1. Terza Ora 7
Società
È ormai evidente come il sistema bancario ha accumulato un potere tale da poter influen-
zare anche le politiche economiche che i singoli stati dell' U.E. devono intraprendere per
evitare la bancaro a. Tra le poche sicurezze che ci sono rimaste siamo certi che il movi-
mento che si sta venendo a creare non è limitato alle singole nazioni bensì è mondiale,
come d'altronde anche l'indignazione, ed impossibile rimanere insensibili di fronte a
quanto accade in quanto siamo tu i coinvolti. Per quanto i nostri telegiornali siano bravi
a levigare l'informazione e a passare dai temi di cronaca più cruenti e favolose rice e di
cucina per un cena coi fiocchi non può di certo passare sopra a questi avvenimenti, non può
perme erselo. C'è bisogno di consapevolezza, c'è bisogno di responsabilità. Le generazio-
ni passate non possono perme ersi di lasciare una situazione così decadente ai posteri
e noi nuove generazioni dobbiamo lo are perché questo non avvenga. Ovviamente lo are
non significa lanciare estintori contro le macchine o rompere le vetrine dei negozi, in
quanto questo non risolve il problema, anzi; e per di più le assicurazioni sono fa e proprio
per risarcire danni di questo genere. I Black Bloc non avevano forse bene intuito contro chi
era la protesta, forse magari la prossima volta gli si spiega e nel fra empo si dice alle
forze dell'ordine che quelli incappucciati di nero non centravano nulla con chi era li per ma-
nifestare pacificamente. Ricorrere alla violenza non fa altro che banalizzare qualcosa che
va oltre al vandalismo. Ciò che possiamo fare noi e scollarci dal computer e dalla televisio-
ne e iniziare a rimboccarci le maniche perché le cose cambino. L'informazione e il sapere
sono il miglior ariete per abba ere il sistema. Il potere è concentrato nelle mani di poche
persone che non hanno alcun interesse nel mantenere a galla l'Italia. Dobbiamo prendere
noi in mano la situazione. I protagonisti di ciò che sta succedendo siamo noi è non possia-
mo perme erci di restare a guardare. Luca Coralo VD
MARCO SIMONCELLI: UNO DI NOI
Marco Simoncelli. Aveva solo ventiqua ro anni. Lo ricordiamo come un ragazzo allegro e spensie-
rato con il sorriso sempre sulle labbra. Potremmo definirlo un sognatore dal momento in cui avendo
cominciato da poco con le grandi corse, sognava un futuro da campione. E invece questo suo sogno
da sportivo sul podio è stato travolto in quella stessa pista che per lui significava tu o. Comincia-
ta da poco la corsa, il secondo giro gli è stato fatale. E’ semplicemente scivolato.Il pilota viene por-
tato d’urgenza al centro medico del circuito, in condizioni di arresto cardio-respiratorio e con il
segno di un copertone sul collo, ma nulla si può fare. E’ già subito evidente come, anche sforzandosi
di escludere il peggio, questo sarebbe accaduto inevitabilmente. E così è stato. Grande la perdita
: per lo sport italiano, per la sua famiglia , per tu i i suoi fans affezionati, e anche per coloro che
hanno imparato a conoscerlo solo a raverso quelle orribili scene televisive che, anche se non met-
tevano più in luce ciò che di vivo ed energico vi era in lui, hanno comunque lasciato un segno nei cuori
di tu i gli spe atori. Sport pericoloso il suo, questo è sicuro. Ma come tu e le tragedie, non può
solo restare un articolo sui giornali.”Carpe diem”: questo è il mo o che ognuno di noi dovrebbe far
risuonare nelle propria mente per convincersi che avere ventiqua ro anni non è sinonimo di un
futuro certo, di una vita ancora da vivere. Perché è questo che dovremmo fare sopra u o noi
giovani: vivere assiduamente ogni singolo istante della nostra vita come se fosse l’ultimo, per
poter capire quanto sia importante e prezioso questo dono e di quanto la nostra esistenza non sia
del tu o casuale. Ilenia Pascale IV G