siti inquinati 360
7.1 La normativa nazionale 360
7.2 Normativa e pianificazione regionale 361
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
11
INTRODUZIONE
1. Premessa
L’ambiente é riconosciuto come uno dei principali fattori che determinano lo sviluppo di un territorio.
Le risorse naturali (acqua, aria, suolo, ecc.) sono gli elementi di supporto di base per gli esseri umani
e per gli ecosistemi. La qualità dell’ambiente determina il grado di attrazione esercitato da un
territorio e, in quanto tale, costituisce uno dei fattori di localizzazione degli investimenti. L’ambiente e
le sue componenti non hanno però durata illimitata e non possono essere sfruttati indefinitamente
senza esaurirsi o degradarsi. Per definire le scelte di sviluppo di un territorio diventa quindi
indispensabile porsi in un’ottica di sviluppo sostenibile, inteso come “quello sviluppo che soddisfa i
bisogni delle generazioni presenti senza compromettere le capacità delle generazioni future di
soddisfare i propri” e ancora come “… un miglioramento della qualità della vita, senza eccedere la
capacità di carico degli ecosistemi di supporto, dai quali essa dipende”.
E’ la Conferenza dell’ONU su “Ambiente e Sviluppo” di Rio de Janeiro, nel 1992, a rilanciare con
forza l’idea della sostenibilità dello sviluppo, approvando l’Agenda 21, il documento programmatico
che sintetizza le azioni specifiche e le strategie che i paesi firmatari si impegnano ad attuare per
favorire lo sviluppo sostenibile. Tra questi è indicata la necessità che ogni Autorità locale sviluppi una
“Agenda 21 locale” per la comunità: “… Gli amministratori locali dovranno consultare i
cittadini e la comunità, le organizzazioni economiche e industriali per raccogliere informazioni
e costruire il consenso intorno ad una strategia per lo sviluppo sostenibile. Tale consenso
dovrà aiutarli a ridefinire i programmi, le politiche, le leggi e i regolamenti locali, al fine di
raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 21.
L’Agenda 21, “le cose da fare nel XXI secolo”, è il processo che, sulla base delle emergenze e delle
criticità locali, deve portare a elaborare e realizzare i piani di risanamento ambientale da parte dei
governi locali, generando cambiamenti concreti nell’organizzazione del territorio della vita quotidiana
di chi produce e consuma. La nozione fondamentale è quella di “processo”.
Agenda 21 è un processo: nasce da una scelta volontaria e condivisa tra più attori locali, che deve
esplicitare e condividere obiettivi, verificare la loro credibilità e desiderabilità, e quindi tradurli in una
strategia integrata, a sua volta articolata in linee d’azione concrete, che consentano di conseguire gli
obiettivi assunti con il coinvolgimento attivo e volontario di tutti i soggetti interessati (attori economici
e sociali, cittadini singoli, associazioni no profit, ecc.). Il processo si concretizza anche nella
definizione di un Piano d’Azione per lo sviluppo sostenibile, che è però il frutto di tale processo e
non un prodotto consegnato “chiavi in mano” da un referente esterno dell’Amministrazione.
Questo è il percorso avviato dall’Amministrazione Comunale della Spezia, quando nel 1999 ha
deciso di costruire l’Agenda 21 locale della città.
2. Il percorso di Agenda 21 della Spezia
Il percorso di Agenda XXI della città della Spezia è stato avviato formalmente con la prima
convocazione del Forum dell’Ambiente del 27 marzo 2000. A partire dal modello proposto da
ICLEI (The International Council for Local Environmental Initiatives), perfezionato da diverse
esperienze applicative e recepito nel Manuale ANPA (Agenzia Nazionale per la Protezione
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
12
Ambientale) – “Linee Guida per le Agende 21 in Italia”, il percorso (figura 1) si è sviluppato
attraverso le seguenti fasi:
1. attivazione del forum dell’ambiente, avviato formalmente con la prima convocazione del 27
marzo 2000, quale sede privilegiata per la discussione e il confronto tra gli attori sociali,
economici ed istituzionali del territorio spezzino, con il compito di orientare l’intero processo di
elaborazione dell’Agenda 21,
2. predisposizione, nell’ambito del forum dell’ambiente, del Rapporto sullo Stato dell’Ambiente,
presentato nel giugno 2000 in occasione della Conferenza Strategica della città, per disporre di
un quadro conoscitivo organico e oggettivo sullo stato dell’ambiente del territorio comunale,
condiviso con tutti i soggetti locali, sulla base del quale individuare le criticità ambientali da
affrontare;
3. approvazione, nell’ambito del forum dell’ambiente, del Rapporto sullo Stato dell’Ambiente e
delle regole di funzionamento del forum, in base alle quali sono state stabilite le modalità di lavoro
del forum al fine della costruzione del Piano d’azione;
4. costruzione, nell’ambito del forum dell’ambiente, articolato in gruppi di lavoro e sessioni
tematiche, del Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile della Spezia.
Per arrivare alla predisposizione del Piano d’Azione, il Forum ha articolato i suoi lavori in tre gruppi
tematici:
5. Valutazione di sostenibilità delle politiche locali e degli strumenti di pianificazione,
coordinato dal Prof. Pietro Lazagna, del Coordinamento delle Associazioni Ambientaliste;
questo gruppo di lavoro, partendo dall’analisi delle attuali politiche e degli strumenti di
pianificazione (territoriale e settoriale) vigenti e/o in fase di definizione, deve valutarne la
sostenibilità ambientale in relazione a opzioni alternative di sviluppo e agli obiettivi di sostenibilità
assunti nel percorso di Agenda 21, e individuare le azioni (intese come politiche alternative,
strumenti attuativi delle politiche e/o dei piani esistenti, azioni specifiche, ecc.) necessarie a
garantirne la sostenibilità. L’attività di questo gruppo di lavoro si è articolata nelle seguenti
sessioni tematiche:
– Rapporti città-mare-porto;
– Mobilità, inquinamento atmosferico e acustico;
– Piano Urbanistico Comunale;
– Energia e inquinamento elettromagnetico;
– Acqua.
6. Bonifica dei siti inquinati e gestione dei rifiuti, coordinato dal Dott. Paolo Vagaggini,
imprenditore; questo gruppo di lavoro deve contribuire alla definizione della strategia di gestione
dei rifiuti nel comune della Spezia e deve svolgere una attività di supervisione e indirizzo
dell’attività di bonifica e riqualificazione dei siti inquinati. L’attività di questo gruppo di lavoro è
articolata nelle seguenti sessioni tematiche:
– Bonifica dei siti inquinati;
– Gestione dei rifiuti;
7. Informazione e comunicazione, coordinato dal Dott. Fabio Giacomazzi, consulente del
Laboratorio per l’Educazione Ambientale del Comune; questo gruppo di lavoro deve
promuovere la massima partecipazione della comunità locale al percorso di Agenda 21 e
garantire l’informazione sul suo percorso. L’attività di questo gruppo di lavoro è articolata inunità
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
13
operative con specifici compiti (elaborazione materiale informativo, predisposizione di un
progetto di “informazione e partecipazione” per la richiesta di finanziamenti al Ministero
dell’Ambiente). Nell’ambito di questo gruppo di lavoro viene anche sviluppato il tema
“valorizzazione del paesaggio e della natura”, attraverso un percorso di partecipazione attiva
della comunità locale alla definizione del relativo Piano d’Azione.
I tre coordinatori dei gruppi di lavoro, unitamente all’Assessore all’Ambiente e al responsabile
Agenda 21 del Comune, e ad un consulente esterno, hanno formato la cabina di regia del Forum,
che ha programmato e coordinato i lavori.
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
14
Figura 1 – il percorso di Agenda 21 della città della Spezia
Il percorso di Agenda XXI
Realizzazione del
Rapporto sullo
Stato dell’Ambiente
Individuazione e analisi
delle Criticità
ambientali
Individuazione degli
obiettivi che si
vogliono perseguire
per affrontare le
criticità ambientali
Realizzazione del Piano d’Azione
Ambientale, in cui sono individuate
le azioni e le strategie che si
intendono attivare per raggiungere
gli obiettivi fissati, integrato con il
Piano Strategico e gli altri
strumenti di programmazione e
pianificazione a livello locale
Coinvolgimento della
Comunità locale alla
realizzazione di
Agenda XXI
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
15
3. I temi di lavoro per il Piano d’Azione
I gruppi di lavoro hanno sviluppato il Piano d’Azione analizzando i diversi temi di interesse in
specifiche sessioni tematiche. In figura 2 sono illustrati i temi sviluppati da ogni gruppo di lavoro.
Nella tabella seguente sono descritte in modo più dettagliato le attività svolte e i risultati raggiunti dai
gruppi di lavoro, per i diversi temi affrontati.
Tabella 1 – Attività svolte e risultati raggiunti dai gruppi di lavoro
Sessione tematica Stato dei lavori
Gruppo di lavoro: valutazione sostenibilità politiche locali
e strumenti pianificazione
Rapporti città-mare-
porto
Si è sviluppata, nell’arco di due riunioni nei mesi di dicembre 2000/gennaio
2001, l’attività di analisi delle criticità ambientali e delle politiche in atto.
L’attività di questa sessione tematica si è, quindi, interrotta, in attesa della
presentazione, da parte dell’Autorità Portuale, del Piano Regolatore Portuale.
A seguito dell’approvazione, in Consiglio Comunale, di un Ordine del giorno
(seduta del 6 aprile 2001) relativo alla valutazione di sostenibilità ambientale
dell’attività portuale e dei suoi possibili sviluppi, si è svolto un altro incontro,
nell’ambito del quale si è discusso della strategia da adottare per dare seguito
agli impegni assunti in quell’Ordine del giorno e di possibili linee strategiche
finalizzate ad un recupero di efficacia sociale ed economica del Golfo della
Spezia. Su questi punti non è stato ancora possibile raggiungere punti di vista
comuni tra i soggetti interessati. Allo stato attuale, quindi, si è deciso di
assumere quale unica azione di Piano l’implementazione del percorso di
valutazione di sostenibilità ambientale dell’attività portuale, da concordare in
base ad un accordo tra il Comune della Spezia e gli altri soggetti interessati
Mobilità,
inquinamento
atmosferico e
acustico
Si sono concluse, nell’arco di tre incontri, le fasi di analisi delle criticità
ambientali e delle politiche in atto e di individuazione degli obiettivi e delle
azioni di Piano; il 16/3/01 è stata presentata al gruppo di lavoro la proposta
preliminare di Piano d’Azione.
Piano Urbanistico
Comunale
Si è svolta una sessione di lavoro sul tema della sostenibilità ambientale del
PUC, finalizzata anche a individuare le possibili sinergie tra PUC e Piano
d’Azione di Agenda 21
Energia e
inquinamento
elettromagnetico
Si sono concluse, nell’arco di due incontri, le fasi di analisi delle criticità
ambientali e delle politiche in atto e di individuazione degli obiettivi e delle
azioni di Piano; il 25/5/01 è stata presentata la proposta preliminare di Piano
d’Azione.
Acqua Si sono concluse, nell’arco di un incontro, le fasi di analisi delle criticità
ambientali e delle politiche in atto e di individuazione degli obiettivi e delle
azioni di Piano; è stata predisposta la proposta preliminare di Piano
d’Azione, consegnata al forum il 22/6/01 nell’ambito della proposta di Piano
d’Azione complessiva.
Gruppo di lavoro: bonifica dei siti inquinati e gestione dei rifiuti
Bonifica dei siti Si sono concluse, nell’arco di tre incontri, le fasi di analisi delle criticità
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
16
Sessione tematica Stato dei lavori
inquinati ambientali e delle politiche in atto e di individuazione degli obiettivi e delle
azioni di Piano ed è stata discussa la definizione del Piano d’azione, da
concretizzare nella costituzione di un Osservatorio sulle attività di bonifica; in
base alle decisioni assunte, è stata formulata una proposta di Piano d’azione,
consegnata al forum il 22/6/01 nell’ambito della proposta di Piano d’Azione
complessiva.
Gestione dei rifiuti Si è sviluppata, nell’arco di 5 incontri, l’attività di analisi delle criticità
ambientali e delle politiche in atto, dedicando particolare attenzione al Piano
Provinciale di gestione dei rifiuti; è stata predisposta la proposta preliminare
di Piano d’Azione, consegnata al forum l’8/11/01.
Gruppo di lavoro: informazione e comunicazione
Informazione e
comunicazione
Il gruppo di lavoro si è organizzato in unità operative che:
– hanno prodotto del materiale informativo, che è stato inserito nel sito
internet del Comune (www.comune.sp.it) e sarà a breve distribuito con il
giornale di informazione del Comune;
– hanno elaborato il logo di Agenda 21 della Spezia;
– hanno elaborato il progetto “A21Speak” per la costruzione di un
sistema permanente interattivo di informazione e comunicazione
ambientale, presentato al Ministero dell’Ambiente per la richiesta di
finanziamenti (bando per il finanziamento di programmi di sviluppo
sostenibile e di attuazione di Agende 21 locali)
Il Progetto A21Speak è stato assunto come Piano d’azione su questo tema.
Valorizzazione
paesaggio e natura
Il gruppo di lavoro ha individuato nel tema “valorizzazione del paesaggio e
della natura” lo spunto per ampliare la partecipazione della comunità locale al
processo di Agenda XXI. Ha quindi organizzato, con la collaborazione del
Laboratorio Territoriale di Educazione Ambientale (LABTER) un percorso
di partecipazione attiva della comunità locale alla costruzione del Piano
d’Azione su questo tema, imperniato sul tema della valorizzazione del sistema
di sentieri e delle scalinate dell’arco collinare. Tale percorso si é così
articolato:
– 16/5/01: momento pubblico di riflessione in cui sono stati invitati a
portare il loro contributo tutti i soggetti che si occupano a diverso titolo
della valorizzazione dei sentieri;
– 27/5/01: escursione (Chiappa, Salto del Gatto, Strà, Foce, Torracche,
Bocca Lupara, Chiappa), finalizzata a verificare criticità e potenzialità
delle scalinate e dei sentieri collinari
– 30/5/01: sessione di sintesi del gruppo di lavoro finalizzata a definire il
Piano d’Azione (le cose da fare per promuovere la riqualificazione e
valorizzazione dei sentieri)
In base ai risultati emersi in questo percorso, è stata definita una proposta di
Piano d’azione, riportata nei capitoli successivi.
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
17
Figura 2 – I temi affrontati dai gruppi di lavori di Agenda 21
L’articolazione dei lavori di AGENDA XXI
Coordinato da Pietro Lazagna, del Coordinamento delle Associazioni Ambientaliste
Temi sviluppati:
• Mobilità, inquinamento atmosferico e acustico: il traffico urbano e i relativi
impatti ambientali (inquinamento atmosferico e acustico, congestione e degrado
della vivibilità degli insediamenti), le scelte sulla mobilità del Piano Urbano del
Traffico e le scelte sulla viabilità del Piano Urbanistico Comunale, il trasporto
pubblico, ecc.
• Rapporti città-mare-porto: i problemi di sostenibilità ambientale legati alla
presenza e ai possibili sviluppi delle attività portuali,
• Piano Urbanistico Comunale: la sostenibilità ambientale delle scelte del Piano
Urbanistico Comunale
• Energia ed inquinamento elettromagnetico: l’uso sostenibile dell’energia
(risparmio energetico, uso di fonti energetiche rinnovabili, cogenerazione, ecc.),
gli impatti della Centrale ENEL, l’inquinamento elettromagnetico (le stazioni radio
base, gli elettrodotti e le cabine di trasformazione)
• Acqua: la qualità delle acque del golfo, la rete fognaria e la depurazione
Temi sviluppati:
• informazione e partecipazione: definizione di strumenti e attività per
promuovere la partecipazione della comunità locale al percorso di Agenda 21 e
garantire una diffusa informazione sul suo percorso
• valorizzazione del paesaggio e della natura: definizione delle azioni da
sviluppare per valorizzare il paesaggio e la natura spezzine (le colline, il golfo, il
paesaggio urbano), attraverso un percorso di partecipazione attiva della comunità
locale (programma di iniziative e escursioni legate al tema del recupero e della
valorizzazione della rete dei sentieri collinari)
Coordinato da Paolo Vagaggini, imprenditore
Temi sviluppati:
• bonifica dei siti inquinati:supervisione e indirizzo dell’attività di
bonifica e riqualificazione dei siti inquinati (Pitelli e area ex-IP)
• gestione dei rifiuti: la riduzione della produzione dei rifiuti, la raccolta
differenziata, il riutilizzo e il riciclaggio, lo smaltimento finale, le scelte
del Piano Provinciale di gestione dei rifiuti, le scelte di ACAM
GRUPPO DI LAVORO: Valutazione di sostenibilità delle
politiche locali e degli strumenti di pianificazione,
GRUPPO DI LAVORO: Bonifica dei siti inquinati e
gestione dei rifiuti
GRUPPO DI LAVORO: Informazione e comunicazione
coordinato da Fabio Giacomazzi, consulente del Laboratorio per l’Educazione
Ambientale del Comune
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
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4. L’impostazione metodologica del Piano d’Azione
Il Piano d’Azione per lo sviluppo sostenibile della città della Spezia è un programma di azioni
concrete e integrate tra loro, adatte a raggiungere specifici obiettivi di sostenibilità ambientale, da
attuarsi da parte del governo locale e del forum dell’ambiente, attraverso una diretta responsabilizza-
zione dei diversi “attori” che saranno i protagonisti della loro attuazione.
Tenendo conto della necessità di inserirsi in un quadro di riferimento normativo ed amministrativo
consolidato, nell’ambito del quale altri strumenti di governo sono già stati adottati, o sono in via di
adozione, e tenendo conto dell’importante lavoro di predisposizione del Piano Strategico della città,
di cui il percorso di Agenda 21 costituisce parte integrante, il Piano d’azione per lo sviluppo
sostenibile è stato elaborato mantenendo un’impostazione pragmatica e flessibile, cercando per
quanto possibile di “mettere in rete” obiettivi e politiche derivanti da strumenti di piano e programma
già attivati, ovvero di sintetizzare nell’ambito di un approccio integrato gli sforzi e le azioni già avviati
dai diversi settori dell’Amministrazione locale e dai diversi soggetti della comunità locale.
L’elaborazione del Piano, per ogni tema affrontato, si è articolata nei seguenti passaggi:
1. analisi sintetica delle criticità ambientali emerse dal Rapporto sullo Stato dell’Ambiente;
2. analisi del quadro di riferimento normativo, al fine di individuare gli obblighi e gli obiettivi
derivanti dalla normativa e di ricostruire le competenze specifiche dell’autorità locale relative a
settori/attività umane e fattori di pressione individuati;
3. definizione degli obiettivi, al raggiungimento dei quali finalizzare il Piano d’Azione, e dei relativi
target (soglie qualitative e/o quantitative da conseguire entro un determinato termine temporale)
e indicatori di monitoraggio;
4. analisi delle relazioni tra agenda 21 e altri strumenti di piano e programmi locali, con l’obiettivo di
valutare l’efficacia delle azioni in atto o previste ai fini del perseguimento degli obiettivi fissati;
5. analisi e definizione delle strategie e delle azioni da attivare per il conseguimento dei target
individuati, in un’ottica di medio-lungo termine (i prossimi10 anni);
6. individuazione, in base a criteri di fattibilità e di efficacia, delle azioni prioritarie da attivare a
partire dal primo anno dall’approvazione del Piano d’azione;
7. individuazione, con particolare riferimento alle azioni prioritarie da attivare, degli strumenti da
adottare e degli attori (Comune, Provincia, ARPAL, ACAM, Associazioni ambientaliste e del
volontariato, Associazioni di categoria, etc.) da coinvolgere e responsabilizzare nell’attuazione
del Piano, delle risorse finanziarie attivabili e delle possibili aree di integrazione verticale ed
orizzontale da ricercare al fine di ottimizzare le risorse impiegate e massimizzare i risultati.
L’impostazione del Piano d’azione rispecchia questa articolazione dei lavori.
5. Agenda 21 e Piano Strategico della città della Spezia
Il percorso di Agenda 21 della città della Spezia si inserisce nel più generale processo di
pianificazione strategica della città della Spezia, che, attraverso la costruzione del Piano Strategico,
si propone “la costruzione di un percorso condiviso della città per la città, di medio-lungo
periodo in grado di fissare mete di crescita e di sviluppo condivise dalla Istituzione e dagli
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
19
attori sociali ed economici cittadini, attraverso un’analisi critica e permanente del nesso
esistente tra economia, territorio e ambiente, politiche sociali e formative, e conseguente
produzione di ipotesi progettuali, definite e ridefinite in continuum, la loro attuazione,
gestione e riprogettazione sintotica con le esigenze che l’evoluzione impone. Esso è quindi
anche e soprattutto un modello di gestione delle politiche urbane, basato sulla costruzione di
una rete di attori e avente l’intenzione di:
– gestire un processo in cui vengano coinvolte tutte le istituzioni economico-sociali, sia
pubbliche che private, per sviluppare un progetto della città che, oltre a stabilire obiettivi
e linee prioritarie di azione, trovi la sua realizzazione attraverso la formazione di
partnerships pubblico/privato.
– determinare un criterio di equilibrio nello sviluppo della città attraverso una forte
integrazione tra diversi progetti in una visione di insieme delle politiche urbane
complessive;
– consentire una riflessione sul merito e sulle funzione della città, onde identificare quale è
la sua area di influenza;
– delineare una rete formata da tutti gli attori decisionali della città con altro grado di
interazione tra loro, condizione necessaria per la costruzione del consenso sul futuro dello
sviluppo locale, sostituendo il sistema della sovraordinazione con quello della
condivisione;
– creare le condizioni favorevoli all’implementazione dei progetti mediante un modello
volontaristico e prospettico, negoziato e flessibile volto alla costruzione di un piano che
indichi le regole del gioco e le linee guida piuttosto che vincoli e regolamenti1.”
Appare evidente, da quanto sopra enunciato, da un lato la piena coerenza tra i due percorsi avviati
dall’Amministrazione comunale, dall’altro la forte necessità di integrazione, che ha portato a
identificare nel percorso di Agenda 21 locale lo strumento di attuazione della linea strategica del
Piano Strategico: “Qualità ambientale, qualità urbana e sostenibilità dello sviluppo”.
Oltre a ciò, è importante tenere presente che la “sostenibilità dello sviluppo”, motore dell’intero
percorso di Agenda 21, è un tema centrale per la quasi totalità delle linee strategiche sviluppate
nell’ambito del processo di pianificazione strategica. Sarà pertanto importante individuare momenti di
confronto tra i due percorsi e le relative ipotesi progettuali, per arrivare alla definizione di strategie e
obiettivi comuni e sviluppare le opportune sinergie.
6. L’implementazione del Piano d’azione
Per avviare l’implementazione del Piano d’Azione l’Amministrazione comunale prevede di effettuare
i seguentipassaggi2:
1. Adozione del Piano d’Azione da parte del Forum e del Consiglio Comunale: L’adozione
formale del Piano d’Azione rappresenta un importante passaggio verso la reale attivazione di una
percorso di sviluppo sostenibile della comunità. È infatti con l’adozione da parte del Forum e da
parte del Consiglio Comunale che il Piano d’Azione cessa a tutti gli effetti di essere una
1 Tratto da: Comune della Spezia, Il Piano Strategico della Spezia, Proposta di contratto di partenariato”.
2 Il percorso operativo delineato nel documento è definito facendo riferimento alle buone pratiche di
implementazione di Agende 21 locali (Linee Guida per le Agende 21 locali, Manuale ANPA, 2000).
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
20
dichiarazione di intenti di un’associazione o di un assessore, e può finalmente diventare un atto
politico preciso: l’assunzione, da parte dell’organo di governo della città e del Forum, di obiettivi
e strategie in grado di incidere profondamente sul futuro dell’intera comunità.
Da questo punto di vista, è utile sottolineare ancora l’importanza che il documento portato
all’attenzione del Consiglio abbia già maturato un significativo livello di condivisione da parte della
collettività: non è l’assessore che sottopone il Piano al Consiglio, é il Forum civico che, avendo
discusso obiettivi, impostazione metodologica e strategie, ed avendo se del caso introdotto più o
meno sostanziali modifiche, fa proprio e adotta il documento di lavoro e lo propone alla
considerazione del governo locale.
In questo senso, l’adozione formale del Piano d’Azione da parte del Consiglio locale dovrà
essere giustamente sottolineata ed adeguatamente pubblicizzata: il Piano non è un documento
preliminare o informale, ma un preciso ed impegnativo programma, che viene ratificato
dall’organo rappresentativo locale a valle di un processo di maturazione collettiva che, a sua
volta, ha coinvolto una parte significativa della comunità, sia direttamente che attraverso le più
varie forme di delega e/o rappresentanza.
Soprattutto, l’adozione del Piano d’Azione implica l’assunzione di precise responsabilità, non solo
da parte dell’Amministrazione, ma anche da parte di tutti coloro che, avendo partecipato
all’elaborazione del documento, devono sentirsene a tutti gli effetti gli autori e, per quanto nella
loro volontà e responsabilità, anche gli esecutori.
2. Attivazione del piano: responsabilità e strutture. Il consenso politico e sociale intorno al
Piano d’Azione per uno sviluppo locale sostenibile è importante, ma non garantisce di per sé il
buon esito dell’iniziativa. Una volta adottato, il Piano potrà esplicitare appieno le sue potenzialità
solamente in quanto diventerà a tutti gli effetti il documento di riferimento di tutta l’amministrazione
locale, che lo dovrà considerare non solamente nei suoi aspetti immediatamente operativi (avvio
effettivo delle azioni previste), ma anche nel suo essere uno strumento integrato che deve
interagire con tutti gli strumenti, ordinari e straordinari, di programmazione territoriale e settoriale,
di gestione interna, di investimento, di spesa.
Questa è la scommessa fondamentale per il buon esito dell’Agenda 21 locale. A tal fine
l’Amministrazione comunale prevede i seguenti passaggi operativi (vedi figura 1):
– Individuazione, all’interno dell’amministrazione, di un responsabile dell’attuazione del Piano:
dovrà essere un funzionario che dedica la maggior parte del suo tempo al progetto Agenda
21, interessato alle tematiche della sostenibilità, consapevole del ruolo strategico che viene
chiamato a svolgere. Dovrà rispondere direttamente al Sindaco e dovrà avere referenti nei
diversi assessorati e/o uffici del Comune, specificamente designati dai capi d’area.
– Mantenimento di una struttura di consultazione, di comunicazione e di monitoraggio del Piano
d’azione, che garantisca la partecipazione del pubblico interessato anche a tutti i successivi e
principali momenti di avanzamento e realizzazione del Piano (LABTER – Progetto
A21Speak, con particolare riferimento allo Sportello Ambientale).
– Definizione di Programmi operativi annuali, con i quali l’Amministrazione comunale dovrà
individuare le azioni di Piano che si intendono attivare, nonché le relative responsabilità,
modalità attuative e risorse disponibili.
– Mantenimento del Forum dell’Ambiente, quale organismo consultivo e d’intervento diretto
della comunità locale, con il compito di verificare l’attuazione e l’efficacia del Piano d’azione,
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
21
nonché discutere e approvare eventuali revisioni e/o integrazioni del Piano stesso. Il Forum
dovrà individuare un proprio coordinatore, che fungerà anche da garante del percorso di
Agenda 21 locale nei confronti della comunità locale.
– Verifiche trimestrali da parte del Forum: ogni tre mesi il processo di implementazione del
Piano sarà sottoposto ad una fase di verifica da parte del forum, per valutare lo stato di
attuazione del programma operativo e i risultati conseguiti.
– Mantenimento di un nucleo operativo di coordinamento del percorso di Agenda 21 (Cabina
di regia), composto dal responsabile interno dell’attuazione del Piano, dal responsabile della
struttura di consultazione, di comunicazione e di monitoraggio del Piano d’Azione (LABTER)
e dal coordinatore del Forum, che garantisca delle diverse strutture e attività previste
nell’ambito del percorso di Agenda 21 locale.
3. Monitoraggio del Piano d’Azione: l’attivazione di un Piano d’Azione, ancorché completo e
mirato, non determina automaticamente il rapido conseguimento di obiettivi che, nella gran parte
dei casi, sono misurabili nel medio e lungo termine. D’altra parte, se non immediatamente, alcuni
indicatori potranno manifestare nel breve termine modificazioni anche sensibili, che se anche non
renderanno conto di un raggiunto stato di sostenibilità, testimonieranno pur tuttavia di una
inversione di tendenza, di un primo segnale di riduzione della pressione, o di incremento della
qualità ambientale, che dovranno essere colti e debitamente pubblicizzati.
Il monitoraggio del Piano d’Azione serve a questo: a rendere manifesti i risultati positivi delle
azioni intraprese (quando sono misurabili), così come ad evidenziare tendenze negative, magari
impreviste, e ad individuarne tempestivamente le cause. Nel seguito del documento saranno forniti
indirizzi per lo svolgimento di questa fondamentale attività nell’ambito del percorso di Agenda 21
della Spezia.
4. Revisione del Piano d’Azione: Il Piano d’azione non può essere inteso quale strumento statico
e immodificabile, bensì deve essere uno strumento programmatico flessibile e dinamico proprio in
quanto deve saper governare l’evoluzione di fenomeni complessi, alcuni dei quali sono
caratterizzati da elevati livelli di incertezza e di difficile previsione. A partire dai risultati delle
attività di monitoraggio, sarà quindi importante provvedere alla periodica revisione e/o integrazione
del Piano. A tal fine, la struttura di consultazione, di comunicazione e di monitoraggio del Piano
d’azione (LABTER), in collaborazione con il Responsabile dell’attuazione del Piano interno
all’Amministrazione, dovrà predisporre, in occasione di ogni verifica trimestrale da parte del
Forum, dei Rapporti sullo stato di attuazione del Piano, e alla fine di ogni anno, dei Rapporti sul
monitoraggio del Piano, allo scopo di fornire alla comunità locale elementi informativi utili per
valutare la necessità di apportare modifiche e/o integrazioni al Piano. Le richieste di revisione e/o
integrazione potranno essere presentate in forma scritta alla struttura di consultazione, di
comunicazione e di monitoraggio del Piano in qualunque momento del percorso di Agenda 21 e
saranno discusse nell’ambito delle sessioni trimestrali del forum. Nell’ambito delle sessioni
trimestrali del forum sarà comunque possibile avanzare direttamente richieste di revisione e/o
integrazione del Piano, anche in forma orale, che saranno discusse nell’ambito della sessione
stessa. In base agli esiti della discussione, il Responsabile dell’attuazione del Piano interno
all’Amministrazione comunale, in collaborazione con la Cabina di Regia, provvederà alla revisione
e/o integrazione del Piano d’azione e del relativo programma operativo annuale.
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
22
Struttura operativa del Percorso di Agenda XXI della Spezia
Sindaco – Giunta comunale
Responsabile Interno al Comune
Un funzionario a disposizione di AgendaXXI per:
• Promuovere e seguire l’attuazione del Piano
• Promuovere partenariato
• Individuare finanziamenti
• Aggiornare il Piano
Labter
• A21 Speak
• Informazione e comunicazione
• Educazione ambientale
• Monitoraggio del Piano
Forum Plenario
Attua verifiche trimestrali
e discute osservazioni al
Piano
Coordinatore del Forum
Provvede al coordinamento del
forum ed è garante del percorso di
Agenda 21 locale
Sportello ambientale
Struttura
Struttura
comunicazioneed
Struttura
Referenti in altri uffici
Cabinadiregia
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
23
MOBILITÀ, INQUINAMENTO
ATMOSFERICO E ACUSTICO
Indirizzo strategico: migliorare la qualità e la vivibilità
dell’ambiente urbano per tutelare la salute, il
benessere, la sicurezza dei cittadini
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
24
1. Premessa
Per definire il Piano d’azione relativo ai problemi della mobilità, dell’inquinamento atmosferico e
acustico in ambito urbano sono state considerate le relazioni che intercorrono tra le aree obiettivo
“Qualità dell’aria”, “Rumore urbano” e “Accessibilità e fruibilità degli insediamenti” e il settore di
intervento “Mobilità”, evidenziati nella figura seguente.
Componenti
ambientali
Driving Force
RISPOSTA
PRESSIONE
STATO
ARIA RUMORE
MOBILITA'
TRASPORTI
QUALITA'
DELL'ARIA:
Indicatori di
concentrazione
atmosferica
LIVELLO
SONORO:
Indicatori di
impatto, indicatori
di esposizione della
popolazione
Emissioni inquinanti
atmosferiche
(distribuzione per
settori, ambiti
territoriali, profilo
temporale)
Emissioni sonore:
sorgenti puntuali e
lineari, distribuzione
territoriale, profilo
temporale
Domanda di
mobilità, offerta di
infrastrutture e
servizi, ripartizione
modale, efficienza
energetica
Monitoraggio
Pianidi risanamento e tutela
Piani d'azione di settore e di ambito
territoriale
INSEDIAMENTI
QUALITA’
iNSEDIAMENTI
Indicatori di
Accessibilità e
Fruibilità degli
insediamenti
Congestione da
traffico, incidenti
auto in sosta
In questa parte di Piano non sono invece affrontati i problemi di inquinamento atmosferico derivanti
da fonti diverse dalla mobilità, con particolare riferimento agli impianti termici, civili ed industriali e
alle attività produttive. Questa scelta deriva dalla considerazione che, benché anche tali fonti
contribuiscano a determinare, seppure in misura inferiore rispetto alla mobilità, la qualità dell’aria in
città, le possibilità di ridurne i relativi impatti sono legate prevalentemente ad azioni di riduzione e
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
25
razionalizzazione dei consumi energetici. Pertanto si è deciso di affrontare queste problematiche nella
parte di Piano relativa all’energia3.
2. Obiettivi generali
Gli obiettivi generali che si intendono perseguire, con riferimento alle componenti ambientali
interessate, sono così individuati:
1. Migliorare la qualità dell’aria
2. Ridurre l’esposizione della popolazione all’inquinamento acustico
3. Migliorare l’accessibilità e la fruibilità degli insediamenti.
2.1 Migliorare la qualità dell’aria
2.1.1 Situazione attuale: gli elementi di criticità
I dati registrati dalla rete cittadina di controllo della qualità dell’aria consentono di comporre un
quadro informativo sufficientemente approfondito per quanto riguarda l’andamento delle
concentrazioni dei principali macroinquianti atmosferici. In estrema sintesi, la situazione che emerge
dalla loro lettura consente di individuare alcuni specifici fattori di criticità relativamente alle
concentrazioni di diversi inquinanti fra quelli monitorati. Gli indici relativi alle concentrazioni di SO2,
NO2, PTS presentano, in misura diversa, un tendenziale miglioramento. Tale miglioramento è
evidente e significativa soprattutto per quanto riguarda l’anidride solforosa e, negli ultimi anni, il
monossido di carbonio (che fa però tuttora rilevare un certo numero di superamenti del valore limite,
laddove l’anidride solforosa presenta indici inferiori sia ai valori limite che ai valori guida). Meno
positiva appare la situazione per quanto riguarda il biossido di azoto: la graduale diminuzione è meno
pronunciata e univoca, permanendo tuttora i livelli rilevati al di sopra del valore guida, nonché dei
nuovi valori limite che l’Unione Europea sta adottando. Per le polveri (PTS), nonostante la
significativa riduzione, si evidenziano tuttora livelli superiori ai valori guida.
Assai meno documentata risulta invece la situazione per quanto riguarda alcuni inquinanti non
convenzionali (frazione inalabile del particolato PM10, benzene, idrocarburi policiclici aromatici,
ecc.), benché nell’arco del 2000 sia stato effettuato un numero significativo di campagne di
monitoraggio del benzene e delle PM10 con il mezzo mobile.
Per quanto riguarda, in particolare, il benzene, da marzo 1999 ad oggi sono state effettuate
complessivamente nove campagne di misurazione in cinquanta siti cittadini, con il metodo dei
campionatori passivi. La situazione emersa è piuttosto preoccupante: le medie annuali dei valori
rilevati nel 2000 supera l’obiettivo di qualità, pari a 10 µg/mc, in 20 delle 49 postazioni monitorate,
con valori medi annuali in molte postazioni superiori ai 15 µg/mc (Viale Italia-Via Doria: 16,11
µg/mc; via Crispi-Poste-Spallanzani: 17,83 µg/mc; via Spallanzani-cabina: 15,69 µg/mc; Via
Carducci-Via della Pianta: 15,46 µg/mc; Via Carducci-C.so Nazionale: 16,91 µg/mc; Via
Carducci-Via della Torre G.: 15,61 µg/mc; Via Fiume 132: 17,50 µg/mc; Via Sarzana-Via
Sommovigo: 18,09 µg/mc) e valori medi rilevati nei periodi più critici, di novembre e dicembre,
spesso superiori a 20 µg/mc, fino a massimi intorno ai 30 µg/mc (Via Crispi-Poste-Spallanzani: 29,9
3 Risposta a osservazione al Piano presentata da Giuseppe Romeo in data 3.10.2001.
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
26
µg/mc; Via Carducci-C.so Nazionale: 29,4 µg/mc; Via Carducci-Via della Torre G.: 31,59 µg/mc;
via XX Settembre-Smeraldo: 33,57 µg/mc; Via Fiume 132: 29,81 µg/mc).
Nel 2000, sono iniziate anche le misurazioni delle polveri fini (PM10), sia in permanenza nella
centralina di Via Spallanzani, sia con campagne mensili condotte con la postazione mobile ARPAL: a
proposito di questo inquinante, un primo quadro che ad oggi emerge è la conferma di una criticità
ambientale in Via Spallanzani, mentre nelle altre zone i valori misurati sono risultati entro la media
stabilita per legge, benché si siano registrati alcuni superi del valore fissato come obiettivo di qualità
dalla vigente normativa (DM 25/11/94), pari a 40 microgrammi/mc.
2.1.2 Gli obiettivi specifici e i target
Sotto il profilo dell’inquinamento atmosferico, l’obiettivo del Piano dovrà sicuramente essere
ricondotto al progressivo conseguimento e costante rispetto degli standard di qualità dell’aria vigenti
a livello nazionale, e degli obiettivi di qualità previsti dalla nuove norme europee. In particolare, è
necessario garantire, secondo le scadenze fissate, il rispetto dei limiti introdotti dalla DIR 99/30/CE
in attuazione della direttiva 96/62/CE (quest’ultima adottata con dlgs 351/1999 mentre la DIR
99/30/CE dovrà essere adottata dal nostro Paese entro il 19/7/2001) . Per i suddetti limiti, ex DIR
99/30, pur non essendo ancora in vigore sotto il profilo formale il Piano di Azione per le situazioni
individuate a maggior rischio sanitario potrebbe individuare scadenza temporali più ravvicinate,
rispetto a quelle della normativa comunitaria citata, per il raggiungimento dei limiti previsti per i vari
inquinanti. In tal senso potranno essere considerati anche i limiti di riferimento previsti
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in relazione alla tutela della salute dall’inquinamento
atmosferico.
Nel breve termine dovrà essere comunque perseguito il sostanziale rispetto dei limiti già vigenti in
forza delle normative precedentemente adottate dal nostro paese (vedi Allegato 1 – Quadro di
riferimento normativo, Tabella 4 – Standard e obiettivi di qualità dell’aria fissati dalla normativa).
A tal fine, è importante porsi anche obiettivi di riduzione delle emissioni in atmosfera, facendo
riferimento, in particolare, ai target definiti a livello internazionale e europeo (impegni di riduzione
delle emissioni di gas serra assunti dall’Italia con riferimento al protocollo di Kyoto).
Gli obiettivi specifici assunti dal Piano, con l’indicazione dei relativi target e degli indicatori di
monitoraggio, sono riassunti in Tabella 1.
Tabella 1 – Obiettivi specifici, indicatori e target per il miglioramento della qualità dell’aria
Obiettivo Indicatore Valore attuale Target
Ridurre le concentrazioni
di inquinanti in atmosfera
Concentrazioni degli
inquinanti in atmosfera
(SO2, NOx, CO, O3, Polveri
e PM10, benzene)
Da determinare Entro le scadenze fissate
(vedi Tabella 4) garantire il
rispetto degli obiettivi di
qualità dell’aria a lungo
termine introdotti dalle
direttive attuative della
direttiva 96/62/CE.
Garantire comunque il
rispetto dei limiti di legge
vigenti
Ridurre le emissioni in
atmosfera
Emissioni di CO2 (t/anno) 387 milioni di t/anno Ridurre le emissioni di CO2
del 6,5% entro il 2010
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
27
2.2 Ridurre l’esposizione della popolazione all’inquinamento acustico
2.2.1 Situazione attuale: gli elementi di criticità
L’analisi condotta sul clima acustico della città della Spezia, in particolare su alcune aree cosiddette
“protette”, pone in evidenza una situazione oltremodo critica che rende necessari interventi sia attivi
che passivi. Tali interventi dovranno essere finalizzati non solo al raggiungimento degli standard
previsti dalla normativa nazionale, ma anche al conseguimento degli obiettivi definiti nel programma di
azione della Unione Europea.
La situazione risulta particolarmente critica in alcune aree del territorio comunale, come evidenziato
dal Piano di Risanamento Acustico:
– area retroportuale (Viale S. Bartolomeo)4: i valori rilevati nel periodo di riferimento diurno si
avvicinano molto ai 75 dB(A) mentre in orario notturno si sono determinati livelli compresi tra 65
e 70 dB(A); le attività portuali “continue” intervengono sulla rumorosità in modo trascurabile
rispetto al rumore causato dal traffico veicolare, che nel tempo di riferimento notturno (e in parte
anche nel tempo di riferimento diurno) è sempre superiore ai limiti di zona dei ricettori individuati;
quest’ultimo risulta fortemente influenzato dalla presenza significativa di traffico pesante indotto
dalle attività portuali. Per quanto riguarda la rumorosità dovuta al Porto, benché dalle misure
emerge che essa rientra all’interno dei limiti previsti nella zona in cui si trovano i ricettori, occorre
fare alcune considerazioni:
- nell’intorno dell’ingresso del Porto di Via Palmaria la rumorosità supera sempre i limiti di
zona ed il contributo della rumorosità specificatamente portuale, anche se difficilmente
quantificabile, è, comunque, rilevante e non si può escludere sia, da sola, sufficiente a
provocare il superamento dei valori limite di immissione;
- esiste una situazione, pur eccezionale, in viale San Bartolomeo n. 302, edificio in prossimità
del quale non si rileva un superamento dei limiti di rumorosità, in quanto si trova in classe VI,
ma per il quale, nella sostanza, gli esiti dei rilievi danno un rumore proveniente
prevalentemente dal Porto Mercantile a livelli comunque alti per una civile abitazione; il
problema è stato risolto evacuando tutti gli abitanti dello stabile. Resta tuttavia il fatto che
tutto il porto è in classe VI (peraltro in contrasto con le linee guida del dpcm del 1997 che
mette i porti commerciali in classe IV) e a pochi metri dal suo confine c’è un quartiere
residenziale densamente abitato.
- sono stati rilevati specifici rumori disturbanti (sobbalzi degli autoarticolati portacontainers,
fischi e segnalazioni dei treni-merci, “cicalini” dei mezzi di sollevamento, gruppi elettrogeni
delle navi in ormeggio), che pur non violando sistematicamente le soglie del dpcm
14/11/1997 rientrano sicuramente nella fattispecie del disturbo della quiete pubblica di cui
all’art. 659 del Codice Penale e art. 844 del Codice Civile.
– area ospedaliera (Ospedale S.Andrea): sono stati rilevati valori medi compresi tra 65 e 75
dB(A) in orario diurno, mentre in orario notturno i livelli sono compresi tra 55 e 60 dB(A); le
sorgenti di rumore principali sono state individuate nel traffico veicolare e ferroviario;
– aree scolastiche (Via Prosperi e Via della Torre): i valori oscillano tra i 70 e 75 dB(A) e sono
imputabili al traffico di tipo misto (autoveicoli, mezzi pesanti, autobus, motocicli);
4 ARPAL, Valutazione della rumorosità indotta dal porto mercantile della Spezia, Relazione Tecnica, 2000.
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
28
– via XX Settembre, angolo Via Spallanzani all’uscita della omonima galleria: le misurazioni hanno
evidenziato un sostanziale decremento dei livelli rilevati nel 1993-1994 in sede di mappatura
acsutica, dovuti a flussi di traffico ridotti ottenuti con l’adozione del Piano Urbano del Traffico;
nelle postazioni di riferimento sono stati rilevati valori diurni di 76 dB(A) e notturni di 73 dB(A);
seppur ridotto rispetto alle condizioni misurate negli anni 1993-94, la galleria resta comunque
caratterizzata in tutte le ore del giorno e della notte, da flussi di traffico notevoli, fortemente
influenzati dal traffico pesante.
2.2.2 Gli obiettivi specifici e i target
Il Programma politico e di azione della comunità Europea per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile
indica, per quanto riguarda l’inquinamento acustico un obiettivo generale di tutela della salute e della
qualità della vita, che viene tradotto negli obiettivi operativi (riferiti al periodo notturno) riportati nella
tabella successiva, e assunti come obiettivi specifici di riferimento nell’ambito della Agenda 21 della
Spezia.
Gli obiettivi specifici assunti dal Piano, con l’indicazione dei relativi target e degli indicatori di
monitoraggio, sono riassunti in Tabella 2.
Tabella 2 - Obiettivi specifici, indicatori e target per la riduzione dell’esposizione della
popolazione all’inquinamento acustico
Obiettivo* Indicatore Valore attuale Target
Eliminare l’esposizione
della popolazione a livelli
sonori eccedenti i 65
dB(A); in nessun caso
devono essere ammessi
livelli sonori eccedenti gli
85 dB(A)
Percentuale di popolazione
urbana esposta a livelli di
rumore superiori a 65
dB(A)
Da determinare Progressiva riduzione, fino
all'annullamento (entro il
2010), della popolazione
esposta a livelli >65dB(A)
Mantenere ai valori attuali
la percentuale di
popolazione esposta a
livelli di rumore compresi
tra 55 e 65 dB(A);
Percentuale di popolazione
urbana esposta a livelli di
rumore compresi tra 55 e 65
dB(A)
Da determinare Stabilizzare il valore
dell’indicatore
Garantire per la
popolazione esposta a
livelli inferiori ai 55 dB(A)
il rispetto di tale soglia;
Percentuale di popolazione
urbana esposta a livelli di
rumore inferiori ai 55 dB(A)
Da determinare Stabilizzare il valore
dell’indicatore
*I limiti di esposizione si riferiscono al periodo notturno
Sotto il profilo normativo, comunque, la definizione di obiettivi specifici di qualità ambientale deve
logicamente seguire la zonizzazione acustica del territorio comunale, che a sua volta definisce le
priorità di intervento del Piano Comunale di Risanamento. Una volta adottato il documento di
zonizzazione, infatti, valgono per ogni zona gli specifici limiti di cui al DPCM 14/11/1997, come
sintetizzati nella Tabella 5 (vedi Allegato 1 – Quadro di riferimento normativo).
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
29
2.3 Migliorare l’accessibilità e la fruibilità dell’ambiente urbano
2.3.1 Situazione attuale: gli elementi di criticità
Le indagini sulla mobilità spezzina, condotte nell’ambito degli studi per la predisposizione del Piano
Urbano del Traffico adottato nel 1996, evidenziavano una serie di elementi estremamente
significativi:
– la scarsa presenza di traffico di attraversamento tra i flussi che penetrano quotidianamente nella
Spezia: solo il 3% era traffico di attraversamento del Comune, mentre il 25% era traffico di
attraversamento dell’Area Centrale compresa all’interno delle sezioni di rilevamento. Questo
dato portava ad indicare che i problemi del traffico della Spezia possono trovare la loro
soluzione non tanto nella realizzazione di assi tangenziali o di gronda (comunque da prevedere
con tracciati, caratteristiche e ruoli adeguati nell’ambito degli studi di Piano Urbanistico
Comunale), bensì nella gestione della mobilità di accesso alla Città. Questo significava che era
possibile affrontare i problemi del traffico della Spezia già nel breve termine, con buone
prospettive di soluzione, attraverso interventi normativi di gestione del traffico e della sosta e di
potenziamento del trasporto pubblico e con limitati interventi di tipo infrastrutturale;
– la forte presenza di traffico di origine extracomunale (oltre il 40% sulle radiali di penetrazione
all’Area Centrale). Questo dato evidenziava la necessità, per risolvere i problemi specifici della
Spezia, di affrontare il problema complessivo della mobilità alla scala sovracomunale, con il
coinvolgimento di tutti gli Enti competenti: Provincia, FS, Comuni viciniori;
– il forte utilizzo dell’auto privata da parte dei pendolari e la grande disponibilità per i pendolari di
spazi di sosta su suolo pubblico e su suolo privato. Dalle indagini emergeva la disponibilità,
nell’Area Centrale della Spezia, di circa 19.000 posti-auto su sede stradale (di cui poco più di
1.000 riservati a Enti e handicappati) e di circa 4.000 posti-auto non su sede stradale ad uso
non residenziale, in aree prevalentemente di proprietà privata. Questa significativa disponibilità di
sosta gratuita, anche al netto della domanda dei residenti, che non aveva eguali in Città delle
dimensioni della Spezia, condizionava fortemente la struttura della mobilità spezzina;
– la forte domanda di parcheggio su strada da parte dei residenti: i rilievi dell’occupazione notturna
degli spazi di sosta su sede stradale mostravano coefficienti estremamente alti, con una
percentuale superiore all’80% per l’Area Centrale nel suo complesso e con coefficienti superiori
all’unità in molte zone del Centro Storico. Dai rilievi emergeva per altro che oltre il 50% delle
auto dei residenti del Centro venivano lasciate permanentemente parcheggiate su sede stradale;
– l’inquinamento acustico ed atmosferico che, pur apparendo abbastanza diffuso nella Città,
presentava alcune situazioni particolarmente critiche, quali Via Fiume (in particolare nel tratto
terminale verso Piazza Garibaldi), e Piazza Caduti per la Libertà, con livelli di inquinamento
preoccupanti e flussi di traffico incompatibili con la funzione e la capacità ambientale della strada
o della piazza;
– la gerarchia funzionale delle diverse strade, con una incompatibilità talvolta molto evidente tra
funzione cinematica e caratteristiche urbanistiche ed ambientali della strada. La situazione senza
dubbio più grave era quella della direttrice Fiume-Spallanzani che presentava impropriamente i
massimi flussi di tutta la Città in particolare ai nodi più sensibili di Piazza Garibaldi e di Piazza
Caduti per la Libertà.
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
30
E’ inoltre importante rilevare che l’attuale offerta di aree pedonali e percorsi ciclopedonali risulta
piuttosto limitata, sia sotto il profilo quantitativo, che per quanto concerne l’articolazione di una rete.
Emerge, infatti, la mancanza di veri e propri itinerari pedonali e soprattutto di un’asta forte di
collegamento pedonale che dalla città storica arrivi alla passeggiata a mare e all’area centrale da
realizzare, sostanzialmente, attraverso l’estensione delle aree oggi già interessate dalla
pedonalizzazione, in cui sono presenti situazioni a forte vocazione pedonale. La rete attuale risente,
soprattutto, della necessità di un potenziamento del sistema attraverso interventi mirati al recupero
ambientale e alla pedonalizzazione di tutte quelle situazioni (strade, piazze, aree) inserite in contesti
urbani di forte pregio o a forte vocazione pedonale. Così come si registra la mancanza di significativi
itinerari pedonali urbani, non risulta riconoscibile una vera e propria rete ciclabile. Le uniche piste
ciclabili sono presenti lungo viale Italia, via Prosperi, viale Fieschi e via Monfalcone, ma non sono tra
loro connesse. In tal senso, la programmazione comunale prevede interventi significativi (si veda nel
seguito quanto previsto dalla proposta di aggiornamento del Piano Urbano del Traffico).
Le nuove indagini effettuate nel 1999, in occasione dell’aggiornamento del Piano Urbano del
Traffico, hanno evidenziato le seguenti evoluzioni nel sistema della mobilità:
– un incremento del 13,6% dei flussi di traffico complessivi in ingresso nell’ora di punta del mattino
(7.15-8.15) e il mantenimento degli stessi flussi del 1995 in uscita. I maggiori incrementi dei flussi
in ingresso si sono registrati lungo Via Fiume (+31%), lungo Viale Fieschi (+19%) e lungo Via
Buonviaggio (+18%); su Viale San Bartolomeo si è registrata una riduzione dei flussi del 6%
rispetto al 1995 e su Viale Sauro dell’1%. Lungo la Galleria Spallanzani si è registrato un
aumento dell’11% dei traffici bidirezionali sempre nell’ora di punta del mattino (7-15-8.15),
allorché la Galleria è aperta nelle due direzioni; la direttrice verso Est, monte-mare, risulta aver
avuto i massimi incrementi (+14%). Lungo Viale Italia, sempre nella stessa ora, di punta, non si
sono verificate variazioni significative (+4% dei traffici bidirezionali all’incrocio con Viale San
Bartolomeo);
– un utilizzo più razionale dei parcheggi centrali, con minori coefficienti di occupazione, tutelando le
esigenze dei residenti e della sosta a rotazione: complessivamente, l’offerta di sosta a servizio
dell’Area Centrale è rimasta inalterata dal 1995 al 2000; la struttura dell’offerta è invece
profondamente mutata, con la sosta libera che è passata da un’incidenza dell’88% nel 1995 a
un’incidenza del 45,4% nel 2000; la sosta a pagamento è passata da un’incidenza del 4,3% nel
1995 a un’incidenza del 47,9% nel 2000. L’evoluzione della domanda di sosta ha positivamente
risentito del cambiamento della struttura dell’offerta: infatti, il numero complessivo di auto
parcheggiate su suolo pubblico nell’Area Centrale Allargata si è ridotto del 9,1% dal 1995 al
2000, con un coefficiente medio di occupazione che nell’ora di massima punta (11.00-12.00) si
è ridotto dallo 0,99 allo 0,93 (parte degli automobilisti pendolari del 1995 in parte parcheggiano
l’auto più esternamente raggiungendo la destinazione finale a piedi, in parte nei parcheggi di
interscambio di Piazza d’Armi e del Palasport utilizzando i minibus gratuiti e in parte si sono
trasferiti direttamente al trasporto pubblico, che ha recuperato utenza). Il coefficiente di
occupazione dei parcheggi più centrali si è significativamente ridotto da un valore medio di 1,1
nell’ora di massima punta (11.00-12.00) a un valore medio di 0,98. A corona del Centro, in
zona comunque interessata in parte dalla tariffazione della sosta, il coefficiente medio di
occupazione si è mantenuto sullo 0,87. Nel Centro, le auto di residenti parcheggiate sempre
nell’ora di punta del mattino sono 3.762, pari al 43% del totale delle auto parcheggiate, mentre
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
31
le auto in sanzione (cioè non autorizzate o senza documento di pagamento) o in divieto di sosta
sono 1.036, pari al 12% del totale delle auto parcheggiate. Le auto paganti, o con abbonamento
o con parcometro, sono, sempre per il Centro, 2.269, pari al 26% del totale delle auto
parcheggiate.
– il miglioramento delle condizioni di inquinamento atmosferico da traffico della Città: i dati rilevati
evidenziano una situazione in positiva evoluzione grazie al miglioramento del parco circolante.
Permangono, tuttavia, situazioni critiche indotte dai traffici ancora eccessivi della Galleria
Spallanzani;
– anche per quanto riguarda i livelli di rumore, viene confermata la criticità indotta dal traffico della
Galleria Spallanzani, sia nella zona ospedaliera sia nella zona a Ovest, con superamenti
assolutamente inaccettabili, di 15-20 dB(A), dei limiti di legge.
– l’aumento dell’utenza del trasporto pubblico, con un’importante inversione di tendenza, che
rappresenta un risultato difficile da raggiungere in Italia: dopo 10 anni di continua perdita di
passeggeri, tra il 1998 e il 1999 si è registrato un aumento dei passeggeri trasportati del 3,27%
considerando il servizio di minibus gratuiti dai parcheggi di interscambio di Piazza d’Armi e del
palasport e del 2,22% escludento i passeggeri trasportati dai minibus;
– un’inversione di tendenza nell’incidentalità: nel 1999 si è riusciti ad arrestare il preoccupante
aumento del numero di incidenti con lesioni alle persone che si era verificato negli ultimi anni.
Tuttavia i risultati conseguiti non possono essere ritenuti sufficienti.
2.3.2 Gli obiettivi specifici e i target
Obiettivo Indicatore Valore attuale Target
Percorrenze da traffico privato
in ambito urbano (km/anno)
Da determinare Entro il 2010 riduzione del
35% delle percorrenze da
traffico privato in ambito
urbano;
Ridurre il traffico
veicolare
Percorrenze da traffico privato
in ambito extraurbano
(km/anno)
Da determinare Entro il 2010 riduzione del
20% delle percorrenze da
traffico privato in ambito
extraurbano
Tasso di mortalità (n.
morti/1000 incidenti)
5,1 Progressiva riduzione, fino
all’annullamento, del
valore dell’indicatore
Ridurre l’incidentalità
Tasso di lesività (n. feriti/10
incidenti)
1,6 Progressiva riduzione del
valore dell’indicatore
Incidenza mobilità sostenibile
su distribuzione modale
mobilità (%)
Auto 70%, Bus 28%,
Bicicletta 2%
Entro il 2010 raggiongere il
..% di spostamenti con
sistemi di mobilità
sostenibile (TPL, bicicletta,
a piedi, car pooling, car
sharing, etc.)
Aumentare l’utilizzo di
sistemi di mobilità
sostenibile (trasporto
pubblico, bicicletta, a
piedi, car pooling, car
sharing, etc.)
Tasso medio di occupazione
veicoli (n.persone/veicolo)
1,45 Entro il 2010 raggiungere
un tasso medio di
occupazione delle auto in
circolazione pari a due
persone per veicolo
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
32
Obiettivo Indicatore Valore attuale Target
indicatori di efficienza e
efficacia del TPL:
– n.utenti/abitante/anno;
– passeg./km;
– km esercizio rete; % rete
riservata; % rete filoviaria o
su sede propria;
– velocità commerciale
(km/h)
Da determinare Migliorare
progressivamente il valore
degli indicatori
Mq/abitante di aree pedonali Da determinare
km rete percorsi ciclabili Da determinare
Aumentare la dotazione di
aree libere dal traffico
km rete percorsi pedonali
protetti
Da determinare
Progressivo aumento del
valore degli indicatori
Migliorare la qualità dei
servizi di mobilità
Indice di gradimento della
qualità della mobilità
Da determinare Progressivo aumento del
valore dell’indicatore
3. Strategie e azioni attivate a livello regionale, provinciale e
comunale
3.1 Agenda XXI della Regione Liguria
L’agenda XXI della Regione Liguria costituisce un importante quadro di riferimento per la
definizione degli obiettivi da perseguire e delle azioni da attivare per affrontare i problemi della
mobilità e dell’inquinamento atmosferico e acustico.
Gli obiettivi generali di sostenibilità individuati dall’Agenda XXI regionale per il settore dei trasporti possono
essere sinteticamente ricondotti ai seguenti:
– contenimento delle emissioni in atmosfera e nel suolo
– ridurre la necessità di spostamenti urbani
– contenimento dei consumi energetici
– risanamento e tutela del paesaggio
– contenimento e razionalizzazione dell’uso del suolo
– abbattimento dell’inquinamento acustico
– contenimento dell’effetto serra
A questi si devono aggiungere gli obiettivi generali di sostenibilità relativi alla “qualità dell’aria”, così
individuati:
1. La riduzione delle emissioni inquinanti atmosferiche, in particolare in ambito urbano;
2. La tutela del bene "aria pulita" per le zone non inquinate;
3. riduzione dell'accumulo di sostanze tossiche o nocive in altri comparti ambientali (trasferimento
dell'inquinamento).
Per uno sviluppo sostenibile nel campo dei trasporti l’Agenda XXI regionale individua la necessità di
sviluppare le seguenti azioni strategiche:
1. Riduzione delle emissioni globali: attraverso il controllo degli inquinanti, l’introduzione di motori a
minore consumo, forme di limitazione del traffico privato, controllo degli insediamenti che
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
33
possono provocare afflussi di veicoli nelle zone congestionate, spostamento di quote consistenti
di traffico persone e merci sui sistemi di trasporto ad alta efficienza (in particolare, ferrovia e
trasporto marittimo) tenendo anche conto delle potenziali e/o accidentali situazioni di rischio
ambientale (trasporti di merci pericolose).
2. Riduzione della necessità di mobilità: si tratta di non subire passivamente l’incremento crescente
della domanda di mobilità - peraltro conseguente a processi di natura sociale ed economica che,
in Liguria costituiscono fattori essenziali per la vitalità della Regione, quali il turismo, il trasporto
con origine/destinazione il sistema portuale ecc. - ma di identificare una correlazione forte tra la
dimensione della città, la sua forma, la sua organizzazione spaziale e temporale, ed il traffico
crescente. Contenere la domanda di mobilità significa governare, innanzitutto il rapporto
domanda/offerta per le aree più critiche, anche attraverso l’introduzione del concetto di limite
alla capacità di un’area urbana di accogliere determinati livelli di traffico, che deve essere
commisurata all’impatto che essi generano e con obiettivi di tutela ambientale e di sicurezza.
3. Incremento dell’offerta di trasporto collettivo: In Italia il trasporto pubblico è scarso e genera
anche notevoli costi della mano pubblica, necessari al suo sostegno, a causa degli altri costi,
nonché dell’inefficienza, disintegrazione eseparazione dell’offerta. Si impone dunque il vincolo di
incrementare il servizio diminuendo contestualmente il costo/ passeggero x Km.
4. Contenimento dell’uso del mezzo privato: contestualmente alla riqualificazione e potenziamento
del trasporto pubblico, debbono essere predisposte azioni di disincentivo del mezzo privato
individuale. Non solo per ridurre l’inquinamento, ma per liberare la viabilità al servizio del
trasporto pubblico, delle piste ciclabili, delle aree residenziali e pedonali.
5. Adeguamento delle infrastrutture: Occorre innanzitutto accelerare i tempi per adeguare il sistema
infrastrutturale portante regionale della rete ferroviaria in termini di capacità, funzionalità,
efficienza. Occorre affrontare i problemi di fabbisogno di grande viabilità, per adeguare l’attuale
rete in capacità e per renderla più sicura oltreché meno rumorosa. Occorre, infine, sviluppare la
portualità, che richiede completamenti infrastrutturali ma soprattutto una forte saldatura con reti
infrastrutturali che non interferiscano con i sistemi urbani.
6. Interventi in campo urbano: realizzare una adeguata infrastrutturazione dei territorio urbani,
soprattutto delle aree a cintura dei centri storici, con la realizzazione di impianti fissi di trasporto,
tramvie e metropolitane, quale presupposto fondamentale per raggiungere duraturi obiettivi di
mutamento delle condizioni del rapporto domanda/offerta di mobilità.
7. Interventi di razionalizzazione e integrazione degli strumenti di programmazione e pianificazione e
attività di informazione e sensibilizzazione.
Per affrontare i problemi relativi alla qualità dell’aria la regione individua, innanzitutto, la necessità di
approfondire la conoscenza territoriale del comparto aria, per fare fronte alle seguenti necessità:
- conoscere la distribuzione di tutte le fonti emittenti ed il loro peso relativo;
- valutare i dati provenienti dalle diverse reti di monitoraggio;
- stimare la qualità dell'aria per le zone non coperte da centraline di rilevamento, sulla base delle
caratteristiche delle emissioni e con l'ausilio della modellistica diffusionale, il cui uso presuppone,
tra l'altro, la necessità di disporre di affidabili dati meteo;
- confrontare i dati delle centraline con quelli stimati in base alla modellistica;
- mettere in relazione i dati delle emissioni e quelli di qualità dell'aria con le caratteristiche territoriali
delle zone di volta in volta considerate.
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
34
Definisce, quindi, due grandi filoni di approccio dal punto di vista delle strategie di contrattazione e
concertazione e partenariato:
1. Liguria produttrice in cui i problemi ambientali derivano da ruoli che assume il territorio ligure nel
quadro produttivo nazionale e mondiale, in settori particolarmente strategici, dove gli obiettivi di
sostenibilità sono legati a scenari statali e sovranazionali. Questo avviene nei seguenti ambiti:
– la produzione di energia termoelettrica;
– il ciclo del petrolio;
– il sistema logistico della grande movimentazione delle merci
2. Liguria consumatrice in cui i problemi ambientali derivano dagli atteggiamenti di produzione e
consumi legati a comportamenti quotidiani in cui è il livello locale ad esprimere le principali
potenzialità e capacità di intervento:
– il traffico civile;
– i consumi energetici a livello domestico
– le industrie locali
– tutte le attività consumatrici di energie e produttrici di inquinanti fra i servizi pubblici: il
trasporto pubblico, lo smaltimento di rifiuti, la depurazione, le forniture idriche.
Infine, per affrontare i problemi relativi all’inquinamento atmosferico, l’Agenda XXI regionale
individua le seguenti azioni prioritarie:
1. Completamento delle zonizzazioni acustiche comunali;
2. Campagne di misura del rumore;
3. Completamento del progetto caso pilota Genova (per la bonifica acustica nei punti critici dei
tracciati autostradali);
4. Mitigazione del rumore autostradale;
5. Adeguamento dei mezzi di trasporto pubblico;
6. Requisiti acustici passivi degli edifici;
7. Educazione acustica.
3.2 Il Piano di risanamento e tutela della qualità dell’aria della Regione
Liguria
Il Piano regionale di risanamento e tutela della qualità dell’aria è stato elaborato applicando e
sviluppando le indicazioni della Agenda 21 regionale e della collegata pianificazione nazionale al fine
di:
– conseguire il miglioramento della qualità dell’aria per i diversi inquinanti, nei diversi ambiti di
territorio regionale nei quali si registrano i carichi inquinanti più elevati o livelli di inquinamento
maggiori, riguardanti sia le sorgenti fisse che mobili, con particolare attenzione alle problematiche
maggiormente emergenti quali produzione di ozono troposferico, emissioni di IPA, benzene e
PM10;
– prevenire l’aumento dell’inquinamento atmosferico in riferimento alle porzioni del territorio
regionale nelle quali si può ipotizzare un’evoluzione peggiorativa in termini di incremento dei
carichi inquinanti e conseguente peggioramento della qualità dell’aria, ponendo particolare
attenzione alle componenti ambientali ed alle aree maggiormente sensibili all’inquinamento
atmosferico o comunque da sottoporre a particolare tutela;
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
35
– conseguire un miglioramento in riferimento alle problematiche globali quali la produzione di gas
serra.
Nella redazione del Piano, pur prevedendo misure di carattere generale per la riduzione delle
emissioni e di conseguenza per la tutela della qualità dell’aria, sono state privilegiate alcune iniziative
di intervento sulle emissioni di particolare efficacia ed importanza ed in particolare:
– forte sviluppo del teleriscaldamento utilizzando il calore di scarto delle centrali termoelettriche
ENEL di La Spezia e Vado Ligure e, nelle aree interne, le biomasse vegetali;
– limite all’aumento della produzione di energia elettrica della Regione da fonti tradizionali per
controbilanciare l’aumento di produzione elettrica da biomasse e rifiuti;
– riduzione del traffico urbano mediante introduzione di: meccanismi di pedaggio per l’accesso ai
centri storici delle città e conseguente riduzione del trasporto passeggeri su strada ("car pooling"
e “car pricing”), estensione delle zone di sosta a pagamento, ulteriore chiusura dei centri storici;
– riduzione della pressione dovuta al traffico merci su gomma sulle Autostrade e incremento del
trasporto su treno in maniera da stabilizzare i flussi di autoveicoli merci ai livelli del 1995;
– divieto del peggioramento delle emissioni dovute alla combustione nel settore civile e di utilizzo
dei combustibili più inquinanti per le zone con carico inquinante più elevato;
– forte riduzione del contributo delle emissioni nei porti della regione con la limitazione dell’uso di
combustibili più inquinanti ed il controllo dei terminali marittimi di combustibili liquidi;
– interventi specifici sui grandi impianti della regione (impianti di produzione energetica, chimica e
petrolchimica, vetrerie),
– potenziamento della lotta agli incendi boschivi
Le misure rispondono alla necessità di conseguire entro il 2010 i seguenti obiettivi:
– con riferimento ai principali inquinanti, il rispetto degli obiettivi di qualità dell’aria a lungo termine,
stabiliti dalle più recenti normative europee già emanate o in corso di emanazione e da
conseguire, ai sensi di dette norme, entro un dato termine temporale (di massima al 2010);
– con riferimento in particolare all’anidride carbonica, il conseguimento entro il 2010, per la
Regione, della percentuale di riduzione che l’Italia deve conseguire in applicazione del protocollo
di Kyoto.
Per quanto concerne le azioni correlate con i trasporti gli obiettivi sono i seguenti:
– riduzione del 35% delle percorrenze da traffico privato in ambito urbano;
– riduzione del 20% delle percorrenze da traffico privato in ambito extraurbano;
– stabilizzazione dei flussi di autoveicoli merci in autostrada ai livelli del 1995;
– riduzione del contributo dovuto ai porti, mediante la riduzione dell’80% delle emissioni di ossidi
di zolfo e del 30% degli ossidi di azoto, rispetto alle emissioni prevedibili al 2010.
Essenziale alla realizzazione del Piano è naturalmente la precisazione dei singoli interventi, il
monitoraggio dei risultati e la ridefinizione nel tempo degli obiettivi.
Accanto alle misure per la riduzione delle emissioni, nell’ambito del Piano sono state inoltre
individuate alcune misure atte a porre le basi per la riorganizzazione del sistema di monitoraggio della
qualità dell’aria presente in Regione, con riferimento anche ai parametri meteorologici. In particolare,
il Piano definisce una prima struttura di misure, da precisarsi successivamente unitamente alle
Amministrazioni provinciali ed ARPAL, atte a razionalizzare l'attuale sistema, in attuazione della
direttiva 96/62 CE sulla gestione della qualità dell'aria ambiente, recentemente recepita dal decreto
legislativo 351/99, e delle Direttive figlie indicanti i nuovi valori di riferimento per il controllo della
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
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qualità dell'aria, avendo come obiettivo da un lato la semplificazione del sistema e dall'altro la sua
migliore rappresentatività.
In connessione con le misure, sia al fine di determinare le priorità nelle azioni volte alla riduzione delle
emissioni, sia per orientare le scelte finalizzate alla riorganizzazione del sistema di monitoraggio,
nell’ambito del piano si sono individuate le zone del territorio regionale più vulnerabili sotto il profilo
dell’inquinamento atmosferico. Suddividendo il territorio in zone omogenee di 1 kmq, nell’ambito del
Comune della Spezia sono state individuate: 1 zona appartenente alla classe di priorità di intervento
molto alta, 2 zone appartenenti alla classe di priorità di intervento alta e 3 zone appartenenti alla
classe di priorità di intervento media.
3.3 Il Piano Urbano del Traffico
Il Comune della Spezia, con Delibera del Consiglio Comunale del 29/07/1996, si è dotato del Piano
Urbano del Traffico (PUT). Gli interventi più significativi realizzati con il Piano Urbano del Traffico
comprendono:
– la limitazione del traffico per fasce orarie lungo la Galleria Spallanzani per contenere
l’inquinamento ambientale da traffico nei nodi critici di Piazza Garibaldi e di Via Crispi;
– la centralizzazione semaforica, con l’aumento della capacità dei Viali Italia e Amendola per far
fronte ai flussi trasferiti dalla direttrice Spallanzani, e un sistema di pannelli a messaggi variabili
sulle principali radiali di penetrazione alla Città;
– un sistema di centraline di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico;
– la tariffazione della sosta in tutta l’Area Centrale con esenzione per i residenti e con possibilitàdi
abbonamenti agevolati;
– la realizzazione di due parcheggi di attestamento al Palasport e in Piazza d’Armi collegati al
Centro con servizio di minibus gratuito.
Il PUT, ai sensi del Codice della Strada, deve essere aggiornato ogni 2 anni, pertanto
l’Amministrazione Comunale, al completamento dei programmati interventi sul traffico e sulla sosta,
ha predisposto l’aggiornamento del PUT.
L’aggiornamento del PUT proposto dall’Amministrazione comunale mira a consolidare i risultati
raggiunti cercando di contenere ulteriormente l’incremento del traffico privato ed il relativo
inquinamento ambientale, e nel contempo garantire accessibilità alla città ed alle sue funzioni,
attraverso il progressivo rafforzamento del trasporto pubblico (soprattutto con il potenziamento
e la razionalizzazione dei servizi navetta per il centro e delle corsie preferenziali) e concrete
previsioni di parcheggi a corona del Centro.
Circa questi ultimi, le modifiche viabilistiche previste dal Put, ed attuabili entro l’estate 2001,
consentono il recupero di circa 300 posti auto in carreggiata fra Viale Amendola (con lo
spostamento del percorso bus in Via Persio - Via Gramsci) e Viale Garibaldi (con il senso unico
previsto). Nuove aree di sosta in superficie sono poi realizzabili entro l’anno con la sistemazione ed
utilizzo delle aree di Piazzale Mirabello e di Via del Cappelletto, per un totale di almeno 700 nuovi
posti auto. Nell’autunno 2001 potrà poi partire anche il cantiere per la realizzazione del parcheggio
sotto la Stazione FS (313 posti) e sarà definita a breve l’intesa necessaria con il Ministero della
Difesa finalizzata alla costruzione del Parcheggio multipiano alle Associazioni d’Arma (circa 300
posti).
Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile
37
Queste previsioni rendono più facilmente perseguibile un altro obiettivo importante che il vecchio e
nuovo PUT si propongono e il Comune gradualmente sta realizzando, e cioè il recupero pedonale
e la riqualificazione urbana di importanti spazi della città quali Via Prione, Piazza Garibaldi e Via
Fiume fino a Piazza Saint Bon, Via del Torretto, Via S. Agostino e Via Diaz, fino alla
pedonalizzazione e riqualificazione, a regime della realizzazione di tutti i nuovi parcheggi previsti, di
Piazza Cavour, Piazza Beverini e del Piazzale della Stazione.
Il nuovo Piano del Traffico, infine, prevede anche alcuni interventi sul sistema di circolazione che
cercheranno di conciliare la necessità di risanamento ambientale delle zone cittadine ancora inquinate,
perché gravate da forte traffico d’attraversamento, con l’obiettivo di fluidificare la viabilità dell’area
centrale recuperando, in particolare, un moderato utilizzo della Galleria Spallanzani in direzione
monte-mare ma distogliendo dal percorso viario ad essa collegato ulteriori quote di traffico
improprio.
La scelta della cosiddetta Moderazione del Traffico, che il nuovo PUT recepisce, vuole infatti
rispondere ai fattori di congestione ed inquinamento dei nodi viabilistici più problematici non solo e
non tanto in termini di nuovi divieti, almeno fin quando possibile, ma anche e prioritariamente con
risistemazioni dell’assetto stradale e degli incroci che favoriscano una circolazione a velocità
moderata ma fluida: un esempio tipico di questa impostazione sono le previste intersezioni a rotatoria
in sostituzione dei semafori nei nodi viabilistici più nevralgici e congestionati, cominciando dagli ambiti
di accesso ed uscita dalla Galleria Spallanzani (Piazza St.Bon e Largo Maestri del Lavoro), Via
Monfalcone X Via Sauro, Piazzale Montegrappa, Via Carducci X Viale Italia. Tutti progetti
finalizzati a conciliare l’obiettivo della sicurezza stradale con quello della vivibilità e della
riduzione dell’inquinamento, sul modello delle esperienze italiane ed europee più avanzate.
3.4 Le scelte del preliminare di Piano Urbanistico Comunale
Il nuovo preliminare di Piano Urbanistico Comunale tende ad una politica integrata tra previsioni
infrastrutturali e nuovi insediamenti, con particolare attenzione alle situazioni di rafforzamento del
trasporto pubblico e agli assi di riqualificazione urbana.
In merito al trasporto pubblico il PUC auspica l’attivazione di sistemi di incentivazione dell’offerta,
con il potenziamento delle linee filoviarie, con la costituzione di parcheggi scambiatori lungo le
principali direttrici del trasporto pubblico e con la regolamentazione della sosta nell’area centrale.
Interventi funzionali anche al rafforzamento del ruolo commerciale e culturale del centro storico. Un
ruolo determinante è attribuito al servizio ferroviario, che sempre più dovrà svolgere anche un
servizio metropolitano con i centri limitrofi. Ciò é sostenuto dalla previsione di una nuova stazione
passeggeri a Valdellora nell’ambito della riorganizzazione urbanistica dell’attuale scalo ferroviario, nel
quale sarà previsto il nuovo centro d’interscambio, originariamente localizzato all’interno del piano
d’area dell’ex raffineria IP. Una proposta innovativa riguarda la realizzazione di un sistema di
collegamento automatico di tipo ettometrico (micrometrò / monorotaia) tra la nuova Stazione
ferroviaria di Valdellora e Calata Paita. Inoltre, decisivo è considerato il ruolo del servizio
marittimo, anche per il traffico legato al turismo organizzato, attraverso la realizzazione di stazioni di
interscambio che in via preliminare sono previste nel progetto d’area del primo bacino portuale e nel
Levante cittadino.
Per il sistema della grande viabilità il nuovo PUC punta sul completamento delle
infrastrutture programmate, finanziate e in parte già realizzate, adeguandone i tracciati ove
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  • 1. a2211sp agenda 21 locale della città della Spezia Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile Novembre 2001
  • 2. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 2 Coordinamento e elaborazione a cura di: Gruppo operativo di Ambiente Italia: Orsola Bolognani, Stefania Calzetta, Dario Franchini Alessandro Ghiandai, Francesco Paolo Nicoletti, Piergiorgio Secci Hanno collaborato: il responsabile Agenda 21 del Comune della Spezia, Lanfranco Biso i coordinatori dei gruppi di lavoro Agenda 21: Pietro Lazagna, Fabio Giacomazzi, Paolo Vagaggini il personale e i collaboratori dell’Ufficio Ambiente del Comune della Spezia il personale e i collaboratori del Laboratorio Territoriale per l’Educazione Ambientale (LABTER) Un particolare ringraziamento è rivolto a tutti i soggetti della comunità locale che hanno partecipato alle sessioni di lavoro di Agenda 21, portando il loro indispensabile e appassionato contributo
  • 3. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 3 INDICE INTRODUZIONE 11 1. Premessa 11 2. Il percorso di Agenda 21 della Spezia 11 3. I temi di lavoro per il Piano d’Azione 15 4. L’impostazione metodologica del Piano d’Azione 18 5. Agenda 21 e Piano Strategico della città della Spezia 18 6. L’implementazione del Piano d’azione 19 MOBILITÀ, INQUINAMENTO ATMOSFERICO E ACUSTICO 23 Indirizzo strategico: migliorare la qualità e la vivibilità dell’ambiente urbano per tutelare la salute, il benessere, la sicurezza dei cittadini 23 1. Premessa 24 2. Obiettivi generali 25 2.1 Migliorare la qualità dell’aria 25 2.2 Ridurre l’esposizione della popolazione all’inquinamento acustico 27 2.3 Migliorare l’accessibilità e la fruibilità dell’ambiente urbano 29 3. Strategie e azioni attivate a livello regionale, provinciale e comunale 32 3.1 Agenda XXI della Regione Liguria 32 3.2 Il Piano di risanamento e tutela della qualità dell’aria della Regione Liguria 34 3.3 Il Piano Urbano del Traffico 36 3.4 Le scelte del preliminare di Piano Urbanistico Comunale 37 3.5 Il Piano dei trasporti pubblici 39 3.6 Il Piano del trasporto marittimo 40 3.7 Il progetto biciclette 40 3.8 Il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico 41 3.9 I provvedimenti per la riduzione delle emissioni inquinanti e acustiche 43 3.10 La zonizzazione acustica 44 3.11 Il Piano di Risanamento acustico 45 3.12 Le ipotesi progettuali del Piano Strategico 45 4. Valutazione delle strategie e azioni attivate 48 5. I settori di intervento: strategie e azioni da attivare o consolidare 55 5.1 Linea strategica n. 1 - Promuovere una mobilità sostenibile 55 5.2 Linea strategica n. 2 - Ridurre e ottimizzare la necessità di spostamento: informatizzazione, telelavoro e pianificazione dei tempi 62 5.3 Linea strategica n. 3 – Garantire la sostenibilità ambientale degli interventi sulle infrastrutture per la mobilità e delle trasformazioni urbanistiche che possono comportare impatti significativi sul sistema della mobilità 63
  • 4. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 4 5.4 Linea strategica n. 4 – Promuovere una pianificazione territoriale e settoriale che garantiscano il miglioramento della qualità dell’aria, la riduzione dell’inquinamento acustico e la promozione di una mobilità sostenibile 64 5.5 Linea strategica n. 5 – Migliorare il sistema di monitoraggio 65 5.6 Linea strategica n. 6 – Informare e sensibilizzare la comunità locale 66 6. Le azioni prioritarie da attivare 67 6.1 Azione n. 1 – Moderazione e fluidificazione del traffico e ottimizzazione della mobilità ciclopedonale: progetto biciclette 67 6.2 Azione n. 2 – Promozione di un servizio di TPL più sostenibile, più accessibile, più confortevole e più competitivo con il mezzo privato 71 6.3 Azione n. 3 – Attivazione dei Mobility Managers aziendali e del Mobility Manager d’Area 72 6.4 Azione n. 4 – Valorizzazione della funzione di pubblica utilità del servizio taxi 74 6.5 Azione n. 5 – Pianificazione dei tempi 75 6.6 Azione n. 6 – Prescrizioni per l’attuazione e l’aggiornamento del PUT e dei relativi Piani Particolareggiati e Piani di settore 78 6.7 Azione n. 7 – Studio di sostenibilità ambientale degli interventi sulle infrastrutture per la mobilità e degli interventi di trasformazione urbanistica e partecipazione della comunità locale alla definizione degli interventi 80 6.8 Azione n. 8 - Aggiornamento della mappa del clima acustico - definizione e attuazione del Piano di Risanamento acustico 82 6.9 Azione n. 9 – Potenziamento e integrazione del sistema di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico e provvedimenti di restrizione del traffico veicolare 84 7. Le fonti di finanziamento 87 RISORSE IDRICHE 93 Indirizzo strategico: garantire l’uso sostenibile e una qualità elevata delle risorse idriche 93 1. Premessa 94 2. Situazione attuale: gli elementi di criticità 95 3. Gli obiettivi specifici e i target 96 4. Strategie e azioni attivate a livello regionale, provinciale e comunale 97 4.1 Agenda XXI della Regione Liguria 97 4.2 Interventi su reti fognarie e impianti di depurazione 99 4.3 Il monitoraggio della qualità delle acque superficiali 101 4.4 Pulizia, disostruzione e ripristino dei tombini 102 5. Valutazione delle strategie e azioni attivate 103 6. I settori di intervento: strategie e azioni da attivare o consolidare 105 6.1 Linea strategica n.1 – Tutelare le acque per il consumo umano (acquifero del Magra)105 6.2 Linea strategica n.2 – Utilizzare in modo sostenibile le risorse idriche 105
  • 5. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 5 6.3 Linea strategica n.3 – Recuperare e valorizzare gli ambienti fluviali e l’ambiente marino108 6.4 Linea strategica n. 4 – Informare e sensibilizzare la comunità locale 110 7. Le azioni prioritarie da attivare 111 7.1 Azione n. 1 – Misure di salvaguardia nella zona di ricarica dell’acquifero del Magra 111 7.2 Azione n. 2 – Risparmio idrico e reti duali per i nuovi insediamenti e le grandi utenze idriche 112 7.3 Azione n. 3 – Campagna per la diffusione di apparecchi per l’uso efficiente dell’acqua113 7.4 Azione n. 4 – Progettazioni sostenibili nelle abitazioni 115 8. Le fonti di finanziamento 116 PAESAGGIO E NATURA 118 Indirizzo strategico: Valorizzare il paesaggio e la natura per renderli più fruibili ai cittadini e ai turisti 118 1. Premessa 119 2. Situazione attuale: gli elementi di criticità 120 3. Gli obiettivi specifici e i target 121 4. Strategie e azioni attivate a livello regionale, provinciale e comunale 122 4.1 Agenda XXI della Regione Liguria 122 4.2 I progetti sulla gestione del verde dell’Amministrazione comunale 122 4.3 Le aree protette 123 4.4 Le scelte del Preliminare di Piano Urbanistico Comunale 124 4.5 Le scelte del Piano strategico: “Quali turismi” e “Fare comunità: il progetto quartieri”125 4.6 Il progetto “Città dei bambini” 126 4.7 Diserbo e sfalcio delle scalinate 127 4.8 Inventario dei Biotopi dell’area urbana 127 4.9 I progetti sul paesaggio e natura di altri soggetti delle comunità locale 127 5. Valutazione delle strategie e azioni attivate 128 6. I settori di intervento: strategie e azioni da attivare o consolidare 130 6.1 Linea strategica n.1 – Valorizzare il golfo attraverso il suo mare 130 6.2 Linea strategica n.2 – Valorizzare il paesaggio urbano 131 6.3 Linea strategica n.3 – Valorizzare il paesaggio collinare nell’ottica di un Parco dell’Arco collinare 132 6.4 Linea strategica n.4 – Protezione dagli incendi e dal dissesto idrogeologico 133 6.5 Linea strategica n.5 – Promuovere un turismo ecosostenibile 134 7. Le azioni prioritarie da attivare: riqualificazione e valorizzazione della rete delle scalinate e dei sentieri 136 7.1 Azione n. 1 – Riqualificazione della sentieristica 136 7.2 Azione n. 2 – Valorizzazione delle scalinate storiche 137 7.3 Azione n. 3 – Aumento del patrimonio di conoscenza sui sentieri 138
  • 6. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 6 7.4 Azione n. 4 – Rivitalizzare l’utilizzo dei sentieri 138 7.5 Azione n. 5 - Favorire l’azione del volontariato e l’interesse culturale sui sentieri 139 7.6 Risultati attesi 139 7.7 Attori 139 7.8 Strumenti 141 8. Le fonti di finanziamento 142 ENERGIA 145 Indirizzo strategico: migliorare l’innovazione energetica nel sistema pubblico e privato 145 1. Premessa 146 2. Situazione attuale: gli elementi di criticità 146 3. Gli obiettivi specifici e i target 148 4. Strategie e azioni attivate a livello regionale, provinciale e comunale 149 4.1 Agenda XXI della Regione Liguria 149 4.2 Il Piano regionale di risanamento e tutela della qualità dell’aria 151 4.3 Il Piano Energetico Comunale 153 4.4 Il Progetto di ambientalizzazione della Centrale ENEL 160 4.5 Analisi preliminare di fattibilità per l’introduzione del teleriscaldamento a La Spezia162 5. Valutazione delle strategie e azioni attivate 163 6. I settori di intervento: strategie e azioni da attivare o consolidare 165 6.1 Linea strategica n.1 – Valorizzazione delle fonti rinnovabili 166 6.2 Linea strategica n.2 – Valorizzazione delle fonti assimilabili 170 6.3 Linea strategica n.3 – Risparmio energetico nella Pubblica Amministrazione 171 6.4 Linea strategica n.4 – Risparmio energetico nel residenziale e terziario 173 6.5 Linea strategica n.5 – Risparmio energetico nei trasporti 174 6.6 Linea strategica n.6 – Risparmio energetico nei settori produttivi 176 6.7 Linea strategica n.7 – Sostenibilità ambientale della Centrale ENEL 176 6.8 Linea strategica n. 8 – Informare e sensibilizzare la comunità locale 178 7. Le azioni prioritarie da attivare 179 7.1 Azione n. 1 – Utilizzo dell’energia solare per la produzione di acqua calda sanitaria negli edifici pubblici o ad uso pubblico secondo il DPR 412/93 179 7.2 Azione n. 2 – Studio di fattibilità di interventi solari passivi su larga scala. Selezione di un quartiere adeguato per la realizzazione di interventi pilota e per il loro monitoraggio 180 7.3 Azione n. 3 – Realizzazione di impianti fotovoltaici integrati negli edifici 181 7.4 Azione n. 4 – Piano Comunale della Illuminazione Pubblica 182 7.5 Azione n. 5 – Certificazione energetica degli edifici di proprietà del Comune e di Enti da esso dipendenti 183
  • 7. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 7 7.6 Azione n. 6 – Realizzazione di un ”Catasto Energetico Informatizzato” per gli edifici e gli impianti 184 7.7 Azione n. 7 – Campagna di diffusione delle tecnologie e tecniche di raffrescamento passivo di edifici nel settore terziario 185 7.8 Azione n. 8 – Piano di intervento sul parco edilizio pubblico ad uso terziario per il contenimento dei consumi energetici per la climatizzazione estiva 186 7.9 Azione n. 9 – Campagna elettrodomestici ad alta efficienza 187 7.10 Azione n. 10 – PUC, Norme di conformità e di congruenza, Regolamento Edilizio 188 8. Le fonti di finanziamento 189 8.1 Risorse Nazionali 189 8.2 Risorse regionali 191 8.3 Risorse della Unione Europea 191 INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO 195 Indirizzo strategico: ridurre l’impatto delle sorgenti di inquinamento elettromagnetico sulla salute della popolazione e sull’ambiente 195 1. Premessa 196 2. Situazione attuale: gli elementi di criticità 196 3. Riferimenti utilizzati per la definizione del Piano d’Azione 197 3.1 Le linee guida ANPA 197 3.2 Studi epidemiologici 199 4. Gli obiettivi specifici e i target 200 5. Strategie e azioni attivate a livello regionale, provinciale e comunale 200 5.1 Agenda XXI della Regione Liguria 200 5.2 Il Piano comunale di adeguamento e organizzazione degli impianti di teleradiocomunicazione 201 5.3 I controlli 201 5.4 La disciplina paesistica del Piano Urbanistico Comunale 202 6. Valutazione delle strategie e azioni attivate 203 7. I settori di intervento: strategie e azioni da attivare o consolidare 204 7.1 Linea strategica n.1 – ridurre l’impatto sulla salute della popolazione e sull’ambiente degli impianti di teleradiocomunicazione 204 7.2 Linea strategica n.2 – ridurre l’impatto sulla salute della popolazione e sull’ambiente delle sorgenti ELF (elettrodotti, cabine di traspormazione, utenze elettriche) 206 7.3 Linea strategica n. 3 – Informare e sensibilizzare la comunità locale 207 8. Le azioni prioritarie da attivare 208 8.1 Azione n. 1 – Piano comunale di adeguamento e organizzazione degli impianti di teleradiocomunicazione 208 8.2 Azione n. 2 – Catasto comunale delle sorgenti di inquinamento elettromagnetico 211
  • 8. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 8 8.3 Azione n. 3 – Fasce di rispetto e misure di cautela per linee e impianti elettrici 212 8.4 Azione n. 4 – Monitoraggio 213 9. Le fonti di finanziamento 214 RAPPORTI TRA CITTÀ, MARE E PORTO 215 Indirizzo strategico: sviluppo sostenibile del Golfo della Spezia 215 1. Premessa 216 2. Le azioni prioritarie da attivare: valutazione di impatto ambientale del Piano Regolatore Portuale e inchiesta pubblica 218 3. Riferimenti da utilizzare per sviluppare l’azione di Piano 220 3.1 Ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale del Comune della Spezia nella seduta del 6 aprile 2001 220 3.2 Intesa sul Piano Regolatore Portuale del Porto della Spezia 220 3.1 Ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale del Comune della Spezia nella seduta del 12 novembre 2001 222 3.3 Legge 28 gennaio 1994, n. 84: “Riordino della legislazione in materia portuale” 222 3.3 La normativa nazionale sulla Valutazione di Impatto Ambientale 223 3.4 La normativa comunitaria sulla Valutazione di Impatto Ambientale 226 3.5 La partecipazione del pubblico nella normativa sulla VIA 227 3.6 Strumenti normativi in materia di diritto di accesso e partecipazione ai procedimenti231 3.7 Scheda: un modello procedurale di Inchiesta Pubblica 233 4. Le fonti di finanziamento 238 RIFIUTI 240 Indirizzo strategico: garantire piena attuazione al sistema di gestione integrata del ciclo dei rifiuti (riduzione, riutilizzo, riciclaggio, recupero) 240 1. Premessa 241 2. Situazione attuale: gli elementi di criticità 241 3. Gli obiettivi specifici e i target 241 4. Strategie e azioni attivate a livello regionale, provinciale e comunale 242 4.1 L’Agenda XXI regionale 242 4.2 Il Piano regionale di gestione dei rifiuti 242 4.3 Il Piano per l’organizzazione del sistema integrato di gestione dei RU nella Provincia della Spezia 244 4.4 Il Piano integrato di gestione rifiuti di ACAM 244 5. Valutazione delle strategie e azioni attivate 247 6. I settori di intervento: strategie e azioni da attivare o consolidare 251 6.1 Linea strategica n. 1 – Ridurre la produzione di rifiuti 251
  • 9. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 9 6.2 Linea strategica n. 2 – Ottimizzare la Raccolta Differenziata 253 6.3 Linea strategica n. 3 – Valorizzazione e collocazione di mercato delle materie recuperate 255 6.4 Linea strategica n. 4 – Garantire la sostenibilità ambientale delle attività di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti 256 6.5 Linea strategica n. 5 – Sviluppo di nuove imprese e posti di lavoro mirati alla sostenibilità del settore 258 7. Le azioni prioritarie da attivare 260 7.1 Azione n. 1 – Promozione del compostaggio domestico 260 7.2 Azione n. 2 – Raccolta differenziata dello scarto alimentare 262 7.3 Azione n. 3 – Acquisti verdi nel Comune della Spezia (Green Public Procurement) 263 7.4 Azione n. 4 – Requisiti relativi all’utilizzo di materiali riciclati negli appalti pubblici 264 7.5 Azione n. 5 – Realizzazione di una ricicleria 265 7.6 Azione n. 6 – Ecovolontari 266 7.7 Azione n. 7 – Informazione, comunicazione e educazione ambientale 267 7.8 Altre azioni 269 8. Le fonti di finanziamento 270 BONIFICA DEI SITI INQUINATI 272 Indirizzo strategico: bonificare e riqualificare i siti inquinati 272 1. Premessa 273 2. Le azioni prioritarie da attivare: l’Osservatorio tecnico bonifiche 274 2.1 La proposta delle associazioni 274 2.2 La proposta di documento costitutivo del Comune e della Provincia della Spezia 275 INFORMAZIONE E PARTECIPAZIONE 276 Indirizzo strategico: promuovere la partecipazione della comunità locale alle scelte di sviluppo del territorio e alla definizione delle politiche ambientali 276 1. Premessa 277 2. Il progetto A21Speak 278 2.1 Le azioni da attivare 279 2.2 I risultati attesi 281 2.3 Gli attori 281 2.4 Gli strumenti 281 LA NECESSITÀ DI INTEGRAZIONE 285 1. Premessa 286 2. Integrazione tra Piano d’azione e Piano Urbanistico Comunale 288 3. Integrazione tra Piano d’azione e Regolamento Edilizio 289
  • 10. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 10 3.1 Azione integrata n. 1 – Regolamento Edilizio Ecocompatibile 289 4. Integrazione delle azioni di contabilità ambientale 290 4.1 Azione integrata n. 2 – Lo sportello ambientale 291 5. Acquisti verdi nella Pubblica Amministrazione 292 5.1 Azione integrata n. 3 – Acquisti verdi nel Comune della Spezia (Green Public Procurement) 292 QUADRO DI SINTESI - ALLEGATO 1 310 QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO 310 1. Mobilità, inquinamento atmosferico e acustico 311 1.1 Inquinamento atmosferico 311 1.2 Inquinamento acustico 316 1.3 Accessibilità e fruibilità dell’ambiente urbano 320 2. Risorse idriche 330 2.1 La normativa nazionale 330 2.2 La normativa regionale 336 3. Paesaggio e natura 338 3.1 La normativa nazionale 338 3.2 La normativa regionale 340 4. Energia 341 4.1 Riferimenti normativi internazionali 341 4.2 La normativa italiana 342 4.3 La normativa regionale 346 5. Inquinamento elettromagnetico 348 5.1 La legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici 348 5.2 La disciplina degli elettrodotti: il DPCM 23/4/1992 350 5.3 La VIA per gli elettrodotti 351 5.4 La disciplina nazionale per impianti di telecomunicazione e radiotelevisioni 351 5.5 La disciplina regionale 354 6. Rifiuti 357 6.1 La normativa nazionale 357 6.2 La normativa regionale 358 7. Bonifica dei siti inquinati 360 7.1 La normativa nazionale 360 7.2 Normativa e pianificazione regionale 361
  • 11. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 11 INTRODUZIONE 1. Premessa L’ambiente é riconosciuto come uno dei principali fattori che determinano lo sviluppo di un territorio. Le risorse naturali (acqua, aria, suolo, ecc.) sono gli elementi di supporto di base per gli esseri umani e per gli ecosistemi. La qualità dell’ambiente determina il grado di attrazione esercitato da un territorio e, in quanto tale, costituisce uno dei fattori di localizzazione degli investimenti. L’ambiente e le sue componenti non hanno però durata illimitata e non possono essere sfruttati indefinitamente senza esaurirsi o degradarsi. Per definire le scelte di sviluppo di un territorio diventa quindi indispensabile porsi in un’ottica di sviluppo sostenibile, inteso come “quello sviluppo che soddisfa i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere le capacità delle generazioni future di soddisfare i propri” e ancora come “… un miglioramento della qualità della vita, senza eccedere la capacità di carico degli ecosistemi di supporto, dai quali essa dipende”. E’ la Conferenza dell’ONU su “Ambiente e Sviluppo” di Rio de Janeiro, nel 1992, a rilanciare con forza l’idea della sostenibilità dello sviluppo, approvando l’Agenda 21, il documento programmatico che sintetizza le azioni specifiche e le strategie che i paesi firmatari si impegnano ad attuare per favorire lo sviluppo sostenibile. Tra questi è indicata la necessità che ogni Autorità locale sviluppi una “Agenda 21 locale” per la comunità: “… Gli amministratori locali dovranno consultare i cittadini e la comunità, le organizzazioni economiche e industriali per raccogliere informazioni e costruire il consenso intorno ad una strategia per lo sviluppo sostenibile. Tale consenso dovrà aiutarli a ridefinire i programmi, le politiche, le leggi e i regolamenti locali, al fine di raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 21. L’Agenda 21, “le cose da fare nel XXI secolo”, è il processo che, sulla base delle emergenze e delle criticità locali, deve portare a elaborare e realizzare i piani di risanamento ambientale da parte dei governi locali, generando cambiamenti concreti nell’organizzazione del territorio della vita quotidiana di chi produce e consuma. La nozione fondamentale è quella di “processo”. Agenda 21 è un processo: nasce da una scelta volontaria e condivisa tra più attori locali, che deve esplicitare e condividere obiettivi, verificare la loro credibilità e desiderabilità, e quindi tradurli in una strategia integrata, a sua volta articolata in linee d’azione concrete, che consentano di conseguire gli obiettivi assunti con il coinvolgimento attivo e volontario di tutti i soggetti interessati (attori economici e sociali, cittadini singoli, associazioni no profit, ecc.). Il processo si concretizza anche nella definizione di un Piano d’Azione per lo sviluppo sostenibile, che è però il frutto di tale processo e non un prodotto consegnato “chiavi in mano” da un referente esterno dell’Amministrazione. Questo è il percorso avviato dall’Amministrazione Comunale della Spezia, quando nel 1999 ha deciso di costruire l’Agenda 21 locale della città. 2. Il percorso di Agenda 21 della Spezia Il percorso di Agenda XXI della città della Spezia è stato avviato formalmente con la prima convocazione del Forum dell’Ambiente del 27 marzo 2000. A partire dal modello proposto da ICLEI (The International Council for Local Environmental Initiatives), perfezionato da diverse esperienze applicative e recepito nel Manuale ANPA (Agenzia Nazionale per la Protezione
  • 12. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 12 Ambientale) – “Linee Guida per le Agende 21 in Italia”, il percorso (figura 1) si è sviluppato attraverso le seguenti fasi: 1. attivazione del forum dell’ambiente, avviato formalmente con la prima convocazione del 27 marzo 2000, quale sede privilegiata per la discussione e il confronto tra gli attori sociali, economici ed istituzionali del territorio spezzino, con il compito di orientare l’intero processo di elaborazione dell’Agenda 21, 2. predisposizione, nell’ambito del forum dell’ambiente, del Rapporto sullo Stato dell’Ambiente, presentato nel giugno 2000 in occasione della Conferenza Strategica della città, per disporre di un quadro conoscitivo organico e oggettivo sullo stato dell’ambiente del territorio comunale, condiviso con tutti i soggetti locali, sulla base del quale individuare le criticità ambientali da affrontare; 3. approvazione, nell’ambito del forum dell’ambiente, del Rapporto sullo Stato dell’Ambiente e delle regole di funzionamento del forum, in base alle quali sono state stabilite le modalità di lavoro del forum al fine della costruzione del Piano d’azione; 4. costruzione, nell’ambito del forum dell’ambiente, articolato in gruppi di lavoro e sessioni tematiche, del Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile della Spezia. Per arrivare alla predisposizione del Piano d’Azione, il Forum ha articolato i suoi lavori in tre gruppi tematici: 5. Valutazione di sostenibilità delle politiche locali e degli strumenti di pianificazione, coordinato dal Prof. Pietro Lazagna, del Coordinamento delle Associazioni Ambientaliste; questo gruppo di lavoro, partendo dall’analisi delle attuali politiche e degli strumenti di pianificazione (territoriale e settoriale) vigenti e/o in fase di definizione, deve valutarne la sostenibilità ambientale in relazione a opzioni alternative di sviluppo e agli obiettivi di sostenibilità assunti nel percorso di Agenda 21, e individuare le azioni (intese come politiche alternative, strumenti attuativi delle politiche e/o dei piani esistenti, azioni specifiche, ecc.) necessarie a garantirne la sostenibilità. L’attività di questo gruppo di lavoro si è articolata nelle seguenti sessioni tematiche: – Rapporti città-mare-porto; – Mobilità, inquinamento atmosferico e acustico; – Piano Urbanistico Comunale; – Energia e inquinamento elettromagnetico; – Acqua. 6. Bonifica dei siti inquinati e gestione dei rifiuti, coordinato dal Dott. Paolo Vagaggini, imprenditore; questo gruppo di lavoro deve contribuire alla definizione della strategia di gestione dei rifiuti nel comune della Spezia e deve svolgere una attività di supervisione e indirizzo dell’attività di bonifica e riqualificazione dei siti inquinati. L’attività di questo gruppo di lavoro è articolata nelle seguenti sessioni tematiche: – Bonifica dei siti inquinati; – Gestione dei rifiuti; 7. Informazione e comunicazione, coordinato dal Dott. Fabio Giacomazzi, consulente del Laboratorio per l’Educazione Ambientale del Comune; questo gruppo di lavoro deve promuovere la massima partecipazione della comunità locale al percorso di Agenda 21 e garantire l’informazione sul suo percorso. L’attività di questo gruppo di lavoro è articolata inunità
  • 13. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 13 operative con specifici compiti (elaborazione materiale informativo, predisposizione di un progetto di “informazione e partecipazione” per la richiesta di finanziamenti al Ministero dell’Ambiente). Nell’ambito di questo gruppo di lavoro viene anche sviluppato il tema “valorizzazione del paesaggio e della natura”, attraverso un percorso di partecipazione attiva della comunità locale alla definizione del relativo Piano d’Azione. I tre coordinatori dei gruppi di lavoro, unitamente all’Assessore all’Ambiente e al responsabile Agenda 21 del Comune, e ad un consulente esterno, hanno formato la cabina di regia del Forum, che ha programmato e coordinato i lavori.
  • 14. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 14 Figura 1 – il percorso di Agenda 21 della città della Spezia Il percorso di Agenda XXI Realizzazione del Rapporto sullo Stato dell’Ambiente Individuazione e analisi delle Criticità ambientali Individuazione degli obiettivi che si vogliono perseguire per affrontare le criticità ambientali Realizzazione del Piano d’Azione Ambientale, in cui sono individuate le azioni e le strategie che si intendono attivare per raggiungere gli obiettivi fissati, integrato con il Piano Strategico e gli altri strumenti di programmazione e pianificazione a livello locale Coinvolgimento della Comunità locale alla realizzazione di Agenda XXI
  • 15. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 15 3. I temi di lavoro per il Piano d’Azione I gruppi di lavoro hanno sviluppato il Piano d’Azione analizzando i diversi temi di interesse in specifiche sessioni tematiche. In figura 2 sono illustrati i temi sviluppati da ogni gruppo di lavoro. Nella tabella seguente sono descritte in modo più dettagliato le attività svolte e i risultati raggiunti dai gruppi di lavoro, per i diversi temi affrontati. Tabella 1 – Attività svolte e risultati raggiunti dai gruppi di lavoro Sessione tematica Stato dei lavori Gruppo di lavoro: valutazione sostenibilità politiche locali e strumenti pianificazione Rapporti città-mare- porto Si è sviluppata, nell’arco di due riunioni nei mesi di dicembre 2000/gennaio 2001, l’attività di analisi delle criticità ambientali e delle politiche in atto. L’attività di questa sessione tematica si è, quindi, interrotta, in attesa della presentazione, da parte dell’Autorità Portuale, del Piano Regolatore Portuale. A seguito dell’approvazione, in Consiglio Comunale, di un Ordine del giorno (seduta del 6 aprile 2001) relativo alla valutazione di sostenibilità ambientale dell’attività portuale e dei suoi possibili sviluppi, si è svolto un altro incontro, nell’ambito del quale si è discusso della strategia da adottare per dare seguito agli impegni assunti in quell’Ordine del giorno e di possibili linee strategiche finalizzate ad un recupero di efficacia sociale ed economica del Golfo della Spezia. Su questi punti non è stato ancora possibile raggiungere punti di vista comuni tra i soggetti interessati. Allo stato attuale, quindi, si è deciso di assumere quale unica azione di Piano l’implementazione del percorso di valutazione di sostenibilità ambientale dell’attività portuale, da concordare in base ad un accordo tra il Comune della Spezia e gli altri soggetti interessati Mobilità, inquinamento atmosferico e acustico Si sono concluse, nell’arco di tre incontri, le fasi di analisi delle criticità ambientali e delle politiche in atto e di individuazione degli obiettivi e delle azioni di Piano; il 16/3/01 è stata presentata al gruppo di lavoro la proposta preliminare di Piano d’Azione. Piano Urbanistico Comunale Si è svolta una sessione di lavoro sul tema della sostenibilità ambientale del PUC, finalizzata anche a individuare le possibili sinergie tra PUC e Piano d’Azione di Agenda 21 Energia e inquinamento elettromagnetico Si sono concluse, nell’arco di due incontri, le fasi di analisi delle criticità ambientali e delle politiche in atto e di individuazione degli obiettivi e delle azioni di Piano; il 25/5/01 è stata presentata la proposta preliminare di Piano d’Azione. Acqua Si sono concluse, nell’arco di un incontro, le fasi di analisi delle criticità ambientali e delle politiche in atto e di individuazione degli obiettivi e delle azioni di Piano; è stata predisposta la proposta preliminare di Piano d’Azione, consegnata al forum il 22/6/01 nell’ambito della proposta di Piano d’Azione complessiva. Gruppo di lavoro: bonifica dei siti inquinati e gestione dei rifiuti Bonifica dei siti Si sono concluse, nell’arco di tre incontri, le fasi di analisi delle criticità
  • 16. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 16 Sessione tematica Stato dei lavori inquinati ambientali e delle politiche in atto e di individuazione degli obiettivi e delle azioni di Piano ed è stata discussa la definizione del Piano d’azione, da concretizzare nella costituzione di un Osservatorio sulle attività di bonifica; in base alle decisioni assunte, è stata formulata una proposta di Piano d’azione, consegnata al forum il 22/6/01 nell’ambito della proposta di Piano d’Azione complessiva. Gestione dei rifiuti Si è sviluppata, nell’arco di 5 incontri, l’attività di analisi delle criticità ambientali e delle politiche in atto, dedicando particolare attenzione al Piano Provinciale di gestione dei rifiuti; è stata predisposta la proposta preliminare di Piano d’Azione, consegnata al forum l’8/11/01. Gruppo di lavoro: informazione e comunicazione Informazione e comunicazione Il gruppo di lavoro si è organizzato in unità operative che: – hanno prodotto del materiale informativo, che è stato inserito nel sito internet del Comune (www.comune.sp.it) e sarà a breve distribuito con il giornale di informazione del Comune; – hanno elaborato il logo di Agenda 21 della Spezia; – hanno elaborato il progetto “A21Speak” per la costruzione di un sistema permanente interattivo di informazione e comunicazione ambientale, presentato al Ministero dell’Ambiente per la richiesta di finanziamenti (bando per il finanziamento di programmi di sviluppo sostenibile e di attuazione di Agende 21 locali) Il Progetto A21Speak è stato assunto come Piano d’azione su questo tema. Valorizzazione paesaggio e natura Il gruppo di lavoro ha individuato nel tema “valorizzazione del paesaggio e della natura” lo spunto per ampliare la partecipazione della comunità locale al processo di Agenda XXI. Ha quindi organizzato, con la collaborazione del Laboratorio Territoriale di Educazione Ambientale (LABTER) un percorso di partecipazione attiva della comunità locale alla costruzione del Piano d’Azione su questo tema, imperniato sul tema della valorizzazione del sistema di sentieri e delle scalinate dell’arco collinare. Tale percorso si é così articolato: – 16/5/01: momento pubblico di riflessione in cui sono stati invitati a portare il loro contributo tutti i soggetti che si occupano a diverso titolo della valorizzazione dei sentieri; – 27/5/01: escursione (Chiappa, Salto del Gatto, Strà, Foce, Torracche, Bocca Lupara, Chiappa), finalizzata a verificare criticità e potenzialità delle scalinate e dei sentieri collinari – 30/5/01: sessione di sintesi del gruppo di lavoro finalizzata a definire il Piano d’Azione (le cose da fare per promuovere la riqualificazione e valorizzazione dei sentieri) In base ai risultati emersi in questo percorso, è stata definita una proposta di Piano d’azione, riportata nei capitoli successivi.
  • 17. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 17 Figura 2 – I temi affrontati dai gruppi di lavori di Agenda 21 L’articolazione dei lavori di AGENDA XXI Coordinato da Pietro Lazagna, del Coordinamento delle Associazioni Ambientaliste Temi sviluppati: • Mobilità, inquinamento atmosferico e acustico: il traffico urbano e i relativi impatti ambientali (inquinamento atmosferico e acustico, congestione e degrado della vivibilità degli insediamenti), le scelte sulla mobilità del Piano Urbano del Traffico e le scelte sulla viabilità del Piano Urbanistico Comunale, il trasporto pubblico, ecc. • Rapporti città-mare-porto: i problemi di sostenibilità ambientale legati alla presenza e ai possibili sviluppi delle attività portuali, • Piano Urbanistico Comunale: la sostenibilità ambientale delle scelte del Piano Urbanistico Comunale • Energia ed inquinamento elettromagnetico: l’uso sostenibile dell’energia (risparmio energetico, uso di fonti energetiche rinnovabili, cogenerazione, ecc.), gli impatti della Centrale ENEL, l’inquinamento elettromagnetico (le stazioni radio base, gli elettrodotti e le cabine di trasformazione) • Acqua: la qualità delle acque del golfo, la rete fognaria e la depurazione Temi sviluppati: • informazione e partecipazione: definizione di strumenti e attività per promuovere la partecipazione della comunità locale al percorso di Agenda 21 e garantire una diffusa informazione sul suo percorso • valorizzazione del paesaggio e della natura: definizione delle azioni da sviluppare per valorizzare il paesaggio e la natura spezzine (le colline, il golfo, il paesaggio urbano), attraverso un percorso di partecipazione attiva della comunità locale (programma di iniziative e escursioni legate al tema del recupero e della valorizzazione della rete dei sentieri collinari) Coordinato da Paolo Vagaggini, imprenditore Temi sviluppati: • bonifica dei siti inquinati:supervisione e indirizzo dell’attività di bonifica e riqualificazione dei siti inquinati (Pitelli e area ex-IP) • gestione dei rifiuti: la riduzione della produzione dei rifiuti, la raccolta differenziata, il riutilizzo e il riciclaggio, lo smaltimento finale, le scelte del Piano Provinciale di gestione dei rifiuti, le scelte di ACAM GRUPPO DI LAVORO: Valutazione di sostenibilità delle politiche locali e degli strumenti di pianificazione, GRUPPO DI LAVORO: Bonifica dei siti inquinati e gestione dei rifiuti GRUPPO DI LAVORO: Informazione e comunicazione coordinato da Fabio Giacomazzi, consulente del Laboratorio per l’Educazione Ambientale del Comune
  • 18. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 18 4. L’impostazione metodologica del Piano d’Azione Il Piano d’Azione per lo sviluppo sostenibile della città della Spezia è un programma di azioni concrete e integrate tra loro, adatte a raggiungere specifici obiettivi di sostenibilità ambientale, da attuarsi da parte del governo locale e del forum dell’ambiente, attraverso una diretta responsabilizza- zione dei diversi “attori” che saranno i protagonisti della loro attuazione. Tenendo conto della necessità di inserirsi in un quadro di riferimento normativo ed amministrativo consolidato, nell’ambito del quale altri strumenti di governo sono già stati adottati, o sono in via di adozione, e tenendo conto dell’importante lavoro di predisposizione del Piano Strategico della città, di cui il percorso di Agenda 21 costituisce parte integrante, il Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile è stato elaborato mantenendo un’impostazione pragmatica e flessibile, cercando per quanto possibile di “mettere in rete” obiettivi e politiche derivanti da strumenti di piano e programma già attivati, ovvero di sintetizzare nell’ambito di un approccio integrato gli sforzi e le azioni già avviati dai diversi settori dell’Amministrazione locale e dai diversi soggetti della comunità locale. L’elaborazione del Piano, per ogni tema affrontato, si è articolata nei seguenti passaggi: 1. analisi sintetica delle criticità ambientali emerse dal Rapporto sullo Stato dell’Ambiente; 2. analisi del quadro di riferimento normativo, al fine di individuare gli obblighi e gli obiettivi derivanti dalla normativa e di ricostruire le competenze specifiche dell’autorità locale relative a settori/attività umane e fattori di pressione individuati; 3. definizione degli obiettivi, al raggiungimento dei quali finalizzare il Piano d’Azione, e dei relativi target (soglie qualitative e/o quantitative da conseguire entro un determinato termine temporale) e indicatori di monitoraggio; 4. analisi delle relazioni tra agenda 21 e altri strumenti di piano e programmi locali, con l’obiettivo di valutare l’efficacia delle azioni in atto o previste ai fini del perseguimento degli obiettivi fissati; 5. analisi e definizione delle strategie e delle azioni da attivare per il conseguimento dei target individuati, in un’ottica di medio-lungo termine (i prossimi10 anni); 6. individuazione, in base a criteri di fattibilità e di efficacia, delle azioni prioritarie da attivare a partire dal primo anno dall’approvazione del Piano d’azione; 7. individuazione, con particolare riferimento alle azioni prioritarie da attivare, degli strumenti da adottare e degli attori (Comune, Provincia, ARPAL, ACAM, Associazioni ambientaliste e del volontariato, Associazioni di categoria, etc.) da coinvolgere e responsabilizzare nell’attuazione del Piano, delle risorse finanziarie attivabili e delle possibili aree di integrazione verticale ed orizzontale da ricercare al fine di ottimizzare le risorse impiegate e massimizzare i risultati. L’impostazione del Piano d’azione rispecchia questa articolazione dei lavori. 5. Agenda 21 e Piano Strategico della città della Spezia Il percorso di Agenda 21 della città della Spezia si inserisce nel più generale processo di pianificazione strategica della città della Spezia, che, attraverso la costruzione del Piano Strategico, si propone “la costruzione di un percorso condiviso della città per la città, di medio-lungo periodo in grado di fissare mete di crescita e di sviluppo condivise dalla Istituzione e dagli
  • 19. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 19 attori sociali ed economici cittadini, attraverso un’analisi critica e permanente del nesso esistente tra economia, territorio e ambiente, politiche sociali e formative, e conseguente produzione di ipotesi progettuali, definite e ridefinite in continuum, la loro attuazione, gestione e riprogettazione sintotica con le esigenze che l’evoluzione impone. Esso è quindi anche e soprattutto un modello di gestione delle politiche urbane, basato sulla costruzione di una rete di attori e avente l’intenzione di: – gestire un processo in cui vengano coinvolte tutte le istituzioni economico-sociali, sia pubbliche che private, per sviluppare un progetto della città che, oltre a stabilire obiettivi e linee prioritarie di azione, trovi la sua realizzazione attraverso la formazione di partnerships pubblico/privato. – determinare un criterio di equilibrio nello sviluppo della città attraverso una forte integrazione tra diversi progetti in una visione di insieme delle politiche urbane complessive; – consentire una riflessione sul merito e sulle funzione della città, onde identificare quale è la sua area di influenza; – delineare una rete formata da tutti gli attori decisionali della città con altro grado di interazione tra loro, condizione necessaria per la costruzione del consenso sul futuro dello sviluppo locale, sostituendo il sistema della sovraordinazione con quello della condivisione; – creare le condizioni favorevoli all’implementazione dei progetti mediante un modello volontaristico e prospettico, negoziato e flessibile volto alla costruzione di un piano che indichi le regole del gioco e le linee guida piuttosto che vincoli e regolamenti1.” Appare evidente, da quanto sopra enunciato, da un lato la piena coerenza tra i due percorsi avviati dall’Amministrazione comunale, dall’altro la forte necessità di integrazione, che ha portato a identificare nel percorso di Agenda 21 locale lo strumento di attuazione della linea strategica del Piano Strategico: “Qualità ambientale, qualità urbana e sostenibilità dello sviluppo”. Oltre a ciò, è importante tenere presente che la “sostenibilità dello sviluppo”, motore dell’intero percorso di Agenda 21, è un tema centrale per la quasi totalità delle linee strategiche sviluppate nell’ambito del processo di pianificazione strategica. Sarà pertanto importante individuare momenti di confronto tra i due percorsi e le relative ipotesi progettuali, per arrivare alla definizione di strategie e obiettivi comuni e sviluppare le opportune sinergie. 6. L’implementazione del Piano d’azione Per avviare l’implementazione del Piano d’Azione l’Amministrazione comunale prevede di effettuare i seguentipassaggi2: 1. Adozione del Piano d’Azione da parte del Forum e del Consiglio Comunale: L’adozione formale del Piano d’Azione rappresenta un importante passaggio verso la reale attivazione di una percorso di sviluppo sostenibile della comunità. È infatti con l’adozione da parte del Forum e da parte del Consiglio Comunale che il Piano d’Azione cessa a tutti gli effetti di essere una 1 Tratto da: Comune della Spezia, Il Piano Strategico della Spezia, Proposta di contratto di partenariato”. 2 Il percorso operativo delineato nel documento è definito facendo riferimento alle buone pratiche di implementazione di Agende 21 locali (Linee Guida per le Agende 21 locali, Manuale ANPA, 2000).
  • 20. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 20 dichiarazione di intenti di un’associazione o di un assessore, e può finalmente diventare un atto politico preciso: l’assunzione, da parte dell’organo di governo della città e del Forum, di obiettivi e strategie in grado di incidere profondamente sul futuro dell’intera comunità. Da questo punto di vista, è utile sottolineare ancora l’importanza che il documento portato all’attenzione del Consiglio abbia già maturato un significativo livello di condivisione da parte della collettività: non è l’assessore che sottopone il Piano al Consiglio, é il Forum civico che, avendo discusso obiettivi, impostazione metodologica e strategie, ed avendo se del caso introdotto più o meno sostanziali modifiche, fa proprio e adotta il documento di lavoro e lo propone alla considerazione del governo locale. In questo senso, l’adozione formale del Piano d’Azione da parte del Consiglio locale dovrà essere giustamente sottolineata ed adeguatamente pubblicizzata: il Piano non è un documento preliminare o informale, ma un preciso ed impegnativo programma, che viene ratificato dall’organo rappresentativo locale a valle di un processo di maturazione collettiva che, a sua volta, ha coinvolto una parte significativa della comunità, sia direttamente che attraverso le più varie forme di delega e/o rappresentanza. Soprattutto, l’adozione del Piano d’Azione implica l’assunzione di precise responsabilità, non solo da parte dell’Amministrazione, ma anche da parte di tutti coloro che, avendo partecipato all’elaborazione del documento, devono sentirsene a tutti gli effetti gli autori e, per quanto nella loro volontà e responsabilità, anche gli esecutori. 2. Attivazione del piano: responsabilità e strutture. Il consenso politico e sociale intorno al Piano d’Azione per uno sviluppo locale sostenibile è importante, ma non garantisce di per sé il buon esito dell’iniziativa. Una volta adottato, il Piano potrà esplicitare appieno le sue potenzialità solamente in quanto diventerà a tutti gli effetti il documento di riferimento di tutta l’amministrazione locale, che lo dovrà considerare non solamente nei suoi aspetti immediatamente operativi (avvio effettivo delle azioni previste), ma anche nel suo essere uno strumento integrato che deve interagire con tutti gli strumenti, ordinari e straordinari, di programmazione territoriale e settoriale, di gestione interna, di investimento, di spesa. Questa è la scommessa fondamentale per il buon esito dell’Agenda 21 locale. A tal fine l’Amministrazione comunale prevede i seguenti passaggi operativi (vedi figura 1): – Individuazione, all’interno dell’amministrazione, di un responsabile dell’attuazione del Piano: dovrà essere un funzionario che dedica la maggior parte del suo tempo al progetto Agenda 21, interessato alle tematiche della sostenibilità, consapevole del ruolo strategico che viene chiamato a svolgere. Dovrà rispondere direttamente al Sindaco e dovrà avere referenti nei diversi assessorati e/o uffici del Comune, specificamente designati dai capi d’area. – Mantenimento di una struttura di consultazione, di comunicazione e di monitoraggio del Piano d’azione, che garantisca la partecipazione del pubblico interessato anche a tutti i successivi e principali momenti di avanzamento e realizzazione del Piano (LABTER – Progetto A21Speak, con particolare riferimento allo Sportello Ambientale). – Definizione di Programmi operativi annuali, con i quali l’Amministrazione comunale dovrà individuare le azioni di Piano che si intendono attivare, nonché le relative responsabilità, modalità attuative e risorse disponibili. – Mantenimento del Forum dell’Ambiente, quale organismo consultivo e d’intervento diretto della comunità locale, con il compito di verificare l’attuazione e l’efficacia del Piano d’azione,
  • 21. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 21 nonché discutere e approvare eventuali revisioni e/o integrazioni del Piano stesso. Il Forum dovrà individuare un proprio coordinatore, che fungerà anche da garante del percorso di Agenda 21 locale nei confronti della comunità locale. – Verifiche trimestrali da parte del Forum: ogni tre mesi il processo di implementazione del Piano sarà sottoposto ad una fase di verifica da parte del forum, per valutare lo stato di attuazione del programma operativo e i risultati conseguiti. – Mantenimento di un nucleo operativo di coordinamento del percorso di Agenda 21 (Cabina di regia), composto dal responsabile interno dell’attuazione del Piano, dal responsabile della struttura di consultazione, di comunicazione e di monitoraggio del Piano d’Azione (LABTER) e dal coordinatore del Forum, che garantisca delle diverse strutture e attività previste nell’ambito del percorso di Agenda 21 locale. 3. Monitoraggio del Piano d’Azione: l’attivazione di un Piano d’Azione, ancorché completo e mirato, non determina automaticamente il rapido conseguimento di obiettivi che, nella gran parte dei casi, sono misurabili nel medio e lungo termine. D’altra parte, se non immediatamente, alcuni indicatori potranno manifestare nel breve termine modificazioni anche sensibili, che se anche non renderanno conto di un raggiunto stato di sostenibilità, testimonieranno pur tuttavia di una inversione di tendenza, di un primo segnale di riduzione della pressione, o di incremento della qualità ambientale, che dovranno essere colti e debitamente pubblicizzati. Il monitoraggio del Piano d’Azione serve a questo: a rendere manifesti i risultati positivi delle azioni intraprese (quando sono misurabili), così come ad evidenziare tendenze negative, magari impreviste, e ad individuarne tempestivamente le cause. Nel seguito del documento saranno forniti indirizzi per lo svolgimento di questa fondamentale attività nell’ambito del percorso di Agenda 21 della Spezia. 4. Revisione del Piano d’Azione: Il Piano d’azione non può essere inteso quale strumento statico e immodificabile, bensì deve essere uno strumento programmatico flessibile e dinamico proprio in quanto deve saper governare l’evoluzione di fenomeni complessi, alcuni dei quali sono caratterizzati da elevati livelli di incertezza e di difficile previsione. A partire dai risultati delle attività di monitoraggio, sarà quindi importante provvedere alla periodica revisione e/o integrazione del Piano. A tal fine, la struttura di consultazione, di comunicazione e di monitoraggio del Piano d’azione (LABTER), in collaborazione con il Responsabile dell’attuazione del Piano interno all’Amministrazione, dovrà predisporre, in occasione di ogni verifica trimestrale da parte del Forum, dei Rapporti sullo stato di attuazione del Piano, e alla fine di ogni anno, dei Rapporti sul monitoraggio del Piano, allo scopo di fornire alla comunità locale elementi informativi utili per valutare la necessità di apportare modifiche e/o integrazioni al Piano. Le richieste di revisione e/o integrazione potranno essere presentate in forma scritta alla struttura di consultazione, di comunicazione e di monitoraggio del Piano in qualunque momento del percorso di Agenda 21 e saranno discusse nell’ambito delle sessioni trimestrali del forum. Nell’ambito delle sessioni trimestrali del forum sarà comunque possibile avanzare direttamente richieste di revisione e/o integrazione del Piano, anche in forma orale, che saranno discusse nell’ambito della sessione stessa. In base agli esiti della discussione, il Responsabile dell’attuazione del Piano interno all’Amministrazione comunale, in collaborazione con la Cabina di Regia, provvederà alla revisione e/o integrazione del Piano d’azione e del relativo programma operativo annuale.
  • 22. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 22 Struttura operativa del Percorso di Agenda XXI della Spezia Sindaco – Giunta comunale Responsabile Interno al Comune Un funzionario a disposizione di AgendaXXI per: • Promuovere e seguire l’attuazione del Piano • Promuovere partenariato • Individuare finanziamenti • Aggiornare il Piano Labter • A21 Speak • Informazione e comunicazione • Educazione ambientale • Monitoraggio del Piano Forum Plenario Attua verifiche trimestrali e discute osservazioni al Piano Coordinatore del Forum Provvede al coordinamento del forum ed è garante del percorso di Agenda 21 locale Sportello ambientale Struttura Struttura comunicazioneed Struttura Referenti in altri uffici Cabinadiregia
  • 23. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 23 MOBILITÀ, INQUINAMENTO ATMOSFERICO E ACUSTICO Indirizzo strategico: migliorare la qualità e la vivibilità dell’ambiente urbano per tutelare la salute, il benessere, la sicurezza dei cittadini
  • 24. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 24 1. Premessa Per definire il Piano d’azione relativo ai problemi della mobilità, dell’inquinamento atmosferico e acustico in ambito urbano sono state considerate le relazioni che intercorrono tra le aree obiettivo “Qualità dell’aria”, “Rumore urbano” e “Accessibilità e fruibilità degli insediamenti” e il settore di intervento “Mobilità”, evidenziati nella figura seguente. Componenti ambientali Driving Force RISPOSTA PRESSIONE STATO ARIA RUMORE MOBILITA' TRASPORTI QUALITA' DELL'ARIA: Indicatori di concentrazione atmosferica LIVELLO SONORO: Indicatori di impatto, indicatori di esposizione della popolazione Emissioni inquinanti atmosferiche (distribuzione per settori, ambiti territoriali, profilo temporale) Emissioni sonore: sorgenti puntuali e lineari, distribuzione territoriale, profilo temporale Domanda di mobilità, offerta di infrastrutture e servizi, ripartizione modale, efficienza energetica Monitoraggio Pianidi risanamento e tutela Piani d'azione di settore e di ambito territoriale INSEDIAMENTI QUALITA’ iNSEDIAMENTI Indicatori di Accessibilità e Fruibilità degli insediamenti Congestione da traffico, incidenti auto in sosta In questa parte di Piano non sono invece affrontati i problemi di inquinamento atmosferico derivanti da fonti diverse dalla mobilità, con particolare riferimento agli impianti termici, civili ed industriali e alle attività produttive. Questa scelta deriva dalla considerazione che, benché anche tali fonti contribuiscano a determinare, seppure in misura inferiore rispetto alla mobilità, la qualità dell’aria in città, le possibilità di ridurne i relativi impatti sono legate prevalentemente ad azioni di riduzione e
  • 25. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 25 razionalizzazione dei consumi energetici. Pertanto si è deciso di affrontare queste problematiche nella parte di Piano relativa all’energia3. 2. Obiettivi generali Gli obiettivi generali che si intendono perseguire, con riferimento alle componenti ambientali interessate, sono così individuati: 1. Migliorare la qualità dell’aria 2. Ridurre l’esposizione della popolazione all’inquinamento acustico 3. Migliorare l’accessibilità e la fruibilità degli insediamenti. 2.1 Migliorare la qualità dell’aria 2.1.1 Situazione attuale: gli elementi di criticità I dati registrati dalla rete cittadina di controllo della qualità dell’aria consentono di comporre un quadro informativo sufficientemente approfondito per quanto riguarda l’andamento delle concentrazioni dei principali macroinquianti atmosferici. In estrema sintesi, la situazione che emerge dalla loro lettura consente di individuare alcuni specifici fattori di criticità relativamente alle concentrazioni di diversi inquinanti fra quelli monitorati. Gli indici relativi alle concentrazioni di SO2, NO2, PTS presentano, in misura diversa, un tendenziale miglioramento. Tale miglioramento è evidente e significativa soprattutto per quanto riguarda l’anidride solforosa e, negli ultimi anni, il monossido di carbonio (che fa però tuttora rilevare un certo numero di superamenti del valore limite, laddove l’anidride solforosa presenta indici inferiori sia ai valori limite che ai valori guida). Meno positiva appare la situazione per quanto riguarda il biossido di azoto: la graduale diminuzione è meno pronunciata e univoca, permanendo tuttora i livelli rilevati al di sopra del valore guida, nonché dei nuovi valori limite che l’Unione Europea sta adottando. Per le polveri (PTS), nonostante la significativa riduzione, si evidenziano tuttora livelli superiori ai valori guida. Assai meno documentata risulta invece la situazione per quanto riguarda alcuni inquinanti non convenzionali (frazione inalabile del particolato PM10, benzene, idrocarburi policiclici aromatici, ecc.), benché nell’arco del 2000 sia stato effettuato un numero significativo di campagne di monitoraggio del benzene e delle PM10 con il mezzo mobile. Per quanto riguarda, in particolare, il benzene, da marzo 1999 ad oggi sono state effettuate complessivamente nove campagne di misurazione in cinquanta siti cittadini, con il metodo dei campionatori passivi. La situazione emersa è piuttosto preoccupante: le medie annuali dei valori rilevati nel 2000 supera l’obiettivo di qualità, pari a 10 µg/mc, in 20 delle 49 postazioni monitorate, con valori medi annuali in molte postazioni superiori ai 15 µg/mc (Viale Italia-Via Doria: 16,11 µg/mc; via Crispi-Poste-Spallanzani: 17,83 µg/mc; via Spallanzani-cabina: 15,69 µg/mc; Via Carducci-Via della Pianta: 15,46 µg/mc; Via Carducci-C.so Nazionale: 16,91 µg/mc; Via Carducci-Via della Torre G.: 15,61 µg/mc; Via Fiume 132: 17,50 µg/mc; Via Sarzana-Via Sommovigo: 18,09 µg/mc) e valori medi rilevati nei periodi più critici, di novembre e dicembre, spesso superiori a 20 µg/mc, fino a massimi intorno ai 30 µg/mc (Via Crispi-Poste-Spallanzani: 29,9 3 Risposta a osservazione al Piano presentata da Giuseppe Romeo in data 3.10.2001.
  • 26. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 26 µg/mc; Via Carducci-C.so Nazionale: 29,4 µg/mc; Via Carducci-Via della Torre G.: 31,59 µg/mc; via XX Settembre-Smeraldo: 33,57 µg/mc; Via Fiume 132: 29,81 µg/mc). Nel 2000, sono iniziate anche le misurazioni delle polveri fini (PM10), sia in permanenza nella centralina di Via Spallanzani, sia con campagne mensili condotte con la postazione mobile ARPAL: a proposito di questo inquinante, un primo quadro che ad oggi emerge è la conferma di una criticità ambientale in Via Spallanzani, mentre nelle altre zone i valori misurati sono risultati entro la media stabilita per legge, benché si siano registrati alcuni superi del valore fissato come obiettivo di qualità dalla vigente normativa (DM 25/11/94), pari a 40 microgrammi/mc. 2.1.2 Gli obiettivi specifici e i target Sotto il profilo dell’inquinamento atmosferico, l’obiettivo del Piano dovrà sicuramente essere ricondotto al progressivo conseguimento e costante rispetto degli standard di qualità dell’aria vigenti a livello nazionale, e degli obiettivi di qualità previsti dalla nuove norme europee. In particolare, è necessario garantire, secondo le scadenze fissate, il rispetto dei limiti introdotti dalla DIR 99/30/CE in attuazione della direttiva 96/62/CE (quest’ultima adottata con dlgs 351/1999 mentre la DIR 99/30/CE dovrà essere adottata dal nostro Paese entro il 19/7/2001) . Per i suddetti limiti, ex DIR 99/30, pur non essendo ancora in vigore sotto il profilo formale il Piano di Azione per le situazioni individuate a maggior rischio sanitario potrebbe individuare scadenza temporali più ravvicinate, rispetto a quelle della normativa comunitaria citata, per il raggiungimento dei limiti previsti per i vari inquinanti. In tal senso potranno essere considerati anche i limiti di riferimento previsti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in relazione alla tutela della salute dall’inquinamento atmosferico. Nel breve termine dovrà essere comunque perseguito il sostanziale rispetto dei limiti già vigenti in forza delle normative precedentemente adottate dal nostro paese (vedi Allegato 1 – Quadro di riferimento normativo, Tabella 4 – Standard e obiettivi di qualità dell’aria fissati dalla normativa). A tal fine, è importante porsi anche obiettivi di riduzione delle emissioni in atmosfera, facendo riferimento, in particolare, ai target definiti a livello internazionale e europeo (impegni di riduzione delle emissioni di gas serra assunti dall’Italia con riferimento al protocollo di Kyoto). Gli obiettivi specifici assunti dal Piano, con l’indicazione dei relativi target e degli indicatori di monitoraggio, sono riassunti in Tabella 1. Tabella 1 – Obiettivi specifici, indicatori e target per il miglioramento della qualità dell’aria Obiettivo Indicatore Valore attuale Target Ridurre le concentrazioni di inquinanti in atmosfera Concentrazioni degli inquinanti in atmosfera (SO2, NOx, CO, O3, Polveri e PM10, benzene) Da determinare Entro le scadenze fissate (vedi Tabella 4) garantire il rispetto degli obiettivi di qualità dell’aria a lungo termine introdotti dalle direttive attuative della direttiva 96/62/CE. Garantire comunque il rispetto dei limiti di legge vigenti Ridurre le emissioni in atmosfera Emissioni di CO2 (t/anno) 387 milioni di t/anno Ridurre le emissioni di CO2 del 6,5% entro il 2010
  • 27. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 27 2.2 Ridurre l’esposizione della popolazione all’inquinamento acustico 2.2.1 Situazione attuale: gli elementi di criticità L’analisi condotta sul clima acustico della città della Spezia, in particolare su alcune aree cosiddette “protette”, pone in evidenza una situazione oltremodo critica che rende necessari interventi sia attivi che passivi. Tali interventi dovranno essere finalizzati non solo al raggiungimento degli standard previsti dalla normativa nazionale, ma anche al conseguimento degli obiettivi definiti nel programma di azione della Unione Europea. La situazione risulta particolarmente critica in alcune aree del territorio comunale, come evidenziato dal Piano di Risanamento Acustico: – area retroportuale (Viale S. Bartolomeo)4: i valori rilevati nel periodo di riferimento diurno si avvicinano molto ai 75 dB(A) mentre in orario notturno si sono determinati livelli compresi tra 65 e 70 dB(A); le attività portuali “continue” intervengono sulla rumorosità in modo trascurabile rispetto al rumore causato dal traffico veicolare, che nel tempo di riferimento notturno (e in parte anche nel tempo di riferimento diurno) è sempre superiore ai limiti di zona dei ricettori individuati; quest’ultimo risulta fortemente influenzato dalla presenza significativa di traffico pesante indotto dalle attività portuali. Per quanto riguarda la rumorosità dovuta al Porto, benché dalle misure emerge che essa rientra all’interno dei limiti previsti nella zona in cui si trovano i ricettori, occorre fare alcune considerazioni: - nell’intorno dell’ingresso del Porto di Via Palmaria la rumorosità supera sempre i limiti di zona ed il contributo della rumorosità specificatamente portuale, anche se difficilmente quantificabile, è, comunque, rilevante e non si può escludere sia, da sola, sufficiente a provocare il superamento dei valori limite di immissione; - esiste una situazione, pur eccezionale, in viale San Bartolomeo n. 302, edificio in prossimità del quale non si rileva un superamento dei limiti di rumorosità, in quanto si trova in classe VI, ma per il quale, nella sostanza, gli esiti dei rilievi danno un rumore proveniente prevalentemente dal Porto Mercantile a livelli comunque alti per una civile abitazione; il problema è stato risolto evacuando tutti gli abitanti dello stabile. Resta tuttavia il fatto che tutto il porto è in classe VI (peraltro in contrasto con le linee guida del dpcm del 1997 che mette i porti commerciali in classe IV) e a pochi metri dal suo confine c’è un quartiere residenziale densamente abitato. - sono stati rilevati specifici rumori disturbanti (sobbalzi degli autoarticolati portacontainers, fischi e segnalazioni dei treni-merci, “cicalini” dei mezzi di sollevamento, gruppi elettrogeni delle navi in ormeggio), che pur non violando sistematicamente le soglie del dpcm 14/11/1997 rientrano sicuramente nella fattispecie del disturbo della quiete pubblica di cui all’art. 659 del Codice Penale e art. 844 del Codice Civile. – area ospedaliera (Ospedale S.Andrea): sono stati rilevati valori medi compresi tra 65 e 75 dB(A) in orario diurno, mentre in orario notturno i livelli sono compresi tra 55 e 60 dB(A); le sorgenti di rumore principali sono state individuate nel traffico veicolare e ferroviario; – aree scolastiche (Via Prosperi e Via della Torre): i valori oscillano tra i 70 e 75 dB(A) e sono imputabili al traffico di tipo misto (autoveicoli, mezzi pesanti, autobus, motocicli); 4 ARPAL, Valutazione della rumorosità indotta dal porto mercantile della Spezia, Relazione Tecnica, 2000.
  • 28. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 28 – via XX Settembre, angolo Via Spallanzani all’uscita della omonima galleria: le misurazioni hanno evidenziato un sostanziale decremento dei livelli rilevati nel 1993-1994 in sede di mappatura acsutica, dovuti a flussi di traffico ridotti ottenuti con l’adozione del Piano Urbano del Traffico; nelle postazioni di riferimento sono stati rilevati valori diurni di 76 dB(A) e notturni di 73 dB(A); seppur ridotto rispetto alle condizioni misurate negli anni 1993-94, la galleria resta comunque caratterizzata in tutte le ore del giorno e della notte, da flussi di traffico notevoli, fortemente influenzati dal traffico pesante. 2.2.2 Gli obiettivi specifici e i target Il Programma politico e di azione della comunità Europea per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile indica, per quanto riguarda l’inquinamento acustico un obiettivo generale di tutela della salute e della qualità della vita, che viene tradotto negli obiettivi operativi (riferiti al periodo notturno) riportati nella tabella successiva, e assunti come obiettivi specifici di riferimento nell’ambito della Agenda 21 della Spezia. Gli obiettivi specifici assunti dal Piano, con l’indicazione dei relativi target e degli indicatori di monitoraggio, sono riassunti in Tabella 2. Tabella 2 - Obiettivi specifici, indicatori e target per la riduzione dell’esposizione della popolazione all’inquinamento acustico Obiettivo* Indicatore Valore attuale Target Eliminare l’esposizione della popolazione a livelli sonori eccedenti i 65 dB(A); in nessun caso devono essere ammessi livelli sonori eccedenti gli 85 dB(A) Percentuale di popolazione urbana esposta a livelli di rumore superiori a 65 dB(A) Da determinare Progressiva riduzione, fino all'annullamento (entro il 2010), della popolazione esposta a livelli >65dB(A) Mantenere ai valori attuali la percentuale di popolazione esposta a livelli di rumore compresi tra 55 e 65 dB(A); Percentuale di popolazione urbana esposta a livelli di rumore compresi tra 55 e 65 dB(A) Da determinare Stabilizzare il valore dell’indicatore Garantire per la popolazione esposta a livelli inferiori ai 55 dB(A) il rispetto di tale soglia; Percentuale di popolazione urbana esposta a livelli di rumore inferiori ai 55 dB(A) Da determinare Stabilizzare il valore dell’indicatore *I limiti di esposizione si riferiscono al periodo notturno Sotto il profilo normativo, comunque, la definizione di obiettivi specifici di qualità ambientale deve logicamente seguire la zonizzazione acustica del territorio comunale, che a sua volta definisce le priorità di intervento del Piano Comunale di Risanamento. Una volta adottato il documento di zonizzazione, infatti, valgono per ogni zona gli specifici limiti di cui al DPCM 14/11/1997, come sintetizzati nella Tabella 5 (vedi Allegato 1 – Quadro di riferimento normativo).
  • 29. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 29 2.3 Migliorare l’accessibilità e la fruibilità dell’ambiente urbano 2.3.1 Situazione attuale: gli elementi di criticità Le indagini sulla mobilità spezzina, condotte nell’ambito degli studi per la predisposizione del Piano Urbano del Traffico adottato nel 1996, evidenziavano una serie di elementi estremamente significativi: – la scarsa presenza di traffico di attraversamento tra i flussi che penetrano quotidianamente nella Spezia: solo il 3% era traffico di attraversamento del Comune, mentre il 25% era traffico di attraversamento dell’Area Centrale compresa all’interno delle sezioni di rilevamento. Questo dato portava ad indicare che i problemi del traffico della Spezia possono trovare la loro soluzione non tanto nella realizzazione di assi tangenziali o di gronda (comunque da prevedere con tracciati, caratteristiche e ruoli adeguati nell’ambito degli studi di Piano Urbanistico Comunale), bensì nella gestione della mobilità di accesso alla Città. Questo significava che era possibile affrontare i problemi del traffico della Spezia già nel breve termine, con buone prospettive di soluzione, attraverso interventi normativi di gestione del traffico e della sosta e di potenziamento del trasporto pubblico e con limitati interventi di tipo infrastrutturale; – la forte presenza di traffico di origine extracomunale (oltre il 40% sulle radiali di penetrazione all’Area Centrale). Questo dato evidenziava la necessità, per risolvere i problemi specifici della Spezia, di affrontare il problema complessivo della mobilità alla scala sovracomunale, con il coinvolgimento di tutti gli Enti competenti: Provincia, FS, Comuni viciniori; – il forte utilizzo dell’auto privata da parte dei pendolari e la grande disponibilità per i pendolari di spazi di sosta su suolo pubblico e su suolo privato. Dalle indagini emergeva la disponibilità, nell’Area Centrale della Spezia, di circa 19.000 posti-auto su sede stradale (di cui poco più di 1.000 riservati a Enti e handicappati) e di circa 4.000 posti-auto non su sede stradale ad uso non residenziale, in aree prevalentemente di proprietà privata. Questa significativa disponibilità di sosta gratuita, anche al netto della domanda dei residenti, che non aveva eguali in Città delle dimensioni della Spezia, condizionava fortemente la struttura della mobilità spezzina; – la forte domanda di parcheggio su strada da parte dei residenti: i rilievi dell’occupazione notturna degli spazi di sosta su sede stradale mostravano coefficienti estremamente alti, con una percentuale superiore all’80% per l’Area Centrale nel suo complesso e con coefficienti superiori all’unità in molte zone del Centro Storico. Dai rilievi emergeva per altro che oltre il 50% delle auto dei residenti del Centro venivano lasciate permanentemente parcheggiate su sede stradale; – l’inquinamento acustico ed atmosferico che, pur apparendo abbastanza diffuso nella Città, presentava alcune situazioni particolarmente critiche, quali Via Fiume (in particolare nel tratto terminale verso Piazza Garibaldi), e Piazza Caduti per la Libertà, con livelli di inquinamento preoccupanti e flussi di traffico incompatibili con la funzione e la capacità ambientale della strada o della piazza; – la gerarchia funzionale delle diverse strade, con una incompatibilità talvolta molto evidente tra funzione cinematica e caratteristiche urbanistiche ed ambientali della strada. La situazione senza dubbio più grave era quella della direttrice Fiume-Spallanzani che presentava impropriamente i massimi flussi di tutta la Città in particolare ai nodi più sensibili di Piazza Garibaldi e di Piazza Caduti per la Libertà.
  • 30. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 30 E’ inoltre importante rilevare che l’attuale offerta di aree pedonali e percorsi ciclopedonali risulta piuttosto limitata, sia sotto il profilo quantitativo, che per quanto concerne l’articolazione di una rete. Emerge, infatti, la mancanza di veri e propri itinerari pedonali e soprattutto di un’asta forte di collegamento pedonale che dalla città storica arrivi alla passeggiata a mare e all’area centrale da realizzare, sostanzialmente, attraverso l’estensione delle aree oggi già interessate dalla pedonalizzazione, in cui sono presenti situazioni a forte vocazione pedonale. La rete attuale risente, soprattutto, della necessità di un potenziamento del sistema attraverso interventi mirati al recupero ambientale e alla pedonalizzazione di tutte quelle situazioni (strade, piazze, aree) inserite in contesti urbani di forte pregio o a forte vocazione pedonale. Così come si registra la mancanza di significativi itinerari pedonali urbani, non risulta riconoscibile una vera e propria rete ciclabile. Le uniche piste ciclabili sono presenti lungo viale Italia, via Prosperi, viale Fieschi e via Monfalcone, ma non sono tra loro connesse. In tal senso, la programmazione comunale prevede interventi significativi (si veda nel seguito quanto previsto dalla proposta di aggiornamento del Piano Urbano del Traffico). Le nuove indagini effettuate nel 1999, in occasione dell’aggiornamento del Piano Urbano del Traffico, hanno evidenziato le seguenti evoluzioni nel sistema della mobilità: – un incremento del 13,6% dei flussi di traffico complessivi in ingresso nell’ora di punta del mattino (7.15-8.15) e il mantenimento degli stessi flussi del 1995 in uscita. I maggiori incrementi dei flussi in ingresso si sono registrati lungo Via Fiume (+31%), lungo Viale Fieschi (+19%) e lungo Via Buonviaggio (+18%); su Viale San Bartolomeo si è registrata una riduzione dei flussi del 6% rispetto al 1995 e su Viale Sauro dell’1%. Lungo la Galleria Spallanzani si è registrato un aumento dell’11% dei traffici bidirezionali sempre nell’ora di punta del mattino (7-15-8.15), allorché la Galleria è aperta nelle due direzioni; la direttrice verso Est, monte-mare, risulta aver avuto i massimi incrementi (+14%). Lungo Viale Italia, sempre nella stessa ora, di punta, non si sono verificate variazioni significative (+4% dei traffici bidirezionali all’incrocio con Viale San Bartolomeo); – un utilizzo più razionale dei parcheggi centrali, con minori coefficienti di occupazione, tutelando le esigenze dei residenti e della sosta a rotazione: complessivamente, l’offerta di sosta a servizio dell’Area Centrale è rimasta inalterata dal 1995 al 2000; la struttura dell’offerta è invece profondamente mutata, con la sosta libera che è passata da un’incidenza dell’88% nel 1995 a un’incidenza del 45,4% nel 2000; la sosta a pagamento è passata da un’incidenza del 4,3% nel 1995 a un’incidenza del 47,9% nel 2000. L’evoluzione della domanda di sosta ha positivamente risentito del cambiamento della struttura dell’offerta: infatti, il numero complessivo di auto parcheggiate su suolo pubblico nell’Area Centrale Allargata si è ridotto del 9,1% dal 1995 al 2000, con un coefficiente medio di occupazione che nell’ora di massima punta (11.00-12.00) si è ridotto dallo 0,99 allo 0,93 (parte degli automobilisti pendolari del 1995 in parte parcheggiano l’auto più esternamente raggiungendo la destinazione finale a piedi, in parte nei parcheggi di interscambio di Piazza d’Armi e del Palasport utilizzando i minibus gratuiti e in parte si sono trasferiti direttamente al trasporto pubblico, che ha recuperato utenza). Il coefficiente di occupazione dei parcheggi più centrali si è significativamente ridotto da un valore medio di 1,1 nell’ora di massima punta (11.00-12.00) a un valore medio di 0,98. A corona del Centro, in zona comunque interessata in parte dalla tariffazione della sosta, il coefficiente medio di occupazione si è mantenuto sullo 0,87. Nel Centro, le auto di residenti parcheggiate sempre nell’ora di punta del mattino sono 3.762, pari al 43% del totale delle auto parcheggiate, mentre
  • 31. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 31 le auto in sanzione (cioè non autorizzate o senza documento di pagamento) o in divieto di sosta sono 1.036, pari al 12% del totale delle auto parcheggiate. Le auto paganti, o con abbonamento o con parcometro, sono, sempre per il Centro, 2.269, pari al 26% del totale delle auto parcheggiate. – il miglioramento delle condizioni di inquinamento atmosferico da traffico della Città: i dati rilevati evidenziano una situazione in positiva evoluzione grazie al miglioramento del parco circolante. Permangono, tuttavia, situazioni critiche indotte dai traffici ancora eccessivi della Galleria Spallanzani; – anche per quanto riguarda i livelli di rumore, viene confermata la criticità indotta dal traffico della Galleria Spallanzani, sia nella zona ospedaliera sia nella zona a Ovest, con superamenti assolutamente inaccettabili, di 15-20 dB(A), dei limiti di legge. – l’aumento dell’utenza del trasporto pubblico, con un’importante inversione di tendenza, che rappresenta un risultato difficile da raggiungere in Italia: dopo 10 anni di continua perdita di passeggeri, tra il 1998 e il 1999 si è registrato un aumento dei passeggeri trasportati del 3,27% considerando il servizio di minibus gratuiti dai parcheggi di interscambio di Piazza d’Armi e del palasport e del 2,22% escludento i passeggeri trasportati dai minibus; – un’inversione di tendenza nell’incidentalità: nel 1999 si è riusciti ad arrestare il preoccupante aumento del numero di incidenti con lesioni alle persone che si era verificato negli ultimi anni. Tuttavia i risultati conseguiti non possono essere ritenuti sufficienti. 2.3.2 Gli obiettivi specifici e i target Obiettivo Indicatore Valore attuale Target Percorrenze da traffico privato in ambito urbano (km/anno) Da determinare Entro il 2010 riduzione del 35% delle percorrenze da traffico privato in ambito urbano; Ridurre il traffico veicolare Percorrenze da traffico privato in ambito extraurbano (km/anno) Da determinare Entro il 2010 riduzione del 20% delle percorrenze da traffico privato in ambito extraurbano Tasso di mortalità (n. morti/1000 incidenti) 5,1 Progressiva riduzione, fino all’annullamento, del valore dell’indicatore Ridurre l’incidentalità Tasso di lesività (n. feriti/10 incidenti) 1,6 Progressiva riduzione del valore dell’indicatore Incidenza mobilità sostenibile su distribuzione modale mobilità (%) Auto 70%, Bus 28%, Bicicletta 2% Entro il 2010 raggiongere il ..% di spostamenti con sistemi di mobilità sostenibile (TPL, bicicletta, a piedi, car pooling, car sharing, etc.) Aumentare l’utilizzo di sistemi di mobilità sostenibile (trasporto pubblico, bicicletta, a piedi, car pooling, car sharing, etc.) Tasso medio di occupazione veicoli (n.persone/veicolo) 1,45 Entro il 2010 raggiungere un tasso medio di occupazione delle auto in circolazione pari a due persone per veicolo
  • 32. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 32 Obiettivo Indicatore Valore attuale Target indicatori di efficienza e efficacia del TPL: – n.utenti/abitante/anno; – passeg./km; – km esercizio rete; % rete riservata; % rete filoviaria o su sede propria; – velocità commerciale (km/h) Da determinare Migliorare progressivamente il valore degli indicatori Mq/abitante di aree pedonali Da determinare km rete percorsi ciclabili Da determinare Aumentare la dotazione di aree libere dal traffico km rete percorsi pedonali protetti Da determinare Progressivo aumento del valore degli indicatori Migliorare la qualità dei servizi di mobilità Indice di gradimento della qualità della mobilità Da determinare Progressivo aumento del valore dell’indicatore 3. Strategie e azioni attivate a livello regionale, provinciale e comunale 3.1 Agenda XXI della Regione Liguria L’agenda XXI della Regione Liguria costituisce un importante quadro di riferimento per la definizione degli obiettivi da perseguire e delle azioni da attivare per affrontare i problemi della mobilità e dell’inquinamento atmosferico e acustico. Gli obiettivi generali di sostenibilità individuati dall’Agenda XXI regionale per il settore dei trasporti possono essere sinteticamente ricondotti ai seguenti: – contenimento delle emissioni in atmosfera e nel suolo – ridurre la necessità di spostamenti urbani – contenimento dei consumi energetici – risanamento e tutela del paesaggio – contenimento e razionalizzazione dell’uso del suolo – abbattimento dell’inquinamento acustico – contenimento dell’effetto serra A questi si devono aggiungere gli obiettivi generali di sostenibilità relativi alla “qualità dell’aria”, così individuati: 1. La riduzione delle emissioni inquinanti atmosferiche, in particolare in ambito urbano; 2. La tutela del bene "aria pulita" per le zone non inquinate; 3. riduzione dell'accumulo di sostanze tossiche o nocive in altri comparti ambientali (trasferimento dell'inquinamento). Per uno sviluppo sostenibile nel campo dei trasporti l’Agenda XXI regionale individua la necessità di sviluppare le seguenti azioni strategiche: 1. Riduzione delle emissioni globali: attraverso il controllo degli inquinanti, l’introduzione di motori a minore consumo, forme di limitazione del traffico privato, controllo degli insediamenti che
  • 33. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 33 possono provocare afflussi di veicoli nelle zone congestionate, spostamento di quote consistenti di traffico persone e merci sui sistemi di trasporto ad alta efficienza (in particolare, ferrovia e trasporto marittimo) tenendo anche conto delle potenziali e/o accidentali situazioni di rischio ambientale (trasporti di merci pericolose). 2. Riduzione della necessità di mobilità: si tratta di non subire passivamente l’incremento crescente della domanda di mobilità - peraltro conseguente a processi di natura sociale ed economica che, in Liguria costituiscono fattori essenziali per la vitalità della Regione, quali il turismo, il trasporto con origine/destinazione il sistema portuale ecc. - ma di identificare una correlazione forte tra la dimensione della città, la sua forma, la sua organizzazione spaziale e temporale, ed il traffico crescente. Contenere la domanda di mobilità significa governare, innanzitutto il rapporto domanda/offerta per le aree più critiche, anche attraverso l’introduzione del concetto di limite alla capacità di un’area urbana di accogliere determinati livelli di traffico, che deve essere commisurata all’impatto che essi generano e con obiettivi di tutela ambientale e di sicurezza. 3. Incremento dell’offerta di trasporto collettivo: In Italia il trasporto pubblico è scarso e genera anche notevoli costi della mano pubblica, necessari al suo sostegno, a causa degli altri costi, nonché dell’inefficienza, disintegrazione eseparazione dell’offerta. Si impone dunque il vincolo di incrementare il servizio diminuendo contestualmente il costo/ passeggero x Km. 4. Contenimento dell’uso del mezzo privato: contestualmente alla riqualificazione e potenziamento del trasporto pubblico, debbono essere predisposte azioni di disincentivo del mezzo privato individuale. Non solo per ridurre l’inquinamento, ma per liberare la viabilità al servizio del trasporto pubblico, delle piste ciclabili, delle aree residenziali e pedonali. 5. Adeguamento delle infrastrutture: Occorre innanzitutto accelerare i tempi per adeguare il sistema infrastrutturale portante regionale della rete ferroviaria in termini di capacità, funzionalità, efficienza. Occorre affrontare i problemi di fabbisogno di grande viabilità, per adeguare l’attuale rete in capacità e per renderla più sicura oltreché meno rumorosa. Occorre, infine, sviluppare la portualità, che richiede completamenti infrastrutturali ma soprattutto una forte saldatura con reti infrastrutturali che non interferiscano con i sistemi urbani. 6. Interventi in campo urbano: realizzare una adeguata infrastrutturazione dei territorio urbani, soprattutto delle aree a cintura dei centri storici, con la realizzazione di impianti fissi di trasporto, tramvie e metropolitane, quale presupposto fondamentale per raggiungere duraturi obiettivi di mutamento delle condizioni del rapporto domanda/offerta di mobilità. 7. Interventi di razionalizzazione e integrazione degli strumenti di programmazione e pianificazione e attività di informazione e sensibilizzazione. Per affrontare i problemi relativi alla qualità dell’aria la regione individua, innanzitutto, la necessità di approfondire la conoscenza territoriale del comparto aria, per fare fronte alle seguenti necessità: - conoscere la distribuzione di tutte le fonti emittenti ed il loro peso relativo; - valutare i dati provenienti dalle diverse reti di monitoraggio; - stimare la qualità dell'aria per le zone non coperte da centraline di rilevamento, sulla base delle caratteristiche delle emissioni e con l'ausilio della modellistica diffusionale, il cui uso presuppone, tra l'altro, la necessità di disporre di affidabili dati meteo; - confrontare i dati delle centraline con quelli stimati in base alla modellistica; - mettere in relazione i dati delle emissioni e quelli di qualità dell'aria con le caratteristiche territoriali delle zone di volta in volta considerate.
  • 34. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 34 Definisce, quindi, due grandi filoni di approccio dal punto di vista delle strategie di contrattazione e concertazione e partenariato: 1. Liguria produttrice in cui i problemi ambientali derivano da ruoli che assume il territorio ligure nel quadro produttivo nazionale e mondiale, in settori particolarmente strategici, dove gli obiettivi di sostenibilità sono legati a scenari statali e sovranazionali. Questo avviene nei seguenti ambiti: – la produzione di energia termoelettrica; – il ciclo del petrolio; – il sistema logistico della grande movimentazione delle merci 2. Liguria consumatrice in cui i problemi ambientali derivano dagli atteggiamenti di produzione e consumi legati a comportamenti quotidiani in cui è il livello locale ad esprimere le principali potenzialità e capacità di intervento: – il traffico civile; – i consumi energetici a livello domestico – le industrie locali – tutte le attività consumatrici di energie e produttrici di inquinanti fra i servizi pubblici: il trasporto pubblico, lo smaltimento di rifiuti, la depurazione, le forniture idriche. Infine, per affrontare i problemi relativi all’inquinamento atmosferico, l’Agenda XXI regionale individua le seguenti azioni prioritarie: 1. Completamento delle zonizzazioni acustiche comunali; 2. Campagne di misura del rumore; 3. Completamento del progetto caso pilota Genova (per la bonifica acustica nei punti critici dei tracciati autostradali); 4. Mitigazione del rumore autostradale; 5. Adeguamento dei mezzi di trasporto pubblico; 6. Requisiti acustici passivi degli edifici; 7. Educazione acustica. 3.2 Il Piano di risanamento e tutela della qualità dell’aria della Regione Liguria Il Piano regionale di risanamento e tutela della qualità dell’aria è stato elaborato applicando e sviluppando le indicazioni della Agenda 21 regionale e della collegata pianificazione nazionale al fine di: – conseguire il miglioramento della qualità dell’aria per i diversi inquinanti, nei diversi ambiti di territorio regionale nei quali si registrano i carichi inquinanti più elevati o livelli di inquinamento maggiori, riguardanti sia le sorgenti fisse che mobili, con particolare attenzione alle problematiche maggiormente emergenti quali produzione di ozono troposferico, emissioni di IPA, benzene e PM10; – prevenire l’aumento dell’inquinamento atmosferico in riferimento alle porzioni del territorio regionale nelle quali si può ipotizzare un’evoluzione peggiorativa in termini di incremento dei carichi inquinanti e conseguente peggioramento della qualità dell’aria, ponendo particolare attenzione alle componenti ambientali ed alle aree maggiormente sensibili all’inquinamento atmosferico o comunque da sottoporre a particolare tutela;
  • 35. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 35 – conseguire un miglioramento in riferimento alle problematiche globali quali la produzione di gas serra. Nella redazione del Piano, pur prevedendo misure di carattere generale per la riduzione delle emissioni e di conseguenza per la tutela della qualità dell’aria, sono state privilegiate alcune iniziative di intervento sulle emissioni di particolare efficacia ed importanza ed in particolare: – forte sviluppo del teleriscaldamento utilizzando il calore di scarto delle centrali termoelettriche ENEL di La Spezia e Vado Ligure e, nelle aree interne, le biomasse vegetali; – limite all’aumento della produzione di energia elettrica della Regione da fonti tradizionali per controbilanciare l’aumento di produzione elettrica da biomasse e rifiuti; – riduzione del traffico urbano mediante introduzione di: meccanismi di pedaggio per l’accesso ai centri storici delle città e conseguente riduzione del trasporto passeggeri su strada ("car pooling" e “car pricing”), estensione delle zone di sosta a pagamento, ulteriore chiusura dei centri storici; – riduzione della pressione dovuta al traffico merci su gomma sulle Autostrade e incremento del trasporto su treno in maniera da stabilizzare i flussi di autoveicoli merci ai livelli del 1995; – divieto del peggioramento delle emissioni dovute alla combustione nel settore civile e di utilizzo dei combustibili più inquinanti per le zone con carico inquinante più elevato; – forte riduzione del contributo delle emissioni nei porti della regione con la limitazione dell’uso di combustibili più inquinanti ed il controllo dei terminali marittimi di combustibili liquidi; – interventi specifici sui grandi impianti della regione (impianti di produzione energetica, chimica e petrolchimica, vetrerie), – potenziamento della lotta agli incendi boschivi Le misure rispondono alla necessità di conseguire entro il 2010 i seguenti obiettivi: – con riferimento ai principali inquinanti, il rispetto degli obiettivi di qualità dell’aria a lungo termine, stabiliti dalle più recenti normative europee già emanate o in corso di emanazione e da conseguire, ai sensi di dette norme, entro un dato termine temporale (di massima al 2010); – con riferimento in particolare all’anidride carbonica, il conseguimento entro il 2010, per la Regione, della percentuale di riduzione che l’Italia deve conseguire in applicazione del protocollo di Kyoto. Per quanto concerne le azioni correlate con i trasporti gli obiettivi sono i seguenti: – riduzione del 35% delle percorrenze da traffico privato in ambito urbano; – riduzione del 20% delle percorrenze da traffico privato in ambito extraurbano; – stabilizzazione dei flussi di autoveicoli merci in autostrada ai livelli del 1995; – riduzione del contributo dovuto ai porti, mediante la riduzione dell’80% delle emissioni di ossidi di zolfo e del 30% degli ossidi di azoto, rispetto alle emissioni prevedibili al 2010. Essenziale alla realizzazione del Piano è naturalmente la precisazione dei singoli interventi, il monitoraggio dei risultati e la ridefinizione nel tempo degli obiettivi. Accanto alle misure per la riduzione delle emissioni, nell’ambito del Piano sono state inoltre individuate alcune misure atte a porre le basi per la riorganizzazione del sistema di monitoraggio della qualità dell’aria presente in Regione, con riferimento anche ai parametri meteorologici. In particolare, il Piano definisce una prima struttura di misure, da precisarsi successivamente unitamente alle Amministrazioni provinciali ed ARPAL, atte a razionalizzare l'attuale sistema, in attuazione della direttiva 96/62 CE sulla gestione della qualità dell'aria ambiente, recentemente recepita dal decreto legislativo 351/99, e delle Direttive figlie indicanti i nuovi valori di riferimento per il controllo della
  • 36. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 36 qualità dell'aria, avendo come obiettivo da un lato la semplificazione del sistema e dall'altro la sua migliore rappresentatività. In connessione con le misure, sia al fine di determinare le priorità nelle azioni volte alla riduzione delle emissioni, sia per orientare le scelte finalizzate alla riorganizzazione del sistema di monitoraggio, nell’ambito del piano si sono individuate le zone del territorio regionale più vulnerabili sotto il profilo dell’inquinamento atmosferico. Suddividendo il territorio in zone omogenee di 1 kmq, nell’ambito del Comune della Spezia sono state individuate: 1 zona appartenente alla classe di priorità di intervento molto alta, 2 zone appartenenti alla classe di priorità di intervento alta e 3 zone appartenenti alla classe di priorità di intervento media. 3.3 Il Piano Urbano del Traffico Il Comune della Spezia, con Delibera del Consiglio Comunale del 29/07/1996, si è dotato del Piano Urbano del Traffico (PUT). Gli interventi più significativi realizzati con il Piano Urbano del Traffico comprendono: – la limitazione del traffico per fasce orarie lungo la Galleria Spallanzani per contenere l’inquinamento ambientale da traffico nei nodi critici di Piazza Garibaldi e di Via Crispi; – la centralizzazione semaforica, con l’aumento della capacità dei Viali Italia e Amendola per far fronte ai flussi trasferiti dalla direttrice Spallanzani, e un sistema di pannelli a messaggi variabili sulle principali radiali di penetrazione alla Città; – un sistema di centraline di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico; – la tariffazione della sosta in tutta l’Area Centrale con esenzione per i residenti e con possibilitàdi abbonamenti agevolati; – la realizzazione di due parcheggi di attestamento al Palasport e in Piazza d’Armi collegati al Centro con servizio di minibus gratuito. Il PUT, ai sensi del Codice della Strada, deve essere aggiornato ogni 2 anni, pertanto l’Amministrazione Comunale, al completamento dei programmati interventi sul traffico e sulla sosta, ha predisposto l’aggiornamento del PUT. L’aggiornamento del PUT proposto dall’Amministrazione comunale mira a consolidare i risultati raggiunti cercando di contenere ulteriormente l’incremento del traffico privato ed il relativo inquinamento ambientale, e nel contempo garantire accessibilità alla città ed alle sue funzioni, attraverso il progressivo rafforzamento del trasporto pubblico (soprattutto con il potenziamento e la razionalizzazione dei servizi navetta per il centro e delle corsie preferenziali) e concrete previsioni di parcheggi a corona del Centro. Circa questi ultimi, le modifiche viabilistiche previste dal Put, ed attuabili entro l’estate 2001, consentono il recupero di circa 300 posti auto in carreggiata fra Viale Amendola (con lo spostamento del percorso bus in Via Persio - Via Gramsci) e Viale Garibaldi (con il senso unico previsto). Nuove aree di sosta in superficie sono poi realizzabili entro l’anno con la sistemazione ed utilizzo delle aree di Piazzale Mirabello e di Via del Cappelletto, per un totale di almeno 700 nuovi posti auto. Nell’autunno 2001 potrà poi partire anche il cantiere per la realizzazione del parcheggio sotto la Stazione FS (313 posti) e sarà definita a breve l’intesa necessaria con il Ministero della Difesa finalizzata alla costruzione del Parcheggio multipiano alle Associazioni d’Arma (circa 300 posti).
  • 37. Piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 37 Queste previsioni rendono più facilmente perseguibile un altro obiettivo importante che il vecchio e nuovo PUT si propongono e il Comune gradualmente sta realizzando, e cioè il recupero pedonale e la riqualificazione urbana di importanti spazi della città quali Via Prione, Piazza Garibaldi e Via Fiume fino a Piazza Saint Bon, Via del Torretto, Via S. Agostino e Via Diaz, fino alla pedonalizzazione e riqualificazione, a regime della realizzazione di tutti i nuovi parcheggi previsti, di Piazza Cavour, Piazza Beverini e del Piazzale della Stazione. Il nuovo Piano del Traffico, infine, prevede anche alcuni interventi sul sistema di circolazione che cercheranno di conciliare la necessità di risanamento ambientale delle zone cittadine ancora inquinate, perché gravate da forte traffico d’attraversamento, con l’obiettivo di fluidificare la viabilità dell’area centrale recuperando, in particolare, un moderato utilizzo della Galleria Spallanzani in direzione monte-mare ma distogliendo dal percorso viario ad essa collegato ulteriori quote di traffico improprio. La scelta della cosiddetta Moderazione del Traffico, che il nuovo PUT recepisce, vuole infatti rispondere ai fattori di congestione ed inquinamento dei nodi viabilistici più problematici non solo e non tanto in termini di nuovi divieti, almeno fin quando possibile, ma anche e prioritariamente con risistemazioni dell’assetto stradale e degli incroci che favoriscano una circolazione a velocità moderata ma fluida: un esempio tipico di questa impostazione sono le previste intersezioni a rotatoria in sostituzione dei semafori nei nodi viabilistici più nevralgici e congestionati, cominciando dagli ambiti di accesso ed uscita dalla Galleria Spallanzani (Piazza St.Bon e Largo Maestri del Lavoro), Via Monfalcone X Via Sauro, Piazzale Montegrappa, Via Carducci X Viale Italia. Tutti progetti finalizzati a conciliare l’obiettivo della sicurezza stradale con quello della vivibilità e della riduzione dell’inquinamento, sul modello delle esperienze italiane ed europee più avanzate. 3.4 Le scelte del preliminare di Piano Urbanistico Comunale Il nuovo preliminare di Piano Urbanistico Comunale tende ad una politica integrata tra previsioni infrastrutturali e nuovi insediamenti, con particolare attenzione alle situazioni di rafforzamento del trasporto pubblico e agli assi di riqualificazione urbana. In merito al trasporto pubblico il PUC auspica l’attivazione di sistemi di incentivazione dell’offerta, con il potenziamento delle linee filoviarie, con la costituzione di parcheggi scambiatori lungo le principali direttrici del trasporto pubblico e con la regolamentazione della sosta nell’area centrale. Interventi funzionali anche al rafforzamento del ruolo commerciale e culturale del centro storico. Un ruolo determinante è attribuito al servizio ferroviario, che sempre più dovrà svolgere anche un servizio metropolitano con i centri limitrofi. Ciò é sostenuto dalla previsione di una nuova stazione passeggeri a Valdellora nell’ambito della riorganizzazione urbanistica dell’attuale scalo ferroviario, nel quale sarà previsto il nuovo centro d’interscambio, originariamente localizzato all’interno del piano d’area dell’ex raffineria IP. Una proposta innovativa riguarda la realizzazione di un sistema di collegamento automatico di tipo ettometrico (micrometrò / monorotaia) tra la nuova Stazione ferroviaria di Valdellora e Calata Paita. Inoltre, decisivo è considerato il ruolo del servizio marittimo, anche per il traffico legato al turismo organizzato, attraverso la realizzazione di stazioni di interscambio che in via preliminare sono previste nel progetto d’area del primo bacino portuale e nel Levante cittadino. Per il sistema della grande viabilità il nuovo PUC punta sul completamento delle infrastrutture programmate, finanziate e in parte già realizzate, adeguandone i tracciati ove